venerdì 30 agosto 2024

Derive settarie del Cammino, e qualche altra testimonianza

Il laico Kiko fa l'omelia dall'ambone,
con crocifero e candelieri,
come se fosse un vescovo.
Foto © cammino.info
Citiamo alcune parti dell'articolo "Derive settarie nelle nuove comunità ecclesiali: il Cammino Neocatecumenale e del successivo articolo "Le testimonianze raccolte", pubblicati entrambi su Adista Documenti n°19 del 25 maggio 2024, a cui rinviamo per la lettura completa. Ricordiamo ai nostri lettori che Adista è molto schierata col "progressismo" ecclesiastico (cioè quello che detesta tutto ciò che è "preconciliare", che auspica cambiamenti dottrinali, che incoraggia variazioni liturgiche, ecc.), e quindi ci si poteva aspettare che fosse favorevole al Cammino...

Ci permettiamo di evidenziare alcuni punti nel testo (e di aggiungere qualche link a pagine in tema), solo per far notare che ci sono persone che partendo da punti di vista molto diversi dai nostri sono giunte alle stesse nostre conclusioni. Ci permettiamo inoltre di inframmezzare nel testo alcune box di nostri "chiarimenti" poiché non tutti i lettori del nostro blog conoscono dinamiche e gergo del Cammino.



Man mano che gli studi sugli abusi di potere, psicologici e di coscienza nella Chiesa aprono nuovi orizzonti di interpretazione di un fenomeno che sembra aver risparmiato poche realtà ecclesiali organizzate, è sempre più netta la constatazione che, quando si parla di movimenti e nuove comunità, gli abusi vanno spesso ricondotti a una struttura, anziché a singoli individui, che spesso contiene in sé in partenza elementi abusivi. Che si tratti di confusione tra cariche direttive e ruoli di accompagnamento spirituale, spesso riuniti nella stessa persona, o di prassi come certe forme di confessione obbligata, esplicitata pubblicamente, per non parlare di forme devianti di spiritualità o di derive dottrinali, tali meccanismi vanno sempre più approfonditi, soprattutto ascoltando le vittime. Vittime che subiscono traumi spesso irreversibili, o che vengono isolate e punite o allontanate per il loro dissenso. Famiglie devastate, in una situazione di sofferenza che ne tocca tutti i membri, spesso in particolare le donne. [...] Nel documento che presentiamo, C. Degli Esposti, C. Sgaravatto e M. Van Heynsbergen hanno raccolto e contestualizzato diverse testimonianze di abusi subiti all’interno del Cammino Neocatecumenale.



La Chiesa, da Paolo VI a Papa Francesco, ha riconosciuto il Cammino come carisma frutto del Concilio Vaticano II [...] Eppure, nonostante la sua diffusione e l’adesione numericamente consistente dei fedeli, il carisma presenta aspetti di criticità, segnalati anche in molte pubblicazioni e articoli (4), dal punto di vista sia teologico-spirituale sia relazionale all’interno delle comunità, in cui si verificano vessazioni e umiliazioni in nome di Dio. Molti punti della spiritualità di Kiko sembrerebbero addirittura in contrasto col magistero della Chiesa.

Chiarimento: i riconoscimenti che il Cammino ha ricevuto non riguardano né i contenuti eretici e ambigui, né gli strafalcioni liturgici, né gli abusi (non solo psicologici) dei cosiddetti "catechisti". Tutti i principali punti della cosiddetta "spiritualità" di Kiko Argüello e Carmen Hernández sono stati dimostrati essere in netto contrasto col Magistero della Chiesa. Del segretissimo "Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale" fu approvata la sola pubblicazione, pubblicazione che però molto opportunisticamente non è mai avvenuta... Non sia mai che qualcuno possa scoprire che nel Cammino
Tra le critiche raccolte, quelle all’aspetto liturgico e dottrinale delle catechesi neocatecumenali, che in molti punti sembrano discostarsi dalla dottrina cristiana; l’autoreferenzialità del percorso spirituale, che connota il cammino come Chiesa parallela; la mancanza di formazione teologica dei catechisti, che diffondono solo i contenuti della spiritualità neocatecumenale; l’imposizione agli aderenti di abbracciare il carisma senza un percorso di libero discernimento; l’obbligo di versare denaro e beni alla comunità (la cosiddetta “decima”) e di confessare pubblicamente i peccati durante i passaggi da una tappa all’altra del cammino (i cosiddetti “scrutini”).

In questi ultimi anni i fuoriusciti si sono organizzati in gruppi di denuncia (5), con lo scopo di raccontare la loro esperienza di sofferenza all’interno del percorso spirituale intrapreso.

Nella nostra ricerca abbiamo raccolto statuti e scritti inediti di Kiko Argüello che denotano un’impostazione rigida e settaria nella conduzione delle comunità, che colonizzano intere parrocchie, senza lasciare spazio ad altre esperienze significative di condivisione e comunione fraterna.

Se all’esterno l’esperienza neocatecumenale appare evangelica e gioiosa, all’interno, nelle relazioni tra i catechisti e i catecumeni, si attuano pratiche manipolatorie e vessatorie per indurre gli aderenti a vivere in totale obbedienza alle indicazioni rigorose impartite durante le catechesi e gli scrutini. Questo porta a manifestazioni di forte disagio e di crisi psicologiche significative che inducono anche, in molti casi, a problemi di salute compromessa.

"Prima Comunione" stile neocatecumenale:
distribuzione del "sacro snack di unità fraterna"
in una saletta asettica imbottita di simboli kikiani
e cosplay-decorazione vagamente cattolicheggiante
I fuoriusciti denunciano che vi sia un “vangelo secondo Kiko” per mettere in evidenza l’interpretazione personalista del messaggio evangelico. La messa domenicale viene celebrata come “messa privata” della comunità neocatecumenale con pratiche liturgiche che allontanano dalla comunione con la Chiesa. La sollecitazione a donare denaro avviene a tutti i livelli di adesione attraverso la pratica della “decima” dopo la prima tappa del cammino, con cui i soldi vengono raccolti in un sacco nero come simbolo di “spazzatura” o “sterco di satana”, anche se poi, paradossalmente, vengono utilizzati per le strutture e le attività del cammino, che possiede un ingente patrimonio utilizzato per la missione, ma gestito in modo autoreferenziale dai vertici.

In occasione del secondo scrutinio i catecumeni vengono invitati a spogliarsi di tutti i loro beni, azzerando il loro conto corrente e consegnando da quel momento la decima parte del loro stipendio mensile, pena l’impossibilità di procedere nel cammino di catecumenato. Per le famiglie numerose questo impegno si dimostra particolarmente gravoso, perché impedisce di poter provvedere adeguatamente al bisogno dei figli. Per partecipare alle convivenze e alle riunioni, inoltre, è necessario pagare qualcuno che accudisca i figli, perché non è previsto nessun servizio di assistenza all’infanzia durante gli incontri. Le spese quindi richieste sarebbero particolarmente ingenti, ma non evitabili, per il senso di colpa indotto nel non aver fatto la volontà di Dio.

Chiarimento: l'esistenza di babysitter del Cammino, dei cosiddetti "didàscali" del Cammino, di argomenti come "ma dai nonni è gratis", non cambia l'importanza e la verità della questione: la partecipazione al Cammino implica obblighi decisamente onerosi inflitti agli aderenti infischiandosene della loro situazione familiare, economica, lavorativa. Proprio come in una setta, le necessità personali e la libertà personale vengono calpestate pur di ubbidire ai dettami dei capi.
Abbiamo raccolto una testimonianza che dichiara di aver assistito da parte dei catechisti alla circonvenzione di una persona anziana per obbligarla a un lascito testamentario in favore del Cammino. All’interno delle comunità sono presenti avvocati, notai o professionisti vari che permettono il raggiungimento degli scopi spirituali, anche se in molti casi con modalità discutibili.

L’adesione avviene, come per tutte le realtà settarie, attraverso il love bombing. «Eravamo presi dalla grandezza… dalla capacità dei catechisti, cantori e responsabili che ti facevano sentire importante – racconta A. – con dipinti di Kiko, canti e addobbi floreali». Tuttavia, una volta intrapreso il cammino, ci si accorge che le modalità di catechesi producono una sorta di lavaggio del cervello, giocando sul senso di colpa e sul condizionamento religioso. Gli affetti fuori dalla comunità sono considerati negativi, le contrapposizioni non sono ammesse, si è obbligati ad aderire senza discutere ai principi fondanti del carisma. Molte persone aderiscono per fragilità personali con il desiderio di risolvere i loro problemi grazie all’intervento di Dio nella loro vita.

«Le catechesi sono molto belle – ci spiega un ex aderente –, si sente che c’è qualcuno che ti ama, che la sofferenza ha un senso, ma è nel momento in cui si è innamorati di questa novità che avviene la manipolazione. Ci sono occasioni di convivenza in cui si forma la comunità; durante le celebrazioni liturgiche ognuno può far risuonare la parola nell’omelia; tuttavia, nel passaggio da una tappa all’altra (gli scrutini), si verifica una vera e propria violenza psicologica».

Chiarimento: Il "far risuonare la parola nell'omelia", anche in buona fede, è la pessima abitudine di inquinare la Parola di Dio con parole umane, al punto che la lettera con le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI del 1° dicembre 2005 dovette precisare ai neocatecumenali che l'omelia spetta al solo ministro ordinato (sacerdote o diacono). Quel "risuonare" diventa infatti un inutile e logorroico fiume di parole.

Gli scrutini sono momenti di confessione comunitaria che delineano il passaggio da una tappa all’altra del cammino, ma, a dispetto di quanto indicato all’art. 19 dello Statuto (6), i catecumeni sono obbligati a confessare i loro peccati, anche più intimi, con minacce psicologiche. Attraverso l’accompagnamento spirituale i catechisti, che tuttavia non hanno una preparazione di carattere né teologico né psicologico, obbligano a far emergere situazioni intime in cui si verifica la commistione tra foro interno e foro esterno, invadendo la sfera della privacy, che dovrebbe essere invece tutelata anche a livello giuridico, proponendo soluzioni irragionevoli ai problemi personali o di coppia dei catecumeni. Le soluzioni proposte più frequenti sono la preghiera, l’offerta a Dio dei propri peccati e la richiesta pubblica di perdono, senza tener conto della sensibilità delle persone.

Chiarimento: non ci sono solo gli "scrutini" ma anche altre occasioni (i "giri di esperienze", le "testimonianze", ecc.), spesso con un cosiddetto "catechista" autoincaricatosi di ravanare nella tua coscienza a scopo spettacolaristico. Quello degli "scrutini" è solo la punta dell'iceberg. Anche se le soluzioni proposte sono preghiera, offerta, richieste di perdono, il danno è fatto (cfr. testimonianza di Francesca qui sotto) e lo scandalo - specialmente ai semplici - è stato già dato, anche se (come spesso succede in mancanza di peccatoni super-giganti) si fosse trattato di peccati inventati.
Le famiglie sono invitate a procreare, vietando l’uso di qualsiasi mezzo anticoncezionale, anche quando vi sono situazioni di salute fisica o rischi per le donne. I problemi economici per le famiglie numerose sono risolti dalla provvidenza di Dio.
Chiarimento: quando nel Cammino si parla di "invitare", si intende "obbligare", perché - come dice lo stesso Kiko - «l'ubbidienza al catechista è tutto». Pertanto quando il cosiddetto "catechista" ti invita a far qualcosa, anche contro coscienza, devi ubbidire, perché lo dice Kiko, e "Kiko ha il carisma", perché lo dice il cosiddetto "catechista" "per il tuo bene", cioè devi tassativamente ubbidire. Ricordiamo inoltre che la Chiesa vieta qualsiasi mezzo anticoncezionale ma consente i "metodi naturali" (che rendono "meno probabile" ma non impossibile la procreazione). Ricordiamo poi che riguardo ai problemi economici delle famiglie neocat, i cosiddetti "catechisti" usano sempre il metodo di "due pesi e due misure": nel Cammino la virtù della carità è sostituita dall'ipocrisia...

