domenica 15 ottobre 2017

Inizio Corso 2017-2018: Mistificazione, manipolazione, menzogne in merito all'Iniziazione Cristiana degli Adulti (parte prima)

Le discussioni di questi giorni mi danno altro spunto ed energie per smascherare le colossali, flagranti bugie che don Pezzi - curiosamente non più taciturno come un tempo - rifila all'uditorio neocatecumenale nella sua cosiddetta "catechesi magisteriale". Nel gergo neocat, questa catechesi dovrebbe essere riportata sempre da un presbitero e contenere i riferimenti al magistero ecclesiastico relativi a un certo tema. Nel corso degli anni, da temi tutto sommato importanti (i Novissimi, la famiglia, l'islamismo...) si è passato a una sempre più sfacciata, vergognosa, inascoltabile pletora di peana pro-Cammino, fiumi di parole volti a illustrare esclusivamente il sacro dogma dell'infallibilità del Cammino Neocatecumenale e dei profeti Kiko-Carmen-Mario, la trimurti idolatrica della nuova religione kikiana.

Quest'anno, a dimostrazione del fatto che il peggio non ha limiti, ancora 60 pagine dedicate al Cammino, ai 50 anni di eresie perpetrate impunemente in tutto il mondo, alla santità dei fondatori, alle lodi dei Papi (per tacere ovviamente dei numerosi richiami), e alla perfetta assoluta adesione del Cammino alle "linee guida" dell'OICA (Ordo Initiationis Christianae Adultorum, in italiano RICA, Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti - dove per "adulti" si intende "adulti non battezzati").

Alla fiera della manipolazione, si è addirittura arrivati ad affermare che mentre la Congregazione per il Culto Divino (presieduta in quegli anni dall'imbarazzante Bugnini, noto massone) scriveva l'OICA, il "signore" creava il Cammino Neocat nelle baracche, presentando così il Cammino come vero e unico rinnovamento all'interno della Chiesa e attuazione del Concilio Vaticano II.

Incommentabile
Questa parte particolarmente scandalosa della "catechesi" del Pezzi richiede necessariamente di essere discussa.
Kiko e Pezzi ti accolgono
alla convivenza di inizio corso

Anzitutto non dimentichiamo che Mario il-prete-muto manipola, mente e mistifica - in vario grado e ordine - con abilità subdola e che dietro a tutto ciò che dice c'è nella sua testa l'intenzione di inchiodare nella mente dei fratelli delle comunità(1) l'idea che il Cammino è santo, benedetto e voluto da Dio, dunque chi va contro il Cammino va contro la Chiesa e contro Dio e merita riprovazione, chi invece accoglie il Cammino merita un posto in Paradiso.

Mario "the dumb priest", altrimenti noto come father-Pizza, dedica alla questione dell'OICA circa tre pagine nelle sbobinature, molte di più nella versione estesa allegata alle "bozze non corrette", ma sono sufficienti allo scopo. Mario legge alcuni passi, scelti appositamente per darsi ragione, del testo italiano del RICA, compiendo un'azione veramente riprovevole. Cominciamo l'analisi delle sue affermazioni:
pag. 56: “Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha prescritto la revisione del rito del battesimo degli adulti, stabilendo la restaurazione del catecumenato degli adulti, diviso in più gradi, in modo che il tempo del catecumenato, destinato a una conveniente preparazione, sia santificato con riti sacri da celebrarsi in tempi successivi” (Decreto: Ordo Initiationis).
Mario aggiunge:
«Diviso in più gradi perché con l’entrata delle masse dopo Costantino, il catecumenato era formato da tappe ma iniziano i battesimi dei bambini e nel rito del battesimo sono rimaste solo delle vestigia di queste diverse tappe. La Chiesa invita a recuperarle.»
L'abbiamo già detto ma lo ripetiamo, sperando che i neocatecumenali che ci leggono possano almeno stavolta cominciare a capire prima di arrivare alla Convivenza di riporto: il Battesimo dei bambini è una pratica antica, di tradizione apostolica(2). Non è assolutamente vero che questa prassi comincia con Costantino, e lo testimoniano gli Atti degli Apostoli, riportando la conversione e il battesimo di famiglie intere, inoltre moltissimi scritti di Santi dei primi secoli (compreso San Cirillo, San Giovanni Crisostomo, ecc.) e Padri dimostrano che il battesimo ai bambini e agli infanti era pratica comune e persino raccomandata, mentre lo stesso Crisostomo scoraggiava la dilazione ingiustificata del Battesimo(3). Il documento "Pastoralis actio" sul Battesimo dei bambini emesso dalla CDF documenta più dettagliatamente i riferimenti storici ed ecclesiologici. Il Battesimo agli infanti era amministrato sulla fede della Chiesa, dei padrini e dei genitori, esattamente come accade oggi.
Quindi: BUGIA nr.1 di Mario. Cominciamo bene...(4)
pag. 57: Bisogna verificare se "la prima fede concepita durante il precatecumenato, l’inizio della conversione, la volontà di mutar vita e di entrare in rapporto con Dio attraverso Cristo; si richiede perciò che abbiano cominciato ad avere il senso della penitenza, a invocare Dio e a pregarlo, a fare la prima esperienza della comunità e della spiritualità cristiana. "
Le parole "bisogna verificare se..." ce le ha aggiunte questo bugiardo, sono assenti nel testo originale che al n. 15 da lui citato scrive invece "si richiede...". C'è una differenza abissale fra queste due espressioni: nella prima, di Mario, egli giustifica la pratica degli scrutini, il giudizio dei cosiddetti "catechisti" neocatecumenali, la confessione pubblica di peccati occulti o manifesti, la sistematica violazione del foro interno. Nel RICA invece si richiede, si intende che la Chiesa lo chiede al candidato ed è compito del prete, per testimonianza dei padrini che seguono il "simpatizzante", effettuare questa richiesta, che non prevede confessioni pubbliche né interrogatori. Non per nulla Mario aggiunge, un capoverso più avanti:
Già si prevedono gli scrutini che sono una verifica. Molte volte Kiko ci ha detto: vediamo se è vero che hai ricevuto lo Spirito Santo, se cominci un pochino a fare opere di vita eterna. Oppure più brutalmente dice: tu sei prete? Bene, mostra la tua fede. Non accetti il vescovo, ha l’amante. Non importa che tu sia prete, mostra la tua fede! Questo è tipico del catecumenato. Capite così l’importanza dei secondi scrutini.
Qui credo che Mario abbia implicitamente rivelato qualcosa del proprio passato con Kiko ("Tu sei prete? Non importa che tu sia prete!"). Capiamo benissimo l'importanza, per loro, dei secondi scrutini.

Kiko, non contento, aggiunge a questa scemenza, una delle sue oscene farneticazioni :
Kiko: Non si dovrebbe far entrare nessuno nella Chiesa che non sia stato eletto da Dio. Se non si fa questo, entrano dei lupi che divorano il gregge. Fornicazioni, di tutto, gente attaccata al denaro, giudizi.
Fratelli del Cammino, ci rivolgiamo a voi! Che cosa dobbiamo fare perché vi rendiate conto di che razza di eretico state seguendo? Adesso siamo al punto che è Kiko (mica Dio!) a scegliere chi sarebbe stato "eletto da Dio" e quindi essere abilitato a far parte della Chiesa, scegliere chi appartenga al recinto delle pecore, all'ovile di Cristo! Kiko, ma vattene affanc...!(5)
"Signore fino a quando?"

Attenti candidati, è il Sacro Tripode a decidere gli eletti alla
fase finale! Chi dimostrerà di avere il Kiko-Factor?
Continua il mistificatore Mario:
Giudizio sull’idoneità all’ammissione
16. Spetta ai pastori, con l’aiuto dei "garanti" (cfr. n. 42), dei catechisti e dei diaconi, giudicare i segni esterni di queste disposizioni.
Fermo restando che l'ufficio di ammettere i "simpatizzanti" al catecumenato appartiene ai legittimi pastori (il Vescovo in prima istanza e i parroci su delega), sono i "garanti" ovvero i padrini ad aiutare (attenzione! solo "aiutare") il sacerdote nel giudizio e solo successivamente catechisti e diaconi; giudizio che, per inciso, si traduce in una semplice direzione spirituale, peraltro svolta privatamente (tutte queste cose diventano comprensibili se si riconosce che la Chiesa ha le braccia aperte ma non alla faciloneria).

