mercoledì 16 aprile 2025

«Darei qualsiasi cosa pur di farmi castigare dal mio Catechista neocat»

Il selfie con l'idolo al centro
Sadomasochismo neocatecumenale
: una donna parla del suo ex "catechista" neocatecumenale dicendo: «Darei qualsiasi cosa pur di farmi castigare dal mio Catechista neocat».
(da: JungleWatch)

Pastorale alberghiera neocatecumenale: "O qualcuno, dopo avere collaborato attivamente allo svuotamento delle nostre chiese ed avere permessa in modo cieco e scientifico la alberghizzazione delle ex case religiose, pensa forse di poter tirare su la Sposa di Cristo dal marciapiede nel quale noi l’abbiamo gettata, affidandosi ai “preziosi” uffici di quattro neocatecumenali che monopolizzano le parrocchie con spirito settario ed escludente e che anziché il Verbo di Dio diffondono il verbo del bohémienne Kiko Argüello, con tutte le sue peggiori bizzarrie liturgiche e catechistiche? Perché a quel punto sarebbe meglio affidare le strutture parrocchiali a quella straordinaria pedagoga di Mary Poppins che cantando Supercalifragilistichespiralidoso, è più innocua dei kiki che schitaranno, tamburellano e ballano un Preconio Pasquale dal sapore tribale."
(da: don Ariel)

[...Quel fratello di comunità neocatecumenale] per questo è entrato in Cammino: gode nel farsi rimproverare, con o senza motivo, meglio senza. Perciò, quando vuole soddisfare quella "voglia" di venir umiliato, passa qui [nello spazio commenti del blog] a dire un'idiozia, sapendo che verrà sbugiardato e corretto, e godrà nel sentirsi "calpestato", farebbe di tutto pur di sentirsi ripreso e sgridato e annichilito. Poverino, non sa che le cose che scriviamo qui non sono dedicate solo a lui, ma anche e soprattutto ai lettori occasionali che conoscono solo superficialmente le cose della fede e otterrebbero una pessima impressione del Vangelo se si sentissero dire che bisognerebbe letteralmente "odiare il padre e la madre" e che non sarebbe cristiano chi non ha ancora donato "tutti i beni ai poveri".

Infatti il problema, oggi, è che tantissimi pensano di aver già capito tutto della fede, sia fra quelli che in qualche modo la professano, sia quelli che la rifiutano. (Fra questi ultimi c'è un sacco di gente che trova culturalmente interessante informarsi sulle tradizioni islamiche, sul cibo kosher, sulle meditazioni buddiste, ma che non sanno con quale mano ci si fa il segno della croce, non sanno che il padrenostro "tenendosi per mano" (così come i girotondini imbecilli, i battimani ritmati, ecc.) è una vaccata infantile e antiliturgica, non vogliono saperne nulla della dottrina cattolica... e così pure il Cammino, trasmettendo emerite vaccate ed eclatanti eresie, compie l'opera del demonio inducendo tali persone a detestare ancor di più la fede cattolica).

(da: un commento nel blog)

sabato 15 marzo 2025

Sì, il Cammino è eretico e non bisogna aver timore di dirlo a chiare lettere

Traduzione in italiano:
"la fede in Kiko viene
per l'ascolto del Kiko"
C'è un motivo per cui su questo blog non abbiamo usato mezzi termini.

Ed è il fatto che nella Chiesa, dall'epoca conciliare in poi, è in vigore la moda del parlare per sfumature, di usare vasti giri di parole per non nominare esplicitamente qualcosa, di usare espressioni accompagnate da un "tuttavia" e seguite magari dal loro contrario. La predicazione, i libri, i documenti della Santa Sede, la sinodalità, è tutto un mare di sfumature, di aggiustatine, di linguaggio ammorbidito. È come se la gerarchia cattolica si fosse convinta in modo ferreo che i fedeli postconciliari (e il resto del mondo) siano terribilmente permalosi, come se temesse non la diffusione di errori ed eresie ma solo di urtare qualche suscettibilità. Come Pietro e il suo "timore dei circoncisi". Come se la carità fosse autorizzata ad oscurare la verità.

Qui non usiamo mezzi termini: il Cammino Neocatecumenale è eretico, ed eretici sono i suoi "iniziatori", e di conseguenza eretici sono coloro che a meno di ignoranza invincibile li seguono.

Potremmo fare mille distinguo (e in oltre 2850 pagine di blog, li abbiamo spesso fatti) ma il succo non cambia. Il Cammino è eretico perché insegna eresie (oltre che strafalcioni, ambiguità, ed altri errori): inutile girarci intorno, poiché i seguaci del Cammino non riescono a concepire un Cammino che sia anche solo leggermente diverso da ciò che hanno sempre insegnato i due autoproclamati "iniziatori" spagnoli. Cioè non accettano correzioni al Cammino, anzi considerano addirittura un "andare contro lo Spirito" il voler correggere il Cammino. E quando ricevono correzioni dalla gerarchia, fanno "buon viso a cattivo gioco", proclamandosi «contentissimi delle norme» ma contemporaneamente attrezzandosi per disubbidire a quelle norme stesse, con l'alibi (completamente campato in aria) che "il vescovo non ci capisce" e che quando conoscerà meglio il Cammino ritirerà quelle norme (e quindi -sottinteso furbetto- si possono ignorare già da subito).

Non dobbiamo annacquare la verità solo per ossequiare la Pastorale della Permalosità. Le eresie del Cammino sono state documentate da molti autori molto più preparati di noi, e da molto tempo. Negli anni '80 padre Enrico Zoffoli scrisse una vasta quantità di libri e articoli sulle eresie del Cammino Neocatecumenale e sulla mentalità degli adepti. E ci sono stati altri autori prima di lui (padre Virginio Rotondi, mons. Pier Carlo Landucci...) e dopo di lui (don Elio Marighetto, don Gino Conti... fino a don Ariel Levi Di Gualdo) che hanno documentato le eresie del Cammino, e scoprendo la matrice eretica persino partendo dalle sole "opere" pittoriche (Lino Lista). E tutti pubblicando corposi e documentati volumi (vedi colonna qui a lato con alcuni esempi). Non si possono rifiutare tutti questi autori con un banale "non hanno capito" o un infantile "si sbagliano".

"Eresia" significa distorcere le verità di fede. Distorcere non equivale a negare in blocco o a chiare lettere (eppure fra i neocat succede anche questo). E non c'è bisogno nemmeno di proclamare tale distorsione. Per esempio i neocatecumenali non credono nella presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. Infatti disperdono briciole, frammenti, gocce, pulendosi le dita sui pantaloni dopo aver "fatto la Comunione", proprio come se non ci credessero, banalizzano il gesto proprio come se non ci credessero, non considerano il Santissimo (genuflessioni, paura di scrilegi, ecc.) proprio come se non ci credessero. E difendono la prassi invalsa nel Cammino anche a costo di usare menzogne (per esempio la menzogna del "è approvata"), e non si sognano minimamente di metterla in discussione o di chiedere ai propri responsabili di fare come fa la Chiesa (ostie piccole, alla bocca, ecc.).

«Il Cammino è una setta protestante-ebraica che di cattolico ha solo la decorazione», riassunse mons. Schneider. Ci permettiamo umilmente di aggiungere che è anche un'idolatria, un'invincibile idolatria per i due autoeletti "iniziatori" Kiko e Carmen. Anche nei rarissimi casi in cui un fratello del Cammino fingesse di criticare Kiko almeno su qualcosa di secondario, per le scelte serie della propria vita farà sempre come dicono Kiko e i suoi pretoriani. E si proclamerà cattolico, anche se ne ha a stento una squinternata decorazione. 

Pur davanti alla cavalcante epidemia di permalosità dei postconciliari, bisogna avere la carità e la decenza di chiamare eresia le distorsioni della fede. E ricordare che la prima forma di carità è la verità. Non può esserci carità calpestando la verità, calpestando la fede, calpestando (addirittura materialmente!) il Santissimo Sacramento.

Nell'immagine in alto in questa pagina, un neocatekiko esibisce uno striscione kikolatrico con un'eresia nascosta nell'ambiguità, travisando il principio cattolico del "fides ex auditu" (la fede che arriva dall'ascolto dell'annuncio del messaggio cristiano), applicando il pomposo termine greco "kèrigma" (che nel Nuovo Testamento indica l'annuncio), termine che per i seguaci di Don Kikolone ha un significato diverso.

Per i neocatecumenali, infatti, solo il laico Kiko annuncia il "kerigma". Chiunque altro parli - anche un Papa, anche ex cathedra - non sta annunciando il "kerigma" (non sia mai che prendano sul serio qualcosa che non è stato detto o certificato da Kiko!). Per loro ogni intervento pubblico di Kiko è "kerigma", e quel "kerigma" è necessariamente "ispirato", e quindi i cosiddetti "catechisti" lo ripetono a pappagallo (perfino nelle battute spiritose).

Quello striscione,  insomma, è sia la superbia di dire "io la fede ce l'ho perché ascolto Kiko", sia lo scisma di dire "io non ho bisogno di ascoltare la Chiesa poiché ascolto Kiko", sia l'eresia di dire "la fede consiste in ciò che dice Kiko".

sabato 8 marzo 2025

Occorre respingere il Cammino degli abusi

Nostra traduzione da una testimonianza pubblicata su Jungle Watch. È stata scritta alcune settimane fa (il 18 febbraio 2025) in risposta ad un'altra testimonianza pubblicata nel 2017 sempre su Jungle Watch, ed a cui si riferisce.
Aggiungeremo in calce alcuni nostri commenti.



Posso testimoniare e confermare questa [tua] esperienza, come vera ed accurata. Sono stato anch'io nel Cammino per molti anni, affrontando molti degli stessi problemi e difficoltà, ad un livello diverso. È molto impostato sulla segretezza e contiene un sacco di abusi psicologici verso i giovani - specialmente quelli con storie "difficili": violenza domestica, abuso di alcolici o di sostanze, abusi dei parenti, separazioni, problemi psicologici, bassa autostima, e altri aspetti dell'umana sofferenza, tutto concorre a modellarli nel loro modo di pensare.

Nel Cammino si è anche sviluppato uno strano accento "europeo": la moda degli abiti scuri, del farsi crescere la barba, gli occhiali come quelli del fondatore... Più un una marcata simpatia per il giudaismo, e il parlare con grande entusiasmo di questioni riguardanti l'ebraismo, e l'utilizzare la stella di Davide su gioielleria e monili, cose contrarie alla cristianità e considerate eretiche dalla fede e dalla dottrina.

Per mia personale esperienza il Cammino è molto manipolatore, tende a prendere il controllo delle dinamiche familiari. Chiunque pensi o agisca contro le regole del Cammino viene emarginato e scaricato. La loro linea difensiva è già descritta nell'esperienza di cui sopra [del 2017], etichettando l'emarginato col termine biblico di "rifiuta Dio", che è un'altra eresia e cattiva interpretazione delle Scritture e dell'insegnamento di Cristo.

Come punto conclusivo vorrei far notare quello più pericoloso, cioè il fatto che il Cammino ti insegna che "se non fai il Cammino non ami Dio", in quanto non vorresti "compiere la volontà di Dio", ossia "non hai fede", per cui secondo loro se non sei nel Cammino sei nella perdizione. Questo è un errore madornale che porta la gente ad allontanarsi dal vero insegnamento di Gesù Cristo, dal Suo Amore, dalla Sua Misericordia, e dalla Sua Vera Volontà per ogni anima. E a seconda delle circostanze personali, si potrebbe finire con l'autodistruggersi la fede, la vita, gli affetti, il futuro, e ogni benessere in generale.

