martedì 21 ottobre 2008

L'Identità del CnC dal suo Statuto definitivo. III e ultima parte


Siamo arrivati all'ultima parte della nostra analisi del contenuto degli Statuti definitivi del CnC: Liturgia e Integrazione in Parrocchia.

Questa forse è la parte di maggiore interesse, perchè spesso (anzi sempre) alle nostre obiezioni che evidenziano profonde incongruenze nella PRASSI Nc con la fede di sempre, si "oppone" la frase "il nosro rito è stato approvato, vi opponete alla Chiesa". A parte la solita triste constatazione che la Realtà viene sempre ignorata e "superata" da eventuali "definizioni"... Vediamo a quale Rito ed a quale Liturgia il CnC dovrebbe partecipare...

Dallo Statuto:

Capitolo III
Parola, Liturgia e Comunità
Sezione 1
Parola di Dio
Art. 11
[Celebrazione settimanale della Parola]
§ 1. Ciascuna comunità neocatecumenale settimanalmente ha una celebrazione della Parola di Dio,33 di norma con quattro letture,34 secondo i temi indicati dagli Orientamenti alle Èquipes di Catechisti per ogni tappa.
§ 2. Nella celebrazione della Parola di Dio, prima dell’omelia, il presbitero invita chi lo desidera tra i presenti ad esprimere brevemente ciò che la Parola proclamata ha detto alla sua vita. Nell’omelia, che ha un posto privilegiato nell’istruzione del Neocatecumenato,35 il presbitero prolunga la proclamazione della Parola,36 interpretandola secondo il Magistero37 e attualizzandola nell’oggi del cammino di fede dei neocatecumeni.
§ 3. Ogni celebrazione della Parola è preparata accuratamente, a turno, da un gruppo della comunità, con l’aiuto, quando possibile, del presbitero. Il gruppo sceglie le letture e i canti,38 prepara le monizioni e dispone la sala e i segni liturgici per la celebrazione, curandone con zelo la dignità e la bellezza.39
§ 4. Per approfondire la Scrittura «con l’intelligenza ed il cuore della Chiesa»,40 i neocatecumeni si avvalgono soprattutto della lettura degli scritti dei Padri, dei documenti del Magistero, in particolare del Catechismo della Chiesa Cattolica, e di opere di autori spirituali.41

Attenzione alle Note di questa prima parte:
32 Cfr. PAOLO VI, Esort. apost. Evangelii Nuntiandi, 73.
33 Cfr. Cæremoniale Episcoporum, nn. 221-226.
34 Generalmente la 1ª lettura è tratta dalla Torà o dai libri storici dell’AT; la 2ª, dai profeti o dai libri sapienziali;
la 3ª, dagli scritti apostolici e la 4ª, dai Vangeli.
35 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 132.
36 Cfr. Ibidem, 1154.
37 Cfr. PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, III, B, 3: «In quanto collaboratori dei vescovi, i sacerdoti hanno come primo dovere la proclamazione della Parola (cfr. Presbyterorum ordinis,4). Essi sono dotati di un carisma particolare per l’interpretazione della Scrittura quando, trasmettendo, non le loro idee personali, ma la parola di Dio, applicano la verità eterna del vangelo alle circostanze concrete della vita (ibidem)».
38 Nel Cammino Neocatecumenale si adopera un innario di canti tratti dalla Parola di Dio e dalla tradizione liturgica cristiana ed ebraica, che vanno sottolineando i contenuti delle diverse tappe e passaggi.
39 Cfr. Istitutio generalis Missalis Romani, 288.
40 GIOVANNI PAOLO II, Esort. apost. Catechesi Tradendæ, 27; cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 127.
41 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 128, 96.

E qui veniamo all'apice:

Sezione 2
Liturgia
Art. 12
[Veglia pasquale]
§ 1. Cardine e fonte della vita cristiana è il mistero pasquale, vissuto e celebrato in modo eminente nel Santo Triduo,42 il cui fulgore irradia di luce l’intero anno liturgico.43 Esso costituisce pertanto il fulcro del Neocatecumenato, in quanto riscoperta dell’iniziazione cristiana.
§ 2. «La veglia pasquale, centro della liturgia cristiana, e la sua spiritualità battesimale, sono ispirazione per tutta la catechesi».44 È per questo motivo che, durante l’itinerario, i neocatecumeni sono iniziati gradualmente45 ad una più perfetta partecipazione a tutto ciò che la santa notte significa, celebra e realizza.
§ 3. In questo modo il Neocatecumenato stimolerà la parrocchia ad una celebrazione più ricca della veglia pasquale. 46
Art. 13
[Eucaristia]
§ 1. L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato postbattesimale, vissuto in piccola comunità.47 L’Eucaristia infatti completa l’iniziazione cristiana.48
§ 2. I neocatecumeni celebrano l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità, dopo i primi vespri della Domenica. Tale celebrazione ha luogo secondo le disposizioni del Vescovo diocesano. Le celebrazioni dell’Eucaristia delle comunità neocatecumenali al sabato sera fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia e sono aperte anche ad altri fedeli.
§ 3. Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano, fatta eccezione per le concessioni esplicite della Santa Sede49. Per quanto concerne la distribuzione della Santa Comunione sotto le due specie, i neocatecumeni la ricevono in piedi, restando al proprio posto.
§ 4. La celebrazione dell’Eucaristia nella piccola comunità è preparata sotto la guida del Presbitero, da un gruppo della comunità neocatecumenale, a turno, che prepara brevi monizioni alle letture, sceglie i canti, provvede il pane, il vino, i fiori, e cura il decoro e la dignità dei segni liturgici.

ATTENZIONE ALLE NOTE:
42 Cfr. Messale Romano, Annunzio del giorno della Pasqua nella solennità dell’Epifania: «Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto».
43 Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1168.
44 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la Catechesi, 91; cfr. ibidem: «Il catecumenato battesimale è tutto impregnato dal mistero della Pasqua di Cristo. Per questo “tutta l’iniziazione deve rivelare chiaramente il suo carattere pasquale” (OICA, 8)»; cfr. ibidem, 59.
45 Anche oggi, tanti neocatecumeni provengono dal mondo e da esperienze fuori della Chiesa ed hanno bisogno di una graduale introduzione ai sacramenti: una propedeutica sacramentale che Giovanni Paolo II ha definito «laboratorio sacramentale», nel quale i battezzati, ma non iniziati (cfr. KAROL WOJTYLA, Affinché Cristo si serva di noi. Catecumenato del XX secolo: Znak, Cracovia, n. 34, 1952, pp. 402-413), possono gradualmente scoprire il fulgore del mistero pasquale.
46 Cfr. CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Litt. circ. Paschalis sollemnitatis, 39-42, 77-96.
47 Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Epist. Ogniqualvolta, 30 agosto 1990: AAS 82 (1990) 1515: «Sono l’annuncio del Vangelo, la testimonianza in piccole comunità e la celebrazione eucaristica in gruppi (cfr. Notificazione sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Oss. Rom., 24 dicembre 1988) che permettono ai membri di porsi al servizio del rinnovamento della Chiesa»; IDEM, Discorso a 350 catechisti itineranti del Cammino Neocatecumenale, in L’Oss. Rom., 18 gennaio 1994: «Tutto ciò viene attuato in piccole comunità, nelle quali “la riflessione sulla parola di Dio e la partecipazione all’Eucaristia… formano cellule vive della Chiesa, rinnovano la vitalità della Parrocchia mediante cristiani maturi capaci di testimoniare la verità con una fede radicalmente vissuta” (Messaggio ai Vescovi d’Europa riuniti a Vienna, 12 aprile 1993)».
48 Cfr. OICA, 36, 368.
49 Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso alle Comunità del Cammino Neocatecumenale del 12 gennaio 2006: Notitiae 41 (2005) 554-556; CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Lettera del 1° dicembre 2005: Notitiae 41 (2005) 563-565; Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Osservatore Romano, 24 dicembre 1988: «la Congregazione consente che tra gli adattamenti previsti dall’Istruzione Actio pastoralis, nn. 6-11, i gruppi del menzionato “Cammino” possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad xperimentum”, il rito della pace dopo la Preghiera universale».

Tralasciamo l'art 14, che stabilisce la prassi della Penitenza per gli associati al CnC, istruendo alla pratica della Riconciliazione INDIVIDUALE (SIC!), e andiamo ad approfondire... Ne vedremo delle belle..

63 commenti:

  1. Da questa parte dello Statuto andremo a dimostrare che:

    - Il CnC NON PUO' officiare Riti "propri" e che tali "riti" NON SONO STATI ASSOLUTAMENTE "APPROVATI";
    - Il CnC deve integrarsi nella Parrocchia e partecipare al Culto della Parrocchia;
    - il CnC deve inserirsi nella Tradizione Viva e nel Magistero praticando "Lectio Divina" secondo le norme universali, avvalendosi dell'aiuto dello Spirito Santo che si esprime sommamente per mezzo della Tradizione Viva;
    - il CnC NON HA RICEVUTO l'autorizzazione di perseguire "riti privati", ma è considerato come TUTTI I GRUPPI parrocchiali e pertanto le norme che valgono per gli altri valgono anche per il CnC

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  2. ... ci soffermeremo, ovvimente, anche sull'articolo INCREDIBILE che "indulta" in modo autonomo una norma già diramata dal Papa e a cui lo Statuto stesso rimanda!!!!

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  3. la nota 45 afferma:
    45 Anche oggi, tanti neocatecumeni provengono dal mondo e da esperienze fuori della Chiesa ed hanno bisogno di una graduale introduzione ai sacramenti: una propedeutica sacramentale che Giovanni Paolo II ha definito «laboratorio sacramentale», nel quale i battezzati, ma non iniziati (cfr. KAROL WOJTYLA, Affinché Cristo si serva di noi. Catecumenato del XX secolo: Znak, Cracovia, n. 34, 1952, pp. 402-413), possono gradualmente scoprire il fulgore del mistero pasquale.

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    altre ambiguità, con le quali il cammino si presenta a chi non lo conosce.
    Oggi un gran numero di nuovi catecumeni è costituito da giovanissimi, figli e nipoti di neocatecumenali, che hanno appena ricevuto la Cresima, e dovrebbero essere aiutati a vivere la loro fede, che invece viene smantellata nei contenuti per essere ricostruita alla maniera nc.
    Qui si inserisce perfettamente, a mio avviso, il discorso sulla collaborazione tra catechisti fatto da Caterina a Veneranda.
    Con la scusa di parlare ai lontani, ( forse due o tre per comunità, ad essere benevoli) si distrugge ciò che si è costruito con l'aiuto della catechesi parrocchiale, nel cuore di questi ragazzi.

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  4. Con la scusa di parlare ai lontani, ( forse due o tre per comunità, ad essere benevoli) si distrugge ciò che si è costruito con l'aiuto della catechesi parrocchiale, nel cuore di questi ragazzi.

    tutto questo perché il Cammino è un' "altra" Chiesa! Diversa è la sua identità, diversi i suoi insegnamenti!

    Nonostante l'approvazione e i molti 'strani' consensi, che fanno pensare ad un'apostasia di proporzioni fin troppo drammatiche

    Questa è la croce che ci è dato abbracciare in questo nostro tempo pieno di ambiguità e di tenebra!

    Saremo un piccola goccia nel mare dei "cooperatores Veritatis", che forse sembra prosciugarsi sempre più... ma ugualmente dobbiamo e vogliamo esserci, perché non cadano in 'oblivione', come diceva Romano Amerio, le Verità della Fede che una consistente parte di tre generazioni post-conciliari non conosce più!

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  5. mic ha detto...


    tutto questo perché il Cammino è un' "altra" Chiesa! Diversa è la sua identità, diversi i suoi insegnamenti!

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    ....diciamo che non mettiamo alcuna CONCLUSIONE....^___^

    il "perchè" il CN agisce come agisce NON è infatti "perchè" (e si dice la conclusione)..
    ..diciamo che noi poniamo le problematiche che tale Cammino (vuoi per difetto, vuoi per responsabilità di alcuni, di pochi o di molti!!) trasuda nell'applicazione della sua DOTTRINA....
    Le conclusioni non spetta a noi stabilirle....^___^

    (lo dico soprattutto per chi ci legge).....

    Il punto fondamentale (a mio parere) di questa parte terza per la quale ringrazio Stephanos....
    è L'INTEGRITA' NELLA PARROCCHIA....

    essa però è subordinata (oppure OSTACOLATA??) da alcuni riferimenti dello Statuto stesso e dalle risposte del sig. Veneranda nell'altro thread sotto...

    1) lo Statuto dice che il CN è una "PICCOLA COMUNITA'" nella comunità parrocchiale... ergo VIVE DI VITA PROPRIA...

    e ancora tale piccola comunità a dire del sig. Veneranda:

    2) secondo lo Statuto essa PORTERA' I SUPERCATECHISTI che subentreranno ai catechisti della Parrocchia DOPO CHE I FEDELI AVRANNO RICEVUTO I SACRAMENTI....

    Dunque vi è alla base NON l'integrazione del CN alla Parrocchia, ma UN SUB-ENTRARE RESTANDO ESTERNI (=piccola comunita')

    lo si evince poi dal fatto che essi danno enfasi alla Messa del Sabato sera e NON della Domenica...

    Per esempio:
    noi catechisti insegnamo la DOMENICA...poi subentrano i supercatechisti e cominciano ad insegnare IL SABATO...

    Questa NON è integrazione....ma un sub-entrare SPODESTANDO qualcosa che già c'era...
    ^__^

    Se il sig. Veneranda non modificherà quanto ha detto in precedenza, va da se che qui siamo alla rottura con la Tradizione e nessuna integrazione, ma un sub-entrare a qualcos'altro...