Il rapporto di coppia viene concepito secondo una visione arcaica, in cui la moglie deve concedersi al marito senza condizioni, anche quando questo turba la sua situazione psicologica. Il cammino è connotato da una fortissima misoginia. In un discorso al Family Day nel 2015, Kiko Argüello sostenne che il femminicidio sarebbe stato colpa delle mogli che lasciano i mariti (7).

I genitori educano i figli ai valori del carisma neocatecumenale (8) con le stesse rigidità vissute nella comunità.

Kiko Argüello, nella sua "nueva estetica", produce
autoritratti spacciandoli per il Volto del Redentore
Abbiamo ascoltato testimonianze di figli di catechisti che mettono in luce situazioni di violenza psicologica: si induce nei bambini il senso di colpa per il fatto di distanziarsi dai valori del cristianesimo radicale, impedendo loro determinate frequentazioni amicali e imponendo condotte che portano a renderli disadattati rispetto al contesto sociale di riferimento. Queste pratiche educative generano quindi una crescita poco armoniosa con conseguenti sofferenze e squilibri psicologici. Tutto ciò che si allontana dai valori del carisma viene visto come peccato, frutto della voce del demonio, pertanto viene vissuto con estrema sofferenza da parte degli aderenti, soprattutto se sono minori.

I genitori sono molto severi nell’educazione dei figli, li obbligano a rispettare i valori del carisma con punizioni o violenza psicologica. Ai bambini viene inculcata l’idea che il mondo è cattivo e caratterizzato dalla presenza del demonio, pertanto non è possibile frequentare amici che non siano appartenenti alla comunità.

Anche i bambini vengono iniziati al cammino attraverso un progressivo indottrinamento. I didatti si occupano della catechesi dei figli dei catecumeni, ma senza aver svolto nessuna formazione di carattere dottrinale né pedagogico. Se i figli si allontano dal cammino spesso vengono rifiutati.

Poiché la famiglia è sacramento di Dio, i single non sono ben visti all’interno del cammino, pertanto i maschi vengono inviati ai seminari Redemptoris Mater, le femmine ai conventi di clausura o peggio vengono organizzati matrimoni combinati con enorme sofferenza, laddove non nasca spontaneamente una relazione amorosa.

I catechisti si pongono come figure di accompagnamento spirituale, ma non hanno nessuna preparazione specifica a questo ruolo: vengono scelti tra coloro che si distinguono per la devozione al carisma.

Abusi nel Cammino Neocatecumenale

Anche il Cammino Neocatecumenale è stato travolto dallo scandalo degli abusi sessuali su minorenni (9). Un catechista è finito a processo nel Tribunale di Roma per violenza sessuale su una giovane cresimanda, ospitata nella sua abitazione.

In una delle segnalazioni alla Chiesa da parte di un gruppo di neocatecumenali, inviata al card. Ruini, allora presidente della CEI (10), si rilevano errori dottrinali già segnalati a vescovi e presbiteri ma, nonostante gli interventi del Vaticano volti a garantire maggiore rispetto dei fedeli nei cammini dei movimenti ecclesiali, la Chiesa sembra continuare ad approvare il nucleo fondamentale dell’impianto carismatico del Cammino, favorendo in questo modo la perpetrazione degli abusi in seno ad esso.

Come accade in altre congregazioni religiose o movimenti, alla morte del fondatore i seguaci si attivano per l’apertura delle cause di canonizzazione. È successo anche per Carmen Hernández, morta a Madrid nel 2016 all’età di 86 anni.

La causa di canonizzazione, presentata all’arcivescovo di Madrid, card. Carlos Osoro il 19 luglio 2021 da Kiko Argüello, p. Mario Pezzi, Ascensión Romero, Fondazioni Famiglia di Nazareth di Roma e Madrid, che vede come postulatore Carlos Metola, si è aperta il 4 dicembre 2022.

Le denunce pubbliche da parte dei fuoriusciti hanno l’obiettivo di documentare le esperienze di abuso vissute all’interno delle comunità, in modo che la Chiesa possa controllare e intervenire sulle situazioni che si pongono in contrasto con lo spirito evangelico, ma anche supportare chi si è allontanato con enorme sofferenza, disorientamento e soprattutto isolamento da parte degli amici della comunità.

Per una maggior tutela e rispetto dei valori cristiani è importante segnalare alla Chiesa (Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita) sia collettivamente che individualmente, attraverso una petizione diretta al Prefetto del Dicastero ai sensi del Canone 57 del Codice di Diritto Canonico.

Molte delle condotte individuate inoltre potrebbero integrare situazioni di reato o illecito civile; in questi casi è importante sapere che è possibile anche una tutela giurisdizionale, denunciando direttamente alla Procura della Repubblica. Abbiamo infatti riscontrato che, laddove sono avvenute denunce ufficiali, si è provveduto a garantire un maggior rispetto delle persone. Se il rispetto non avviene per spirito di carità, occorre sollecitarlo con le denunce, solo in questo modo infatti – ci pare – i vertici dei movimenti ecclesiali saranno portati a modificare l’impostazione delle loro pratiche di vita, per evitare che si diffonda un’immagine negativa della loro esperienza spirituale.

La storia di Giacomo 

Giacomo (nome di fantasia) [...]

Nostra nota: ce ne eravamo già occupati in diverse pagine del nostro blog, tra cui questa (con video) con persino la furente lettera di un avvocato del seminario. Dalla documentazione raccolta da Adista emergono altri dettagli su ulteriori abusi e sull'intimorire i testimoni.

La storia di Isabella

Isabella vive in Australia, essendosi trasferita lì con il marito dopo il matrimonio. In parrocchia conosce una coppia inviata dall’Italia in missione per evangelizzare. In quella parrocchia nasce poi una comunità neocatecumenale.

«Abbiamo camminato in questa comunità per 28 anni – racconta Isabella – credendo che tutto il loro insegnamento provenisse dal magistero della Chiesa cattolica. Purtroppo, dopo molti anni, tra shock e incredulità, ci siamo ritrovati a dubitare di questo itinerario di fede, di questa iniziazione al cristianesimo, come viene definita negli statuti. Mi sentivo sempre più giudicata dai catechisti e sempre più infelice. Si sono create dinamiche familiari che mi hanno fatto dubitare della legittimità del Cammino e dei metodi dei catechisti, che fanno di tutto per denigrarti come essere umano e come cristiano».

"Nulla è impossibile a Kiko":
sui loro inviti non dicono mai che è il Cammino,
altrimenti i fedeli si informerebbero su cos'è
e scoprirebbero subito tutte le fregature
Le catechesi iniziali provengono dall'insegnamento di Kiko. In base agli statuti al centro di tutto l'itinerario neocatecumenale si pone la sintesi tra la predicazione kerigmatica, la tensione al cambiamento della vita morale e la liturgia. Nelle catechesi viene proposta una visione idilliaca di comunità e di gioia; viene raccontata la storia di Kiko Argüello, che, nella baraccopoli di Madrid, si converte dopo una visione della Beata Vergine Maria, che gli rivela di formare piccole comunità.

Tuttavia si sperimenta spesso solitudine, depressione, assenza di comunione. In molti casi si viene isolati, ignorati o, peggio, rifiutati dagli altri. «Spesso abbiamo avuto molti contrasti tra di noi, litigi, incomprensioni, gelosie – condivide Isabella; si mettono al centro solo il peccato, le imperfezioni e le debolezze delle persone». Tutti i discorsi tenuti dal catechista responsabile delle comunità vengono trasmessi da Kiko stesso e imparati a memoria dai catechisti, che poi li trasmettono a tutte le comunità del mondo. Solo il responsabile di ciascuna comunità ne riceve una copia, insieme ai catechisti eletti di quella comunità.

L'iniziazione al cristianesimo secondo Kiko è possibile solo all’interno del Cammino Neocatecumenale, che contiene tutto il necessario per la pratica della fede.

«Durante le convivenze mensili – continua Isabella – si condividevano le nostre vite in modo molto profondo e personale, anche in aspetti dettagliati e intimi del rapporto tra marito e moglie, al punto che poi si manifestavano paura, rabbia, depressione, ansia. Purtroppo poi i fratelli parlavano di quanto condiviso anche al di fuori della comunità. Così ho cominciato a sentirmi molto vulnerabile, anche perché esprimevano giudizi su di noi. Mi hanno detto che ero una moralista, una vittima insopportabile e che cercavo la giustizia perché ricevevo tante ingiustizie e soprusi. Ho condiviso tutto della mia vita e, quando non ho avuto più voglia di farlo, il catechista mi ha detto che il demonio del mutismo voleva che mi tenessi tutto dentro.

I catechisti pretendono di essere consultati come accompagnatori nel discernimento in qualsiasi occasione di stress, problemi o difficoltà. I catecumeni sono così resi dipendenti da loro al punto da idolatrarli come “inviati da Dio”. Non era permesso avere un'opinione propria o un dubbio riguardo al cammino, altrimenti si veniva ritenuti attaccati dal diavolo, ingannati o disobbedienti a Dio o ai catechisti. Ora che siamo usciti – conclude – abbiamo solo i nostri figli, i quali hanno abbandonato la fede cattolica per i traumi subiti nel CN. Inoltre avendo cresciuto otto figli solo nella vita della comunità e non avendo avuto modo di fare altre amicizie, ci siamo ritrovati senza amicizie e completamente soli. Stiamo lavorando sui rapporti con i figli, danneggiati dell'insegnamento del CN con la speranza che possano migliorare. Tutto il nostro tempo era dedicato alla comunità, anche al post cresima in parrocchia organizzato sempre dal CN con gli stessi catechisti sempre a capo di tutto. I catechisti ci hanno sempre ripetuto che fuori da esso c'era la dannazione e la perdita della fede».

La storia di Francesca

Racconta Francesca (nome di fantasia): «Ho conosciuto il movimento neocatecumenale attraverso una compagna di classe che conosceva il mio percorso familiare fatto di violenze da parte di mio padre, anche sessuali, sui figli e su mia madre. Ero una adolescente ferita e l’annuncio del CN mi colpì: era il 1982. Nel movimento c’erano persone di ogni età, quasi tutte sofferenti. Le catechesi sono molto rincuoranti; la manipolazione avviene nel momento in cui ti sei innamorata e quando passi nella comunità a un altro livello. Ci si trova due volte alla settimana, si legge la Parola, nelle case e il sabato c’è la celebrazione in parrocchia preparata da un gruppo: la consegna del kerigma, la luce, tutto bello. Poi dopo circa tre anni, compreso lo stile del Cammino, ecco che arriva il secondo passaggio. Ormai sei dentro e qui inizia la violenza psicologica, patrimoniale e fisica. Una volta la settimana nella sala della parrocchia ci sono gli “scrutini”, necessari per accedere alla parte finale del secondo passaggio. Al centro della sala c’è il presbitero, i catechisti, una croce e tutti sono seduti in cerchio. La persona da scrutinare viene sorteggiata e messa a sedere a sinistra della croce, davanti agli scrutinanti, come in tribunale. Poi viene fatto promettere di dire la verità tenendo la croce con la mano. Io non avevo mai confidato gli abusi subiti da mio papà e sono stata costretta a parlarne, perché dovevo mostrare quale era la mia croce. Una esperienza devastante. Non ero mai andata neppure da uno psicologo. Se non dici quale è la tua croce, non puoi andare avanti nel cammino. Dura ogni volta due ore a persona. Poi hanno fatto alzare mio marito che era al corrente degli abusi da me subiti e gli hanno chiesto come mi comportavo dal punto di vista sessuale. Mio marito rivela che ci sono problemi e che abbiamo rapporti per lui non soddisfacenti. Presbiteri e catechisti mi ingiungono di perdonare mio padre per avere giudicato il suo peccato al posto di Dio e di chiedere perdono a mio marito per non concedermi: devo alzarmi di notte e pregare, andare in ginocchio davanti a mio padre a chiedere perdono. Mi ingiungono di digiunare. Poi inizia il giudizio dei fratelli che dicono la loro e sostengono mio marito. Ti senti peccatrice e in colpa e chi è con te non ti aiuta, ma ti condanna. Al ritorno volevo suicidarmi, aspettavo la mia quarta figlia.