Neocatecumenali! in coscienza potete dire che questa pratica della Chiesa corrisponde a quanto si fa nel Cammino in tutto e per tutto? Vi invitiamo a leggere voi stessi il testo del RICA e verificare chi è che mente.
pag. 57-58 Il catecumenato - 19. Il catecumenato è un periodo di tempo piuttosto lungo, in cui i candidati ricevono un’istruzione pastorale e sono impegnati in un’opportuna disciplina: in tal modo le disposizioni d’animo, da essi manifestate all'ingresso nel catecumenato, sono portate a maturazione. Con queste disposizioni "i neo-convertiti iniziano un itinerario spirituale in cui, trovandosi già per la fede in contatto con il mistero della morte e della risurrezione, passano dall'uomo vecchio all'uomo nuovo che in Cristo trova la sua perfezione. Questo passaggio, che implica un progressivo cambiamento di mentalità e di costume, deve manifestarsi nelle sue conseguenze".
Qui Mario e Kiko avranno fatto i salti di gioia, leccandosi i baffi: "ehi! c'è scritto un periodo di tempo piuttosto lungo poffarbacco! allora possiamo allungare la pizza quanto vogliamo!" Giovanni Paolo II considerava quattro anni (per tutto il percorso, NdR) un tempo molto lungo, e "ben sette anni" lunghissimo e molto duro! Questi due eretici sono arrivati a prolungare il catecumenato (dal Secondo Scrutinio alla "Elezione") a ben trent'anni!(6)

Mario in questo passo compie un'altra capriola pazzesca, con un'abile taglia-e-cuci, infilando nel par. 19 una frase sull'uomo vecchio e sull'uomo nuovo che fa tanto comodo al dio Kiko: le parole da "Con queste disposizioni..." in poi si trovano più avanti nel testo del RICA e sono parte di un discorso più ampio:
2) Prendendo a poco a poco familiarità con l’esercizio della vita cristiana, aiutati dall'esempio e dall'assistenza dei garanti e dei padrini, anzi dei fedeli di tutta la comunità, (7) i catecumeni si abituano a pregare Dio, a testimoniare la fede, a mantenersi sempre nell'attesa del Cristo, a seguire nelle loro opere l’ispirazione divina, a donarsi nell'amore del prossimo fino al rinnegamento di se stessi. Con queste disposizioni «i neo-convertiti iniziano un itinerario spirituale in cui, trovandosi già per la fede in contatto con il mistero della Morte e della Risurrezione, passano dall'uomo vecchio all'uomo nuovo che in Cristo trova la sua perfezione. Questo passaggio, che implica un progressivo cambiamento di mentalità e di costume, deve manifestarsi nelle sue conseguenze di ordine sociale e svilupparsi progressivamente nel tempo del catecumenato. E poiché il Signore, in cui si ha fede, è segno di contraddizione, non di rado chi si è convertito va incontro a crisi e a distacchi, ma anche a gioie che Dio generosamente concede...
In blu evidenziato il testo copia-incollato da Mario.

Cerchiamo di tenere bene a mente che finora siamo ancora nel capitolo 1 del RICA, che è scritto SPECIFICAMENTE per adulti non battezzati.
20. La durata del tempo del catecumenato dipende dalla grazia di Dio e inoltre da varie circostanze… Nulla quindi si può stabilire "a priori". 
"...finirà fra qualche anno, dicevano..."
Qui mi immagino che i due bugiardi abbiano fatto la "ola". Che stupidi sarebbero stati i Papi a chiedere una regolazione statutaria e la pubblicazione del Direttorio! Anche qui il taglia-e-cuci raggiunge livelli che rasentano la censura stalinista (di seguito il testo ufficiale dell'OICA):
20. La durata del tempo del catecumenato dipende dalla grazia di Dio e inoltre da varie circostanze e precisamente dai motivi che hanno portato all'ordinamento del catecumenato stesso; dal numero dei catechisti, dei diaconi e dei sacerdoti; dalla collaborazione di ciascun catecumeno; dai mezzi necessari per raggiungere la sede del catecumenato ed esservi accolti; dall'aiuto della comunità locale. Nulla quindi si può stabilire «a priori». Spetta perciò al Vescovo determinare il tempo come anche regolare la disciplina del catecumenato. Anche le Conferenze Episcopali daranno più precise disposizioni al riguardo, tenendo conto delle condizioni dei rispettivi popoli e paesi...
Saltati quindi a pié pari: le circostanze (che sono puramente organizzative), i motivi per cui la durata del catecumenato può essere lunga e il fatto che è il Vescovo (ripeto: IL VESCOVO) a decidere il tempo e regolare la disciplina. Ma forse Kiko pensa di essere il Papa, quindi tutto ok.
98. Il catecumenato, o preparazione pastorale dei catecumeni, si protrarrà per tutto il tempo, anche per più anni, necessario alla maturazione della loro conversione e della loro fede…
Al n. 98 abbiamo un'altra perla, messa così sembra che sia giusto e sacrosanto che il catecumenato duri molti anni (vedete? noi neocatecumenali abbiamo il vero "spirito" del Conciliooohh!) peccato che, oltre ad aver arbitrariamente appiccicato al §19-20 il §98 del RICA, abbiano tagliato la parte finale del testo:
98 (...) In casi particolari, in considerazione della preparazione spirituale del candidato e a giudizio dell’Ordinario del luogo, il tempo del catecumenato può esser più breve, anzi, in circostanze del tutto particolari, può esser condensato in una sola celebrazione (cfr n. 240).
Il percorso insomma è specifico per ogni candidato. Niente percorsi comunitari a tappe, ma valutazione del singolo: chi è pronto prima, riceve prima i Sacramenti! Addirittura il catecumenato può durare lo spazio di una singola celebrazione!
Se non si fosse capito il vero scopo del gatto e della volpe, Kiko lo esplicita ben bene:
"Questo è molto importante anche nelle terre di missione, Africa, in America, importante che si diano i segni altrimenti non dovete aver paura a rimandare."
Si diano i segni... certo: soprattutto "se si convertono devono mollare il malloppo!" (Kiko, Orientamenti per il primo scrutinio, 1972).

(Fine parte prima)


(1) Lo stesso Mario specifica che questa catechesi è diretta ai più giovani "che non hanno vissuto il Concilio", quindi è ufficialmente un lavaggio del cervello.

(2) Gli Atti degli Apostoli presentano diverse occasioni in cui qualcuno si converte e si fa battezzare "con tutta la sua famiglia", "con i suoi", ecc. (per esempio At 16,15; 16,33; 18,8): è ridicolo, oltre che infondato, insinuare che in tutti quei casi venissero esclusi i bambini.

(3) Nel III e soprattutto nel IV secolo si diffuse fra alcuni cristiani la moda di ritardare il Battesimo e l'ingresso nella vita cristiana, perché molti genitori, nel timore delle colpe future e nella paura della penitenza pubblica, rinviavano, per gli stessi motivi, il battesimo dei loro bambini, molti Padri della Chiesa tuttavia si schierarono contro questa pratica, affermando con forza che il Battesimo è assolutamente necessario alla Salvezza.

(4) Afferma il Concilio di Cartagine: «in virtù della regola della fede... anche i più piccoli, che non hanno ancora potuto commettere personalmente alcun peccato, sono veramente battezzati per la remissione dei peccati, perché mediante la rigenerazione sia purificato in essi ciò che hanno ricevuto dalla nascita». Le idee bislacche di Kiko sono condannate da esattamente 1600 anni.

(5) Nella sua "chiesa" ovviamente, non potrà entrare nessuno che non sia stato eletto da lui, che non abbia superato tutte le kikotappe, pagato la kikodecima e comprato i suoi costosissimi kikogadget.

(6) È stato proprio Kiko a dirlo al Papa, il 1° febbraio 2014:
...allora tutte queste famiglie sono trent'anni che stanno in un processo di iniziazione cristiana e dopo trent'anni a imitazione della Famiglia di Nazaret partiamo tutti in missione, alle periferie di Roma ecc. Allora quelli sono i processi dell'iniziazione cristiana...
(7) Nel RICA, per "comunità" si intende la comunità dei fedeli, cioè la parrocchia. Kiko ci legge invece "comunità neocatecumenale".

66 commenti:

  1. Sono rimasta allibita nel leggere come, nella sua catechesi magistrale, magistralmente don Pezzi abbia deformato lo spirito e la lettera del RICA per far credere che il cammino neocatecumenale corrisponda al percorso catecumenale pergli adulti non battezzati e addirittura lo perfezioni.
    È bastato inserire qualche parolina, come, rispetto all'originale "si richiede" (riferito ai segni di cambiamento di atteggiamento e di vita del catecumeno necessari per far capire la serietà della sua intenzione di ricevere il battesimo) il "bisogna verificare", varco attraverso il quale don Pezzi fa entrare il tir con rimorchio degli scrutini neocatecumenali, facendo fra l'altro uno degli esempi più abbietti, cioè il laico catechista che si permette di valutare l'obbedienza di un sacerdote al vescovo o di metterne in piazza segreti da confessionale ("tu sei prete? Bene, mostra la tua fede. Non accetti il vescovo, ha l’amante. Non importa che tu sia prete, mostra la tua fede!").
    Oppure la flessibilità sulla durata del catecumenato prevista dal RICA (sempre per adulti non battezzati) che potrebbe essere ridotta anche ad una sola celebrazione, viene strumentalizzata per giustificare la durata a vita del cammino neocatecumenale!
    C'è un antico proverbio anglosassone, "Dio si nasconde nei dettagli", coniato per far capire come ciò che è buono lo debba essere fin nei minimi particolari, che nel tempo si è trasformato nel più noto "il diavolo si nasconde nei dettagli", che meglio esprime e descrive ciò che ha fatto don Pezzi, e cioè mistificare un documento della Chiesa, un abito santo, per ricoprire il mostro neocatecumenale, con particolare riguardo alle sue caratteristiche peggiori.
    Grazie, Beati Pauperes Spiritu, per aver fatto questa analisi per noi, ne attendo con impazienza la seconda parte.