    ^__^

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  6. Per comprendere meglio il messaggio che ho editato sopra apriamo la SACRAMENTUM CARITATIS^___^

    la catechesi NC obbliga la Messa del “Sabato sera” che per noi è ovviamente possibile frequentare ma, scrive il Papa nella Sacramentum Caritatis:

    A motivo di questi valori così importanti – per quanto giustamente il sabato sera sin dai Primi Vespri appartenga già alla Domenica e sia permesso adempiere in esso al precetto domenicale – è necessario rammentare che è la domenica in se stessa che merita di essere santificata, perché non finisca per risultare un giorno « vuoto di Dio ».
    (n.73);

    dunque se il CN resterà una "piccola comunità" all'interno della Parrocchia, VIVENDO DI VITA PROPRIA (con i SUOI catechisti, cone le SUE catechesi, con il SUO SABATO) va da se che i fedeli che sono stati ISTRUITI CON IL MAGISTERO DELLA CHIESA si troveranno, quando subentreranno i supercatechisti NC... a dover affrontare UNA NUOVA TRADIZIONE CHE ELEVA IL SABATO SERA, la Messa, A PRIMO GIORNO DELLA SETTIMANA creando così, come dice il Papa "un giorno VUOTO DI DIO"....

    non si scappa eh!!
    ^__^

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  7. Se il sig. Veneranda non modificherà quanto ha detto in precedenza, va da se che qui siamo alla rottura con la Tradizione e nessuna integrazione, ma un sub-entrare a qualcos'altro...

    Cara Cate,
    sei partita dicendo che le conclusioni non spettano a noi e, alla fine, hai detto con altre parole la stessa conclusione che avevo espresso a chiare lettere, attraverso logiche ed inequivocabili deduzioni tratte da alcuni fatti (nemmeno tutti!) ;)

    Chi dice che noi non possiamo trarre conclusioni? Il trarre conclusioni fa parte del processo 'critico', nel senso di discriminare, discernere, confrontare, argomentare, come giustamente ricordato da Chisolm...

    Trarre conclusioni in questa sede non inficia il giudizio definitivo e gli interventi che invece spettano agli organismi preposti e nelle sedi opportune: è un esercizio di libertà e di responsabilità che può dare o non dare risultati nel concreto...

    per quanto mi riguarda il risultato che mi interessa è che intanto aiuta me a decifrare, comprendere e prendere posizione - e quindi anche condividere - nella realtà per molti versi oscura e complessa in cui ci dibattiamo... è un decifrare, tuttavia, che non coinvolge la mia ragione presa a sé, ma illuminata dalla preghiera e guidata dalla griglia di lettura della Parola e del Magistero

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  8. La conclusione di Caterina, avvalora questa affermazione di Michela, validissima, perché anche lei parla dalla duplice esperienza di conoscenza interna del Cammino e di impegno parrocchiale

    Con la scusa di parlare ai lontani, ( forse due o tre per comunità, ad essere benevoli) si distrugge ciò che si è costruito con l'aiuto della catechesi parrocchiale, nel cuore di questi ragazzi.

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  9. Dio mio, Dio mio, quello che dite è talmente CHIARO e EVIDENTE!
    Come è possibile che non siano arrivati alle stesse conclusioni coloro che hanno approvato lo statuto del cn con il suo articolo13 ?
    Come è possibile ch i vescovi non si rendano conto di ciò che succede nelle parrocchie ?
    O se ne rendono conto e sono d`accordo?

    RispondiElimina
  10. mic ha detto...


    Cara Cate,
    sei partita dicendo che le conclusioni non spettano a noi e, alla fine, hai detto con altre parole la stessa conclusione che avevo espresso a chiare lettere, attraverso logiche ed inequivocabili deduzioni tratte da alcuni fatti (nemmeno tutti!) ;)

    ****************

    Nn esattamente! ^___^
    tu hai messo come conclusione che sono un altra Chiesa, io ho rilevato non una conclusione ma una situazione che NON costituisce un altra chiesa, bensì un SUB-ENTRARE nella medesima chiesa, nella medesima comunità apportando una nuova tradizione...
    Inoltre non è una conclusione (nulla è mai perduto) ma sono DOMANDE che invitano ad una riflessione, valutazione e risposta....^___^

    La differenza sta nel fatto che (e ne abbiamo parlato) seppur può sembrare un altra chiesa, di fatto NON lo è...e mi riferisco alle espressioni anche di Benedetto XVI....e non è una conclusione l'esposizione fatta, ma un aprire gli occhi a ciò che sta avvenendo e potrebbe essere modificato....
    ^___^

    diciamo che, anche se ho un occhio malandato e sto per andare dall'oculista (fate una preghiera per me) sono sempre OTTIMISTA, GUARDO CON OTTIMISMO anche al CN....parlare di un altra chiesa è, per me ovviamente, una forma pessimistica che apre ad altre gravissime considerazioni che tuttavia NON sono ancora in senso al CN verso il quale anche il Papa nutre SPERANZA...

    Se stiamo dunque con il Papa NEL BENE COME NEL MALE, occorre fare proprio anche il suo linguaggio, la sua speranza, LA SUA RIFORMA....
    ^__^

    Fraternamente CaterinaLD

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  11. art.11 § 2. Nella celebrazione della Parola di Dio, prima dell’omelia, il presbitero invita chi lo desidera tra i presenti ad esprimere brevemente ciò che la Parola proclamata ha detto alla sua vita. Nell’omelia, che ha un posto privilegiato nell’istruzione del Neocatecumenato,35 il presbitero prolunga la proclamazione della Parola

    queste "esternazioni" servono per la "terapia di gruppo", per cementare la comunità... è la VERA ragione, ovviamente non riconosciuta, per cui alla celebrazione neocat non partecipano estranei, altrimenti i "fratelli" non si sentirebbero "liberi" di esprimere le proprie risonanze, anche perché spesso di tratta di problemi personali interiori ed esteriori, anche delicati, che "non possono" per questo, uscire dall'ambito della comunità o essere ascoltati da altri...

    Questo è anomalo perché la celebrazione ha un suo ritmo, una sua forma, e questo cambiamento è uno degli arbitrii introdotti dell'iniziatore, che è propedeutico per la comunità ma di fatto desacralizza, orizzontalizza e spezza il ritmo della celebrazione

    A chi non conosce il cammino (anche sacerdote o vescovo) questo può sfuggire perché non è scritto nello statuto e fa parte di "quelle cose" che non è possibile dire a "quelli di fuori"

    In sostanza è un'altra delle anomalie della celebrazione che non trovano riscontro nei libri liturgici, ai quali ha fatto espresso richiamo il card. Arinze nella sua famosa lettera che esprime le direttive del Santo Padre....

    RispondiElimina
  12. mic ha detto...
    La conclusione di Caterina, avvalora questa affermazione di Michela, validissima, perché anche lei parla dalla duplice esperienza di conoscenza interna del Cammino e di impegno parrocchiale

    Con la scusa di parlare ai lontani, ( forse due o tre per comunità, ad essere benevoli) si distrugge ciò che si è costruito con l'aiuto della catechesi parrocchiale, nel cuore di questi ragazzi.

    ******************************

    Esatto, concordo....^___^

    solo che....non parlerei di distruzione vera e propria, la catechesi autentica resta impressa nel cuore dell'uomo perchè ciò che resta è la Verità che seppur offuscata prima o poi riemerge ^___^
    parlerei appunto di AMBIGUITA' E CONFUSIONE: il Papa dice una cosa, noi ne facciamo un altra...

    Questi supercatechisti che dovrebbero sub-entrare nelle catechesi degli adulti dopo che questi hanno appreso LA TRADIZIONE, non toglieranno nulla dal cuore dell'uomo, ma FARANNO SUB-ENTRARE UNA NUOVA TRADIZIONE....l'esempio del Sabato sulla Domenica ne è un esempio lampante, ma anche tutto il resto, sul come prendere la Messa quando il Papa appunto sta cercando di UNIFICARE LE COMUNITA' AL RITO CHE LUI STA RENDENDO SUBLIME....

    quanto al distruggere purtroppo ci abbiamo pensato "NOI", noi vi abbiamo contribuito e vi abbiamo provveduto... prima dell'arrivo del CN....

    Naturalmente quanto sto dicendo non è certo una situazione definitiva....nè è l'unica opinione, tanto meno l'unica verità ^___^
    stiamo semplicemente parlando ed approfondendo lo Statuto anche da diversi punti di vista TUTTI comunque sia degni di riflessione...

    ^__^

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  13. bensì un SUB-ENTRARE nella medesima chiesa, nella medesima comunità apportando una nuova tradizione...

    carissima,
    non voglio essere polemico, ma NUOVA TRADIZIONE, cosa significa s non "nuova Chiesa"? A parte che il mio concetto di "altra" è supportato da altre solide esperienze e documentazioni...

    A furia di cercar di guardare con OCCHIO BENEVOLO storture macroscopiche, corriamo il rischio di perdere la vista.

    Secondo me il Papa non si è pronunciato e sta facendo salti mortali (alla sua età!) ;)... le sue "ipsissima verba" precedenti l'approvazione degli statuti sono che "con il cammino c'erano problemi e non era sicuro di un rinnovo imminente", cosa che ha ribadito ai vescovi giapponesi... qualche giorno dopo arriva il decreto di Rylko...

    Non mi pare che quello che diciamo contraddica parole del Papa, anche perché parole del Papa sono i documenti magisteriali che citiamo

    Per il resto, nei meandri e artifizi curiali non ci capisco un tubo e brancolo nel buio, ma la luce della ragione e della fede retta (finché qualcuno non mi dice che sbaglio) cerco di tenerla accesa proprio in questo buio!

    Se stiamo dunque con il Papa NEL BENE COME NEL MALE, occorre fare proprio anche il suo linguaggio, la sua speranza, LA SUA RIFORMA....

    a proposito del linguaggio qui viene fuori il mio limite, a parte che non riesco a mandar giù che la Chiesa abbia rinunciato a condannare l'errore... il resto (speranza e riforma) l'ho già fatto mio da un pezzo... ma quello che ormai mi è chiaro che questa speranza e questa riforma e anche il linguaggio del Papa non sono condivisi dai nostri interlocutori... è su questo che realisticamente non ripongo speranze.

    Del resto, come puoi pensarlo dopo le deliranti affermazioni di veneranda sull'identità del Cammino! E' da lì che nasce tutto!

    L'eucaristia, la catechesi sono la punta dell'iceberg di una teologia "altra"... io l'ho ascoltata e rigettata, come molti altri, ma so che Kiko & C. non la rigetteranno mai: per questo parlo così

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  14. "L'eucaristia, la catechesi sono la punta dell'iceberg di una teologia "altra"... io l'ho ascoltata e rigettata, come molti altri, ma so che Kiko & C. non la rigetteranno mai: per questo parlo così"

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    se la rigettassero dovrebbero cambiare mestiere, perchè vedrebbero distrutta la loro creatura

    RispondiElimina
  15. E' giusto trarre delle conclusioni ma prima andiamo avanti con l'analisi.

    Vorrei intanto porre l'attenzione sulla c.d. "Liturgia della Parola" celebrata dai gruppi Nc.

    L'articolo 11 è L'UNICO ARTICOLO dove esplicitamente si CONCEDONO le famose "risonanze"! Tali "Risonanze" in realtà non sono altro che una "tappa" della Lectio Divina fatta in gruppi! Infatti, ripeto, l'unica parte dove tali risonanze sono permesse è quella realtiva alla Litrugia della Parola.

    Interessanti sono anche il comma 2 dell'articolo 11 e la nota 37:

    "PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, III, B, 3: «In quanto collaboratori dei vescovi, i sacerdoti hanno come primo dovere la proclamazione della Parola (cfr. Presbyterorum ordinis,4). Essi sono dotati di un carisma particolare per l’interpretazione della Scrittura quando, trasmettendo, non le loro idee personali, ma la parola di Dio, applicano la verità eterna del vangelo alle circostanze concrete della vita"

    Quando si va fuori da questo sentiero, si va fuori dalla Chiesa! E scusate se è poco! Per capire se siamo dentro questo sentiero, nel CnC, basta confrontare la Realtà dei fatti con questa parte dello Statuto! Chi "interpreta" la Scrittura nel CnC? La risposta la conosciamo! Ed è gravissima!

    Merita oparticolare attenzione anche la nota 39: Cfr. Istitutio generalis Missalis Romani, 288.

    E' relativa al Comma § 3:
    Ogni celebrazione della Parola è preparata accuratamente, a turno, da un gruppo della comunità, con l’aiuto, quando possibile, del presbitero. Il gruppo sceglie le letture e i canti,38 prepara le monizioni e dispone la sala e i segni liturgici per la celebrazione, curandone con zelo la dignità e la bellezza.39

    Sapete a cosa rimanda la nota? A questo:

    "Istitutio generalis Missalis Romani
    ...
    288. Per la celebrazione dell'Eucaristia, il popolo di Dio si riunisce di solito nella chiesa oppure, se questa manca o è insufficiente, in un altro luogo decoroso che sia tuttavia degno di un così grande mistero. Quindi le chiese, o gli altri luoghi, siano adatte alla celebrazione delle azioni sacre e all'attiva partecipazione dei fedeli. Inoltre i luoghi sacri e le cose che servono al culto siano davvero degni, belli, segni e simboli delle realtà celesti ."


    CHE NE DITE? Non vi sembra interessante che si faccia riferimento a questo articolo del MESSALE mentre ci si riferisce alla "Litrugia della Parola"?

    E' un chiaro riferimento a che si svolga IN CHIESA, in modo privilegiato! E quando questa non sia "sufficiente" o manchi, in luogo APPRORIATO, tale da essere comunque RICONOSCIBILE come luogo di Culto Cattolico, per segni e simboli!

    RispondiElimina
  16. mic ha detto...
    bensì un SUB-ENTRARE nella medesima chiesa, nella medesima comunità apportando una nuova tradizione...

    carissima,
    non voglio essere polemico, ma NUOVA TRADIZIONE, cosa significa s non "nuova Chiesa"?