Ero obbligata ad andare nelle case a evangelizzare (reditio symboli) dicendo una frase fatta apposta per me del tipo: “Io sono stata violentata da mio papà, ma Dio mi ama”.

C’era pure la creditio symboli in cui alla messa, dopo l’omelia del sacerdote, si viene costretti a raccontare la propria esperienza.

[...] Molti matrimoni sono combinati e fonte di grande dolore: viene raccomandato di non sposare chi è fuori dal Cammino Neocatecumenale. Nel matrimonio le donne non possono rifiutare il rapporto sessuale con il marito e assentarsi senza il marito per più di 15 giorni proprio per garantire le prestazioni sessuali. C’è una enorme ingerenza in quella che è la gestione della vita matrimoniale. Nel movimento le donne sono concepite al servizio dell’uomo: sono invitate a non lavorare per meglio accudire la famiglia o a licenziarsi se già lavorano e la gestione del denaro è demandata all’uomo: durante gli scrutini una delle domande che viene fatta agli uomini è se le mogli sono brave donne di casa (“È la donna responsabile della felicità dell’uomo”).

Con una gravidanza sono stata 22 settimane in coma e la comunità ha preso possesso della casa al mio posto, estromettendo i familiari dalla gestione. Con la quarta gravidanza nessun ginecologo voleva seguirmi, ma nel movimento mi spronavano a proseguire perché “Dio ti sostiene” e mi hanno mandata da un ginecologo del Cammino.

Continuamente mi veniva chiesto se avevo chiesto perdono e mio marito doveva controllarmi: questo ha cominciato a limitare la mia presenza perché non riuscivo più a obbedire. Sono stata convocata e ho sopportato di tutto: visite in casa a qualsiasi ora, all’improvviso. Ho subìto anche l’isolamento, un isolamento giudicante che mi impediva di parlare con quelli che erano stati amici e amiche dentro il movimento e ora erano contro di me. Sono uscita e mi sono separata da mio marito, quasi contemporaneamente.

Mio marito è rimasto protetto dalla comunità nella sua integrità morale. Dopo la separazione, durante l’adozione della mia ultima figlia, in tribunale la Comunità ha testimoniato contro di me: mio marito ha sottratto i miei diari e li ha consegnati alla comunità che li ha estrapolati dal contesto e fatti leggere ai giudici. Mi si sono rivolte contro anche le colleghe di lavoro neocatecumenali: per due anni non sono riuscita ad uscire di casa. Sono stata aiutata da un centro antiviolenza e l’elaborazione della mia storia mi ha resa una persona migliore».


Note:

[...]

4. E. Marighetto, I segreti del cammino neocatecumenale, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD), 2001. Don E. Zoffoli, Eresie del Cammino Neocatecumenale, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD), 1992. Neocatecumenali sul viale del tramonto, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD), 1992. Ariel S. Levi di Gualdo, La setta neocatecumenale: l’eresia si fece Kiko e venne ad abitare in mezzo a noi, Edizioni L'Isola di Patmos, 2019. Lino Lista, Il fango e il segreto, gnosi del peccato e nuova estetica del Cammino neocatecumenale, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD), 2015. Gino Conti, Un segreto svelato, Ed. Segno, Tavagnacco (UD), 1997.

5. http://www.internetica.it/neocatecumenali/index.html; https://neocatecumenali.blogspot.com/

6. Art. 19 Statuti CN - Gli scrutini, ispirati all’itinerario catecumenale dell’OICA, aiutano i neocatecumeni nel loro cammino di conversione, nel rispetto della coscienza e del foro interno, secondo la normativa canonica.

7. Davide Falcioni, “Family-day, Kiko Argüello: ‘Femminicidio, colpa delle mogli che lasciano i mariti’”, in Fanpage, 23/6/2015.

8. Kiko Argüello, “Intervento sulla trasmissione della fede ai figli”, in https://www.scrutatio.it/archivio/articolo/camminoneocatecumenale/2115/Il-Cammino-Neocatecumenale-KikoArguello-trasmissione-della-fede-ai-figli.

9. Alessio Campana, “Ha abusato di un’allieva minorenne”: catechista a processo. La moglie lo difende in aula: “Ha avuto una debolezza”, in La Repubblica, 10 gennaio 2024.

10. http://www.internetica.it/neocatecumenali/testimonianze.html

73 commenti:

  1. Segnalo un altro articolo successivo di Adista, comprendente un'intervista a Lorita Tinelli, presidente del CeSap (Centro Studi Abusi Psicologici), a cui consiglio di rivolgersi per denunciare e ricevere supporto. Me e la mia famiglia per primi, alla luce degli ultimi eventi occorsici.

    Non parla esclusivamente dei neocatecumenali, ma "anche" dei neocatecumenali.

    Secondo me è illuminante, aggiunto anche a tutto il resto già noto.
    Marco

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    1. https://www.adista.it/articolo/72090
      Eccolo.

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  2. Inizia Settembre ,si rimette in moto la merkabà, inizio corso em riporti e riportini , deve girare il verbo dei kikomind nel mondo. Guai a non essere i prescelti. Malattia,povertà ,è disgrazie a iosa.

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    1. Sarebbe bello sapere quanti stanno lasciando il cammino. Dalle mie parti la gente sta andando via grazie a Dio.

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    2. Piuttosto direi il contrario: guai a essere i prescelti! Attenzione a essere i prescelti! Tanta boria acompagnata al propagare eresie e insegnamenti demoniaci. Non proprio un presagio di felicità e sicuramente non quello che vorrebbe Dio dai suoi figli. I presagi (e segretamente gli auguri) di malattie, disgrazie e povertà a chi lascia il Cammino li lasciamo ai pagani neocatecumenali, religiosi naturali fino al midollo. Ma chi si rende collaboratore della diffusione di insegnamnti eretici e di pratiche contrarie alla carità cristiana verso i catecumeni e i cosiddetti "fratelli" decreta da se stesso la morte della sua anima e la sua dannazione, che sono molto peggiori di disgrazie, povertà e malattie.
      Porto

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    3. Dalle mie parti sono rimaste pochissime parrocchie ancora col Cammino.
      Negli anni molte sono state depurate e i "fratellini" neocatecumenali spostati nelle poche altre parrocchie catecumenalizzate.

      Quelle che ancora hanno il Cammino sono una farsa, contando comunità anche con sole 10-12 persone, le ultime tutte composte da figli. O magari anche con una sola comunità rinsecchita da 40 anni, mai riusciti a costituire la seconda. Talvolta arrivano a due comunità.

      L'anno scorso parlai con un prete neocatecumenale dopo che nella parrocchia che segue furono spostate le comunità più giovani e lasciate le due più vecchie che avevano finito il Cammino.
      In quella parrocchia sono decenni che i parroci non seguono il Cammino e utilizzano preti in prestito ogni volta per tutto.
      Mi disse che le due comunità più vecchie erano state lasciate perché i catechisti reputarono che "non si poteva chiudere un'altra parrocchia...".
      Lui si dichiarò in disaccordo, ma chi decide sono i laici, i catechisti.

      Si stanno arrampicando sugli specchi, mettendo in atto le più disparate tecniche di sopravvivenza, ma sono tre gatti in tutto, nella mia diocesi.
      Un tempo erano molto più fiorenti.

      Poi ci sono quelle due o tre parrocchie dove il Cammino sopravvive meglio ma è solo perché, essendo più numerosi in partenza, oggi si reggono sui figli.

      Ve lo assicuro, una vera débacle.
      Marco

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    4. E poi c'è una parrocchia senza prete, con soli neocatecumenali in autogestione.
      Direte, com'è possibile?
      È possibile perché, dopo l'abbandono (proprio una fuga) del parroco e i tentativi con due amministratori durati un fiat, alla fine è stato messo amministratore parrocchiale il parroco di una parrocchia vicina, che del Cammino non he ha mai voluto sapere.

      Questo parroco praticamente non va mai nell'altra parrocchia, e se ci va a fare qualche messa, porta i suoi parrocchiani. Stop. Nient'altro.

      I neocatecumenali quindi sono i soli padroni (non arrivano nemmeno a 150 in tutto) e fanno tutto come vogliono, avvalendosi di preti in prestito.

      Siccome la struttura della chiesa è instabile, con grosse crepe dovute a sommovimento del suolo, hanno avuto la "geniale" idea di puntellarla con grosse e vistose impalcature che hanno rivestito di plastica e su cui hanno apposto tutti dipinti del guru. Proprio come un cantiere.
      Il risultato è di una tristezza unica, ma c'è anche pericolo, perché un edificio non può sorreggersi a lungo sulle impalcature.
      L'altare è sparito e la navata quasi dimezzata: dietro ai dipinti di Kiketto c'è la desolazione della fatiscenza.
      Un po' la loro storia: imbellettati davanti e sporchi e vuoti all'interno.

      Comunque sia, l'inaffidabile diacono neocatecumenale, che praticamente fa le veci del parroco senza averne titolo, garantisce la solidità della struttura e quelli si fidano senza l'esibizione di documenti che lo provino.

      Parlare di farsa è troppo gentile.
      Anche la chiesa come struttura sta crollando.
      Ma quelli là nemmeno se ne rendono conto, tutti paghi della loro autogestione e degli spazi a disposizione.
      Schegge di pura follia.
      Marco

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    5. Bellissime notizie. Dalle mie parti pian piano la gente se ne sta andando. Speriamo bene!

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  3. Le testimonianze dell'articolo di Adista sono agghiaccianti, soprattutto quella di Francesca. A quanto pare di capire, la sua esperienza col Movimento neocatecumenale si colloca negli anni Ottanta e Novanta. Erano gli anni di maggiore espansione del Cammino, in cui i catechisti, soprattutto alcuni più fanatici di altri, si sentivano onnipotenti. Si sentivano quindi in diritto di spadroneggiare con le vite degli altri, soprattutto dei più deboli, di quelli che non si potevano difendere. I catechisti non avevano nessun problema a usare violenza con chi era già stato vittima di violenza nella sua vita, e quindi era in posizione di debolezza, di fragilità. È proprio questa, volendo sintetizzare, la cifra distintiva del Cammino: forte con i deboli, debole con i forti (corrotti, impuniti e protetti). Per questo il Cammino non può venire da Gesù Cristo, ma può provenire unicamente dal demonio.
    Porto

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  4. Il Cammino è nato come "setta", ingannando anche il povero vescovo Morcillo attraverso un'ingannevole obbedienza volta unicamente a preservare la specie ibrida che stava nascendo.
    Lo dice Kiketto stesso: obbedire e rischiare di distruggere il Cammino (nato da un anno appena...) o continuare le Eucarestie sul tavolaccio sudicio della sua baracca?
    Se avesse continuato, come già il vescovo gli aveva preannunciato, sarebbe stato scomunicato.
    Obbedire era l'unica opzione.