    RispondiElimina
  2. Ottimo post, come quello precedente.
    Kiko e don Pezzi hanno avuto l'abilità di dimostrare che nel Cammino nulla è cambiato in termini di dottrina, ancora è il Cammino dei mamotreti non corretti dalla CdF.
    Lo evinco dal "kerigma" dello stesso Kiko (p. 19):
    "Quando sarai alla convivenza ti dico io cosa succederà: verrai alla convivenza e ti verrà sonno, sentirai e non ascolterai nulla. Così lo ha profetizzato Cristo: “Nel giorno di Jahwe vi dico cosa succederà: guarderete e vedrete un pazzo, udrete e sentirete un pazzo”, e così è stato per gli Ebrei, è stato totalmente profetico. Quando Dio ha chiamato il suo popolo a conversione lo hanno disprezzato e hanno detto: Nel giorno del Messia, nel giorno di Jahwe ci convertiremo. Ecco, forse quando sarò in punto di morte mi confesserò. Ah sì? Bene, ti dico cosa succederà nel giorno della tua morte: non ti convertirai.
    Io spero che in questa convivenza il Signore veramente vi dia la grazia, la tenerezza e la misericordia, la grazia della conversione".

    Siamo ritornati alla parabola delle vergini stolte e della visita alla cognata ammalata secondo Arguello: le convivenze del Cammino sono il luogo e il tempo nel quale il Signore concede la Grazia della conversione, a meno di non essere assonnati.
    "Ah sì? Bene, ti dico cosa succederà nel giorno della tua morte: non ti convertirai": è il massimo della vergogna, Kiko espone un giudizio che appartiene solo alla volontà e alla misericordia di Dio. Kiko nega la possibilità del pentimento pieno e della conversione in punto di morte. Kiko nega il Paradiso al "buon ladrone", perché non aveva fatto 30 anni di CNC e non si era convertito in una convivenza.

    RispondiElimina
  3. “Nel giorno di Jahwe..." Beh giustamente è in linea con l'idea che Kiko si è fatto di sé, ovvero di essere il redentore.

    RispondiElimina
  4. Grazie Valentina, per i complimenti. E grazie a Tripudio per i doverosi interventi redazionali. In verità Kiko e Pezzi fanno sempre tutto da soli. Si dimostra quanto sostiene sempre Tripudio: per sbugiardare il Cammino basta aprire i documenti della Chiesa. Ci si arricchisce personalmente e si rende un servizio alla verità.

    RispondiElimina
  5. @ Bps
    Certo, nel pezzo che ho copiato crea una corrispondenza tra sè e Dio, tra il giorno della convivenza e il giorno di Jahwe. Il messaggio è chiarissimo: la salvezza sta nel Cammino.

    OT
    Perdonatemi l'OT, ma questo testo mi ha fatto incavolare: è la negazione della misericordia di Dio in punto di morte di una persona. Cerca l'ispirazione poetica per i neocat, Kiko? La cerca vanamente, l'ispirazione cristiana fugge via dagli eretici.
    Mi ha fatto incavolare davvero, sapessi dove inviargliela gli spedirei questa:
    https://www.facebook.com/lino.lista/posts/10212713713655162
    Fine OT

    RispondiElimina
  6. Aggiungo e chiudo.
    Ha detto Bps: "per sbugiardare il Cammino basta aprire i documenti della Chiesa"

    Già. C'è qualche neocat che ci legge in grado di spiegarci come concilia la predica di Kiko prima citata con il CCC 513?

    "La Costituzione apostolica « Sacram Unctionem infirmorum » (30 novembre 1972), in linea con il Concilio Vaticano II 123 ha stabilito che, per l'avvenire, sia osservato nel rito romano quanto segue:
    «Il sacramento dell'Unzione degli infermi viene conferito ai malati in grave pericolo, ungendoli sulla fronte e sulle mani con olio debitamente benedetto – olio di oliva o altro olio vegetale – dicendo una sola volta: "Per questa santa Unzione e per la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo e, liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi"».

    RispondiElimina
  7. La spiegano così, caro Lino: l'estrema unzione è il sigillo della salvezza cui Dio già ti ha predestinato nel momento in cui hai creduto al Kerigma, così come la confessione è il sigillo al perdono già ricevuto quando hai creduto al Kerigma, così come l'Eucaristia è un sigillo, perché Gesù Cristo già l'hai ricevuto in te nel momento in cui hai creduto al Kerigma.
    Naturalmente il Kerigma è solo quello di Kiko®.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In caso contrario, cioè se li hai ricevuti senza il necessario passaggio kerigma-conversione-atto di fede, non c'è sacramento che tenga (cioè che "valga").
      Ho dimenticato il Battesimo, il primo dei sacramenti ad essere considerato inefficace se non rivissuto dopo il Kerigma.

      Elimina
  8. PER GRAZIA DI DIO IN QUESTA PARROCCHIA NON SONO PRESENTI COMUNITA' NEOCATECUMENALI
    CIOE' NELLA MIA DI MILANO RIPETO DEO GRATIAS

    RispondiElimina
  9. ... un vaso di vasi di Pandora, altro che "comunità di comunità"...

    La contrapposizione tra la proibizione del CNC di leggere questo mamotreto e l'obbligo per i camminanti di sorbirlo in stato di ipnosi religiosa durante una convivenza mi ha fatto ricordare del simbolismo della manna nel deserto.

    Mi spiego: io ho sempre pensato che la mamma significhi la provvidenza divina. Il fatto che la manna va a male ci avverte che quello che ci è dato oggi non è eterno, e che ci sono alcune cose, per la nostra vita, che non possiamo darci da soli, ma solo Dio può.

    Ai neocatecumenali invece ho sentito indicare la manna come simbolismo della Parola di Dio, che agisce su di noi al momento in cui Dio la somministra (per molti di loro questo avviene solo tramite i catechisti, durante le loro celebrazioni ed in convivenza), ma che poi va a male, esattamente come il cibo.

    Da questo parallelismo consegue il divieto di conservare la mamma, cioè di mangiare fuori pasto. Per i neocatecumenali questo si traduce nel divieto di cercare e leggere i documenti "segreti", perché questo li farebbe nutrire con del cibo avariato. Quello che faremmo noi in questo momento.

    In questo senso vedo la creazione di un potere "magico" dei mamotreti. Sono magici perché nascosti e riservati a pochissimi ma, nel caso del"popolo", si attivano esercitando il loro potere solo nelle condizioni, tipicamente tutte emotive, preparate dai catechisti. Poi caporioni si inventano la scusa della "sorpresa", che suona credibile ma è solo una copertura alla truffa che tiene le persone legate.

    Vale la pena ripeterlo: tutto il contrario del CCC, della Bibbia e di tutti gli altri testi della tradizione, la conoscenza dei quali, benché abbia bisogno di gradualità, esegesi, umiltà e preghiera, per non finire nell'eresia, non è gravata a priori da limitazioni di tempo, luogo e ruolo del lettore.

    E beninteso: possiamo leggere un brano di catechismo in metropolitana e non avere la stessa concentrazione e comprensione che troviamo in Chiesa o a un ritiro spirituale. Ma, appunto, POSSIAMO, nessuno ci dice che è proibito o che si rovina la sorpresa.

    Sempre nel parallelismo manna-Parola, l'uomo ha bisogno di cibarsi ancora ed ancora, ovvero, nella loro ottica, di essere fedele al Cammino.

    Con questo simbolismo potentissimo della "manna", che va ad aiutare la credenza dello "spiritosanto" che monterebbe la guardia nelle orecchie degli ascoltatori, i boss neocatecumenali spiegano perché alcuni "sciagurati", leggendosi i mamotreti a casa, ci troverebbero solo bugie e manipolazioni. La minaccia dell'"avaria della parola" è un forte deterrente, per i neocatecumenali, contro il tradimento dei dettami esoterici.

