lunedì 30 ottobre 2017

Lettera aperta a Kiko da un sacerdote del Cammino: noi, maltrattatori dell'Eucaristia

Vi presentiamo una lettera di un sacerdote del Cammino che, dopo aver riconosciuto le gravi irrispettosità che questo itinerario cosiddetto "di fede" trasmette ai propri aderenti e persino ai propri seminaristi, propone a Kiko di porvi rimedio, per tutelare il Tesoro della Chiesa, l'Eucaristia, e "riformare" il Cammino.
La lettera aperta è del 2013, quindi ormai data da quattro anni. Possiamo constatare come per Kiko sia rimasta lettera morta, e quindi concludere che:

"ECCLESIA SEMPER REFORMANDA, ECCLESIA KIKA NUMQUAM"

(la Chiesa deve sempre riformarsi, la chiesa di Kiko mai).


UMILE PROPOSTA DI MIGLIORAMENTO DELLA PIETÀ EUCARISTICA DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE, DA PARTE DI UN SEMPLICE SACERDOTE DEL CAMMINO A BARCELLONA (SPAGNA)
ECCLESIA SEMPER REFORMANDA
Kiko Argüello
Sede Internazionale del Cammino Neocatecumenale
Roma, Italia 

Stimato Kiko, sono un sacerdote del Cammino che cammina con la nona comunità di San Vincenzo dela Horte, vicino a Barcellona.
Un sacerdote mio amico, della diocesi di Sant Feliu di Llobregat (suffraganea di Barcellona), mi invitò a fare le catechesi. Io le feci perché mi attraeva, da molto tempo, l'idea di far parte di una comunità di cristiani, giovani e adulti, che vanno a predicare la Buona Notizia per le strade alla gente.
Mi piacquero le catechesi, ma la "catechesi" parallela del diavolo mi convinceva di più: «Come ti vai a mettere in una comunità di cui tu non sei responsabile? Tu sei un sacerdote, e un sacerdote deve essere lui a condurre, nel nome di Cristo!».
Perciò avevo deciso di non andare alla cerimonia della consegna della Bibbia, alla fine delle catechesi. Successe però qualcosa di sorprendente che mi spinse a cambiare idea.
Nel confessionale della mia parrocchia, durante una direzione spirituale, una giovane donna della Colombia, che non conosceva il cammino, mi disse: "Padre, mentre lei celebrava la messa, ho avuto la visione di un vescovo che le consegnava una Bibbia. Non ho capito perché un vescovo dovesse consegnarle la Bibbia, ma più tardi il Signore, davanti al Santissimo, mi ha detto: 'Tu dillo al padre, lui capirà' ".
Questa stessa cosa la raccontai alla cerimonia della consegna della Bibbia, presieduta dal signor vescovo della diocesi Augustin Cortes.
Il giorno seguente quella giovane donna colombiana, che ha visioni e locuzioni interne del Signore e della Vergine fin da piccola, mi disse che, uscendo dalla chiesa parrocchiale, una voce malevola e tenebrosa le disse: "Questa me la pagherai molto cara!" 
Quindi è molto chiaro, per me e per molti, che il Signore vuole il Cammino e che il demonio non lo vuole. E soprattutto il demonio non vuole che noi sacerdoti entriamo nelle comunità, perché sa molto bene che sono un cammino di umiltà, e pertanto di salvezza, per noi e per molte persone! 
Però, Kiko, c'è qualcosa che mi preoccupa molto, ed è il motivo di questa lettera.
Mi preoccupa la carenza di pietà eucaristica e la carenza di attenzione e di delicatezza nel trattare l'Eucaristia. 
Un giorno c'era l'adorazione del Santissimo in una parrocchia del Cammino. Erano presenti tutte le comunità. Nessuno però si inginocchiò davanti al Signore.
Una volta ebbi l'occasione di fare una visita catechetica alla Sagrada Familia di Barcellona (sono stato lì 8 anni come seminarista diacono e vicario) con un gruppo di una cinquantina di seminaristi con i propri formatori, provenienti da vari seminari Redemptoris Mater della Spagna.
Quando andammo all'Agape in una parrocchia di Barcellona, dopo la visita alla Sagrada Familia, nessun seminarista e nessun formatore (sembrò a me) andò a salutare il Signore nel Tabernacolo.
Allo stesso modo ho osservato che praticamente nessuno delle comunità va a salutare il Santissimo prima e dopo l'Eucaristia.
Piuttosto, la cappella del Santissimo si trasforma in un ripostiglio dove lasciare le cose.
Parlando con un sacerdote latino-americano, commentava molto infastidito che nella sua parrocchia ha dovuto affrontare le comunità perché "non si inginocchiano (davanti al Santissimo) né mi rispettano come parroco quando richiamo la loro attenzione sopra questi ed altri temi importanti"
Nessuno si inginocchia davanti a Gesù

Inoltre mi preoccupa che, nel dare la comunione con coppe tanto grandi e tanto piene di vino, cada per terra (l'ho visto personalmente più di una volta, con gran dolore per la mia anima).
Un giovane mi spiegava recentemente che aveva smesso di assistere alle Eucaristie del Cammino perché aveva visto qualcuno, più di una volta, scuotere le briciole del pane dopo essersi comunicato.
Allo stesso tempo mi preoccupa (e ho sentito esprimere questa preoccupazione anche da laici) che si dà la comunione a tutto il mondo senza avvisare preventivamente che è necessario essere in grazia di Dio per comunicarsi degnamente. 
Kiko, molti ci accusano di non avere sufficiente amore per Gesù, realmente presente nell'Eucaristia. E l'accusa ha un certo fondamento.
L'Eucaristia, come tu sai molto bene, è il Tesoro della Chiesa. Lì è realmente presente il Signore, nostro Dio e Redentore.
Mi rallegra sapere che, nella Casa del Cammino in Galilea, vicino al lago di Tiberiade, c'è l'adorazione perpetua del Santissimo, con un seminarista del Cammino sempre presente. 
Kiko, è urgente che arrivi da parte tua a tutte le comunità un segnale di allarme: trattiamo con tenerezza l'Eucaristia!!
  • Inginocchiamoci davanti al Tabernacolo. Lì c'è il Signore!
  • Che le cappelle del Santissimo siano sempre rispettate come luoghi di preghiera e di adorazione;
  • Che i sacerdoti del Cammino facciano lo sforzo di essere disponibili per le confessioni prima dell'Eucaristia perché la gente possa comunicarsi in Grazia di Dio;
  • Diamo la possibilità di ricevere l'Eucaristia in ginocchio e direttamente alla bocca. E avvisiamo che quando la si riceve in mano, lo si faccia con molta attenzione e cura;
  • Che il Sangue di Cristo venga ripartito in calici più piccoli e sempre in modo da impedire che il Sangue di Cristo vada a terra (per esempio, con un corporale o purificatore sotto la bocca e mai passando il calice oltre i banchi e le sedie, in difficile e precario equilibrio).
Beve dalla coppa-insalatiera

