venerdì 20 giugno 2008

Che cosa è la Messa Cattolica?

Caterina ci ha inviato questo testo, dal quale parte il nostro nuovo percorso di istruzione e approfondimento per tutti noi e per chiunque lo desidera

Forse si farebbe prima a dire che cosa NON è la Messa Cattolica dal momento che sono anni in cui ci siamo talmente assuefatti a questa domanda che, paradosso, non sentiamo mai delle risposte immediate!

Potremo anche rispondere alla domanda rimandandovi (e suggeriamo di farlo) direttamente all’Enciclica di Giovanni Paolo II Ecclesia de Eucharistia nella quale è tutto ben spiegato, così come potremo rimandarvi alla Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI nella quale si ripercorre tutto l’itinerario teologico-storico e dottrinale della Chiesa riguardo alla Messa.

Avendo dato questi consigli (ai quali aggiungiamo il Motu Proprio di Benedetto XVI Summorum Pontificum) potremo chiudere qui la presentazione alla domanda e lasciare a voi la meditazione delle letture offerte, ma siamo in un blog e i blog servono per approfondire, insieme, i temi proposti. Gioco forza sarà necessario imbastire dell’altro pur sempre rimanendo fedeli e fermi alle tre letture che vi abbiamo suggerito le quali saranno i pilastri, la base, per non andare fuori tema!

La Messa intanto non è un rito, ma è il Rito, il Rito per eccellenza sul quale si fonda la Chiesa, nel momento in cui si predicasse un'altra Messa, non si avrebbe più il Rito, ma si avrebbe un rito fra i tanti. Il Rito a sua volta significa: “Ordine prescritto” e poiché il rito è anche una usanza religiosa per venerare un Dio, va da sé che per noi Cattolici di vitale importanza è sapere chi ha prescritto questo Ordine. E’ stato Gesù Cristo, il Figlio di Dio, Dio stesso di conseguenza per noi tale Rito non è stato un “ordine prescritto” da un uomo normale, ma direttamente da Dio, questo fa della Messa Cattolica quell’unico Rito nel quale il protagonista non è l’uomo, né una religione, ma è Gesù attraverso il sacerdozio conferito, per questo la Messa può essere celebrata solo da un Ministro di Dio validamente ordinato e inviato dalla Chiesa, Custode delle chiavi del regno.
La Messa dunque è il Rito per eccellenza della Chiesa Cattolica… Ma che cosa è questo Rito? Cosa facciamo? A che cosa ci serve?

Il Rito della nostra Messa non custodisce una reliquia… non adora né venera un qualcosa di umano e di terreno, il Rito della nostra Messa serve per la Transustanziazione del pane e del vino che dopo la Consacrazione per mezzo delle mani del Sacerdote e delle parole che Gesù ha consegnato alla Chiesa, diventano vero Corpo e vero Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo! E’ un vero ed incommensurabile prodigio… il Rito dunque applicato alla Messa è un servizio, un servizio attraverso il quale la Chiesa nutre i fedeli con il Cibo della salvezza (cfr. Gv.6) è l’Eucarestia. Così scrive Giovanni Paolo II nell’enc. Sull’Eucarestia: “La Chiesa vive dell'Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un'esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa. Con gioia essa sperimenta in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa: " Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo " (Mt 28,20); ma nella sacra Eucaristia, per la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue del Signore, essa gioisce di questa presenza con un'intensità unica. Da quando, con la Pentecoste, la Chiesa, Popolo della Nuova Alleanza, ha cominciato il suo cammino pellegrinante verso la patria celeste, il Divin Sacramento ha continuato a scandire le sue giornate, riempiendole di fiduciosa speranza”.

La Messa così è composta da:
  1. Riti di Introduzione: nel quale l’assemblea si riunisce, e manifesta il proprio sentimento di adesione principalmente attraverso la richiesta di perdono.

  2. Liturgia della Parola: nella quale l’assemblea si prepara per ricevere la Parola di Dio con la relativa omelia introdotta dal Concilio di Trento. Alla Lettura dei testi Sacri e dell’omelia fa seguito la Preghiera dei Fedeli i quali implorano con tutta la Chiesa, la misericordiosa opera di Dio fra gli Uomini.

  3. Liturgia Eucaristica: qui entriamo nel cuore della Messa cominciando con le offerte attraverso le quali non portiamo solo il pane e il vino “segni dell’Amore di Dio”, ma in virtù del nostro sacerdozio ricevuto mediante il Battesimo, per mezzo del Sacerdote che è l’Alter Christi, colui che presenzia non al posto di Cristo, ma in Lui (sentiamo infatti durante la Messa questa espressione: con Cristo, per Cristo ed in Cristo, a Te Dio, Padre Onnipotente…) noi offriamo anche noi stessi, portiamo all’altare le nostre speranze, le tribolazioni, le gioie e le sofferenze, le debolezze e tutto uniamo perché Cristo Gesù che li a breve si farà presente vivo e vero, le accolga e le unisca al suo Sacrificio (inruento) che è perfetto ed unico, e tutto offra al Padre non soltanto per la nostra salvezza, ma anche per la conversione di tutti gli uomini… Nella Messa Cattolica il Sacerdote che sta celebrando presta le sue mani e le sue sembianze al Cristo per questo sosteniamo che nel Rito Cattolico non è l’uomo il protagonista, neppure il Papa, né il vescovo, in quel momento (come dentro al Confessionale) abbiamo avanti a noi Gesù Cristo che per noi oggi fa memoria di quanto fece sul Calvario morendo sulla Croce.
    Così spiega questa tradizione Benedetto XVI nell’Esortazione Apostolica Sacramentum Caritatis al n. 37:
    “ Poiché la liturgia eucaristica è essenzialmente actio Dei che ci coinvolge in Gesù per mezzo dello Spirito, il suo fondamento non è a disposizione del nostro arbitrio e non può subire il ricatto delle mode del momento. Anche qui vale l'irrefragabile affermazione di san Paolo: « Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo » (1 Cor 3,11). È ancora l'Apostolo delle genti ad assicurarci che, in riferimento all'Eucaristia, egli non ci comunica una sua personale dottrina, ma quello che a sua volta ha ricevuto (cfr 1 Cor 11,23). La celebrazione dell'Eucaristia implica, infatti, la Tradizione viva. La Chiesa celebra il Sacrificio eucaristico in obbedienza al comando di Cristo, a partire dall'esperienza del Risorto e dall'effusione dello Spirito Santo. Per questo motivo, la comunità cristiana, fin dagli inizi, si riunisce per la fractio panis nel Giorno del Signore. Il giorno in cui Cristo è risorto dai morti, la Domenica, è anche il primo giorno della settimana, quello in cui la tradizione veterotestamentaria vedeva l'inizio della creazione. Il giorno della creazione è ora diventato il giorno della « creazione nuova », il giorno della nostra liberazione nel quale facciamo memoria di Cristo morto e risorto.(113)”

Il fondamento dunque non è il sacerdote che sta celebrando, ma è Gesù Cristo, di conseguenza nessuno ha il diritto di modificare questo Fondamento il quale, dice appunto il Santo Padre: non è a disposizione del nostro arbitrio e non può subire il ricatto delle mode del momento.

Con l’Eucarestia Dio ci ha dato veramente TUTTO! Per questo cotanto Bene non può essere soggetto o fatto oggetto di ricatti delle mode del momento… non può essere ostaggio delle Riforme, né un ricatto di qualsiasi carisma che pretendesse di modernizzare il Rito per renderlo più “comprensibile” perché così facendo la storia stessa della Chiesa ci insegna che si finisce per non credere più alla presenza reale, non si accoglierebbe più la sana dottrina ma, come avverte san Paolo nella 2Tim.4 – 3 Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole.
Per non incorrere nelle favole, ci rammenta così il Papa: La celebrazione dell'Eucaristia implica, infatti, la Tradizione viva ….

San Francesco diceva: “ L’uomo deve tremare, il mondo deve fremere, il cielo intero deve essere commosso, quando sull’altare, tra le mani del Sacerdote, appare il Figlio di Dio…” appare il Figlio di Dio! L’errore fondamentale accaduto dopo il Concilio Vaticano II è stato quello di cui ci aveva messo in guardia san Paolo (vedi citazione sopra), ma non gli abbiamo dato ascolto.

Erroneamente si attribuiscono i danni subiti dalla Liturgia al Concilio… no amici, facciamo attenzione! Il Concilio è uno strumento santo della Chiesa, Benedetto XVI ci ha ancora una volta illuminati su questo nel Motu Proprio Summorum Pontificum dove dice:
Nei tempi più recenti, il Concilio Vaticano II espresse il desiderio che la dovuta rispettosa riverenza nei confronti del culto divino venisse ancora rinnovata e fosse adattata alle necessità della nostra età. Mosso da questo desiderio, il nostro Predecessore, il Sommo Pontefice Paolo VI, nel 1970 per la Chiesa latina approvò i libri liturgici riformati e in parte rinnovati. Essi, tradotti nelle varie lingue del mondo, di buon grado furono accolti da Vescovi, sacerdoti e fedeli. Giovanni Paolo II rivide la terza edizione tipica del Messale Romano. Così i Romani Pontefici hanno operato “perché questa sorta di edificio liturgico [...] apparisse nuovamente splendido per dignità e armonia”[4].
Ma in talune regioni non pochi fedeli aderirono e continuano ad aderire con tanto amore ed affetto alle antecedenti forme liturgiche, le quali avevano imbevuto così profondamente la loro cultura e il loro spirito, che il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, mosso dalla cura pastorale nei confronti di questi fedeli, nell’anno 1984 con lo speciale indulto “Quattuor abhinc annos”, emesso dalla Congregazione per il Culto Divino, concesse la facoltà di usare il Messale Romano edito dal B. Giovanni XXIII nell’anno 1962; nell’anno 1988 poi Giovanni Paolo II di nuovo con la Lettera Apostolica “Ecclesia Dei”, data in forma di Motu proprio, esortò i Vescovi ad usare largamente e generosamente tale facoltà in favore di tutti i fedeli che lo richiedessero.”

Fino ad arrivare così alla completa liberalizzazione della Messa con il Rito detto san Pio V (o Messa Gregoriana) che la Tradizione ci aveva donato e che abusivamente fu tolta producendo una barbarie liturgica. Così spiega il Santo Padre ancora nel MP:
“…Molte persone, che accettavano chiaramente il carattere vincolante del Concilio Vaticano II e che erano fedeli al Papa e ai Vescovi, desideravano tuttavia anche ritrovare la forma, a loro cara, della sacra Liturgia; questo avvenne anzitutto perché in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura veniva inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della Liturgia al limite del sopportabile. Parlo per esperienza, perché ho vissuto anch’io quel periodo con tutte le sue attese e confusioni. E ho visto quanto profondamente siano state ferite, dalle deformazioni arbitrarie della Liturgia, persone che erano totalmente radicate nella fede della Chiesa.”
Parole gravissime del Santo Padre atte a descrivere la decadenza della Liturgia, la blasfemia e l’irriverenza con la quale fu trattato per molto tempo il Divino Sacramento. Ancora oggi c’è chi volendosi definire cattolico, vorrebbe imporre “come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività” …modifiche al Rito della Messa con niente meno che rimuovendo gli altari esistenti per metterne di nuovi con forme rotonde, quadrate o altre stravaganze, che pretenderebbero di eliminare il presbiterio, zona sul quale è posto l’altare, per rendere l’altare accessibile a chiunque contro ogni regola della Santa Chiesa.

La Messa Cattolica è un EVENTO, un fatto, un prodigio che si perpetua ininterrottamente attraverso proprio l’obbedienza alla disciplina data dalla Chiesa in tema liturgico, tanti danni ne sono derivati quando all’obbedienza si è sostituta una fede personale, costruita sulle mode del nostro tempo.

Infine abbiamo la distribuzione dell’Eucarestia, la Comunione. E’ un tema attuale la discussione se sia giusto dare la Comunione alla mano, alla bocca, in piedi, in ginocchio o addirittura da seduti, come se fossimo in una pizzeria…. La Comunione alla mano è stata effettivamente una pratica antica tuttavia sappiamo che la Chiesa ha l’autorità per modificare i modi della distribuzione e così (giusto per non dilungarmi) in linea di massima non è vero che abbia mai decretato dottrinalmente l’uso della particola alla mano….

Qualcuno si rifà ad un breve verso di san Cirillo in verità possediamo molto più materiale che indica la scelta della Chiesa di dare l’Eucarestia alla bocca, più di quanto non vi sia per l’uso alla mano, un riferimento importante perché decretato già da un Concilio poco conosciuto è il seguente (che traggo dal sito unavox): Concilio di Rouen, verso il 650, proibendo al ministro dell'Eucarestia di deporre le sacre Specie sulla mano del comunicando laico: «[Presbyter] illud etiam attendat ut eos [fideles] propria manu communicet, nulli autem laico aut fœminæ Eucharistiam in manibus ponat, sed tantum in os eius cum his verbis ponat: "Corpus Domini et sanguis prosit tibi in remissionem peccatorum et ad vitam æternam". Si quis hæc transgressus fuerit, quia Deum omnipotentem comtemnit, et quantum in ipso est inhonorat, ab altari removeatur» ([Il presbitero] baderà anche a questo: a comunicare [i fedeli] di propria mano; a nessun laico o donna deponga l'Eucarestia nelle mani, ma solo sulle labbra, con queste parole: "Il corpo e il sangue del Signore ti giovino per la remissione dei peccati e per la vita eterna". Chiunque avrà trasgredito tali norme, disprezzato quindi Iddio onnipotente e per quanto sta in lui lo avrà disonorato, venga rimosso dall'altare). (Mansi, vol. X, coll. 1099-1100).

Per contro gli Ariani, per dimostrare che non credevano nella divinità di Gesú, e che ritenevano l'Eucarestia come pane puramente simbolico, si comunicavano stando in piedi e toccando con le proprie mani le sacre Specie. Non per nulla sant'Atanasio poté parlare dell'apostasia ariana (P. G., vol. XXIV, col. 9 ss.).