    Sciagurato è chi pianta questi codici nel cervello delle persone, al solo scopo di tenerle imprigionate, di rubarle a se stesse e ai loro cari e di derubarle di ogni bene in cambio di una montagna di eresie.

    RispondiElimina
  10. Leggendo appare chiaro come nel Cammino non solo tutto è diverso da ciò che la Chiesa ma, anche, si MISTIFICA tutto!.
    Mi chiedo come sia possibile che molti camminanti non hanno neanche un dubbio.

    RispondiElimina
  11. Pietro, mi sento di risponderti.
    Ho partecipato a molte convivenze di inizio corso, circa 30, e la maggior parte di esse (almeno 25) da catechista.
    Persino leggendo e esaminando, discutendo nei gruppi di catechisti è difficilissimo accorgersi della fregatura.
    Normalmente, in uno studio di qualsiasi materia, rendi a prendere per vero quello che leggi in un testo formativo perché essendo tale pensi che chi lo ha scritto ha già studiato al posto tuo.
    Di solito quando studi un testo non vai a cercare tutti i possibili riferimenti o a fare confronti con altre fonti, Specialmente se presumi che chi ha redatto il testo formativo che leggi sì sìa riferito Alla fonte primaria cioè il catechismo della chiesa cattolica. Non puoi credere che quello che trovi scritto sia una totale invenzione. Anzi per essere precisi non è una completa in pensione ma una mistificazione delle parole della Chiesa. è difficile smascherare Kiko perché utilizza parole cattoliche, togliendogli il significato originale.
    In aggiunta quando ti trovi in cammino sei abituato a leggere tanti termini con il significato neocatecumenale ad esempio se leggi comunità dei fedeli tu intendi per forza di cose la comunità neocatecumenale.
    Sinceramente non credo che un neocatecumenale possa convincersi che le parole utilizzate nella convivenza siano fasulle, Neppure guardando il confronto che abbiamo fatto in questo articolo. Per liberarsi delle menzogne del cammino bisogna innanzitutto cominciare a pensare di essere stati ingannati. Solo a quel punto si comincerà a mettere in dubbio la parola dei catechisti.

    RispondiElimina
  12. O.T.

    Il Cammino Neocatecumenale, è come l'ergastolo: fine pena, "mai".
    ---

    RispondiElimina
  13. Quando a volte facciamo riferimento agli gnostici, ancor prima di parlare di convinzioni e pensiero stiamo parlando di idolatria. Cioè di qualcuno che si è letteralmente innamorato di un'idea al punto tale da elevarla a metro di giudizio per tutte le cose, inclusa la stessa fede.

    Gli gnostici che ho conosciuto personalmente erano persone che per una losca esigenza interiore (ad esempio il volersi sentire a tutti i costi superiori agli altri) hanno creduto di aver trovato la ricetta magica in qualche percorso "iniziatico" che "solo loro" potevano capire. Gli gnostici sono tali perché il potersi sentire superiori agli altri è una cosa imbattibile almeno quanto la superbia.

    Il tipico baccalà aderente al Cammino Neocatecumenale ti parla dall'alto in basso come se ad ogni parola stesse aggiungendo: «ma io so cose che tu non sai». Oppure: «voi non potete farvi un'idea, perché non conoscete le cose che conosco io». Questa "conoscenza" viene spesso nascosta dietro termini del lessico cristiano maliziosamente reinterpretati in tutt'altro senso. Ad esempio, le stesse panzane dette dal Pezzi (incredibilmente uscito dal suo mutismo) fanno parte esattamente di questa strategia: infiorettare e ornare di termini cattolici il neocatecumenalismo. Ma per quante ciliegine e panna e candeline ci riversi sopra, la cacca del tuo cane non diventerà mai una torta di compleanno.

    Un'altra caratteristica degli gnostici è l'ossessione di dover svicolare a tutti i costi. Non importa quale chiara evidenza e quale verificabile dimostrazione hanno davanti: sono sempre convinti di poter trovare il pelo nell'uovo, a costo di andare a scomodare chissà cosa (come l'astrofisikiko Argüello col suo nuovo dogma che i pianeti girando lasciano le strisce) o al massimo fuggire la discussione e rientrare più tardi cambiando argomento. In altre parole, rifiutano di riconoscere che c'è una verità più grande di loro. Ammettono al più l'esistenza di qualche "segreto" più grande di loro a cui non hanno ancora avuto accesso, ma sempre col sottinteso che i loro interlocutori non hanno capito, non possono capire e mai capiranno, perché l'astuto gnostico, dotato delle adeguate "conoscenze" (le panzane di cui si è letteralmente innamorato perché finalmente ha qualcosa con cui sentirsi superiore agli altri), crede di poter capire meglio di te in qualsiasi caso.

    Che il Cammino attiri questo genere di svitati, la cui anima è particolarmente avvelenata dalla superbia, non fa meraviglia. Quando qualche fratello del Cammino comincia a rendersi conto che esiste una verità più grande di sé stesso e di chiunque altro, ha già un piede fuori dal Cammino. Adeguandosi alla verità può essere faticoso (ce lo ha spiegato Nostro Signore stesso), ma comporta solo vantaggi.

    RispondiElimina
  14. Concordo con Beati Pauperes: i mamotreti vengono considerati in cammino come fonte primaria.
    Il tuo commento caro Pietro potrebbe suonare così se riferito ad un cattolico: non so perché non metti in dubbio la Bibbia, il Vangelo, le Encicliche dei pontefici!

    In più, anche quando ci si accorge di alcune anomalie, le si supera con facilità, perché abituati a pensare che ciò che conta è la propria esperienza di Dio e della fede nel cammino.
    Il ragionamento è il seguente: ho incontrato Dio nel cammino, ascoltando le catechesi di Kiko, vivendo la liturgia di Kiko.
    Quella predicazione, anche se imperfetta, è stata efficace: io credo in Dio ed altri che conoscono il RICA a memoria (per fare un esempio), non hanno la mia stessa fede.
    Quindi anche se qualche saputello rileva delle incongruenze, ciò assolutamente non mi tange, perché ciò che conta è che nonostante oppure anche a causa di queste incongruenze, io mi sono convertito, il matrimonio salvato, i figli in cammino ecc.ecc.

    Insomma, ha detto giustamente Beati Pauperes, non serve quasi a nulla metterli di fronte a tante mistificazioni se in essi, per primi, non sorge il dubbio che gli si sia mentito appositamente e non precisamente a maggior gloria di Dio!
    Anzi, se un mamotreto non torna con un'enciclica, è l'enciclica ad avere la peggio, perché la Chiesa "tradizionale" non è riuscita a convertirli, è decadente, non ha parole di vita, mentre il cammino sì.

    RispondiElimina
  15. Bps ha detto: "di solito quando studi un testo non vai a cercare tutti i possibili riferimenti o a fare confronti con altre fonti... ad esempio se leggi comunità dei fedeli tu intendi per forza di cose la comunità neocatecumenale"

    Sì, la questione sta tutta qui. Cito, a supporto di Bps, la catechesi di Carmen riportata nel testo della convivenza:
    "Troviamo quindi l'ASSEMBLEA che si riunisce. La Chiesa primitiva non concepisce in alcun modo un rito eucaristico "solitario". Gli ebrei non possono far Pasqua se non sono almeno in 11 come gruppo familiare. Perché il sacramento non è fatto dal solo pane e vino, ma anche dall'Assemblea, la Chiesa che celebra (cfr. SC 7; Eucharisticum mysterium 9). Nella Chiesa primitiva non c'è Eucarestia senza l’Assemblea che la celebra. È un'Assemblea intera che celebra la festa e l'Eucarestia, perché l'Eucarestia è l'esultazione dell'Assemblea umana che è in comunione, perché il luogo preciso in cui si manifesta che Dio ha agito è in questa Chiesa concreta, in questa comunione. È da questa Assemblea che sgorga l'Eucarestia. Ed è ovviamente festa". Poi si aggiunge: "Si sta recuperando l'Assemblea. Tuttavia non ci sarà una vera Assemblea se non attraverso la formazione di comunità". E la citazione "cfr. SC 7; Eucharisticum mysterium 9" è fritta.

    Il neocatecumenale, quindi, non legge "la Chiesa che celebra", bensì la comunità e viene indotto a considerare la cosiddetta "Messa privata" vana né si informerà dalla Mysterium fidei ("11. Non è infatti lecito, tanto per portare un esempio, esaltare la Messa così detta «comunitaria» in modo da togliere importanza alla Messa privata").
    (segue...).

