Nell'attesa della Santa Pasqua, festa di tutte le feste cristiane, desidero condividere con gestori, lettori, commentatori e consultatori del blog, alcuni estratti del messaggio del cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, al 18° incontro liturgico di Colonia sul tema del decimo anniversario del Motu proprio Summorum pontificum, tenutosi dal 29 marzo al 1° aprile a Herzogenrath, in Germania.
Rinvio all'articolo "Scismi, sacrilegi e poca fede scuotono la messa" a cui ho fatto riferimento e all'articolo Summorum Pontificum: la source de l'avenir per la lettura completa del messaggio in francese (lingua originale).
Vetus Ordo |
I seguenti punti evidenziati dal cardinal Sarah circa la crisi di fede, legata indissolubilmente a una liturgia ormai inquinata, balzano alla vista per il riferimento evidente a certi aspetti della "celebrazione eucaristica" del CNC. Lungi dal voler manipolare le considerazioni del cardinale Sarah, il quale sicuramente ha uno sguardo più ampio del mio sull'intera realtà ecclesiale, alcune assonanze sono tuttavia impressionanti:
1. La riforma (ben diversa dal "restauro" voluto dal Concilio Vaticano II) "è stata realizzata
con uno spirito superficiale e sulla base di un solo criterio:
sopprimere a tutti i costi un patrimonio percepito come totalmente
negativo e sorpassato, al fine di creare un abisso tra il prima e il
dopo concilio."
Alzi la mano chi ha sentito per anni catechesi sul Concilio di Trento come punto di massima oscurità della Chiesa Cattolica, sulla Messa Tridentina come "quel rito che faceva da solo il prete e nessuno capiva niente", l'Adorazione Eucaristica come un qualcosa di inutile ("Tu puoi anche stare davanti al Tabernocolo due ore: non cambia assolutamente niente"), ecc.
Più che Novus Ordo |
2. L'ormai cinquantennale crisi di fede, è legata al "mancato rispetto, la desacralizzazione e la
riduzione alla dimensione orizzontale degli elementi essenziali del
culto divino".
Andiamo con ordine:
- Alzi la mano chi ha fatto per anni la comunione da seduti,
- Alzi la mano chi si è sentito dire "non serve che stai lì a spulciarti la mano, è solo farina" (un seminarista, ahime);
- Alzi la mano chi è stato convinto per anni che "non c'è Eucarestia senza assemblea".
Comunione come prevista dalle norme kikiane: ben seduti mentre il sacerdote passa tra le sedie |
3. "Noi non possiamo
chiudere gli occhi sul disastro, la devastazione e lo scisma che i
promotori moderni di una liturgia viva hanno provocato rimodellando la
liturgia della Chiesa secondo le loro idee. [...] L'atto liturgico è, non soltanto una preghiera, ma anche e soprattutto un
mistero nel quale si realizza per noi qualche cosa che noi non possiamo
comprendere pienamente, ma che noi dobbiamo accettare e ricevere nella
fede, nell'amore, nell'obbedienza e nel silenzio adoratore. E questo è
il vero senso della partecipazione attiva dei fedeli".
Alzi cortesemente la mano chi può dire di aver vissuto in questo modo l'Eucarestia, soprattutto relativamente a obbedienza e silenzio adoratore, chi si è dovuto sorbire monizioni del tutto fuori luogo e non inerenti alla Parola proclamata, laddove non fossero vere e proprie omelie, chi ha aspettato anche mezz'ore intere in attesa che qualcuno facesse una benedetta risonanza, sennò non si andava avanti, chi ha poi "danzato" intorno all'altare a suon di bonghi, chitarre e quant'altro.
Comunione come prevista dalle norme liturgiche: in processione e in piedi (dopo l'inchino) o in ginocchio |
4. La crisi di fede riguarda "anche e soprattutto
numerosi preti e vescovi, che ci ha messo nell'incapacità di
comprendere la liturgia eucaristica come un sacrificio, come atto
identico, compiuto una volta per tutte da Gesù Cristo, e che rende
presente il Sacrificio della Croce in una maniera non cruenta, ovunque
nella Chiesa, attraverso tutti i tempi, luoghi, popoli e nazioni. Si ha
spesso la tendenza sacrilega di ridurre la Santa messa a un semplice
pasto conviviale, alla celebrazione di una festa profana e a una
autocelebrazione della comunità, o peggio ancora, a un mostruoso
intrattenimento contro l'angoscia di una vita che non ha più senso, o
contro la paura di incontrare Dio faccia a faccia, perché il suo sguardo
svela e ci obbliga a guardare in verità la nostra interiorità. Ignorano che la finalità di tutte le
celebrazioni è la gloria e l'adorazione di Dio, la salute e la
santificazione degli uomini".
Alzi la mano chi si è sentito dire per anni che l'Eucarestia non è un sacrificio bensì un banchetto conviviale in cui Cristo viene a liberarci dalla schiavitù, ecc.
5. "Relativismo
nell'insegnamento dottrinale, morale e disciplinare, gravi abusi,
desacralizzazione e banalizzazione della santa liturgia, visione
puramente sociale e orizzontale della missione della Chiesa. Molti
credono e affermano in modo alto e forte che il concilio Vaticano II ha
suscitato una vera primavera nella Chiesa. Tuttavia, un numero crescente
di ecclesiastici stanno prendendo in considerazione questa "primavera" come un rifiuto, una rinuncia del patrimonio secolare, e
anche come una rimessa in causa radicale del passato della Chiesa e
della sua Tradizione. Si accusa l'Europa politica di abbandonare o di
negare le sue radici cristiane. Ma la prima ad avere abbandonato le sue
radici e il suo passato cristiano, è incontestabilmente la Chiesa
cattolica postconciliare".
Alzi la mano chi ha visto deturpare la libertà e la coscienza del singolo anche da parte di fratelli mediante monizioni mirate, chi si è sentito dire di essere figlio del demonio piuttosto che di Dio, chi è stato ripreso per essersi inginocchiato alla consacrazione, chi ha subìto invasioni nella vita personale e intima con una serie di regole non previste da alcun ordinamento ecclesiale (esempi: figli e vocazione), ecc.
Liberati dalla schiavitù, si balla per poi lanciarsi sui fiori |
6. "Il Vangelo e la Rivelazione,
anch'essi, sono reinterpretati, contestualizzati e adattati alla
cultura occidentale decadente.[...] Molti rifiutano di guardare in faccia
all'opera di autodistruzione della Chiesa con le sue stesse mani,
attraverso la demolizione pianificata dei suoi fondamenti dottrinali,
liturgici, morali e pastorali".
Alzi la mano chi ha ascoltato le interpretazioni kikiane circa: il vangelo delle dieci vergini (le buone opere sono l'andare in convivenza e in comunità a prendere olio, a scapito dell'umana pietà), il vangelo di Zaccheo (esattamente contraria alla catechesi di s. Agostino), il vangelo del fico sterile (il fratello cacciato dalla comunità perchè mormoratore), il vangelo del cieco nato (con il fango che sono i peccati anziché l'opera creatrice), per non parlare di passi inventati a piè pari ("Vedo un popolo in piedi", dal libro di Isaia...???).
7. "Da dove cominciare? Io mi permetto di proporre tre piste che ho
riassumo in queste tre lettere: SAF, silenzio, adorazione, formazione.[...] Il silenzio, senza il quale non possiamo incontrare Dio, [...] l'adorazione [...] e la formazione liturgica a partire da un annuncio
della fede o catechesi avente come riferimento il Catechismo della
Chiesa Cattolica, ciò che ci protegge da eventuali elucubrazioni più o
meno convincenti di alcuni teologi ammalati di novità".
Alzi la mano chi non ha avuto modo, per anni, di raccogliersi in preghiera dopo la comunione perché deve cantare all'unisono con la comunità, chi ha pregato a comando nei momenti previsti dai catechisti nelle convivenze o anche nella vita privata ("l'importante è che fai le lodi che ti abbiamo consegnato, il tuo dialogo con Dio è qualcosa che viene dopo e non può sostituire le lodi").
Infine, alzi la mano chi ha ricevuto l'ordine di predicare facendo riferimento ai sacri mamotretri non rivisti ("li dovete imparare praticamente a memoria", "non dovete aggiungere né togliere niente: così Dio l'ha ispirata a Kiko e si è visto che questo funziona", "dovete riportare anche gli stessi esempi").
Alzi la mano chi si è stufato di dover imporre alla sua coscienza di zittirsi per accettare con immotivata violenza le interpretazioni di "teologi malati di novità".
Così, mentre sabato notte le comunità celebreranno una Veglia a parte, magari andando fuori parrocchia o fuori diocesi (eh si, perché dovete sapere che se il vostro Vescovo non vuole veglie al di fuori di quelle parrocchiali nella sua diocesi, se tu prendi baracca e burattini - mai modo di dire fu più appropriato - e ti cerchi una saletta (un teatro, un garage, una sala d'albergo, ecc.) e celebri fuori diocesi... essendo fuori dalla giurisdizione del tuo Vescovo, NON STAI DISOBBEDENDO A NESSUNO! La sapevate questa? Poi c'è il paradosso di quelli che vanno in una diocesi in cui anche lì il Vescovo ha proibito veglie extra e i relativi catecumeni si sono spostati a loro volta di diocesi per non essere formalmente disobbedienti, il che produce una catena di disobbedienze a mo' di domino)... Dicevo: mentre avviene tutto questo, cardinali come Sarah non hanno paura di dire la verità. E di questo io gli sono personalmente grata.
Ai catecumeni duri e puri del "ci hanno approvato tutto", tra una scazzottata e l'altra per chi canta l'Akeda, lo Shema, il Preconio, l'Alleluja, per chi mette meglio i fiori e tutto il resto, suggerisco di considerare tutto quello che la Chiesa
pronuncia ascoltandolo per bocca della Chiesa stessa, e non tramite
manipolazioni e interpretazioni farlocche, di andare oltre le telefonate ricevute da Kiko e riportate come approvazioni, di leggere cosa afferma la Chiesa in tema di liturgia e auguro di passare presto dal CNC alla vera Chiesa: una, santa, cattolica, apostolica e, aggiungo io, ROMANA, NON SPAGNOLA.