Perché siamo arrivati alla Comunione sulla mano?
E’ stata una forzatura dilagata in luoghi a maggioranza protestante, negli anni ’70… I Cattolici, i vescovi stessi, invece di vigilare si sono lasciati corrompere dalla moda del momento, dalle “favole” e senza neppure attendere il parere del Santo Padre, da se stessi hanno iniziato ad autorizzare questa moda. Essa fu talmente dilagata che nel 1983 Giovanni Paolo II non potè fare altro che appoggiare fin anche la CEI e dare a tutti i fedeli la libera scelta di come SERVIRSI…. Ma questo scelta fu fatale per la comprensione della corretta Liturgia eucaristica, la Messa modificò nel suo significato originale, il fedele invece di essere servito si serviva da solo, prendeva l’Eucarestia da sé… fin anche la scelta di prenderla ancora sulla bocca divenne quasi un divieto in tutta la Chiesa. Per rendere più difficile la scelta di farsi servire nella Comunione, vennero tolti gli inginocchiatoi da davanti l’altare, le balaustre, e così i fedeli erano costretti a prenderla in piedi e quando si videro in minoranza e quasi derisi se preferivano la Tradizione, molti di loro smisero di ricevere Gesù direttamente dalle mani dell’Alter Christi, il Sacerdote e di servirsi da sé prendendo con le mani quel Mistero Divino con la scusa di “sentirlo più vicino”…

Quanti abusi e quanti oltraggi, quante Ostie Sacre sono state e sono profanate a causa di questa moda!! Quanta irriverenza fra chi, addirittura, pretendeva di ricevere Gesù da seduto, il sacerdote che doveva o dovrebbe passare per i banchi come farebbe un qualsiasi cameriere al ristorante (con tutto il rispetto per il cameriere!), a questo è stata ridotta la Messa: ad una CENA e non aggiungo “protestante” perché loro forse hanno finito per avere più rispetto di quanto ne abbiamo noi oggi che abbiamo Dio Vivo e Vero nell’Ostia, dimenticando così che la Messa è IL SACRIFICIO.

Quanta eresia in chi va dicendo che si preferisce bere anche dal calice per ricevere anche il Sangue di Gesù!!! Ma come! Non sappiamo forse che nell’Ostia Gesù è presente vivo e vero in sangue corpo e anima? Non sappiamo forse che in ogni singolo frammento Gesù non si spezza, resta intero? eppure assistiamo a gruppi cristiani che vogliono dirsi cattolici che vogliono e pretendono anche il calice perché altrimenti “non si sentono completi”….

Siamo giunti al termine di questa ricostruzione sul che cosa è la Messa, si potrà dire assai di più attraverso gli approfondimenti che faremo, e qui attendiamo anche il tuo contributo. Tale ricostruzione non è infatti esaustiva tanto ancora possiamo dire, tanto ancora possiamo imparare a cominciare dalla testimonianza che ci sta dando Benedetto XVI nella Liturgia che celebra per tutti noi. Non sono modifiche ciò che sta apportando come qualcuno erroneamente afferma, ma che sta RIPRISTINANDO…. Il Santo Padre sta ripristinando il cuore della Tradizione nella Liturgia della Messa la quale è il fondamento della nostra stessa sussistenza… invitiamo tutti i fedeli Laici, ma anche sacerdoti e vescovi, ad aiutare il Sommo Pontefice affinchè quanto ha prescritto nel MP e quanto ci sta testimoniando, venga applicato alla lettera e questo non per una nostalgia del passato, ma per ritrovare il senso vero della Messa, dell’unico Rito, Ordine prescritto direttamente da Nostro Signore Gesù Cristo per la nostra edificazione e salvezza!

256 commenti:

  1. jeff m. ha detto...


    Ma dopo l'approvazione del Papa per degli statuti di un movimento che tu ritieni eretico....CHE ALTRA PROVA VUOI?? Più lampante di così!!! Il Papa approva il Cammino, tu lo ritieni eretico...ecco la prova che la tua parola è difforme dalla parola della Chiesa!

    C'è bisogno di altro??

    **********************

    Veramente io NON ho letto nulla a firma del Papa....^___^
    Nel documento in questione (regà leggiamoci però eh!!!sennò ci ripetiamo!) NON si legge affatto che "IL PAPA APPROVA" ma che tale Congregazione approva....che differenza fa?
    MOLTA!!!

    Primo perchè è anomalo, non era mai accaduto una approvazione senza la scritta "IL SANTO PADRE HA CONFERMATO IL TESTO DI APPROVAZIONE"....

    Secondo perchè nonostante anche NOI accettiamo tale approvazione esa lascia però aperte mille domande....come è stato dimostrato...

    Terzo perchè la Congregazione per i Riti NON HA APPROVATO UN BEL NULLA....

    Quarto, dove ho scritto che rtiengo il CN eretico? ^___^ se questo è il tuo modo PER NON RISPONDERE alle osservazioni DOTTRINALI esposte allora il problema è tuo ^___^
    Un conto è chiarire le ambiguità e le dottrine contrarie a quanto conosciamo, altra cosa è dichiarare UN GRUPPO eretico ebbè!!

    Quinto...non hai dato alcuna prova, questo è il problema^___^
    non basta essere confermati da uno o due o tre Congregazioni...ti rammento che la Congregazione dei Gesuiti è stata soppressa dai vari Pontfici per ben tre volte per poi riessere ammessa dopo i chiarimenti ^___^ ti basta come esempio di legalità per quanto stiamo facendo???

    Sesto ami veramente il CN? Bene, aiutici a chiarire i problemi emersi, aiuta a dipanare la matassa, aiuta a rischiarare le ombre gettate sul significato della Messa....invita i TUOI a non modificare più gli altari....a non insistere più con le due specie altrimenti non vi sentite "completi"....DIFENDI LA TRADIZIONE DELLA CHIESA e scoprirai un mondo che non conosci assolutamente...

    ^___^

    Ripeto, portate PROVE non chiacchiere...

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  2. Se non è d'accordo me lo dimostri con le prove, non con le chiacchiere e le lamentele....
    ^__^

    Fraternamente CaterinaLD

    22 giugno, 2008 15:05

    prova n°1 nelle Eucarestie neo cat,si usa lo schema della messa secondo il messale romano Paolo VI


    mi dimostri il contrario ha visto nn usare il messale o ha visto tralasciate alcune parti ? IO mai


    sostengono VI STATE DISSOCIANDO DAL MAGISTERO PONTIFICIO E ALLA TRADIZIONE DELLA CHIESA....


    falso perchè come spero ben sappia dal momento che sembra uscita dalla treccani della chiesa cattolica il Pont Cons per i laici
    ha un presidnente che deve riferire e rispondere del suo operato indovini a chi? brava a Sua Santità,pertanto Benedetto XVI non è certo ignaro dell'approvazione degli statuti ... le dirò di più dopo l'approvazione datata 11 maggio2008 giorno di Pentecoste mons Rilko si è visto ricevere da Sua Santità ulteriore incarico a quello già che ricopre ,strano modo di manifestare il suo dissenso... no?
    questi sono fatti concreti non chiacchiere e vorrei ricordarle che il Cristiano e chi ascolta la parola del padre SUO e la mette in pratica questo Gesù disse, e non chi si vanta di conoscero tutto il magistero della chiesa .....fraternamente

    RispondiElimina
  3. alessandra ha detto...
    Se non è d'accordo me lo dimostri con le prove, non con le chiacchiere e le lamentele....
    ^__^

    Fraternamente CaterinaLD

    22 giugno, 2008 15:05

    prova n°1 nelle Eucarestie neo cat,si usa lo schema della messa secondo il messale romano Paolo VI


    mi dimostri il contrario ha visto nn usare il messale o ha visto tralasciate alcune parti ? IO mai

    *************

    perfetto....mi indichi DAL MESSALE ROMANO PAOLO VI dove è scritto che la Comunione viene servita AL POSTO COME AL RISTORANTE e dove è scritto in tale Messa che per celebrare questa messa occorre SCENDERE DAL PRESBITERIO, METTERE UNA TAVOLA QUADRATA E APPARECCHIARLA con il Cannukkià al posto del Crocefisso.....
    e dove è scritto in tale Messale che se non ci si serve anche del Calice ci sente "incompleti"...

    ^___^

    la ulteriore "promozione di Rilko" non risponde alle mie osservazioni....come vede io a domanda rispondo, lei ancora no....ma apprezzo che ci sta provando
    ^__^

    ci sono altri punti rimasti senza risposta....per me Rilko può approvare anche i Pentecostali che reagirei alla medesima maniera....

    Ho già specificato che l'obbedienza alla approvazione è una cosa e non è messa in discussione, il chiarimento dei vostri abusi è un altra e Rilko non vive nelle parrocchie dove spadroneggiate modificando gli altari....

    ^__^

    RispondiElimina
  4. il candelabro a nove braccia ha per i neocate questo significato creazione più giorno del riposo Pasqua cristiana e Parusia credo sappia cosa è
    oltre ai ceri...
    la croce c'è ed è vicino al leggio
    negli statuti approvati ad experimentum nel 2002 con benedizione di un certo Papa che molti avrebbero voluto santo subito
    questa prassi in merito all'eucarestia passò, poi 2005 lettera crd Arinze e tutti si sono adegauti allora.... Le ricordo che se ciò che lei chiama tavola apparecchiata è benedetta diventa altare a tutti gli effetti allora .... mi scusi e come si fa a celebrare nella cattedrale di aquisgrana che ha un altare a tavola CNETRALE?

    RispondiElimina
  5. alessandra ha detto...
    il candelabro a nove braccia ha per i neocate questo significato creazione più giorno del riposo Pasqua cristiana e Parusia credo sappia cosa è
    oltre ai ceri...

    *****************

    Lei mi ha citato il Messale Paolo VI portandomi come prova che vi attenete ad esseo, le ho chiesto allora di riportarmi dal Messale Paolo VI dove si dice di sostiuire la Croce con il Cannukkià....non mi interessa altro...a me le Congregazioni non hanno detto nulla a riguardo e come catechista insegno QUELLO CHE IL VESCOVO MI DICE: che sull'altare va posta la croce con i ceri, altrimenti solo i due ceri (anche tre) a lato....

    Io non sono NC ergo se dobbiamo convivere in parrocchia gradirei che almeno nella Messa, che è COMUNIONE, non vi siano certe differenze incomprensibili o comprensibili solo a chi entra nel CN....
    ^___^

    Devo dunque dedurre che tutte le vostre aggiunte NON sono scritte nel Messale Paolo VI?
    ^__^

    RispondiElimina
  6. Ho già specificato che l'obbedienza alla approvazione è una cosa e non è messa in discussione, il chiarimento dei vostri abusi è un altra e Rilko non vive nelle parrocchie dove spadroneggiate modificando gli altari....

    ^__^
    io non so dove vive ma noi no modifichiamo un bel niente...il mio duomo è così da che mia madre c'ha battezzato il primo di noi 6

    la chiesa di San Pietro apostolo è così da quando ci si celebravano le messe rock nessuno ha voluto cambiare niente...


    mi dica che ne pensa dei monumenti di cemento armato senza senso quelle sono chiese...


    forse dovrebbe vedere la cappella dv alla domus Galilaeae si celebrano le eucarestie ...poi direbbe meno ...fantasie... mi scusi l'eufemismo mi stava uscendo termine un pò forte

    RispondiElimina
  7. Devo dunque dedurre che tutte le vostre aggiunte NON sono scritte nel Messale Paolo VI?
    ^__^
    la saccente è lei me lo dica lei ..io vedo sante messe dette allo stesso modo e con lo stesso Spirito anche in mezzo a campi che non hanno presbiteri questo è permesso

    RispondiElimina
  8. Io non sono NC ergo se dobbiamo convivere in parrocchia gradirei che almeno nella Messa, che è COMUNIONE, non vi siano certe differenze incomprensibili o comprensibili solo a chi entra nel CN....
    ^___^

    allora non mi sembra di vedere in giro nelle chiese questi stravolgimenti di cui mi parla allora e di chiese ne giro per il semplice fatto che sono anche catechista nc

    RispondiElimina
  9. "allora non mi sembra di vedere in giro nelle chiese questi stravolgimenti di cui mi parla allora e di chiese ne giro per il semplice fatto che sono anche catechista nc"

    le chiese non sono tutte state ANCORA modificate, Alessandra. E che il Cammino non le abbia stravolte non fa testo nè il suo duomo nè le chiese che conosce lei.
    la mia parrochia, ad es è stata costruita secondo la nuova estetica, veda Scandicci, Porto S. Giorgio, Domus, Natività a Roma, le prime che mi vengono. ce ne sono 2000!

    RispondiElimina
  10. alessandra ha detto...


    la saccente è lei me lo dica lei ..io vedo sante messe dette allo stesso modo e con lo stesso Spirito anche in mezzo a campi che non hanno presbiteri questo è permesso

    ************

    lo so, l'accusa di saccente si getta quando non si hanno risposte...come può rispondermi con un caso dove è ovvio che non c'è il presbiterio percè la messa NON dentro una Chiesa?

    Ripeto, lei mi ha detto che usate IN TUTTO il Messale Paolo VI, benissimo, le ho chiesto di trovarmi in tale Messa le aggiunte che avete fatto alla vostra liturgia e qui dallo svicolare, alla accusa di saccenteria perchè non si hanno risposte si arriva a fare un esempio per il quale, forse non lo sa, risponde già il Magistero della Chiesa....


    ergo, che le piaccia o no, la domanda:

    Devo dunque dedurre che tutte le vostre aggiunte NON sono scritte nel Messale Paolo VI?

    è importante giacchè è lei che ha detto che usate (giustamente e fate bene) alla lettera il Messale Paolo VI....
    ^__^

    RispondiElimina
  11. http://video.google.nl/videosearch?q=kiko+arguello&hl=nl&sitesearch=#q=neocatecumenale&hl=nl&sitesearch=


    e MUTI UNA VOLTA PER TUTTE.......!!