Kiko, che nessuno possa provarsi a dire che non amiamo a sufficienza Gesù, realmente presente nell'Eucaristia. Al contrario, che si possa dire: "Nessuno vezzeggia e tratta con tanta tenerezza l'Eucaristia come quelli del Cammino".
Sono convinto, Kiko, che se questo si realizzerà, il Cammino di moltiplicherà per 10 e per 100. E allora sì che saremo pronti per evangelizzare la Cina e per la Nuova Evangelizzazione del Mondo intero.
Che la Vergine Maria, Fondatrice, Madre e Regina del Cammino, ci aiuti con la sua potente materna intercessione.
Che ci aiutino anche tutti gli Angeli , Santi e Sante del Cielo.
Amen. 
Ricevi l'abbraccio di un sacerdote che ti ammira e prega per te, per Carmen e per il Padre Mario. E, a partire da oggi, per tutta l'equipe internazionale di Roma. Un saluto speciale al Padre Sotil, catechista dei catechisti della mia parrocchia, sacerdote del nostro episcopato e mio buon amico.
un semplice sacerdote di Dio Altissimo
Sant Feliu de Llobregat (Barcellona, Spagna) 24 ottobre 2013
Festa di S.Antonio Maria Claret, sacerdote catalano, fondatore dei Missionari del Cuore Immacolato di Maria, infaticabile Apostolo, come te, Kiko, dell'Amore di Dio
Lugubre tabernacolo in un seminario RM:
insieme a Gesù, e con lo stesso onore, viene custodito
un vangelo. Davanti, nessun inginocchiatoio, solo sedie.
Nota: un giorno ho accompagnato padre Farnés, già anzianotto, a casa sua, dopo la celebrazione della festa patronale della parrocchia vicina. Naturalmente, durante il tragitto, abbiamo parlato di tutte queste cose ed egli mi ha ascoltato con attenzione.
Lo considero qualcosa di provvidenziale perché, come disse lui stesso all'inaugurazione dell'Istituto di Teologia di Barcellona, diversi anni fa, davanti a te e a Carmen e al Cardinale di Barcellona, Carles, in una sala delle riunioni del Seminario Conciliare Diocesano affollata di gente che ti ascoltava con entusiasmo: «a Barcellona possiamo essere orgogliosi di dire che qualcosa di così grande come il Cammino Neocatecumenale è nato "liturgicamente" nelle classi del prestigioso Istituto di Liturgia di Barcellona».
Ebbene, da Barcellona, da parte di un semplice sacerdote che cammina in una delle mille e mille comunità del Cammino sparse nel mondo, parte una umile, ma allo stesso momento ambiziosa, iniziativa di migliorare la nostra pietà eucaristica, che darà senza dubbio molto frutto se tu consideri opportuno, Kiko, proporla a tutti con l'aiuto di Dio e della Madre di Dio.
ECCLESIA SEMPER REFORMANDA!
Pescator, pescator che peschi?

Alcune correzioni alla prima versione della lettera:
1. La lettera è stata inviata a titolo personale, non dalla Segreteria della Diocesi come Segretario della Diocesi, ma come semplice sacerdote di Dio Altissimo. Chiedo umilmente scusa per il difetto di forma della prima lettera.
2. Non si fa riferimento ai 10 seminari Redemptoris Mater di Spagna, ma solo ad alcuni di essi.
3. Si corregge l'espressione "maltrattatori dell'Eucaristia" con "non sufficiente amore per Gesù realmente presente nell'Eucaristia".

42 commenti:

  1. "Il bergoglio" .....hai ahi ahi

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  2. Francamente sono perplesso.

    Ho l'impressione che il sacerdote voglia dare un colpo al cerchio ed uno alla botte.

    Tanto per cambiare, rispunta sempre fuori l'immancabile demonio che si infuria perché lui, sacerdote, obbedisce allo show neocat e si umilia a farsi consegnare la Bibbia che, palesemente, né in seminario né nell'esercizio del suo ministero aveva mai visto.

    Ovviamente la faccenda è voluta dall'alto, come comunicatogli dalla veggente sudamericana.

    Insomma, la classica favoletta in neocatecumenalese.

    Tante belle parole sull'inginocchiarsi, sull'adorazione.

    Silenzio di tomba sul rispetto del Messale Romano per consacrazione e distribuzione dell'Eucaristia. Solo un patetico "diamo la possibilità" per la Comunione in ginocchio.
    Ovvero, lui sacerdote della Chiesa Cattolica prega un laico qualunque di concedere almeno la possibilità di comunicarsi come la Chiesa ordina.

    Silenzio di tomba sulle eresie diffuse dal cosiddetto Cammino che lui, sacerdote, avrebbe dovuto confutare.

    Silenzio di tomba sulla sua sottomissione ai kikatekisti.

    Silenzio di tomba sulla violazione del foro interno durante gli scrutini.

    Silenzio di tomba sulla macchina fabbrica-soldi che impoverisce i camminanti.

    Sarò io che non capisco, ma questo come "defensor fidei" mi sembra piuttosto scarsino.

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  3. Ahi, ahi, ahi, il caro fratello Pietro è come il maiale che disse al gatto: "l'importante è la pulizia!"

    Sta finendo il 2017 e il Cammino Neocatecumenale ancora non ha fatto nulla riguardo alle tre famose "tirate d'orecchie" operate da il Bergoglio quasi quattro anni fa, il 1° febbraio 2014:

    1) obbedire ai vescovi anche a costo di "rinunciare a vivere tutti i dettagli" del programma kikiano-carmeniano;

    2) rispettare le culture locali anziché imporre loro il kikismo-carmenismo;

    3) non forzare la libertà degli adepti ma "rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana".

    Allora, a che punto siamo? Inutile chiederlo all'ipocrita Pietro: il Cammino, infatti, se ne infischia delle parole del Papa, le censura (vedi articolo di sei anni fa: «il professore neocatecumenale censura il Papa»), perché per gli adoratori del tripode Kiko-Carmen-Cammino il Bergoglio vale zero spaccato quando non loda il tripode.

    Nessuno si meraviglia che l'ipocrita fratello Pietro adesso sparisce (cambiando pseudonimo per cambiare discorso) poiché il Bergoglio ha detto cose sgradite al Cammino, cioè cose che ad un neocatekiko zombificato è proibito persino ammettere l'esistenza.

    Intanto anche il clero più benevolo verso il Cammino - come dimostrato dalla lettera di oggi - si accorge che i neocatecumenali sono «maltrattatori dell'Eucarestia».

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  4. pietro ha detto... "Il bergoglio" .....hai ahi ahi

    Se il Cammino è "un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni", i vostri commenti sono il segno più chiaro del suo totale fallimento. Incapaci di confutare ogni critica, inabili ad argomentare, davvero vi meritate le lezioni di statistica sociale, astronomia, storia dell'arte che Kiko Arguello vi ha impartito nella recente convivenza di inizio corso.

    Un adepto di Scientology, nel ricevere l'ambito volume del grado OT III (la tappa dei "thetan corporei") si rese conto delle idiozie galattiche che c'erano là scritte. Cominciò a ridere ma poi gli venne un sospetto: "Vuoi vedere che questo materiale è stato redatto con l'obiettivo di fermare quelli che non si rendono conto che esso è una caterva di idiozie?".
    No, il volume davvero intendeva diffondere le tesi del fondatore di Scientology. L'adepto uscì dalla setta.
    Tu non uscirai mai dal Cammino, "Pietro", a meno di un miracolo.

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  5. Una cosa importante la possiamo constatare leggendo questa accorata lettera:
    che un presbitero del cammino ancora può essere in grado di ricordare nebulosamente qualcosa di quello che ha imparato prima di essere indottrinato ex novo.

    Impressiona l'accento deferente, ossequioso, con cui un sacerdote ordinato si rivolge al sommo profeta, manco avesse osato parlare ad un imperatore dell'antica Roma, col timore di essere spedito al Circo Massimo per essere sbranato dalle belve.

    Leggere attentamente le sviolinate disgustose che il povero e ardito prete indirizza a Kiko, per poi trovare il coraggio di esprimere un suo parere - addirittura una esplicita richiesta di CORREZIONE - ci dà una idea precisa di come SIA INVISO NEL CAMMINO E ALTAMENTE IMPROBABILE PROPORRE DAL BASSO UNA QUALSIASI ISTANZA, ANALISI, CONSIDERAZIONE PERSONALE.