...e al geniale ideatore di tutte le assurdità, eresie e violazioni liturgiche per premio è stato concesso di aprire seminari e formare un proprio clero a sua immagine e somiglianza.
RispondiEliminaPerché?
Alzi la mano chi non ha pensato che il Cardinale Sarah si riferisse a Kiko quando ha scritto "catechesi avente come riferimento il Catechismo della Chiesa Cattolica, ciò che ci protegge da eventuali elucubrazioni più o meno convincenti di alcuni teologi ammalati di novità"
RispondiEliminaAHAHAHAHAHAH
Preparati Kiko! Preparatevi Gennarini, Donnini, Piermarini, e altri -ini! Vi sta arrivando il treno addosso e su quel treno i passeggeri siamo noi ex!
@l'apostata
RispondiEliminaCarissimo, la risposta alla tua giusta domanda è nell'articolo stesso.
Nel dopo concilio, quando soffiava il cosiddetto "vento dello Spirito della nuova primavera della Chiesa" (quello che è diventato inesorabilmente "fumo di Satana" nelle mani dei delinquenti alla Danneels) si pensava che la Messa di sempre fosse da abbattere totalmente, perciò le innovazioni alla Kiko andavano benissimo, anzi furono viste come benedizione da persone come Mons. Morcillo, Dell'Acqua, Don Torreggiani, ecc.
Così Kiko ha avuto gioco facile, nell'humus della confusione postconciliare. La pianta velenosa del protestantesimo-camminante si è sviluppata alla grande e ha cominciato a dare i suoi apparenti succosissimi frutti (famiglie numerose, vocazioni, proselitismo, missione...). Quando poi i seminari, le chiese, per effetto di quel "fumo" hanno cominciato a svuotarsi ed è cominciata pesantissima l'epoca della crisi di fede Giovanni Paolo II ha pensato, mal consigliato dai suoi fedelissimi, che il Cammino fosse la risposta a quella crisi, in virtù del fatto che i kikiani erano i più intransigenti in materia morale e Giovanni Paolo II ha fatto del magistero morale il perno del suo pontificato. Il no radicale dei kikos era un buon biglietto da visita e così lui ha consegnato loro le chiavi del Vaticano e i posti di accesso nei luoghi che contano.
Ora che la ricreazione è finita per i kikos si annunciano tempi molto duri. Da Arinze in poi è stata una botta dietro l'altra.
Se così non fosse non si spiegherebbe la preoccupazione di Kiko di formare "un'altra struttura", forse si aspetta delle limitazioni pesantissime alle quali lui risponderà ovviamente come sempre: collo torto e disobbedienza. Dio benedica quel giorno, in cui questi figuri oscuri che chiamano la pedofilia persecuzione verranno finalmente allo scoperto e si distinguerà la zizzania dal grano buono. C'è tanto grano buono anche fra gli aderenti al cammino, e Dio li raccoglierà finalmente, per riportarli al Suo granaio della vera Chiesa cattolica apostolica romana, non la parodia inventata da Kiko!
p.s. ---- le fragole sono mature ... ripeto: le fragole sono mature .... ----
Grazie dell articolo.
RispondiEliminaAvevo già letto tutta l intervista ma è stato fondamentale sapere che non avevo dato una interpretazione sbagliata e solo mia anti-cammino alle parole del Cardinale.
Anto
Uno degli esempi più clamorosi della divergenza tra ciò che proponeva l'autorità della Chiesa e ciò che invece hanno accanitamente messo in opera vescovi e preti è stata la "giravolta degli altari". Nessun passo del Vaticano II e dei documenti successivi ha mai richiesto o almeno consigliato di abbandonare l'antico altare "rivolto verso Dio" e celebrare su una tavola - o addirittura, nel caso neocatecumenale degli eretici spagnoli Kiko Argüello e Carmen Hernández, celebrare su un tavolinetto smontabile bardato letteralmente come a un mercato ortofrutticolo (cfr. la liturgia delle banane neocatecumenali).
RispondiEliminaInutile ricordare gli epiteti con cui viene bersagliato un sacerdote che osasse celebrare versus Deum: sono sempre gli stessi termini, ormai divenuti campionario standard degli insulti: "lefebvriano", "preconciliare", ecc.
Il fatto è che il Vaticano II fu l'alibi di tutti i rivoluzionari ecclesiali per fare di testa loro. Cioè, nonostante le migliori intenzioni, fu la cura sbagliata nel momento sbagliato. La Chiesa non aveva bisogno di aperture al laicato e al mondo, tanto meno poteva averne bisogno di fronte ai miasmi rivoluzionari che salivano da più parti.
In particolare, di fronte ai tanti che non vedevano l'ora di inventare una nuova liturgia, il Vaticano II promise di rinnovarla. Col duplice risultato che i rivoluzionari andarono avanti per la loro strada (addirittura vantandosi di aver seguito il Concilio), mentre puntualmente gli stessi sforzi di un "buon" rinnovamento (più inutile che discutibile) vennero completamente ignorati (si veda il caso della pubblicazione del nuovo Messale nel 1965 che introduceva alcune pericolose novità, come ad esempio la mefitica "preghiera dei fedeli" e il Pater Noster recitato tutti insieme al sacerdote: due ottime pezze d'appoggio per ridurre la liturgia a uno spettacolino in cui i protagonisti-clero e gli spettatori-assemblea siano tutti attori, pressoché senza differenze), e vennero ignorati anzitutto dai rivoluzionari perché costoro erano -prevedibilmente- insaziabili e non certo soddisfacibili con un pur così ampio "contentino".
Dopo più di mezzo secolo assistiamo ancor oggi alla fatica improba di tanti buoni ecclesiastici (seguiti da tanti laici di buon cuore, e perfino da qualche chierico) che si sforzano inutilmente di invitare a limitare gli eccessi. Praticamente si commette lo stesso errore dei Formidabili Quegli Anni del Concilio: sposare la tesi del nemico (secondo cui c'era "bisogno" di cambiare qualcosa di consolidato) e tentare di riportarla alla retta via (facile quanto il tentare di far ragionare un drogato a corto di soldi).
Chiaro? Le ridicole e sacrileghe carnevalate neocatecumenali proseguono oggi a tambur battente (e chitarrella grattugiante), nonostante i documenti liturgici, nonostante il patetico Statuto del Cammino, nonostante gli espliciti divieti posti da Benedetto XVI (sia verbalmente che per iscritto e da più di dieci anni), e i kikos hanno persino la faccia tosta (e ipocrita) di urlare "siamo approvati", e i vescovi - timorosi di rappresaglie o anche soltanto di perdere l'«oliatura» - non osano comandare che la setta di Kiko e Carmen venga formalmente estirpata dalla Chiesa. Il massimo che abbiamo avuto è stato il buon mons. Schneider che ha detto che il Cammino di cattolico ha solo la decorazione.
Volevo fare una richiesta,
RispondiEliminaNessuno di voi ha dei video di convivenze e di scrutini da far vedere realmente come si comportano e quali sono le richieste dei catechisti?
Quelle cose che dico suoneranno probabilmente poco comprensibili a chi vive devotamente la liturgia (e ha magari la fortuna di assistere alla Messa di qualche sacerdote che celebra con sobrietà la forma Novus Ordo che padre Pio si rifiutò sempre di celebrare, adoperando come validissima scusa il fatto che il nuovo Messale era scritto... "in caratteri più piccoli").
RispondiEliminaIl che è esattamente una delle conferme del fatto che la rivoluzione liturgica (nell'alveo della quale è nata la carnevalata inventata da Carmen e Kiko negli anni '60 e vergognosamente perdurante ancor oggi) non andava curata concedendo "novità", ma distribuendo severe stangate a chi si illudeva di arricchire la fede mediante modifiche arbitrarie della liturgia in vigore. Inutile aggiungere che questo varrebbe ancor oggi, se l'autorità della Chiesa decidesse di essere "autorità".
Tutte le (rare) volte che i vertici della Chiesa suggeriscono (timidamente) di difendere la liturgia, infatti, gli unici a ubbidire sono quelli che la vivono già devotamente. Tutti gli altri - a cominciare dagli adoratori del Tripode Kiko-Carmen-Cammino - non sono disposti a rinunciare alle pagliacciate e non gliene importa niente del rendere a Dio «l'unico culto a Te gradito» e certificato dall'autorità ecclesiastica e dall'esempio dei santi.
Intanto a Guam si prevedono centinaia di denunce per pedofilia: il vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron, più un altro vescovo pedofilo (guarda caso quello che aveva ordinato Apuron all'episcopato), più altri otto preti pedofili (non tutti ancora in vita).
RispondiEliminaIntanto i cattolici di Guam continuano la loro protesta domenicale davanti alla Cattedrale, pregando il rosario e mostrando cartelli "Spretate Apuron!"
@ Beati Pauperes Spiritu
RispondiElimina"...Nel dopo concilio, quando soffiava il cosiddetto "vento dello Spirito della nuova primavera della Chiesa" (quello che è diventato inesorabilmente "fumo di Satana" nelle mani dei delinquenti alla Danneels) si pensava che la Messa di sempre fosse da abbattere totalmente, perciò le innovazioni alla Kiko andavano benissimo, anzi furono viste come benedizione da persone come Mons. Morcillo, Dell'Acqua, Don Torreggiani, ecc.
Così Kiko ha avuto gioco facile, nell'humus della confusione postconciliare..."
Quello che trovo assurdo però, nonostante il clima socio-culturale dell'epoca, è che l'apertura di un Seminario sia stata concessa ad un emerito nessuno.
Il signor trettre [33] dottor (h.c.) santone Arguello non era assolutamente niente per la Chiesa.
Zero totale.
Non era un ordinato né un religioso.
Non era responsabile di una associazione riconosciuta dalla Chiesa.