    RispondiElimina
  12. alessandra ha detto...


    allora non mi sembra di vedere in giro nelle chiese questi stravolgimenti di cui mi parla allora e di chiese ne giro per il semplice fatto che sono anche catechista nc

    *******

    leggo che ha risposto vittorio ergo non ripeto...

    Mia cara Alessandra non mi stupisce che lei non sappia....provi a chiedere al suo catechista di farle leggere i testi sui quali il suo catechista si prepara....e vedrà cosa le risponderà....^___^
    se sarà onesta lei a riferirci, le dirà che NON ESISTE ALCUN TESTO.... o peggio, dirà CHE A LEI NON DEVE INTERESSARE....in entrambi i casi lei il testo sul quale si preparano i SUOI catechisti, non li conoscerà mai a meno che non diventerà lei stessa una catechista....
    (provi prima di giudicare quanto ho detto ^__^)

    In questa breve analisi le sto dimostrando che il problma legato al CN è la FRAMMENTAZIONE DEL DIRE E DEL FARE....in verità (e forse è un bene questo) non vi è un unico comportamento fra tutti i gruppi sparsi....così lei avrà una visione, altri ne avranno un altra....lo si evince anche fra di voi, e fra tutte le risposte che date convergete insieme solo di un aspetto, sulla DIFESA del CN ma riguardo alle dottrine ed alle catechesi, alla Messa stessa TUTTI DATE INTERPRETAZIONI DIVERSE....

    uno vede ma non sa, un altro sa ma non vede....un altro ancora non conosce ma è così....altri ancora si affidano solo alle approvazioni senza interessarsi di altro....

    Nessuno di voi è sceso in campo per spiegarci la dottrina che usate e questo sa perchè? perchè vi insegnano ORALMENTE e i testi ve li tengono occultati
    ^___^

    Ha mai agito così la Chiesa?

    RispondiElimina
  13. la verita sta nel fatto che dopo la decisione del papa vi attaccate tutti....a cominciare da mic....


    hehehhehheeeeeeeeeeeeeee

    RispondiElimina
  14. mic vattene ha detto...
    la verita sta nel fatto che dopo la decisione del papa vi attaccate tutti....a cominciare da mic....

    *************

    Questo è verissimo, chi lo nega?
    L'obbedienza non è posta in discussione.... non staremo qui a chiarire....^___^
    ma dire che ci "attacchiamo tutti a....." non rende comprensibile il finale....diciamo che tutti possiamo agire come Paolo in Galati cap. 2
    ^___^

    in quel caso la matassa si dipanò, qui no perchè gli aderenti al CN sono più interessati a difendere il CN che non la dottrina della Chiesa riguardo all'Istituzione della Messa...

    RispondiElimina
  15. Caterina, Alessandra è lei stessa una catechista, ma quello che hai detto vale anche per lei, perché sa solo ciò che DEVE dire, anche se lei comunque dice di aver finito il cammino, quindi tutto le dovrebbe essere noto.
    Ma quello che lei dice non è elaborato da lei, ma ripetuto a pappagallo, come hanno fatto con lei i suoi catechisti....

    RispondiElimina
  16. Caterina63 ha detto...

    "Veramente io NON ho letto nulla a firma del Papa....^___^
    Nel documento in questione (regà leggiamoci però eh!!!sennò ci ripetiamo!) NON si legge affatto che "IL PAPA APPROVA" ma che tale Congregazione approva....che differenza fa?
    MOLTA!!!

    Primo perchè è anomalo, non era mai accaduto una approvazione senza la scritta "IL SANTO PADRE HA CONFERMATO IL TESTO DI APPROVAZIONE"...."


    Quindi, con il tuo solito candore mascherato da emoticon ^__^ (ah, quando stephanos si è messo a scrivere facendo pure lui sta ridicola faccetta qualche giorno fa sono scoppiato a ridere...ragazzi, a volte non vi regolate proprio!!! Chiusa parentesi) dicevo, con il tuo candore fai un'accusa PESANTISSIMA: che gli Statuti in realtà NON sono approvati dal Papa e che sia tutta una manovra di Monsignor Rylko alle spalle di Benedetto XVI...
    Cavolo, complimenti per la fervida fantasia...manco Dan Brown...

    E il Papa lo lascia fare tranquillamente perchè la passeggiata con Bush nei giardini vaticani lo ha un po' rincretinito...eh già...

    Te ne prego, Caterì....un po' di dignità!!

    Non mi metto a discutere su tutto il resto con te perchè l'ho già fatto mille e mille volte con questi altri signori...e non c'è stato verso, sono state tante ore buttate al vento...a questo punto rinuncio...d'altronde non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire..

    So solo che la Chiesa ha accettato ufficialmente il Cammino e che voi non vi arrendete nemmeno di fronte all'evidenza di un fatto tanto chiaro, il che mi spinge a dirvi: FATEVENE UNA RAGIONE
    Ma soprattutto: FATEVI UNA VITA

    RispondiElimina
  17. Vittorio ha detto...
    Caterina, Alessandra è lei stessa una catechista,


    Ottimo.....allora non avrà difficoltà ad inviarmi, alessandra, i testi in questione ^___^ io se vuole le passerò come dono tutti i testi che ci ha dato il parroco da parte del vescovo....

    P.S.
    effettivamente da una catechista mi sarei aspettata risposte dirette alla dottrina....sembrano più risposte di una fedele non informata....

    RispondiElimina
  18. jeff m. ha detto...

    dicevo, con il tuo candore fai un'accusa PESANTISSIMA: che gli Statuti in realtà NON sono approvati dal Papa e che sia tutta una manovra di Monsignor Rylko alle spalle di Benedetto XVI...
    Cavolo, complimenti per la fervida fantasia...manco Dan Brown...

    **********

    ^__^
    (ringrazia il cielo che non ci sono altre possibilità per me di fare emoticons.....le adoro!!!! e sono contenta che ti abbiamo fatto ridere!!!gente allegra il ciel l'aiuta! chiusa parentesi^___^)

    dunque....la mia non è una accusa ma una constatazione di fatto....se tu fossi un tantino esperto dei Documenti della Chiesa dovresti sapere che TUTTI i documenti di approvazioni fatte dalle Congregazioni, riguardanti grupi, persone e catechesi, recano una scritta in fondo che rimanda all'incirca questa frase: " IL SANTO PADRE HA LETTO ED HA APPROVATO...." oppure "IL SANTO PADRE DOPO AVER LETTO, CONFERMA CHE...."

    questa particolarità è assente nel testo in cui si dice dell'approvazione, anzi si rimanda niente meno che ad una citazione del Papa nel 2006, dopo di che non vi è alcun riferimento all'approvazione DIRETTA DEL PAPA....ergo non ho fatto alcuna accusa, ma ho fatto una constatazione...
    ^___^
    fai tu attenzione a non scrivere ciò che NON è stato scritto....se ami la verità....

    ^___^


    secondo punto falso....dove ho scritto che gli Statuti non sono stati approvati?
    ^___^
    Ho scritto che la Congregazione PER I RITI NON HA APPROVATO ALCUN RITO NC...è diverso eh!

    altro punto falso: dove ho scritto che il tutto è stata una manovra di Rilko? Ho dimostrato semmai che tale approvazione cozza con il Magistero del Pontefice....è diverso...

    La fantasia la metti tu e tutti coloro che non riescono a dimostrare che quanto da noi è riportato sarebbe falso...^___^

    Alessandra solo ha saputo dimostrare una attenzione sulla Messa nel citare il Messale di Paolo VI per il quale però attendo ancora di conoscere dove sta scritto in tal messale, tutte le innovazioni che si vedono ina messa NC...

    Riesci a fare il serio e a provare ad approfondire?
    ^___^

    RispondiElimina
  19. Se posso intervenire, non capisco l'intervento di caterina (NESSUN DOCUMENTO DEL CONCILIO PARLA DI NUOVA MESSA O DI MODIFICA DELLA MESSA e corollari vari). A me sembra che esista "La Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium" del 1963 in cui chiaramente, dico chiaramente stabilisce i cambiamenti da apportare alla liturgia. Vorrei inserirne alcuni:
    PAOLO VESCOVO
    SERVO DEI SERVI DI DIO
    UNITAMENTE AI PADRI DEL SACRO CONCILIO
    A PERPETUA MEMORIA