    ***************

    NO!
    ^___^
    un esempio lo abbiamo con le Chiese d'Oriente....all'epoca delle divisioni non crearono "nuove chiese" ma fecero sub-entrare una nuova tradizione legata all'ortodossia più estrema rifiutando, nell'esempio stesso, di accogliere la scolastica (esempio piccolino e semplicficato!!)
    La definizione migliore la disse Giovanni Paolo II che la copiò da altri: la Chiesa ha DUE POLMONI Oriente ed Occidente....^___^
    dunque la Chiesa è "UNA" ma ha al SUO interno diverse realtà che si sono divise, separate dando origine NON a "chiese" ma a comunità...solo la Chiesa Ortodossa può definirsi CHIESA, Chiese SORELLE...tutte le altre raltà che si definiscono CRISTIANE SONO "COMUNITA'"....
    questo è per altro spiegato sia nella Dominus Jesus quanto nel recente Documento sul termine CHIESA...^___^

    il CN è una COMUNITA'(piccola, dice lo Statuto!) che dovrebbe INTEGRARSI nella Parrochia, ma di fatto non solo questo NON avviene, ma avviene che essa dal definirsi PICCOLA diventa colei che DIRIGE TUTTO....^___^

    In certi casi amo ricordare la storia del CUCULO....^___^
    raccontiamola per chi non la conoscesse....

    Il parassitismo del cuculo ha generato il detto "Fare come i cuculi", che in Romagna significa dar consigli a destra e a manca, senza tuttavia essere in grado di risolvere i propri problemi.
    Se per conoscere la propria sorte dai cuculi è necessario contare i LORO canti, per essere baciati dalla fortuna è sufficiente vederli da vicino, a condizione che non siano intenti a bere, nel qual caso, sarete inesorabilmente colpiti dalla sfortuna più nera...
    ^__^

    I cuculi sono ben noti per la loro strana abitudine di essere dei parassiti dei nidi altrui....

    Infatti la femmina colloca da maggio a luglio un uovo per volta, a giorni alterni, poiché ciascun individuo è parassita di una sola specie, nei nidi di altre specie di uccelli (circa cinquanta), soprattutto di capinere, forapaglie, ballerine ed averle; le uova deposte assomigliano spesso per dimensioni e colore alle uova dei genitori adottivi.

    Il cuculo depone complessivamente 15-20 uova (di colore variabile dal bluastro al verdastro, con maculazioni varie) che si schiudono dopo 12 giorni e mezzo, i giovani cuculi nascono perciò contemporaneamente o addirittura prima dei compagni di nido.

    Con un impulso istintivo i nuovi nati spingono fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo unici padroni del nido. I nuovi genitori continueranno a nutrirli lo stesso, guidati dall'istinto naturale.

    ************************

    Mi perdoneranno i NC per averli associati al Cuculo...ma di fatto è questo ciò che sta avvenendo in molte Parrocchie...e lo ha detto il sig. Veneranda: l'èquipe dei catechisti del CN SUBENTRANO AI CATECHISTI GIA' DELLA PARROCCHIA....ed inoltre loro restano "piccola comunità" che vive di VITA PROPRIA...sono gli altri che dovranno adeguarsi per non essere BUTTATI FUORI DAL NIDO ^___^ e sempre a detta del sig. Veneranda questa sarebbe VOLONTA' DEL VESCOVO il quale OBBLIGHEREBBE I PARROCCHIANI A SEGUIRE IL CUCULO....

    ^___^

    questa non è un altra chiesa caro mic....

    ^___^

    RispondiElimina
  17. Scusate se è non sono in argomento, ma se possibile vorrei che qualcuno mi approfondisse l'intervento di Kiko sul Sinodo della Parola. Ho letto uno stralcio su altra mailing list e vorrei rispondere in maniera adeguata. Grazie
    (tra l'altro a me sembra il solito proclama di pubblicità e stupidaggini)

    RispondiElimina
  18. ^___^

    questa non è un altra chiesa caro mic....

    ^___^
    - - -------

    perchè non è un'altra chiesa?

    E' un'altra chiesa, non in senso oggettivo, ma nel senso che i neocatecumenali si sentono una nuova chiesa.
    Nel confronto pubblico cercano di mantenere un basso profilo, dicendo che il cammino non è per tutti, e che è solo un aiuto offerto alla parrocchia e a chi vuole accettarlo, come se fosse un movimento tra i tanti.
    Ma all'interno, un nc si sa di appartenere ad un'altra chiesa, di fare cose speciali, in modo più radicale. Si veda la 'celebrazione più ricca della veglia pasquale' così come è scritto negli statuti.
    I nc si sentono un modello per i parrocchiani normali.
    La fedeltà va data prima a Kiko e ai catechisti e poi al papa.
    L'ambigua equazione comunità = chiesa
    la fanno i nc, non noi.
    V. la famosa frase 'chi lascia la comunità lascia Cristo'.
    Frase sentita con le mie orecchie da uno dei catechisti al vertice del cammino, all'ultima predicazione a cui ho partecipato.

    RispondiElimina
  19. Vorrei ora affrontare la parte più importante e basilare dello Statuto: la Santa Messa.

    Inizio dall'articolo relativo al "fulcro del NeoCatecumenato", ovvero la Veglia Pasquale (Emma, fai bene attenzione ^__^).
    Nello Statuto si Legge che il Mistero Pasquale (Morte, Discesa agli Inferi, Risurrezione e Ascensione del Signore!), è il fodnamento per il CnC! E c'è il Comma 3 dell'articolo 12 che così recita:
    "In questo modo il Neocatecumenato stimolerà la parrocchia ad una celebrazione
    più ricca della veglia pasquale. 46"

    Farebbe venire i brividi, visto che questo articolo è concepito di Nc come una "neocatecumenalizzazione" della veglia Parrocchiale, presumendo la PROPRIA come "ricca e meglio officiata"!!!

    INVECE BISOGNA LEGGERE LE NOTE! Perchè si può dire che sono le NOTE il VERO STATUTO! Infatti esso si BASA SU QUELLE!

    Leggiamo la nosta 46. Richiama un documento importante, ovvero "CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Litt. circ. Paschalis sollemnitatis, 39-42, 77-96."

    Leggete cosa dice ai numeri richiamati:

    "...
    III. IL TRIDUO PASQUALE IN GENERE
    38. La chiesa celebra ogni anno i grandi misteri dell'umana redenzione dalla messa vespertina del giovedì nella cena del Signore, fino ai vespri della domenica di risurrezione. Questo spazio di tempo è chiamato giustamente il “triduo del crocifisso, del sepolto e del risorto”; (42) ed anche “triduo pasquale” perché con la sua celebrazione è reso presente e si compie il mistero della pasqua, cioè il passaggio del Signore da questo mondo al Padre. Con la celebrazione di questo mistero la chiesa, attraverso i segni liturgici e sacramentali, si associa in intima comunione con Cristo suo sposo.
    39. È sacro il digiuno pasquale di questi due primi giorni del triduo, in cui, secondo la tradizione primitiva, la chiesa digiuna “perché lo sposo gli è stato tolto”. (43) Nel venerdì della passione del Signore dovunque il digiuno deve essere osservato insieme con l'astinenza e si consiglia di prolungarlo anche al sabato santo, in modo che la chiesa, con l'animo aperto ed elevato. possa giungere alla gioia della domenica di risurrezione. (44)
    40. E raccomandata la celebrazione comunitaria dell'ufficio della lettura e delle lodi mattutine nel venerdì della passione del Signore ed anche il sabato santo. Conviene che vi partecipi il vescovo, per quanto possibile nella chiesa cattedrale, con il clero e il popolo (45).
    Questo ufficio, una volta chiamato “delle tenebre”, conservi il dovuto posto nella devozione dei fedeli, per contemplare in pia meditazione la passione, morte e sepoltura del Signore, in attesa dell'annuncio della sua risurrezione.
    41. Per compiere convenientemente le celebrazioni del triduo pasquale, si richiede un congruo numero di ministri e di ministranti, che devono essere accuratamente istruiti su ciò che dovranno compiere. I pastori abbiano cura di spiegare nel migliore dei modi ai fedeli il significato e la struttura dei riti che si celebrano e di prepararli a una partecipazione attiva e fruttuosa.
    42. Il canto del popolo, dei ministri e del sacerdote celebrante riveste una particolare importanza nella celebrazione della settimana santa e specialmente del triduo pasquale, perché è più consono alla solennità di questi giorni e anche perché i testi ottengono maggiore forza quando vengono eseguiti in canto.
    Le conferenze episcopali, se già non vi abbiano provveduto, sono invitate a proporre melodie per i testi e le acclamazioni, che dovrebbero essere eseguite sempre con il canto. Si tratta dei seguenti testi:
    a) l'orazione universale il venerdì santo nella passione del Signore; l'invito del diacono, se viene fatto, o l'acclamazione del popolo;
    b) i testi per mostrare e adorare la croce;
    c) le acclamazioni nella processione con il cero pasquale e nello stesso “preconio”, l'“Alleluia” responsoriale, le litanie dei santi e l'acclamazione dopo la benedizione dell'acqua.
    I testi liturgici dei canti, destinati a favorire la partecipazione del popolo, non vengano omessi con facilità; le loro traduzioni in lingua volgare siano accompagnate dalle rispettive melodie. Se ancora non sono disponibili questi testi in lingua volgare per una liturgia cantata, nel frattempo vengano scelti altri testi simili ad essi. Si provveda opportunamente a redigere un repertorio proprio per queste celebrazioni, da adoperarsi soltanto durante il loro svolgimento. In particolar modo siano proposti:
    a) i canti per la benedizione e processione delle palme e per l'ingresso nella chiesa;
    b) i canti per la processione dei sacri oli;
    c) i canti per accompagnare la processione delle offerte nella messa nella cena del Signore e l'inno per la processione, con cui si trasporta il santissimo sacramento nella cappella della reposizione;
    d) le risposte dei salmi nella veglia pasquale e i canti per l'aspersione con l'acqua.
    Siano preparate melodie adatte a facilitare il canto per i testi della storia della passione, del “preconio” pasquale e della benedizione con l'acqua battesimale.
    Nelle chiese maggiori venga adoperato il tesoro abbondante della musica sacra sia antica che moderna; sempre però sia assicurata la debita partecipazione del popolo.
    ...
    VII. LA DOMENICA DI PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

    A) LA VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA
    77. Per antichissima tradizione questa notte è “in onore del Signore” (79) e la veglia che in essa si celebra commemorando la notte santa in cui Cristo è risorto è considerata come “madre di tutte le sante veglie”. (80) In questa veglia infatti la chiesa rimane in attesa della risurrezione del Signore e la celebra con i sacramenti dell'iniziazione cristiana. (81)

    1. Significato della caratteristica notturna della veglia pasquale
    78. “L'intera celebrazione della veglia pasquale si svolge di notte; essa quindi deve o cominciare dopo l'inizio della notte o terminare prima dell'alba della domenica”. (82) Tale regola è di stretta interpretazione. Gli abusi e le consuetudini contrarie, che talvolta si verificano, così da anticipare l'ora della celebrazione della veglia pasquale nelle ore in cui di solito si celebrano le messe prefestive della domenica, non possono essere ammessi. (83)
    Le motivazioni addotte da alcuni per anticipare la veglia pasquale, come ad es. l'insicurezza pubblica, non sono fatte valere nel caso della notte di natale o per altri convegni che si svolgono di notte.
    79. La veglia pasquale, in cui gli ebrei attesero di notte il passaggio del Signore che li liberasse dalla schiavitù del faraone, fu da loro osservata come memoriale da celebrarsi ogni anno; era la figura della futura vera pasqua di Cristo, cioè della notte della vera liberazione, in cui “Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro”. (84)
    80. Fin dall'inizio la chiesa ha celebrato la pasqua annuale, solennità delle solennità con una veglia notturna. Infatti la risurrezione di Cristo è fondamento della nostra fede e della nostra speranza e per mezzo del battesimo e della cresima siamo stati inseriti nel mistero pasquale di Cristo: morti, sepolti e risuscitati con lui, con lui anche regneremo. (85)
    Questa veglia è anche attesa escatologica della venuta del Signore. (86)