Per certuni il dirlo implica che chiunque non partecipi al Cammino è perduto e dunque condannato da Dio. Per cui i battezzati che non fanno il Cammino sarebbero da considerarsi perduti, implicando che la Missione del Figlio di Dio sarebbe stata un fallimento e una menzogna (ma ciò è un'eresia!). La missione di Gesù Cristo era di farsi uomo e morire per i nostri peccati, così da ottenerci la possibilità di accedere al regno dei cieli, attraverso i Suoi insegnamenti, perché prima della morte e risurrezione di Cristo non c'era la possibilità di accedervi.

Riferitevi alla vita di Cristo nel Nuovo Testamento, ai Vangeli. Vi incoraggio, voi che leggete, a non farvi prendere dall'ira o dalla foga di giudicare, ma di considerare ciò che costui [testimonianza del 2017] vi sta dicendo. Vi posso dire che se avete dubbi o domande, pregate e chiedete di comprendere, perché costui dice la verità. Prego il Signore che aiuti, guidi, guarisca e dia pace a chi ha scritto tale testimonianza, e che comprenda che tutto ciò era destinato - a ragione - a educare altri. Dio vi benedica, e ricordatevi Matteo 7,15: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci».



Alcuni nostri commenti per chiarire qualcosa a chi non è un asino ragliante...

Chi lascia commenti nei blog non intende scrivere precisissimi trattati teologici, ma veicolare impressioni, idee, notizie, esperienze. Figurarsi se scrive da cellulare. Quindi evitiamo, cortesemente, di cercare il pelo nell'uovo, e andiamo all'essenziale. Quando il saggio indica la luna, lo stolto si limita a guardare il dito - e, desideriamo qui aggiungere, il furbetto fa finta di vedere solo il dito, anzi, solo l'unghia, anzi, vede un'unghia immaginaria e comincia a pontificare vastamente su quella.

I rapaci lupi dell'aristocrazia neocatecumenale vengono in veste di pecore ma vogliono sfruttare le vostre sofferenze, le vostre difficoltà, le vostre incertezze, per far crescere la setta di Kiko. Sono come dei bulli che cercano una vittima: perciò vanno respinti e denunciati. Avvertono sempre urgenza di manipolare i fratelli delle comunità - specialmente i più giovani e vulnerabili - perché il Cammino sta "invecchiando": le adesioni sono ai minimi storici, le comunità si estinguono (vengono fuse, o addirittura soppresse), i fratelli delle comunità hanno sempre meno figli (sicché si è "bruciato" anche il trucchetto di formare nuove comunità fatte di figli del Cammino).

L'importanza del commento tradotto qui sopra riguarda il fatto che il Cammino consente che avvengono abusi ai danni di persone deboli. In qualità di cattolici, noi respingiamo e condanniamo quegli abusi, quello sfruttare persone innocenti e deboli, quell'accusare falsamente di essere «senza fede» o «contro Dio» chiunque non si pieghi.

sabato 22 febbraio 2025

Catho-washing neocatecumenale - cioè l'ipocrisia degli eretici

Glossario per i non addetti ai lavori:

  • "Annuncio": autocelebrazione stagionale di Kiko, in cui annuncia sé stesso.
  • "Kerigma": le elucubrazioni "annunciate" da Kiko, farcite di eresie e di svarioni tragicomici.
  • "SRM": seminario neocatecumenale Redemptoris Mater, uno degli oltre cento avamposti kikolatri nel mondo, solitamente consistente in un presbikiko e un paio di "seminaristi".
  • "SRM Roma": il primo SRM aperto nel 1990 grazie al cardinal massone Ugo Poletti.
  • "Catho-washing": quando si aggiunge un po' di decorazione fintamente cattolica sopra un coacervo di eresie e malvagità, per farle sembrare cattoliche a chi non è abbastanza informato. Si applica il noto detto partenopeo: "Pascà, è inutile che aggiungi rum: una cacca non diventerà mai un babà".

Ci permettiamo qui sotto di spiegare alcuni termini da pagina 18 dell'Annuncio di Paskiko 2024, desiderando mettere alla luce la smania neocatecumenalizia di sembrare più cristiani dei cristiani.

 "Accompagnato dai sacramenti": per la nostra salvezza Nostro Signore ha istituito i sacramenti, non i "kerigmi" di autoeletti "iniziatori", nemmeno se questi ultimi si autoproclamassero "ispirati dallo Spirito". Infatto lo Spirito non suscita eresie, né ipocrisie, né malvagità, né pagliacciate liturgiche.

"Morire gli uni per gli altri": modo troppo pomposo per indicare la virtù della carità; nel Cammino, però, contiene il sottinteso che quella virtù vale solo all'interno delle comunità neocatecumenali e solo sotto la direzione dei cosiddetti "catechisti" del Cammino. Se compi un atto di carità verso qualcuno che non ti è stato indicato esplicitamente da tali "catechisti", infatti, "sei un superbo", "hai un idolo", "non stai facendo bene il Cammino", ecc.

"Perché il Kerygma porti frutto": «affinché le elucubrazioni di Kiko e Carmen continuino a produrre i pessimi frutti che hanno prodotto dal 1964 fino ad oggi». Frutti di idolatria, di ipocrisia, di mancanza di carità, di clericalismo, di eresia, di sacrilegi eucaristici...

"Crocifiggerci per gli altri": modo troppo pomposo per indicare la virtù della pazienza; stranamente non si tratta mai di esercitare tale virtù verso persone che criticano il Cammino...

"Amare il nostro fratello": fratello di comunità, s'intende; e s'intende che devono anche "volare le sedie", altrimenti non stai "facendo bene il Cammino". Invece, verso le persone esterne al Cammino, i neocatecumenali vengono addestrati a fingere di essere sempre calmi e sorridenti, in modo da poter dire all'interlocutore "ma perché si altera?", col sottinteso: "io non mi altero, dunque io ho ragione".

"Non resistere al male": ipocrisia pura, visto che sono abituati a minacciare azioni legali, compiere vendette e rappresaglie, fare mobbing e doxxing, verso chiunque critichi il Cammino - specialmente quando lo critica in modo pacato, documentato, e con testimonianze dettagliate. (Nota: per gli adepti di Kiko, una "testimonianza" è tale solo se favorevole al Cammino, a Kiko, e ai suoi pretoriani cosiddetti "catechisti").

"Lavanda dei piedi": un gesto liturgico della Chiesa interno alla liturgia del giovedì santo, che i neocatecumenali hanno staccato e alterato per trasformarlo in carnevalata autocelebrativa comunitaria.

"Sermone della cena": enorme fiume di parole kikolatriche, di cui se ne poteva proprio fare a meno. Chissà perché lo chiamano "sermone", come i protestanti. Forse per indicare che a parlare è un cosiddetto "catechista" laico anziché un sacerdote?

"Non accettiamo di essere umiliati dai nostri fratelli": sottinteso che i fratelli di comunità sono autorizzati a umiliare gli altri fratelli (alla faccia dell'amare il nostro fratello). Sottinteso del sottinteso: i cosiddetti "catechisti" devono umiliare tutti, ma non devono ricevere alcuna critica perché altrimenti "stai criticando lo Spirito"...

"È importante che non solo il presbìtero... si umilia": nel Cammino si comanda che il gesto liturgico del sacerdote debba essere scimmiottato dai laici. In questo caso col termine "umiliarsi" vogliono intendere un "accettare che qualcun altro reciti la scenetta del lavare i tuoi piedi". Ribadiamo che nella liturgia cattolica è il sacerdote a compiere il gesto, che ha valore simbolico (cioè non riguarda nel merito ciò che i partecipanti avrebbero da perdonarsi).

"Ma anche noi che ci mettiamo al servizio dei fratelli": si intende dei fratelli del Cammino; in quel contesto il "servizio" sarebbe il darsi da fare nel cerimoniale kikolatrico che scimmiotta (e modifica) il segno liturgico della lavanda dei piedi della liturgia cattolica.

"Prendendo su di noi i loro peccati": colossale idiozia, anche se volesse scimmiottare l'offrirsi come vittima per i peccati di altri. Infatti ognuno è responsabile dei propri peccati, e spesso è anche vittima dei peccati altrui. Ma anche se è possibile offrire preghiere e penitenze per le anime altrui, nessuno prende formalmente "su di sé" i peccati" degli altri, in quanto i peccati sono offesa a Dio (per cui non bastava una riparazione umana, non bastavano olocausti e sacrifici, se non quello di Nostro Signore, vero uomo e vero Dio). In altre parole, nel Cammino confondono i peccati con le sofferenze e le difficoltà...

"Significa accettare che la croce è...": bisogna diffidare di chi cerca di infilare significati diversi (anche se "eleganti") su ciò che fa e dice la Chiesa. Nella sua plurimillenaria saggezza, la Chiesa (che ci ha sempre insegnato che solo Dio merita adorazione) ha stabilito il rito dell'adorazione della croce, per farci meglio comprendere il Venerdì Santo, la Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo. In qualità di cattolici, seguiamo ciò che ha sempre fatto e celebrato e insegnato la Chiesa, senza infilare a forza "nuovi significati" (che hanno sempre il sottinteso che i "vecchi significati" insegnati dalla Chiesa sarebbero superati, incompleti, sbagliati).

"La croce è il cammino luminoso...": tanta pompa magna per evitare di dire che nel Vangelo l'espressione «rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (cfr. Lc 9,23) ci insegna che siamo chiamati alla salvezza attraverso le difficili circostanze della vita di ogni giorno, e che siamo chiamati a costo di rinnegare le nostre cattive inclinazioni (attraverso le penitenze, la preghiera, le opere buone) e i peccati (attraverso la confessione, l'unzione degli infermi, il battesimo).

"Vivremo una notte di festa": sono solo alcune comunità monastiche a passare la notte di Pasqua in veglia e preghiera. Nella Chiesa cattolica, infatti, a parte la "messa della notte" (che raramente comincia più tardi delle 23), non è richiesto di far levatacce o seratacce o nottatacce, tanto meno alle persone anziane, ai bambini, ai malati. La Chiesa non impone fardelli da farisei, ma usa il buon senso. Nel Cammino, invece, si fa la nottataccia con interminabile digiuno, e con grande cagnara alle sei del mattino - dove dei poveracci che bevono a stomaco vuoto si ubriacano o peggio, e altre scenette mondane tutt'altro che di manifestazione di fede nel Risorto.

"Anche i bambini la stanno desiderando": che ipocrisia! È come dire "il mio gatto è vegano".

"È un modo per catechizzarli": in senso kikiano, s'intende.

"Coloro che hanno terminato l'itinerario neocatecumenale sono chiamati a vivere 50 giorni di festa": chiamati da Kiko, non dalla Chiesa; festa per Kiko, non della Chiesa; e naturalmente dovranno continuare a pagare la Decima e a dipendere dai cosiddetti "catechisti", poiché il Cammino Neocatecumenale non termina mai, nemmeno dopo vari decenni quando sarebbe ufficialmente "terminato".

lunedì 17 febbraio 2025

A proposito di punteggi e di classifiche...