    La non risposta, PREVEDIBILISSIMA per chi lo conosce, di Kiko, poi, ci offre ulteriori elementi per inquadrare il soggetto.
    Menefreghista, presuntuoso, insofferente ad ogni interferenza, supponente, spocchioso, maleducato, esaltato.
    E' facile immaginare la reazione del santo -lo ha detto il Papa!- Kiko Arguello:
    letta la lettera si sarà infuriato e avrà urlato di sicuro: "Chi è questo cretino?".
    Mi permetto perchè tante volte si è assistito alle sue immediate reazioni, sempre identiche, da megalomane malato, senza un minimo di autocontrollo.

    Impressiona, infine, che il sacerdote riferisce di un provvidenziale, a suo dire, incontro con il padre Farnes CON IL QUALE AVREBBE PARLATO DI TUTTE QUESTE COSE E IL PADRE "LO AVREBBE ASCOLTATO CON ATTENZIONE".

    Ma cosa il padre Farnes avrebbe risposto, se ha risposto qualcosa, questo non è dato sapere, eppure solo questo ci interessava!

    Però il pretino neocatecumenale "semplice sacerdote che cammina in una delle mille e mille comunità del Cammino sparse nel mondo" non risparmia a Kiko l'ennesima adulazione, giusto per tenerlo buono, il pazzerello, non sia mai che, come il drago delle fiabe, cacci fuoco e fiamme dalla bocca e non ce ne sia più per nessuno!

    Noi volevamo sapere Farnes cosa avesse detto in merito alle osservazioni dell'UMILISSIMO PRETE, in un senso o nell'altro ci sarebbe state di aiuto per capire qualcosa di più, e invece il pretino, insignificante per Kiko, gli ricorda, PER DONARGLI UN BENEVOLO SORRISO, che....

    ...all'inaugurazione dell'Istituto di Teologia di Barcellona, diversi anni fa, davanti a te e a Carmen e al Cardinale di Barcellona, Carles, in una sala delle riunioni del Seminario Conciliare Diocesano AFFOLLATA DI GENTE CHE TI ASCOLTAVA CON ENTUSIASMO...

    IL PADRE FARNES DISSE:
    «a Barcellona possiamo essere orgogliosi di dire che qualcosa di così grande come il Cammino Neocatecumenale è nato "liturgicamente" nelle classi del prestigioso Istituto di Liturgia di Barcellona».
    (Cammino - Liturgia - Cammino, che disgusto!)

    Importante per noi il modo di argomentare del nostro prete!
    Ma ci rendiamo conto qual'è il clima?
    In che contesto Kiko, seduto sul trono del suo soprannaturale discernimento, con accanto la regina madre Carmen e il gran ciambellano/cancelliere, metti timbri, Mario -ex e basta-, spara sul clero e sul popolo i suoi insindacabili oracoli?

    Pax

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  6. P:S:

    Pescator, pescator che peschi?

    Gonzi pesco!

    E Papa e Cardinali stanno a guardare!

    Pax

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  7. Non dovrebbe essere necessario spiegare per la milionesima volta che viviamo in tempi difficili per la Chiesa e che sono «difficili» perché nella stragrande maggioranza del popolo di Dio (incluso in modo particolare il clero e l'episcopato) la fede si è intiepidita.

    Le conseguenze di una fede intiepidita sono numerose.

    Così, tanto per pescarne alcune a caso:

    - il trattare l'Eucarestia come una specie di sacro snack o sacro soprammobile (esempio: quasi nessuno si inginocchia davanti al Santissimo);

    - il considerare la parrocchia come circolo dopolavoristico di cui sfruttare spazi, moltiplicare attività, cooptare adepti;

    - il trattare il Vangelo come una specie di libro di ricette da cui estrarre solo quelle che fanno comodo;

    - da parte dei vescovi, l'ordinare preti non in virtù della loro vocazione ma solo dell'utilità (come ad esempio la simonia dell'ordinare i Redemkikos Mater, pretini che hanno esclusivamente la «Vocazione a Kiko»);

    - il considerare il successo numerico, televisivo, mondano, come se fosse una benedizione di Dio;

    - il considerare il Papa come la mascotte della Chiesa e l'atteggiarsi a tifosi persino quando dice vaccate;

    - il chiamare "eresia" il disaccordo su politiche ecclesiali secondarie, ed il non chiamare "eresia" la distorsione di qualche verità di fede;

    - il considerare la Chiesa come una specie di federazione di club autonomi in collaborazione (o in concorrenza) tra loro;

    - il dimenticare che Pietro sbagliò (anche i suoi successori sono in grado di sbagliare), e che fu addirittura necessaria una correzione formale (nessuno ebbe da ridire riguardo al fatto che l'apostolo Paolo - praticamente l'ultimo arrivato - si oppose a Pietro «a viso aperto»);

    - l'ignorare o considerare tutto sommato secondario il triplice munus sacerdotale (guidare spiritualmente, insegnare le verità di fede, amministrare i sacramenti) rispetto ad altre attività ecclesiali (inaugurazioni e presentazioni, dialoghi interreligiosi o ecumenici, interventi in materia di immigrazione, visite e udienze a esponenti politici o del mondo dello spettacolo, ecc.).

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  8. IL PADRE FARNES DISSE:
    «a Barcellona possiamo essere orgogliosi di dire che qualcosa di così grande come il Cammino Neocatecumenale è nato "liturgicamente" nelle classi del prestigioso Istituto di Liturgia di Barcellona».

    Bah. Io ho letto e riletto "Vivere l'Eucaristia che il Signore ci ha comandato di celebrare" di p. Farnes. I capitoli del saggio, il quale è in tutta evidenza una raccolta di articoli scritti in tempi diversi e non un materiale organico, per tale motivo sono spesso in contraddizione tra loro e in molti punti in contrapposizione a quanto si fa nel CNC.

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  9. @ apostata

    a proposito del demonio, evocato in seguito alle rivelazioni di una giovane donna colombiana "che ha visioni e locuzioni interne" a quanto pare ritenute attendibilissime nell'ambito comunitario (altrimenti il pretino non avrebbe osato riportarle in una lettera a Kiko!), con cognizione di causa diciamo:
    MA QUANTO MAI NEL CAMMINO C'E' STATO SPAZIO PER ALTRI VEGGENTI AL DI FUORI DEI DUE INIZIATORI?(In questo caso particolare, si vede, la spettacolarizzazione dell'entrata in cammino del prete "dubbioso all'inizio", faceva comodo per fare colpo.)

    Prendiamo dalla lettera il seguente inciso, significativo in quanto queste belle conclusioni le trae il nostro prete in seguito proprio alle rivelazioni della veggente:
    "Quindi è molto chiaro, per me e per molti, che il Signore vuole il Cammino e che il demonio non lo vuole. E soprattutto il demonio non vuole che noi sacerdoti entriamo nelle comunità, perché sa molto bene che sono un cammino di umiltà, e pertanto di salvezza, per noi e per molte persone!"

    Ma che gli doveva rispondere Kiko?
    Che stima poteva avere della sua intelligenza?
    Che peso poteva mai dare alle sue sommesse critiche?
    Detto da un tal prete sottomesso che il CAMMINO NON E' PERFETTO! Capirai!

    Uno così è cotto già a puntino, egli ha capito quello che più conta:
    che l'umiltà è per tutti i malcapitati camminanti.
    Per consentire a Kiko il Superbo di regnare indisturbato.
    Poveri gonzi.