Il cosiddetto Cammino stravolgeva già la Liturgia, e le kikatekesi, ancora nemmeno lette in Vaticano e millantate come ispirate, erano segrete e piene zeppe di eresie.
Ecco perché continuo a chiedermi come sia stato possibile fargli aprire un suo seminario dove formare un proprio clero a sua immagine.
Il clima dell'epoca non basta come spiegazione, c'era dell'altro.
Se ci pensi, anche per poter fare il ministro straordinario dell'Eucaristia devi fare un piccolo corso.
A quello, sulla base di nulla, gli hanno fatto aprire un seminario.
L'Apostata ha detto... "Ecco perché continuo a chiedermi come sia stato possibile fargli aprire un suo seminario dove formare un proprio clero a sua immagine."
RispondiElimina... scusate l'ignoranza, ma Redemptoris Mater è l'unico caso di seminario fondato da un movimento post conciliare ed improntato alla sua filosofia?
Pax
RispondiElimina@ apostata
alla tua domanda
Ecco perché continuo a chiedermi come sia stato possibile fargli aprire un suo seminario dove formare un proprio clero a sua immagine.
Il signor trettre [33] dottor (h.c.) santone Arguello non era assolutamente niente per la Chiesa.
Zero totale.
Insistentemente torni sempre sullo stesso punto, e hai ragione, punto cruciale o rompicapo, se preferisci.
Ti do solo un elemento che forse troverai poca cosa per sciogliere l'enigma, ma tant'è, analizza tu se può essere utile, e trai tu le conclusioni.
Lungi dal dichiarare, il gran maestro di tutti i mistificatori e simbolo di tutti i bugiardi, di voler aprire Seminari per formare preti, oltre che a sua immagine e somiglianza, anche a suo esclusivo uso e consumo (COME PURTROPPO E' SUCCESSO, MA ERA TUTTO PREMEDITATO!), Kiko ha fatto anche in questo caso, coadiuvato dal gran consiglio dei suoi compari, QUELLO CHE FA SEMPRE: nelle Parrocchie, nella Missio ad gentes, nell'invio a due a due nelle case, nelle chiamate vocazionali (che sono precedenti all'apertura dei R.M.)....
Ha proposto di aprire, A SUE SPESE, "Seminari Diocesani" che sarebbero stati da lui DONATI alla Chiesa quindi A COSTO ZERO, come bene materiale, la struttura e il mantenimento economico del Seminario, come bene spirituale, le vocazioni provenienti dal Cammino così come i formatori, rettori e padri spirituali.
Quelli che venivano ordinati non sarebbero stati preti legati ad una congregazione, essendo il cammino itinerario battesimale (sempre qui l'inganno) quindi porta della Chiesa, quindi direttamente sotto l'autorità del Vescovo e basta:
SACERDOTI DIOCESANI a tutti gli effetti, di cui il vescovo può disporre come vuole e, solo SE egli acconsente, può essere messo a disposizione della evangelizzazione e Kiko inserirli in equipe itineranti o come appoggio delle famiglie in missione e solo per il tempo che il Vescovo gli conceda.
La tattica è sempre quella del Cavallo di Troia e il risultato dell' "infiltrazione profonda e capillare" sempre la/le infinite serpi in seno!
Pax
Come sai fu il cardinal massone a concederglielo. E qui hai già la risposta.;)
RispondiElimina"di cui il vescovo può disporre come vuole e, solo SE egli acconsente, può essere messo a disposizione della evangelizzazione e Kiko inserirli in equipe itineranti o come appoggio delle famiglie in missione e solo per il tempo che il Vescovo gli conceda"
RispondiEliminaSalvo poi lamentarsi quando questo non accada...da qualche parte lo ha detto esplicitamente
Ringrazio Autore della Lettera per questo pregevole thread.
RispondiEliminaLa mia personale opinione è che il cardinal Sarah non stesse assolutamente pensando al Cammino.
Infatti al punto 1) non si sarebbe limitato a denunciare il tentativo di sopprimere a tutti i costi un patrimonio percepito come totalmente negativo e sorpassato, al fine di creare un abisso tra il prima e il dopo concilio ma avrebbe stigmatizzato il tentativo di ritornare ad una Chiesa delle Origini (lo stesso dei Riformatori protestanti) quasi come fosse una idilliaca "età dell'oro", e ancor più, l'intento di ricostruire una ipotetica prima comunità di Gerusalemme, con l'introduzione di fortissimi elementi ebraici anche post cristiani, trasformando il cristianesimo in una corrente esoterica dell'ebraismo.
Al punto 2), oltre ai guasti provocati dal mancato rispetto, la desacralizzazione e la riduzione alla dimensione orizzontale degli elementi essenziali del culto divino, avrebbe dovuto denunciare le anomalie provocate dallo spostamento del senso del sacro dalla liturgia del culto divino ad una ritualistica iniziatica che, scimmiottando elementi culturali ebraici e travisando le fasi del catecumenato antico, di fatto depotenzia il sacramento e vi sostituisce una ritualistica in parte idolatrico-pagana, in parte da role-play da seduta psicanalitica di gruppo.
Non si può poi proprio accusare i neocatecumenali di ciò che il cardinale stigmatizza al punto 5), è cioè di imporre una visione puramente sociale e orizzontale della missione della Chiesa, dal momento che nulla a loro importa della missione sociale caritativa della Chiesa nel mondo, avendola completamente sostituita con la necessità di far crescere il cammino ed alimentare tutti i suoi bizzarri, faraonici ed auto-celebrativi progetti.
@Valentina Giusti
RispondiEliminaLa penso come te, ho fatto le tue stesse riflessioni. E proprio per questo ho voluto specificare di non avere intenzione di interpretare le dichiarazioni di Sarah come un dichiarato attacco al CNC. Credo che in quanto Prefetto del culto divino, abbia a che fare con diverse realtà, molto distanti tra loro per provenienza e quindi cultura, per formazione e per molti altri aspetti; solo che mi impressionava, leggendo, quanto il suo discorso calzasse molto bene con molti aspetti del CNC. Il suo credo sia un sunto generico che comprende quello che da Prefetto vede nello specifico. Una sintesi di tutto quello che non va in vari ambienti e realtà della Chiesa, in cui (purtroppo) il CNC rientra alla perfezione.
Uffa Valentina, non mi lasci sognare ;-)
RispondiEliminaGrazie a Pax che con la sua finestra aperta sul passato vergognoso di Kiko e delle sue manovre ci dà sempre qualcosa su cui riflettere...
RispondiElimina@ D.D.
RispondiElimina"...ma Redemptoris Mater è l'unico caso di seminario fondato da un movimento post conciliare ed improntato alla sua filosofia?"
Qui è il punto! Nel 1988, quando fu costituito il primo RM, il cosiddetto Cammino era solo una pratica di fatto.
Non era riconosciuto né aveva Statuto o almeno una approvazione in fieri.
Non era assolutamente niente, semplicemente da un punto di vista giuridico non esisteva nemmeno.
Stai a vedere che alla fin fine l'unico motivo si deve al principale carisma di Sankiko: 33.
@ Mav
RispondiElimina....Salvo poi lamentarsi quando questo non accada...da qualche parte lo ha detto esplicitamente
e
@ Beati pauperes spiritu
tanto per spalancarla la finestra
aggiungo, più nel dettaglio:
Sì, da qualche parte lo avrà pur detto esplicitamente,
credo intendi facendosi sentire da alti prelati presenti, quindi lamentela,
meglio piagnisteo di bambino viziato che non sopporta sentirsi dire NO, QUESTO NO.
Stai certo, gli è scappato poichè vale anche per lui che la lingua parla dalla pienezza del cuore!
Il vero lavoro sporco, sotterraneo, lo fanno (uso il plurale perchè intendo lui e i suoi sodali/alter ego, come se lui non bastasse!) con i malcapitati seminaristi prima, presbiteri poi.
Mi dà la nausea ricordare, per cui scrivo alcune frasi emblematiche:
Frasi in premessa:
"Chi saresti tu, senza il cammino"
"Ti sei montato la testa perchè ora sei ordinato e già ti sei clericalizzato"
"Ministro da minus, ossia al di sotto degli altri, nella comunità, sei un servitore che serve: assoluzione dei peccati, consacrazione del pane e del vino"
Per il resto? Chi è il detentore/garante del carisma di Kiko? I CATECHISTI LAICI.
Frasi topiche:
"Tu a chi obbedisci a me o al Vescovo?"
N.B. a chi, tutto mortificato, diceva che il Vescovo non gli aveva dato ancora il permesso "di partire":
"Non sai spiegare bene le cose!"
"Dì la verità, tu sei andato a parlare col Vescovo riservatamente e ti sei messo d'accordo con lui, perchè ti piace stare nella tua bella parrocchietta?"
(dallo stile si capisce, ma non faccio nomi, per rispetto di chi non c'è più)
Risparmio i commenti, se volete, fateli voi.
Pax
O.T.
RispondiEliminaVorrei segnalare che la Parrocchia Neocatecumenalizzata di Santa Maria Goretti in Roma, ho fatto un sopralluogo due volte per non cadere in errore, nella Chiesa Parrocchiale, non esiste la regolamentare FIACCOLA ROSSA, che quando accesa, sta a testimoniare che nel Tabernacolo sono presenti particole consacrate; quindi la realtà del Corpo e del Sangue di Cristo, che permette ai fedeli l'adorazione del Santissimo.
Il Tabernacolo è praticamente nascosto in fondo all'abside, ed invisibile per circa 270° ai fedeli, da un transetto in stile Neocatecumenale, che prelude ad altare di analoga fattura.
Fine O.T.
---
@Pax
RispondiEliminaSai rileggevo le cose che hai scritto....i responsabili, di fatto, di una iniziazione cristiana sarebbero i laici, mentre negli statuti si dice che il responsabile della iniziazione cristiana è il Vescovo...
http://kairosterzomillennio.blogspot.it/2017/04/entrevista-kiko-arguello-en-managua.html?m=1
RispondiEliminaA parte le solite cretinate ripetute milioni di volte, qualcuno ha voglia e lo stomaco di ascoltarlo per vedere se ci sono nuove "perle".