    2. La struttura della veglia pasquale e l'importanza dei suoi elementi e delle sue parti
    81. La veglia si svolge in questo modo: dopo il “lucernario” e il “preconio” pasquale (prima parte della veglia), la santa chiesa medita “le meraviglie” che il Signore ha compiuto per il suo popolo fin dall'inizio (seconda parte o liturgia della parola), fino al momento in cui, con i suoi mèmbri rigenerati nel battesimo (terza parte), viene invitata alla mensa, che il Signore ha preparato al suo popolo, memoriale della sua morte e risurrezione, in attesa della sua venuta (quarta parte). (87).
    Questa struttura dei riti non può da nessuno essere cambiata arbitrariamente.
    82. La prima parte comprende azioni simboliche e gesti, che devono essere compiuti con una tale ampiezza e nobiltà, che i fedeli possano veramente apprenderne il significato, suggerito dalle monizioni e dalle orazioni liturgiche.
    Per quanto possibile, si prepari fuori della chiesa in luogo adatto il rogo per la benedizione del nuovo fuoco, la cui fiamma deve essere tale da dissipare veramente le tenebre e illuminare la notte.
    Nel rispetto della verità del segno, si prepari il cero pasquale fatto di cera, ogni anno nuovo, unico, di grandezza abbastanza notevole, mai fittizio, per poter rievocare che Cristo è la luce del mondo. Venga benedetto con i segni e le parole indicati nel messale o altri approvati dalle conferenze episcopali. (88)
    83. La processione, con cui il popolo fa ingresso nella chiesa, deve essere guidata dalla sola luce del cero pasquale. Come i figli di Israele erano guidati di notte dalla colonna di fuoco, così i cristiani a loro volta seguono il Cristo che risorge. Nulla vieta che a ciascuna risposta “Rendiamo grazie a Dio” si aggiunga qualche acclamazione in onore di Cristo.
    La luce del cero pasquale viene propagata gradualmente alle candele, opportunamente portate in mano da tutti, con le lampade elettriche ancora spente.
    84. Il diacono annunzia il “preconio” pasquale, che in forma di grande poema lirico proclama tutto il mistero pasquale inserito nell'economia della salvezza. Se necessario, in mancanza del diacono, qualora anche il sacerdote celebrante non possa proclamarlo, venga affidato a un cantore. Le conferenze episcopali possono apportare adattamenti a questo “preconio” per mezzo di alcune acclamazioni del popolo in esso inserite. (89)
    85. Le letture della sacra Scrittura formano la seconda parte della veglia. Esse descrivono gli avvenimenti culminanti della storia della salvezza, che i fedeli devono poter serenamente meditare nel loro animo attraverso il canto del salmo responsoriale, il silenzio e l'orazione del celebrante.
    Il rinnovato rito della veglia comprende sette letture dell'Antico Testamento prese dai libri della legge e dei profeti, le quali per lo più sono state accettate dall'antichissima tradizione sia dell'oriente che dell'occidente; e due letture dal Nuovo Testamento, prese dalle lettere degli apostoli e dal Vangelo. Così la chiesa “cominciando da Mosè e da tutti i profeti” (90) interpreta il mistero pasquale di Cristo. Pertanto tutte le letture siano lette, dovunque sia possibile, in modo da rispettare completamente la natura della veglia pasquale, che esige il tempo dovuto.
    Tuttavia dove le circostanze di natura pastorale richiedono di diminuire ulteriormente il numero delle letture, se ne leggano almeno tre dall'Antico Testamento, cioè dai libri della legge e dei profeti; non venga mai omessa la lettura del cap. 14 dell'Esodo con il suo cantico. (91)
    86. Il significato tipologico dei testi dell'Antico Testamento si fonda nel Nuovo, e si rende manifesto con l'orazione pronunciata dal sacerdote celebrante dopo le singole letture; gioverà anche introdurre i fedeli, con una breve monizione, a comprenderne il significato. Tale monizione può essere fatta o dallo stesso sacerdote o dal diacono.
    Le commissioni liturgiche nazionali o diocesane avranno cura di preparare gli opportuni sussidi in aiuto ai pastori.
    Dopo la lettura segue il canto del salmo con la risposta data dal popolo.
    In questo ripetersi delle parti si conservi un ritmo, che possa favorire la partecipazione e la devozione dei fedeli. (92) Si eviti con attenzione di introdurre canzoncine popolari al posto dei salmi.
    87. Terminate le letture dell'Antico Testamento si canta l'inno “Gloria a Dio”, vengono suonate le campane secondo le consuetudini locali, si pronuncia l'orazione colletta e si passa alle letture del Nuovo Testamento. Si legge l'esortazione dell'apostolo sul battesimo come inserimento nel mistero pasquale di Cristo. Quindi tutti si alzano; il sacerdote intona per tre volte l'“Alleluia”, elevando più in alto gradualmente la voce, mentre il popolo a sua volta lo ripete. (93) Se necessario, il salmista o un cantore intona l'“Alleluia”, che il popolo prosegue intercalando l'acclamazione tra i versetti del salmo 117, tante volte citato dagli apostoli nella predicazione pasquale. (94) Finalmente si annuncia con il Vangelo la risurrezione del Signore, quale culmine di tutta la liturgia della Parola. Non si ometta di fare l'omelia, per quanto breve, dopo il Vangelo.
    88. La terza parte della veglia è costituita dalla liturgia battesimale. Ora viene celebrata nel sacramento la pasqua di Cristo e nostra. Ciò può essere espresso in maniera completa in quelle chiese che hanno il fonte battesimale, e soprattutto quando avviene l'iniziazione cristiana di adulti o almeno si celebra il battesimo dei bambini. (95) Anche nel caso che manchino i battezzandi, nelle chiese parrocchiali si faccia almeno la benedizione dell'acqua battesimale. Quando questa benedizione non si celebra al fonte battesimale ma nel presbiterio, in un secondo momento l'acqua battesimale sia portata al battistero, dove sarà conservata per tutto il tempo pasquale. (96) Dove invece non vi sono i battezzandi ne si deve benedire il fonte, la memoria del battesimo si fa nella benedizione dell'acqua, con cui si asperge il popolo. (97)
    89. Segue quindi la rinnovazione delle promesse battesimali, introdotta con una monizione dal sacerdote celebrante. I fedeli m piedi, e con le candele accese in mano, rispondono alle interrogazioni. Poi vengono aspersi con l'acqua: in tal modo gesti e parole ricordano loro il battesimo ricevuto. Il sacerdote celebrante asperge il popolo passando per la navata della chiesa, mentre tutti cantano l'antifona “Ecco l'acqua” o un altro canto di carattere battesimale. (98)
    90. La celebrazione dell'eucaristia forma la quarta parte della veglia e il suo culmine, essendo in modo pieno il sacramento della pasqua, cioè memoriale del sacrificio della croce e presenza del Cristo risorto, completamento dell'iniziazione cristiana, pregustazione della pasqua eterna.
    91. Si raccomanda di non celebrare in fretta la liturgia eucaristica; al contrario conviene che tutti i riti e tutte le parole raggiungano la massima forza di espressione: la preghiera universale, mediante la quale i neofiti, divenuti fedeli, esercitano per la prima volta il loro sacerdozio regale; (99) la processione offertoriale, con la partecipazione dei neofiti, se questi sono presenti; la preghiera eucaristica prima, seconda o terza fatta in canto, con i rispettivi embolismi; (100) infine la comunione eucaristica, come momento di piena partecipazione al mistero celebrato. Alla comunione è opportuno cantare il salmo 117 con l'antifona “Cristo nostra pasqua”, o il salmo 33 con l'antifona “Alleluia, alleluia, alleluia”, o un altro canto di giubilo pasquale.
    92. È desiderabile che sia raggiunta la pienezza del segno eucaristico con la comunione della veglia pasquale, ricevuta sotto le specie del pane e del vino. Gli ordinari dei luoghi sapranno valutare l'opportunità di questa concessione e le circostanze che l'accompagnano (101).

    3. Alcune avvertenze pastorali
    93. La liturgia della veglia pasquale sia compiuta in modo di poterne offrire al popolo cristiano la ricchezza dei riti e delle orazioni; è importante che sia rispettata la verità dei segni, che sia favorita la partecipazione dei fedeli, che venga assicurata nella celebrazione la presenza dei ministranti, dei lettori e della “schola” dei cantori.
    94. È auspicabile che talvolta venga prevista la riunione nella stessa chiesa di più comunità, quando per la vicinanza delle chiese o per lo scarso numero dei partecipanti non possa aversi una celebrazione completa e festiva.
    Si favorisca la partecipazione dei gruppi particolari alla celebrazione della veglia pasquale, in cui tutti i fedeli, riuniti insieme, possano sperimentare in modo più profondo il senso di appartenenza alla stessa comunità ecclesiale.
    I fedeli che a motivo delle vacanze sono assenti dalla propria parrocchia, siano invitati a partecipare alla celebrazione liturgica nel luogo dove si trovano.
    95. Nell'annunziare la veglia pasquale si abbia cura di non presentarla come ultimo momento del sabato santo. Si dica piuttosto che la veglia pasquale viene celebrata “nella notte di pasqua”, come un unico atto di culto. Si avvertono i pastori di insegnare con cura nella catechesi ai fedeli l'importanza di prendere parte a tutta la veglia pasquale. (102).
    96. Per una migliore celebrazione della veglia pasquale si richiede che gli stessi pastori acquisiscano una conoscenza più profonda sia dei testi che dei riti, per poter impartire una vera mistagogia."


    CAPITO?

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  20. Articolo di Inos Biffi sull`Osservatore Romano

    La Scrittura come esperienza di Cristo nell'insegnamento di sant'Ambrogio

    La parola che si mangia e si beve
    ....
    "Come si vede, dichiarando la presenza di Cristo, quando si proclama la Scrittura, la Sacrosanctum Concilium (7) non fa che recuperare una persuasione antica.
    Ma qui possiamo aggiungere un'osservazione: propriamente, non è la Scrittura, come libro, a "sostenere" e a creare la presenza di Gesù Cristo; al contrario, è Gesù Cristo che dà consistenza al libro e lo rende sempre vivo e attuale: l'eterna Parola è lui personalmente; la Bibbia è un suo segno: il "culto" non sarà mai rivolto al libro, bensì a Gesù Cristo, che percorre il libro, destinato a essere la sua ispirata e infallibile mediazione. A ragione ne Le paysan de la Garonne Jacques Maritain condannava la "bibliolatria". Un cristiano, inoltre, è consapevole che essa non è un testo "privato", offerto all'autonoma esegesi del singolo credente, ma un dono affidato da Cristo alla sua Chiesa, dove la Bibbia vive ed è commentata sotto la luce dello Spirito e con la guida di quanti hanno ricevuto il carisma e la missione del magistero. "

    Leggendo questo passaggio mi ritorna alla mente il filmato su youtube, molti di voi lo hanno vissuto personalmente, nel quale ho visto la Bibbia portata in processione, precedendo il Santissimo Sacramento, per poi essere deposti in quel doppio armadio, la Bibbia sopra,il Santissimo sotto, ricoprendo l`armadio con il Corpo di Cristo con un velo nero.
    Ne ho avuto dei brividi, quel filmato mi ha lasciata sgomenta, il vedere il card. Rylko raccogliersi davanti quel doppio armadio non ha certo contribuito a rasserenarmi.

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  21. Scusami, Stephanos, ho inserito il mio testo senza aver visto il tuo contributo che è chiarissimo.

    Quando avevo letto quell`articolo dello statuto, avevo spalancato gli occhi, ho letto e riletto non credendo ai miei occhi, "celebrazione più ricca" !!!Alla maniera neocatecumenale ?

    Grazie Stephanos per le tue analisi.

    RispondiElimina
  22. Michela ha detto...
    ^___^

    questa non è un altra chiesa caro mic....

    ^___^
    - - -------

    perchè non è un'altra chiesa?

    E' un'altra chiesa, non in senso oggettivo, ma nel senso che i neocatecumenali si sentono una nuova chiesa.

    *********************

    semplice....segui il filo:
    la Chiesa è UNA, SANTA E CATTOLICA, la Chiesa è UNA dunque, che "altri" si sentano quello che vogliono, noi andiamo per la strada dei Padri ^___^
    Ora questa Chiesa UNA è la Sposa del Cristo, ergo NON esiste che Cristo possa preventivare altre "chiese" in bene o in male...poichè TUTTO ciò che scaturisce IN CRISTIANESIMO sia esso magisteriale QUANTO ERETICO, è parte di quell'UNA CHIESA ^___^

    la distinzione dove sta? NELLE FORME DI ADULTERIO.....la Chiesa, sposa di Cristo (efesini cap.7) reca però in sè FIGLI ADULTERINI, PECCATORI, TRADITORI....ERETICI così come spesso LI TRAs-forma SANTI, BEATI, MARTIRI.....

    Non basta infatti il Battesimo per essere Santi, nè una dichiarazione del Pontefice nel riconoscimento di qualcuno, occorre poi GUADAGNARSI LA CONFERMAZIONE....^___^

    seguendo la storia del Cuculo che ho postato sopra, il CN in sostanza SI SOSTIUSCE non dando origine ad un altra chiesa, ma ADULTERANDO E FALSIFICANDO, semmai, una realtà già esistente....

    sub-entrare non fa fondare una NUOVA CHIESA....

    ^__^

    spero si sia compreso...

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  23. Stephanos78 ha detto...
    Vorrei ora affrontare la parte più importante e basilare dello Statuto: la Santa Messa.

    Inizio dall'articolo relativo al "fulcro del NeoCatecumenato", ovvero la Veglia Pasquale (Emma, fai bene attenzione ^__^).
    Nello Statuto si Legge che il Mistero Pasquale (Morte, Discesa agli Inferi, Risurrezione e Ascensione del Signore!), è il fodnamento per il CnC! E c'è il Comma 3 dell'articolo 12 che così recita:
    "In questo modo il Neocatecumenato stimolerà la parrocchia ad una celebrazione
    più ricca della veglia pasquale. 46"

    Farebbe venire i brividi, visto che questo articolo è concepito di Nc come una "neocatecumenalizzazione" della veglia Parrocchiale, presumendo la PROPRIA come "ricca e meglio officiata"!!!

    INVECE BISOGNA LEGGERE LE NOTE! Perchè si può dire che sono le NOTE il VERO STATUTO! Infatti esso si BASA SU QUELLE!

    Leggiamo la nosta 46. Richiama un documento importante, ovvero "CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Litt. circ. Paschalis sollemnitatis, 39-42, 77-96."

    Leggete cosa dice ai numeri richiamati:

    ******************************

    ebbè....questo si che è un lavoro con i fiocchi ^___^

    come spiegavo sopra vi è dunque una FALSIFICAZIONE TRA LO STATUTO E LA REALTA' NC
    definire poi la Veglia Pasquale del CN PIU' RICCA è ovvio che l'ambiguità emerge nel PARAGONARLO al Rito che si svolge NELLA PARROCCHIA....al quale dunque i NC NON parteciperebbero....

    E' fondamentale comunque sia che lo stesso Statuto NC porta come NOTA IL RITO DELLA PARROCCHIA E NON QUELLO DEL CN...
    ^___^

    RispondiElimina
  24. Scrivere che il cammino stinmolerà la parrocchia per una celebrazione più ricca è già di per sè una sorta di insulto a ciò che già si fa nelle parrocchie, al Triduo Pasquale come è celebrato nelle parrocchie, attenti amici arriva zorro e siamo salvati, arriva il cammino e finalmente le nostre celebrazioni saranno più ricche, suggestive, emozionali.

    Che cosa è quel "più ? ", in che cosa consiste?
    Se c`è bisogno di un più vuol dire che prima c`era un meno, un non abbastanza.
    Arriva dunque il cammino con il suo più.
    Appunto il SUO più il che mostra che il loro apporto è ESTERIORE e privato, appartiene al cammino nc.