    RispondiElimina
  16. Ancora: il neocatecumenale sente: "Gli ebrei non possono far Pasqua se non sono almeno in 11 come gruppo familiare". Non si porrà il problema se Cristo abbia celebrato la Pasqua ebraica o la Pasqua di Cristo (nella cronologia giovannea non è una Pasqua ebraica e i sinottici, sebbene la collochino cronologicamente come Pasqua ebraica, non descrivono il rituale di questa). Nel cristianesimo primitivo (V. Benedetto XVI, Gesù di Nazaret v. II) il termine "convito", quindi banchetto, non compare mai. Il rito eucaristico si sviluppa a partire dalla Berachà e sul memoriale dei Vangeli; lo sproloquio di Carmen sugli undici ebrei, sulle varie coppe ecc. eccetera non c'entra niente.

    RispondiElimina
  17. x Pietro

    io per tanto tempo (troppo) ho creduto che i miei "istruttori" nella fede, catechisti e presbiteri neocatecumenali, mi dicessero cose cattoliche al 100%, casomai un po'inquinate dal loro temperamento.

    Non ho dubitato di loro neppure durante un brutto periodo in cui mi sono volontariamente allontanata dai sacramenti appositamente per prendere le distanze da quel "dio che ti ama! che ti parla tramite me!", perché, a forza di ascoltarli, questo "dio" diventava (per farla breve) sempre più simile alle kikone, quelle più sataniche - le ho scoperte solo recentemente ma rende bene l'idea. È una delle paure più strane che ho provato in vita mia, era come aver paura della mia stessa anima. In seguito ho avuto bisogno di pregare molto, di invocare lo Spirito Santo, di leggere le vite dei Santi, di fare Adorazione Eucaristica, di allontanarmi quanto possibile da tutto ciò che era neocatecumenale.

    Nonostante ciò, credevo ancora che mi avessero detto la verità e tutto questo fosse colpa mia, casomai una prova che Dio mi inviava. Ora vedo che anche questo senso di colpa faceva parte del pacchetto di istruzioni. Solo assistere all'involuzione nel tempo di alcuni neocatecumenali che prima erano normali, e soprattutto rispetto al progredire degli altri cristiani, mi ha fatto sospettare l'esistenza di un'organizzazione a delinquere e adesso, ogni giorno, scopro una kikata che mi hanno raccontato - sempre senza mai nominare Kiko, naturalmente.

    Comunque, se io che non sono mai voluta entrare in cammino ne ho assorbito mio malgrado le intenzioni come una spugna, anche se essendo allora molto giovane era più facile, non oso immaginare come sia per chi vi aderisce per appartenervi anima e corpo.

    RispondiElimina
  18. In conclusione: non è semplice sfuggire all'imbroglio, bisogna possedere discrete conoscenze pregresse oppure essere colti dal dubbio, il che stimola il confronto critico con fonti diverse. In tutta onestà: non avessi avuto una discreta conoscenza del Vangelo di Giovanni, avrei potuto "papparmi" il fango di Kiko anche perché "verba volant" e l'attenzione in una catechesi orale non ha lo stesso valore di una lettura.
    Io giustifico i neocat che danno credito a Kiko senza possedere fonti alternative di informazione. E' il valore del presente blog, questo, e della Rete in generale. Sono, invece, incavolato con i cardinali, i vescovi e i presbiteri che sposano o tollerano le sue eresie e balordaggini. Quanti ce n'erano nella convivenza a Porto San Giorgio?

    RispondiElimina
  19. aggiungo, leggendo il commento di Lino sui pastori, che tra i vari confessori a cui ho chiesto aiuto per i miei tormenti di Fede, compresi i più dotti e pazienti che mi hanno effettivamente aiutato, nessuno mi ha mai detto "i neocatecumenali sono eretici, quello di cui ti parlano non è Dio", ma dovevo essere io che li avevo recepiti in malo modo, o casomai era il loro stile particolare che non faceva per me.

    Ad aiutare il progredire della setta, infatti, c'era un misto di amicizia e buona volontà (sicuramente sincere) e di filosofia del "volemose bene tutti insieme" che veniva imposta come prioritaria. Era doveroso rispettare le idee e l'approccio dei vari gruppi ecclesiali e, a chi non si trovava bene con un sistema, veniva semplicemente raccomandato di evitarlo.

    RispondiElimina
  20. L'argomento profezie mi ha sempre lasciato perplesso, ora qualche conferma arriva. La conferenza episcopale tedesca ha tolto dalle bibbie 2017 la profezia della Vergine.

    RispondiElimina
  21. A me risulta piuttosto che nella nuova bibbia unificata tedesca siano stati cambiati i tempi verbali nella profezia di Isaia, cioè non più la vergine concepirà ma la vergine ha concepito (una sfumatura che,secondo alcuni, potrebbe mettere in pericolo il dogma della verginità di Maria).
    Non credo che sia stato messo in dubbio invece che sia una profezia che riguarda la Madonna e non, secondo l'interpretazione di teologi anche ebraici, la moglie di Acaz, allora re di Giudea, anche perché Ezechia (che in quel caso avrebbe dovuto essere il figlio della vergine, il Messia profetizzato) fu criticato dallo stesso Isaia.
    Fab, non ti fidare del Biglino, fra l'altro la notizia risale all'anno scorso.

    RispondiElimina
  22. In nota giovane fanciulla e non Vergine...ha partorito e sta per partorire non mi pare una profezia

    RispondiElimina
  23. Scusa volevo scrivere ha concepito e sta per partorire...e non lo dice solo Biglino ma anche vito Mancuso che non è certo un ateo

    RispondiElimina
  24. Adesso Padre Pezzi "PARLA",
    in quanto Kiko, rimasto "vedovo" di Carmen, nella sua limitatezza dal punto di vista teologico, non sa più che pesci prendere e si affida a ciò che attualmente ha a disposizione:
    a estremi mali, estremi rimedi.
    ---

    RispondiElimina
  25. Valentina ha detto: "una sfumatura che,secondo alcuni, potrebbe mettere in pericolo il dogma della verginità di Maria"

    No, non condivido gli "alcuni". Il testo di Matteo, peraltro, si configura come un commento alle parole dell'Angelo, sono esterni al colloquio tra la Vergine e l'A. Gabriele: potrebbe, quindi, benissimo essere una aggiunta redazionale dell'evangelista senza inficiare la sostanza, tutta la dialettica con san Giuseppe e Lc 1. Matteo scrisse per i cristiani giudei, quindi fu portato a ricondurre tutto all'AT.
    Con questo, senza voler minimamente dare ragione se non per l'1% al demitizzatore Bultmann, dobbiamo accettare che nei Vangeli ci sono passaggi redazionali di una "fede creativa". La Dei Verbum, sebbene in modo abbastanza criptico, lo riferisce al punto 12.
    Il parto verginale di Maria emerge da molti altri passi dei Vangeli: "si deve badare con non minore diligenza al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura, tenuto debito conto della viva tradizione di tutta la Chiesa e dell'analogia della fede", dice correttamente la Dei Verbum.

    RispondiElimina
  26. Scusa Lino, mi chiedo perché ogni volta che di fronte a qualche passaggio dei vangeli, e non solo, che possano alimentare dubbi ci si richiama alla visione unitaria delle scritture, quando questa profezia è sempre stata considerata una delle più importanti?

    RispondiElimina
  27. Per me, la visione unitaria delle Scritture è quella che Pietro illustra nella sua seconda lettera:

    16 Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. 17 Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». 18 Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. 19 E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. 20 Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, 21 poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio.

    RispondiElimina

  28. Questo articolo (come il precedente) mi sembra frutto di 1 enorme lavoro (e mi par di capire sia solo 1 prima parte) .. Il Signore ve ne renderà merito.

    Non ho ancora avuto modo di rileggerlo in modo dettagliato ma vorrei dire che già le immagini sono esplicative più di tante parole .. eccezionali!

    Anche quel vergognoso cartello che ringrazia Dio x la presenza di comunità NC .. in realtà nn è poi così incommentabile, anzi ringrazio Dio per .. "aver ispirato" di mettere il cartello .. perché è un po'
    come quei triangoli gialli che dicono "attenzione pericolo radioattivo", così uno che conosce sta ben attento a non entrare e cambia parrocchia!
    (certo che qlcno ignaro invece potrebbe essere purtroppo .. attrato)

    Roberta

    RispondiElimina

  29. Ha attirato la mia attenzione il fatto che Kiko parla di "eletti", perché anche il Vangelo di oggi ne parla.

    Kiko dice: "Non si dovrebbe far entrare nessuno nella Chiesa che non sia stato eletto da Dio."