La "comunione seduti", in attesa che
che scatti il segnale manducatorio...
Premessa necessaria: come in ogni setta, anche nel Cammino vige la mentalità vittimista del "ci perseguitano, dunque abbiamo ragione", intesa a respingere ogni critica senza mai entrare nel merito. Proiettano il loro odio su chiunque getti luce sul Cammino. E quando proprio non riescono ad appioppare l'etichetta di "odiatore" (perché magari il bersaglio è un vescovo, o lo stesso Pontefice), si limitano a dire che "non capisce il Cammino" (come se delle future spiegazioni sicuramente lo convinceranno), "non ha fatto il Cammino" (come se occorresse fare esperienza della droga per poter maturare un giudizio sulla droga), addirittura dire che chi critica il Cammino "guadagna punti" su questo blog (che però, dal 2006 ad oggi, ancora non ha mai pubblicato punteggi né classifiche). 

Il Cammino Neocatecumenale contiene errori liturgici e dottrinali, che i suoi fautori ancor oggi si rifiutano di correggere. Non è "odio" il dirlo. È solo la verità.

Una delle mode imperanti nella Chiesa postconciliare è quella del voler dare valore alle proprie critiche incensando il soggetto criticato quel tanto che basta da sembrare equilibrati. Ora, c'è una seria differenza fra una disamina fatta elencando i pro e i contro, e una critica talmente fondata da non aver bisogno dell'ipocrisia del presentare qualche "aspetto positivo" per compiacere gli interlocutori. Dareste da bere a un vostro caro - o anche ad un estraneo - una bottiglia di minerale in cui c'è anche solo il sospetto che sia stato aggiunto un po' di arsenico? Stareste mica "odiando" quelle poche gocce anziché apprezzando tutta quell'acqua minerale? Il presentare gli "aspetti positivi" della minerale, cambia forse qualcosa delle poche ma letali gocce di arsenico che vi sono state disciolte o anche solo il sospetto che vi siano state disciolte?

Il Cammino è marcio fin dalle fondamenta, e i suoi "iniziatori" sono stati eretici per tutta la vita. Qualsiasi "lato positivo" del Cammino vogliate discutere, questi due punti fondamentali non cambiano.

Il marciume del Cammino è anzitutto dottrinale e liturgico. Fin dai suoi inizi, nel Cammino sono state insegnate dottrine erronee ed eretiche. Per di più i due spagnoli Kiko e Carmen hanno proclamato che il loro insegnamento era "ispirato dallo Spirito", col sottinteso che chi li criticasse - o anche solo facesse qualche correzione o osservazione critica -, stava con ciò stesso "rifiutando lo Spirito".

E lo stesso vale per le strampalate liturgie, zeppe di strafalcioni, abusi, veri e propri sacrilegi eucaristici (esempio): persino quando vent'anni fa papa Benedetto XVI comandò nero su bianco ai neocatecumenali di celebrare la liturgia cattolica senza modifiche arbitrarie, Kiko, Carmen e Pezzi scrissero il 17 gennaio 2006 al Papa che avrebbero disubbidito e continuato a celebrare la "comunione seduti". E ancor oggi, ogni sabato sera, nelle comunità del Cammino si continua a disubbidire al Papa, alla Chiesa, al proprio stesso Statuto (che recepì pienamente quelle «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005), a celebrare carnevalate e strafalcioni.

Ora, il professare eresie ti pone di fatto al di fuori della Chiesa, il celebrare carnevalate fa capire che la tua fede non è quella della Chiesa (poiché chi ha a cuore la fede della Chiesa vorrà celebrare solo la liturgia già valida per tutta la Chiesa): non si scherza coi sacramenti, non ci si "personalizza" la liturgia; solo chi ha una fede inquinata può considerare la liturgia cattolica inadatta alla propria fede. Gli strafalcioni liturgici del Cammino - dalle canzonette urlate alle orride suppellettili sacre, dalla modifica dei formulari (perfino quello della consacrazione: "Padre! Padre!") alla pagliaccesca "comunione seduti" (che ha dato luogo a innumerevoli sacrilegi eucaristici) - sono la più plateale testimonianza che la setta neocatecumenale professa una fede che non è cattolica, sebbene desideri spacciarsi per cattolica (poiché va pescando nuovi adepti solo nelle parrocchie...).

sabato 15 febbraio 2025

Rispondiamo ad alcuni dei tipici slogan kikolatrici che piovono spesso nello spazio commenti...

Premessa: per dire una menzogna bastano poche parole; per smentirla e fugare gli equivoci occorrono molte più parole. Per cui per replicare a pochi slogan neocatecumenali occorre qui un'intera pagina.

Altra premessa: nella mentalità degli aderenti alla setta "Cammino Neocatecumenale", è lecito e addirittura doveroso mentire e ingannare pur di salvaguardare il prestigio e i soldi della setta, dei suoi capicosca, e dei suoi autoproclamati "iniziatori" Kiko e Carmen.



Quando dicono "il Cammino è ispirato dallo Spirito" è una menzogna. Nessuno può autocertificarsi "ispirato dallo Spirito", perché è solo l'autorità della Chiesa a poter discernere in materia di cose spirituali (perfino l'apostolo Paolo, pur certissimo della straordinarietà della propria esperienza spirituale, prima di qualsiasi attività fu accolto da Ananìa, cfr. At 9).
E comunque anche quando comunemente si afferma che "XYZ è ispirato dallo Spirito" non significa affatto che le cattive opere, le ambiguità, gli errori di XYZ provengono dallo Spirito (in quanto lo Spirito non può ispirare ambiguità, errori, malvagità). E anche se il Papa dicesse - fuori da un contesto di magistero pontificio - che "XYZ è ispirato dallo Spirito", non può essere preso come un certificato di "provenienza dallo Spirito" applicabile gratis a qualsiasi parola o azione passata, presente o futura (infatti neppure il Papa può garantire che una persona o un ente, in un futuro anche molto vicino, non compiano malvagità e non diffondano errori).

Sì, le opere di vera carità possono essere indicate come "ispirate dallo Spirito". Però di vere opere di carità il Cammino ne conta davvero pochissime (dovute solo al buon cuore dei singoli; e comunque normalmente non sono gradite ai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali).
Il Cammino nel frattempo propala liturgie piene di strafalcioni, "catechesi" piene di errori, ambiguità e vere e proprie eresie, tracotanza e arroganza dei cosiddetti "catechisti", ipocrisia, autoreferenzialità e clericalismo dei neocatecumenali (non basta riempirsi la bocca di "ilsignore-ilsignore" per autoqualificarsi cristiani), inganni e menzogne e ipocrisie (mentendo persino ai propri adepti)... tutta questa robaccia è ispirata dal demonio, non dallo Spirito. Il Cammino è ispirato dal demonio, in quanto quella robaccia è la normalità, mentre le opere di vera carità sono la rara eccezione.
Quando usano espressioni come "...tutto questo odio verso il Cammino..." è perché furbescamente chiamano "odio" qualsiasi critica al Cammino, anche la più onesta. Rifiutano a prescindere ogni critica, anche la più documentata, perché sanno benissimo che se accettano anche su un solo punto secondario l'idea che il Cammino debba essere corretto, si finirebbe in breve tempo a dover correggere proprio tutto del Cammino.
Notare che è uno di quei tanti casi in cui il termine "Cammino" può indicare sia i suoi contenuti che i suoi membri e capi che ne dettano la linea. Ora, tutti gli ambienti umani hanno una propria quota di gente poco seria, di gente ipocrita, di gente cattiva... anche gli ambienti ecclesiali. Il vero problema è quante di quelle persone vengono lasciate pascere in posizioni di comando. Il problema è infatti la "linea" che viene imposta agli aderenti. Se un ambiente non è in grado di isolare le "mele marce", finirà per marcire tutto il raccolto.
Quando ti accusano dicendo "...tu giudichi!" è perché chiamano furbescamente "giudizio" qualsiasi critica al Cammino, anche la più onesta e documentata. Con "giudizio" intendono giudizio temerario, perché (coerentemente) hanno il terrore che qualcuno maturi liberamente convinzioni non favorevoli al Cammino. Come se pensassero che nessuno sia autorizzato a maturare convinzioni critiche sul Cammino.
Pretendono che per farsi un'idea sul Cammino uno debba prima "fare esperienza del Cammino", col sottinteso che se poi hai qualcosa da ridire allora non avresti fatto veramente esperienza. Fingono di non sapere che uno possa formarsi un giudizio sulla droga o sulla sodomia, pur non avendo mai fatto esperienza di droga o di sodomia.

Quando dicono "siamo approvati, le approvazioni", o sono totalmente ignoranti o stanno mentendo. La Chiesa non ha mai approvato - né mai potrebbe - la libertà di  celebrare strafalcioni e carnevalate, né la libertà di usare metodi che sfociano tipicamente in sacrilegi eucaristici. La Chiesa non ha mai approvato - né mai potrebbe - le eresie, la "scarnificazione delle coscienze", l'esazione - per di più ossessiva e non rendicontata - delle "Decime"...

Al di là delle "autoapprovazioni" fatte per mettere il Papa di fronte al fatto compiuto (e spesso miseramente fallite), quello che il Cammino ha visto "approvare" è solo una serie di linee guida generiche (come lo Statuto del 2008) oppure generici incoraggiamenti ai vescovi (come la Ogniqualvolta).

La menzogna e l'inganno sono letteralmente i pilastri fondamentali del Cammino. Per esempio vanno dicendo che i seminari neocatecumenali "Redemptoris Mater" sarebbero "diocesani" o addirittura "proprietà della diocesi". Che sono menzogne ben costruite. Infatti tali seminari sono intesi a formare preti secondo le esigenze del Cammino (loro vogliono pomposamente chiamarli "presbìteri") anziché secondo le esigenze della Chiesa (e puntualmente, quando si tratta di scegliere servire il Cammino o servire la Chiesa, preferiscono il Cammino - quei pochi che preferiscono di servire la Chiesa hanno subito abbandonato il Cammino). "Presbìteri" secondo la bislacca "spiritualità" del Cammino (ubbidire ciecamente ai cosiddetti "catechisti" anche se laici e anche se contraddicono il vescovo, celebrare le carnevalate liturgiche del Cammino, ecc.). In quei seminari del Cammino la diocesi non può mettere becco (e se il vescovo locale non ritiene un candidato adatto al sacerdozio, i neocat spediscono il candidato "in missione" presso qualche vescovo compiacente che lo ordina lo stesso).

Ancora proseguendo con l'esempio dei seminari R.M. spacciati per "diocesani": talvolta l'immobile è di proprietà della diocesi, ma solo perché i neocat non sono riusciti ancora a sgraffignarlo - si consideri ad esempio la truffa del seminario neocatecumenale di Guam (immobile della diocesi, la truffa della Deed Restriction e del certificato di proprietà falsificato, e il Board of Guarantors composto da tre neocatecumenali italiani e dal vescovo pedofilo neocatecumenale a titolo personale anziché a titolo di ordinario del luogo).

Ma i neocat mentono anche sulle cose sacre. Per esempio vanno dicendo che "...la liturgia neocatecumenale del sabato sera è considerata Messa domenicale". Furbescamente omettono di dire "da chi" sarebbe "considerata" tale: solo da loro, nel senso che andando alla liturkikia del sabato sera si sentono esonerati dall'andare in parrocchia (nonostante le «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005, parte integrante dello Statuto del 2008 (all'articolo 13), esigano che i neocat "almeno una volta al mese" vadano alla messa della parrocchia).