    Kiketto non ha mai frequentato una parrocchia in vita sua.
    Solo le Messe alla residenza di Atocha da studente presso i domenicani (nessuna scelta, gli toccava perché stava in una scuola retta da domenicani), dove un testimone dichiara che diceva di "sentire il sangue di Cristo in bocca". Malo presagio, come un vampiro.
    Noi beviamo il vino (quasi mai nelle Messe domenicali), ma non certo il sangue.

    Poi qualche annetto nei Cursillos, facendo una o due convivenze di tre giorni come "professore-cameriere".
    Poca roba.

    Nemmeno conosceva il Concilio, che Carmen dovette "servirgli su un piatto d'argento".

    Uno sfigatello, insomma, un ignorante e visionario, dominato da un'anima malsana.

    Non in grado assolutamente (nemmeno la tonta Carmen) di scrivere 13 tomi che spaziano dalla storia della Chiesa, all'ebraismo, alla liturgia, all'esegesi...

    Chi glieli avrà consegnati belli che pronti, da imparare a memoria come poi ha obbligato a fare ai suoi catechisti?
    Forse Bugnini, il redattore del RICA, oltre che "il Concilio... c'est moi"?
    Una frangia opposta alla Chiesa che ha capito che è meglio infiltrarsi che separarsi?

    Di sicuro il Cammino non è ispirato da Dio, porta troppa sofferenza, divisione e dolore, oltre che insegnamenti eretici.
    Chissà chi gli apparve in quella cameretta psichedelica, dicendogli di dividere la Chiesa in tante piccole comunità atomiche autoreferenziali...

    Il Cammino non è mai stato un carisma, ma ha ingannato anche i Papi fingendo di esserlo coi risultati gonfiati e oceani di denaro utile ad espandersi e a fare "regaline" ai vescovi.

    Una setta fin dagli inizi, che inspiegabilmente ha avuto una diffusione capillare e rapidissima. Grazie forse a quelli che, avendo scritto i mamotreti, poi si incaricarono anche di diffonderli utilizzando un malato megalomane, narcisista e visionario?
    Potrebbe darsi.
    Marco

    PS. Trovatemi qualcuno che abbia parlato di Kiketto fino a che non lo fece Bugnini e ve ne sarò grato.
    Era un emerito sconosciuto alla Chiesa, uno che ha costruito un'autobiografia basandosi su gonfiature e menzogne.
    Nessuno ha mai parlato di lui, di come si distinguesse per uno spirito santo.
    Poi è apparso a Roma, la città Santa...

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    1. "un emerito sconosciuto alla Chiesa" questa frase mette i brividi Marco ma allo stesso tempo fa riflettere. Perché un personaggio del genere ha avuto tutto questo potere? Chissà se sapremo mai un po' di verità sul cammino

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    2. Un po' di verità la sappiamo già, a partire dall'autobiografia inventata del novello predicatore e della mancata suora che nessuna congregazione ha voluto confermare. Studiando le loro affermazioni saltano fuori le incongruenze come funghi. Bugiardi fin dall'inizio.
      Fatevi due risate con la foto dei due mentitori in Israele: la santona è vestita da suora, anche se suora non era. Si riconoscono Pezzi e Donnini, tutti uomini.
      E se c'è Pezzi, sicuramente è dopo il 1970, almeno due-tre anni dopo che i santoni calarono in Italia.
      Ancora vestita da suora?

      https://neocatecumenali.blogspot.com/2021/11/verso-il-neocatecumenato-40-sempre-se.html

      Non abbiamo accesso ai documenti, ma sappiamo anche che il Cammino è una Fondazione autonoma illegittima fino a che non vengono prodotte le prove (ardue) della sua legittimità.
      Le norme del CJC parlano da sole, anche se i legulei neocatecumenali e filo-neocatecumenali hanno tentato di giustificare con ben 4 anni di ritardo dall'erezione silenziosa della Fondazione.
      In mancanza della possibilità di reperire i documenti segnalati anche nello Statuto, viene da pensare che non esistano o che siano occultati perché illegittimi.
      Fatto sta stanno dichiarati nello Statuto, ma non si vedono e non si conoscono.

      Sappiamo che il Cammino è l'unico o tra i pochi, dei 120 enti ecclesiali post-conciliari, che non è civilmente riconosciuto, e nemmeno potrebbe mai esserlo perché la sua figura giuridica inventata difetta di tutti i requisiti necessari anche minimi al riconoscimento.

      Sappiamo che, in quanto non civilmente riconosciuto, non può spostare "missionari" tra gli Stati, che hanno norme rigidissime sull'immigrazione e pretendono che le organizzazioni siano legalmente riconosciute nel loro Stato, come in quello di partenza. Ci vogliono dichiarazioni giurate, mica parole al vento.
      Chi li sposta per loro?

      Sappiamo tante cose, ma nessuno le prende in carico e fa orecchi da mercante, permettendo che il palese virus neocatecumenale tenti di impestare la Chiesa Cattolica e distrugga le persone oltre che la sana dottrina.
      Marco

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    3. Grazie Marco, questi interventi mi aiutano a capire sempre meglio lo schifo che c'è dietro il cammino.

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    4. Quella che era maggiormente legata alla Chiesa Cattolica era Carmen, ma era tonta, nessuna congregazione la voleva e non disponeva di alcun carisma umano.
      Lei sì che aveva agganci e conoscenze nella Chiesa, anche di alto rango.
      E poi era rampolla di una delle famiglie più ricche di Spagna.
      La sua posizione familiare le consentiva di avere agganci altolocati ma da sola, poveretta, non avrebbe mai potuto combinare nulla.
      Aveva anche uno zio vescovo.

      Lei ha sempre raccontato di essersi imbattuta nel Concilio nel 1962, ma guarda caso nel 1965 stava ancora nelle baracche a cercare inutilmente persone che la seguissero per una missione in Bolivia.
      Chi crede che in 3 anni di scoperte sul Concilio e tutti i nuovi insegnamenti di Farnés, ancora volesse rimanere attaccata all'irrealizzabile idea di formare una missione per la Bolivia in autonomia (nessuna congregazione la mandava)?

      Io personalmente non ci credo.
      Se in 3 anni di nuove conoscenze sul Concilio, ancora era rimasta ferma alla missione tradizionale, qualcosa non quadra. Il Concilio non le aveva ancora dato alcuna nuova visione, evidentemente.

      Tuttavia lo servì "su un piatto d'argento" al giovanotto cursillista ventiseienne.
      Da quando "glielo servì" iniziarono subito le Messe a rischio di scomunica...
      Accipicchia come fu celere il Kiketto ad imparare ed organizzare cose che fino al giorno prima per lui erano sconosciute!

      Nulla regge nei loro racconti.
      Per aver inventato la "sintesi catechetica" basata sul Concilio in così poco tempo, l'unica ipotesi è che non furono loro ad inventarla. Lei tonta, lui ignorante di tutto.

      Ma gli agganci, signori, gli agganci...
      Una tonta con i soldi e gli agganci che trova (trova? Per puro caso?) un narcisista pronto a tutto pur di emergere, che cosa può produrre?
      Quello che Carmen disse una volta in un'intervista: "Io VOLEVO la missione, Kiko VOLEVA formare comunità, poteva funzionare!"

      Loro VOLEVANO...
      Marco

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    5. A me risultava che le Misioneras intendevano mandarla in missione in America Latina. Lei riuscì a tirarsi indietro (disubbidienza ben orchestrata, chissà che scusa avrà usato). Come seconda alternativa le proposero di nuovo l'America Latina, stavolta presso i minatori di Oruro, in Bolivia, e lei neppure ci volle andare, preferendo fare la missionaria "a casa", fra i baraccati. Dove peraltro non era né richiesta, né utile. Infine fu scacciata dalle Misioneras: se non vuoi sottostare all'ubbidienza, non si capisce perché vuoi stare fra suore che fanno voto di ubbidienza.

      Dunque la netta impressione è che già all'epoca lei avesse qualcuno che la "coltivava", cioè che ne assecondava e giustificava i capricci. Lo stesso avvenne con Kiko, e l'ipotesi più ragionevole è che i burattinai fossero gli stessi.

      Mi ricorda il caso di Via col vento in Vaticano, quel libro-denuncia in cui si racconta anche come la massoneria selezionava e coltivava pretuncoli un po' vanitosi e alquanto ambiziosi, che al momento giusto sarebbero stati convinti a fare un passettino in una certa direzione, e poi un altro passettino, e poi ancora un altro... finché il grande passo sarebbe stato da loro stessi giustificato "ma dopotutto è per fare del bene alla gente". Ed ogni volta che i soggetti si abbassavano a fare qualche favore alla massoneria, scattava "miracolosamente" la prebenda - soldini, promozione, occasioni sociali di grande prestigio, con sullo sfondo i suggeritori del "ma puoi fare anche di più".

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    6. Boh, ci sono molte contraddizioni nei loro racconti, vai a sapere qual è la verità, se ce n'è una.

      Ne riporto alcune reperite nei vari annunci e dichiarazioni pubbliche. Non sto a specificare quali.

      “Dopo, conobbi Carmen Hernández, una missionaria che il vescovo di Oruro aveva conosciuto in Bolivia e alla quale chiese, a lei e ad altre missionarie, di venire in Spagna a fare una missione coi minatori di Oruro. Carmen stava cercando un gruppo di laici e mi conobbe attraverso una sua sorella.”

      “poi dopo con Carmen che è una donna una missionaria, che pensava di andare in India e poi in Bolivia ad Oruro, con i minatori, cercava di fare un gruppo di evangelizzatori e attraverso sua sorella ha conosciuto me alle baracche”

      “con questo mi porto a Ein Karem, dove sono arrivata per grazia del Signore dopo una kenosis enorme, vissuta nel 62, nella quale sono salita al Moria con il mio Isacco, che era la mia vocazione missionaria già disposta ad andare in India, e ho dovuto tornare a casa mia come Giacobbe… Per farla breve in un dirottamento aereo che mi ha fatto il Signore, mi sono trovata in Barcellona invece che in India”

      “Dopo una lunga itineranza in Terrasanta, chiuse tutte le porte, il Signore l'ha portata come in un dirottamento aereo (era una sua espressione) a Madrid”

      “come Dio l’ha portata a collaborare con Kiko dopo una storia di sofferenze, prima con il padre per la vocazione, dopo con le superiore dell’Istituto, nel quale era entrata e dal quale dopo l’hanno cacciata, e finalmente – lei dice – il Signore ha fatto un dirottamento aereo e l’ha portata alle baracche con Kiko.”

      “Carmen era stata otto anni in un istituto missionario e stava lavorando a Barcellona cercando di formare alcune équipes per andare in Bolivia. Un'équipe partì per la Bolivia e lavora laggiù tra gli Indios, mentre Carmen andava a Madrid per cercarvi altra gente da portare in Bolivia.”

      Continua...

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    7. “entrò a far parte di un nuovo istituto missionario: i Missionari di Cristo Gesù . Dopo il noviziato, ha studiato Teologia presso la Casa di Formazione Teologica per Religiosi di Valencia. Nel 1960 fu assegnata all'India. Per questa missione dovette prepararsi a Londra, dove rimase per un anno. In quel tempo ci fu un cambio di direzione nelle Missionarie di Cristo Gesù che limitò la loro apertura alla missione, così Carmen ritornò da Londra a Barcellona.”