    Sento l'esigenza di condividere le parole (che ricordo) del mio parroco nell' omelia di stamattina:

    " molti sono i chiamati e pochi gli eletti significa che la CHIAMATA non dipende da noi, la fa Dio, ma l' ELEZIONE dipende da noi cioè se ci accontentiamo di una vita dove ci lasciamo rotolare come sassi senza alcun significato o vogliamo una vita 'lieta'. Lieta nn vuol dire che va sempre bene, ma che possiamo sempre contare sulla presenza dello Sposo accettando l'invito a nozze, cioè alla Chiesa.
    Ma se ci andiamo senza l'abito nunziale vuol dire che non ci importa poi molto di stare con lo Sposo .. certo è importante riempirsi la pancia ma è un "accontentarsi" di un "di meno" quando Lui vuole darci molto di più. Ci chiede tutto per darci tutto: Lui regala l'abito nunziale che si riceve coi SACRAMENTI, con la compagnia della Chiesa.
    Perciò è PER TUTTI l'invito a nozze ma qlli che lo accettano (poveri, storpi ..) e accettano l'abito nunziale sono qlli che non hanno nulla da difendere, sanno mendicare e non si accontentano ma vogliono TUTTO, vogliono lo Sposo.
    L' ELEZIONE è qlla che dice S.Paolo nella 2^ lettura :
    So vivere nella povertà come so vivere nell'abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza.
    Cioè essere ELETTI è mettere a frutto i talenti che Dio ti ha dato."

    Inoltre, in altra occasione aveva detto che nessun Santo da cui ha avuto poi origine un Ordine religioso o una associazione sapeva prima ciò che sarebbe sorto dalla sua vita, nessun Santo si è messo a tavolino a fare un progetto ma si preoccupava soltanto che la propria persona fosse appoggiata sulla "pietra angolare" che è Cristo.

    Condivido in tutto qste affermazioni;

    Mi sembra 1 concezione del tutto opposta a quella neocatecumenale,

    se una è cattolica, l'altra non può esserlo.

    Roberta

    RispondiElimina
  30. Aggiungo un mia considerazione e poi mi zittisco perché non è il tema del post..."privata spiegazione"? A me pare sia una traduzione fallace...di natura dolosa? Non saprei...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente no. Basta leggere l'originale in greco. Idios vuol dire privato, personale; una spiegazione cioè che esuli da quanto gli Apostoli, che sono stati testimoni diretti delle parole di Gesù e dei fatti che lo riguardavano, hanno trasmesso. Nessuno lo contesta, forse Biglino sì però. Spero di non aver sbagliato, cito a memoria.

      Elimina
  31. Siamo appena tornati dalla convivenza!!!
    Bellissima alla facciaccia vostra!!

    RispondiElimina
    Risposte

    1. Dicendo "siamo" intendi tu e la tua famiglia opp. stai usando un plurale maiestatis opp.vuoi dire come in quel film di fantascienza in cui le persone erano tutte collegate ad
      un 'unica "intelligenza" indistinta nella quale avevano completamente annullato la propria personalità .. e quando uno solo parlava diceva:
      "noi siamo Borgh",

      simile a quell'episodio in cui
      al demonio viene chiesto il nome e risponde "mi chiamo Legione perché siamo in molti" ..ricordi?

      Perché, quando VI siete riposati, non condividete qualche testimonianza di quanto vissuto in convivenza ..

      Per far capire anche a ME, perché è stata "bellissima"?

      VI ringrazio :)

      Roberta

      Elimina
  32. Me ne compiaccio. "Bellissima" cosa vuol dire? Hanno corretto gli errori ed emendato le bugie che abbiamo segnalato? Perché l'errore non può essere mai definito "bello".

    RispondiElimina
  33. Perché alla visione unitaria ci si richiama nella lettura di ogni testo, fab, sia esso sacro o laico. La comprensione si ottiene dalla connessione dei particolari con il generale e viceversa. Se un particolare non è chiaro, oppure è enigmatico, oppure è "fede creativa apologetica" come nel caso potrebbe essere, questo non può inficiare la comprensione complessiva. Il particolare, rispetto a mille particolari, non può alimentare il dubbio.
    Ancora e poi chiudo: è chiaro o no che i tre evangelisti si rivolgono a lettori differenti? Marco ai cristiani romani, Luca ai cristiani greci, Matteo ai cristiani giudei: allora è evidente che ciascuno di essi ha una propria impostazione redazionale.
    Aggiungo e chiudo anche io: non accade mica che se il riferimento alla vergine di Isaia fosse non accettabile l'Antico Testamento non ha riferimenti che annunciano Cristo? Perché se così la pensi, oltre all'AT devi chiudere anche il Nuovo (vedi Lc 4,21). Non accade mica che se il riferimento alla vergine di Isaia 7 fosse da rifiutare la Vergine Maria non è tale? Perché se così la pensi, devi cancellare molti passi dei Vangeli e anche cambbiare la fede che professi.

    RispondiElimina
  34. Caro fab, la discussione è interessante, ma poco pertinente.

    RispondiElimina
  35. Ah caro neocatecumenale, mi dispiace tu ti sia bevuto la bugia per la quale gli scrutini sono permessi dalla Chiesa.
    Mi dispiace e non scherzo.
    "Bellissima" è il mantra di tutte le convivenze, mai sentito nessuno dire questa convivenza faceva pena.
    È come la scarica di zuccheri: ora sei tutto euforico , e domani al primo problema andrai in crisi. È una sbornia, niente di più.

    RispondiElimina
  36. Anonimo Anonimo ha detto... "Siamo appena tornati dalla convivenza!!!
    Bellissima alla facciaccia vostra!!"

    Noto che ti sei convertito all'amore :-)

    RispondiElimina
  37. "Bellissima": degno seguace di Kiko, che per gli aggettivi, usa sempre il superlativo assoluto.
    ---

    RispondiElimina
  38. Hei ragassi, come va con il borsino degli incesti a Napoli? Sempre a quota trecentomila o scendono?

    RispondiElimina
  39. Anonimo 21,20
    Accidenti quanto bene ti ha fatto la convivenza! Corrispondi a quanto predica kiko: sei proprio una schifezza

    RispondiElimina
  40. BPS e Valentina: mi rendo conto che, per chi fa del Cammino tutto il suo mondo, è molto difficile se non impossibile uscire senza prima passare per una profonda crisi.
    Per cui questo blog è straordinariamente utile.

    All'anonimo delle 19 e 45: non dubito che la convivenza sia stata SOGGETTIVAMENTE per te "bellissima".
    Anche per i tifosi interisti la partita di ieri è stata BELLISSIMA.
    Anche miss Universo è bellissima.
    Ma Dio era presente?

    RispondiElimina
  41. sono fuori dal cammino ormai da anni..nonostante ci sia stato 30 anni dentro.. leggo il vostro blog ogni tanto, giusto per curiosità e per farmi due risate (sul cammino non su di voi)... sempre per pura curiosità volevo sapere come mai quest'anno (aprendo il link del doc. "bozze non corrette" si può vedere quando fanno le "presentazioni") non c'erano le prime comunità di Kiko della Spagna (e del Portogallo?)...normalmente (o cosi io ricordo) non faceva questa convivenza per tutte le "sue" primissime comunità? che fa ne fa due o più di due adesso di convivenze di inizio corso e in più lingue? saluti riccardo

    RispondiElimina
  42. Anonimo ha detto...
    "Hei ragassi, come va con il borsino degli incesti a Napoli? Sempre a quota trecentomila o scendono?"

    In teoria, considerato che nel mamotreto di inizio corso 2016 erano 350.000, se la linea di tendenza non è variata, ora dovrebbero essere intorno ai 298.000. Con il Napoli primo in classifica a 5 punti dalla Juve, però, tutto è possibile. Si sa: circa 700.000 napoletani quando il Napoli calcio vince diventano euforici, si ubriacano e si drogano, e il borsino degli incesti sale come quello degli stupri.

    RispondiElimina
  43. La Juve è meglio dell'Inter !!
    Il fatto che ho ragione si dimostrerà con il fatto che non pubblicherete questo commento.

    RispondiElimina
  44. Io, invece, spero che sia pubblicata questa notizia epocale, che smentisce la domanda retorica di Kiko Arguello: in Italia ancora c'è ispirazione poetica! Un anonimo napoletano ha composto questa in meno di cinque minuti. Andrebbe affinata, ma non ne vale la pena mi ha riferito :-)

    INCESTI

    Ma vide che nce conta Kiko Arguello,
    a Napule trecientomila inceste,
    allora si nun so' strunzate cheste
    'o ciuccio vola comme nu fringuello.

    Dimane diciarrà: «'A Terra è piatta
    e 'o sole – 'o fatto è certo – gira attuorno,
    pirciò esiste 'a notte, esiste 'o juorno,
    nun è furmaggio 'a luna, è fatta 'e latta».

    Kiko va predicanno: «Songo Arguello
    e l'arte primma 'e me fuje 'na schifezza,
    'o Quattuciento è tutto 'na munnezza,
    i' nun me veco manco a Raffaello».

    E nun ce sta chi 'o fischia, chi 'o spernacchia,
    Napule l'ha pigliata pe' Gomorra,
    'e cerevelle s'è jucato a morra,
    ma cu 'sti fesserie campa 'na pacchia.