    Pax

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  10. Attiro la vostra attenzione sul fatto che questo sacerdote ha scritto una lettera aperta, diffusa pubblicamente, e non solo, l'ha corretta e ripresentata, togliendo un'espressione che feriva le delicate orecchie dei suoi confratelli, "maltrattatori dell'Eucaristia", ma avendo cura di reinserirla in nota, perché comunque rimanesse agli atti.
    Personalmente, conoscendo gli standard neocatecumenali, io l'ho trovato coraggioso e per questo ho voluto proporvelo.
    Non vi sfuggirà certo il fatto che lo strumento della lettera aperta equivale ad una denuncia pubblica, alla quale ci si rassegna quando tutti ma proprio tutti i tentativi di dialogo interno sono falliti.
    Se tutti i sacerdoti che, nella massima buona fede, hanno aderito al cammino avessero lo stesso coraggio, sono certa che non saremmo qui a discutere di eresie, abusi e via discorrendo.
    Un sacerdote si lamenterebbe dello scarso rispetto dell'Eucaristia, un altro delle violazioni del foro interno, un altro ancora delle esegesi di stampo luterano. Ci sarebbe chi corregge gli svarioni di storia dell'arte, altri quelli di fisica e di astronomia. Le bozze non corrette dei mamotreti verrebbero appunto corrette, e i direttori non dovrebbero più essere secretati.
    Non pretendo che questo sacerdote, presbitero neocatecumenale, emuli un padre Zoffoli, che in cammino mai sarebbe entrato.

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  11. Ma questo sacerdote è poi uscito dal c.n.?
    Questo è importante capire.

    Seconda cosa.
    Quello che sconvolge è il modo di porsi, e lo ripeto.
    Ma Kiko chi è Zeus tonante dall'Olimpo?
    E' il modo di rapportarsi che sconvolge e che dimostra che la SOTTOMISSIONE, più o meno forzata, dei presbiteri, dopo anni di catechesi sull'essere un "minus" del prete, ha prodotto tutto il male possibile.

    Nessun itinerante, per quanto devoto a Kiko, raggiunge lo stadio di annichilimento, a cui vediamo ridotti padre Mario Pezzi e, dietro dietro, tutti gli altri presbiteri itineranti, SPECIE QUELLI CHE DA ANNI E ANNI SONO IN EQUIPE CON I PEZZI DA 90, DETTI anche "TESTE DI CUOIO".

    Pax

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  12. Le Catechesi continuano utilizzando i Testi Non Corretti!!! Dov'è possibile reperire i Testi Emendati per poterli confrontare? A quando una Bella Manifestazione anticammino in Piazza S.Pietro?

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  13. Piccolo off-topic: Manuel non ha fatto nessun "cammino di riscoperta", non ha mai pagato una Decima, non ha mai partecipato a una convivenza, non ha mai fatto le centopiazzate, non si è mai "alzato" davanti a Kiko, eccetera eccetera.

    Vale la pena leggere la sua storia [qui].

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  14. Non so se la "veggente" colombiana incontrata dal sacerdote venisse dal diavolo o da Dio, ma potrebbe benissimo essere stata ispirata da Dio. Non ho nessuna difficoltà a crederlo. Anzi lo ritengo probabile.

    Di fatto, la storia è piena di movimenti esagerati e un po' strani, che però rispondevano a delle autentiche esigenze spirituali, che la Chiesa ha cercato di dirigere e assimilare pienamente. A volte ci è riuscita e a volte no.
    E la storia testimonia anche di movimenti spirituali sorti per una autentica ispirazione dello Spirito: a volte sono rimasti fedeli alla Chiesa e altre volte l'hanno tradita.
    Il fatto è che Dio, anche quando è lui l'ispiratore, non fa mai a meno della COLLABORAZIONE dell'uomo.

    L'inizio di un movimento ci parla del suo carisma che, se valido, viene riconosciuto dalla Chiesa. Il resto della sua storia, invece, ci parla della sua fedeltà al carisma che la Chiesa custodisce (non più il fondatore!). E la fedeltà viene garantita SOLO attraverso l'UBBIDIENZA.
    Se non si ubbidisce alla Chiesa si è in errore. Non ci sono prodigi o miracoli che tengano: quante sette dicono di fare miracoli?

    Il problema è: il Cammino è rimasto fedele al suo carisma, che è quello che gli ha riconosciuto la Chiesa e non quello che pensa Kiko?
    La risposta è no. Infatti: se è al servizio dei Vescovi, perché non ubbidisce loro? Perché non rispetta le norme liturgiche? Perché la confessione pubblica? Ecc.

    Questo blog fa più per la salvezza del Cammino che non tanti catechisti disubbidienti alla Chiesa.
    Il fatto, però, è che ormai è difficile che il Cammino si salvi. E' andato troppo avanti, dovrebbe rinunciare a troppe cose e non credo che Kiko e compagnia abbiano l'umiltà o la consapevolezza per farlo.

    Dovrebbero rinunciare alla loro avidità di denaro, a istituire nuove comunità in terra di missione così come vuole Papa Bergoglio (ahi ahi ahi), a dire che ci si può accostare al Corpo di Cristo anche senza essersi prima confessati, e molto altro.

    Il DISPREZZO del Cammino nei confronti dell'Eucaristia e del Corpo di Cristo che sono gli altri cattolici uniti ai loro Pastori, penso sia solo la conseguenza che della perdita della vera fede cattolica, anche se molti camminanti in buona fede non lo sanno.

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  15. @Pax

    "MA QUANTO MAI NEL CAMMINO C'E' STATO SPAZIO PER ALTRI VEGGENTI AL DI FUORI DEI DUE
    INIZIATORI?"

    In realtà c'è un precedente, e se troviamo una terza conferma potremo dire che tre indizi fanno una prova, nel libro di Daniel si riporta che Kiko si fidava delle predizioni di una neocatecumenale toscana, presunta mistica e veggente

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  16. @ Valentina

    Il sacerdote in questione è un ottimo caso di specie, mostra il livello di asservimento del clero.

    E questo, tra l'altro, ha anche trovato il coraggio, si fa per dire ma l'ha trovato, di rivolgersi a Sankiko dittatore per iscritto.

    Resta il fatto che dimostra che il clero kikiano, RM o arruolato, preferisce obbedire a lui anziché alla Chiesa.

    Si comportassero da sacerdoti, tante cose non succederebbero.

    Me ne ricordo uno che seguiva la comunità, non RM. La prima volta scoprì che non si recitava il Gloria "perché bla-bla...".

    Risposta: "non mi piace questa storia, recitate il Gloria"! Idem con il Credo.
    Responsabile, ostiari, cantori e comunità tutta obbedirono.

    Il punto è che il cosiddetto Cammino trasforma i pastori in pecore, che al massimo rivolgono un belato a Sankiko lupo.

    Bye.

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    1. Se il gregge di Kiko esprimesse ad alta voce ciò che mormora, il belato sarebbe assordante, tanto da far scappare a gambe levate il falso pastore.
      Perché non lo fa, allora? Perché il debole che per una volta alza la sua flebile voce, riceve bastonate da tutte le parti, dagli amici e dai nemici.
      È normale, normalissimo, purtroppo.

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  17. @ Beati pauperes spiritu

    Nel cosiddetto Cammino visioni e profezie di terzi sono le benvenute, purché utili alla setta.

    In caso contrario sono considerate sciocchezze da religiosi naturali.

    Sicuramente conosci la bella storiellina di Paolo VI che la notte prima di ricevere Sankiko ciarlatano sentì una voce che gli ripeteva "battesimo, conversione, catecumenato".
    Si narra che non capiva come mai sentisse che il battesimo precedeva il catecumenato, salvo poi venire illuminato in merito dal signor trettre (33) dottor (h.c.) tappetaro Arguello.
    Dopodiché furono tutti felici e contenti.

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  18. Quello che i neocatekikos si sforzano di non capire è che il sincero amore a Nostro Signore:

    - non è un banale sentimentalismo (che in quanto tale se ne infischia di questioni dottrinali e liturgiche)

    - non è un banale moralismo (che in quanto tale guarda una imprecisata "purezza" perdendo di vista il Signore)

    - non è un banale elenco di regole (cioè un'altra forma di moralismo)

    - non è banalmente intellettualistico (e nemmeno una roba "comprensibile solo a illuminati esperti studiosi")

    - ecc.