@ Ruben
RispondiEliminaGrazie. Ora farò in modo di controllare anch’io questa cosa appena posso.
Oramai sono anni che non metto più piede in quella chiesa. Poco dopo l’arrivo di don Santiago (ero già uscita dal cammino) rimasi molto sorpresa nell’apprendere che stava organizzando l’adorazione alle ore 21 in chiesa proprio dove si trova il Santissimo, dietro l’altare come hai descritto tu. Decisi di andare anche per non perdere contatto con la parrocchia. Fu la prima e l’ultima volta. L’”adorazione” si rivelò essere tutto FUORCHE’ una adorazione.
Avendo fatto il cammino ne ho riconosciuto subito i tratti; mi è sembrata all’90% una celebrazione della parola. La parola, il commento, la parola, la lettura, 1 minuto di pausa, l’esperienza, la parola etc.. MEDITAZIONE NIX. Per non parlare del modo in cui il don ha “maneggiato” l’Ostia sacra. Ad un certo punto ha aperto il tabernacolo per prendere l’Ostia. L’ha posta, sì, in un piccolo ostensorio, sopra l’altare/mensa addobbato alla maniera neocatecumenale (tranne il candelabro), ma in che modo l’ha fatto!!!
Ho passato tutto il tempo a chiedere perdono al Signore, per il don che stava attuando lo scempio e per me che lo stavo giudicando.
Lì ho capito, oltre all’ovvio i.e., che la Presenza Reale è un grandissimo optional, che don Santiago stava già iniziando la catecumenizzazione della parrocchia. (Sto parlando di 7-8 anni fa. Vedo che ha fatto molta strada.) Questo non era un nuovo modo di fare adorazione, era ALTRO, una mini celebrazione della parola neocatecumenale per gli esterni, senza riconoscimento della Presenza Reale se non formalmente.
A Natale poi don Santiago, poichè ha DOVUTO esporre in Bambinello come è di costume in tutta la Chiesa, sapete come l’ha fatto? Proprio davanti al piedistallo dove era posto il Bambinello ha messo un leggio un po’ più basso con sopra una grande Bibbia aperta, di fatto ponendo un ostacolo a chi volesse baciare la statua di Gesù. (Ho fatto una foto per documentare la cosa, tanto ero sgomenta.) La versione natalizia del tabernacolo di kiko?
Scusate ma il commento di Ruben mi ha portato alla mente queste cose che volevo condividere da tempo.
Lucia
Cara Lucia, come documentato più volte, nel cammino la Presenza Reale è un vero optional.
RispondiEliminaDiversamente non si spiegherebbe la multi-fractio-panis, ovvero il livello che si raggiunge nello spezzare il pane anche in venti-venticinque persone contemporaneamente intorno alla mensa floreale delle grandi occasioni.
Come si fa a maneggiare il Corpo del Signore Gesù in quelle condizioni?
Ora, io non sono nessuno se non una pietrolina su un sentiero polveroso e non conto nulla, ma uno come il Cardinale Sarah come potrebbe mai considerare uno scempio del genere? Quelle manacce che spezzano il pane rompendolo in trenta/quaranta pezzi, come si farebbe col pane di casa, giuro che ora mi darebbe il voltastomaco. A parte il non potersi avvicinare più alle salette, data la damnatio memoriae di cui sono oggetto, non riuscirei a stare fermo e zitto a subire quell'orrore ancora una volta, con grande scandalo di tutti.
Perciò evito come la peste.
Immagina come si possono purificare i vasi sacri, venti e più nelle occasioni grandi tipo Veglia di Pasqua, e le patene, ripiene di frammenti di ogni grandezza non consumati, tanti da riempire un piatto.... e in ognuno di quei frammenti c'è il Corpo di Gesù tutto intero!
Giova ricordare il Cardinal Văn Thuận:
...ho potuto celebrare ogni giorno la Messa con tre gocce di vino e una goccia di acqua nel palmo della mano e con un po’ di ostia che mi davano contro l’umidità e che conservavo per la celebrazione. Poi, quando ero con altre persone di fede cattolica, venivo rifornito di vino e di ostie dai familiari che andavano a trovarli...
TRE GOCCE, UN'OSTIA FRAMMENTATA....
@Beati...
RispondiEliminaLa natura di segno esige che la materia della celebrazione eucaristica si presenti veramente come cibo.
Conviene quindi che il pane eucaristico, sebbene azzimo e confezionato nella forma tradizionale, sia fatto in modo che il sacerdote nella Messa celebrata con il popolo possa spezzare davvero l’ostia in più parti e distribuirle almeno ad alcuni dei fedeli. Le ostie piccole non sono comunque affatto escluse, quando il numero dei comunicandi, o altre ragioni pastorali lo esigano.
Il gesto della frazione del pane, con cui l’Eucaristia veniva semplicemente designata nel tempo apostolico, manifesterà sempre più la forza e l’importanza del segno dell’unità di tutti in un unico pane, e del segno della carità per il fatto che unico pane è distribuito tra i fratelli.
Ogni tanto non riuscite proprio a trattenervi e dovete partire per la tangente.....
...continuo a ripertevi..basta e avanza la verità
@ Roberto
RispondiEliminaimpossibile avere video degli scrutini. Nessuno puo' filmare.
A volte mi è capitato che venivano registrate tutte le convivenze (catechesi e scrutini) da catechisti di altre comunità,sconosciuti a noi, perche' dovevano imparare come fare.
Non so se in questo blog ci siano ex catechisti che hanno le registrazioni e non so se in altre comunità questo è di prassi o è capitato.
D.G.
MAV, è lo scarso rispetto verso Gesù Eucaristia la fonte di tutti i mali del Cammino.
RispondiEliminaVedo che meno di un mese fa Pasqualone Giuseppone Giovannone ha recensito il libro di Lino su Amazon con tanto odio da non accorgersi di avergli fatto una notevole pubblicità: infatti se qualcuno legge "inutile spreco di carta", penserà subito che i kikos si sono talmente risentiti da non poter fare a meno di vomitare il loro solito odio.
RispondiEliminaNotare che entrambe le recensioni negative ("Piango per gli alberi sacrificati" e "Inutile spreco di carta") sono state fatte senza acquistare il libro (altrimenti vedreste l'indicazione in rosso Acquisto verificato).
No, non c'è la versione ebook altrimenti Amazon sarebbe la prima ad averla a listino. Meglio comunque quella cartacea; può essere divertente notare le facce neocatekike in treno che si contorcono (hurr durr! ci perseguitano! reeeee! il demonio! muuuh! piango per gli alberi!) mentre lo leggi.
Noticina tecnica: la terminologia "Vetus Ordo, Novus Ordo" è puramente descrittiva. Il Novus Ordo fu creato a tavolino dalla commissione liturgica guidata dal cardinal Bugnini, subendo numerose modifiche (anche dopo che fu entrato in vigore per approvazione di Paolo VI).
RispondiEliminaNegli ambienti modernisti circola l'equivoco secondo cui le formule del Novus Ordo sarebbero "più vicine a quelle dei primi secoli": osservate come parlano di "vicinanza" perché non possono dire che sono state ereditate dalle originali, e nemmeno derivate, e neppure ispirate: sono solo "vicine", composte a tavolino in modo che più o meno siano "vicine vicine"... Per esempio la seconda Prex Eucharistica del Novus Ordo somiglia all'anàfora di Ippolito per quei pochi tratti noti che consentono di riconoscere tale anàfora (dei primi secoli restano pochissimi documenti liturgici, in pochi frammenti, e per gran parte dei casi solo perché sono stati citati in altre opere a loro volta andate parzialmente o quasi totalmente perdute).
Del resto non avrebbe senso ripescare antichissime preghiere e replicarle oggi tali e quali: questo sarebbe uno stupido archeologismo liturgico che manifesta contemporaneamente un disprezzo verso le liturgie celebrate nelle nostre epoche (solito esempio: l'intera vita liturgica di padre Pio sarebbe stata sbagliata?), un tentativo di trasformare il culto a Dio in uno spettacolino "classico" (perbacco, addirittura archeologico!), e per di più la convinzione che la Chiesa abbia sempre sbagliato nell'evolvere (sia pure molto lentamente) la liturgia attraverso i secoli.
Quando si parla di liturgia, il primo criterio fondamentale per capire la cretinaggine di un interlocutore è la sua attitudine a volerla trasformare in una specie di "sacro spettacolino" da abbellire e impreziosire adoperando ogni furberia possibile.
Il fedele cattolico sa che la liturgia è «l'unico culto a Dio gradito» e pertanto cerca di viverla unendosi di cuore a Dio, fedele o sacerdote che sia. Non fa progetti sulla liturgia, tanto meno desidera modifiche, e nemmeno si chiede se qualcosa possa essere "migliorato" o reso più compatibile con le presunte esigenze dei "tempi odierni". La vive e basta, e a poco a poco si accorge dei motivi per cui tantissimi santi hanno nutrito la propria spiritualità semplicemente vivendo bene la liturgia.
L'autorità della Chiesa, almeno fino a prima del Vaticano II, ha sempre avuto un sacro timore di metter mano alla liturgia, anche se solo per piccole modifiche - al punto in cui il rito romano è rimasto sostanzialmente lo stesso da san Dàmaso (VI secolo) fino al 1969, come a dire che papa Damaso, Tommaso d'Aquino (XIII secolo) e padre Pio hanno celebrato lo stesso identico culto a Dio.
Mav per carità, non ricominciamo con le mistificazioni: distribuirle ad ALCUNI fedeli e nel cammino diventano centinaia di persone. Per favore, fai TU un servizio alla verità e smetti di difendere il peggiore insulto a Cristo perpetrato nel cammino da cinquant'anni!
RispondiEliminaE poi dice IL SACERDOTE distribuisce AD ALCUNI e non venti laici in vestina bianca alla moda
Mav ha detto... "La natura di segno esige che la materia della celebrazione eucaristica si presenti veramente come cibo"
RispondiEliminaIo peserei la parole, Mav. Dalla tua affermazione apodittica nella frase "la natura di segno esige" - sottolineo il significato del verbo esigere - si può dedurre che stai rovesciando la frittata: se la natura di segno esige tanto, allora, sono le celebrazioni ordinarie nelle quali l'Eucarestia non si presenta come cibo ma come Ostia a essere diminuite.