    COSTITUZIONE SULLA SACRA LITURGIA
    SACROSANCTUM CONCILIUM
    4 dicembre 1963

    CAPITOLO I
    PRINCIPI GENERALI PER LA RIFORMA E LA
    PROMOZIONE DELLA SACRA LITURGIA
    I. Natura della sacra liturgia e sua importanza nella vita della Chiesa
    5. Dio, il quale «vuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4), «dopo avere a più riprese e in più modi parlato un tempo ai padri per mezzo dei profeti» (Eb 1,1), quando venne la pienezza dei tempi, mandò il suo Figlio, Verbo fatto carne, unto dallo Spirito Santo, ad annunziare la buona novella ai poveri, a risanare i cuori affranti [8], « medico di carne e di spirito » [9], mediatore tra Dio e gli uomini [10]. Infatti la sua umanità, nell'unità della persona del Verbo, fu strumento della nostra salvezza. Per questo motivo in Cristo « avvenne la nostra perfetta riconciliazione con Dio ormai placato e ci fu data la pienezza del culto divino » [11]. Quest'opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio, che ha il suo preludio nelle mirabili gesta divine operate nel popolo dell'Antico Testamento, è stata compiuta da Cristo Signore principalmente per mezzo del mistero pasquale della sua beata passione, risurrezione da morte e gloriosa ascensione, mistero col quale « morendo ha distrutto la nostra morte e risorgendo ha restaurato la vita» [12]. Infatti dal costato di Cristo dormiente sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa [13].
    La liturgia non esaurisce l'azione della Chiesa
    9. La sacra liturgia non esaurisce tutta l'azione della Chiesa. Infatti, prima che gli uomini possano accostarsi alla liturgia, bisogna che siano chiamati alla fede e alla conversione: «Come potrebbero invocare colui nel quale non hanno creduto? E come potrebbero credere in colui che non hanno udito? E come lo potrebbero udire senza chi predichi? E come predicherebbero senza essere stati mandati?» (Rm 10,14-15). Per questo motivo la Chiesa annunzia il messaggio della salvezza a coloro che ancora non credono, affinché tutti gli uomini conoscano l'unico vero Dio e il suo inviato, Gesù Cristo, e cambino la loro condotta facendo penitenza [24]. Ai credenti poi essa ha sempre il dovere di predicare la fede e la penitenza; deve inoltre disporli ai sacramenti, insegnar loro ad osservare tutto ciò che Cristo ha comandato [25], ed incitarli a tutte le opere di carità, di pietà e di apostolato, per manifestare attraverso queste opere che i seguaci di Cristo, pur non essendo di questo mondo, sono tuttavia la luce del mondo e rendono gloria al Padre dinanzi agli uomini.
    ... ma ne è il culmine e la fonte
    10. Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Il lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa del Signore. A sua volta, la liturgia spinge i fedeli, nutriti dei « sacramenti pasquali », a vivere « in perfetta unione » [26]; prega affinché « esprimano nella vita quanto hanno ricevuto mediante la fede » [27]; la rinnovazione poi dell'alleanza di Dio con gli uomini nell'eucaristia introduce i fedeli nella pressante carità di Cristo e li infiamma con essa. Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dall'eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attività della Chiesa.
    II. Necessità di promuovere l'educazione liturgica e la partecipazione attiva
    14. È ardente desiderio della madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano, « stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato » (1 Pt 2,9; cfr 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del battesimo. A tale piena e attiva partecipazione di tutto il popolo va dedicata una specialissima cura nel quadro della riforma e della promozione della liturgia. Essa infatti è la prima e indispensabile fonte dalla quale i fedeli possono attingere il genuino spirito cristiano, e perciò i pastori d'anime in tutta la loro attività pastorale devono sforzarsi di ottenerla attraverso un'adeguata formazione. Ma poiché non si può sperare di ottenere questo risultato, se gli stessi pastori d'anime non saranno impregnati, loro per primi, dello spirito e della forza della liturgia e se non ne diventeranno maestri, è assolutamente necessario dare il primo posto alla formazione liturgica del clero. Pertanto il sacro Concilio ha stabilito quanto segue.
    .
    Formazione liturgica dei fedeli
    19. I pastori d'anime curino con zelo e con pazienza la formazione liturgica, come pure la partecipazione attiva dei fedeli, sia interna che esterna, secondo la loro età, condizione, genere di vita e cultura religiosa. Assolveranno così uno dei principali doveri del fedele dispensatore dei misteri di Dio. E in questo campo cerchino di guidare il loro gregge non solo con la parola ma anche con l'esempio.
    III. La riforma della sacra liturgia
    21. Perché il popolo cristiano ottenga più sicuramente le grazie abbondanti che la sacra liturgia racchiude, la santa madre Chiesa desidera fare un'accurata riforma generale della liturgia. Questa infatti consta di una parte immutabile, perché di istituzione divina, e di parti suscettibili di cambiamento, che nel corso dei tempi possono o addirittura devono variare, qualora si siano introdotti in esse elementi meno rispondenti alla intima natura della liturgia stessa, oppure queste parti siano diventate non più idonee. In tale riforma l'ordinamento dei testi e dei riti deve essere condotto in modo che le sante realtà che essi significano, siano espresse più chiaramente e il popolo cristiano possa capirne più facilmente il senso e possa parteciparvi con una celebrazione piena, attiva e comunitaria. A tale scopo il sacro Concilio ha stabilito le seguenti norme di carattere generale.
    A) Norme generali
    L'ordinamento liturgico compete alla gerarchia
    22.
    1. Regolare la sacra liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa, la quale risiede nella Sede apostolica e, a norma del diritto, nel vescovo.
    2. In base ai poteri concessi dal diritto, regolare la liturgia spetta, entro limiti determinati, anche alle competenti assemblee episcopali territoriali di vario genere legittimamente costituite.
    3. Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica.
    Sana tradizione e legittimo progresso
    23. Per conservare la sana tradizione e aprire nondimeno la via ad un legittimo progresso, la revisione delle singole parti della liturgia deve essere sempre preceduta da un'accurata investigazione teologica, storica e pastorale. Inoltre devono essere prese in considerazione sia le leggi generali della struttura e dello spirito della liturgia, sia l'esperienza derivante dalle più recenti riforme liturgiche e dagli indulti qua e là concessi. Infine non si introducano innovazioni se non quando lo richieda una vera e accertata utilità della Chiesa, e con l'avvertenza che le nuove forme scaturiscano organicamente, in qualche maniera, da quelle già esistenti. Si evitino anche, per quanto è possibile, notevoli differenze di riti tra regioni confinanti.
    Bibbia e liturgia
    24. Nella celebrazione liturgica la sacra Scrittura ha una importanza estrema. Da essa infatti si attingono le letture che vengono poi spiegate nell'omelia e i salmi che si cantano; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preghiere, le orazioni e i carmi liturgici; da essa infine prendono significato le azioni e i simboli liturgici. Perciò, per promuovere la riforma, il progresso e l'adattamento della sacra liturgia, è necessario che venga favorito quel gusto saporoso e vivo della sacra Scrittura, che è attestato dalla venerabile tradizione dei riti sia orientali che occidentali.
    Revisione dei libri liturgici
    25. I libri liturgici siano riveduti quanto prima, servendosi di persone competenti e consultando vescovi di diversi paesi del mondo.
    B) …
    Preferire la celebrazione comunitaria
    27. Ogni volta che i riti comportano, secondo la particolare natura di ciascuno, una celebrazione comunitaria caratterizzata dalla presenza e dalla partecipazione attiva dei fedeli, si inculchi che questa è da preferirsi, per quanto è possibile, alla celebrazione individuale e quasi privata. Ciò vale soprattutto per la celebrazione della messa benché qualsiasi messa abbia sempre un carattere pubblico e sociale e per l'amministrazione dei sacramenti.
    Partecipazione attiva dei fedeli
    30. Per promuovere la partecipazione attiva, si curino le acclamazioni dei fedeli, le risposte, il canto dei salmi, le antifone, i canti, nonché le azioni e i gesti e l'atteggiamento del corpo. Si osservi anche, a tempo debito, un sacro silenzio.
    31. Nella revisione dei libri liturgici si abbia cura che le rubriche tengano conto anche delle parti dei fedeli.
    C) Norme derivanti dalla natura didattica e pastorale della liturgia
    33. Benché la sacra liturgia sia principalmente culto della maestà divina, tuttavia presenta anche un grande valore pedagogico per il popolo credente [34]. Nella liturgia, infatti, Dio parla al suo popolo e Cristo annunzia ancora il suo Vangelo; il popolo a sua volta risponde a Dio con il canto e con la preghiera. Anzi, le preghiere rivolte a Dio dal sacerdote che presiede l'assemblea nel ruolo di Cristo, vengono dette a nome di tutto il popolo santo e di tutti gli astanti. Infine, i segni visibili di cui la sacra liturgia si serve per significare le realtà invisibili, sono stati scelti da Cristo o dalla Chiesa. Perciò non solo quando si legge « ciò che fu scritto a nostra istruzione » (Rm 15,4) ma anche quando la Chiesa prega o canta o agisce, la fede dei partecipanti è alimentata, le menti sono elevate verso Dio per rendergli un ossequio ragionevole e ricevere con più abbondanza la sua grazia. Pertanto, nell'attuazione della riforma, si tenga conto delle seguenti norme generali.
    Semplicità e decoro dei riti
    34. I riti splendano per nobile semplicità; siano trasparenti per il fatto della loro brevità e senza inutili ripetizioni; siano adattati alla capacità di comprensione dei fedeli né abbiano bisogno, generalmente, di molte spiegazioni.
    Bibbia, predicazione e catechesi liturgica
    35. Affinché risulti evidente che nella liturgia rito e parola sono intimamente connessi:
    1) Nelle sacre celebrazioni si restaurerà una lettura della sacra Scrittura più abbondante, più varia e meglio scelta.
    2) Il momento più adatto per la predicazione, che fa parte dell'azione liturgica, nella misura in cui il rito lo permette, sia indicato anche nelle rubriche e il ministero della parola sia adempiuto con fedeltà e nel debito modo. La predicazione poi attinga anzitutto alle fonti della sacra Scrittura e della liturgia, poiché essa è l'annunzio delle mirabili opere di Dio nella storia della salvezza, ossia nel mistero di Cristo, mistero che è in mezzo a noi sempre presente e operante, soprattutto nelle celebrazioni liturgiche.
    3) Si cerchi anche di inculcare in tutti i modi una catechesi più direttamente liturgica; negli stessi riti siano previste, quando necessario, brevi didascalie composte con formule prestabilite o con parole equivalenti e destinate a essere recitate dal sacerdote o dal ministro competente nei momenti più opportuni.
    4) Si promuova la celebrazione della parola di Dio, alla vigilia delle feste più solenni, in alcune ferie dell'avvento e della quaresima, nelle domeniche e nelle feste, soprattutto nei luoghi dove manca il sacerdote; nel qual caso diriga la celebrazione un diacono o altra persona delegata dal vescovo.
    Latino e lingue nazionali nella liturgia
    36.
    1. L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini.
    2. Dato però che, sia nella messa che nell'amministrazione dei sacramenti, sia in altre parti della liturgia, non di rado l'uso della lingua nazionale può riuscire di grande utilità per il popolo, si conceda alla lingua nazionale una parte più ampia, specialmente nelle letture e nelle ammonizioni, in alcune preghiere e canti, secondo le norme fissate per i singoli casi nei capitoli seguenti.
    3. In base a queste norme, spetta alla competente autorità ecclesiastica territoriale, di cui all'art. 22- 2 (consultati anche, se è il caso, i vescovi delle regioni limitrofe della stessa lingua) decidere circa l'ammissione e l'estensione della lingua nazionale. Tali decisioni devono essere approvate ossia confermate dalla Sede apostolica.
    4. La traduzione del testo latino in lingua nazionale da usarsi nella liturgia deve essere approvata dalla competente autorità ecclesiastica territoriale di cui sopra.
    D) Norme per un adattamento all'indole e alle tradizioni dei vari Popoli
    37. La Chiesa, quando non è in questione la fede o il bene comune generale, non intende imporre, neppure nella liturgia, una rigida uniformità; rispetta anzi e favorisce le qualità e le doti di animo delle varie razze e dei vari popoli. Tutto ciò poi che nel costume dei popoli non è indissolubilmente legato a superstizioni o ad errori, essa lo considera con benevolenza e, se possibile, lo conserva inalterato, e a volte lo ammette perfino nella liturgia, purché possa armonizzarsi con il vero e autentico spirito liturgico.
    38. Salva la sostanziale unità del rito romano, anche nella revisione dei libri liturgici si lasci posto alle legittime diversità e ai legittimi adattamenti ai vari gruppi etnici, regioni, popoli, soprattutto nelle missioni; e sarà bene tener opportunamente presente questo principio nella struttura dei riti e nell'ordinamento delle rubriche.
    39. Entro i limiti stabiliti nelle edizioni tipiche dei libri liturgici, spetterà alla competente autorità ecclesiastica territoriale, di cui all'art. 22 - 2, determinare gli adattamenti, specialmente riguardo all'amministrazione dei sacramenti, ai sacramentali, alle processioni, alla lingua liturgica, alla musica sacra e alle arti, sempre però secondo le norme fondamentali contenute nella presente costituzione.
    Progressivo adattamento liturgico
    40. Dato però che in alcuni luoghi e particolari circostanze si rende urgente un più profondo adattamento della liturgia, che per conseguenza è più difficile:
    1) Dalla competente autorità ecclesiastica territoriale, di cui all'art. 22 - 2, venga preso in esame, con attenzione e prudenza, ciò che dalle tradizioni e dall'indole dei vari popoli può opportunamente essere ammesso nel culto divino. Gli adattamenti ritenuti utili o necessari vengano proposti alla Sede apostolica, per essere introdotti col suo consenso.
    2) Affinché poi l'adattamento sia fatto con la necessaria cautela, la Sede apostolica darà facoltà, se è il caso, alla medesima autorità ecclesiastica territoriale di permettere e dirigere, presso alcuni gruppi a ciò preparati e per un tempo determinato, i necessari esperimenti preliminari.
    3) Poiché in materia di adattamento, di solito le leggi liturgiche comportano difficoltà particolari soprattutto nelle missioni, nel formularle si ricorra a persone competenti in materia.
    IV. La vita liturgica nella diocesi e nella parrocchia
    41. Il vescovo deve essere considerato come il grande sacerdote del suo gregge: da lui deriva e dipende in certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo. Perciò tutti devono dare la più grande importanza alla vita liturgica della diocesi che si svolge intorno al vescovo, principalmente nella chiesa cattedrale, convinti che c'è una speciale manifestazione della Chiesa nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il vescovo circondato dai suoi sacerdoti e ministri [35].
    Vita liturgica parrocchiale
    42. Poiché nella sua Chiesa il vescovo non può presiedere personalmente sempre e ovunque l'intero suo gregge, deve costituire necessariamente dei gruppi di fedeli, tra cui hanno un posto preminente le parrocchie organizzate localmente e poste sotto la guida di un pastore che fa le veci del vescovo: esse infatti rappresentano in certo modo la Chiesa visibile stabilita su tutta la terra. Per questo motivo la vita liturgica della parrocchia e il suo legame con il vescovo devono essere coltivati nell'animo e nell'azione dei fedeli e del clero; e bisogna fare in modo che il senso della comunità parrocchiale fiorisca soprattutto nella celebrazione comunitaria della messa domenicale.
    V. L'incremento dell'azione pastorale liturgica
    43. Lo zelo per la promozione e il rinnovamento della liturgia è giustamente considerato come un segno dei provvidenziali disegni di Dio sul nostro tempo, come un passaggio dello Spirito Santo nella sua Chiesa; esso imprime una nota caratteristica alla vita della Chiesa stessa, anzi a tutto il modo di sentire e di agire religioso del nostro tempo. Per la qual cosa, per favorire sempre più questa azione pastorale liturgica nella Chiesa, il sacro Concilio stabilisce:
    CAPITOLO II
    IL MISTERO EUCARISTICO
    Partecipazione attiva dei fedeli alla messa
    48. Perciò la Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma che, comprendendolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere, partecipino all'azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente; siano formati dalla parola di Dio; si nutrano alla mensa del corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittima senza macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell'unità con Dio e tra di loro [38], di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti.
    49. Affinché poi il sacrificio della messa raggiunga la sua piena efficacia pastorale anche nella forma rituale, il sacro Concilio, in vista delle messe celebrate con partecipazione di popolo, specialmente la domenica e i giorni di precetto, stabilisce quanto segue:
    Revisione dell'ordinario della messa
    50. L'ordinamento rituale della messa sia riveduto in modo che apparisca più chiaramente la natura specifica delle singole parti e la loro mutua connessione, e sia resa più facile la partecipazione pia e attiva dei fedeli.
    Per questo i riti, conservata fedelmente la loro sostanza, siano semplificati; si sopprimano quegli elementi che, col passare dei secoli, furono duplicati o aggiunti senza grande utilità; alcuni elementi invece, che col tempo andarono perduti, siano ristabiliti, secondo la tradizione dei Padri, nella misura che sembrerà opportuna o necessaria.
    Una più grande ricchezza biblica
    51. Affinché la mensa della parola di Dio sia preparata ai fedeli con maggiore abbondanza, vengano aperti più largamente i tesori della Bibbia in modo che, in un determinato numero di anni, si legga al popolo la maggior parte della sacra Scrittura.
    L'omelia
    52. Si raccomanda vivamente l'omelia, che è parte dell'azione liturgica. In essa nel corso dell'anno liturgico vengano presentati i misteri della fede e le norme della vita cristiana, attingendoli dal testo sacro. Nelle messe della domenica e dei giorni festivi con partecipazione di popolo non si ometta l'omelia se non per grave motivo.
    La « preghiera dei fedeli »
    53. Dopo il Vangelo e l'omelia, specialmente la domenica e le feste di precetto, sia ripristinata la «orazione comune» detta anche «dei fedeli», in modo che, con la partecipazione del popolo, si facciano speciali preghiere per la santa Chiesa, per coloro che ci governano, per coloro che si trovano in varie necessità, per tutti gli uomini e per la salvezza di tutto il mondo [39].
    Lingua nazionale e latino nella messa
    54. Nelle messe celebrate con partecipazione di popolo si possa concedere una congrua parte alla lingua nazionale, specialmente nelle letture e nella « orazione comune » e, secondo le condizioni dei vari luoghi, anche nelle parti spettanti al popolo, a norma dell'art. 36 di questa costituzione. Si abbia cura però che i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in lingua latina, le parti dell'ordinario della messa che spettano ad essi. Se poi in qualche luogo sembrasse opportuno un uso più ampio della lingua nazionale nella messa, si osservi quanto prescrive l'art. 40 di questa costituzione.
    Comunione sotto le due specie
    55. Si raccomanda molto quella partecipazione più perfetta alla messa, nella quale i fedeli, dopo la comunione del sacerdote, ricevono il corpo del Signore con i pani consacrati in questo sacrificio. Fermi restando i principi dottrinali stabiliti dal Concilio di Trento [40], la comunione sotto le due specie si può concedere sia ai chierici e religiosi sia ai laici, in casi da determinarsi dalla sede apostolica e secondo il giudizio del vescovo, come per esempio agli ordinati nella messa della loro sacra ordinazione, ai professi nella messa della loro professione religiosa, ai neofiti nella messa che segue il battesimo.
    Unità della messa
    56. Le due parti che costituiscono in certo modo la messa, cioè la liturgia della parola e la liturgia eucaristica, sono congiunte tra di loro così strettamente da formare un solo atto di culto. Perciò il sacro Concilio esorta caldamente i pastori d'anime ad istruire con cura i fedeli nella catechesi, perché partecipino a tutta la messa, specialmente la domenica e le feste di precetto.
    La concelebrazione
    57.
    1. La concelebrazione, che manifesta in modo appropriato l'unità del sacerdozio, è rimasta in uso fino ad oggi nella Chiesa, tanto in Oriente che in Occidente. Perciò al Concilio è sembrato opportuno estenderne la facoltà ai casi seguenti:
    1• a) al giovedì santo, sia nella messa crismale che nella messa vespertina;
    b) alle messe celebrate nei concili, nelle riunioni di vescovi e nei sinodi;
    c) alla messa di benedizione di un abate.
    2• Inoltre, con il permesso dell'ordinario, a cui spetta giudicare sulla opportunità della concelebrazione:
    a) alla messa conventuale e alla messa principale nelle diverse chiese, quando l'utilità dei fedeli non richieda che tutti i sacerdoti presenti celebrino singolarmente;
    b) alle messe nelle riunioni di qualsiasi genere di sacerdoti tanto secolari che religiosi.
    2. 1• Spetta al vescovo regolare la disciplina della concelebrazione nella propria diocesi;
    2• Resti sempre però ad ogni sacerdote la facoltà di celebrare la messa individualmente, purché non celebri nel medesimo tempo e nella medesima chiesa in cui si fa la concelebrazione, e neppure il giovedì santo.
    58. Venga redatto un nuovo rito della concelebrazione da inserirsi nel pontificale e nel messale romano.
    CAPITOLO III
    GLI ALTRI SACRAMENTI E I SACRAMENTALI
    Revisione dei riti sacramentali
    62. Ma nel corso dei secoli si sono introdotti nei riti dei sacramenti e dei sacramentali alcuni elementi, che oggi ne rendono meno chiari la natura e il fine; è perciò necessario compiere in essi alcuni adattamenti alle esigenze del nostro tempo, e per questo il sacro Concilio stabilisce quanto segue per una loro revisione.
    La lingua
    63. Non di rado nell'amministrazione dei sacramenti e dei sacramentali può essere molto utile per il popolo l'uso della lingua nazionale; le sia data quindi una parte maggiore secondo le norme che seguono:
    a) nell'amministrazione dei sacramenti e dei sacramentali si può usare la lingua nazionale a norma dell'art. 36;
    b) sulla base della nuova edizione del rituale romano la competente autorità ecclesiastica territoriale, di cui all'art. 22 - 2 di questa costituzione, prepari al più presto i rituali particolari adattati alle necessità delle singole regioni, anche per quanto riguarda la lingua; questi rituali saranno usati nelle rispettive regioni dopo la revisione da parte della Sede apostolica. Nel comporre i rituali particolari o speciali collezioni di riti non si omettano le istruzioni poste all'inizio dei singoli riti nel rituale romano, sia quelle pastorali e rubricali, sia quelle che hanno una speciale importanza sociale.
    Il catecumenato
    64. Si ristabilisca il catecumenato degli adulti diviso in più gradi, da attuarsi a giudizio dell'ordinario del luogo; in questa maniera il tempo del catecumenato, destinato ad una conveniente formazione, potrà essere santificato con riti sacri da celebrarsi in tempi successivi.
    Revisione del rito battesimale
    65. Nei luoghi di missione sia consentito accogliere, accanto agli elementi propri della tradizione cristiana, anche elementi dell'iniziazione in uso presso ogni popolo, nella misura in cui possono essere adattati al rito cristiano, a norma degli articoli 37-40 di questa costituzione.
    66. Siano riveduti entrambi i riti del battesimo degli adulti, sia quello semplice sia quello più solenne connesso con la restaurazione del catecumenato; e sia inserita nel messale romano una messa propria « Nel conferimento del battesimo ».
    67. Sia riveduto il rito del battesimo dei bambini e sia adattato alla loro condizione reale. Nel rito stesso siano maggiormente messi in rilievo il posto e i doveri che hanno i genitori e i padrini.
    68. Nel rito del battesimo si prevedano certi adattamenti da usarsi a giudizio dell'ordinario del luogo, in caso di gran numero di battezzandi. Si componga pure un « Rito più breve » che possa essere usato, specialmente in terra di missione, dai catechisti e in genere, in pericolo di morte, dai fedeli, quando manchi un sacerdote o un diacono.
    69. In luogo del « Rito per supplire le cerimonie omesse su un bambino già battezzato », se ne componga uno nuovo, nel quale si esprima, in maniera più chiara e più consona, che il bambino, battezzato con il rito breve, è già stato accolto nella Chiesa. Si componga pure un rito per coloro che, già validamente battezzati, si convertono alla Chiesa cattolica. In esso si esprima la loro ammissione nella comunione della Chiesa.
    70. Fuori del tempo pasquale l'acqua battesimale può essere benedetta nel corso dello stesso rito del battesimo con una apposita formula più breve.
    Revisione del rito della cresima
    71. Sia riveduto il rito della confermazione, anche perché apparisca più chiaramente l'intima connessione di questo sacramento con tutta l'iniziazione cristiana; perciò è molto conveniente che la recezione di questo sacramento sia preceduta dalla rinnovazione delle promesse battesimali. Quando si ritenga opportuno, la confermazione può essere conferita anche durante la messa; per quanto riguarda invece il rito da usarsi fuori della messa, si prepari una formula che serva da introduzione.
    Revisione del rito della penitenza
    72. Si rivedano il rito e le formule della penitenza in modo che esprimano più chiaramente la natura e l'effetto del sacramento.
    L'unzione degli infermi
    73. L'«estrema unzione», che può essere chiamata anche, e meglio, « unzione degli infermi », non è il sacramento di coloro soltanto che sono in fin di vita. Perciò il tempo opportuno per riceverlo ha certamente già inizio quando il fedele, per indebolimento fisico o per vecchiaia, incomincia ad essere in pericolo di morte.
    74. Oltre i riti distinti dell'unzione degli infermi e del viatico, si componga anche un « rito continuato », nel quale l'unzione sia conferita al malato dopo la confessione e prima del viatico.
    75. Il numero delle unzioni sia riveduto tenendo conto delle diverse situazioni, e le orazioni che accompagnano il rito dell'unzione degli infermi siano adattate in modo da rispondere alle diverse condizioni dei malati che ricevono il sacramento.
    Revisione del rito del sacramento dell'ordine
    76. Il rito delle ordinazioni sia riveduto quanto alle cerimonie e quanto ai testi.
    Le allocuzioni del vescovo, all'inizio di ogni ordinazione o consacrazione, possono essere fatte in lingua nazionale. Nella consacrazione episcopale tutti i vescovi presenti possono imporre le mani.
    Revisione del rito del matrimonio
    77. Il rito della celebrazione del matrimonio, che si trova nel rituale romano, sia riveduto e arricchito, in modo che più chiaramente venga significata la grazia del sacramento e vengano inculcati i doveri dei coniugi. « Se nella celebrazione del sacramento del matrimonio qualche regione usa altre consuetudini e cerimonie degne di essere approvate, il sacro Concilio desidera vivamente che queste vengano senz'altro conservate » [41]. Inoltre alla competente autorità ecclesiastica territoriale, di cui all'art. 22 - 2 di questa costituzione, viene lasciata facoltà di preparare, a norma dell'articolo 63, un rito proprio che risponda agli usi dei luoghi e dei popoli, fermo però restando l'obbligo che il sacerdote che assiste chieda e riceva il consenso dei contraenti.
    78. In via ordinaria il matrimonio si celebri nel corso della messa, dopo la lettura del Vangelo e l'omelia e prima dell' « orazione dei fedeli ». La benedizione della sposa, opportunamente ritoccata così da inculcare ad entrambi gli sposi lo stesso dovere della fedeltà vicendevole, può essere detta nella lingua nazionale. Se poi il sacramento del matrimonio viene celebrato senza la messa, si leggano all'inizio del rito l'epistola e il Vangelo della messa per gli sposi e si dia sempre la benedizione agli sposi.
    Revisione dei sacramentali
    79. Si faccia una revisione dei sacramentali, tenendo presente il principio fondamentale di una cosciente, attiva e facile partecipazione da parte dei fedeli e avendo riguardo delle necessità dei nostri tempi. Nella revisione dei rituali, da farsi a norma dell'art. 63, si possono aggiungere, se necessario, anche nuovi sacramentali. Le benedizioni riservate siano pochissime e solo a favore dei vescovi o degli ordinari. Si provveda che alcuni sacramentali, almeno in particolari circostanze, e a giudizio dell'ordinario, possano essere amministrati da laici dotati delle qualità convenienti.
    La professione religiosa
    80. Si sottoponga a revisione il rito della consacrazione delle vergini, che si trova nel pontificale romano. Si componga inoltre un rito per la professione religiosa e la rinnovazione dei voti, che contribuisca ad una maggiore unità, sobrietà e dignità; esso, salvo diritti particolari, dovrà essere adottato da coloro che fanno la professione o la rinnovazione dei voti durante la messa. È cosa lodevole che la professione religiosa si faccia durante la messa.
    Revisione dei riti funebri
    81. Il rito delle esequie esprima più apertamente l'indole pasquale della morte cristiana e risponda meglio, anche quanto al colore liturgico, alle condizioni e alle tradizioni delle singole regioni.
    82. Si riveda il rito della sepoltura dei bambini e sia arricchito di una messa propria.