Ora, una Messa dei "primi vespri della domenica", cioè celebrata il sabato sera, può andar bene per il precetto domenicale ma nel caso dei neocat il loro scopo è di non aver nulla a che fare con le parrocchie, le diocesi, la gerarchia cattolica, se non per chiedere soldi e per adescare nuovi membri. E per di più le liturgie neocatecumenali del sabato sera non vengono celebrate secondo il Messale ma secondo le indicazioni di Kiko e Carmen, nonostante papa Benedetto XVI abbia esplicitamente vietato il 1° dicembre 2005 gli strafalcioni liturgici kikiani-carmeniani.

Quindi ciò che può essere vero in una parrocchia non neocatecumenalizzata ("liturgia dei primi vespri della domenica" celebrata in chiesa il sabato sera aperta a tutti i fedeli), non lo è nel caso neocatecumenale ("celebrazione degli strafalcioni kikolatrici il sabato sera in una saletta con sbarramento d'ingresso").
Nostro Signore ci ha detto: «il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato» (cfr. Mc 2,27). Chiarendo con termini di oggi, i precetti religiosi servono a sostenere la vita spirituale dell'uomo, non sono intesi ad essere un fardello autoreferenziale. Per cui non ha senso che i neocatecumenali celebrino separatamente dalla Chiesa. Non ci sono scuse.

Ai kikolatri piace parlare della crisi delle parrocchie e di porsi come soluzione a tale crisi. In realtà il Cammino non è una cura, ma un tumore. Ha desertificato le parrocchie in cui si è incistato, creando dolorose divisioni, spazzando via tutto per far posto alle deiezioni di Kiko. 

Ed anche oggi, che è sabato, nel chiuso delle salette neocatecumenali si procederà a celebrare la liturgia zeppa di strafalcioni, voluti da Kiko e Carmen, nonostante il Papa l'avesse vietata, e nonostante lo stesso Statuto del Cammino avesse fatto sue quelle «decisioni del Santo Padre».

sabato 8 febbraio 2025

Quando dicono "non mi risulta", sono ipocriti (o al più ingenui)

Nei suoi autoritratti,
Kiko si autorappresenta come il Redentore:
non vi "risulta"?
"Ho fatto il Cammino e non mi risulta che..."

Quante volte abbiamo sentito questa frase, che denota ipocrisia, ingenuità, arroganza.

Ingenuità: credere che se XYZ è una "prassi invalsa", allora è giustificata "sicuramente" da qualcosa. Ma questo è un errore madornale. Equivale a dire, alla vittima di un furto, che dopotutto oggidì i ladri vanno rapinando qua e là, "è una prassi invalsa", cioè che quel furto è "sicuramente" giustificabile, "non mi risulta che sia proibito". Che quindi, se nel Cammino è "prassi invalsa" l'obbligo di versare la Decima, allora la Decima sarebbe ben fondata, accettabile, giustificata, anche se la Chiesa Cattolica non la chiede, non la impone, non la consiglia, non la raccomanda, non la nomina neppure come possibilità per i cattolici di oggi (ed infatti la Decima non è prevista nemmeno dallo Statuto del Cammino: ve la fanno pagare e basta!). La Chiesa si limita a dire che tutti siamo chiamati alla carità, ciascuno secondo la propria libertà, e a raccomandare alcune prassi minime (come ad esempio l'offerta per le intenzioni di Messa) solo allo scopo di evitare abusi.
Invece nel Cammino hanno dovuto esasperare la rappresentazione di un problema dell'animo umano (l'attaccamento ai soldi) per giustificare l'esazione fiscale della Decima (come se quell'attaccamento svanisse solo se paghi il "pizzo" al Cammino).

Ingenuità: credere che se XYZ ha un nome elegante, allora è qualcosa di elegante, bello, desiderabile. È un errore madornale in cui ci cascano solo i bambini. Ed equivale a dire, alla vittima di un furto, che non è stata una rapina ma solo un "esproprio proletario". Immaginate la voce fantozziana della vittima: "ah, ma allora cambia!" Così come le Decime vengono estratte dalle tasche dei fratelli a suon di ricatti morali ("fa' un'elemosina che ti faccia sanguinare il cuore!", "un tesoro in cielo!", "sei troppo attaccato a Mammona!", "vi dovete provare sui beni!"...), allo stesso modo i neocatecumenali definiscono pomposamente "liturgia" quella che invece è solo una carnevalata autogestita, chiamando pomposamente "Decima" l'esazione di una tangente del dieci per cento del tuo reddito mensile, qualificando pomposamente "evangelizzazione" il tentativo di impiantare nuove comunità kikolatriche di Paganti Decima: sono tutte menzogne, sono tutti paroloni altisonanti che non rendono né giuste, né serie, né valide, né legittime, né eleganti tali iniziative.

Coppone-insalatiera
"designed by Kiko":
nella liturgia onorano KIko,
non Nostro Signore
Ipocrisia: se non so o se fingo di non sapere ("non mi risulta! mai sentito!"), allora non esiste. L'ipocrisia è un requisito essenziale per poter far bene il Cammino. È come fingere di non vedere che la spia della riserva è accesa: "bof, questo benzinaio non mi piace, proseguiamo il viaggio". Ma la spia della riserva - o, se volete, le critiche al Cammino - getta luce sul problema, ti avverte proprio per consentirti di risolverlo prima che sia troppo tardi. Il far finta di non sapere, il fare i finti tonti, dimostra che c'è una forte volontà di non risolvere i problemi, pur sapendo che esistono quei problemi. L'ipocrisia è uno dei pilastri fondamentali del Cammino: se stai soffrendo a causa del Cammino, è perché ti rifiuti di essere ipocrita, ti rifiuti di mentire a te stesso o agli altri, ti rifiuti di fingere.

Ipocrisia: sto facendo / ho fatto il Cammino, dunque ne so più di te. Questa è un mix di ipocrisia e arroganza. C'è l'ipocrisia del credersi più informati solo perché si è membri di... di una setta che sugli "arcani" e sui "segreti" ci ha costruito un intero sistema. "Non chiedere cosa verrà dopo!" (Non sia mai che tu scopra le bidonate che riceverai, non sia mai che tu venga a conoscenza delle porcherie che ti aspettano). E poi c'è l'arroganza del pretendere che tu, che non hai fatto le mie stesse "tappe" nella mia stessa "comunità", non possa essere al corrente di cosa c'è nel Cammino. È lo stesso che dire: "per maturare un giudizio sulla droga occorre drogarsi".

Arroganza: anche se so che dici la verità sul Cammino, mi rifiuto di ascoltare, e uso il "non mi risulta" come alibi. Se un fratello del Cammino avesse a cuore la verità, prenderebbe in considerazione anche le critiche al Cammino per capire quanto c'è di vero, per capire cosa bisogna correggere del Cammino.
Noi cattolici difendiamo la nostra fede ricorrendo alla verità. I neocatecumenali, per difendere la loro fede in Kiko, ricorrendo alla menzogna, all'arroganza, al fintotontismo del "non mi risulta", "non puoi capire", "non hai fatto esperienza del Cammino"...

domenica 2 febbraio 2025

Notizie da JungleWatch

Marchio e corporate brand della filiale australiana

Sul blog Jungle Watch nel corso degli ultimi anni sono comparse notizie sulle attività del Cammino Neocatecumenale sull'isola di Guàm (nel Pacifico, territorio incorporato degli USA), che hanno portato a scoperchiare non solo diversi grossi scandali della setta di Kiko e Carmen, ma anche a far conoscere la mentalità interna della setta. Attorno a tali scandali comparivano spesso nomi italiani (come l'ineffabile Gennarini, grosso supercatechista del Cammino e aspirante successore al trono kikiano), perché gran parte dei pretoriani di Kiko sono di Roma e di Madrid.

Da qualche tempo Jungle Watch si sta occupando di altri temi relativi alla fede e alla vita della Chiesa, ma occasionalmente emergono altre magagne in cui è in qualche modo coinvolto il Cammino.

Il caso più recente riguarda il gruppo di neocatecumenali di Guam che sotto lo pseudonimo "Diana" tiene un blog sul Cammino. Lo scorso 18 gennaio 2025, allo scopo di far sembrare innocente e perseguitato il vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron (condannato anche dalla Santa Sede), hanno scritto che "il Vaticano non ha mai specificato ciò di cui era stato trovato colpevole Apuron". Sono proprio abituati a mentire, con una faccia di bronzo incredibile, sono abituati persino a dire che la vittima del pedoApuron sarebbe consenziente, pur di difendere il vescovo pedofilo neocatecumenale. Il quale, non appena una delle sue vittime si era fatta pubblicamente avanti, scappò dall'isola.

Un altro caso è quello di tale D.C.Quitugua, presbikiko che vedemmo già all'opera a mobilitare Filoni pur di ostacolare la breve visita di un gruppo di laici cattolici al seminario neocatecumenale. Inutile precisare che se un pretino riesce rapidissimamente a mobilita un cardinale dall'altra parte del mondo per impedire una visita del genere, il pretino è kikolatra certificato, e il cardinale è altrettanto neocatecumenale. La mafia neocatecumenalizia si sente più potente di tutta la gerarchia e di tutte le leggi della Chiesa. Ed infatti ci arriva l'ennesima conferma dal fatto che il sullodato presbikiko Quitugua è nientemeno che amministratore parrocchiale a Darby, in Pennsylvania (arcidiocesi di Philadelphia), grazie a qualche vescovo amicone del Cammino, nonostante sia incardinato a Guam (ricevendone lo "stipendio"; notare che lì a Guam non vige alcuna forma di Sostentamento Clero, per cui sono le diocesi - cioè i soldi dei fedeli - a "stipendiare" in qualche modo i sacerdoti). Per di più, ha indicato come residenza un seminario Redemkikos Mater a pochi chilometri da lì. Già varie volte, negli scorsi anni, Jungle Watch aveva inutilmente chiesto come mai l'arcidiocesi di Agaña (Guam) avesse "a libro paga" diversi preti che non risiedevano sull'isola. I neocatecumenali sono sempre esperti parassiti capaci di vampirizzare le risorse dei cattolici.

Altro caso, quello di un presbikiko soprannominato Boboboy, che dopo lo scandalo di Apuron attorno al 2017 (in cui era fra i lacché più fidati del vescovo pedofilo neocatecumenale), aveva pazientemente tramato a suon di inganni e manipolazioni per "rifarsi una verginità", per poi proporsi al nuovo vescovo per riuscire infine a farsi incaricare di una delle parrocchie più importanti dell'isola e addirittura del compito di speaker per la Marcia per la Vita...