    Anonimo napoletano

    RispondiElimina
  45. :) :) :)

    Pur nn capendo molto il dialetto napoletano, questa l'ho capita!

    È stupenda, complimenti all'autore!

    Mi permetto quindi di riformulare un noto proverbio, per dedicarlo

    a Kiko:

    "impara la vera arte e la tua lasciala da parte!"

    Roberta

    RispondiElimina
  46. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  47. @ Roberta
    L'anonimo napoletano ti risponde :-) : "La tecnica poetica è quella della Livella di Totò. E' un dialetto italianizzato, con vocaboli comprensibili quando non in italiano".

    Mi ripeto: una risata li seppellirà.

    RispondiElimina
  48. Da un articolo riassuntivo della catastrofe Guam si evince che i nemici della Chiesa stanno insistendo a presentarla come fondamentalmente corrotta, e questo avviene grazie al vescovo pedofilo neocatecumenale appoggiato dai suoi patrons. (i vari Gennarini e Kiko).

    RispondiElimina
  49. Altro che lontani, sempre dalle parrocchie si attinge.
    http://kairosterzomillennio.blogspot.it/2017/10/le-catechesi-del-post-cresima-nel.html?m=1

    Frilù

    RispondiElimina
  50. Questo pensa di essere veramente Gesù Cristo.
    "Così mi hanno chiesto se potevo fare la stessa cosa ad Aushwitz. Era molto difficile, ma
    Dio ha aperto la strada. Lo abbiamo fatto con 13.000 fratelli delle comunità, con i
    vescovi della Polonia e con i rabbini. Sono andato con 3 o 4 fratelli ai baracconi del
    campo di concentramento - le baracche sono quelle dell’epoca - volevo pregare lì. Ho
    aperto la scrittura a caso ed è venuto il brano in cui un rabbino chiede a Gesù Cristo:
    quale è il primo comandamento della legge? Gli risponde Cristo: Shemà, Israel. Dice il
    rabbino: dici bene maestro, amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutto il
    cuore questo è la verità. Cristo nel vangelo risponde al rabbino: tu non sei lontano dal
    regno di Dio. Tutti i rabbini erano venuti per cantare lo Shemà, Israel insieme ai cattolici,
    ho detto nell’ammonizione ambientale che i rabbini che amano così tanto lo Shemà,
    Israel non sono lontani dal regno di Dio."
    Frilù

    RispondiElimina
  51. Fra l'altro, Frilù, chi ha posto quella domanda a Gesù era uno scriba, non un rabbino. Ma Kiko si doveva riempire la bocca di rabbini, ha fatto vestire anche Gesù da rabbino (ortodosso)!

    RispondiElimina
  52. @ BPS e Lino

    sul perché non ci si accorge della fregatura.

    Bps ha detto: "di solito quando studi un testo non vai a cercare tutti i possibili riferimenti o a fare confronti con altre fonti... ad esempio se leggi comunità dei fedeli tu intendi per forza di cose la comunità neocatecumenale"

    Lino: ...Sì, la questione sta tutta qui. Cito, a Bps ha detto: "di solito quando studi un testo non vai a cercare tutti i possibili riferimenti o a fare confronti con altre fonti... ad esempio se leggi comunità dei fedeli tu intendi per forza di cose la comunità neocatecumenale"

    Concordo, ma c'è anche un altro motivo, che per me era fondamentale: la presenza di un sacerdote che avallava la "cattolicità" di tutta la baracca.

    Chi se lo poteva immaginare che razza di clero ha tirato fuori Sankiko dai Redemptoris Mater.

    Salvo eccezioni, ovviamente.

    RispondiElimina
  53. Può anche darsi che Kiko sia preso tra due fuochi - da un lato papa Francesco (con tanti elogi e qualche durissima mazzata), e dall'altro quelli che Kiko si lecca i baffi nel qualificare come "rabbini ortodossi" (con tanti elogi e qualche durissima mazzata).

    Sarebbe divertente sapere da qualche superfedelissimo di Kiko quali sarebbero i rabbini "non ortodossi" e cosa penserebbero ad essere stati qualificati come tali.

    RispondiElimina
  54. Stavo leggendo qualcosa sul rabbinato, la storia della figura del rabbino, eccetera.
    Non sono certo un esperto, ma l'idea che mi sono fatto è la seguente: definire Gesù un rabbino ortodosso mi sembra una vera blasfemia.
    Il termine "rabbino" così come lo conosciamo oggi e lo intendono gli ebrei è una figura del giudaismo nato dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme. Non esistevano rabbini al tempo di Gesù, e il titolo Rabbi POR avendo lo stesso significato della parola non indica la stessa tipologia di persona.
    Gesù non era un "esperto della legge mosaica, e della sua interpretazione", ruolo svolto dai farisei e dagli scribi, non era certo un "osservante" nel senso del modo di vedere moderno... Kiko mi sembra che stia cercando di coccolare i suoi amici ebrei per qualche motivo, con queste sviolinate progiudea

    RispondiElimina
  55. Forse esulo dal tema principale del post

    Ma volevo dare un contributo al discorso sui rabbini citando alcune parole

    del prof. Joseph Weiler, giurista ebreo studioso della Bibbia che da moltissimi anni partecipa a convegni organizzati da un movimento cattolico, su svariati temi religiosi, culturali e d’attualità.

    Il brano (completo si trova al seguente:
    https://www.meetingrimini.org/default.asp?id=673&item=4834)

    è tratto da un incontro sul tema “Educazione in America” svoltosi
    il 27/08/2009 in cui il prof. Weiler era uno dei relatori.

    A mio parere, contiene elementi utili non solo a capire qualcosa del mondo ebraico da un punto di vista “interno”, ma che si prestano anche a fare un parallelismo o comunque 1 paragone con la “mentalità” del cammino neocatecumenale, ad es. circa l’educazione, anche o soprattutto religiosa dei figli.

    Ha detto il prof. Weiler

    “Comincio con questa osservazione di Benedetto XVI, il Papa, che diceva: “in Europa i cristiani sono diventati una minoranza”. Poi ha aggiunto: “una minoranza creativa”. Non parlava della popolazione generale: dopotutto la maggioranza nei nostri paesi europei è sempre cristiana; però il Papa stava parlando di questa minoranza nella maggioranza cristiana, cioè la comunità di fede, i fedeli, quei cristiani per i quali la cristianità significa non un fatto anagrafico banale ma una realtà di valore, il parametro principale della loro identità: quelli sono ormai una minoranza. Poi, ricordiamo, il sempre indimenticabile Giovanni Paolo II in un atto di generosità, sempre caratteristica di lui, ci ha definito - cioè noi ebrei - come nostri fratelli maggiori. Quello che dico oggi è nella qualità di un fratello maggiore.

    Perché quando si parla di minoranza, penso che noi ebrei prendiamo la medaglia d’oro. Da secoli siamo una minoranza, una minoranza nella maggioranza cristiana nell’ovest e una minoranza in una maggioranza musulmana nell’est. Allora sul fatto di essere minoranza sappiamo qualcosa.

    CONTINUA

    RispondiElimina
  56. CONTINUA

    Ma, intendiamoci, anche tra di noi - cioè ebrei - i fedeli, quegli ebrei che cercano di osservare più o meno fedelmente l’alleanza abramica e mosaica fra Dio e il suo popolo eletto, sono diventati una minoranza, una minoranza ebrea osservante: non più del 10% di tutta la popolazione ebrea, in una comunità ebrea che è assai laica.

    Questa è la realtà nostra, anche la realtà nostra, ovunque, a New York, a Tel Aviv, a Roma, a Parigi.

    Allora anche in questo senso più sottile, profondo, siamo fratelli, perché ci troviamo minoranza nella minoranza.

    CONTINUA

    RispondiElimina
  57. CONTINUA

    Fratelli nel confrontare una sfida esistenziale: come trasmettere la nostra fede, le nostre pratiche religiose ai nostri figli in un mondo ferocemente laico e secolare.

    Un mondo nel quale la laicità non è semplicemente una parola descrittiva dello stato religioso e di un individuo (lui è credente, lui è laico).

    Ma una parola ormai prescrittiva, un concetto sociologico valoriale.

    Non sempre, ma spesso, la realtà laica, pur professando una tolleranza formale verso l’altro, mostra un disprezzo notevole vero il religioso, soprattutto se la religione e il religioso sono cristiani (all’ovest almeno).

    Un ricordo personale, un avvenimento della mia vita che non posso dimenticare.

    Qualche anno fa sono stato intervistato da un settimanale francese molto importante, Nouvelle Observateur, il bastione dei ben pensanti francesi. Fanno queste cose in un modo molto serio: mi hanno invitato, pagando l’aereo da New York a Parigi, per una giornata intera con il giornalista responsabile e con il capo redattore nella sede del Nouvelle Observateur. Un palazzo splendido a Parigi. Il risultato mi è piaciuto parecchio: cinque pagine di intervista con foto bellissime.