    Caterì, magari mi sbaglio e per carità, aiutami se è così. Solo mi sembra strano tutto questo dietrologismo all'interno della chiesa. Tutti stolti solo tu attenta? Ciao.

    RispondiElimina
  20. jeff m. ha detto...


    So solo che la Chiesa ha accettato ufficialmente il Cammino e che voi non vi arrendete nemmeno di fronte all'evidenza di un fatto tanto chiaro, il che mi spinge a dirvi: FATEVENE UNA RAGIONE


    ******************

    quando ci fu l'eresia ariana TUTTA LA CHIESA VI ADERI'...rimasero fedeli solo una ventina di vescovi....(i cardinali all'epoca non c'erano) se i cristiani rimasti avessero ascoltato le sue parole oggi saremo tutti ariani, ma grazie a Dio il Signore ci ha dato uno spirito ECCLESIALE che sa respingere le risposte inutili e sa concentrarsi sulla sana dottrina....

    Idem quando ci fu la Riforma Protestanta che ebbe origine dall'immigrazione di preti e vescovi nella fede luterana....così come per la chiesa anglicana....se la gente e la Chiesa si fosse arresa come stai suggerendo oggi saremo tutti protestanti....ma grazie a Dio non è così come insegni tu che dobbiamo reagire...

    ^___^

    RispondiElimina
  21. padrino ha detto...
    Se posso intervenire, non capisco l'intervento di caterina (NESSUN DOCUMENTO DEL CONCILIO PARLA DI NUOVA MESSA O DI MODIFICA DELLA MESSA e corollari vari). A me sembra che esista "La Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium" del 1963 in cui chiaramente, dico chiaramente stabilisce i cambiamenti da apportare alla liturgia. Vorrei inserirne alcuni:
    PAOLO VESCOVO
    SERVO DEI SERVI DI DIO
    UNITAMENTE AI PADRI DEL SACRO CONCILIO
    A PERPETUA MEMORIA

    ******************

    è la quarta volta che si porta a testimonianza delle modifiche del CN la Sacramentum Concilium.....e Benedetto XVI nel MP Summorum Pontificum e nella Sacramentum Caritatis e nonchè Giovanni Paolo II nell'enciclica Ecclesia Eucharestia HANNO SPIEGATO IL SENSO DI CERTE MODIFICHE....io ho già fatto le citazioni, ma voi misà che non avete letto....

    ^___^

    é proprio Benedetto XVI che parla di UNA PESSIMA INTERPRETAZIONE DELLA SACROSANTUM CONCILIUM sostenendo che a causa di queste interpretazioni ESTRANEE ALLA TRADIZIONE DELLA CHIESA si sono fatti molti abusi.....inoltre che senso avrebbe la lettera di Arinze di due anni fa se tali aggiunte non fossero state extra alla Concilium??

    rileggere please....
    Benedetto XVI ha già spiegato!
    ^__^

    RispondiElimina
  22. padrino ha detto...


    Caterì, magari mi sbaglio e per carità, aiutami se è così. Solo mi sembra strano tutto questo dietrologismo all'interno della chiesa. Tutti stolti solo tu attenta? Ciao.

    ******************

    aggiungo quanto segue:
    1) il testo della Sacrosantum Concilium non sta dicendo di tagliare con la Tradizione....
    2)nel testo non si parla di comunione seduti dove il sacerdote viene a servire come al ristornate...
    3) nel testo non si dice che la messa è solo l'ultima cena senz aun CALVARIO....
    4) nel testo non si legge di SOSTITUIRE ALLA CROCE un candelabro a 9 braccia....

    Non sono io attente...ma lo è stato Ratzinger anni fa....^___^

    Card. Joseph Ratzginer


    Tratto dal libro
    Rapporto sulla Fede, Vittorio Messori a colloquio con il cardinale Joseph Ratzinger
    Cinisello Balsamo: San Paolo, 1998, 3a edizione

    CAPITOLO NONO

    LITURGIA TRA ANTICO E NUOVO


    Ricchezze da salvare

    Cardinal Ratzinger, vogliamo parlare un poco di liturgia, di riforma liturgica? È un problema tra i più dibattuti e spinosi, è uno dei cavalli di battaglia della anacronistica reazione anti-conciliare, dell'integrismo patetico alla Lefebvre, il vescovo in rivolta proprio a causa di certi aggiornamenti liturgici in cui crede di sentire odore di zolfo, di eresia...

    Mi ferma subito per precisare: "Davanti a certi modi concreti di riforma liturgica e, soprattutto, davanti alle posizioni di certi liturgisti, l'arca del disagio è più ampia di quella dell'integrismo anticonciliare. Detto in altre parole: non tutti coloro che esprimono un tale disagio devono per questo essere necessariamente degli integristi".

    Vuol forse dire che il sospetto, magari la protesta per certo liturgismo post-conciliare sarebbero legittimi anche in un cattolico lontano dal tradizionalismo estremo? In un cattolico, cioè, non malato di nostalgia ma disposto ad accettare interamente il Vaticano II?