Quindi c'è stato il caso di tale presbikiko Caminiti, pare di origine italiana, defunto all'improvviso in circostanze poco chiare, riguardo alle quali la lettera del vescovo non chiarisce molto. Il presbikiko era stato accusato undici anni fa di cattiva condotta (sessuale) riguardo ad una donna adulta. Fra i commenti della stessa pagina leggo che il vescovo Byrnes, che era succeduto ad Apuron, aveva proceduto in almeno due diverse occasioni con l'esorcismo alla residenza episcopale, "per liberarla dalla presenza degli spiriti maligni". Byrnes, fu portato all'esaurimento nervoso proprio dall'ostile accanimento dei diabolici neocatecumenali.

mercoledì 29 gennaio 2025

Ricordiamo alcuni punti fondamentali

Gadget kikolatrici "liturgici"

Il Cammino Neocatecumenale si spaccia per cattolico ma non lo è. Non fatevi ingannare dalla parlantina neocatecumenale! I lorsignori della setta di Kiko e Carmen credono di poter alterare la realtà ragliando sempre più forte. Per cui ricordiamo qui sotto alcuni punti fondamentali per cui questo blog ha ancor oggi motivo di esistere.

Il Cammino, nonostante le possibili buone intenzioni dei singoli, è intriso di gravi errori riguardanti la fede e la morale. Inutile cercare alibi: quegli errori ci sono, e sono talmente tanti che per il bene delle vostre anime vi conviene abbandonare il Cammino e vivere la fede cattolica della Chiesa. Il Cammino è fondamentalmente idolatria per gli autoproclamati "iniziatori" Kiko e Carmen, e idolatria di sé stesso: infatti non ha niente di cattolico, tranne un po' di decorazione superficiale.

Le cosiddette "catechesi" di Kiko e Carmen sono dimostrabilmente zeppe di errori, ambiguità, strafalcioni, vere e proprie eresie. I due eretici spagnoli non hanno mai voluto correggere nulla, in quanto si sono autoconvinti di essere "ispirati dallo Spirito" (e addirittura hanno accusato chiunque non fosse d'accordo con loro, di star "resistendo allo Spirito"!). Ma lo Spirito Santo - che è Spirito di verità - non può ispirare errori, ambiguità, strafalcioni, vere e proprie eresie, né tutte le ingiustizie perpetrate dai cosiddetti "catechisti" della setta neocatecumenale.

L'autorità della Chiesa non ha mai "approvato" tali strafalcioni, errori, eresie. Le cosiddette "approvazioni" riguardanti il Cammino e i suoi contenuti riguardano solo aspetti giuridici e organizzativi, e qualche incoraggiamento per i fratelli di buon cuore. Nessuno di quegli errori è stato approvato. Dopotutto perfino i modernisti ci vanno piuttosto cauti ad approvare novità "a scatola chiusa". Inoltre ci sono circostanze sospette attorno ad ognuna di tali "approvazioni": per esempio il 30 agosto 1990, dopo un pranzo con fiumi di vino, Cordes diede da firmare al Papa un foglietto scritto in gergo neocatecumenalizio (l'Osservatore Romano si rifiutò di pubblicarlo perché temeva che la firma non fosse legittima); per esempio l'assordante silenzio di Giovanni Paolo II nel 2002 e quello di Benedetto XVI nel 2008 quando gli statuti furono approvati da Rylko mettendo entrambi i Pontefici di fronte al "fatto compiuto"... Il Cammino, chissà perché, usa sempre e solo gli strumenti del demonio: inganni, disubbidienze, trabocchetti al Papa...

Le cosiddette "catechesi" di Kiko e Carmen non sono mai state ufficialmente pubblicate, neppure dopo che il fu Pontificio Consiglio per i Laici approvò la pubblicazione. Se venissero ufficialmente pubblicate, chiunque - nel Cammino e fuori dal Cammino - potrebbe verificare che ai neocatecumenali vengono tuttora insegnate sempre le stesse eresie, ambiguità, eresie.

Nella mentalità neocatecumenale è lecito mentirti e ingannarti, se ciò è utile per il prestigio e i soldi della setta. Pertanto se alla cosiddetta "tappa" del Padre Nostro ti martellano in continuazione per dirti che sei "figlio del demonio", poi non possono fare i finti tonti dicendo che era solo per farti rinunciare alle opere del demonio. Noi cattolici, invece, siamo figli adottivi di Dio, e l'autorità della Chiesa ci insegna che riguardo al demonio si possono commettere due madornali errori - cioè il sottovalutarlo... e il sopravvalutarlo.

È da decenni che circolano sempre più testimonianze sfavorevoli al Cammino, ma per i kikolatri sarebbero tutte false. Quando insistentemente chiedono di conoscere nomi, date, luoghi, è perché vogliono vendicarsi (e sì, loro, quelli della "fede adulta", quelli del "non resistete al male", il male vogliono compierlo, vogliono vendicarsi, vogliono farti mobbing, doxxing, molestie, credendo così di onorare gli idoli Kiko e Carmen).

Le carnevalesche liturgie neocatecumenali dimostrano che la "fede adulta" dei kikolatri è in realtà una "fede adulterata". La liturgia rispecchia inevitabilmente ciò in cui credi. E dunque se Kiko e Carmen hanno sempre preteso quella liturgia degli strafalcioni, con battimani, furenti sgrattugiate di chitarrelle e charangos, con caciara di bonghetti, nacchere e tamburelli, col ridicolo girotondino col passetto, e la celebrazione in salette isolate, con seggiole pieghevoli, con tavolinetto smontabile imbottito di fiori e prodotti ortofrutticoli, con gadget e parafernalia Made in Kiko e totalmente kikizzata... "a un certo punto Fantozzi ebbe un leggerissimo sospetto".

L'esistenza del Cammino è una delle migliori conferme della grave crisi che sta vivendo la Chiesa da oltre sessant'anni.

martedì 28 gennaio 2025

Ripristino blog

Avviso tecnico: lo scorso 17 ottobre 2024 questo blog ci era stato automaticamente disattivato (ma la piattaforma non aveva fornito alcuna motivazione agli amministratori), e contestualmente disattivate tutte le operazioni diverse dalla cancellazione del proprio profilo (sempre senza fornire motivazione).

La situazione kafkiana si è sbloccata solo stasera, 28 gennaio 2025, senza alcuna modifica di pagine o commenti da parte degli amministratori. Dobbiamo probabilmente ringraziare i "miracoli" delle intelligenze artificiali (i non esperti di informatica credono che le AI siano espertissime e infallibili... sì, nel fare pasticci). Già in passato, per un periodo di alcuni mesi, alcune pagine di questo blog (e di altri blog come Chiesa e Postconcilio), erano state arbitrariamente disattivate dalla piattaforma (per poi essere riattivate dopo alcune settimane) senza che venissero fornite motivazioni.

Dopo oltre tre mesi riprendiamo dunque le pubblicazioni.

Ne approfittiamo per ringraziare tutti i lettori che ci hanno scritto esprimendoci solidarietà, e tutti coloro che pur volendo farlo non sono riusciti a contattarci.
Ricordiamo a loro, e a voi, che questo blog non ha scopo di lucro, non accetta donazioni (se proprio volete farle, scegliete un qualsiasi monastero di clausura dove si celebri degnamente la santa liturgia, e donate liberamente), e trae conforto per ogni anima che ripudia l'eresia neocatecumenale e riabbraccia la fede cattolica.

mercoledì 9 ottobre 2024

Il gatto & la volpe, da 50 anni negli USA

Lo scorso 7 luglio 2024, nel palazzetto dello sport Barclays Center di Brooklyn, New York, si è festeggiato il 50° del Cammino "dallo sbarco del Gatto e la Volpe" negli USA (nel 1974).

Il vostro adorato Kiko non ha partecipato allo show (né l'équipe dirigenziale), collegandosi soltanto via etere (in un video si vede una persona che esibisce un telefonino dove il Kiketto disfatto e con lo sguardo perso "partecipa" all'evento).

In un palazzetto dello sport che può contenere al max 19.000 persone, sfidando ogni accertamento sulla sicurezza (pena multe salatissime), si dice vi fossero oltre 20.000 neocatecumenali statunitensi e delle isole del Pacifico (figli compresi, a far numero). Fra i presenti, vescovi dal New Jersey a Brooklyn, ma niente O'Malley. Molto strano...

Nel suo collegamento, Kiketto ha rimembrato il suo sbarco negli USA (1974), dicendo che visitò molti parroci di un lista che gli aveva fornito il card. Terence Cooke.

Perché la lista gliela fornì proprio Cooke?
Mah...
Da quel che sappiamo questo cardinale (e molti altri negli USA) simpatizzava con la Massoneria, augurandosi che la Chiesa Cattolica finalmente abolisse il divieto di appartenervi.

Nel 1974, grazie ad un equivoco o mala interpretazione di una lettera che la CDF aveva fatto pervenire, si cantò vittoria e circolarono copiosi articoli sulla stampa americana in cui i vescovi affermavano che, finalmente, dopo il Concilio Vaticano II l'appartenenza alla Massoneria era permessa, salvo che la Loggia non andasse contro la Chiesa.

Il card. Cooke, nel 1976, fu il primo prelato cattolico romano di quel rango a parlare a un'importante assemblea di 3.000 massoni della Grand Lodge of Free and Accepted Masons.
Le parole usate suonano inequivocabili:
- deplorò i passati allontanamenti tra “i vostri antenati” e “alcuni chierici”
- "è stato un "evento gioioso" sulla "strada dell'amicizia" tra la Chiesa cattolica romana e la fratellanza massonica"
- "l’estraniamento tra la Chiesa e i massoni in passato” era dovuto in parte a un fallimento nella comunicazione"
- "molti dei problemi del mondo moderno sono dovuti a tali fallimenti. Nella carità dobbiamo perdonare tale errore umano. Qualunque cosa sia accaduta in passato, non dovrebbe influenzare il nostro futuro”.

Negli anni in cui si condannava la teologia della liberazione, il card. Cooke sosteneva pubblicamente la guerra in Vietnam e addirittura organizzò una contro-manifestazione, durante una manifestazione contro la guerra a Central Park nel 1968.

Un gruppetto di fedelissimi al cardinale ha iniziato una causa di beatificazione nel 2010, ma ad oggi ancora tutto è fermo anche se, come la supersanta neocatecumenale Sancarmen Santhernandez, ha ottenuto anch'egli il titolo di servo di Dio.

Insomma, nei primi anni '70 a favore del Cammino, il card. Cooke nel 1974, Bugnini nel 1976, e poi Poletti...

Ecco chi sosteneva lo sconosciuto Kiketto vostro: i prelati in odor di massoneria.
Grazie, internet, altrimenti queste cose non si sarebbero sapute mai.

Marco


p.s.: nel video vedrete i tavolacci dove le focacce neocatecumenali sono allineate in attesa della consacrazione, proprio sotto gli spalti alla mercé di qualsiasi passante e nel disprezzo di qualsiasi norma igienica minimale.

domenica 29 settembre 2024

La bufala della Decima "per i fratelli poveri" della comunità neocatecumenale

"Kiko si vuole incontrare con te"...
Però ci scrivono "Cristo" per ingannarti.
E per fregarti meglio, non ti scrivono che è un
reclutamento del Cammino Neocatecumenale
La questione della Decima ai "fratelli poveri" non è per niente come viene raccontata.

Innanzitutto la si può dare ai "poveri" solo se ne avanza, dopo il saldo di tutte le altre spese e degli anticipi.

Inoltre, se i "poveri" sono più di uno, è il responsabile che decide a chi darla, secondo criteri suoi.
Se uno chiede tutti i mesi, a volte non gli verrà data per darla ad altri, per esempio.
Se uno chiede una somma, può ricevere una somma inferiore per poter accontentare tutti.
Si può adottare il metodo del "chi primo arriva meglio alloggia", dandola soltanto a chi ne fa richiesta per primo e non agli altri.