Ti rispondo con la MYSTERIUM FIDEI:
"11. Non è infatti lecito, tanto per portare un esempio, esaltare la Messa così detta «comunitaria» in modo da togliere importanza alla Messa privata; né insistere sulla ragione di segno sacramentale come se il simbolismo, che tutti certamente ammettono nella ss. Eucaristia, esprimesse esaurientemente il modo della presenza di Cristo in questo Sacramento".
Il segno è importante e l'Ostia - ma è davvero difficile e faticoso comprendere che un'Ostia è pane? - esprime a sufficienza il segno. La questione, ditelo chiaramente, è che si vuole esprimere concretamente una cosa in aggiunta, il banchetto comunitario.
Per la Chiesa Cattolica nella Pasqua e in tutte le messe si ricorda, celebrando su un Altare (del Sacrificio appunto), il Sacrificio che Gesù ha fatto per tutti noi.
RispondiEliminaNel cammino invece celebrano NON quel sacrificio, ma un banchetto che ricorda la cena dell'Esodo, praticamente la pasqua ebraica.
Noi su un Altare
Loro su un tavolo
Noi un sacrificio
loro una mensa
Noi celebriamo e ricordiamo la notte in cui Cisto ha istituito l'Eucarestia
Loro la notte in cui gli ebrei fuggono dall'Egitto
Noi celebriamo in ogni eucarestia la Presenza di Dio
loro celebrano solo a pasqua questa presenza (come gli ebrei)
Ma non sarebbero sufficienti queste "differenze" per bollare il cammino come un movimento NON cattolico?
Senza bisogno per la Chiesa di andare a scomodare le catechesi non conformi o gli aggiustamenti dottrinali che si perpetuano nel cammino, tutte cose che ancor di più lo rendono totalmente fuori dalla Chiesa; cose che ovviamente hanno bisogno di anni di studi per far emettere una sentenza definitiva; non basterebbero come detto prima soltanto basarsi su cosa viene celebrato durante una semplicissima Messa?
Anche io credo che il motivo del pane azzimo non sia per "assecondare" meglio quanto chiesto dalla Chiesa, ma per avvalorare ancor di più che si sta facendo un banchetto eucaristico comunitario e non un ricordo di un sacrificio e che quel pane è Cristo.
Per altro la Chiesa chiede espressamente che non può esserci tempo tra quando il corpo di Cristo viene dato e la sua assunzione, quindi il banchetto comunitario non sarebbe comunque ammissibile in quanto non deve esserci una pausa per far si che tutti "banchettino" insieme
@Beati...
RispondiEliminaLeggi meglio dice... ALMENO ad alcuni...
Per quanto riguarda le vestine è il classico esempio di quando volete necessariamente esagerare.
In ogni caso il tuo scandalo sulla frazione del pane risulta decisamente fuori luogo.
@Lino
era una citazione del Messale Romano
Nella settimana santa i kikos devono esagerare in tutto. Per esempio con la veglia.
RispondiEliminaX Mav
RispondiEliminaaggiungi Ambrosiano
@ MAV
RispondiEliminaDato che citi il Messale Romano, puoi spiegarmi perché i neocat disubbidiscono proprio al Messale e durante l'Eucaristia se ne stanno con il didietro ben fermo sulla sedia per poi manducare tutti insieme appassionatamente?
@Apostata
RispondiEliminaHo citato il messale per confutare una affermazione di "Beati..." non per giustificare il resto. Non mischiamo gli argomenti. Io contesto, a volte, e questa era una di quelle, quando si parte per la tangente e si usano argomenti che non stanno in piedi, quando, come fai giustamente notare tu, bastano quelli evidenti.
E soprattutto se gli resta una briciola sulle dita si succhiano le dita, (come la pubblicità dei fonzies) e con gli occhi spiritati!
EliminaAllucinante!!!!
CATTOLICO SCHIFATO
RispondiElimina"I PALMATI"
Non si vedono mai la domenica mattina, benché il Papa abbia disposto che almeno una volta al mese debbano uscire dal buio tenebroso delle loro catacombe.
Però, GUAI A MANCARE LA DOMENICA DELLE PALME!!!!!!
Sfacciatamente per primi,davanti a tutti gli altri in processione,trascurando quell'umiltà tanto cara a Gesù e quel suo pregnante "Beati gli ultimi..."
Prepotentemente con le palme del martirio imbracciate e alte due metri(quanto saranno costate?)così da coprire la vista a tutti gli altri che camminano dietro
Ben in mostra,uno ad uno,sistemati intorno all'abside,comodamente seduti e lasciando in piedi anziani stampellati, disabili, invalidi e donne gravide,tutti alle spalle del presbitero, immancabile burattino, che consente tutto questo perché: "devo essere diplomatico,in mezzo c'è anche il responsabile della mia comunità con la gentile mogliettina e sono catechisti entrambi"
Tutto il tempo educatamente con le mani in tasca e gli occhiali da sole ben calzati su quella faccia di bronzo-stessa lega durissima del loro deretano
....E lo splendido coro compresso di forza in un angoletto....
Andate, andate pure con la vostra vestina bianca dal vescovo, in cattedrale, a celebrare la veglia (che, chissà perché, da sempre la fa durare solo due ore e mezzo, come i cristiani della domenica): quella vestina bianca, bianchissima, abbagliante esattamente come certi sepolcri che nascondevano feccia e corruzione
Piccola nota a margine per l'anonimo delle 10:15. A Milano e dintorni si celebra la liturgia approvata da sant'Ambrogio; il Messale Ambrosiano ha alcune piccole differenze rispetto al Messale Romano (differenze che quando entrambi sono passati al Novus Ordo si sono assottigliate). La differenza che più salta agli occhi è l'anticipare il segno della pace all'offertorio.
RispondiEliminaGli eretici Kiko Argüello e Carmen Hernández - nati, cresciuti e pasciuti in Spagna e Italia, in cui vige il Messale Romano come in quasi tutto il resto del mondo - prima si inventarono lo spostamento del segno della pace all'offertorio e poi, decenni dopo, applicarono alla loro invenzione liturgica la patetica etichetta di "ambrosiano", loro che con Milano non c'entravano niente (di più: il cardinale di Milano, l'ateo Carlo Maria Martini, era per il Cammino un vero "faraone", contro cui la Carmen sbottò come un'ossessa nei corridoi del Vaticano giurando che non lo avrebbe mai perdonato, ed è tutto dire).
Questo genere di miserabili scuse posticce (non solo sulla liturgia), etichettine ipocrite aggiunte in fretta e furia quando arrivano le mazzate dalla Santa Sede, patetiche foglie di fico intese solo a continuare comodamente l'idolatria per i due spagnoli, sono uno dei marchi fondamentali della zombificazione dei neocatekikos. Quelli che pur di dire "Kiko ha sempre ragione" sono dispostissimi a sposare la menzogna e l'inganno, e a dichiararli - bestemmiando - "doni dello Spirito".
Sempre riguardo alla stessa tattica da farisei ipocriti c'è il citare eventi lontani e conosciuti solo dagli addetti ai lavori, e distorcerli quel tanto che basta per farli diventare apologia (menzognera) del Cammino.
Mi riferisco per esempio al cosiddetto movimento liturgico che attraversò tutta la prima parte del XX secolo, movimento contro il quale nel 1947 si espresse papa Pio XII con l'enciclica Mediator Dei dove ridimensionò drasticamente le aspettative di coloro che volevano "rinnovare la liturgia", a fronte di piccole concessioni - come la possibilità di recitare in lingua parlata alcune parti non fondamentali della liturgia - sotto condizione che fossero applicabili solo nei paesi in cui la fede non era in pericolo (praticamente quasi nessun paese).
Già la stessa etichetta di "movimento" fa pensare a qualcosa scaturito dal basso, mentre gli studiosi riconoscono invece che il "movimento liturgico" venne dall'alto clero - dai preti modernisti e da quelli infatuati delle massonerie. Come sempre, tutte le volte che si cerca di calare qualche "novità" sulla liturgia, tanto più a danno di chi non aveva assolutamente chiesto di cambiarla (non lo chiedevano né il popolo né la gerarchia), si fanno danni.
In parole povere, la pretesa kikista-carmenista di inventare una liturgia "adatta ai tempi odierni" e magari in nome di un rinnovamento liturgico nato prima da quel "movimento" e poi dal Vaticano II, è la stessa pretesa di un ladro che sottrae i beni altrui in virtù del fatto che "dopotutto oggi tutti rubano".
Per rispondere a Roberto: è giustissimo succhiarsi le dita per evitare di disperdere frammenti del Corpo di Cristo. Ma attenzione: "frammenti"?
RispondiEliminaNella Chiesa cattolica si usano dovunque le "ostie piccole", riservando quelle grandi solo a particolarissime occasioni (per esempio talvolta negli esercizi spirituali di piccoli gruppetti). Le "ostie piccole" hanno un rischio di frammenti molto minore. (cfr. anche l'articolo: frammenti di Eucarestia calpestati dai neocatecumenali).
Per di più la Comunione è normalmente "alla bocca" (la concessione "alle mani" non è né obbligatoria da eseguire, né una comodità a disposizione di sfaticati e frettolosi), cioè azzerando i rischi di frammenti sulle dita (più il cosiddetto "piattino" usato durante la Comunione).
Ora, visto che il modo di fare la Comunione non cambia la santità del gesto, perché diavolo i neocatekikos si intestardiscono a usare le pagnotte sbriciolose ogni volta, con dispersione di frammenti e sceneggiata - più o meno ipocrita - del leccarsi le dita? Risposta: il neocatecumenalismo è fondato sull'ipocrisia.
È sempre la stessa storia: in tutta la Chiesa si fa così, ma noi siamo più speciali e quindi facciamo diversamente, il Cammino è sempre più speciale perché gli altri fanno meno di noi.