    "Dietro ai modi diversi di concepire la liturgia - risponde - ci sono, come di consueto, modi diversi di concepire la Chiesa, dunque Dio e i rapporti dell'uomo con Lui. Il discorso liturgico non è marginale: è stato proprio il Concilio a ricordarci che qui siamo nel cuore della fede cristiana".

    "Anche con la semplificazione e la formulazione meglio comprensibile della liturgia, è chiaro che deve essere salvaguardato il mistero dell'azione di Dio nella Chiesa; e, perciò, la fissazione della sostanza liturgica intangibile per i sacerdoti e le comunità, come pure il suo carattere pienamente ecclesiale". "Pertanto - esortava il professor Ratzinger - ci si deve opporre, più decisamente di quanto sia stato fatto finora, all'appiattimento razionalistico, ai discorsi approssimativi, all'infantilismo pastorale che degradano la liturgia cattolica al rango di circolo di villaggio e la vogliono abbassare a un livello fumettistico. Anche le riforme già eseguite, specialmente riguardo al rituale, devono essere riesaminate sotto questi punti di vista
    (...)Allora, nel 1975, molti colleghi teologi si dissero scandalizzati, o almeno sorpresi, dalla mia denuncia. Adesso, anche tra loro, sono numerosi quelli che mi hanno dato ragione, almeno parzialmente". Si sarebbero cioè verificati ulteriori equivoci e fraintendimenti che giustificherebbero ancor più le parole severe di sei anni dopo, nel libro recente che citavamo: "Certa liturgia post-conciliare, fattasi opaca o noiosa per il suo gusto del banale e del mediocre, tale da dare i brividi..
    ".

    (...)

    il cardinale ci aveva detto: "Prima di Trento, la Chiesa ammetteva nel suo seno una diversità di riti e di liturgie. I Padri tridentini imposero a tutta la Chiesa la liturgia della città di Roma, salvaguardando, tra le liturgie occidentali, solo quelle che avessero più di due secoli di vita. È il caso, ad esempio, del rito ambrosiano della diocesi di Milano. Se potesse servire a nutrire la religiosità di qualche credente, a rispettare la pietas di certi settori cattolici, sarei personalmente favorevole al ritorno alla situazione antica, cioè a un certo pluralismo liturgico. Purché, naturalmente, venisse riconfermato il carattere ordinario dei riti riformati e venisse indicato chiaramente l'ambito e il modo di qualche caso straordinario di concessione della liturgia preconciliare".

    Comunque sia, ciò che per Ratzinger va ritrovato in pieno è "il carattere predeterminato, non arbitrario, " imperturbabile -, " impassibile " del culto liturgico". "Ci sono stati anni - ricorda - in cui i fedeli, preparandosi ad assistere a un rito, alla messa stessa, si chiedevano in che modo, in quel giorno, si sarebbe scatenata la " creatività " del celebrante...". Il che, ricorda, contrastava oltretutto con il monito insolitamente severo, solenne del Concilio: "Che nessun altro, assolutamente che nessuno, anche se sacerdote, osi di sua iniziativa aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica" (Sacrosanctum Concilium n. 22).

    ***********************



    come leggi caro padrino è Ratzinger che ti risponde sulla Sacrosanctum Conciluim:


    Comunque sia, ciò che per Ratzinger va ritrovato in pieno è "il carattere predeterminato, non arbitrario, " imperturbabile -, " impassibile " del culto liturgico". "Ci sono stati anni - ricorda - in cui i fedeli, preparandosi ad assistere a un rito, alla messa stessa, si chiedevano in che modo, in quel giorno, si sarebbe scatenata la " creatività " del celebrante...". Il che, ricorda, contrastava oltretutto con il monito insolitamente severo, solenne del Concilio: "Che nessun altro, assolutamente che nessuno, anche se sacerdote, osi di sua iniziativa aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica" (Sacrosanctum Concilium n. 22).

    Non mi pare questo un sostegno alla CREATIVITA' DEL CN

    ^___^

    al punto 3 si legge:
    3. Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica.

    esso spetta certamente esclusivamente alla GERARCHIA....ma le innovazioni inventate da un LAICO di nome Kiko erano già attive prima di ogni riscontro gerarchico....inoltre tale gerarchia per mutare qualcosa in tema liturgico può farlo solo attraverso UN SINODO oppure attraverso la Congregazione per i Riti....

    come vede caro padrino lei non solo ha scoperto l'acqua calda, ma ha dimostrato di non averla neppure usata!
    ^___^

    RispondiElimina
  23. Ho come l'impressione che padrino sia venuto a proteggere una catechista del CN e far sviare il confronto che stava avvenendo a causa della mia richiesta dei testi di catechismo....sarà una coincidenza ma è la terza volta che mi succede in un blog ^___^

    anche perchè i testi postati da padrino erano già stati postati qui, perchè dunque ripostarli se se ne stava già parlando?

    ^___^

    RispondiElimina
  24. Il post sulla personalità giuridica è stato sposto in altra pagina dove si sta parlando di questo

    RispondiElimina
  25. va bè caterì, a me poco interessa pensa quello che vuoi.
    Se mi rispondi forse è meglio ma non ne faccio una questione di vita o di morte.
    Se ci vogliamo confrontare facciamolo altrimenti...
    Per quanto riguarda il catechista, io non sono nel cammino, per me possono chiudere tutto oggi, anzi ieri!!!
    Ma, finquando non lo fanno e la chiesa dice il contrario per me stanno nella chiesa punto e basta.
    Se tu riesci a dire il contrario perchè ti fa comodo pensarlo fallo pure. Ma a questo punto stai più fuori tu di loro. E non togliere fuori la storia degli ariani.
    Non sai dire altro...
    Rispondi và, come coniughi i tuoi teoremi con la erezione del cammino ad itinerario di fede perfettamente integrato nel magistero tanto da possedere la pers. giur. di diritto pubblico?
    Forse però non sai cosa vuol dire persona. giur. di diritto pubblico ne conosci il can.301...

    RispondiElimina
  26. E ancora dal libro sopra citato

    Card. Joseph Ratzginer


    Tratto dal libro
    Rapporto sulla Fede, Vittorio Messori a colloquio con il cardinale Joseph Ratzinger
    Cinisello Balsamo: San Paolo, 1998, 3a edizione




    CAPITOLO NONO

    LITURGIA TRA ANTICO E NUOVO


    Eucaristia: nel cuore della fede

    Aggiunge poi: "La liturgia, per alcuni sembra ridursi alla sola eucaristia, vista quasi sotto l'unico aspetto del "banchetto fraterno". Ma la messa non è solamente un pasto tra amici, riuniti per commemorare l'ultima cena del Signore mediante la condivisione del pane. La messa è il sacrificio comune della Chiesa, nel quale il Signore prega con noi e per noi e a noi si partecipa. È la rinnovazione sacramentale del sacrificio di Cristo: dunque, la sua efficacia salvifica si estende a tutti gli uomini, presenti e assenti, vivi e morti. Dobbiamo riprendere coscienza che l'eucaristia non è priva di valore se non si riceve la Comunione: in questa consapevolezza, problemi drammaticamente urgenti come l'ammissione al sacramento dei divorziati risposati possono perdere molto del loro peso opprimente".

    Vorrei capire meglio, dico.

    "Se l'eucaristia - spiega - è vissuta solo come il banchetto di una comunità di amici, chi è escluso dalla ricezione dei Sacri Doni è davvero tagliato fuori dalla fraternità. Ma se si torna alla visione completa della messa (pasto fraterno e insieme sacrificio del Signore, che ha forza ed efficacia in sé, per chi vi si unisce nella fede), allora anche chi non mangia quel pane partecipa egualmente, nella sua misura, dei doni offerti a tutti gli altri".

    All'eucaristia e al problema del suo "ministro" (che può essere solo chi sia stato ordinato in quel "sacerdozio ministeriale o gerarchico" il quale, riconferma il Concilio, "differisce essenzialmente e non solo di grado" dal "sacerdozio comune dei fedeli", Lumen Gentium, n. 10) il card. Ratzinger ha dedicato uno dei primi documenti ufficiali a sua firma della Congregazione per la fede. Nel "tentativo di staccare l'eucaristia dal legame necessario con il sacerdozio gerarchico", vede un altro aspetto di certa " banalizzazione " del mistero del Sacramento.

    È lo stesso pericolo che individua nella caduta dell'adorazione davanti al tabernacolo: "Si è dimenticato - dice - che l'adorazione è un approfondimento della comunione. Non si tratta di una devozione "individualistica" ma della prosecuzione o della preparazione, del momento comunitario. Bisogna poi continuare in quella pratica, così cara al popolo (a Monaco di Baviera, quando la guidavo, vi partecipavano decine di migliaia di persone) della processione del Corpus Domini.
    Anche su questa gli " archeologi " della liturgia hanno da ridire, ricordando che quella processione non c'era nella Chiesa romana dei primi secoli. Ma ripeto qui quanto già dissi: al sensus fidei del popolo cattolico deve essere riconosciuta la possibilità di approfondire, di portare alla luce, secolo dopo secolo, tutte le conseguenze del patrimonio che gli è affidato".

    "Non c'è solo la messa"

    Aggiunge: "L'eucaristia è il nucleo centrale della nostra vita cultuale, ma perché possa esserne il centro abbisogna di un insieme completo in cui vivere. Tutte le inchieste sugli effetti della riforma liturgica mostrano che certa insistenza pastorale solo sulla messa finisce per svalutarla, perché è come situata nel vuoto, non preparata e non seguita com'è da altri atti liturgici. L'eucaristia presuppone gli altri sacramenti e ad essi rinvia. Ma l'eucaristia presuppone anche la preghiera in famiglia e la preghiera comunitaria extra-liturgica".

    A cosa pensa in particolare?

    "Penso a due delle più ricche e feconde preghiere della cristianità, che portano sempre e di nuovo nella grande corrente eucaristica: la Via Crucis e il Rosario. Dipende anche dal fatto che abbiamo disimparato queste preghiere se noi oggi ci troviamo esposti in modo così insidioso alle lusinghe di pratiche religiose asiatiche". Infatti, osserva, "se recitato come tradizione vuole, il Rosario porta a cullarci nel ritmo della tranquillità che ci rende docili e sereni e che dà un nome alla pace: Gesù, il frutto benedetto di Maria; Maria, che ha nascosto nella pace raccolta del suo cuore la Parola vivente e poté così diventare madre della Parola incarnata. Maria è dunque l'ideale dell'autentica vita liturgica. È la Madre della Chiesa anche perché ci addita il compito e la meta più alta del nostro culto: la gloria di Dio, da cui viene la salvezza degli uomini".



    *************


    Non risulta le seguenti modifiche:

    1) altari quadrati al posto di quelli esistenti:
    2) distruzione del presbiterio;
    3) comunione SEDUTI o in piedi sul posto...
    4)obbligo psicologico della comunione sotto le due specie....

    ecc...ecc...ecc....

    RispondiElimina
  27. padrino ha detto...
    va bè caterì, a me poco interessa pensa quello che vuoi.
    Se mi rispondi forse è meglio ma non ne faccio una questione di vita o di morte.


    ****************

    L'ho fatto...perchè non leggi? ti ho risposto con le parole di Ratzinger che cita anche la Sacrosanctum Concilium....^___^


    ergo copio e incollo:

    come leggi caro padrino è Ratzinger che ti risponde sulla Sacrosanctum Conciluim:


    Comunque sia, ciò che per Ratzinger va ritrovato in pieno è "il carattere predeterminato, non arbitrario, " imperturbabile -, " impassibile " del culto liturgico". "Ci sono stati anni - ricorda - in cui i fedeli, preparandosi ad assistere a un rito, alla messa stessa, si chiedevano in che modo, in quel giorno, si sarebbe scatenata la " creatività " del celebrante...". Il che, ricorda, contrastava oltretutto con il monito insolitamente severo, solenne del Concilio: "Che nessun altro, assolutamente che nessuno, anche se sacerdote, osi di sua iniziativa aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica" (Sacrosanctum Concilium n. 22).

    Non mi pare questo un sostegno alla CREATIVITA' DEL CN

    ^___^

    al punto 3 si legge:
    3. Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica.


    (ed ho aggiunto altro dal libro citato ove si spiega in cosa consistono le modifiche....^___^)

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  28. non risulta neanche che abbia detto quello non va bene come i neocatecumenali fanno la comunione, o ancora... non entrate in cammino è una setta eretica...o ancora nel cammino vi plagiano le altre cose aggiungile tu.... quindi?
    ...tu che rispondi sempre non mi hai ancora risposto sul famoso canone 301...

    RispondiElimina
  29. Si caterì non mi hai risposto...
    e ancora non lo fai.
    E' inutile che tiri fuori queste argomentazioni. Ti ho posto una precisa domanda. Come può quel cammino agire in nome della chiesa (grazie all'approvazione degli statuti ex canone 301) e non stare in comunione con la chiesa per la liturgia e le varie altre cose per cui sono accusati.
    Questo è il punto. Ma lo dico perchè voglio capire, se sei in buona fede o la fai per sport contro la chiesa.
    Perchè davvero non capisco...
    Tu dici che quelle affermazioni del papa sono per il cammino, ma non lo dice il papa ne la chiesa...che invece approvano il cammino ex canone 301...

    RispondiElimina
  30. Che c'entra la "persona giuridica di diritto pubblico", della quele è aperta la discussione su un'altra pagina con la Santa e Divina Liturgia?

    RispondiElimina
  31. Si caterì non mi hai risposto...
    e ancora non lo fai.
    E' inutile che tiri fuori queste argomentazioni. Ti ho posto una precisa domanda. Come può quel cammino agire in nome della chiesa (grazie all'approvazione degli statuti ex canone 301) e non stare in comunione con la chiesa per la liturgia e le varie altre cose per cui sono accusati.
    Questo è il punto. Ma lo dico perchè voglio capire, se sei in buona fede o la fai per sport contro la chiesa.
    Perchè davvero non capisco...
    Tu dici che quelle affermazioni del papa sono per il cammino, ma non lo dice il papa ne la chiesa...che invece approvano il cammino ex canone 301...