Insomma, siccome la decima viene maneggiata solo dal responsabile, che sa anche quanto è l'importo, il fatto di ricevere o meno dipende dal ricavato, dalle spese e dalla gestione del responsabile.
Non è per niente scontato che il "fratello povero" ottenga ciò che chiede.

E poi, i furbetti, predicano di dare comunque la decima anche se si è in difficoltà, perché richiederla indietro sarebbe un "esercizio di umiltà".
In realtà è una trappola, perché non è assolutamente garantito che la si possa avere indietro.

Ed è anche un "esercizio di umiltà" stupido, dare per poi richiedere.
"Liberarsi da Mammona" per poi chiedere Mammona.

La questione è sempre questa: nelle comunità ci sono i ricchi e i poveri, nessuno mette i propri beni ai piedi degli "apostoli" perché vengano divisi secondo le necessità.

Io ho fatto 35 anni di cammino e chi ha iniziato da ricco è rimasto ricco, mentre chi ha iniziato da povero è rimasto povero.
Chi aveva molte case se le è tenute, come si è tenuto la casa al mare, per esempio, alla faccia di chi non possedeva nemmeno una casa.
Il Cammino è per i furbi o per gli ingenui.

(Marco)

mercoledì 11 settembre 2024

Contrordine, fratelli di comunità: Kiko rivaluta la "religiosità naturale"... perché servono supporters per la falsa Sancarmen Santhernandez

Benedetto XVI accerchiato dai
«nuovi falsi profeti» Kiko e Carmen
(complimenti per il product placement)

Diceva Kiko: "Questa la nostra religiosità naturale: quella che ci fa rivolgere a santa Barbara quando tuona."

Oggi dice Kiko: "Se avete un problema, rivolgetevi a santa Carmen! Poi scrivete le grazie ricevute ed indirizzatele alla mail..."

Questi neocatecumenali sono tutti religiosi naturali: se nella loro vita tuona, si rivolgono addirittura a una che non è nemmeno santa!

Ma il primo religioso naturale è Kiko e tutta la sua banda apicale: raccomandano addirittura la religiosità naturale ai loro sottoposti, per risolvere problemi e problemucci presso la non ancora santa a cui sono devoti.

Ma santa Barbara morì martire. E nel 306 non c'era nemmeno una casella di posta a cui inviare le grazie ricevute. E la Carmen?... Come minimo non hanno le idee chiare, ma credo che si tratti di molto peggio. 

Marco

mercoledì 14 agosto 2024

La (inutile) lettera di Pasquale

https://blogimg.goo.ne.jp/user_image/24/b8/86984e77954ba4ce3498397b06ed95ea.jpg
Giappone: pagliacciate kikolatriche
(il girotondino col "passetto" e i battimani)
inflitte dai "missionari" neocatecumenali

Premessa importante: il Cammino Neocatecumenale è «un cavallo di Troia... una setta protestante-ebraica, che di cattolico ha solo la decorazione». Le sue celebrazioni religiose sono molto diverse da quelle della Chiesa cattolica. Il suo insegnamento (le cosiddette "catechesi") è molto diverso da quello della Chiesa cattolica. Ma soprattutto, al suo interno vige tutta una serie di porcherie (per esempio l'obbligo di pagare le "Decime", l'ubbidienza cieca ai cosiddetti "catechisti", le confessioni pubbliche, ecc.), per cui se qualcuno vi parla bene del Cammino dicendo di averlo frequentato, o lo ha frequentato troppo poco, o sta mentendo.

Qualche anno fa era comparsa sui social neocatecumenali la lettera di un certo Pasquale dalla comunità neocatecumenale del carcere di Poggioreale, a Napoli. Dal carcere, tale Pasquale aveva scritto nientemeno che a Kiko Argüello, autoeletto "iniziatore" del Cammino, parlandogli di certe cosiddette "catechesi" tenute da dei cosiddetti "catechisti" i quali avevano parlato di «un certo Kiko, spagnolo» che aveva fondato un certo «Cammino Neocatecumenale», di una certa "liberazione dalle schiavitù", dopodiché se ne sono andati a casa loro e i vari Pasquale sono invece rimasti in carcere. (i kikolatri chiameranno "miracolo" ogni conversione alla kikolatria, ma cala improvvisamente il silenzio tombale quando qualcuno abbandona la kikolatria per tornare alla Chiesa cattolica)

Il citato Pasquale è cascato nella trappola kikolatrica probabilmente solo perché l'ultima volta che aveva avuto a che fare con la Chiesa fu da bambino quando venne battezzato. Quando il Cammino dice di star convertendo i "lontani", in realtà sta dicendo che può far colpo solo su chi ignora le cose della fede. Se il citato Pasquale avesse avuto un po' di infarinatura dottrinale e un minimo di vita sacramentale, non avrebbe preso sul serio le corbellerie che i cosiddetti "catechisti" (dotati esclusivamente del mandato di Kiko, non certo "inviati dal vescovo" o "dal Papa" come -mentendo- sono soliti affermare) sono andati a propinargli.

La sua lettera, scritta in spagnolo e poi opportunamente svanita dal blog kikolatrico che l'aveva pubblicata (nonostante fosse il solito inutile peana pro-Kiko), era tutto un entusiasmo per "il Signore", "la celebrazione", "la Parola", "l'allegria", "la Bibbia"... Vorrei vedere la sua allegria quando gli pioverà addosso la tegola dell'obbligo delle Decime. Il Cammino è sostanzialmente una truffa: inizia con l'entusiasmo, prosegue col finto entusiasmo, continua in eterno a spolparti per bene con l'ipocrisia del fingere entusiasmo.

L'aspetto tragicomico della faccenda è che questo Pasquale è uno dei pochi che potrebbe risultare almeno un pochino credibile qualora vantasse che il Cammino lo ha sottratto dalla droga, dalla tentazione di affiliarsi alla camorra, eccetera (a differenza del tipico travet neocatecumenaloide che prima viveva tranquillamente tutto casa e parrocchia e poi, dopo le cosiddette "catechesi iniziali", va vantandosi che il Cammino lo ha sottratto da una vita di aborti omicidi droghe divorzi discoteche eccetera). Magari Pasquale può vantarlo con sincerità, in seguito sarà obbligato a vantarsene (possibilmente inventando nuovi e più spettacolaristici particolari) perché il Cammino esige il tuo show da "Grande Convertito", esige liturgicamente che tu lodi senza sosta il Cammino e i suoi autonominati "iniziatori" e la gerarchia di cosiddetti "catechisti", e nel frattempo - sempre attraverso ricatti morali - esige il pagamento di "decime" e collette e quant'altro. Pecunia non olet...

Lo scopo del demonio è quello di allontanare le anime da Dio, e generalmente gli conviene allontanarle a poco a poco, magari addirittura instillando un entusiasmo religioso (ma indirizzato subdolamente verso l'idolatria, come ad esempio il Cammino e i suoi due autoinventati "iniziatori" spagnoli), ed instillando una "allegria" che è fondata sul Signore solo a parole (ma nei fatti è fondata solo sull'identitarismo, solo sul proprio club di appartenenza, cioè si menziona "il Signore" ma si intende sé stessi, la propria attività, la propria etichetta, i propri autoproclamati "iniziatori" e "catechisti": tutta autoreferenzialità). Quel povero Pasquale, per quanto in trappola, prima o poi si sarà trovato di fronte al bivio, cioè di fronte alle ineluttabili domande: come mai nella Chiesa si insegna una cosa diversa da quella del Cammino? come mai nella Chiesa si celebrano i sacramenti in maniera diversa dal Cammino? mi conviene scegliere la Chiesa, o scegliere di rimanere nel Cammino? E chissà che la sparizione dal web della sua lettera non sia dovuta proprio a questo rendersi conto di essere stato buggerato dalla setta eretica di Kiko e Carmen.

Da notare che a far proselitismo in carcere sono non soltanto i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali, ma anche i protestanti e altre sètte. La sporadica presenza di qualche sacerdote cattolico non cambia la situazione. Grazie alla protestantizzazione dell'Italia, il sacerdote cattolico, quand'anche cappellano del carcere, è solo una minoranza tra le tante, e le "tante" sono immensamente più zelanti. Ce lo insegna in particolare un episodio della vita di santa Francesca Cabrini, che durante il viaggio in nave tentò di organizzare una raccolta fondi per i poveri, e fu superata in zelo, organizzazione, show, presa sul pubblico, successo, tempismo, incassi, da un ministro protestante. La giovane commentò: i ministri di satana sono sempre più zelanti dei ministri di Dio. Fu una lezione che la segnò per tutta la vita. Quelle sue parole le ricordo sempre ogni volta che qualcuno parla dell'apparentemente infaticabile attivismo proselitista dei cosiddetti "catechisti" del Cammino. 


E invece, nella Chiesa cattolica...

Chiariamoci: è normale l'entusiasmo di chi riprende a poco a poco un percorso religioso a causa dell'imbattersi in una realtà ecclesiale (movimenti, associazioni, parrocchie, conventi, anche solo l'avere un'amica suora). È normale che uno possa considerare importante, meritevole, consigliabile, ciò che ha incontrato e che in qualche modo gli ha cambiato la vita. Ma per quanto buono, si tratta di uno strumento, non del fine. Il fine è la salvezza del singolo. La Chiesa non è una federazione di club, la vita di fede non è un campionato, la salvezza non la produce la tessera di appartenenza a tale o talaltro gruppo.

Di fronte a Dio non conta il club di appartenenza. Conta la propria fede: senza fede non ci si salva. E contano le proprie opere buone: la fede senza opere è vana. Dunque si deve necessariamente dedurre che movimenti e associazioni a volte possono essere un apprezzabile sostegno per la propria vita di fede, altre volte possono essere solo un'etichetta, un club a cui appartenere, seguendone le attività, il gergo, gli orari, ma che in fin dei conti aiuta poco o nulla la propria fede personale. Cioè, in quest'ultimo caso, o è uno spreco di risorse, o è addirittura la via per la perdizione. Davanti a Dio la validità di un movimento o associazione riguarda la crescita spirituale del singolo, non robette come i numeri degli iscritti ("500mila neocatecumenali in 293 paesi!"), delle attività ("abbiamo oltre 128 seminari! facciamo la convivenza mensile in albergo!"), degli applausi ricevuti ("da 153 grossi vescovi! Kiko evangelizza i vescovi con la Nueva Estetica che salverà la Chiesa!")...