    Come un nc, che ha scritto qui, dicendo "la nostra" messa, il Cn arriva con la sua messa, è questo il più che stimolerà le nostre moribonde celebrazioni pasquali che hanno bisogno del goccia a goccia neocatecumenale?
    No,grazie.

    RispondiElimina
  25. Questo è il problema dellO Statuto ma è paradigmatico della situazione attuale della Chiesa: le cose possono essere lette sempre in DUE MODI!!!! Perchè c'è ambiguità.

    ....Anche qui si può leggere al MODO del CnC e al Modo della Chiesa!!!

    ...Anche se, a onor del vero, la lettura al MODO del CnC può avvenire solo se si fa una lettura superficiale! Facendo questo tipo di lettura, in alcuni punti dello statuto, il CnC può DARE a se stesso i suoi "canoni"..

    RispondiElimina
  26. No, Emma, scrivere che il Cammino stimolerà la parrocchia non è affatto un insulto, è soltanto funzionale al grande inganno che il Cammino Neocatecumenale ha ingenerato all'nterno della Chiesa (concordo con Caterina) affermando che la Chiesa è una, che il Cammino è Chiesa e che il Cammino ha la responsabilità della nuova evangelizzazione.
    Lo hanno ribadito i 156 vescovi riuniti qualche mese fa alla Domus Galilaeae. E quello si che è stgato un insulto grave al Papa, alle Conferenze Episcopali, alla Chiesa nel suo insieme (persino nelle confessioni protestanti).

    RispondiElimina
  27. Hai fatto un lavoro enorme, Stephanos, e voglio ringraziarti.
    Sarà prezioso per quanti vorranno avere un'idea più chiara di quel grande guazzabuglio canonico ed ecclesiale( ahimè non posso non dirlo) che è lo statuto definitivo neocatecumenale.

    RispondiElimina
  28. Insomma amici, se ho ben capito e vi prego di correggermi, il signor Arguello è stato abilissimo.
    In realtà la sua concessione sullo stare in piedi alla Comunione fatta dopo una lunga, e a mio avviso vergognosa, trattazione=battaglia, è stata fatta perchè il vero obiettivo era quello di ottenere lo statuto giuridico.
    È questo riconoscimento che permette ora ad Arguello di andare in giro per il mondo sventolando lo Statuto, e pretendendo parlare a nome della Chiesa.
    È questo che gli permette di dire che il cammino non è un` associazione di laici(sic!!) ma il depositario di beni spirituali.
    Poteva ben concedere che i suoi camminanti facessero l`immenso sforzo di alzarsi per ricevere il Corpo di Cristo, se in cambio poteva in seguito portare in avanti la SUA visione della Chiesa e andare in giro per diffonderla.
    Questo è ciò che questo statuto ha permesso e sta permettendo.
    Perchè il signor Arguello non parla a nome della Chiesa cattolica di rito latino ma a nome della chiesa che è nella sua mente, quella chiesa che vuole riformare, che il cammino è nato per riformare, ricostruire e così salvare dalla sua fine!

    RispondiElimina
  29. La Chiesa che ha in mente Kiko è una Chiesa con una storia di appena 4 secoli circa(da Costantino al Vaticano II non è esistita, egli afferma) non di duemila anni.
    E' dunque la Chiesa vera di Cristo?

    RispondiElimina
  30. Stephanos78 ha detto...
    Da questa parte dello Statuto andremo a dimostrare che:

    - Il CnC NON PUO' officiare Riti "propri" e che tali "riti" NON SONO STATI ASSOLUTAMENTE "APPROVATI";
    - Il CnC deve integrarsi nella Parrocchia e partecipare al Culto della Parrocchia;
    - il CnC deve inserirsi nella Tradizione Viva ....
    --------------

    Dallo statuto emerge chiaramente che non ci saranno più veglie celebrate in alberghi.
    Lentamente il cammino verrà assimilato nelle parrocchie, e dovrà abbandonare le parti giudaizzanti della celebrazione.

    Non si nomina il canto ebraico dei bambini e le conseguenti risposte degli adulti.
    Niente hannukkiah sull'altare.
    continueranno, invece i battesimi per immersione.
    Alla lunga, molto alla lunga, tutto questo diminuirà la forza eversiva del cammino.
    I catechisti e gli organizzatori continueranno a cercare di imporre la loro visione di chiesa, attraverso i canti le ammonizioni e le ambientali, ma le persone semplici sicuramente riceveranno grazie e illuminazione dal partecipare alla liturgia perenne della chiesa.

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  31. Dice Michela:

    Alla lunga, molto alla lunga, tutto questo diminuirà la forza eversiva del cammino...

    Questo in teoria. E solo in teoria, purtroppo.

    L'esperienza di più di 40 anni, dove NUESSUNA NORMA UNIVERSALE e specifica (abbiamo visto E VISSUTO) ha intaccato DI UNA VIRGOLA la SOSTANZA del CnC, avrebbe (secondo me) dovuto dare una visione di insieme chiara. Alla luce anche delle MIRIADI di testimonianze ed esperienze portate ai Nostri Sacri PAstori e ai Pontefici (i quali sono stati I SOLI che DIRETTAMENTE hanno operato interventi risolutivi).

    Da questa esperienza è CHIARO che dare uno Statuto, sebbene ancora una volta in forma "cattolicizzante" ma in MODO AMBIGUO E CONTRADDITTORIO (a moaggior ragione!), non otterrà nessuna INTEGRAZIONE!

    Sebbene gli intenti, o per lo meno le apparenze di questi, ne abbiano la potenzialità!

    Può definirisi "risolutivo" uno Statuto definitivo e una approvazione?

    Si è visto IL GIORNO STESSO! Come si è Officiata la Santa Messa? Le fotografie "celebrative" che realtà mostrano? OPPOSTA ALLO STATUTO APPENA FIRMATO ed alla Tradizione della Chiesa! E cosa è successo per questo? ASSOLUTAMENTE NULLA!

    Succede qualcosa davanti alla prosecuzione della Forma Privata del CnC? NO! Succede qualcosa davanti alla prosecusione degli "Scrutini" Nc? NO! Succede qualcosa davanti alla CONVINZIONE Nc, definita dai responsabili, che l'IDENTITA' di Kiko sia quella della Chiesa? No.

    In realtà qualcosa di importantissimo è accaduto, ad opera di Giovanni Paolo e Bendetto. E accade ancora oggi ad opera del Santo Padre Regnante. Accade come "una voce che grida"...."NEL DESERTO". E questo dovrebbe far riflettere tutti i Cattolici... O quelli che si definiscono tali...

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  32. Dallo statuto emerge chiaramente che non ci saranno più veglie celebrate in alberghi.
    Lentamente il cammino verrà assimilato nelle parrocchie, e dovrà abbandonare le parti giudaizzanti della celebrazione.


    questo realisticamente potrà succedere solo se e nei casi in cui il parroco non sia NC o non sia 'ammaliato' o non sia 'comprato'... perché, così come non ha avuto alcuna applicazione la lettera di Arinze, altrettanto non l'avranno quelle parti dello statuto che farebbero del cammino qualcosa di meno 'diverso'...

    Io personalmente sono convinto che il cammino costituisca una 'entità' voluta dagli iniziatori, ed ha un'anima, un'identità propria, che non può cambiare in profondità solo per l'adeguamento, che peraltro vedo difficile e problematico, di alcune 'formalità'...

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  33. UNA PRIMA SINTESI

    Al punto in cui siamo, dopo il lavoro certosino effettuato da Stephanos sullo statuto neocatecumenale definitivo, ma anche alla luce dell'acuta osservazione di Caterina63 sul fatto che i neocatecumenali non si prefiggono di creare una nuova chiesa,ma intendono entrare (e già sono entrati ormai a pieno titolo) nella Chiesa Unica di Cristo per "trasformarla", o almeno rinnovarla dal di dentro, tenendo conto delle catechesi iniziali(identiche a quelle di 30 anni fa,persino nelle virgole) in corso in varie parrocchie (e che alcuni amici hanno registrato), possiamo tentare una prima sintesi ragionata dell"ESSERE CHIESA" del Cammino Neocatecumenale:

    - Nella seconda catechesi si confermano le credenziali dell'insegnamento e l'assoluta autorità del catechista che è un "apostolo", il quale, parlando della propria funzione, ripete esattamente le parole di Kiko, ribadendo: "Durante il catecumenato non potete ancora mostrare i segni di una fede adulta.E' l'apostolo,il catchista,che vi guida nella catechesi,che deve vegliare sul Cammino come un fratello grande,dato che il vescovo ha riconosciuto questo carisma in lui per portarvi alla fede.Egli è certamente il fratello che sa se lo Spirito di Gesù è presente".

    Dunque durante i circa 20 anni di durata del Cammino (l'OICA ne prevede al massimo 3)il catecumeno non può mostrare alcun segno di fede, mentre l catechista possiede il potere di giudicare chi è un vero credente e chi no;

    - Nella terza catechesi (già tenuta tre giorni fa in molte parrocchie) si affronta il problema della Storia della Salvezza, secondo lo schema abituale Abramo, Mosè,David,esilio in Babilonia,i profeti,Gesù Cristo,la Chiesa primitiva. Dopo il 314 d.C. invece,cioè dopo Costantino,secondo la predicazione che ancora si effettua, si apre una parentesi che si chiude solo con il Concilio Vaticano II.
    Durante i 1700 anni intermedi , viene detto con le parole di Kiko, il catecumenato non è stato più praticato e quindi "la Chiesa ha vissuto in uno stato di 'religiosità naturale'. I santi, i dottori della Chiesa no vengono affatto menzionati, ma si insiste sul fatto che il Vaticano II "proclama il rinnovamento liturgico basato sul mistero pasquale ( non si parla di redenzione) e sull'ecumenismo, che viene messo sullo stesso piano della missione.
    A questo punto viene posta la domanda più importante:

    " Come si può applicare il rinnovamento del Concilio alla vita concreta della parrocchia (cioèà della Chiesa)?

    La risposta è immediata:

    "Attraverso una comunità cristiana catecumenale che aprirà un Cammino catecumenale", infatti,- viene fatto osservare - tutta la storia della salvezza converge sull'unica via possibile di evangelizzazione: il Catecumenato(da intendere nell'accezione neocatecumenale).

    Si passa subito quindi a delineare, usando le precise parole usate da Kiko nelle prime catechesi degli anni '60, LA CONFIGURAZIONE NUOVA DELLA CHIESA ( quella di sempre - come osservava Caterina 63 -,ma ovviamente da "rinnovare"). Ecco cosa dice in merito Kiko ancora oggi (ottobre 2008) per bocca
    dei suoi catechisti nelle parrocchie:

    " La Comunità ha la missione di aprire un Cammino catecumenale nella parrocchia.Quando altri fratelli vi vogliono entrare, poichè la comunità non può essere troppo grande,essi si uniranno in un'altra comunità.Coi apriranno nuove comunità e formeremo una nuova struttura parrocchiale.Ogni comunità avrà il suo presbitero e il suo diacono, e nella comunità appariranno i diversi carismi... così ci saranno un collegio di diaconi,un collegio di sacerdoti,ecc.Una chiesa locale nella quale il parroco sarà una specie di vescovo con il suo collegio presbiterale.Questa chiesa locale è la scoperta del Concilio".

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  34. ...Però E' FONDAMENTALE che queste Norme si CONOSCANO BENE! Proprio per dare INFORMAZIONE a chi non ne ha! E per dare SCELTA E LIBERTA' a chi VUOLE. Sapendo CHI E COSA si ritrova davnati...E CHI E COSA INVECE DOVREBBE ritrovarsi davanti

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  35. ...Dall Sintesi di Francesco, altra dimostrazione che lo Statuto del Cammino.... NON C'ENTRA NULLA COL CAMMINO REALE... Sic stantibus Rebus...!

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  36. Ma quello che scrivi Francesco è scioccante!

    Se hai le registrazioni in mano perchè non inviarle ai responsabili delle congregazioni competenti?

    Il progetto di Kiko Arguello di dominio sulla Chiesa cattolica con il suo cammino è più che evidente!

    Quando si sveglieranno i pastori che sono i principio chiamati a guidarci e proteggerci?
    Quando apriranno gli occhi?
    Quando si sveglieranno dal sonno letargico, ipnotico, nel quale li ha piombati Kiko Arguello?

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  37. nemmeno io credo che il cammino potrà mai integrarsi nella parrocchia o trasformarsi in un percorso cattolico.
    Credo che semplicemente il tentativo di assimilarlo in una parrocchia - cosa che sappiamo non potrà mai avvenire per la resistenza dei catechisti-
    gli toglierà forza al suo interno, aumenterà il numero di coloro che gli preferiranno la vita di parrocchia.

    e' un fatto che il numero di nc sta diminuendo,
    il cammino non ha più la forza missionaria che aveva prima.
    Man mano che aumenterà la sua partecipazione alla vita di parrocchia, perderà il carattere iniziatico e il fascino da setta segreta.
    Detta in altri termini: il cammino non si integrerà mai, ma le singole persone sì.

    Mi chiedo solo se l'esperimento di trapiantare una comunità che abbia finito il cammino in un'altra parrocchia, magari giovane, sta funzionando.
    A Roma si parlava di questa possibilità. Sapete se ha avuto successo?

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  38. Per rispondere ad Emma

    dal mio piccolo osservatorio di periferia, posso dire che i vescovi sono preoccupati e perplessi, ma aspettano il pronunciamento ufficiale, che ancora non è completo.
    Quello di cui invece non si rendono conto, è che il cammino non solo insegna sciocchezze, come altre realtà della chiesa, ma crea dei danni nelle persone.
    Si pensa, come ho scritto sopra, che chi esce, rientra nella parrocchia, ritrova la sua libertà, e visse per sempre felice e contento....
    Non sanno dei danni psicologici, nè del fatto che moltissimi lasciano la chiesa a causa del cammino.