    RispondiElimina
  32. Alessandra Alessandra
    dici di odiare Berlusconi
    forse perche' siete simili?
    Menti in modo patologico
    e martelli instancabilmente in modo propagandistico sulle tue menzogne allo stesso modo.
    Pensaci...

    RispondiElimina
  33. Quelle affermazioni del Papa non sono SOLO per il Cammino ma per TUTTI i cattolici.
    Caterina non fa che mettere in evidenza come il cammino se ne discosti
    Se non sono per il cammino e sono solo per gli altri, come può il cammino ritenersi cattolico (301 e codice intero dichiarandolo) se comunque porta avanti una liturgia diversa e per conto suo?
    Quando la Liturgia è l'espressione della fede che si professa?

    RispondiElimina
  34. E, comunque chi non ha risposto a Caterina, per effetto della tua INTRUSIONE, forse arrivata ad arte, è Alessandra, alla quale si chiedeva l'esibizione dei testi in base ai quali catechizza...

    RispondiElimina
  35. Non è il cammino che dice di essere cattolico.
    E' la chiesa che dice che il cammino è cattolico.
    ...Certo che sono per tutta la chiesa ma la chiesa non dice che il cammino se ne discosta... questo lo dice marina.
    Fa bene a dirlo se lo pensa ma lo pensa marina non la chiesa.

    RispondiElimina
  36. Va be, se vuoi vado via.
    Tanto risposte non ne ho avuto... stupido io che le cerco da voi...
    Niente è fatto ad arte.
    Ripeto a me non interessa del cammino, ma mi piace essere coerente. Credo nella chiesa, la chiesa dice che alcune cose vanno bene per la mia vita altre no.
    io mi fido, anche se si parla di cammino che sinceramente poco sopporto.
    Il fatto che a me non vada bene non significa che non stia nella chiesa...tutto qui.
    Vorrei solo un po di coerenza altrimenti invece di fare un servizio si fa male a quello che tutti dico TUTTI i cattolici credono.
    Grazie lo stesso.
    Vado a vedere l'Italia.
    Forza azzurri.
    Ciao marina

    RispondiElimina
  37. Qui non scrive nessuna Marina e non confondere Caterina con altri.

    RispondiElimina
  38. E' vero volevo dire ciao caterina...

    RispondiElimina
  39. ciao a tutti ragazzi
    dopo un'assenza molto lunga (dettata da vari impegni con l'università...infatti dovrei laurearmi a luglio...a Dio piacendo...),torno per fare alcune considerazioni.spero siano gradite.
    innanzitutto mi fa molto piacere leggere caterina63, con la quale una volta su un altro sito (cattoliciromani)avevo interagito.lei probabilmente non se lo ricorderà, ma io mi ricordo che all'epoca non era così anti-nc(in tutta amicizia caterina).mi ricordo che c'era napoleone che poi ha dato vita ad un altro sito crismon,che ce l'aveva a morte con i nc...e infatti dopo l'approvazione ha messo a lutto il suo sito.
    comunque questo solo per la cronaca.
    sono sempre stato dubbioso riguardo al modo di prendere la comunione in comunità soprattutto dopo la lettera di Arinze e più volte qua ho espresso la mia opinione di disobbedienza che il cammino aveva nei confronti del Papa.ora, sono stati approvati gli statuti in maniera definitiva.dire che il Papa non ha approvato mi sembrerebbe dire una cosa un po azzardata.non ho controllato se ci fosse o meno la sua firma,nè se questa particolarità sia successa solo al cammino e per altri movimenti no.dal momento che non lo so,voglio fidarmi di quello che dice caterina.ok ammettiamo che è la prima volta che il Papa non mette in calce la sua firma sull'approvazione degli statuti.mi chiedo allora:che significa tutto questo?che comporta?possibile che il cardinale Rylko abbia agito senza approvazione del Papa o meglio a sua insaputa?non credo...credo che il Papa sia a conoscenza di tutto quello che viene approvato dalla congregazioni e dai vari dicasteri.e quindi credo che sappia bene dell'approvazione del cammino.
    inoltre neanche si può dire che non si fidi di Rylko,altrimenti non si spiegherebbe una sua recente "promozione".
    come sempre sono pronto al dibattito anche se la prossima settimana non ci sarò.vi continuo a leggere almeno per oggi.
    un abbraccio fraterno a tutti
    Fabio

    RispondiElimina
  40. fabio ha detto...
    ciao a tutti ragazzi

    innanzitutto mi fa molto piacere leggere caterina63, con la quale una volta su un altro sito ma io mi ricordo che all'epoca non era così anti-nc(in tutta amicizia caterina).

    .dire che il Papa non ha approvato mi sembrerebbe dire una cosa un po azzardata.non ho controllato se ci fosse o meno la sua firma,nè se questa particolarità sia successa solo al cammino e per altri movimenti no.dal momento che non lo so,voglio fidarmi di quello che dice caterina.ok ammettiamo che è la prima volta che il Papa non mette in calce la sua firma sull'approvazione degli statuti.mi chiedo allora:che significa tutto questo?che comporta?possibile che il cardinale Rylko abbia agito senza approvazione del Papa o meglio a sua insaputa?non credo...credo che il Papa sia a conoscenza di tutto quello che viene approvato dalla congregazioni e dai vari dicasteri.e quindi credo che sappia bene dell'approvazione del cammino.
    inoltre neanche si può dire che non si fidi di Rylko,altrimenti non si spiegherebbe una sua recente "promozione".
    come sempre sono pronto al dibattito anche se la prossima settimana non ci sarò.vi continuo a leggere almeno per oggi.
    un abbraccio fraterno a tutti
    Fabio


    Ciao Fabio^___^

    ripetere giova, sarà stato detto mille volte, ma lo ripeto....

    1) NESSUNO ha messo in discussione l'approvazione, altrimenti portatemi non la frasetta estrapolata, ma ciò che ho detto^__^

    2) nessuno ha dissociato il lavoro delle Congregazioni da una eventuale AFFERMAZIONE DEL PAPA che al momento, piaccia o non piaccia NON c'è....

    3) nessuno ha accusato di nulla tali Congregazioni altrimenti, ripeto, si portino i messaggi incriminati ^___^

    che cosa è stato detto?

    1) che il testo di approvazione del CN NON reca la dicitura che "IL SANTO PADRE HA APPROVATO!" l'unico riferimento al Papa risale ad una sua frase citata del 2006....è una constatazione non una accusa....^___^

    2) che nella approvazione dello Statuto il Catechismo del CN è rimasto FUORI dal riconoscimento....al momento questo è un dato di fatto non una accusa....

    3) è stato detto da una catechista del CN che loro usano il Messale Romano di Paolo VI ALLA LETTERA....bene, le ho chiesto allora dove sta scritto nel Messale di Paolo VI di spostare gli altari, dei eliminare il presbiterio e di apparecchiare l'altare con il candelabro a 9 braccia senza il crocefisso....non sono accuse, sono DOMANDE...^___^

    4) è stata portata come prova il testo conciliare della Sacrosanctum Concilium per giustificare la liturgia kikiana....a mia volta ho risposto con un testo dell'allora Ratzinger, Rapporto sulla fede di Messori dove ho riportato dal libro:


    Comunque sia, ciò che per Ratzinger va ritrovato in pieno è "il carattere predeterminato, non arbitrario, " imperturbabile -, " impassibile " del culto liturgico". "Ci sono stati anni - ricorda - in cui i fedeli, preparandosi ad assistere a un rito, alla messa stessa, si chiedevano in che modo, in quel giorno, si sarebbe scatenata la " creatività " del celebrante...". Il che, ricorda, contrastava oltretutto con il monito insolitamente severo, solenne del Concilio: "Che nessun altro, assolutamente che nessuno, anche se sacerdote, osi di sua iniziativa aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica" (Sacrosanctum Concilium n. 22).

    Non mi pare questo un sostegno alla CREATIVITA' DEL CN

    ^___^

    al punto 3 si legge:
    3. Di conseguenza assolutamente nessun altro, anche se sacerdote, osi, di sua iniziativa, aggiungere, togliere o mutare alcunché in materia liturgica.

    ***********

    non sono accuse....sono constatazioni e sono domande legittime....tutto qui, speriamo sia chiaro per altri che leggono ^___^

    ed ora FORZA ITALIA!

    RispondiElimina
  41. Caterina63 ha detto...

    "1) che il testo di approvazione del CN NON reca la dicitura che "IL SANTO PADRE HA APPROVATO!" l'unico riferimento al Papa risale ad una sua frase citata del 2006....è una constatazione non una accusa....^___^"

    A che gioco giochiamo caterì? Ma ci hai presi tutti per scemi?
    Che senso ha fare la puntigliosa su una cosa del genere se non si vuole sottintendere una presunta mancanza di autorizzazione papale? Altrimenti non avrebbe alcun senso farla notare...

    Comunque, visto che insisti, te la pongo in un'altra maniera...dimmi chiaro e tondo: pensi che il Papa sia d'accordo con l'approvazione degli statuti? Sì o no? Risposta secca, please...



    Ora, se la risposta è sì (come suppongo, dal momento che vai ripetendo a tutti che "non hai detto che Rylko ha agito contro la volontà di Benedetto"), vado avanti con un'altra domanda: perchè ritieni che la liturgia NC "non vada bene" se negli statuti (approvati sotto autorizzazione del Papa) c'è scritto chiaro e tondo che si può svolgere nella solita maniera? (a parte alzarsi per ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo)

    Sono curioso di leggere la tua risposta, per capire sinceramente il tuo punto di vista.


    Per il presunto "catechismo di kiko" non mi esprimo, aspetto che lo facciano le congregazioni competenti...al solito, aspettare premia...è successo per gli Statuti, succederà di nuovo per i Direttori Catechetici...

    Quanto alla "segretezza"...ma non conoscete davvero la differenza tra documenti segreti e documenti privati?? Che deve essere sempre tutto pubblico?? Ma dove vivete??

    RispondiElimina
  42. fabio ha detto...

    "innanzitutto mi fa molto piacere leggere caterina63, con la quale una volta su un altro sito (cattoliciromani)avevo interagito.lei probabilmente non se lo ricorderà, ma io mi ricordo che all'epoca non era così anti-nc(in tutta amicizia caterina).mi ricordo che c'era napoleone che poi ha dato vita ad un altro sito crismon,che ce l'aveva a morte con i nc...e infatti dopo l'approvazione ha messo a lutto il suo sito."


    Credo che, quando il forum cattoliciromani ebbe la famosa scissione, caterina seguì napoleone nel suo crismon...ora che il giochetto crismon si è rotto, il nuovo passatempo sono diventati i blog! :)

    (p.s. naturalmente la diretta interessata può smentire, qualora mi sbagliassi)

    RispondiElimina
  43. @ jeff
    Che deve essere sempre tutto pubblico?? Ma dove vivete??
    --------------------

    Per quanto tempo ancora
    pensate, al seguito di Kiko & co. di prendere in giro
    i fedeli che vogliono la
    Verità e solo la Verità
    che è Cristo
    (e non le parole intrise di
    menzogna che seminano i vostri catechisti)?

    Il motivo della segretezza
    ostinatamente mantenuta per decenni
    è uno solo, questo:

    “Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3, 20-21).

    RispondiElimina
  44. ma dai...sono segreti a te mica alla chiesa intesa come dicasteri e vescovi..e siccome non sono segrete ne eretiche c'è stata l'approvazione dello statuto ex art. 301. Su, non vi obbliga nessuno a fare quel cammino statene fuori...ma se la chiesa dice che va bene per i fedeli perchè proibirlo a quei fedeli che vorrebbero farlo? Anzi, mi sa che con tutto questo parlare mi sono proprio incuriosito.
    Vorrei vederli da vicino.

    RispondiElimina
  45. Benedetto XVI all'omelia pronunciata via telematica ai Congressisti in Canada per il Congresso Eucaristico:

    “L'Eucaristia non è un pranzo tra amici”, ha avvertito. “Siamo chiamati a entrare in questo mistero di alleanza, conformando ogni giorno di più la nostra vita con il dono ricevuto nell'Eucaristia”.

    http://paparatzinger-blograffaella.b...one-nella.html

    ^__^

    Grazie Santità!!!!

    RispondiElimina
  46. jeff m. ha detto...
    ma non conoscete davvero la differenza tra documenti segreti e documenti privati?? Che deve essere sempre tutto pubblico?? Ma dove vivete??

    ******************

    Udienza Mercoledì 28.3.2007 Benedetto XVI, parlando di sant'Ireneo:

    La Tradizione apostolica è "pubblica", non privata o segreta.
    Stando al suo insegnamento, la fede della Chiesa va trasmessa in modo che appaia quale deve essere, cioè "pubblica", "unica", "pneumatica", "spirituale".


    ^__^

    RispondiElimina
  47. Grazie santità veramente.
    Infatti, la chiesa ha approvato gli statuti dei N.C.,dove si dice che la messa catecumenale sarà “parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia" e non ha detto che i N.C. fanno pranzi tra amici. Questo lo dice caterina,(Ciao Caterina)o mi sbaglio?

    RispondiElimina
  48. sono segreti a te caterì mica alla chiesa intesa come dicasteri e vescovi..e siccome non sono segrete ne eretiche c'è stata l'approvazione dello statuto ex art. 301

    RispondiElimina
  49. Caterina, continui a fare la gnorri o non sai cosa rispondere? ^__^





    Comunque, visto che insisti, te la pongo in un'altra maniera...dimmi chiaro e tondo: pensi che il Papa sia d'accordo con l'approvazione degli statuti? Sì o no? Risposta secca, please...