    Insomma, è facile dire cosa non è il cristianesimo: basta elencare un po' di errori. La fede coinvolge tutti gli aspetti della vita (dunque anche i sentimenti, anche l'intelletto, anche la morale, ecc., senza esagerare nessuno di essi).

    Ora, il punto è che anche un bambino può vivere pienamente la santità, senza bisogno di "itinerari di riscoperte" con tutti i relativi ammennicoli.

    Da ciò si deduce che tali "itinerari" sono buoni solo nella misura in cui trasmettono l'unica vera fede, le immutabili verità, i mezzi istituiti dal Signore per la nostra salvezza (i sacramenti), ecc.

    Il piccolo Manuel dunque vive il rosario, l'Eucarestia, le verità di fede (inclusa l'espiazione dei peccati e l'offerta di sé) senza che un cosiddetto "catechista" glieli abbia "consegnati".

    Un singolo starnuto di Manuel vale più dell'intera opera di Gandhi e - diciamocelo senza falsi pudori - più dell'intera opera della defunta Carmen Hernàndez, poiché quello starnuto è vissuto in grazia di Dio e per il bene delle anime, laddove la Carmen ha lottato tutta la vita per promuovere il proprio progetto al punto di infischiarsene della propria salute spirituale, cosicché oggi i vertici del Cammino ritengono necessario fabbricare dei falsi "diari" per farla sembrare "santa". E per la serie "chi si scusa si accusa", Kiko dice «ooh, nessuno se l'aspettava, ooh, questi diari, ooh, nemmeno io l'avrei mai pensato, ooh».

    La semplicità di Manuel colpiva (e cambiava la vita) le persone che gli stavano intorno (inclusi religiosi consacrati); la personalità di Carmen, invece, colpiva sempre negativamente coloro che gli stavano intorno (pensate ad esempio ai cosiddetti "presbiteri" del Cammino da lei puntualmente umiliati e calpestati, ad esempio quando faceva illazioni sulla loro vita sentimentale). Ed infatti, per inventare un movimentino di pasionarie carmeniane hanno dovuto aspettare che fosse ben morta e ben sepolta...

    In qualità di fedele cattolico, per me è un onore (oltre che una gioia) vedere che dei semplici bambini toccano vette di spiritualità e di fede inimmaginabili per i migliori dei consacrati, perché è la dimostrazione che la fede e la santità non sono prodotti di fabbricazione umana, quantunque si avvalgano della volontà del singolo e delle tante sfaccettature del suo carattere.

    Se un fratello di comunità comincia a considerare i casi di Nennolina Meo, di Manuel, dei pastorelli di Fatima, ecc., comincerà a guardare con occhio critico tutte le patetiche carnevalate neocatecumenali, chiedendosi ogni volta: ma questa cosa che ci fanno fare, è veramente utile alla mia anima? Queste frasi che ci fanno dire, mi fanno crescere nella fede o è solo il gergo obbligatorio interno alla setta? Queste attività che ci fanno eseguire, sono intese a farmi crescere o solo a raccattare soldi, prestigio e adepti? La mia presenza alle cosiddette "convivenze" è veramente necessaria alla mia anima e alla mia crescita personale, oppure è solo un radunarsi (con attentissimo controllo presenze) per infervorarsi a vicenda sul kikismo-carmenismo?

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  19. @ Beati pauperes spiritu

    Mi correggo, la "voce" sentita (!) da Paolo VI diceva "morte, battesimo, catecumenato".

    Sai com'è, concetti così profondi, verità di fede (f minuscola) così sconvolgenti, tendo a dimenticarli...

    RispondiElimina
  20. Caro Pietro, la storia di Kiko mi fa molto pensare a quella di Lutero.
    Non si può dire che il monaco agostiniano non fosse partito da buone intenzioni. Di certo c'era una passione (lo hanno riconosciuto sicuramente sia Benedetto XVI sia Francesco) a spingerlo, una profonda riflessione teologica, cristologica, ecclesiologica che esigeva di trovare una risposta. Dunque, l'istinto iniziale era probabilmente mosso da buona fede. Anche gli eccessi del clero dell'epoca, le malversazioni operate sui fedeli, la cattiva gestione dei beni temporali e numerosi scandali di natura sessuale, non erano inventati (poi lui esagerò notevolmente, ma è un altro discorso). Parecchie istanze dei protestanti, infine, furono accolte dal Concilio di Trento mentre molte altre furono giustamente rigettate.

    Kiko è partito, al tempo della sua crisi di fede, da una forma di tensione verso Dio. Come Lutero, però, non l'ha gestita ed è stato, piuttosto, esattamente come Lutero, gestito da altri. Da gente che aveva la presunzione di rifondare (invece che riformare) la Chiesa, annullando il concetto di Sacrificio, modificando i Sacramenti, tentando una rapida protestantizzazione del cattolicesimo.
    Avranno visto in questi due giovani predicatori gente in grado di muovere le masse e se ne sono largamente approfittati. Kiko si sarà convinto di una missione divina e ora siamo noi ad aver subito i danni causati dal movimento neocatecumenale.
    Kiko comunque è in picchiata. Dal mio punto di vista guarda con insistenza all'India e all'Africa perché sono i continenti nei quali può ancora trovare gente che lo segua.
    Ha provato con la Cina e con il Giappone, dove ha sbattuto i denti ripetutamente. I ventimila preti per la Cina di cui parlava ossessivamente anni fa non si sono mai visti e mai si vedranno. Ora parla insistentemente dell'India e dell'Africa, esattamente come fino a venticinque anni fa parlava in continuazione della Scandinavia e del nord Europa, poi della Russia, poi del Sudamerica.

    E' continuamente alla ricerca di qualcosa di eclatante, non fa altro che porsi obiettivi sempre più smisurati a misura del suo mostruoso ego, per riempire il vuoto spaziale che sono le sue maledette catechesi protestanti e per nascondere il fatto che il Cammino si avvia, come ha ben profetizzato lui (forse l'unico vaticinio della sua vita che si avvererà), verso la paralisi, al momento della sua morte.

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  21. OCTOBER 30, 2017

    Due papi devono chiedere a Francescani, Dominciani, Gesuiti, Benedettini, Carmelitani e altre organizzazioni religiose e movimenti laici di affermare il Concilio Vaticano II (senza premessa) e poi farlo
    http://eucharistandmission.blogspot.it/2017/10/due-papi-devono-chiedere-francescani.html

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  22. "Se un fratello di comunità comincia a considerare i casi di Nennolina Meo, di Manuel, dei pastorelli di Fatima, ecc., comincerà a guardare con occhio critico tutte le patetiche carnevalate neocatecumenali, chiedendosi ogni volta: ma questa cosa che ci fanno fare, è veramente utile alla mia anima? Queste frasi che ci fanno dire, mi fanno crescere nella fede o è solo il gergo obbligatorio interno alla setta? Queste attività che ci fanno eseguire, sono intese a farmi crescere o solo a raccattare soldi, prestigio e adepti? La mia presenza alle cosiddette "convivenze" è veramente necessaria alla mia anima e alla mia crescita personale, oppure è solo un radunarsi (con attentissimo controllo presenze) per infervorarsi a vicenda sul kikismo-carmenismo?"

    Proporrei di piazzare in evidenza nella homepage del sito una sintesi di questo passaggio egregio di Tripudio, un piccolo questionario che colpisca la mente di tutti i neocatecumenali che magari si chiederanno: ma se la fede è così semplice e soprannaturale che persino un bambino della prima elementare può essere santo, perché la fede di Kiko è tanto complicata?