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  39. Emma il problema è molto più complesso.

    Io sono meno rigido in questa analisi della situazione. Io non credo che i Vescovi che "permettono" il CnC nei modi che conosciamo siano tutti "ammaliati", oppure abbiano TUTTI sposato un'altra fede (anche se non è negabile che una maggioranza di Vescovi della Chiesa Cattolica abbiano realmente sposato un'altra fede).

    Vi sono anche Molti Vescovi, a parte i non molti che prendono una posizione NETTA in linea con la Tradizione Viva, che HANNO TIMORE delle conseguenze di una presa di posizione NETTA. PERCHE'? Vi sono anche altri Vescovi, di quelli che "Permettono" il CnC, che SPERANO nell'Integrazione "SUPPLICANDO" che avvenga...Ma che non prendono provvedimenti discipinari PER FARLA AVVERARE sempre per il solito (o di altro tipo?) TIMORE!

    La domanda è: DI COSA SI HA PAURA? Perchè NON CREDO POSSA ESSERE ALTRO, oltre la "adesione ad un'altra fede". Oltre questo c'è LA PAURA? MA DI CHE?
    Il motivo per cui non si agisce in modo diretto, quale potrebbe essere, oltre gli altri considerati, se non la PAURA?

    RispondiElimina
  40. La Bibbia - ha detto Ravasi nel mentre si sta lavorando sulle 53 preposizioni del Sinodo - torni a essere "punto di riferimento per la cultura" per "capire la nostra identita', perche' fa parte del nostro ethos".

    Ecco perche' anche nelle scuole sarebbe auspicabile l'insegnamento della Bibbia: "Se l'insegnamento della religione cattolica e' componente fondamentale della nostra identita' nazionale, bisogna allegare per tutti anche l'insegnamento della Bibbia per riuscire a comprendere l'identita' globale della nostra cultura. Le Scritture sono terreno di dialogo che bisognerebbe sempre di piu' far conoscere". Quanto alla interpretazione delle scritture, il Sinodo - sulle orme di Benedetto XVI - ribadisce i due piani dell'esegesi: "la ricerca storico-critica e l'approccio teologico in termini di indivisibilità per non compromettere l'autentica interpretazione, quanto all'approccio teologico è indispensabile che esso sia esclusivamente cattolico, tratto cioè, dal ricco materiale magisteriale dei Padri della Chiesa nonchè dalla ricchezza magisteriale dei Sommi Pontefici".
    "Bisogna tornare a questo connubio epurandolo da ogni anomala infiltrazione",
    ha concluso Monsignor Ravasi.

    *******************

    va da sè dunque che questo non vale solo per la "scuola"....
    poichè a me è rimasto impresso che Kiko abbia VOLUTAMENTE ELIMINATO LA TEOLOGIA nella sua interpretazione biblica e nelle sue, dunque, catechesi....è ovvio che le parole di mons. Ravasi RIGUARDANO TUTTI gli anfratti CATTOLICI in cui la Bibbia deve essere usata....
    ^___^

    a meno che....il CN non si senta FUORI DELLA CHIESA, ciò che emerge dal Sinodo e dal Magistero Pontificio deve essere da anch'essi applicato ALLA LETTERA...
    ^___^

    P.S.
    per oggi sarò latitante sia perchè ho il catechismo, sia perchè ho un occhio bendato ^___^

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  41. Guardate quando io vedo l`arrogante sicurezza dei neocatecumenali che con il loro statuto in mano pretendono zittire tutti coloro che avrebbero obiezioni, critiche, osservazioni da fare o testimonianze da dare, e lo fanno grazie all`equazione : siete contro di noi=siete contro la Chiesa che ci ha approvati, quando vedo persone che hanno durante 40 anni disobbedito al Papa, lo hanno fatto sino all`ultimo, e forse ancora lo fanno, quando so con quali distorture dottrinali sono stati formati i catechisti e le generazioni neocatecumenali, e che malgrado ciò li vedo dare oggi lezioni ai cattolici che da sempre sono fedeli alla sana Dottrina, alla Tradizione, al Magistero, quando leggo la loro pretesa di assimilare la loro messa ad una modalità del NOM, e accusare noi tutti di non riconoscere questo dono che il Cn fa alla chiesa , EBBENE, sì mi dico che questa arrogante sicurezza non può venire che da persone che sono molto sicure del potere di cui dispongono, un potere molto umano, fatto di influenze umane di protezioni umane , e forse questo potere è tale che effettivamente fa paura anche a chi dovrebbe proteggerci e far prova di coraggio.
    Ad un mio amico che si è informato, diciamo ad un alto livello, è stato detto:" è meglio che non te ne occupi !".
    Perchè? Quale è il rischio per chi pone domande sul cammino neocatecumenale?

    RispondiElimina
  42. Salve a tutti… nel sito abba padre neocatecumenali on line, ho scovato questa discussione: è la prova che anche loro cominciano ad aprire gli occhi; che l’approvazione dello statuto è una cosa che non risolve affatto i problemi, ma che anzi, li amplifica.
    Leggete e fate le vostre considerazioni.

    Ciao




    Titolo della discussione: Eppure...

    Da: sandroeleonora3 (Messaggio originale) Inviato: 09/10/2008 16.04
    Eppure a me pare che il cammino neocatecumenale sia in crisi. Crisi di consensi, crisi di fede, crisi di fratelli. Sono pochi i parroci che accettano il cammino, sono pochi quelli che fanno le catechesi e pochi quelli che iniziano il cammino. I vescovi non sono particolarmente attenti al cammino.
    Mi avrebbe consolato un segno di difesa da parte dei vescovi o che qualche parroco (visto che gli statuti hanno trovato tanta conferma) aprissero alle catechesi ma così non è stato.
    Forse fa più male l'indifferenza dei vescovi che la perseguzione degli "ateisti"...

    Da: U2UV Inviato: 09/10/2008 18.19
    Se fosse questo il segno di crisi credo che allora sia una crisi perenne!! bah, il cammino è sempre stato visto male (dalla sua nascita), qual'è la novità?
    Periodicamente in questa ML si parla di crisi ma io invece vedo solo fioriture seppur viva in una città molto ostica al cammino e nel quale fatica parecchio...Ha proprio ragone Kiko a negativizzare l'uso di internet soprattutto riguardo il cammino...

    Da: TO_Giuseppe Inviato: 10/10/2008 9.04
    La crisi è nella testa di chi ha un approccio aziendalista/militarista ossia in termini di parrocchie da 'conquistare'. Bisognerebbe prima di tutto pensare che noi abbiamo bisogno della Chiesa e non viceversa.
    Kiko stesso ha detto che prima o poi il Cammio Neocatecumenale non ci sarà più ma la Chiesa fondata da Cristo esisterà sempre.
    Lo Spirito Santo ispira i vescovi che ci chiamano ad evangelizzare, ma anche quelli che ci guardano con commiserazione e ci tollerano a malapena. In fondo forse, in qualche diocesi, non vedono frutti.
    Coraggio, a noi il Cammino ha dato la vita; c'è chi vive senza, benissimo e nella Chiesa ma non sa neanche cosa sia il Cammino Neocatecumenale.
    la Pace
    Giuseppe

    Da: sandroeleonora3 Inviato: 11/10/2008 17.10
    Concordo pienamente con quello che dici Giuseppe, ed è vero che se il cammino è un opera dello Spirito Santo non ci sono pericoli, ma quello che volevo dire è un'altra cosa. Dopo 40 anni, dopo tantissima persecuzione, dopo critiche a volte al limite del fondamentalismo contro il cammino, Il Cammino Neocatecumenale è stato approvato in un modo unico ed eccezionale. Eppure non cui sono state retromarcie... nemmeno una... e neppure i Vescovi. Ecco che se da un lato la chiesa non ha mai accolto pienamente questo carisma dall'altro i catechisti non hanno più lo stesso slancio missionario, audace e temerario di una volta. Le catechesi sono sempre più deserte e pochi sono quelli che rimangono.
    Sono certo della bontà del cammino.
    La pace
    Sandro

    Da: oxygen9672 Inviato: 12/10/2008 17.49
    Secondo me il consenso se lo deve guadagnare con la conversione, nel senso che un ateo dovrebbe dire o pensare: "ma guarda un po' costoro come vivono..." e quanto meno porsi delle domande.
    Non c'era bisogno di retromarce dei vescovi perchè lo statuto serve per dare legittimità ma sicuramente esistono altri problemi che non sono solo quelli.

    Da: SILVΕRBLADE Inviato: 14/10/2008 0.51
    il problema è che molti si sono imborghesiti, almeno nelle grandi città è così, e scarsi sono i segni della fede i quali come un faro dovrebbero attirare i lontani come falene, quindi che devono venire a fare le persone a queste catechesi quando in certe parrocche con il cammino affermato da anni si da solo scandalo, certo non tutti i fratelli danno scandalo tanti sono dei bravi cristiani, ma come si sa quello che salta all'occhio sono le cose negative e basta una sola azione di scandalo perchè il cammino venga additato come qualcosa da evitare ecco perchè Gesù dice: guai a quell'uomo che è causa di scandalo. Per comprenderci faccio un esempio chiaro chiaro, se un fratello di comuinità con diversi anni di cammino un bel giorno manda al vicino di casa dei tipi loschi per menarlo perchè il giorno prima aveva subito un torto; la gente della via che sa che il fratello è uno che va in chiesa e fa parte di quelle comunità dove suonano le chitarre dice scandalizzata e tui vai in chiesa? e fai queste cose?, è fisiologico che in quella parrocchia si desertino le catechesi, riflettiamo bene su come viviamo la nostra chiamata di cristiani e se rispondiamo con coerenza agli insegnamenti di Cristo, perchè non possiamo essere bravi predicatori e cattivi operatori, la gente non mangia chiacchere e se io dico che la verità è Cristo ed il tipo di amore che ha manifestato sulla croce è quello che ci salva, non posso litigare con il vicino e mandargli i tirapiedi, ma gli darei una bella passata di legnate e poi gli domandarei perdono heheehehhehehe scherzi a parte riflettiamo attentamente su questo che secondo me è una delle cause maggiori che fanno allontanare le persone dalle catechesi

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  43. Scusatemi se insisto, ma trovo veramente sbalorditivo che oggi i neocatecumenali si pongano come modello di cattolicità, di obbedienza, quando sappiamo che durante 40 anni, Kiko Arguello ha portato in avanti il suo progetto di chiesa, con tutte le storture dottrinali che conosciamo, ai margini della Chiesa, della parrocchia, disobbedendo al Papa.

    Sappiamo che ha potuto farlo grazie allo spirito post-conciliare e post-sessantottino che regnava anche nella Chiesa,
    Ha potuto farlo grazie all`appoggio di certi vescovi, ha potuto costruire chiese già negli anni `80, e poco sembra aver importato ai parroci e vescovi di quell`epoca, che in quelle chiese veniva celebrata un`Eucaristia non conforme, un rito sincretistico.

    Fra il guardare con occhio benevolo e cuore aperto di pastore la nacita e crescita di questo nuovo frutto post-conciliare, uno dei tanti non dimentichiamolo, e permettere le storture dottrinali liturgiche, non correggerle, c`è una grande differenza.

    Allora che oggi i neocatecumenali vengano qui o altrove ponendosi come dei modelli di obbedienza e ortodossia dottrinale e liturgica, come minimo mi fa sorridere, ma non sarei sincera se non dicessi che in realtà mi preoccupa.

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  44. Carissimo Stefano, hai fatto un lavoro eccellente.. vorei darVi la mia esperienza in merito a quest'ultima parte, anche perchè credo sia la più aggiornata, (ma in 15 anni Vi assicuro che non è cambiata una virgola)..
    il famoso "gruppo" che a turno prepara la liturgia della Parola, è composto da 4/6 "fratelli", sorteggiati in precedenza, che si riuniscono, di solito il giorno prima, per "scegliere" le letture da presentare alla comunità...
    Es.: parola "roccia"; si prende il Dizionario " X.L. Dufour", si legge tutto l'articolo sulla parola "roccia" e si scelgono tutti i riferimenti biblici, si dividono equamente a testa, ed ognuno dei componenti secondo il proprio "discernimento" (visto che si invoca lo S.S.) estende,accorcia, adatta, il brano Biblico per poi sottoporlo all'ascolto di tutti, da qui nascerà al temine una votazione finale.. dalla quale scaturiranno 4 letture (VT, Profeti,Lett/Apoc, Vangelo) a queste letture si abbinano canto d'ingresso, canti di risposta, pace e canto finale.
    Alla fine si decidono i "compiti" monizioni d'ingresso/ambientale, ed a tutte e 4 le letture; se non ci sono "lettori" ufficiali, si affidano anche le letture (tutta questa preparazione avviene anche per l'Eucarestia - con la variente che le letture sono già scelte da "Madre Chiesa")

    Problematiche:
    1)Capite bene che questo modo di "scegliere" (il termine è usato volutamente) le letture è strumentale, a secondo del grado di preparazione, di cultura, emozionale (frasi del tipo "qusta è troppo bella"..) anche di vendetta, ad uso e consumo, mi spiego: se voglio far arrivare un messaggio a quel fratello "adultero".. "userò".. una lettura di San Paolo per "colpire".. (sappiate che si possono influenzare anche le votazioni, basta avere un pò di "charme" sui componenti);
    2) il Presbitero/parroco che prepara insieme al gruppo è "utopia" in 15 anni non mi è mai successo, e per esperienza diretta ho sentito solo alcuni casi;
    3) le "risonanze" a cui faceva riferimento Stefano sono vere e proprie esternazioni/interpretative/soggettive, della Parola proclamata, e siccome non c'è quasi mai il parroco, potete immaginare dove va a finire "il Magistero che interpreta", e se Ti permetti di interferire, non per vanagloria, ma perchè sai che l interpretazione che da la Chiesa è diversa, sei tacciato di "fariseismo"..
    Caterina, sicuramente resterai allibita, ma Ti assicuro che questa è la verità.. e sfido qualunque nc a smentirmi..
    (forse qualcuno dirà che ha sempre il parroco - da verificare - ma essendo assoggetato è difficele che esca dai ranghi)

    RispondiElimina
  45. Non ce n'è bisogno, Aldo, ma confermo tutto quello che hi scritto.
    Con la crisi di sacerdoti che c'è, come si fa a trovare un sacerdote per ogni comunità?
    Le risonanze sono un altro modo per mettere al centro della Parola se stessi, le proprie idee, le proprie emozioni, lo sconforto per non essersi ancora convertiti, dopo tanti anni di cammino.
    Nello statuto si dice che nella Parola si scopre Gesù Cristo.
    Non è vero, solo quando si meditano i salmi attraverso i versetti paralleli o la scrutatio, alla fine si risponde ad una domanda che chiede in che modo il salmo si realizza nella vita di Cristo e in che modo si realizza nella mia vita.
    I neocatecumeni, lasciati a se stessi, fanno risonanze che sono lamentele per la pochezza della propria vita, oppure sono generiche lodi al Signore che ci ha messi in un cammino che ci salverà.
    Era una rarità sentire risonanze veramente 'illuminate'.