    Ora, se la risposta è sì (come suppongo, dal momento che vai ripetendo a tutti che "non hai detto che Rylko ha agito contro la volontà di Benedetto"), vado avanti con un'altra domanda: perchè ritieni che la liturgia NC "non vada bene" se negli statuti (approvati sotto autorizzazione del Papa) c'è scritto chiaro e tondo che si può svolgere nella solita maniera? (a parte alzarsi per ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo)


    ^__^

    ^__^


    ^__^

    RispondiElimina
  50. e inoltre che la messa catecumenale sarà “parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia".
    Ma caterì come fa ad essere eretica?
    Va bè che ti fanno girare le p... sti catecumeni ma così e non vedere la realtà...

    RispondiElimina
  51. fai prima a dire che non credi nella chiesa ne nel concilio v.II ne in questo papa ne in tutto ciò che ne consegue e allora ha senso la crociata anticammino.
    Ma non sarai lefevriana?Caterì!
    Perchè allora capisco tutto...

    RispondiElimina
  52. jeff m. ha detto...
    Caterina, continui a fare la gnorri o non sai cosa rispondere? ^__^


    ****************

    ho risposto in 4 interventi....
    ^__^




    a padrino ammento di andarsi a rileggere i miei commenti al testo dove rispondo che di fatti si ATTENDE DAI VESCOVI le future disposizioni di come ciò avverrà e potrà conciliarsi con la prassi della Parrocchia la quale è una ISTITUZIONE avente in sè già delle disposizioni diocesane circa la Messa....
    Al momento nessuna parrocchia, da che mi risulta, ha ricevuto nulla...attendiamo CON FIDUCIA....^___^

    Se poi dalle mie risposte si vuole estrapolare solo ciò che può far comodo alle polemiche e seminare zizzania, allora è un problema che non mi riguarda...
    ^___^

    RispondiElimina
  53. suggerisco agli amici del CN di leggersi questo APPELLO di mons. Gemmma, vescovo, pubblicato su Petrus due giorni fa....^___^

    L'appello è rivolto a NOI e AL CAMMINO NEOCATECUMENALE.... nel mentre li cita circa il tipo di liturgia che fanno....
    ^___^


    Panis Angelicus

    di Sua Eccellenza Reverendissima

    Monsignor Andrea Gemma*

    CITTA’ DEL VATICANO - Ha suscitato vivo interesse il fatto che il Santo Padre Benedetto XVI, nelle ultime pubbliche celebrazioni, abbia voluto dare un ulteriore segno della sua preoccupazione a che la celebrazione Eucaristica e il culto che ne deriva abbiano quella centralità e quel decoro che l’augustissimo Sacramento esige.

    Egli, infatti, ha disposto che quanti hanno il privilegio di ricevere dalle sue mani il Corpo del Signore lo facciano devotamente in ginocchio. Non c’è bisogno di ricordare che tutte le Chiese cattoliche, fino al Concilio Vaticano II, avevano la cosiddetta “balaustra”, spesso preziosa opera d’arte.

    A questa i fedeli che accedevano alla Santa Comunione si inginocchiavano per ottenere dal Sacerdote la Sacra particola. Altro segno evidente di grande devozione era il piattello metallico che passava di mano in mano e ciascuno, nell’atto di ricevere la Comunione, collocava sotto il mento al fine di evitare qualsiasi dispersione di frammenti.

    In realtà, il Concilio e la sua riforma liturgica, attuata dal famigerato “Consilium ad exsequendam…”, nulla avevano detto a riguardo, per cui non sono mai mancati sacerdoti che hanno continuato nell’uso invalso. Ora, il fatto che il Papa dia l’esempio di una più esigente forma di partecipazione e di devozione dei fedeli alla Santa Comunione, senza peraltro impartire disposizioni generali, sembra essere un chiaro invito a ritornare alla prassi antica o, perlomeno, a rivedere certi atteggiamenti piuttosto disinvolti che appannano la grandezza della Santa Eucaristia, “fonte e culmine di tutto il bene della Chiesa”.

    È capitato anche - e il sottoscritto ne è stato testimone nella sua Chiesa - che qualche fedele, intimamente spinto dalla sua personale devozione, abbia voluto ricevere l’Eucaristia mettendosi in ginocchio: non gliel’ho mai impedito. Che il Cardinale Joseph Ratzinger, ora Benedetto XVI, abbia fatto della liturgia e della sua celebrazione oggetto di particolari ed approfonditi studi, consegnati in altrettante pubblicazioni, piene di saggezza teologica, spirituale ed ascetica, è noto a tutti.

    È evidente che il Papa voglia essere coerente nei suoi atteggiamenti a ciò che ritiene assolutamente confacente all’altissimo Mistero. Chi non ha visto il suo atteggiamento reverenziale e di profonda devozione nell’ultima Solennità del Corpo e Sangue di Cristo a Roma? Non pensiamo che egli voglia imporre a tutta la Chiesa, con una nuova normativa, qualcosa che mostra di avere molto a cuore.

    È’ certo tuttavia che il suo esempio diventa per i pastori ed i fedeli un monito, una raccomandazione, un motivo di seria riflessione. Abbiamo notato tutti come nella celebrazione dei Divini Misteri presieduti dal Santo Padre sia cambiato qualcosa nel senso che stiamo evidenziando. Non per nulla, in qualche occasione, Benedetto XVI non ha mancato di riferirsi alla dignità della celebrazione.

    È’ avvenuto nella Messa del Giovedì Santo di quest’anno e dell’anno scorso. Egli, inoltre, ha detto che gli sta a cuore che Roma in questo sia esemplare. Starà ad ognuno di noi trarre da tutti questi accenni, scritti, parole e atteggiamenti le dovute conclusioni perché il culto Eucaristico, nella celebrazione e nella susseguente custodia ed adorazione, risplenda per una coerente chiarezza.

    Se non andiamo errati, certe intemperanze celebrative di un rinomato gruppo ecclesiale sono state oggetto di giusta riprensione dai vari Sommi Pontefici e di vescovi, e c’è da sperare che l’approvazione recente del rispettivo statuto, sapientemente corretto, metta finalmente le cose a posto, di modo che i fedeli - tutti, anche quelli appartenenti a gruppi determinati - sentano la necessità di una piena adesione alle norme liturgiche, vivificandole con un senso di profonda devozione.

    Noi siamo convinti che l’aspetto conviviale della “Santa Cena” non potrà mai minimamente oscurare il tremebondo rispetto dovuto all’augustissima Presenza. Grazie a Benedetto XVI, il quale, con la solita semplicità e umiltà, non nasconde la fermezza con cui esige quanto l’insegnamento costante della Chiesa ha sempre inculcato.



    *Vescovo di Santa Romana Chiesa


    *********************

    Se non andiamo errati, certe intemperanze celebrative di un rinomato gruppo ecclesiale sono state oggetto di giusta riprensione dai vari Sommi Pontefici e di vescovi, e c’è da sperare che l’approvazione recente del rispettivo statuto, sapientemente corretto, metta finalmente le cose a posto, di modo che i fedeli - tutti, anche quelli appartenenti a gruppi determinati - sentano la necessità di una piena adesione alle norme liturgiche


    (anche mons. Gemma vescovo ed esorcista della Santa Chiesa sarebbe CONTRO il CN per questi SAGGI CONSIGLI???)

    RispondiElimina
  54. no caterì non può avercela contro il cammino mi sembra di capire che ormai se fosse così sarebbe contro la chiesa. Perchè che ti piacia o no nella chiesa sta.
    ma ti dimentichi sempre un piccolo particolare. Quella Santa Messa che tu definisci pizzata o giù di lì (è una Santa Messa) la chiesa ha voluto porla come “parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia".
    Tutte le altre elocubrazioni o vari accostamenti, sono tuoi.
    Certo che, i N.C. si dovranno adeguare alle correzioni della S.Sede (parlo dell'eucaristia in piedi non seduti). Mi sembra chiaro. Come ti dovrai adeguare tu a considerarli cattolici. Ma mi sa che sei lefevriana...ne sono sempre più convinto...

    RispondiElimina
  55. padrino ha detto...
    no caterì non può avercela contro il cammino mi sembra di capire che ormai se fosse così sarebbe contro la chiesa. Perchè che ti piacia o no nella chiesa sta.


    ***************

    dove ho scritto che mons. Gemma ha scritto CONTRO il CN?
    Rileggi meglio è esattamente il contrario: ANCHE MONS. GEMMA SAREBBE CONTRO LA SANTA SEDE???
    è diverso eh!!!

    Tra te e jeff vi siete messi d'accordo per riportare affermazioni mai fatte?
    ^__^
    rileggi come ho presentoato l'articolo: SCRIVE A NOI E AL CN....ripeto SCRIVE A NOI E AL CN.....LO RIPETO: SCRIVE A NOI E AL CN...
    ^__^

    è fuori discussione che l'ultimo tratto del messaggio è rivolto al Cammino, scrive:


    Se non andiamo errati, certe intemperanze celebrative di un rinomato gruppo ecclesiale sono state oggetto di giusta riprensione dai vari Sommi Pontefici e di vescovi, e c’è da sperare che l’approvazione recente del rispettivo statuto, sapientemente corretto, metta finalmente le cose a posto, di modo che i fedeli - tutti, anche quelli appartenenti a gruppi determinati - sentano la necessità di una piena adesione alle norme liturgiche


    *******

    dice il vescovo:

    un rinomato gruppo ecclesiale sono state oggetto di giusta riprensione dai vari Sommi Pontefici e di vescovi


    GIUSTA RIPRENSIONE....^___^

    ergo a ragione conclude il vescovo:

    che l’approvazione recente del rispettivo statuto, sapientemente corretto, metta finalmente le cose a posto, di modo che i fedeli - tutti, anche quelli appartenenti a gruppi determinati - sentano la necessità di una piena adesione alle norme liturgiche

    *******************

    cosa c'è di sbagliato?

    RispondiElimina
  56. ......rispondendo ad Alessandra le avevo già chiesto di rendermi partecipe dove nel Messale Paolo VI vi sia scritto ciò che insegna il CN sulla Messa, e di come prenderla e l'eliminazione della processione verso la Comunione e L'OBBLIGO del calice....
    attendo ancora una risposta
    ^___^

    Veniamo al cuore della Messa.....

    In questi giorni mi sono andata a leggere IN SITI del CN piccole catechesi (perchè integralmente non vi è nulla) sulla Messa e credo di aver capito dove si annida il problema....

    Citando san Padre Pio che ci consiglia, per vivere con futto la Messa di assumere l'atteggiamento di Maria ai piedi della Croce e di Giovanni nell'Ultima Cena quando appoggia il capo sul petto di Gesù...vedo l'errore della catechesi kikiana che invece di farci fermare su queste due figure EGLI porta quella sua messa ancora più indietro nel tempo, a quella notte della Pasqua ebraica....

    Ora ATTENZIONE.....è verissimo che la Messa Cattolica ha ORIGINE dalla Pasqua ebraica, ma in quell'Ultima Cena Gesù PORTA A COMPIMENTO la Pasqua ebraica che termina appunto CON LUI....

    Gesù dice: non sono venuto ad abolire, ma A PORTARE A COMPIMENTO....al contrario la catechesi kikiana della messa ambiguamente predica una messa PRIVA DI COMPIMENTO legata esclusivamente alla questione ebraica....

    Lo spiego con un esempio pratico....come catechista io insegno NON delle mie opinioni, ma quanto ho ricevuto dalla Chiesa circa l'Istituzione dell'Eucarestia e lo faccio attraverso le semplici parole di san Paolo quando egli stesso lo spiega (lo stesso Benedetto XVI parte da san Paolo nella Sacramentum Caritatis per spiegare che NON si può modificare la Liturgia)..." vi dico quanto HO RICEVUTO" poichè egli NON fu un testimone oculare dell'Ultima Cena ^___^

    Dunque nella catechesi Cattolica sulla Messa si parte dall'Ultima Cena e in altre catechesi ovviamente ci si riallaccia alla questione della Pasqua ebraica il quale agnello usato per quella cena è prefigurazione dell'Agnello Immacolato Cristo Gesù...
    Ma NELLA MESSA DELLA PASQUA EBRAICA NON ABBIAMO PIU' NULLA, TUTTO E' CONFLUITO (PORTATO A COMPIMENTO) NELLA NUOVA ISTITUZIONE....

    Non a caso abbiamo:
    - Istituzione NUOVA DEL SACERDOZIO
    - istituzione NUOVA dell'unico Sacrificio perfetto
    - istituzione NUOVA attraverso la quale il NUOVO POPOLO SI RIUNISCE: LA CHIESA...

    Ergo la Messa Cattolica è un MEMORIALE da non confondere con la memoria che si fa in una messa di suffragio per un morto ricordandone gli avvenimenti ^___^
    Per MEMORIALE si intende come una sorta di MOVIOLA che riportandoci INDIETRO NEL TEMPO, il tempo stesso si ferma a quelle due situazioni: l'Ultima Cena e il Calvario....per questo diciamo SACRIFICIO INCRUENTO...Gesù NON viene ricrocifisso, ma NOI RIVIVIAMO QUEGLI ATTIMI NON DELLA PASQUA EBRAICA, MA DELL'ISTITUZIONE DELL'EUCARESTIA E DELL'IMMOLAZIONE DEL VERO AGNELLO...

    Noi riviamo i momenti della NUOVA ISTITUZIONE NON riviamo invece la Pasqua ebraica poichè essa E' CONFLUITA NELLA PASQUA CRISTIANA...

    Non dimentichiamo infatti che il sacerdozio ebraico è terminato nel 70 d.C. esso non è scomparso ma è confluito nell'UNICO SACERDOZIO investito dal Cristo ecco perchè diciamo: noi non abbiamo tanti sacerdoti, ma uno solo.....il Cristo, i sacerdoti che sono chiamati tali nella Chiesa svolgono NON un sacerdozio elettivo, ma VOCAZIONALE appunto, essi sono L'ALTER CHRISTI E CELEBRANO NELLA PERSONA DEL CRISTO...

    Dunque, come conciliare le due catechesi completamente diverse sulla Messa Cattolica quando si INSEGNA AD ALTRI non le nostre opinioni MA L'INSEGNAMENTO DEI PADRI DELLA CHIESA?
    ^___^

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina

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