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  23. @Anonimo 30 ottobre 2017 12:38
    "Le Catechesi continuano utilizzando i Testi Non Corretti!!! Dov'è possibile reperire i Testi Emendati per poterli confrontare? A quando una Bella Manifestazione anticammino in Piazza S.Pietro?"
    ---
    Le catechesi esistono, ma nello stesso tempo "non esistono", in quanto secretate da Kiko e dai suoi compagni di merende, da sette anni.
    Quindi, se il buon giorno si vede dal mattino, le catechesi emendate saranno congelate "sine die" ovvero, con i tempi della Chiesa, per l'eternità.
    Comunque è ormai cosa nota a tutti, che nel Cammino, si continuano, come in effetti si è sempre continuato a fare, a"catechizzare", sui mamotreti originali, ovvero di fatto e di diritto eretici.

    Per la manifestazione anti Cammino, non aspetterebbero altro, per rivendicare una persecuzione nei loro confronti

    RispondiElimina

  24. Tripudio,

    grazie x aver segnalato l'articolo sul piccolo Manuel ..

    sento l'esigenza, visto l'argomento del post, di mettere in evidenza queste sue parole:

    «Vescovo, per favore, puoi dire ai tuoi sacerdoti di abituare tutti ad almeno cinque minuti di silenzio per poter parlare e ascoltare Gesù nel proprio cuore? Pensa all’ultima persona che fa la Comunione, non ha nemmeno il tempo di dire “Ciao” a Gesù!».

    grazie
    Roberta

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  25. Grazie a Dio non conoscevo la favola di Paolo VI. Pessima.

    RispondiElimina
  26. BPS:

    concordo con te. Sono come i protestanti con l'aggravante, però, di dirsi cattolici.
    Ma molti sono i buona fede e in essi Dio può operare come opera nei protestanti in buona fede.
    Come i protestanti considerano la Parola di Dio e non l'Eucaristia.
    Peggio dei protestanti sono gnostici e hanno il culto del leader come qualunque sette.
    Ma ci sono cattolici autentici, anche che non sanno quello che fanno e pensano che certe pratiche siano lecite.
    Non so quanto ancora reggerà il Cammino, ma penso che entro 5-6 anni qualcosa succederà.

    RispondiElimina
  27. Quando le manifestazioni rischiano di ottenere qualcosa, vengono represse con la forza bruta. Una manifestazione o una petizione "contro il Cammino" non servirebbe a nulla, visto che tali gesti non ottengono effetti dalla gerarchia.

    Piuttosto, riflettiamo. Ciò che sta distruggendo il Cammino è anzitutto la sua stessa kikolatria, e in secondo luogo il fatto che lo "schema Ponzi" (della truffa piramidale) sta declinando miseramente.

    Il Cammino è ormai lontano troppi anni dall'epoca d'oro in cui c'erano ancora parrocchie da colonizzare, c'erano ancora persone ignare da abbindolare, c'erano ancora vescovi che davvero non sapevano...

    La pacchia è in decrescita da un pezzo, la giostra gira sempre più lentamente, le entrate dei kikoshop si assottigliano, i costi delle kikate mondiali aumentano, il fiume di "decime" si sta seccando (con l'aiuto anche della crisi economica), le comunità diminuiscono a vista d'occhio e il trucco di rimpolparle obbligando i figli dei kikos a costituirle appena diventano quattordicenni ha ormai esaurito la sua efficacia. E non appena si diminuisce l'oliatura a qualche vescovo piovono altri grossi guai.

    I capibastone del Cammino sono terrorizzati da questo scenario ma non possono deviare dalla kikolatria che essi stessi hanno sostenuto per una vita intera.

    Essendo però ottimi pianificatori, sono sicuro che i più grossi "supercatechisti" abbiano già elaborato tutte le loro strategie per pararsi il sedere quando il Cammino sprofonderà (del resto hanno già ampiamente colonizzato redazioni e curie, piazzando figli e parenti che al momento buono fingeranno sorpresa: "io? mai stato neocatecumenale!").

    Una di queste strategie, che fa leva sullo smisurato ego di Kiko, è quella della fabbricazione della santità (fasulla) di Carmen. Quando Kiko chiede in tutta serietà al giornalista: «pensi che mi canonizzeranno?», non si rende conto che stavolta è diventato strumento dei suoi stessi scagnozzi decisi a ogni costo (anche al diabolico costo di fabbricare una falsa santa da adoperare per i loro scopi) di continuare a fare la bella vita dopo la sua morte.

    RispondiElimina
  28. Già solo per il fatto che un uomo chieda, in un'occasione pubblica, davanti a giornalisti, telecamere... "tu pensi che mi canonizzeranno" già solo per questo dimostra per se stesso di essere un falso, un impostore, e - per come la vedo io - un vero anticristo che spera di essere adorato dai suoi adepti, al posto di Gesù.
    Siete ciechi e sordi se non vi rendete conto che vi hanno già piazzato Carmen sull'altare, ben visibile davanti alle icone di Kiko, a cui inchinarvi come i cittadini del romanzo 1984.
    Se non ve ne rendete conto siete veramente ciechi.

    RispondiElimina
  29. OT: Pare che in "Nove lune e mezza" si faccia ironia su una famiglia del cammino neocatecumenale, chissà come l'avrà presa Kiko.

    RispondiElimina
  30. Mbe' una manifestazione non di protesta ma di idee in piazza san pietro avrebbe senso eccome. Magari servirebbe per fare uscire fuori tutti coloro che condividono.

    Altrimenti ti chiudono la bocca con le approvazioni, poi puoi dissertare ore sui mamotreti, le storture, le menzogne eccetera, ma se il Vaticano approva, se il Papa gli da la croce missionaria tutti gli anni, se Arguello è un consultare (per quello che conta) della Santa Sede, se centinaia di vescovi vanno a sentire le catechesi in galilea, spesati di tutto, tutti gli anni. Potrai fargli sentire mons.Attanasio da Kazakistan,ma se ne fanno na risata e a conti fatti ci pure sta per l'uomo della strada.

    Quindi una pubblica e pacata manifestazione in San Pietro, ma anche davanti alla sede del Cnc a roma o a porto san giorgio, avrebbe senso.

    Sono decine e decine di migliaia i fuoriusciti, questa pagina ha decine di migliaia di contatti settimanali, se anche partecipare 1/10 di tutti sarebbe una roba grossa.

    Tripudio ora, ora è il momento! Prima della celebrazione del 50ennio della setta criptoluterana!

    Inutile scrivere e leggere tra di noi, in alto i cuori è il momento di uscire e fare vedere da una parte la luce del sole e dall'altra l'oscurità della saletta!


    Germano D.

    Gerdel80

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  31. @ Valentina che dice:

    Se tutti i sacerdoti che, nella massima buona fede, hanno aderito al cammino avessero lo stesso coraggio, sono certa che non saremmo qui a discutere di eresie, abusi e via discorrendo.
    _____________________________

    Cara Valentina, non lo so, credo che la faccenda sia alquanto più complessa!

    In primis:
    Che dire delle correzioni che la Chiesa ha inanellato davanti a Kiko e ai suoi, i rimproveri, le tirate d'orecchi?
    Cosa hanno mai sortito, se non che recentemente Kiko va sbandierando ai quattro venti che il Papa Francesco, che lo tratta alla pari, come un fratello, ha detto testualmente:
    "MOLTE COSE SI POSSONO DIRE DI KIKO, MA UNA E'SICURA KIKO E' UN SANTO!"?

    Ma soprattutto ribadisco quanto ho già detto:

    E' il modo di rapportarsi del prete della lettera a Kiko che sconvolge e che dimostra che la SOTTOMISSIONE, più o meno forzata, dei presbiteri, dopo anni di catechesi sull'essere un "minus" del prete, ha prodotto tutto il male possibile.