Chiunque abbia avuto a che fare col Cammino, anche senza farne parte, scopre rapidamente che i neocatecumenali:

  • dietro la maschera di mansueti agnellini si nascondono persone ignoranti che vogliono restare tali, spesso ipocrite e arroganti (perché così vengono addestrate: quando la verità smentisce il cosiddetto "kerygma" di Kiko, quando il Magistero e la Tradizione letteralmente sbufalano le cosiddette "catechesi" del Cammino, l'unico modo di non correggere il Cammino e i suoi autonominati "iniziatori" è quello di ricorrere alla fuga, all'ipocrisia, all'arroganza, al fintotontismo);
  • dietro il tanto ciarlare "ilsignore-ilsignore" si nascondono l'autoreferenzialità e l'idolatria (se il Signore fosse davvero "al primo posto", inevitabilmente tante ingiustizie del Cammino e dei suoi autonominati "iniziatori" verrebbero corrette o eliminate... specialmente se te lo chiede il Papa, come fece Benedetto XVI attraverso la lettera del 1° dicembre 2005, a cui ancor oggi i neocatecumenali disubbidiscono);
  • dietro l'attivismo neocatecumenale c'è solo l'espansione della propria setta: un kikolatra si rallegra non della conversione delle anime a Dio ma della conversione delle anime a Kiko. Per un kikolatra è gran festa l'adesione di un nuovo membro alle comunità neocatecumenali, ma resta indifferente di fronte alla conversione di un'anima all'unica vera fede dell'unica vera Chiesa;
  • dietro quell'affannarsi a voler sembrare più cristiani dei cristiani, si cela l'idea che sarebbe lecito e addirittura doveroso mentire e ingannare tutte le volte che ciò sia utile al prestigio e ai soldi della setta e dei suoi capicosca.
In poche parole, il Cammino è una setta perché chiama "evangelizzazione" solo la propria crescita, chiama "conversione" solo l'aderire al kikismo-carmenismo, chiama "salvezza" solo il "far bene il Cammino", chiama "carisma" solo le elucubrazioni dei propri autonominati "iniziatori" spagnoli, chiama "dialogo" solo ciò che dà ragione (o prestigio, o soldi) al tripode Kiko-Carmen-Cammino, chiama "demonio" qualsiasi parola o azione che possa intaccare il prestigio, i soldi e il numero degli aderenti della setta.

domenica 28 luglio 2024

Il Cammino salva a grappoli o Gesù salva personalmente?

L’accostarsi dei laici alla lettura diretta delle Sacre Scritture è cominciato negli anni sessanta, quando la società era intrisa di spirito di contestazione che sarebbe esploso col Sessantotto.

Questo clima di demonizzazione del passato ha portato molti cristiani a “studiare” la Bibbia a “orecchio” senza tenere conto della Tradizione della Chiesa, un po’ come fanno i protestanti.

La pazienza della Chiesa nei confronti dei praticoni biblici ha permesso che molti cattolici, passata la sbornia di novità e anarchia, abbiano poi ritrovato la via dell’ovile. Ma in alcuni casi, soprattutto nelle realtà ecclesiali elitarie e poco propense a mischiarsi con gli altri cattolici, come il Cammino Neocatecumenale, a volte è ancora vivo un istinto protestantico dovuto all’imprinting degli inizi.

Fatto sta che molti di questi cristiani duri e puri, anche se credono nella Chiesa, alla prova dei fatti spesso sono sopraffatti dall’istinto protestantico, come Mr. Hyde quando prevaleva sul Dr. Jekyll, rischiando di “predicare” un vangelo diverso da quello della Chiesa.

Ricordo che, quando ero ancora un bambino, un giorno mio nonno mi portò a caccia con sé e col suo magnifico Setter irlandese, cane con un formidabile istinto predatorio verso i volatili che, però, era stato abituato a convivere pacificamente con papere e galline.

Quel giorno la caccia non andò bene e il cane, con l’adrenalina a mille ma frustrato nel suo istinto, passando vicino a una casa colonica, alla vista di una gallina fu vinto dall’istinto e non ci fu verso di farlo “ragionare”, e la gallina venne sbranata.

Allo stesso modo, il pericolo che corrono certi neocatecumenali è quello di sentirsi istintivamente attratti più dai "mamotreti" che dal Catechismo della Chiesa Cattolica, più dall’interpretazione privata della Scrittura, che dalla Sacra Tradizione, cosicché rischiano di “predicare” delle boiate pazzesche.

Ad esempio, l’enfatizzazione della salvezza a “grappoli” a scapito della salvezza PERSONALE.

Questo abbaglio può avvenire perché, al contrario della Tradizione della Chiesa, l’interpretazione “fai da te” della Bibbia spesso non fa la giusta distinzione tra l’Antico Testamento e il Nuovo, nel senso che confonde l’Antico Testamento inteso come libri biblici redatti prima di Cristo, che sono parola di Dio, con l’Antico Testamento inteso come Legge antica, che è stata abolita da Cristo.

Infatti, per essere capiti, i libri dell’Antico Testamento vanno interpretati alla luce della nuova legge portata da Cristo, che è la legge dello Spirito Santo, altrimenti avviene che non si parli di santificazione personale ma, proprio come prevede la legge mosaica, si parla principalmente di salvezza comunitaria, fatta di regole che, se applicate fedelmente, permettono al popolo di arrivare nella terra promessa, che però, per i cristiani, è solo la figura della salvezza.

Religiosità naturale o gesto magico-superstizioso?
Gli ebrei più antichi, infatti, quelli dell’Esodo e della conquista della Terra promessa, non concepivano una salvezza personale perché non avevano il concetto né di anima, né di vita eterna, ma credevano che, dopo la morte, rimanessero solo le “ombre” degli uomini che, incoscienti o semi incoscienti, vagavano nel regno dei morti, per cui, per loro, la salvezza si concretizzava soprattutto materialmente, sulla terra, attraverso il popolo. Perfino ai tempi di Gesù sussisteva ancora una minoranza che non credeva nella vita dopo la morte: i Sadducei.

Ma Gesù parla chiaramente di salvezza PERSONALE.

Per Gesù il popolo di Dio è un popolo nuovo, quello costituito dalla Chiesa, che è il luogo e il mezzo attraverso cui ci si salva, perché dalla Chiesa scaturisce la grazia, ma a determinare la salvezza di ognuno è la risposta personale alla grazia.

Perciò il rischio è che i "camminanti" possano scambiare la Chiesa, che è un popolo che trascende ogni popolo senza annullarlo, per una comunità particolare che abbia le stesse tradizioni religiose, lo stesso linguaggio e faccia lo stesso cammino, come i popoli della Terra.

Cioè, il pericolo è che si possa scambiare il Cammino per la Chiesa, e la Chiesa per un popolo simile a quello dell’Antico Testamento.

Dichiarazioni quali: “noi siamo Chiesa” invece di “noi siamo parte della Chiesa”, lo lasciano supporre.

giovedì 18 luglio 2024

L'eresia neocatecumenale e la visione deformata di Kiko che la fa nascere: "Dio non c'entra"

Nostra traduzione di una pagina di Glaucon Jr dal blog Adventures in Tradition, pubblicata ad agosto 2016.

La visione deformata di Kiko
prima parte: la chiesa di Kiko

Avendo aperto la discussione su cosa c'è che davvero non va nel Cammino Neocatecumenale, inizierei col dire quanto mi sono sbagliato quando in un post recente pensavo che si potesse dialogare: non c'è alcuna possibilità di intavolare un dialogo con loro. La loro capacità di dialogo è quanto quella una figurina di terracotta. Dubito persino che con loro si possa parlare del meteo perché anche in tal caso vi risponderebbero a vanvera, dicendo che Tim è a capo di un complotto che lamenta che Hon fa piovere a Maina e uscire il sole a Ylig, e che se parlo loro del meteo non avrei abbastanza titoli di studio in metereologia a meno di non ascoltare le "catechesi" di Kiko sulle previsioni del tempo: solo così saprei di cosa sto parlando.

Insomma, parlare con loro è come parlare di aritmetica con un bambino di quattro anni che pensa che 2+2=22. Nella testardaggine e nella foga di dimostrare di sapere, si rifiuteranno di accettare spiegazioni: non conoscono né la "struttura" né la "logica" di ciò di cui stanno discutendo. Proprio ciò che succede coi neocatecumenali: non possiamo parlare, o dialogare, o arrivare a un minimo di intesa (o almeno un chiaro disaccordo) perché nonostante abbiamo in teoria una fede in comune, non abbiamo in comune una terminologia, un comune linguaggio della fede, con cui poter farci capire.

L'eresia e la sua causa

Alla luce di ciò devo dire che tutto questo parlare di Eucarestia e altari ha fatto emergere un accanitamente brutto isolamento da parte dei neocatecumenali sul loro blog. Anziché dire "sì, su questo e quello siamo d'accordo ma non su quell'altro", pubblicano cacofonie di dichiarazioni secondo cui Chuck non conoscerebbe l'insegnamento della Chiesa, don Hardon (di venerata memoria) non avrebbe conosciuto gli insegnamenti della Chiesa, scommetteteci pure che a detta loro non la conosceva neppure il cardinal Arinze e nemmeno il vescovo Sheen, nemmeno san Tommaso d'Aquino, nemmeno Garrigou-Lagrange. In altre parole, sono convinti di conoscerlo solo loro, devoti di Kiko, e tutti noialtri saremmo eretici.

E tutto questo è un problema perché i più non considerano cosa si intende esattamente per eresia:

Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 2089 spiega: L'incredulità è la noncuranza della verità rivelata o il rifiuto volontario di dare ad essa il proprio assenso. « Viene detta eresia l'ostinata negazione, dopo aver ricevuto il Battesimo, di una qualche verità che si deve credere per fede divina e cattolica, o il dubbio ostinato su di essa; apostasia, il ripudio totale della fede cristiana; scisma, il rifiuto della sottomissione al Sommo Pontefice o della comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti ».
In altre parole:
  1. devi sapere che viene insegnata una certa verità di fede
  2. che tale verità è necessaria (esempio: dobbiamo credere al dogma dell'Immacolata Concezione, ma non siamo tenuti a credere che Nostra Signora è apparsa a Fatima)
  3. devi ostinatamente rifiutare di accettare tale verità in virtù di tali altri fattori.
Per noi cattolici è importante ricordare che l'opinione dei Padri e Dottori della Chiesa è che la causa dell'eresia, in ultima analisi, è un'eccessiva attenzione su un aspetto particolare del dogma, a detrimento di qualche altro aspetto. L'eresia ariana ne è un chiaro esempio: Ario diede tanta enfasi all'umanità di Cristo da rifiutare categoricamente la Sua divinità, affermando che Cristo sarebbe stato la più importante e alta creatura anziché essere coeterno col Padre nella Santissima Trinità.

Allo stesso modo gli eretici monofisìti enfatizzarono talmente la Sua divinità che per loro la natura umana di Cristo sarebbe stata annullata dalla natura divina - quasi come estrema reazione ad Ario.

Vivendo nel XXI secolo siamo tentati di pensare semplicisticamente che alla lunga sarebbe solo una diversità di opinioni o inonimo di falsità. Ma l'eresia porta sempre -sempre!- alla distruzione morale in generale, e al peccato mortale o addirittura sacrilegio o blasfemie sataniche. Sempre.

Dunque, lo smodato attaccarsi ad un dogma mentre se ne esclude o banalizza un altro, comporta necessariamente che ne scaturisca peccato grave. Insisto a ripeterlo perché è necessario per comprendere ciò che stiamo per dire fra poco.

Ora, chiunque abbia prestato un minimo di attenzione sa che Chuck, Tim e altri hanno denunciato a lungo la pessima "teologia" neocatecumenale. Eppure, ogni volta che qualche portavoce del Cammino tenta di difendere i propri pessimi insegnamenti, tira in ballo il Catechismo in maniera esasperante. Non è questione di chi ha ragione e chi no. È questione che di fronte alla Verità, rifiutano tassativamente di ammettere di avere un qualsiasi torto, per poi subito condannarti perché non sei dalla loro parte e dunque saresti contro la Chiesa e contro Cristo.