    Per cinque minuti mi son sentito una celebrità.

    Verso ora di pranzo, il capo redattore mi dice: “stiamo per mangiare, abbiamo qui al Nouvelle Observateur uno dei uno più famosi chef francesi”.

    Io, che seguo la norma ebrea di mangiare Kasher, ho cominciato a fare delle domande tipo “ma cosa ha preparato, quale cibo, ha usato il burro o lo strutto?”.
    Insomma c’è tanto da chiedere.

    All’improvviso quel capo redattore ha capito tutto. Mi guardava e nei suoi occhi non ero più il professore sofisticato di Harvard ma un primitivo, un selvaggio di una giungla sudamericana.

    Mi disse: “non ci credo che tu segui queste regole stupide, come è possibile che uno come te segua queste regole?”.

    Naturalmente era un ebreo, se non era un ebreo queste cose le avrebbe pensate, non le avrebbe dette.
    Ma è in questo mondo che si trovano i nostri figli.

    CONTINUA

    RispondiElimina
  58. CONTINUA

    Il più grande problema non è però politico ma culturale: le virtù, includendo le virtù religiose.

    Essi vengono addestrati non scolasticamente in un aula universitaria, ma sono addestrati per imitazione nell’aula che si chiama “la vita”.
    Quell’aula, oramai, nei tempi moderni si estende anche nelle nostre case, attraverso la TV, internet, Facebook, Twitter. E questa realtà definisce per i nostri figli ciò che è cool. Come si dice in Italiano? Ah sì, figo. Ciò che è cool è da imitare.

    Allora la nostra sfida è: come possiamo educare i nostri figli ad altre virtù, imitatio Dei?

    Una strategia potrebbe essere quella di ritirarsi dal mondo contemporaneo. Tutti voi avete visto a Milano, in TV e al cinema, gli ebrei religiosi fondamentalisti che sono vestiti di nero, con i capelli pettinati in una certa maniera eccetera, stile ’700 che di fatto vivono nel ’700. Hanno costruito per se stessi un ghetto dove non è permessa la TV, se non per vedere un loro canale.

    Non permettono l’utilizzo di internet, se non per accedere ad un messaggio di un loro rabbino, eccetera.

    C’è molto da ammirare nella loro dedizione,

    però non posso accettare questa scelta di vita perché per essere un po’ volgare è una vita da parassita.

    Perché loro per poter vivere questa scelta hanno bisogno di altri, di noi, che non scegliamo questa vita.
    Perché se qualcuno di loro è malato va subito dal medico, forse da mio fratello che è medico; se loro hanno bisogno di elettricità vanno in un impianto progettato da un ingegnere, uno dei miei cugini ingegneri, e così via. Questa scelta è un problema.

    Come si può scegliere una vita religiosa, quella di ritirarsi dalla vita moderna, che per definizione deve essere giusta, se per vivere questa vita è necessario che altri scelgano la strada non giusta?

    Non funziona, è una scelta, una strategia che non posso accettare.

    Io vorrei vivere come religioso nella vita moderna. ….

    La soluzione non è allora ritirare i nostri figli dalla vita reale.

    Ma la vera sfida è quella di educare in nostri figli in maniera del tutto moderna e cioè includendo lettere, storia e matematica. Acquisire una professione nella vita moderna come medici, operai, ingegneri, tecnici, commercianti eccetera.

    E allo stesso tempo mantenere la loro fedeltà sacramentale, la loro sensibilità, la presenza di Dio nella vita.

    Voi e noi vorremmo figli, che conoscano la scienza, la fisica, l’astronomia, la biologia eppur capiscano dal punto di vista della conoscenza scientifica che non c’è contrasto o conflitto tra scienza e fede.

    Che possano sognare di fare l’avvocato, l’avvocatessa, il medico, il giardiniere o l’estetista, senza pensare che questo è in qualche modo in conflitto con la loro religione.

    Questa è la sfida!

    Molto più dura, molto più rischiosa della soluzione di ritirarsi dal mondo, come fanno i fondamentalisti.

    Anche qui noi siamo fratelli perché condividiamo la scelta di metterci proprio dentro la vita generale, pur mantenendo la nostra differente identità religiosa. “

    Non so se il prof Weiler conosca il CNC, ma se lo conoscesse ... posso immaginare cosa ne penserebbe.

    grazie
    Roberta

    RispondiElimina
  59. Scusate amici mi potreste indicare dove, nelle parrocchie, si aiutano gli adulti a riscoprire i valori del battesimo? Grazie. Jova

    RispondiElimina
  60. Jova,
    qualsiasi buon sacerdote aiuta adulti e bambini a riscoprire tutto quello che c'è da riscoprire nei sacramenti istituiti da Nostro Signore.

    Se invece la tua domanda insinuava che solo il Cammino "riscopre i valori del battesimo", allora hai una doppia menzogna sulla tua coscienza poiché:
    - il Cammino non ha l'esclusiva delle riscoperte
    - e comunque il Cammino fa riscoprire solo i valori di Kiko.

    RispondiElimina
  61. Caro Jova, in cammino ti fanno scoprire che il tuo battesimo sacramentale, la tua comunione, la tua confermazione, le tue confessioni non valevano nulla prima di Kiko. Ti inducono a dichiarare che prima del loro kerigma eri un pagano, anche se sei sacerdote.
    Anche se sei nato in cammino, tutti i Sacramenti somministrati con il massimo sfoggio di risorse in comunità non varranno nulla finché, nell'età della coscienza, non li "riscoprirai".
    Questa non è riscoperta dei sacramenti, è negazione della loro validità.

    RispondiElimina

  62. @Jova

    A questo scopo esistono le parrocchie: ad aiutare le persone a far fruttificare il Battesimo ricevuto, nella loro vita quotidiana, sia comunitaria che personale,

    se tu ti sei allontanato dalla frequentazione dei Sacramenti, allora fai bene ad usare la parola "riscoprire", se invece ti consideri un cattolico praticante, allora stai usando la parola sbagliata ...

    i "valori" del Battesimo sono una cosa sola: l'incontro con la persona di Gesù, siamo stati "innestati" in Lui il giorno del nostro Battesimo UNA volta per SEMPRE

    e se anche possiamo aver dimenticato lì quel seme, come inattivo, possiamo in ogni momento, decidere di essere "terra buona", Gesù non ci nega la Sua Grazia se davvero la desideriamo, quindi questo INCONTRO con Lui più che da "riscoprire" è da VIVERE, ed è NUOVO ogni giorno, proprio perchè è un incontro con una PERSONA ...

    .. uno può aver bisogno (anzi è certo che ha bisogno) di aiuto perchè questo avvenga: ci stanno apposta i sacerdoti, per questo Gesù li ha voluti, ha istituito l' Eucaristia e gli altri Sacramenti, cioè ha voluto la Chiesa, per stare SEMPRE in mezzo a noi e poterci aiutare.

    Vuoi qualche indicazione un po' più dettagliata che risponda alla tua domanda?

    - Nella partecipazione devota alla Santa Messa, in particolare alla Comunione Eucaristica;
    - Nell'ascolto attento e meditato delle letture;
    - Nell'ascolto attento e meditato dell'omelia;
    - Nel sacramento della Confessione;
    - In un dialogo personale occasionale con un sacerdote;
    - In un dialogo personale continuativo con un sacerdote (direzione spirituale);
    - Nella partecipazione ad attività di caritativa proposte dal parroco;
    - Nella partecipazione al santo Rosario quotidiano;
    - Nella partecipazione all'ora di Adorazione del Santissimo;
    - Nella partecipazione ad incontri parrocchiali per approfondire un tema proposto;
    - Nella partecipazione agli incontri dei genitori se hai dei figli che frequentano il catechismo ....
    - Nel renderti disponibile ad eventuali attività di volontariato ..

    Però prima ti devi accertare che il parroco o sacerdote cui ti rivolgi sia uno che OBBEDISCE a DIO piuttosto che agli UOMINI.

    Ah! Inoltre ti posso anche indicare dove NON troverai mai AIUTO a vivere il tuo Battesimo:

    NON lo troverai mai nel Cammino Neocatecumenale.

    Roberta

    RispondiElimina
  63. @ Jova

    Mi spieghi che razza di riscoperta del battesimo è quella neocatecumenale?

    Come si puo' far dichiarare ad un battezzato, figlio adottivo di Dio, che il demonio è suo padre?

    Se non lo sai, questo avviene all'ultimo passaggio del Padre Nostro.

    Senza dimenticare il folkloristico battesimo nel Giordano, con il didietro a mollo e il vestitino griffato Kiko indosso.

    Vai Jova, prova ad entrare in una normale parrocchia, scoprirai un mondo...

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.