    Come dice apostata, appunto, e io sono totalmente d'accordo:
    "Il sacerdote in questione è un ottimo caso di specie, mostra il livello di asservimento del clero."

    In conclusione:
    Penso proprio che se altri preti del cammino parlassero con coraggio non accadrebbe proprio un bel nulla, figuriamoci!
    Sono i preti che dovranno decidere, dopo aver avuto il "CORAGGIO" di parlare, se restare, piegandosi al giogo, o andare via come Fabio Rosini.
    ________________________________

    A proposito delle visioni e locuzioni, continua apostata:

    "Nel cosiddetto Cammino visioni e profezie di terzi sono le benvenute, purché utili alla setta.
    In caso contrario sono considerate sciocchezze da religiosi naturali."

    Verissimo anche questo.

    Tutto è bandito nel cammino, ridicolizzati veggenti e visioni, misticismi sdolcinati e quant'altro, poi all'interno si avalla un miracolismo che rasenta il ridicolo.(basti pensare ai mirabolanti miracoli della sora Carmen vantati nell'esperienza dell'invio due a due).

    Così è per le presunte rivelazioni di una giovane donna colombiana "che ha visioni e locuzioni interne".

    Ripeto, non si spiega che il prete le riporti in una lettera scritta a Kiko (scripta manent!) se questo gustoso aneddoto non avesse reso famoso, tra i membri della comunità - e con l'avallo dei kikatechisti - colui che, grazie a un simile soprannaturale prodigio, aveva sciolto le sue riserve sul Cammino Neocatecumenale, accettando di ricevere la Bibbia e iniziare PER SE', il percorso iniziatico kikiano.

    Ma non vi sembrano proprio squallidi!

    Pax

    RispondiElimina

  32. Pax,

    concordo con quanto hai detto della lettera e del sacerdote che l'ha scritta.

    Per i sacerdoti "del cammino" riesco a distinguere tre diversi tipi di situazioni:

    - o sono del tutto conniventi x loro tornaconto personale;

    - o sono succubi perché plagiati magari fin dall'infanzia e quindi nn hanno, non solo la forza "psicologica" di andarsene, ma forse neanche di rendersi conto che TUTTO nel Cammino è SBAGLIATO, .. Per loro purtroppo
    "Va bene" così;

    - opp. Se, come è successo a questo sacerdote, si ACCORGONO che ciò che fa il Cammino NON è secondo la Chiesa Cattolica ..

    .. Sì la scrivano pure la lettera aperta a Kiko, ma NON con quel tono DEFERENTE ... ma RIMPROVERANDOLO
    invece PUBBLICAMENTE e ANDANDOSENE!

    Questo sarebbe coraggio!

    Il comportamento di qsto sacerdote a me ha solo disgustato.

    Roberta

    RispondiElimina
  33. O.T.: Ho letto il racconto dell'esperienza che ha vissuto durante la sua breve vita il piccolo Manuel, e mi ha davvero commosso! Vorrei tanto avere una fede grande come l'aveva quel piccolo "grande" bambino, perché davvero in lui era presente Gesù! Personalmente, prego Dio che mi possa concedere la grazia di avere anche solo una piccola parte della fede che aveva quel bambino!

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  34. Comica scenetta guamaniana: dibattito fra il pasqualone "Diana" e il pasqualone Zoltan (che incidentalmente è quello che ha creato il successo del blog dei pasqualoni "Diana").

    Il primo dice che il vescovo è succubo del gruppo CCOG (Cattolici preoccupati per Guam). Il secondo ribatte che se la parrocchia muore anche la comunità neocat muore (orrore e sdegno fra i kikos!). Commento di Tim: «ci si chiede se [Zoltan] abbia cambiato opinione oppure - come molti - non ha capito bene in cosa si è impelagato: sono sicuro che il suo "catechista" lo riprenderà alla prima occasione».

    Inoltre il pasqualone "Diana" dice che i cattolici che si oppongono al Cammino sarebbero "mafia". Zoltan, nonostante la sua incallita pasqualoneria (fu infatti l'unico che pubblicamente si oppose alla legge di abolizione della prescrizione delle molestie sessuali sui minori: gli altri neocatekikos erano comicamente assenti), ribatte che la mafia è piuttosto un fenomeno italiano, Italia, paese dove è diffusissimo il Cammino...

    RispondiElimina
  35. A proposito, oggi è gran festa nel Cammino Neocatecumenale, si festeggiano i cinquecento anni di ribellione e di eresia protestante, e gli iniziatori del Cammino hanno sempre usato parole di elogio per l'eretico Lutero.

    RispondiElimina
  36. Ai "miei tempi" non c'era internet, ma non sarei mai riuscita a scrivere una lettera aperta di critica a Kiko, mentre ero in cammino, neppure in tono deferente.
    Naturalmente io misuro con il mio metro, ma credo di non andare molto lontano dal vero, visto che non ne trovo molte di critiche interne pubblicamente espresse.
    Se invece non è così, sarà il caso di cominciare a segnalare questi interessanti contributi.
    In passato, ricordo che ne abbiamo pubblicati un paio qui.

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  37. Un altro commento da Tim - tanto per cambiare, osservate come dall'altra parte del mondo la neocatecumenalizzazione delle parrocchie produca sempre gli stessi diabolici frutti:

    Ieri parlavo con uno che non sapeva dell'esistenza del mio blog. Ha spiegato il motivo per cui ha abbandonato la sua parrocchia retta da un neo-presbitero. L'unico modo in cui è riuscito a spiegarlo è che "loro fanno delle cose diverse". Questa persona e la sua famiglia erano membri della parrocchia in questione da lungo tempo, ed è stato assai attento a non mostrare mancanza di rispetto verso i preti. Lui e sua moglie hanno preso questa decisione perché non volevano che i loro figli crescessero in una parrocchia che fa le cose "in modo diverso" da ciò che loro conoscono. Ha menzionato esplicitamente che il modo di celebrare la Messa è "diverso" è che le omelie erano inquietanti. Sua moglie ha detto che non voleva che i suoi bambini dovessero ascoltare omelie che parlano di masturbazione...