    C'è il rischio di non scorgere più il Signore nella sua Parola, e che resti solo il proprio ego gonfiato.

    Inoltre si diceva che se non facevi risonanze, lo spirito se ne andava, e la parola non ti avrebbe più parlato.

    RispondiElimina
  46. Dice Aldo:

    Carissimo Stefano, hai fatto un lavoro eccellente..

    Grazie Aldo, ma non dovete ringraziarmi. Sono mosso solo da un pungolo: la LIBERTA'. Ovvero: le persone che "incontrano" il CnC, secondo me, DEVONO ESSERE LIBERE e CONSAPEVOLI di ciò a cui stanno aderendo. Tutto qua. Se CONSAPEVOLMENTE e per scelta DECIDONO di seguire questa strada, è bene sappiano QUALE strada sia. Certamente una "forma" diversa di Cristianesimo.

    RispondiElimina
  47. Grazie carissimi Aldo e Michela, per le conferme che Nulla è cambiato che, purtroppo. messe insieme a quanto detto da Francesco, hanno confermato le nostre realistiche previsioni.

    Dal particolare 'fronte' NC rappresentato dai post inseriti da Newgold (bentornato!) sembrerebbe riscontrarsi 'tiepidezza' di accoglienza tra i vescovi...

    A Roma e nel sud avviene tutt'altro... sul fronte dei vescovi speriamo di registrare un 'segnale', di attenzione al problema con qualche risposta ai tanti interrogativi che abbiamo sollevato... Chissà? Hai visto mai!

    Dice Steph:
    Certamente una "forma" diversa di Cristianesimo.

    condivido. e scusate se è poco!

    RispondiElimina
  48. Una "liturgia"differente celebrata il sabato e non la domenica, un locus liturgico differente, e non dimentichiamo che locus liturgico = locus teologico, un iter catechetico differente, un contenuto catechetico differente, simboli differenti, continuo?
    No dovrebbe bastare .

    RispondiElimina
  49. newgold69 ha detto...
    Salve a tutti… nel sito abba padre neocatecumenali on line, ho scovato questa discussione: è la prova che anche loro cominciano ad aprire gli occhi; che l’approvazione dello statuto è una cosa che non risolve affatto i problemi, ma che anzi, li amplifica.
    Leggete e fate le vostre considerazioni.



    Da: TO_Giuseppe Inviato: 10/10/2008 9.04
    La crisi è nella testa di chi ha un approccio aziendalista/militarista ossia in termini di parrocchie da 'conquistare'. Bisognerebbe prima di tutto pensare che noi abbiamo bisogno della Chiesa e non viceversa.
    Kiko stesso ha detto che prima o poi il Cammio Neocatecumenale non ci sarà più ma la Chiesa fondata da Cristo esisterà sempre.
    Lo Spirito Santo ispira i vescovi che ci chiamano ad evangelizzare, ma anche quelli che ci guardano con commiserazione e ci tollerano a malapena. In fondo forse, in qualche diocesi, non vedono frutti.
    Coraggio, a noi il Cammino ha dato la vita; c'è chi vive senza, benissimo e nella Chiesa ma non sa neanche cosa sia il Cammino Neocatecumenale.

    la Pace
    Giuseppe

    *******************

    credo che questo intervento meriti tutta la nostra considerazione....
    ^___^

    1) vi è quella sottolineatura che dunque c'è, c'è stato e ci sarebbe ancora quel " parrocchia da CONQUISTARE".....il sig. Veneranda ci ha confermato più volte questo passo...^___^

    2) vi è chiara quell'affermazione già conosciuta in cui Kiko già previde la fine del CN anche se per lui significherebbe che TUTTA la Chiesa DOVREBBE DIVENTARE NC ^___^

    3) lo scrissi a luglio, ergo, chi mi conosce sa che non lo dico ora: scrissi che l'approvazione dello Statuto era l'inizio della FINE di un CN LIBERO DALLE NORME ECCLESIALI E DEL FAI DA TE...^___^

    4) lo Spirito Santo usa i vescovi per chiamare GLI UNICI EVANGELIZZATORI CHE LA CHIESA AVREBBE....QUELLI CHE POSSIEDONO , LA VERITA'....^___^

    5) il CN DA LA VITA!!!! questa mi mancava, è nuova....a quando un Kiko che risuscita i morti?
    Anche san Domenico ed altri santi hanno resuscitato qualcuno, ma nessun frate ha mai detto che quel dato Ordine GLI DAVA LA VITA!
    pur facendo fatica cercando di comprendere il senso della parola, si comprende bene che l'uso di certa terminologia è completamente dissociato dal pensiero prettamente cattolico di ragionare...

    Scriveva padre Moliniè O.P. di venerata memoria:

    è importante sapere se il nostro atteggiamento intimo è cattolico o protestante, perché, se può esserci ecumenismo (ed è molto auspicabile) tra protestanti e cattolici, non può esserci ecumenismo tra l’atteggiamento protestante e l’atteggiamento cattolico.

    Il primo consiste essenzialmente nel non accettare altra autorità al di fuori dello Spirito Santo, del giudizio proprio e, sul piano esteriore, della Bibbia; il secondo ammette, invece, l’autorità esteriore della Chiesa allo stesso piano della Rivelazione: quella stessa autorità, ed essa sola, ci assicura che la Bibbia è ispirata.

    Bisogna scegliere tra questi due atteggiamenti. Chi, fosse anche un cardinale, discute un’enciclica proprio al momento della sua pubblicazione con il pretesto che non è infallibile..., costui, credo che, in verità, sia lacerato tra l’atteggiamento protestante e l’atteggiamento cattolico: egli cerca di mettere nella sua vita interiore il minimo di cattolicesimo e il massimo di protestantesimo.

    Non credo di essere ingiusto dicendo così, perché capisco benissimo questa sua lacerazione: mi sento capacissimo di condividerla, di esitare e di oscillare anch’io tra questi due atteggiamenti, ma ho l’evidenza che essi sono incompatibili l’uno con l’altro; temo, invece, che costui non abbia quest’evidenza... e vorrei proprio dargliela. Finché sentirò che questo punto non è stato delucidato, chiarito, sanato, temerò sempre che le nostre discussioni siano una perdita di tempo...



    ^___^

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  50. Cara Caterina.. illuminate come sempre.. ma le frasi "fatte", "preconfezionate".. sono molte altre
    1) il cn mi ha liberato dalle catene del peccato..
    2) il cn mi ha permesso di riscoprire la mia vocazione sacerdotale..
    3) il cn ha salvato il mio matrimonio..
    4) il cn ha salvato mio figlio dalla droga..
    5) il cn mi ha permesso di non commettere più quel "tale" peccato..
    potrei continuare per ore..
    purtroppo chi si "arroga" il diritto per "mandato divino" di interpretare/ti la Parola di Dio.. divinizza anche ciò che dovrebbe essere uno strumento il "cn"..

    Es.: la "Parola dell incontro di Gesù con la Samaritana" viene "spezzata" (loro usano questo termine) a modo loro da 40 anni alla tappa dell iniziazione alla preghiera..
    indovinate un pò .. "chi sono i veri adoratori"..??
    (ne su questo monte, ne in nessun altro tempio si adorerà Dio..ecc.)

    poi vado a leggere Sant'agostino è dice una cosa diversa.. Il Card. Rtzinger, riprendendo il Santo di Ippona, la spiega ancora meglio...
    e kiko dove le ha lette tutte le cose che dice?

    RispondiElimina
  51. Articolo sul "RISCOPRIRE DON BOSCO" che uscirà domani sull'O.R.

    leggo questo passo, poi faccio una domanda ai NC
    ^__^

    Il cognome del santo in italiano - Bosco - offre, per una semplice trasposizione, il luogo del progetto letterario: il bosco. Dal punto di vista metaforico, avverte l'autore nel prologo, l'importanza di un bosco si misura solo per la sua capacità di produrre e annidare mistero, e per la sua potenzialità pedagogica.
    Chi si addentra in questo bosco e si incammina verso il proprio cuore "percepisce i suoi battiti" e finisce per scoprire e confessare: "Mi giunge così il futuro come un dare alla luce". Mediante questo bosco letterario l'autore arriva a formulare una teologia pratica e sapienziale della vita, dell'opera e dei progetti di don Bosco. In questa opera è fondamentale rendersi conto dei riferimenti costanti non solo ai fatti ma, soprattutto, ai progetti del santo.
    È puramente casuale, anche se molto significativa, la coincidenza nel tempo di questo progetto letterario di Garulo, pensato autonomamente, con la celebrazione del ventiseiesimo Capitolo generale dei salesiani, centrato sul Da mihi animas cetera tolle (Genesi, 14, 16): il motto scelto dallo stesso don Bosco per mettere a fuoco e unificare pienamente il senso, il vivere e la operatività della vocazione e della missione salesiana. Questo "progettare" è specialmente importante per questo Capitolo generale nel quale si prova a "ripartire da don Bosco" per lanciarsi evangelicamente verso ciò che è sconosciuto. E, senza tregua, lo sconosciuto, l'"evangelizzabile" e l'ambito nel quale risuona la "voce di Dio oggi" sono i tempi nuovi, nei quali dovrebbe risuonare efficacemente e senza timori il "non si ricorderanno più le cose passate, né verranno più in mente" di Isaia (65, 17).

    ***********

    domandina facile facile ai NC:

    perchè scartare a priori dunque QUESTO CAMMINO?
    Non è forse SUPERBIA PRETENDERE di inserire all'interno del CAMMINO SALESIANO (visto che hanno le PARROCCHIE) IL CAMMINO NEOCATECUMENALE considerandolo L'UNICO METODO RICONOSCIUTO DALLA CHIESA?
    NON hanno forse i salesiani intrapreso la STRADA GIUSTA?

    Chi è Kiko confronto a un don Bosco?
    senza nulla togliere alla fede privata di Kiko, don Bosco NON ha dato origine a nessuna liturgia diversa, nè ha modificato chiese, nè ha mai preteso di SOSTITUIRSI ALLE PARROCCHIE, al contrario don Bosco SI E' INTEGRATO nella Parrocchia dandogli L'ORATORIO NEL QUALE OSPITARE DIVERSI CAMMINI E DIVERSI CARISMI...

    ^___^

    RispondiElimina
  52. Aldo ha detto...


    poi vado a leggere Sant'agostino è dice una cosa diversa.. Il Card. Rtzinger, riprendendo il Santo di Ippona, la spiega ancora meglio...
    e kiko dove le ha lette tutte le cose che dice?


    *******************


    aaaaaaaaahhhhhh caro Aldo, tu mi riempi il cuore ^___^

    questo è un altro aspetto da approfondire: LE CITAZIONI....^___^

    Citare qualche Padre, i Santi, i Dottori è un segno di grande UMILTA' INTELLETTUALE....è riconoscersi COMUNIONE DEI SANTI senza i quali il mio parlare resterebbe puramente "MIO" senza più quel "NOSTRO"...

    Benedetto XVI cita molti, anche teologi protestanti e lo fa MAGISTRALMENTE riuscendo ad incastonare talune perle al momento giusto, nel discorso giusto ^__^ non omettendo mai di citarli anche per CORREGGERE le sbagliate interpretazioni bibliche...^__^

    L'atteggiamento kikiano lo si evince dalle risposte dei suoi figli....essi sono privi di Magistero ecclesiale ergo non fanno ricorso a nessuna nota patristica o pontificia se non per DIFENDERE esclusivamente il proprio riconoscimento....
    Citano a sproposito il caso dei Gesuiti e di sant'Ignazio ^___^
    paragonano quel caso al loro Statuto....ma non sanno di cosa stanno parlando, è evidente che qualcuno ha solo loro detto e fatto il paragone, ma nessuno di loro osa approfondire...
    ^___^

    Non si erano neppure accorti che nello Statuto NON si cita il Direttorio catechetico kikiano ^___^
    a Luglio dicevano:
    il Direttorio è stato approvato E' CITATO NELLO STATUTO....ma dopo un approfondito controllo da parte NOSTRA e si è scoperto che che tale Direttorio a cui si fa riferimento è quello DELLA CHIESA CATTOLICA, non ammettono l'errore, ma continuano a giustificare...

    Tutto si svolge solo ed esclusivamente per DIFENDERSI...in questo modo difficile comprendere per loro le contestazioni (che sono diverse dalle accuse eh!) che gli rivolgiamo...

    Citare qualcuno specialmente se santo, dottore e Pontefice, non è mai un segno sbagliato, al contrario, inserito dentro il giusto contesto è una affermazione di collegialità e di comunione, è segno di comprensione della Tradizione, è un segno d'affetto...

    ^___^

    Fraternamente CaterinaLD

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  53. Volevo concludere l'analisi della parte più importante degli Statuti: l'articolo 13. L'articolo è diviso in tre parti, una più importante dell'altra.