E questo vale per il modo di fare la Comunione, vale per la veglia-massacro, vale per il pranzetto dell'alba della domenica di Pasqua (quello con le patetiche ubriacature di vecchietti, mezz'età e giovani a vomitare, dormire tutta la giornata, ecc.), vale per qualsiasi singolo gesto che quando viene dal cuore del singolo è vissuto bene, e quando invece viene imposto dall'alto dei capibastone della setta è una pagliacciata ipocrita funzionale solo alla superbia.
Concordo con Tripudio appieno.
RispondiEliminaSe usassero le ostie non dovrebbero leccarsi le dita. Nelle veglie di Pasqua quattrocento persone che si leccano le dita simultaneamente come un branco di scimmie africane fanno solo ridere, altro che Eucarestia partecipata.
Ho trovato più santità nella Pasqua in una cappellina di ospedale che nella Veglia Neocatecumenale Sacra.
Fra l'altro la Leccatura Neocatecumenale delle Dita è una prassi recentissima dovuta al fatto che sono stati aspramente criticati perché si pulivano le dita sui pantaloni.
RispondiEliminaNon capisco, ma almeno a Pasqua, con le loro fisse ebraizzanti, non dovrebbero usare il pane azzimo e quindi le ostie almeno una volta l'anno? O proprio non vogliono cedere?
EliminaSimonetta
@Simonetta
RispondiEliminaIn virtù delle loro fisse ebraicizzanti, il pane neocatecumenale è pane azzimo in quanto è fatto senza lievito. Quindi se volessero cedere, userebbero il loro pane "almeno a Pasqua" e le ostie in tutte le altre celebrazioni.
Lucia
Grazie Lucia, adesso mi e' piu' chiaro.
EliminaSimonetta
Continuo a pensare che la "pagnotta" serve per eliminare sempre più la visione del "Sacrificio" a favore della visione "banchetto" "mensa Comunitaria".
RispondiEliminaAnche perchè le Ostie avanzate vengono poste poi nel Tabernacolo, il "pane" che avanza viene comunque distribuito e alcuni ne mangiano 3/4 pezzi; quello si che è un banchetto....altro che Ostia piccola, un bel pezzo di focaccia e il banchetto è servito, ovviamente come ogni banchetto si sta seduti e c'è il tavolo, l'Altare in chiesa non viene quasi mai usato, rimane sul presbiterio come arredo della chiesa
Grazie Andrea ricordo benissimo quando il presbitero passava con il pane azzimo ma anche col vino che quando ne avanzava ritornava a fare il giro, di solito altri 3 4 pezzetti ne restavano, ma il bello è che quando qualche fratello ne riceveva uno in più si pensava che il Signore lo avesse a predilezione. Purtroppo io stessa ho vissuto tutto questo e vorrei chiedere se per la chiesa é normale ricevere il pane 2 volte. In chiesa quando si va a prendere la comunione mica la si prende per due volte consecutive?
Elimina@ MAV
RispondiEliminaOk, grazie della precisazione.
Mi associo al commento dell'apostata.
RispondiElimina@Andrea
RispondiEliminaPoiché la celebrazione eucaristica è un convito pasquale, conviene che, secondo il comando del Signore, i fedeli ben disposti ricevano il suo Corpo e il suo Sangue come cibo spirituale.
Si desidera vivamente che i fedeli, come anche il sacerdote è tenuto a fare, ricevano il Corpo del Signore con ostie consacrate nella stessa Messa e, nei casi previsti, facciano la Comunione al calice, perché anche per mezzo dei segni, la Comunione appaia meglio come partecipazione al sacrificio in atto.
Quando si trovano queste affermazioni nello stesso documento, potete immaginare che sia molto facile incorrere in confusione.
Io no, è allucinante la versione focaccia impiegata nel cammino, Mav, per diversi motivi:
RispondiElimina1. È concepita per impedire la conservazione dell'Eucarestia nella quale Carmen non ha mai creduto, disprezzando Tabernacoli e Adorazione.
2. È intesa a esaltare il banchetto e sminuire il sacrificio.
3. Crea una quantità di problemi di dispersione dei frammenti, quindi di sacrilegi al Corpo del Signore.
4. Richiede di maneggiare quel Pane in un modo indegno per farlo in pezzi, quando le ostie si possono prendere sulla punta delle dita.
Ma quale segno di cibo?! Quale Messale?! I neocat se ne fregano del messale, a loro importa solo della loro eucarestia comunitaria nella quale tutti sono sacerdoti, e se non capisci Mav che la focaccia serve a Kiko per portare avanti i suoi significati eretici sulla eucarestia, mi spiace dirtelo ma non hai capito niente di niente.
O.T.
RispondiEliminaMa quest'anno di "Cento Piazze" non se ne parla?..
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Personalmente, mi sembra di capire che Mav voglia sottolineare che comunque sia le norme incluse nell'istruzione Redemptionis sacramentum prevedano l'uso di pane al posto delle ostie e che tale modo sia sensatamente motivato, e fin qui posso anche convenire.
RispondiEliminaA mio avviso il problema è a monte. Il problema non è usare il pane. Il problema alla base, a mio modesto avviso, è la predicazione del CNC circa il mistero eucaristico (non un sacrificio ma un banchetto) e circa le motivazioni che accompagnano quella scelta. Nella stessa istruzione, più volte si sottolinea la necessità di formare e catechizzare adeguatamente i fedeli in caso si scelgano queste vie che non definirei "alternative", ma semplicemente "meno utilizzate", e lo sono per motivi saggi. Sono meno utilizzate perché potrebbero dar luogo a scandali, incomprensioni, interpretazioni fuorvianti, soprattutto se non vengono opportunamente spiegate. Nel CNC questo tipo di "formazione", che dovrebbe semmai fare entrare ancora di più nel mistero eucaristico, proprio in virtù di un segno "più forte" (mettiamola così) semplicemente non c'è. Se ci fosse una predicazione vera e pienamente cattolica sul mistero eucaristico, il problema non si porrebbe, perché anzi si vivrebbe l'Eucaristia con maggior raccoglimento, con maggiore attenzione, devozione e sacro timore. Una giusta predicazione circa il mistero eucaristico avrebbe questi come frutti in una liturgia in cui si usa il pane al posto delle ostie, e il fatto di comunicarsi con il pane sarebbe motivo di ancor maggiore consapevolezza della preziosità, della delicatezza del mistero che si sta celebrando e al quale ci si sta comunicando. Se fossero realmente consapevoli di cosa sia l'Eucarestia, il pane sarebbe motivo di ancora maggior zelo. Allora avrebbe senso.
Credo che il nocciolo sia una questione molto semplice: la forma a scapito della sostanza. Una forma importante, delicata, che richiede la massima attenzione da parte di sacerdote, concelebranti e assemblea è accompagnata da una sostanza inconsistente. Quello che interessa nel CNC è fare le cose meglio, di più, platealmente, proponendo segni ai quali però hanno tolto o svilito il senso, con maggiore "fedeltà alla Chiesa delle origini", ma solo nella forma, perché se poi senti le catechesi che parlano dell'Eucarestia, questa è svilita, banalizzata, fuorviata. Se levi la sostanza (che è quella che conta), non resta che la forma. Che sarà anche molto densa di significati e lecita, ma svuotata del suo senso. Molto semplicemente, un teatrino.
@Autore della lettera
RispondiEliminaGrazie.
Vorrei aggiungere solo poche cose a quanto hai, molto meglio di me, espresso.
La cosa più grave è che non esiste la crescita, e quella assemblea che dovrebbe man mano acquistare quella consapevolezza non lo fa, gli stessi comportamenti li vedi in chi ha appena iniziato il cammino, e in chi lo ha finito. Sono assolutamente d'accordo che più passa il tempo e più si difende la forma a scapito della sostanza.
La "guerra" sulla Veglia di Pasqua è l'esempio di questi giorni.
Certo, carissima, purtroppo però il pane di Kiko è il simbolo della schiavitù, non del Corpo Sangue Anima Divinità di Nostro Signore. Quindi il tuo discorso, preciso e comprensibile, diventa spazzatura nel cammino dove non esiste nessuna catechesi che aiuti a comprendere il mistero eucaristico, se non nella versione adulterata di Carmen.
RispondiEliminaGuardiamo gli ortodossi, loro usano pane (lievitato) proprio come probabilmente fece anche Gesù in persona, ma lo tagliano con coltelli d'oro, lo prendono con pinze d'oro e lo pongono nella bocca del fedele direttamente. Non preparano venti pani, non smanacciano il corpo Santo di Dio, non perdono briciole, non si leccano le mani e si guardano bene dal far toccare quel pane a laici addobbati.
La "liturgia" kikiana ripugna e non vuole significare quello che piacerebbe a noi (segno forte, più consapevolezza) ma quello che vuole Kiko, banchetto di festa dei "risorti" NC, riproposizione della Pasqua ebraica.
O.T. :
RispondiEliminaDalla Parrocchia Romana dei SS. Martiri Canadesi in Roma, dalla locandina internet:
"Sabato Santo 15 aprile
Ore 21.00 Solenne Veglia Pasquale"
---
Chiediamo al Parroco Don Maurizio, che con attendibile probabilità ci legge, se ci sarà una molto meno solenne e blasfema Veglia Pasquale in differita, rispetto a quella Ufficiale della Parrocchia, che si svolgerà in Cripta, "animata" dal Cammino Neocatecumemale"
Fine O.T.
Purtroppo nel CNC c'è la formazone sull'Eucarestia, peccato che sia completamente errata.
RispondiEliminaNelle convivenza del'amen se ne parla e sul tavolo appaiono pure le erbe amare e il cosciotto credo di montone.
Sempre il ricordo della notte dell'esodo (che è la notte più importante per gli ebrei l'unica dove DIO passa), ma per noi DIO passa ogni giorno e ogni Eucarestia è per noi Cristiani più importante della notte dell'Esodo
Andrea, è interessante, questa convivenza dell'Amen con cosciotto di montone ed erbe amare! Puoi raccontare qualcosa di più?