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  38. Dal sito della parrocchia qui vicino a me:
    La Comunità del Cammino Neocatecumenale è presente nella nostra Parrocchia dal 2010. Si radunano ogni venerdì per la catechesi e sabato per la Celebrazione Eucaristica. Il Responsabile del Cammino Neocatecumenale è il Parroco P. Giuseppe Bigolaro assieme ai catechisti del Cammino. BREVE PRESENTAZIONE DELLA SPIRITUALITÀ NEOCATECUMENALE: Nella Chiesa primitiva, quando il mondo era pagano, chi voleva farsi cristiano doveva iniziare un «catecumenato», che era un itinerario di formazione per prepararsi al Battesimo. Oggi il processo di secolarizzazione ha portato tanta gente ad abbandonare la fede e la Chiesa: per questo è necessario un itinerario di formazione al cristianesimo. Il Cammino Neocatecumenale non è un movimento o un'associazione, ma uno strumento nelle parrocchie al servizio dei Vescovi per riportare alla fede tanta gente che l'ha abbandonata. Iniziato negli anni '60 in uno dei sobborghi più poveri di Madrid da Kiko Argúello e da Carmen Hernandez, venne promosso dall'allora Arcivescovo di Madrid, Casimiro Morcillo, che constatò in quel primo gruppo una vera riscoperta della Parola di Dio ed un'attuazione pratica del rinnovamento liturgico promosso proprio in quegli anni dal Concilio. Vista la positiva esperienza nelle parrocchie di Madrid e di Roma, nel 1974 la Congregazione per il Culto Divino indicò il nome di Cammino Neocatecumenale per questa esperienza. Si tratta di un cammino di conversione attraverso il quale si possono riscoprire le ricchezze del Battesimo. Il Cammino si è diffuso in più di 900 Diocesi di 105 Nazioni, con oltre 20 mila comunità in 6.000 parrocchie. Nel 1987 è stato aperto a Roma il Seminario missionario internazionale «Redemptoris Mater» che ospita giovani che hanno maturato la loro vocazione in una comunità neocatecumenale e che si rendono disponibili ad andare in tutto il mondo. Successivamente molti Vescovi hanno seguito l'esperienza di Roma e oggi nel mondo vi sono più di 70 seminari diocesani missionari «Redemptoris Mater» dove si stanno formando più di mille seminaristi. Di recente, in risposta all'appello del Papa Giovanni Paolo II per la nuova evangelizzazione, molte famiglie che hanno percorso il Cammino si sono offerte per aiutare la missione della Chiesa andando a vivere nelle zone più secolarizzate e scristianizzate del mondo, preparando la nascita di nuove parrocchie missionarie. Natura e missione della comunità neocatecumenale I seguenti capisaldi furono fissati dagli iniziatori, insieme con i parroci che avevano accolto il Cammino e altri catechisti e responsabili. - La nascita di ogni singola comunità, che segue l'annuncio del Kerigma, è interpretata come la Chiesa che, ogni volta, scaturisce dalla Buona Novella, Chiesa intesa dunque come Corpo Mistico di Cristo,Comunità dei Santi. - Gli aderenti al Cammino sono chiamati ad essere "sacramento di salvezza" all'interno della parrocchia, in cammino verso una fede matura, sostenuti dal Tripode: Parola di Dio, Liturgia, Comunione fraterna. - Il Cammino è detto neocatecumenato o catecumenato, rispettivamente a seconda del caso che l'adulto sia già battezzato o meno e si ispira al catecumenato antico (con tappe come gli Scrutini battesimali, l'Iniziazione alla preghiera, la Traditio Symboli, la Redditio, ecc.).

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  39. Compito della comunità è rendere visibile un nuovo modo di vivere il Vangelo, tenendo presenti le esigenze degli uomini contemporanei. - Gli aderenti al Cammino sono chiamati a non distruggere niente, a rispettare tutto, presentando il frutto di una Chiesa che si rinnova. - Le comunità sono tenute a rimanere all'interno delle parrocchie, e sono tenute alla comunione con il parroco che le ospita. Alcuni anni più tardi, quando il Cammino era già diffuso in molte diocesi italiane, i responsabili furono convocati dalla Congregazione del Culto Divino per presentare il loro itinerario di riscoperta del Battesimo. L'allora Segretario della Congregazione, mons. Annibale Bugnini, e gli esperti che lo coadiuvavano rimasero stupiti del valore di questa nuova realtà ecclesiale. Dopo due anni di studio della prassi del Cammino, la Congregazione pubblicò sulla sua rivista ufficiale la breve nota Praeclarum exemplar di apprezzamento dell'opera delle comunità neocatecumenali. È in questi anni che viene scelto, su proposta della stessa Congregazione, il nome di Cammino neocatecumenale ovvero catecumenato post-battesimale. Struttura del Cammino Il Cammino neocatecumenale si ispira alla costituzione apostolica del Concilio Vaticano II Sacrosanctum Concilium, la quale al punto n°64 afferma: « Si ristabilisca il catecumenato degli adulti diviso in più gradi, da attuarsi a giudizio dell'ordinario del luogo; in questa maniera il tempo del catecumenato, destinato ad una conveniente formazione, potrà essere santificato con riti sacri da celebrarsi in tempi successivi » Rifacendosi al catecumenato antico, si struttura come un itinerario comunitario a tappe, ispirandosi all'idea originaria di «fare comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazaret che vivano in umiltà, semplicità e lode e dove l'altro è Cristo». Il percorso neocatecumenale prende inizio da un ciclo di catechesi, che si distende sull'arco di quattordici incontri, che durano all'incirca due mesi, in cui viene preparato il Kerigma (termine tratto dalla lingua greca che significa lieto annuncio), cioè l'annuncio della Resurrezione di Gesù, "Dio fatto uomo", morto sulla croce per la salvezza dell'umanità, per il riscatto di ognuno dal peccato e dal male. Al termine di questo "primo annuncio", se il numero di partecipanti lo consente, viene avviata una nuova comunità che è invitata ad intraprendere il suo cammino di crescita e maturazione in seno alla parrocchia, alimentata dal tripode Parola di Dio-Liturgia-Comunione fraterna. Nella metafora neocatecumenale, la neonata comunità è paragonata ad un embrione appena concepito che inizia il processo che lo porterà a diventare un organismo completo e, poi, concluso il periodo di gestazione, al parto. La prima fase, il pre-catecumenato post-battesimale, è un tempo di "kenosis", cioè di scoperta dell'umiltà, di abbandono delle idolatrie e delle certezze quotidiane. La prima tappa di questa fase è denominata genericamente "Primo Scrutinio" o "Primo Passaggio" ed è concentrata nella scoperta della Croce, cioè nell'individuazione di quegli aspetti della propria personalità e della propria storia personale che provocano stati di angoscia e sofferenza nell'intimo. Segue la tappa denominata dello Shemà, in cui si meditano le Scritture bibliche e l'aderente "si apre" all'ascolto della Parola di Dio come ispirazione e termine di paragone per la propria vita.

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  40. Completa la fase del pre-catecumenato la tappa del "Secondo scrutinio" o "Secondo Passaggio", in cui ciascun aderente viene invitato a riconoscere e ad individuare i propri idoli, cioè tutti quei beni, materiali o spirituali, su cui l'aderente fonda le proprie "sicurezze". Rivivendo le tappe del "Primo" e del "Secondo Scrutinio battesimale", che costituiscono la prima parte del battesimo, si passa al "catecumenato post-battesimale", che è un tempo di combattimento spirituale per acquistare la semplicità interiore dell'uomo nuovo che, come nello Shemà ebraico, «ama Dio come unico Signore, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze» e che, come nel vangelo, «ama il prossimo come se stesso». I neocatecumenali sostengono che la Chiesa, intesa come comunità dei santi, li soccorra, nel combattimento interiore, attraverso la consegna graduale di armi spirituali: - l'iniziazione alla preghiera (con la consegna del libro della Liturgia delle Ore); - la Traditio Symboli (consegna del Credo) che è seguita dalla testimonianza pubblica della propria fede, detta Redditio Symboli; - la consegna del Padre Nostro (nell'abbandono filiale alla Vergine Maria). Dopo la seconda fase, si apre la fase della riscoperta dell'"elezione", "cardine di tutto il neocatecumenato", tempo di grazia, dove i neocatecumeni con l'aiuto dello Spirito Santo, sono chiamati a "camminare nella lode". Questo tempo culmina con il rinnovo delle promesse battesimali durante la veglia pasquale che è tipicamente presieduta dal vescovo. Nelle comunità vengono effettuate collette, in risposta a varie necessità. Spetta ai responsabili delle comunità, nonché alle èquipes responsabili del Cammino a ogni livello, assicurare che la gestione di tali collette avvenga con grande senso di responsabilità e nel rispetto del Diritto. (Cfr. Art. 4 comma 3 dello Statuto del C.N.) Le offerte raccolte durante i passaggi e le convivenze d'inizio corso, vengono inviate alla fondazione del cammino neocatecumenale il cui presidente è il cardinale Camillo Ruini. Tutte le strutture del cammino, i seminari, la casa di accoglienza dei pellegrini in terra santa (Domus Glalileae) sono di proprietà della diocesi di appartenenza. Per approfondimenti : http://www.camminoneocatecumenale.it

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