      “Nel 1960-1961 si recò a Londra per continuare la preparazione per un futuro incarico come missionaria in India. Tuttavia ebbe alcune divergenze all’interno dell’Istituto e dovette ritornare in Spagna, dove fu invitata a lasciare le Missionarie di Cristo Gesù.”

      “decise di diventare missionaria cattolica e si ritirò nell'Istituto Misioneras de Cristo Jesús , a preparare il cammino spirituale per una missione in Bolivia. Diplomatasi in teologia, rimase quindi allo stato laicale. Il progetto di missione in Bolivia fu poi accantonato definitivamente negli anni sessanta quando, a seguito dell'influenza del Concilio Vaticano II, la Hernández rivolse l'attenzione ai poveri e agli emarginati.”

      “Nel 1960 è destinata all’India. Per questa missione dove prepararsi a Londra , dove rimane un anno. In questo tempo, si dà un cambio nella direzione nelle Missionarie di Cristo Gesù che limita la sua apertura alla missione, per cui Carmen ritorna da Londra a Barcellona.”

      “Carmen va a studiare inglese a Londra perché tutto fa pensare che andrà in India come missionaria ma a un certo punto le superiori dubitano della sua idoneità ai voti perpetui. Attende otto mesi in una delle case delle suore a Barcellona.”

      America Latina, India, Bolivia...
      Un sacco di luoghi nominati e mai nessuna missione. Solo parole. E, spesso, pure contraddittorie.

      La vera storia della santona la sa solo Dio.

      Ma poteva risparmiarselo di vestirsi da suora negli anni '70, quando ormai era un decennio che faceva gli affari suoi come ricca ereditiera laica alla ricerca di un Narciso che sostenesse le sue voglie.
      Marco

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    8. “entrò a far parte di un nuovo istituto missionario: i Missionari di Cristo Gesù . Dopo il noviziato, ha studiato Teologia presso la Casa di Formazione Teologica per Religiosi di Valencia. Nel 1960 fu assegnata all'India. Per questa missione dovette prepararsi a Londra, dove rimase per un anno. In quel tempo ci fu un cambio di direzione nelle Missionarie di Cristo Gesù che limitò la loro apertura alla missione, così Carmen ritornò da Londra a Barcellona.”

      “Nel 1960-1961 si recò a Londra per continuare la preparazione per un futuro incarico come missionaria in India. Tuttavia ebbe alcune divergenze all’interno dell’Istituto e dovette ritornare in Spagna, dove fu invitata a lasciare le Missionarie di Cristo Gesù.”

      “decise di diventare missionaria cattolica e si ritirò nell'Istituto Misioneras de Cristo Jesús , a preparare il cammino spirituale per una missione in Bolivia. Diplomatasi in teologia, rimase quindi allo stato laicale. Il progetto di missione in Bolivia fu poi accantonato definitivamente negli anni sessanta quando, a seguito dell'influenza del Concilio Vaticano II, la Hernández rivolse l'attenzione ai poveri e agli emarginati.”

      “Nel 1960 è destinata all’India. Per questa missione dove prepararsi a Londra , dove rimane un anno. In questo tempo, si dà un cambio nella direzione nelle Missionarie di Cristo Gesù che limita la sua apertura alla missione, per cui Carmen ritorna da Londra a Barcellona.”

      “Carmen va a studiare inglese a Londra perché tutto fa pensare che andrà in India come missionaria ma a un certo punto le superiori dubitano della sua idoneità ai voti perpetui. Attende otto mesi in una delle case delle suore a Barcellona.”

      America Latina, Bolivia, India...
      Molti luoghi nominati e mai nessuna missione. Solo parole. E, spesso, pure contraddittorie.
      Poi mi chiedo: se in 50 anni non è riuscita a imparare l'italiano, come ci si può aspettare che in un anno imparasse l'inglese? Come avrà fatto a Londra?
      Non avrà capito un tubo...

      La vera storia della santona la sa solo Dio.

      Però poteva risparmiarselo di vestirsi da suora negli anni '70, quando ormai era già passato un decennio e faceva gli affari suoi come ricca ereditiera laica alla ricerca di un Narciso che assecondasse le sue voglie.
      Marco

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  5. Che fine hanno fatto Fav e Leonardo?

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    1. Hanno cambiato pseudonimo innumerevoli volte (una dopo ogni figuraccia) e scrivono sempre le stesse idiozie (a cui siamo stufi di aver risposto, che si rileggano le risposte nel resto del blog). Sono davvero convinti che per onorare Kiko occorra infangare, calunniare, mentire, ingannare, agiscono in totale malafede. Per esempio, non hanno mai speso una singola sillaba a favore delle vittime dei pedofili neocatecumenali.

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    2. Autore della lettera ci scrive: «...uscii proprio al Padre Nostro: feci la prima convivenza, dalla quale tornai con quel "Siete figli del demonio" che mi rimbombava in testa, lo gridarono per tre giorni consecutivi».

      Sul serio, dubito che la congrega degli asini raglianti sia disposta a riflettere almeno un pochino su quale diavolo di spiritualità debba martellarti per interi giorni dicendoti che sei "figlio del demonio".

      Noi cattolici, invece, sappiamo di essere figli adottivi di Dio grazie al sacramento del battesimo. Battesimo che riscopriamo senza obbligo di "decime", senza obbligo di "convivenze", senza obbligo di "ubbidienza al catechista è tutto", senza obbligo di battimani ritmati, grattugiata di chitarrelle e charangos, caciara di bonghetti-tamburelli-nacchere, girotondini imbecilli col passetto... Sappiamo di essere peccatori ma ci sforziamo di non esserlo, e curiamo la nostra vita spirituale con la preghiera e soprattutto i sacramenti. Non ci proclamiamo "figli del demonio" perché non è vero. L'espressione "figli del demonio" è al massimo estrapolata da qualche sermone per dare enfasi, ma non descrive il nostro stato di figli adottivi di Dio. Il demonio ci induce in tentazione proprio perché odia le opere di Dio e odia particolarmente noi, creature che possono accedere alla massima comunione con Dio. Riguardo al demonio abbiamo potenti strumenti: la preghiera personale (a cominciare da quella a san Michele arcangelo e a dal rosario) e i sacramenti (specialmente confessione e comunione), nonché le buone opere (specialmente quelle che solo Dio vede, anche piccole).

      In particolare noi cattolici sappiamo che le mezze verità si prestano troppo facilmente ad essere vere menzogne.
      Per esempio: è vero che "il Signore perdona" (dopotutto il Signore è infinita misericordia) ma resta sempre vero che "il Signore è giusto" (dopotutto il Signore è infinita giustizia), e sappiamo bene che il perdono non lo merita chi non è adeguatamente pentito, sappiamo bene che sarebbe profondamente ingiusto nei confronti delle vittime il perdonarne facilmente il carnefice che non ha fatto nulla di concreto per ravvedersi.

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  6. @byTripudio

    eh ma lorsignori ti dicono che pure Gesù l'ha detto (decontestualizzandolo completamente)

    Io ringrazio Dio del sacramento del Battesimo, che costantemente mi ha ripetuto con tenerezza "Sei figlia di Dio, peccatrice sicuramente, ma sei figlia mia".

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  7. "Il laico Kiko fa l'omelia dall'ambone,
    con crocifero e candelieri,
    come se fosse un vescovo"

    Concordo con voi del sito sui NC, ma attenzione agli sfondoni, che vi squalificano... Per l'omelia non sono previsti ne' crocifero né candelieri, né per i vescovi né per nessun altro. I candelieri invece sono previsti per la lettura del Vangelo, che è Parola di Dio. Quella didascalia, che mi sembra sia comparsa anche altre volte, dimostra la vostra ignoranza della Liturgia cattolica... Informatevi meglio.

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    1. Apprezzo la pignoleria, ma attenzione a non cercare il pelo nell'uovo, che è un comportamento che conferma che siete esattamente come i farisei che Nostro Signore ha continuamente rimproverato e insultato.

      Nella didascalia di un'immagine occorre spiegare con estrema sintesi perché è importante. E se il "privilegio" di crocifero e candelieri alla lettura del Vangelo spetta al vescovo - e nelle celebrazioni presiedute dal vescovo tutti possono notare quel dettaglio -, non si spiega perché il laico Kiko, attorniato da crocifero e candelieri, sia lì all'ambone a tenere la propria omelia laicale (non essendo ministro ordinato - cioè almeno diacono - non può neppure leggere il Vangelo).

      La foto in questione, inoltre, era stata pomposamente pubblicata da un sito web neocatecumenale, il cui gestore ci scrisse furente per lamentarsi che l'avevamo ripubblicata non solo senza indicare la fonte ma addirittura per "criticare il Cammino".

      Capite? Il Cammino è "criticato" dalle fotografie di eventi neocatecumenali pubblicate dai suoi stessi aderenti. Oppure, più sinteticamente: la verità è il peggior nemico del Cammino.

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    2. Kiko non fa "omelie laicali", annuncia il kèrigma. incessantemente da 60 anni! se il privilegio del crocifero e candelieri spetta al vescovo non capisco perchè non dovrebbe spettare anche ad un Santo vivente! credo che quella foto sia profetica

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    3. Kiko è un laico. E non è un "santo vivente" ma un eretico vivente.

      Il suo cosiddetto "kèrigma" è un'accozzaglia di fandonie, errori, svarioni, strafalcioni, vere e proprie eresie, come già estesamente dimostrato da soggetti molto più ferrati di noi.

      Per di più, la sua vanità è ciclopica: per dire quel che aveva da dire, non c'era alcun bisogno né di presentarsi all'ambone, né con accompagnamento di "crocìfero e candelieri".

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    4. Www.cammino.info, il sito da cui è stata tratta la foto, è dismesso.
      È nato a gennaio 2011 e le ultime notizie risalgono ad aprile 2017.

      Un sacco di pompa, sito accurato, richiesta fondi per mantenerlo e poi… 6 anni di vita e stop!

      Le email dei fondatori, Jacopo e Davide, non sono più attive. Tutto finito…

      Peraltro, anche tutte le foto sono state rimosse, a parte quelle della prima pagina.

      Il conto per le donazioni è inattivo.

      Un fuoco di paglia, come tutte le cose del Cammino.
      Sembra e non è.

      Se si digitano in internet le parole: “facebook cammino neocatecumenale”, nelle lingue più diffuse, si scopre che moltissime sono ferme ad anni ed anni fa. Mai più aggiornate.

      Eppure nell’etere esistono ancora, come questo sito, a far credere che il Cammino sia sempre una realtà solida ed ampia.

      Una farsa e un inganno di una setta che l’unica cosa di cui dispone in abbondanza è il DENARO.
      Mai rendicontato, mai riscontrata la provenienza e la destinazione, mai indagato nemmeno dalle autorità civili.
      Marco

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  8. Piccolo promemoria per quando i soliti asini raglianti ci accusano di essere "tradizionalisti".

    L'etichetta dispregiativa "tradizionalisti" prima del Concilio Vaticano II non esisteva.

    È stato solo col Vaticano II che la Tradizione è stata considerata da dimenticare, o addirittura considerata un ostacolo alla fede, alla vocazione, al dialogo, a tutto.