EliminaAnche all'inizio del catecumenato, durante la convivenza di 3 giorni alla fine delle catechesi per adulti in parrocchia, quando si formano le comunità, c'è una catechesi incentrata sull'Eucarestia neocatecumenale. Si fa il sabato pomeriggio in preparazione alla celebrazione del sabato sera quando le persone sono esposte per la prima volta alla celebrazione neocatecumenale. Questa catechesi praticamente spiega la pasqua ebraica e tutti i simboli e/o segni del seder, tra cui le erbe amare, le uova, l'agnello etc.. Viene detto che i catecumeni usano il pane azzimo perché richiama il pane dell'afflizione e il passaggio dalla schiavitu' alla liberta'.
RispondiEliminaNon so se Andrea si riferisce a questa convivenza quando ai partecipanti viene chiesto se vogliono intraprendere il cammino, in un certo qual senso dando l'amen. Io comunque non mi ricordo dei aver visto cosciotti di montone. Forse si tratta di un altra convivenza piu' avanti nel cammino.
Lucia
@Beati pauperes spiritu
RispondiElimina"Certo, carissima, purtroppo però il pane di Kiko è il simbolo della schiavitù, non del Corpo Sangue Anima Divinità di Nostro Signore."
Era esattamente quello che intendevo con "Se ci fosse una predicazione vera e pienamente cattolica sul mistero eucaristico". Partono da un principio errato, che non può che essere fonte di ulteriori errori, che diventano, nel caso dell'Eucarestia, veri e propri abusi e sacrilegi. Se il Pane Eucaristico, vero Corpo e vero Sangue, lo fai diventare "il simbolo della schiavituù in Egitto", non può che perdere di valore. Sarebbe come ereditare un diamante preziosissimo a tua insaputa e che, per qualche motivo, ti viene fatto passare per zircone: va da sé che non ne avrai sufficiente cura e che anche se lo smarrissi non gli daresti più di tanto peso.
Dico "a tua insaputa" per un motivo ben preciso: ricordiamoci sempre che, almeno fino a una quindicina di anni fa, nel CNC entravano i cosiddetti "lontani": persone lontane dalla fede e dalla Chiesa, non formate, digiunge di qualsiasi tipo di conoscenza, alle quali è stato messo in mano il modo più delicato di celebrare l'Eucarestia (il pane). Non sono mai stata una persona che pensa che per avere fede bisogna essere degli studiosi o dei teologi (ho sempre letto le vite dei santi, e quelli che più mi impressionavano erano bambini o persone di origini umilissime e che non avevano studiato, ma che avevano una fiducia tale nella Chiesa da possedere una sapienza gigantesca), credo che ciascuno sia una cosa a sé e che abbia strumenti diversi e doni, sensibilità diverse. La cosa bella è la complementarietà: dove uno non arriva, ci arriva un altro, con modi e mezzi e doni che solo Dio sa come li distribuisce. Il punto è che proprio perché queste persone erano lontane, gli andava detta la Verità, integrale, senza infiocchettare niente facendo passare il messaggio nascosto che il resto della Chiesa abbia sempre sbagliato o che comunque c'è un'Eucarestia più valida di un'altra.
Mi ripeto, il problema alla base è nella predicazione: è il primo approccio. Se è errata quella, inquinerà tutto (ancora di più se rivolta a persone che non sanno di cosa si stia parlando).
@Lucia
RispondiEliminaCi sono quelli più realisti del Re che addirittura "apparecchiano" il Seder...
..normalmente si usano i disegni su un cartellone.
La convivenza è quella di fine catechesi e il Seder viene spiegato il sabato mattina, nel pomeriggio invece si fa una breve storia della Eucarestia dalle origini fino ai giorni nostri.
Il senso dello spiegare il Seder sarebbe, dico sarebbe perché esiste un rischio intrinseco legato ad enfatizzare la Pasqua Ebraica a scapito della Eucarestia, quello di partire dalla prima Eucarestia che era effettivamente una Pasqua Ebraica fino a quando Gesù all'interno del rito cambia tutto il senso di quella liturgia mettendo al centro non più l'Esodo ma piuttosto il Lui stesso che si offre per la salvezza dell'Uomo. Quel pane non è più memoriale dell'Esodo ma presenza reale del Suo corpo offerto per noi, e quel vino non è più memoriale dell'alleanza del Sinai ma presenza reale del Suo sangue "nuova ed eterna alleanza" versato per noi.
Spiegare il pathos del Seder dovrebbe avere lo scopo di far capire quanto sia grandioso quello che si celebra nell'Eucarestia, in ogni Eucarestia, anche se fosse , passattemi il termine, frettolosa, il Mistero Pasquale della morte e resurrezione del Figlio di Dio, che come dice S.Paolo è garanzia che tutti quelli che credono in Lui e si fanno battezzare avranno la Sua natura, e di conseguenza la vita eterna.
@Beati Pauperes Spiritu
RispondiElimina«I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno feriscono il mio cuore con monotono languore»
P. Verlaine
<< Pere che il pompelmo faccia mele>>
Brigadiere Zagaria
Scusa, me l'hai servita su un piatto d'argento
@Mav
RispondiEliminaScusa ma ti devo correggere 😊
La prima Eucaristia e dunque l'ultima cena non è assolutamente una Pasqua ebraica. Puoi trovare maggiori informazioni nel secondo libro di "Gesù di Nazareth " di Papa Benedetto XVI.
Xz
Sì, l'interpretazione dell'evento "Ultima Cena" è una di quelle cose sottili ma pericolose perché comodamente equivocabili da chi vuol spingere a tutti i costi verso l'ebraismo.
RispondiEliminaNostro Signore sfruttò l'occasione (familiarissima per qualsiasi ebreo) per istituire l'Eucarestia (lo chiameremmo "evento fondativo"), per cui fu chiaro a tutti i presenti che la Pasqua ebraica era superata (e non era l'unica cosa tradizionale ebraica a cui gli Apostoli sapevano che il Signore aveva dato compimento). Ne è prova il fatto che gli Apostoli, dopo la Risurrezione, non considerarono più la Pasqua ebraica nemmeno di striscio, e solo chi non aveva capito niente montò la polemica del "per essere cristiani occorre prima farsi circoncidere e divenire ebrei"...
@Xz
RispondiEliminaSe hai tempo prova a fare un sunto, mi interessa molto
@Xz ha detto: "La prima Eucaristia e dunque l'ultima cena non è assolutamente una Pasqua ebraica"
RispondiEliminaPerfino p. Perdro Farnes, nella raccolta "Vivere l’Eucarestia", citò la tesi secondo la quale l'Ultima Cena fu sì una cena ebraica (naturalmente), ma non una cena pasquale ebraica. Certamente non lo è nella cronologia giovannea dove la morte di Gesù avviene nel giorno del sacrificio degli agnelli pasquali in preparazione per la cena pasquale; quindi in Giovanni la Cena non può essere una cena pasquale ebraica.
@Mav
RispondiEliminahttp://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1346958.html
Ecco un articolo che riassume bene.
Xz
Per Mav:
RispondiEliminahttp://www.salesianinordest.it/spiritualita/1144-lultima-cena-non-fu-la-pasqua-ebraica
L'istituzione dell'Eucaristia
RispondiElimina1337 Il Signore, avendo amato i suoi, li amò sino alla fine. Sapendo che era giunta la sua Ora di passare da questo mondo al Padre, mentre cenavano, lavò loro i piedi e diede loro il comandamento dell'amore [Cf ⇒ Gv 13,1-17 ]. Per lasciare loro un pegno di questo amore, per non allontanarsi mai dai suoi e renderli partecipi della sua Pasqua, istituì l'Eucaristia come memoriale della sua morte e della sua risurrezione, e comandò ai suoi apostoli di celebrarla fino al suo ritorno, costituendoli “in quel momento sacerdoti della Nuova Alleanza” [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1740].
1338 I tre vangeli sinottici e san Paolo ci hanno trasmesso il racconto dell'istituzione dell'Eucaristia; da parte sua, san Giovanni riferisce le parole di Gesù nella sinagoga di Cafarnao, parole che preparano l'istituzione dell'Eucaristia: Cristo si definisce come il pane di vita, disceso dal cielo [Cf ⇒ Gv 6 ].
1339 Gesù ha scelto il tempo della Pasqua per compiere ciò che aveva annunziato a Cafarnao: dare ai suoi discepoli il suo Corpo e il suo Sangue.
Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: “Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare”. . . Essi andarono. . . e prepararono la Pasqua. Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel Regno di Dio”. . . Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio Corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio Sangue, che viene versato per voi” ( ⇒ Lc 22,7-20 ) [Cf ⇒ Mt 26,17-29; ⇒ Mc 14,12-25; ⇒ 1Cor 11,23-26 ].
1340 Celebrando l'ultima Cena con i suoi Apostoli durante un banchetto pasquale, Gesù ha dato alla pasqua ebraica il suo significato definitivo. Infatti, la nuova Pasqua, il passaggio di Gesù al Padre attraverso la sua Morte e la sua Risurrezione, è anticipata nella Cena e celebrata nell'Eucaristia, che porta a compimento la pasqua ebraica e anticipa la pasqua finale della Chiesa nella gloria del Regno.
“Fate questo in memoria di me”
1341 Quando Gesù comanda di ripetere i suoi gesti e le sue parole “finché egli venga” ( ⇒ 1Cor 11,26 ), non chiede soltanto che ci si ricordi di lui e di ciò che ha fatto. Egli ha di mira la celebrazione liturgica, per mezzo degli Apostoli e dei loro successori, del memoriale di Cristo, della sua vita, della sua Morte, della sua Risurrezione e della sua intercessione presso il Padre.
1342 Fin dagli inizi la Chiesa è stata fedele al comando del Signore. Della Chiesa di Gerusalemme è detto:
Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. . . Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore ( ⇒ At 2,42; ⇒ At 2,46 ).