Dunque la buona notizia di tutti questi screzi che abbiamo avuto con gente del Cammino è che molti fedeli hanno rafforzato la propria fede (proprio perché hanno dovuto difenderla contro i neocatecumenali, cioè hanno dovuto combattere per Cristo). Ecco perché è così importante approfondirla.

La brutta notizia è che coloro che hanno più bisogno di conoscere la fede - quei fratelli di buon cuore le cui menti sono ottenebrate dalle pessime "catechesi" del Cammino - sono del tutto impermeabili a qualsiasi insegnamento che non provenga dalla loro gerarchia di cosiddetti "catechisti". Quei fratelli sono in qualche modo "cattolici caduti". Ecco perché ritengo che il problema sia questo: cos'è che porta quella gente normale, intelligente, a perdersi così, a farsi fare un lavaggio del cervello? Non ho dubbi che amino il Signore e che desiderino essere fedeli (secondo la loro idea di fedeltà). Ma l'eresia scava dentro e riduce tutto a tenebre, perché nell'eresia si viene inevitabilmente portati verso errori più gravi e peccati più gravi.

Ora, chiariamo subito che Dio nella sua infinita misericordia è capace di usare il male (come l'eresia) per ottenere il bene (portare le anime a Lui, portarle alla conversione). Dunque una volta riavvicinatisi al Signore mediante il Cammino, dovrebbero abbandonare quei pessimi insegnamenti, giusto? E invece non accade. È una terribile tragedia che non accada. Se un'anima persiste in quell'eresia ne abbraccia suo malgrado le conseguenze: la morte delle virtù, peccati ancora più gravi.

In questione, qui, non sono le singole anime, ma l'intera visione del mondo data dal Cammino, il presupposto in cui sono stati "catechizzati", che porta necessariamente a perdere la fede, la speranza, la carità. Ecco perché è imperativo avvicinarli per riportarli alla pienezza della fede, rallegrandosi del loro tornare al Signore.

Non essendo tuttora pervenuti a quella pienezza, cos'è che li trattiene lì nel Cammino? Scoprendo cos'è che cattura e guida quelle povere anime, potremo spiegare quali sono i tre grandi semi di distruzione piantati dal "coltivatore" che li ha ingabbiati. E non avremo bisogno di cercare a lungo la risposta perché ce la dà nientemeno che lo stesso Kiko Argüello.

Kiko e la sua visione del mondo

È Kiko Argüello a indicarci la lente attraverso cui tutti i membri del Cammino devono vedere il mondo, e tale lente è la fonte di tutti i problemi che riscontriamo nel Cammino. È la base di tutti gli eccessi teologici che ispirano non solo le loro eresia me anche quell'allegro maneggiare falsi insegnamenti al pari di un ragazzino che ha trovato il fucile di suo padre.

Dunque come facciamo a scoprire ciò che non ci dicono, o che probabilmente non conoscono nemmeno loro stessi? Lo ammetto, mettere le mani sui primi pochi volumi del Direttorio Catechetico di Kiko e Carmen è stato un po' difficile, mentre mi è tuttora impossibile rimediare gli ultimi circa sei volumi. Impossibile nel senso di non possono proprio essere ottenuti, se sei uno dei los de afuera ("quelli di fuori", fuori dal Cammino). Così abbiamo da considerare ciò che leggiamo nei primi volumi, su cui Chuck ha pazientemente lavorato per avere indizi su cosa sta succedendo. Ci tocca essere sistematici e ricostruire il senso del sistema di Kiko basandoci sull'evidenza. Dunque, per capire meglio la maniera di Kiko, mi sono cimentato a leggere. E, nero su bianco, già dalle pagine che trattavano le catechesi iniziali, Kiko stesso rivela quale è la radice del problema. Riassumendo:

  • Cristo è stato inviato da Dio Padre per... "distruggere le barriere" che dividono gli uomini, e per formare una comunità
  • tale comunità sarebbe la Chiesa
  • queste barriere sono insormontabili perché siamo troppo deboli, solo Dio può riuscirci
  • così, Cristo viene nel mondo e muore e risorge cosicché possiamo essere la Chiesa in comunione tra noi, senza più quelle barriere
  • la grande barriera alla base di tutte le divisioni sarebbe la paura della morte
  • qualsiasi rifiuto di amare (non porgere l'altra guancia, non soffrire persecuzioni, non soffrire per gli altri) verrebbe dalla paura della morte
  • la paura della morte proverrebbe dall'esperienza del peccato
  • avendo Cristo vinto la morte, tutte queste barriere verrebbero annullate e quindi noi tutti potremmo divenire comunidad.
È una parlantina elegante, che perciò ti trae in inganno. I bei sentimenti sono spesso alla base di terribili conseguenze - e questo è uno di tali casi. C'è un madornale errore in quelle premesse di Kiko, ed è l'aver detto che Cristo sarebbe venuto espressamente per riconciliarci fra noi; Kiko non dice mai che ci dobbiamo riconciliare con Dio. Da nessuna parte. Mai.

Quella è la "catechesi iniziale" di Kiko per portare gli uomini a Cristo. Anche quando menziona il peccato, non spiega mai che a causa del nostro peccato ci siamo allontanati da Dio. Ma sul serio? Dunque i nostri mali, la nostra cecità nelle cose della vita, sarebbero da attribuire a barriere fra gli uomini, e viceversa?

Il motivo di tutto ciò è che Kiko non crede alla possibilità di riconciliarsi con Dio. Per Kiko non c'è bisogno di riconciliarsi con Dio perché Dio non ne ha alcun bisogno, e il peccato non offenderebbe Dio in alcun modo, a Dio non importerebbe nulla dei nostri peccati, "Dio perdona sempre". Per Kiko, dunque, la Chiesa come Corpo di Cristo è fondamentalmente una Chiesa orizzontale - cioè una comunità di credenti, una comunità di amore che ha vinto le barriere che impedivano di amarsi tra fratelli. E... il peccato? Per Kiko sarebbe solo l'esperienza della morte al livello più profondo. Tutto qui?

Ma il salario del peccato è la morte - la morte c'è a causa del peccato, e perciò l'esperienza della morte e l'esperienza del peccato non possono essere risanate. Kiko inverte i due fattori e dice che l'uomo avrebbe fatto "esperienza della morte" per aver mangiato i frutti dell'albero, che simboleggerebbero il peccato (giorno 3 delle "catechesi"), e l'esperienza del peccato causerebbe le divisioni.

In realtà quelle divisioni fra gli uomini derivano dagli effetti del peccato. Kiko batte anche sul tasto che il peccato causerebbe divisioni dentro di noi, che è pure vero, ma non c'entra con la sua tesi riguardo alla morte, alle fragilità e alle barriere da superare. Tesi kikiana che non ha nulla a che fare con la rottura della comunione fra l'anima e Dio, rottura davvero reale e deliberata. La parola "peccato", per Kiko, indica solo il contrario dell'amore (a sé stessi e agli altri). È una visione molto riduttiva perché esclude Dio dalla questione.

In altre parole, ogni peccato è "solipsistico", nel senso ermeneutico del "riguarda esclusivamente me stesso", moltiplicato per un miliardo di volte in una Chiesa che "riguarda esclusivamente noi", quando in realtà tutto riguarda la Santissima Trinità, dalla quale noi tutti dipendiamo.

In fin dei conti, persino nel punto più generale, Kiko dice che tutto il peccato ha un impatto esclusivamente orizzontale (nel senso di sociale, nel senso che non riguarda Dio). A meno di sfumare per bene questo concetto oltre i limiti imposti dalla coerenza, non si può assolutamente far "funzionare" la teologia di Kiko.

Il problema con la sua visione del mondo

Senza voler essere troppo teologico ma cercando di far comprendere la questione: la teologia della Chiesa secondo Kiko - cioè la sua ecclesiologia - è centrata su "noi"; anche presentandola come informata da Cristo e imbevuta dello Spirito, è solo una comunità che ha superato le barriere fra uomini, e non ha nulla a che vedere col riconciliarsi con Dio. La Chiesa è una comunità di credenti, non il vero Corpo di Cristo: non è un corpo che soffre per Lui e con Lui. Invece la chiesa di Kiko è una dove la Passione è solo un pit-stop verso la Resurrezione, e la Resurrezione è funzionale solo alla comunidad. La Crocifissione è ridotta ad uno sfortunato episodio su cui i credenti non dovrebbero mai indugiare (per timore che scivolino in qualche perverso rifiuto della Risurrezione e del suo trionfo).

In altre parole, e al di là di altre questioni, il problema fondamentale è che nel descrivere la chiesa in questo modo, Kiko cancella completamente il valore dell'Incarnazione e l'atto della Redenzione (motivo per cui gente come Zoltan loda così spesso Lutero, con la cui dottrina sulla salvezza i neocatecumenali son tanto d'accordo).

Con la sua visione, questa lente attraverso cui Kiko vede il mondo e la Chiesa, non c'è più bisogno di preti, solo presbìteri; niente altari, solo mense per il banchetto; niente arte sacra, solo le "icone" di Kiko; niente canti, solo i canti di Kiko; niente teologia, solo il Direttorio Catechetico; niente organo, solo chitarre e tamburelli; niente penitenza, solo accettazione; niente vero Dio-vero uomo crocifisso, solo il Signore Risorto.

In gergo più teologico, Kiko sta  imponendo una separazione radicale fra il Dio trascendente e la Chiesa immanente (perché la presenta in modo fondamentalmente "orizzontale"), che è il madornale errore di ogni credo non-cristiano. Ma la Chiesa ha sempre insegnato che il Dio trascendente si è fatto davvero immanente nella Chiesa (l'Eucarestia, ecc.) in una maniera reale e letterale (non solo "spiritualizzata"); allo stesso modo, la Chiesa immanente diventa davvero trascendente perché è davvero il Corpo Mistico di Cristo, non semplicemente la comunidad, ed è Chiesa Militante, Chiesa Purgante, Chiesa Trionfante - una Chiesa che vive e muore come il suo Signore, la Sposa che aspetta un giorno di essere crocifissa col suo Signore che la grande festa di nozze all'Eschaton possa essere compiuta nella sua perfezione.

E se comprendi che la venuta del Figlio di Dio nel mondo è per la redenzione e la riconciliazione dell'uomo con Dio, e che solo da ciò può avvenire la riconciliazione dell'uomo con l'uomo, allora Kiko e i suoi ti accuseranno di essere un "quasi-catechizzato", o addirittura un "paganizzato".

Kiko accusa tutti (anche i suoi seguaci) di essere aggrappati a pratiche praticamente superstiziose (ciò che san Tommaso d'Aquino chiamerebbe "osservanza vana", come il sacrificare un capretto a Pasqua solo perché gli israeliti facevano così), pratiche che Kiko/Pius/Diana chiamano "religiosità naturale". In altre parole, i neocatecumenali credono che la nostra fede sia infantile e immatura. San Francesco d'Assisi avrebbe avuto una fede immatura, padre Pio avrebbe avuto una fede immatura, il curato d'Ars una fede immatura... Quanta presunzione, quanto orgoglio hanno i neocatecumenali: credono di essere i più veri cattolici, gli unici con la fede adulta, solo perché hanno ricevuto gli insegnamenti di Kiko!

Questo è il loro concetto di Chiesa e, tranne per una questione di apparenze formali, non sono sicuro che Kiko pensi davvero che anche noi siamo parte della Chiesa.