    Noi cattolici sappiamo che la fede poggia su tre fondamenti: la Tradizione, il Magistero e le Scritture. Sono stati i protestanti (da Calvino e Lutero in poi) a voler cancellare la Tradizione e il Magistero e a ridurre tutto alle sole Scritture. Eppure sono proprio le Scritture a chiarire che le Scritture non bastano. Per esempio quando dal Vangelo di Giovanni apprendiamo che lo Spirito Santo ci avrebbe guidati «alla verità tutta intera» (cfr. Gv 16,13), e anche che «il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere» (cfr. Gv 21,25).

    Prima del famigerato Concilio nessuno veniva disprezzato per l'amare la Tradizione. Era la stessa gerarchia cattolica a chiarire sempre come le proprie affermazioni fossero radicate nella Tradizione... proprio come se l'introduzione di "novità" nella fede fosse equivalente a inquinare la fede. Infatti i protestanti, nei primissimi tempi della loro ribellione, venivano chiamati novatores, "gli innovatori", coloro che portano "novità" nella fede, novità nel senso di "cose nuove" non giustificate né dalla Tradizione, né dalla Scrittura, né dal Magistero.

    Per questo, quando si parla del Vaticano II, spesso ironicamente si dice che "le sue cose buone non erano nuove, e le sue cose nuove non erano buone". Per fortuna si tratta di un concilio pastorale, cioè che non richiede l'assenso della fede. E la pastorale è criticabile, è aggiornabile, è superabile.

    Chi si illude di insultarci chiamandoci "tradizionalisti", con ciò stesso sta testimoniando che la propria fede è inquinata da "novità", oltre che testimoniando di disprezzare la Tradizione. Contro di lui è già sufficiente questo breve chiarimento dato da Benedetto XVI il 7 luglio 2007:

    «Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto».

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  9. Invito chi voglia ad esprimersi su queste perle di un predicatore neocatecumenale:

    "Gesù ci sta esorcizzando oggi attraverso la parola della Croce sulla quale ci attira e dove “SI DIRIGE” AL DEMONIO: è lui infatti IL PADRE CHE CI HA GENERATI ALL'IMPURITÀ, SAREBBE INUTILE PARLARE CON NOI.
    SATANA, INFATTI CI ATTIRA NELLA SUA IMPURITÀ PROPRIO ATTRAVERSO LE COSE SANTE. Occorre fare bene attenzione: egli sa chi è Gesù, e non lo nasconde: "Io so chi tu sei: il santo di Dio!". Non lo nega, anzi. Ed è quello che fa con tutti noi, chiamati ed eletti come Israele ad essere santi come il nostro Creatore.
    IN FONDO SI TRATTA DELLA STESSA MENZOGNA sussurrata a Gesù nel deserto. IDENTICA A QUELLA CHE ASCOLTIAMO e alla quale crediamo "NELLA SINAGOGA IN GIORNO DI SABATO", CELEBRANDO IL CULTO: MAGARI NELLA PREGHIERA, A MESSA, NELLE VARIE ATTIVITÀ DELLA PARROCCHIA, NELLA PROPRIA COMUNITÀ.
    CI ILLUDIAMO DI ESSERE QUELLO CHE NON SIAMO CHIEDENDO A UN "SIMULACRO" E A UN CARICATURA DI GESÙ QUELLO CHE NON CI DARÀ MAI. Per questo siamo in guerra permanente con Dio e con il mondo. Indignati e irosi, con il cuore rancido di insoddisfazione. "Impuri".…
    La sua voce scova il demonio e a lui si dirige: è lui infatti il padre che ci ha generati all'impurità, sarebbe inutile parlare con noi. Così accade in ogni esorcismo. COSÌ È CHIAMATO A FARE UN GENITORE CON I PROPRI FIGLI. DIALOGARE CON LORO È PERICOLOSISSIMO, SI RISCHIA DI RESTARE INVISCHIATI TUTTI NELLA STESSA MENZOGNA E DIVENIRE "IMPURI", lontani da Dio e dal suo amore. OCCORRE INVECE PARLARE AL DEMONIO, smascherare le sue menzogne e intimargli di "tacere", come ha fatto e fa Gesù con noi.
    Abbiamo bisogno di silenzio, l'utero di ogni esorcismo. Ecco perché l'iniziazione cristiana è anche un deserto, un tempo nel quale, a poco a poco, le nostre parole macchiate dalla menzogna fanno posto al silenzio dove GESÙ PUÓ METTERE A TACERE IL DEMONIO.
    LO ABBIAMO TRAFITTO, ANCHE OGGI; MA CI È DATA LA POSSIBILITÀ DI VEDERE NELLE SUE FERITE LA VITA CHE EGLI CI HA OFFERTO ANCOR PRIMA CHE GLIELA STRAPPASSIMO.
    A messa celebriamo l’amore di Dio, mentre nella vita di ogni giorno celebriamo noi stessi. E siccome non siamo Dio, mormoriamo, giudichiamo, ci chiudiamo nell’orgoglio, altro che lode…
    MA CORAGGIO, DIO CI AMA COSÌ COME SIAMO, e ci sta chiamando anche oggi per sperimentarlo come i discepoli.
    Sei stato perdonato mille volte, senza condizioni, mentre LA LEGGE, QUELLA DI DIO, TI CONDANNAVA. Cristo ha preso su di sé il castigo che meritavi, per assolverti e donarti il suo Spirito. Abbandonati al suo amore allora, e vedrai compiersi in te tutta la Legge, per pura grazia."

    Chi sta parlando: il Signore o il suo nemico?
    Marco

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  10. Per evitare commentatori neocatecumenali che fanno i finti tonti, ricordo che NON BISOGNA MAI DIALOGARE COL DEMONIO che, essendo un angelo decaduto, è più forte di noi.
    Papa Francesco lo ripete spesso: "Col demonio non si dialoga! Con lui non si deve discutere mai", "nessun dialogo col demonio, nessun tipo di negoziazione o compromesso. Un’unica arma. Gesù vince le tentazioni. E come le vince? Evitando di discutere col diavolo e rispondendo con la Parola di Dio. Questo è importante: col diavolo non si discute, non si dialoga!"

    Noi non possiamo dialogare col demonio ed intimargli di tacere. Non lo possiamo esorcizzare. Possiamo solo resistergli con la Grazia di Dio.

    Addirittura si dovrebbe parlare col demonio e non con i figli!
    Dialogare con i figli "è pericolosissimo" perché si rischia di cadere nella loro menzogna e diventare impuri!

    E poi, noi ascoltiamo menzogne nella sinagoga (chiesa) nel giorno di sabato, celebrando il culto.
    Nella preghiera, a Messa...

    Quindi Dio non parla con noi, perché sarebbe inutile. Si dirige direttamente al demonio.
    Dio che reputa inutile dare Parola ai suoi figli...
    Tutto avviene sopra le loro teste, come se non avessero né intelletto né volontà.

    E poi satana che ci attira nella sua impurità proprio attraverso le cose sante?

    In conclusione, come fare a liberarsi del demonio?
    Ecco la soluzione offerta: "noi fedeli cattolici anche oggi abbiamo trafitto Gesù, ma non preoccupiamoci! Abbiamo la possibilità di vedere nelle sue ferite la vita che ci ha offerto prima che gliela strappassimo!"

    Come se potessimo strappare la vita a Gesù.

    Per salvarsi dal peccato, quindi, basta guardare le ferite di Gesù...

    Qualcuno fermi questo "altro" che inculca alle anime degli uomini insegnamenti deviati.
    Marco

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    1. Ma chi sarebbe questo predicatore?
      Un altra cosa che mi piacerebbe sapere è la struttura gerarchica del cammino.

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    2. In generale, in tutti i movimenti, la struttura gerarchica non è molto pubblicizzata.
      Il singolo aderente conosce solitamente solo la "scaletta" dal suo responsabile fino al fondatore, ma non sa nulla (né gli gioverebbe molto saperlo) del resto della gerarchia, se non di quelli che nelle grandi (e medie) occasioni vengono invitati a parlare con l'obbligo di applaudirli. Questo avviene perfino in ambienti dove vige abbastanza trasparenza, come Comunione e Liberazione: i ragazzi di CL della parrocchia qui non saprebbero dirmi il nome neppure del responsabile di una qualsiasi regione confinante.

      La scusa che la gerarchia interna è soggetta a cambiamenti (a differenza della gerarchia ecclesiastica) non cambia la situazione.
      La gerarchia cattolica, invece, è pubblica. Salvo eventi piuttosto grossi, un prete resta prete; magari lo trasferiscono, ma resta prete; e per proteggere i fedeli è necessario che si sappia che è lui il prete. E ancor più il vescovo, che infatti spiritualmente "sposa" la diocesi che viene chiamato a servire, e non si dovrebbe schiodar di lì fino alla morte; purtroppo la moda di promuovere anche chi non passa a grossissimi incarichi ha ingenerato tutto un carrierismo episcopale, vescovi che tramano per saltare da una diocesi all'altra, in 10 anni hanno cambiato almeno 3 diocesi, e sperano di approdare in una "cardinalizia" - o addirittura "papale" come Milano e Venezia.
      Tragicomicamente, anche nei movimenti i pezzettoni grossi della gerarchia (e anche i piccoli) infaticabilmente si danno da fare per assurgere a cariche più alte, sempre più alte. Ché come dice il proverbio siciliano, il potere è meglio della lussuria.

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    3. Come qualsiasi organizzazione, il Cammino possiede una gerarchia propria.

      In testa c'è Kiko. E c'era Carmen.

      Le figure di Pezzi e Romero sono tutto sommato secondarie. Non hanno altra voce in capitolo che quella di confermare i dettami di Kiko e Carmen. (Ricordate quando Kiko - scherzosamente ma non troppo - minacciava Pezzi di spedirlo in missione in qualche paese remoto? e Pezzi che sudava freddo, anzi, sudava cubetti di ghiaccio, perché il rischio era reale. Proprio come quando Stalin - scherzosamente ma non troppo - chiedeva a qualche suo sottoposto "ma io non avevo dato ordine di farti giustiziare?").

      Dopodiché ci sono i 12 cefa (da non confondersi con le "cefale" neocat che Kiko vuol mandare in Cina ad adescare cinesi infoiati), e quindi i 72 sotto di loro (i numeri 12 e 72 sono stati scelti per scimmiottare il Vangelo, come se Kiko volesse i suoi 12 apostoli - anzi, tutti Cefa, cioè tutti Simon Pietro, principe degli apostoli, anche perché porta jella avere di default un Giuda Iscariota, e poi così Kiko risolve pure il problema di "chi è il più grande tra noi"... e quindi i 72 discepoli a imitazione del primo versetto del capitolo 10 del Vangelo di Luca), perlopiù catechistoni d'alto rango.

      In mezzo ci sono i vari livelli di responsabili di continenti, nazioni, regioni, diocesi, più l'aristocrazia neocatecumenale composta dai vari itineranti, missionari, rettori di seminario... più le microaristocrazie dei vari cantori, ostiari, lettori (e le leggendarie faide a chi deve urlare il Preconio a Pasqua, e altre cafonate).

      Di tutta questa masnada di capi e capetti non c'è traccia nello Statuto del 2008, che infatti racconta un sacco di emerite frottole ("il Cammino si pone al servizio del Vescovo... il Vescovo diocesano è responsabile dell'iniziazione... il Vescovo controlla l'implementazione... il parroco detiene la responsabilità primaria..."), perché sappiamo bene che sono i cosiddetti "catechisti" (e, a vario titolo, le sullodate aristocrazie e gerarchia) a comandare, prendere decisioni, dirimere questioni.