1343 Soprattutto “il primo giorno della settimana”, cioè la domenica, il giorno della Risurrezione di Gesù, i cristiani si riunivano “per spezzare il pane” ( ⇒ At 20,7 ). Da quei tempi la celebrazione dell'Eucaristia si è perpetuata fino ai nostri giorni, così che oggi la ritroviamo ovunque nella Chiesa, con la stessa struttura fondamentale. Essa rimane il centro della vita della Chiesa.
1344 Così, di celebrazione in celebrazione, annunziando il Mistero pasquale di Gesù “finché egli venga” ( ⇒ 1Cor 11,26 ), il Popolo di Dio avanza “camminando per l'angusta via della croce” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 1] verso il banchetto celeste, quando tutti gli eletti si siederanno alla mensa del Regno
Vi dico quello che so io:
RispondiEliminaSecondo i più recenti studi si suppone che il giovedì santo per noi cristiani non fosse il giorni di pasqua ebraica
alcuni motivi
1) il viaggio dalla galilea a gerusalemme durava parecchi giorni e per sicurezza non è che si arrivava esattamente il giorno di pasqua, ma qualche giorno prima, quindi quando Gesù dice di "affittare" il cenacolo perche volevano passare li la pasqua, intendeva che avrebbero tenuto per vari giorni quel luogo (tant'è che dopo la morte erano ancora li)
quindi la frase "il Maestro vuole celebrare li la pasqua non va inteso oggi è pasqua, ma siamo nel periodo della pasqua.
Quindi la cena del giovedì santo molto probabilmente era una "normale" cena, anche perche se fosse stata la "notte di pasqua" nessun ebreo avrebbe "lavorato" quindi il fatto che dopo cena quando inizia la veglia pasquale l'idea che giuda va e torna con guardie, servi del sommo sarcedote e lo stesso sinedrio non si sarebbe potuto riunire.
per ultimo nel vangelo di Giovanni dice chiaramente che i sacerdoti non vogliono entrare nel pretorio per non "contaminarsi e rovinarsi la pasqua imminente che stava arrivando.
Quindi quello che il cammino fa nel celebrare la pasqua (notte dell'esodo,passaggio del mar rosso e fuga dall'egitto) è doppiamente sbagliato, sia se lo si veda dal lato nostro di Pasqua di resurezione, che dal lato di quelo che faceva Gesù il giovedì Santo.
Relativamente alla questione molto interessante dell’Ultima Cena, anch’io avevo letto che c’è possibilità che non sia stata un seder pasquale (come menzionato in uno dei links indicati circa la nuova cronologia dell’evento). Gesù avrebbe invece celebrato una cena di todàh (ringraziamento) che era una particolare usanza ebraica legata alla salvezza da un grave pericolo. Quando un uomo scampava alla morte dava lode e ringraziamento a Dio mediante questa celebrazione. Gesù l’avrebbe celebrata prima della morte per significare la Sua totale fiducia in Dio nel perdere la vita (facendo la Sua volontà) e riaverla. Chiedo aiuto per una migliore spiegazione (se del caso) a chi tra di Voi ne sa sicuramente più di me.
RispondiEliminaQuello che mi premeva dire in relazione a questa questione accademica e teologica è che in più di una occasione, ma sempre durante le celebrazioni infrasettimanali della Parola cha hanno carattere più intimo, almeno 3 presbiteri nc hanno accennato alla cena di todah (quando era pertinente) spiegando che nel mondo degli studiosi era in atto questa diatriba che era molto importante per il cammino anche se era prematuro parlarne e non veniva menzionata nelle catechesi [qualcuno ha qualche rimembranza?]. Il fatto è che kiko aveva già avuto questa intuizione ed anche per questo aveva posto la mensa nel centro e noi commensali tutt’intorno. Già adesso i biblisti erano alle prese con queste nuove teorie e un giorno anche la Chiesa avrebbe capito. La nota finale era di non parlare di questa cosa perché era troppo complicata e cmq era prematuro. (Sempre il segreto, aumm aumm.)
In ogni caso, se non lo avevamo ancora capito, anche qui kiko è all’avanguardia!!! Sta da tutte le parti e usurpa pure preventivamente pur di “provare” che la celebrazione neocatecumenale è fondata e migliore della semplice Messa. INCREDIBILE.
Qualcun altro ricorda accenni di questo tipo fatti da presbiteri nc quando “spezzavano” la Parola?
Lucia
@Lucia
RispondiEliminaSe Kiko ha dei dubbi sul fatto che l'ultima cena fosse o meno un seder certo li cela benissimo, nell'annuncio di Pasqua ribadisce il "dogma" che quella cena fosse un seder. Tenete presente anche un'altra cosa, quella catechesi sulla Eucaristia è farina del sacco di Carmen, credo che Kiko abbia la "statura" solo per ripeterla, lui è solo l'uomo del Kerigma fuori di quello non ha neanche le conoscenze, è sempre stata Carmen che tirava fuori dal cilindro le novità. Basta andare a riguardarsi i mamotreti, non solo delle catechesi ma anche quelli delle convivenze di inizio corso.
Infatti da quando carmen è uscita di scena, prima per la malattia, e adesso definitivamente, tutta la predicazione è di una monotonia imbarazzante, come già diceva Carmen, Kiko inserisce il CD ed è una noia mortale, e se lo ha detto lei che se le sorbiva tutte c'é da credergli.
Ho il fondato dubbio che Carmen non sarebbe stata assolutamente d'accordo sulle ultime sparate riguardo l'uscita dalle parrocchie, almeno nella modalità che vengono urlate ultimamente.
Però rimane l'altro dubbio, perché si è solo limitata a fargli le frecciatine in pubblico, e non lo ha fermato sul serio? Lei urlava che non voleva morire kikkiana, ma non ha fatto niente perché NESSUNO corresse questo rischio, ed ora invece credo che questo rischio si stia materializzando. O muore prima oppure porterà le comunità a scegliere o lui o la chiesa, dicendo che lui è la chiesa, e qui vorrò vedere i preti ed i vescovi, a chi ubbidiranno.
Lucia anch'io ho sempre e solo sentito parlare di "seder" la cena pasquale ebraica. Ai bambini che si preparavano alla prima comunione veniva proprio proposta tale e quale qualche giorno prima. "Filo d'erba"
RispondiEliminaCiao Mav e ciao Filo d’erba.
RispondiEliminaSu un piano ci sono gli studi e le disquisizioni accademiche e le ricerche dei biblisti (tra l’altro la cena di todàh non cancellerebbe la valenza sacrificale dell’Ultima Cena di Gesù)
https://cooperatores-veritatis.org/2017/03/06/ratzinger-spiega-eucaristia-e-gli-errori-protestanti/
Su un altro piano c’è quello che vuole essere il pensiero kikiano.
Sono d’accordo con quello che hai scritto. Riguardo a Carmen, era lei che aveva stretto un rapporto con il liturgista P. Farnes ed era lei la “creativa” del trio fondatore. Anch’io in cammino ho sempre sentito parlare di Eucarestia rapportata al seder. Tuttavia il discorso della todàh è uscito fuori in quelle occasioni che ho detto e per bocca di presbiteri rm che si presume abbiano fatto anche studi sulla liturgia, seppur in modo kikiano e/o su testi filo kikiani. Magari questa interpretazione della Cena del Signore è a loro nota ma non prevalente e/o integrata al momento. Non lo so. Forse è un modo per mettere le mani avanti. Non lo so. Magari non significa proprio nulla. Non lo so. Però l’ho sentito. E non capisco nemmeno ora il tono pseudo confidenziale di quegli accenni ma questo non fa testo perché rientra nel modo di fare neocatecumenale, alla stregua di non parlate di queste cose gli altri non capirebbero.
In ogni caso, quello che volevo intendere io è che kiko si para da tutte le parti e ha le mani dappertutto. E onnisciente. Se anche si dovessero trovare le prove materiali che la Madonna è stata sulla luna, kiko subito direbbe io lo sapevo già, lo sapevo già, l’avevo intuito!!! Per questo ho dipinto la Madonna spaziale.
Lucia
E' tutto vero, quello che è riportato nell'articolo è la pura e semplice verità.
RispondiEliminaVi ringrazio di avere creato queste pagine.
Quando ho bisogno di avere qualche conferma sul cammino mi è sufficiente leggervi per tornare alla verità.
Consiglio a tutti di leggere il libro di Don Fabio Rosini "Solo l'amore crea".
Continuate a fare quello che state facendo, siete un'ancora di speranza per tante persone come me.
Grazie e buona Pasqua a tutti
Catecumeno deluso
RispondiEliminaAvevo scritto ieri sera tardi da cell. ma forse ho sbagliato l'invio ..
Avevo semplicemente detto grazie a Pax e a tutti voi che scrivete per le vostre spiegazioni e testimonianze e la perseveranza che dimostrate nel cercare ed affermare la verità ..
Vi auguro una Buona Pasqua (Cristiana) .. in particolare a chi si trova in condizione di sofferenza.
Inoltre avevo fatto una domanda, perchè ascoltando la 1^ lettura di ieri sera mi era venuta da fare un' osservazione: quando agli Ebrei viene spiegato come dovevano mangiare il pane azzimo, dice che devono farlo "in fretta" .. allora Kiko, se vuole ispirarsi a questo, non si contraddice quando "prolunga" il momento della Comunione?
Io ricordo che alla prima celebrazione dopo le catechesi iniziali, pur "piacendomi" tutto il resto, quel momento (cioè il fatto di ASPETTARE così a lungo col Corpo di Cristo in mano) l'ho vissuto invece con molto disagio (poi purtroppo mi sono "adattata"..)
Roberta
Statuto del cammino neocatecunenale Titolo 6 Art.34 comma 2 dopo la scomparsa di uno dei due iniziatori di cui al paragrafo precedente,l'altro rimane responsabile dell'equipe internazionale e,sentito il parere del Presbitero,procederà a completare l'equipe internazionale. ... Domanda che in tanti neocatecumeni si pongono: quando Kiko illuminato dallo Spirito Santo procederá? Il Pontificio Consiglio per i laici forse potrebbe chiarire.
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