      Per prendere per il sedere i cattolici, le alte sfere del Cammino con somma impudenza hanno blaterato di "itinerario", "iniziazione", "kerygma", e tante altre cose fumose e dai contorni indefiniti in cui non c'è mai un responsabile, mai un referente, mai un indirizzo, mai un documento completo, mai un modo di verificare che sono stati onesti nei confronti della Chiesa e dei cattolici. Indovinate il motivo.

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    4. Ho conosciuto uno dei 72, il responsabile della Puglia e Basilicata. Ora mi chiedo, queste persone cosiddetti "catechisti itineranti", dicono che non lavorano, r quindi come vivono? Attraverso le decime? Perché non trovo altra spiegazione

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    5. So per certo che arrivano loro i soldi e in grande quantità, probabilmente dalle Fondazioni Famiglia di Nazareth.
      Vivono con entrate ben superiori a quelle di noi comuni lavoratori e, non essendo parte di una congregazione o di una struttura organizzata in cui abitano, di certo non "lavorano" per la missione a tempo pieno.
      Non tutti i giorni c'è da organizzare qualcosa dalla mattina alla sera.

      Fanno la bella vita, in pratica.
      Leggevo il Prbo che ieri scriveva: "vivo in una terra difficile da più di trent'anni".
      Però ha chiesto che gli comprassero la casa e gliela hanno comprata.
      In quella terra difficile non poteva stare ancora in un nuovo affitto. No...
      Le proprietà!
      Quelle che dicono agli stupidi di disfarsi, loro le comprano addirittura con i soldi altrui.

      Conosco una famiglia itinerante che percepisce mensilità da capogiro e non hanno mai lavorato un solo giorno in 40 anni!
      Magari vengono loro pagati anche i contributi per la pensione.
      Questi in particolare sono persone pessime, indebitamente autoritarie, viziate e complessate al di fuori del cerchio magico.

      Eh... l'oceano infinito di Mammona di cui dispongono i neocatecumenali permette loro anche di pagare fior di soldi anche gli itineranti di ben 134 nazioni!
      Mica solo costruiscono mausolei, seminari che sembrano regge, acquistano terreni milionari...
      Ogni mese sborsano cifre enormi per campare i loro più prestigiosi emissari che conducono vite da re.

      E i veri piccoli dànno, ignari di tutto...
      "Per il loro bene", s'intende.
      Marco

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    6. Dio mio che vergogna..

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  11. Mi raccomando per le convivenza quest'anno solo hotel 5 stelle ,prima direttiva nuvo inizio corso 2024/25

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    1. Ovvio, bisogna sganciare il malloppo come sempre.

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    2. E poi alla fine, come ogni anno, lasceranno debiti su debiti con gli alberghi e il conto dovranno saldarlo le comunità, costrette a collette extra finché non si raggiungerà la cifra necessaria. Così andrà a finire che il malloppo dovranno sganciarlo anche quelli che in convivenza non sono andati....
      Porto

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  12. El kiko lo vedo un pò vecchiotto per una nuova sinfonia ,chissà se' ci sarà un nuovo canto che farà sollubriccicare la casta dei cantori neurocatecumenali questo inizio corso .(la bella della casa spartisce il bottino )!

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  13. Ricordiamo ai gentili lettori che le «decisioni del Santo Padre» Benedetto XVI, del 1° dicembre 2005, messe per iscritto dalla Congregazione per il Culto Divino a firma del suo prefetto cardinal Francis Arinze, prevedono che i fratelli del Cammino partecipino «almeno una volta al mese» alla messa della parrocchia (si intende quella dei fedeli cattolici, non quella dei fedeli di Kiko; la norma serve per impedire il formarsi della mentalità settaria da "chiesa nella Chiesa").

    Quelle «decisioni del Santo Padre» divennero poi parte integrante dello Statuto del Cammino del 13 giugno 2008 (sono indicate nella nota 49 dell'articolo 13 per chiarire le questioni liturgiche).

    Notiamo che a differenza di esortazioni, paterni abbracci, inviti, le «decisioni del Santo Padre» messe nero su bianco da un dicastero (e non vincolate da date di scadenza, circostanze particolari, limitazioni esplicite, persone specifiche), non possono essere abolite se non da future «decisioni del Santo Padre».

    Ovviamente qui sappiamo che i neocatecumenali non disubbidiscono solo all'andare "almeno una volta al mese" alla Messa domenicale della parrocchia; nel Cammino si disubbidisce al Papa anche in merito agli altri punti della lettera del 1° dicembre 2005 ("monizioni" laicali e onnipresenti e più lunghe di un'omelia, omissioni/aggiunte rispetto a quanto prevede il Messale, modo "non normale" di ricevere la Comunione, ecc.).

    Dunque ancor oggi il Cammino disubbidisce al Papa, alla liturgia, e al proprio stesso Statuto. In tempi normali un Papa avrebbe sciolto d'autorità il Cammino della Disubbidienza. Ma non viviamo in tempi normali.

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    1. Nella mia ex parrocchia, quando nel 2005 arrivò questa disposizione, i catechisti illuminati dissero di andare a una messa domenicale soltanto alle comunità più anziane.

      Quelle più giovani furono preservate per vivere ancora nel neocatecumenalesimo al 100%.

      Tuttavia, come per anche altre cose, passato il momento cruciale non è più stato fatto e nessuna comunità va più alla messa parrocchiale una volta al mese.

      Fanno finta di obbedire, ma poi proprio non ce la fanno e trascinano anche gli ignari nella loro disobbedienza.

      È proprio lo spirito che tira lì dentro.
      Marco

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    2. Non ce la fanno proprio ad uscire dal loro recinto. La verità è che si sentono migliori, eletti, speciali. Quello che dicono loro è legge. Proprio in questi giorni mi sono passati davanti, durante una messa parrocchiale, i miei ex catechisti. Hanno fatto finta di nulla per l'ennesima volta. Ditemi, come può un cristiano comportarsi così?

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    3. se anche ti salutassero o peggio si fermassero per parlarti li schiferesti comunque... anzi probabilmente subito correresti qua a dire chiesa cosa sulla doppiezza, la falsità a altre menate del genere... quindi che ti cambia? risolvete i vostri complessi e i vostri giudizi per carità

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    4. Pietro (non del Cammino)9 settembre 2024 alle ore 11:35

      Uomo Libero: un cristiano che si comporta così semplicemente non è cristiano. Se disprezza qualcuno tanto da togliergli il saluto, anche se avesse dato tutti i suoi beni e perfino il suo corpo come cibo, non è cristiano.

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    5. Può benissimo darsi il caso che Tizio preferisca non aver più nulla a che fare con Caio, e che agli occhi di Sempronio risulti invece solo una sagra degli equivoci.

      Ma i dati fondamentali della situazione descritta da Uomo Libero sono questi:
      - le circostanze hanno sempre lasciato a intendere che i cosiddetti "catechisti" erano percepiti come guida spirituale per lui
      - quando lui ha ripudiato il Cammino e riabbracciato la fede cattolica, quei cosiddetti "catechisti" gli hanno tolto il saluto
      - dunque quei cosiddetti "catechisti", deliberatamente e coscientemente, gli hanno sempre proposto esclusivamente la fede in Kiko, malamente spacciata per fede cattolica. Ne dovranno rispondere davanti a Dio.

      Vedete, è proprio questo il punto. Negli altri movimenti ecclesiali, quando membro X lascia, succede sempre che membri Y e Z si preoccupino se X abbia abbandonato la fede cattolica o l'abbia conservata. In questo secondo caso diranno "il nostro movimento non fa per te, ma almeno puoi proseguire nel tuo pellegrinaggio verso il Regno dei Cieli, e di questo ne siamo genuinamente felici, perché il nostro movimento ha esattamente questo scopo, per cui perfino il lasciare il movimento potrebbe essere utile a tale scopo".

      Nel Cammino Neocatecumenale, invece, lo scopo è solo quello di restare nel Cammino, di servire ciecamente il Cammino, di «mollare il malloppo» al Cammino continuamente, e di evitare tassativamente di riflettere, di farsi domande, di chiedersi onestamente se il proprio rapporto con Dio abbia davvero bisogno di tutti i ritualismi neocatecumenali, di tutte le imborghesite e clericalissime prassi neocatecumenali, dell'ipocrisia e della tracotanza neocatecumenali, dell'impudenza e dell'arroganza neocatecumenali, delle carnevalate liturgiche neocatecumenali, degli argomenti ambigui ed eretici neocatecumenali...

      Negli altri movimenti - e soprattutto nella Chiesa - l'importante è la personalissima unione con Dio. Suprema lex salus animarum, spiega la conclusione del Codice di Diritto Canonico: la suprema legge [della Chiesa] è la salvezza delle anime, legge suprema in nome della quale l'autorità della Chiesa ha promulgato tanti documenti tra cui quello stesso Diritto Canonico, il Messale e i documenti liturgici, il Catechismo, e tutto il resto che rintraccerete nel Magistero e nella Tradizione.

      Dopotutto, come ci ha detto Nostro Signore, «ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione» (cfr. Lc 15,7): più gioia nel Regno dei Cieli per un peccatore convertito (e per un'anima che abbandona l'idolatrico ed eretico Cammino kikista-carmenista per convertirsi alla fede cattolica) che per 99 giusti non neocatecumenali che non hanno bisogno di ripudiare il kikismo-carmenismo.

      Aveva ragione padre Pio a definire Kiko e Carmen «i nuovi falsi profeti» ancor prima che i due si installassero in Italia.

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    6. "risolvete i vostri complessi e i vostri giudizi per carità"

      Ecco un preclaro esempio della bovina malvagità neocatecumenale, che si tramanda da catechista a catecumeno secondo uno stesso spirito "che passa", partendo dallo spirito originario che "passò" nella camera psichedelica del guru invasandolo.

      Noi cattolici sappiamo benissimo che Dio c'è sempre e non "passa", quindi se c'è uno spirito che "passa" e poi se ne va, non può essere quello di Dio.

      Uno sta dichiarando che, come in ogni setta distruttiva, viene emarginato, isolato e disconosciuto quando se ne torna alla Chiesa Cattolica (o addirittura per colpa loro lascia la Chiesa), e lo spirito immondo del commentatore delle 10:16 immancabilmente rivolta la frittata e considera giudicatore e complessata la vittima di cotanta disumanità, arrivando anche a sbeffeggiarla.

      Questo spirito malvagio giunge addirittura ad affermare che la vittima, qualora "venisse salutata" o le "venisse rivolta la parola", riferirebbe sulla doppiezza e la falsità dei suoi persecutori "ed altre menate", come se i persecutori evitassero di interfacciarsi con lei per pura prudenza e non per pura cattiveria.

      In torto sarebbe quindi la vittima, non coloro che l'hanno isolata, emarginata e stigmatizzata quando tempo prima si definivano invece "fratelli" o addirittura "angeli inviati da Dio"...

      E purtroppo è così sempre: "passa" lo spirito malvagio e porta tutti con sé in uno stesso "cambio di mentalità".
      Se uno faceva opere di bene, smette di farle.
      Se combatteva la tentazione sicuro della Grazia di Dio, smette di combattere e "si accetta peccatore".
      Se donava alla Chiesa, ora dona alla Fondazione Neocatecumenale.
      Se cercava di stare in pace con gli altri, ora fa volare sedie e cerca la guerra mascherata da "fare verità".
      Se cercava le virtù, ora rimesta nel putrido dei peccati.
      Se prima tendeva all'alto, ora fa un cammino di discesa verso il basso.
      E poi molto altro.

      Sì, è proprio un cammino di discesa nel baratro del male e quello che viene insegnato come "risalita" è del tutto inefficace, spesso romantico, figurativo e poetico, nelle tappe solennemente iniziatico, ma MAI secondo il Magistero della Chiesa Cattolica.

      Il "recupero dei segni" è corrotto: menorah, Comunione a mensa, pagnotte non controllate nella sostanza, corone misteriche e paccottiglia frutto dello spirito invasato del guru, balletto stupido, laici ignoranti alla riscossa...
      Quelli non sono i segni della Chiesa Cattolica.
      Marco

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    7. Caro anonimo, tripudio e Marco ti hanno risposto perfettamente. Tu non sai cosa mi hanno fatto nel cammino. Ora però ti faccio una domanda, tu sei un neocatecumenale sicuramente e come mai vieni su questo blog?

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    8. perchè non dovrei venire su questo blog? a chi altro è indirizzato se non ai fratelli del cammino che ascoltando le vostre "testimonianze" dovrebbero aprire gli occhi e vedere quanto brutto e cattivo è il cammino? non è un servizio alla verità quello che fate? oppure stai dicendo che è cosa vostra? tra di voi? separati dagli altri?

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    9. Quindi hai dei dubbi sul tuo meraviglioso cammino? Che senso ha venire qui? A me fa piacere se leggi un po' di verità.

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    10. Se al tempo i miei catechisti avessero saputo che leggevo propaganda contraria al Cammino mi avrebbero fatto pelo e contropelo.

      Una volta, solo perché dissi che la parrocchia è una realtà superiore e più grande del Cammino, la catechista psichiatrica mi si rivoltò contro come una forsennata urlando: "Tu vai a leggere in internet!!!"

      Invece, poverella, quello l'ho fatto solo dopo, il suo spirito illuminato non ci azzeccò.

      Magari l'avessi fatto prima, sai quante conferme avrei trovato rispamiandomi tempo e dolori...
      Marco

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    11. Ricordo quando ero all'inizio che ci dicevano di non leggere nulla su internet, ricordo ancora quando ci dissero di non essere iscritti a facebook. Solo dopo tanti anni ho capito il perché

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  14. Interessante articolo, da qualche parte del mondo qualche conferenza si muove.

    https://blog.messainlatino.it/2024/09/i-vescovi-nigeriani-denunciano-laumento.html?m=1

    Chissà magari sono proprio i neocatecumenali a portare gli abusi liturgici.

    Frilù

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    1. Vadano a dirlo al rappresentante neocatecumenale della Nigeria, don Maurizio Pallù, che fu anche rapito e poi rilasciato.

      Quanto ad abusi liturgici le rappresentanze del Cammino stanno in prima linea.

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  15. Purtroppo nel cammino fanno figli & figliastri, dal secondo passaggio in poi, lo dicono è lo fanno a discrezione dei cateKIKI ,invitano a diventare depensante perchè questa cosa a loro è lecita è non deve interessare allo scrutato !

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    1. La dinamica del "figli e figliastri" avviene dovunque, ma nel Cammino è molto più deleteria in quanto il Cammino è una setta, cioè il "figliastro suo malgrado" non può scegliere di cambiare aria per un po', non può fare ammonimenti fraterni, non può denunciare ai superiori o alle autorità, non può neppure scegliere di far finta di niente.

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  16. Il cammino neocatecumenale è una mafia vera e propria.Dove in una città, la direzione della Chiesa appartiene solo a loro....ditemi se non è mafia.
    Io non praticavo, perciò mi hanno potuto lavare il cervello. Una mia amica praticante, non sono riusciti.Hai voglia a cercar di farla andare, lei vedeva bene e chiaro.Ci mettevano contro,ma lei cattolica ben preparata non ha ceduto.
    E mi ha potuta aiutare quando sono finalmente uscita dalla setta .
    Li manderei in galera per abusi psicologici e incalcolabili bugie .

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    1. Quando dissi al mio parroco che la decima era sbagliata mi rispose, mentendo ovviamente, che era un precetto biblico. Io gli risposi che la chiesa cattolica non ha mai imposto la decima e che non esiste traccia nel catechismo della chiesa Cattolica. Non sapeva cosa dirmi.

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    2. Non solo la Chiesa non ha mai imposto la "decima", ma ha sempre chiarito che si tratta di libere offerte. E che il "provarsi coi beni" è qualcosa che si fa davanti a Dio, non davanti a degli esosi "catechisti" che controllano mese per mese con puntiglio fiscale, ossessivo, maniacale, se tutti hanno versato quel che dovevano versare (dopotutto al famigerato Secondo Scrutinio sono piuttosto noti lavori, stipendi, entrate extra, di ogni membro della comunità, sicché i cosiddetti "catechisti" del Cammino possono letteralmente prevedere quanto incasseranno ogni mese dalle sole "decime"... e se qualcuno non paga «ti individuano e te la fanno pagare cara»).

      E se vogliamo essere pignoli, quelle rare volte in cui nella Chiesa è stata istituita qualche forma di contribuzione obbligatoria, era stato per motivi civili, non per motivi di fede (ad esempio nell'epoca dei vescovi-conti: venuto meno il potere politico, gli unici uomini affidabili e capaci erano nel clero... e fu così che loro malgrado tanti vescovi ebbero da occuparsi anche di amministrazione civile, e quindi di tasse). MA si era sempre ben distinto fra libere offerte, opere di carità, e (riprovevoli) richieste fuori luogo.

      "Libere offerte" significa che è il singolo a stabilire in coscienza, senza "pressioni" esterne, quanto e quando può donare. In particolare, la Chiesa parla genericamente di opere di carità. Il "versare la decima" al Cammino dà a lungo andare l'idea di aver "fatto abbastanza", cioè sterilizza la carità. Invece il compiere opere di carità (che per gran parte non richiedono movimenti di soldi) è gradito a Dio perché sgorga dal cuore, non da un metodo di autovalutazione "se pago questa tangente sto a posto" (che era dopotutto il metodo dei farisei: "ho compiuto i miei 613 precetti e pagato la tassa al tempio, quindi sono un giusto e guai a chi non mi definisce tale"). Il Cammino vuole i tuoi soldi, la Chiesa vuole la tua salvezza.

      Facciamo notare anche che nel Cammino, se fosse vero lo scopo di "provarsi coi beni", allora direbbero a chiare lettere che tutti quei genitori che hanno rinunciato a qualcosina delle vacanze perché a settembre (adesso) i figli avrebbero cominciato la scuola, si sono già provati coi beni in quanto hanno dato priorità al sacramento del matrimonio (e dunque di conseguenza anche all'educazione dei figli). Ma non ve lo diranno mai, perché una delle priorità fondamentali del Cammino è estrarvi soldi dalle tasche.

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    3. E poi la decima è un sistema economico interno che serve a finanziare la comunità.

      Ce lo immaginiamo, se la gente donasse liberamente e senza tassa mensile, come farebbero a sopravvivere?
      Come farebbero a comprare tutti gli orpelli kikiani per le loro liturgie e le loro salette?
      Come farebbero a comprare fiori, vino e quant'altro?
      Come farebbero a pagare alberghi e pranzi?
      I poveri, che non se lo possono permettere, rimarrebbero a casa?

      Gli stessi santoni, non confidando affatto nella liberalità dei loro adepti, hanno inventato la decima, l'obbligo di sborsare.

      Infatti, nelle comunità di soli giovani, è invalso il nuovo uso di pagare in anticipo le convivenze, lo so per certo.
      Prima di partire per la convivenza devi dare al responsabile la cifra richiesta, altrimenti non ci vai...
      Il sistema interno, con comunità di soli giovani studenti, è miseramente crollato.
      Marco

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    4. I mega catechisti prendono una frase della Bibbia (non ricordo bene quale) e dicono che la decima non è tua ma dei poveri. quindi se non fai la decima stai rubando ai poveri. Il plagio che c'è e la manipolazione è da vergognarsi.

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    5. Confermo, anche per quanto riguarda il Cammino nella parrocchia di mia "provenienza", che nelle comunità di soli giovani figli di Cammino i soldi per le convivenze vanno dati in anticipo al responsabile, a volte anche direttamente dai genitori al responsabile in busta chiusa o brevi manu. Esattamente l'opposto di quello che ci hanno predicato per anni, che chiunque poteva partecipare alla convivenza e che la colletta finale per pagare l'albergo era segreta, col solito sacco nero. Banda di falsari!
      Porto

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  17. I mega catechisti prendono una frase della Bibbia (non ricordo bene quale) e dicono che la decima non è tua ma dei poveri. quindi se non fai la decima stai rubando ai poveri. Il plagio che c'è e la manipolazione è da vergognarsi. (DA CHE TEMPO VIENE SPARSA QUESTA CORTINA VELENOSA?)

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    1. Da quando è nato il cammino. Immagina che pressione psicologica c'è li dentro. Da denuncia

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    2. Fra l'altro, come accade spesso, i catechisti non si rendono conto che quello che dicono, e il come lo dicono, contiene già in sé delle contraddizioni. Se io dico che la decima non è tua, ne discende ipso facto che tu non puoi darla, infatti come si può dare qualcosa che non è nostro? Idem se dico che è dei poveri: se è loro, come possono riceverla? A parte questo, è chiaro che la decima non va affatto ai poveri, ma generalmente a sopperire alle necessità della comunità: debiti da saldare con alberghi, acquisto di orpelli vari per le celebrazioni o per abbellire la salette, e sim. In sostanza, serve a perpetuare il Cammino. Ai poveri ci penserà qualcun altro.
      Porto

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    3. Serve soprattutto per gli itineranti

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    4. Per la bella vita degli itineranti.

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    5. Purtroppo si tripudio

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    6. è vero Tripudio, annunciare il Vangelo al mondo rende la vita proprio bella! qualche precarietà sicuramente ma una vita veramente e profondamente bella!! grazie per la tua testimonianza

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    7. Bravi, continuate a rubare i soldi alla povera gente. Chi non vuole lavorare neppure mangi.

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  18. Devo dire che, seppur critico verso il Cammino, va detto che la didascalia nella prima foto è errata. Ero presente a quell'incontro, uno dei primi a cui partecipavo, ed ero nelle prime file. Incontro a Milano, fiera Rho, dopo un evento del Papa (mi pare dedicato alle famiglie). Kiko parte a cantare Una gran senal con la chitarra, ed entra la madonna accompagnata dai ceri. Poi Kiko lascia la chitarra (l'orchestrina ne aveva molte) e canta senza suonare. I ceri si accostano all'ambone, probabilmente dietro il sacerdote portava l'evangeliario come si fa di solito. Qui è immortalata la foto, ma tecnicamente Kiko non sta facendo omelia o predicando, ma finendo di fare il canto. Questo giusto per completezza. Avevo filmato il momento, e forse ho ancora il video. Anche perché predicare con i ceri accesi intorno all'ambone non s'è mai fatto

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    1. Sono benvenute le correzioni. Ma nell'immagine si vede Kiko intento a parlare al microfono, appoggiato, come se stesse leggendo o semplicemente parlando (non sembra uno che sta cantando).

      Resta comunque la doppia anomalia dell'andare all'ambone (non c'era altro posto dove esibirsi a cantare?) e della presenza di crocifero e candelieri (servivano a rendere più prestigiosa la cantata e la grattugiata di chitarrella?).

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    2. Aggiungo, se ingrandisci vedi che l'orchestra sta suonando (tizio col flauto traverso, Direttore dell'orchestrina con braccio alzato a segnare il tempo). All'epoca, seppur giovane, notaio anche io l'anomalia ma secondo me il canto è andato lungo, e i chierichetti non hanno pensato a cosa stavano facendo, tipico

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