    Nella prima parte si dice che l'Eucaristia a cui i "neocatecumeni" partecipano è "in piccola comunità". Le note 47 e 48, rimandano a discorsi del Santo Padre Giovanni Paolo, dove egli ricorda l'importanza dei gruppi INTEGRATI in Parrocchia, unico modo per essere davvero fecondi!

    Non tutti sanno che le Messe per "gruppi particolari" sono previste dal Diritto e sono previste dalla Chiesa come parte della Pastorale della Parrocchia. Non tutti sanno, anche, che tali Messe NON POSSONO ESSERE Officiate nella Domenica del Signore! Sono Messe FERIALI. Tale norma è richiamata nell'altra nota, la più importante, quella che cita le Norme del Culto Divino per il CnC!

    Nel secondo comma si specifica che la Messa viene Officiata DOPO I PRIMI VESPRI della domenica e che tale Messa è parte della Pastorale DOmenicale della Parrocchia. Questo significa che: la Messa deve essere Messa Vespertina parrocchiale; deve essere aperta ai fedeli (come specifica l'articolo); deve essere atto di Culto PUBBLICO proprio perchè è Santa Messa!
    Nel terzo comma si specifica inequivocabilmente che i Libri Litrugici usati dal Gruppo del CnC DEVONO ESSERE QUELLI DEL RITO ROMANO. Essi devono essere seguiti "senza aggiungere od omettere"....Eccetto le concessioni ESPLICITE della Santa Chiesa. Esse vengono elencate: due in nota (Spostamento Pace e Comunione alle due Specie) e la terza nell'articolo stesso (Comunione in Piedi al posto).

    Questo articolo rimanda alla nota in cui si citano i seguenti documenti:

    "Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso alle Comunità del Cammino Neocatecumenale del 12 gennaio 2006: Notitiae 41 (2005) 554-556; CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Lettera del 1° dicembre 2005: Notitiae 41 (2005) 563-565; Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Osservatore Romano, 24 dicembre 1988"

    Come potete vedere i documenti sono citati nel modo tradizionale usato dalla Chiesa: si rimandano e si completano l'un l'altro. Cronologicamente, dal più attuale al meno attuale.

    Il Discorso del Santo Padre, che ricordiamo tutti ed in cui Egli ribadì la richiesta di obbedienza; la Lettera del Santo Padre; la Notificazione del Culto divino del 1988. Tutti documenti leggibili sul sito Internetica e che non sto a ri-linkare.

    Da questi documenti emerge quanto segue:
    -il CnC è considerato COME TUTTI GLI ALTRI GRUPPI PARROCCHIALI e quindi non può Officiare "riti propri" e operare "riforme proprie";
    -Il CnC non può partecipare a Messe fuori dalla Chiesa, a meno che essa manchi o non sia in condizioni da poter ospitare coloro che partecipano;
    -Il CnC può partecipare a Messe Parrocchiali ad esso "dedicate" (ma non solo. La Messa è un atto di Culto Pubblico e per ciò stesso aperto a tutti!), MA NEI GIORNI FERIALI, mentre i Giorni festivi partecipa alle Messe Parrocchiali e la Messa Vespertina deve essere Messa Parrocchiale (fate caso che l'articolo non sembra voler definire come "ordinaria ed unica" la Messa Vespertina. Sembra voler dire: quando la fate di Sabato sera, è così. Forse per inglobare la Norma dell' "almeno una Domenica" CITATA IN NOTA!);
    - La Norma esplicita data dal Papa, rigurado la Santa Comunione è stata INCREDIBILMENTE ED INSPIEGABILMENTE indultata (!!) dal PCL riguardo la Ricezione delle Sacre Specie, concesse al Proprio Posto (!);

    Ecco. Questo è quanto. A chi legge la LIBERTA' di decidere e capire.

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  54. Il "terreno" del Magistero.. dei Padri... ma anche del CCC.. è un terreno che non conoscono.. e non gli è dato conoscere.. se usi una Bibbia diversa da quella di Gerusalemme.. (guarda un pò, un altro riferimento ebraico) ti guardano male.. Io ho la Toby.. ho la Bibbia di Emmaus.. e mi hanno regalato la CEI.. ero un disubbidiente.. e non ero in comunione.. perchè "le citazioni" sono diverse.. (non se ne sono accorti, ma anche le traduzioni sono diverse).. io tutti i mercoledì leggo ( e leggevo) le udienze del Papa.. (Vere e proprie Catechesi.. Magisteriali).. loro non sanno nemmeno che cos'era..

    le convivenze si preparano su catechesi..di catechesi.. di catechesi.. ricopiate con un unica fonte.. Kiko..
    Kiko.. prende sempre spunto da una Lett. di San Paolo.. per annunciare un Kerigma.. come è possibile, che un catechista poi fa lo stesso Kerigma, con le stesse parole.. in tutto il mondo..
    cos'è un kerigma di riporto?
    lo S.S. parla una volta sola? ed ad una sola persona? poi gli dice...: "senti fai una cosa, siccome sono stanco.. dilla Tu (Kiko) per me (S.S.)"..

    RispondiElimina
  55. Per favore chi può spiegarmi come si realizzerà in pratica l`art. 13 e l`apertura delle "messe" nc al pubblico ?

    Ammettiamo che in una parrocchia vi siano 10 comunità nc, che cosa succede il sabato sera?

    Tutte le comunità si riuniscono per celebrare l`Eucaristia insieme in parrocchia? O in una delle loro sale ?
    Se la celebrazione è in una sala come si realizza l`apertura ?

    O

    Ogni comunità celebra separatamente in questo caso tutte le comunità saranno aperte e dove hanno luogo le celebrazioni? C`è un avviso?

    O

    Ci sono diverse comunità ma una sola si apre, dove avviene la celebrazione?


    Scusatemi ma l`art 13 è tutto salvo chiaro per quel che riguarda la sua applicazione.

    RispondiElimina
  56. Stephanos78 ha detto...

    Nel terzo comma si specifica inequivocabilmente che i Libri Litrugici usati dal Gruppo del CnC DEVONO ESSERE QUELLI DEL RITO ROMANO. Essi devono essere seguiti "senza aggiungere od omettere"....Eccetto le concessioni ESPLICITE della Santa Chiesa. Esse vengono elencate: due in nota (Spostamento Pace e Comunione alle due Specie) e la terza nell'articolo stesso (Comunione in Piedi al posto).

    Questo articolo rimanda alla nota in cui si citano i seguenti documenti:

    "Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso alle Comunità del Cammino Neocatecumenale del 12 gennaio 2006: Notitiae 41 (2005) 554-556; CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Lettera del 1° dicembre 2005: Notitiae 41 (2005) 563-565; Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Osservatore Romano, 24 dicembre 1988"

    Come potete vedere i documenti sono citati nel modo tradizionale usato dalla Chiesa: si rimandano e si completano l'un l'altro. Cronologicamente, dal più attuale al meno attuale.


    *********************

    quindi, caro Stephanos in sostanza è lo stesso Statuto a drizzare il CN cercando appunto di farlo integrare alla Parrocchia e non viceversa, giusto?

    RispondiElimina
  57. Citare qualche Padre, i Santi, i Dottori è un segno di grande UMILTA' INTELLETTUALE...

    sono d'accordo sorella.
    Quindi stai dicendo che kiko - il quale fa decine di citazioni di Santi e Padri, oltre che di parole del papa, nelle sue catechesi- e' molto umile. oppure non hai mai ascoltato una sua catechesi...

    RispondiElimina
  58. A chi legge la LIBERTA' di decidere e capire.

    :)

    eh caro fratello se davvero aveste a cuore la LIBERTA' di decidere e capire dei lettori non censurereste il 95% dei messaggi dell'..altra campana.

    RispondiElimina
  59. Dic Cate:

    quindi, caro Stephanos in sostanza è lo stesso Statuto a drizzare il CN cercando appunto di farlo integrare alla Parrocchia e non viceversa, giusto?


    Solo in teoria. Pensa che gli Statuti provvisori erano addirittura migliori sotto questo punto di vista! Erano meno "fumosi" negli articoli. In taluni casi molto dettagliati. Già negli articoli erano esplicitati alcuni concetti basilari, come quelli relativi alla Veglia Pasquale che in questo Statuto sono sì presenti, ma riferiti in Nota (infatti alla povera Emma gli è preso giustamente un colpo, leggendo l'articolo!).

    Per chi conosce lo Statuto Provvisorio, quello definitivo è sicuramente meno chiaro. Te lo dice uno che ha ricevuto il primo Statuto provvisorio mentre stava in Cammino, e fu prorpio quella la prima grande crisi. Nel vedere la sostanziale diversità tra Statuto e realtà.

    Questo Statuto ha in più la forza dirompente della Lettera del Papa. Che però, ricordiamolo, non fa che RIBADIRE Norme più volte date al CnC nell'arco della sua Storia! Ma la forza di questa Lettera è stata "annebbiata" sia dalla fumosità del testo dello Statuto nell'Articolo 13 (e non solo), sia dall'incredibile "indulto" emesso dal PCL che CORREGGE una Norma già data dal Santo Padre!!!
    Questi atti sono significativi IN ESSI STESSI!
    Ovvero: per il solo fatto che avvengono. Dal punto di vista Nc, un fatto del genere rende "possibile" ogni cosa! Non so se mi spiego!

    Inoltre, in un nemmeno troppo evidente intento "cattolicizzante" di questo statuto, vi sono nodi non sciolti e che lo statuto stesso NON SCIOGLIE. E' il caso dei famosi "Orientamenti" e della forma PRIVATA del CnC. E scusa se è poco.

    Infatti per la forma privata, lo statuto dice e non dice. Ha ragione Emma nel vedere fumosità nell'articolo e nelle note che sembrano contraddirlo.

    Infatti, in teoria il CnC è un gruppo come gli Altri. Ma in pratica "atomizza" (termine caro a Kiko) le Comunità parcellizzandole all'eccesso. Rendendo a volte IMPOSSIBILE la convivenza in una stessa "Parrocchia". Come mettere in pratica la Pastorale Parrocchiale in presenza di questa grande anomalia?

    Come rendere finalmente "pubblico" il CnC, finchè si "attaccherà" alle "tante comunità" e ai "problemi pratici"?

    Il Santo Padre aveva sciolto il nodo, decretando l'impossibilità per il CnC di Officiare "riti propri" e partecipare a "Messe proprie". Il Culto Domenicale doveva essere pubblico e Parrocchiale per TUTTE LE COMUNITA' (per usare sempre termini di Kiko: "comunità riunite" in Parrocchia). Poi la Lectio Divina la potevano fare anche sull'Ymalaia divisi in centomila!
    Ma questa norma è stata distorta già deformando la famosa frase "almeno una domenica". Che è stata interpretata "SOLO una domenica"! Lo Statuto rende la cosa ancora più fumosa dicendo che la Messa Vesperitena a cui partecipa il CnC è parte della Pastorale Domenicale della parrocchia. Cerca di prendere due piccioni con un fava... Ma rende tutto ancora più fumoso. In teoria la Messa Vespertina è quella Parrocchiale, per cui debbono partecipare a quella! Ma in pratica lo Statuto parla di "piccola comunità"! Il Singolare crea una possibilità di strumentalizzazione incredibile. Se la Comunità che partecipa alla Messa Vespertina è una delle "Piccole", come fare con 25 comunità? A te la risposta! Da qui tutte le interpretazioni "parziali" fatte da Kiko che ha presunto "indultata" la Norma del Dies Dominici che verrebbe da ridere per il fatto che sia stata ribadita (una cosa OVVIA!), se non fosse una tragedia!

    In ultima analisi, dunque, finchè permarrà la FORMA PRIVATA, anche le possibilità di integrazione che lo Statuto, molto faticosamente, offre saranno infrante.

    E le potenzialità "cattolicizzanti" dello Statuto, in mezzo a queste non piccole difficoltà, potranno essere sfruttate solo da un Parroco o da uN Sacerdote FORTE che abbia la VOLONTA' di farle valere... Ma non credere che il CnC se ne starebbe a guardare. Per come difende se stesso e la sua UNICA identità, che reputa "VERAMENTE" Cattolica a dispetto della "Chiesa morente"...

    RispondiElimina
  60. Poi Cate, la Lettera del Santo Padre nel senso della Chiarezza è davvero SPETACOLARE! Io ho motivo di credere che ogni sillaba sia stata soppesata per evitare qualsiasi strumentalizzazione, che comunque poi sono avvenute senza il minimo criterio!

    Nell'articolo 1 della Lettera si legge infatti:

    "1. La Domenica è il “Dies Domini”, come ha voluto illustrare il Servo di Dio, il Papa Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica sul Giorno del Signore. Perciò il Cammino Neocatecumenale deve entrare in dialogo con il Vescovo diocesano affinché traspaia anche nel contesto delle celebrazioni liturgiche la testimonianza dell’inserimento nella parrocchia delle comunità del Cammino Neocatecumenale. Almeno una domenica al mese le comunità del Cammino Neocatecumenale devono perciò partecipare alla Santa Messa della comunità parrocchiale."

    Non credo proprio che il Plurale sia a CASO!

    Per non parlare di un altro fatto, ampiamente distorto e falsificato.

    La Lettera del Papa NON CONCEDEVA AFFATTO l' uso delle "risonanze" come attuato dal CnC! Concedeva l'uso della Monizioni previe le Letture (brevi e vincolate dalle norme della Chiesa) e l'indulto sulla Pace e sulla Comunione alle Due Specie, confermando i precedenti. STOP!

    Quella lettera, non so con che coraggio, è stata distorta e fatta passare come una concessione totale, "eccezion fatta" per la Comunione seduti! Invece così non è! Quell'articolo è il più importante, ma i restanti 5 punti della Lettera chiedevano al CnC di rinunciare alla sua identità difforme in favore di quella Cattolica...

    Ma sappiamo tutti come è andata, con la Celebrazione del Card. Rylko il giorno degli Statuti definitivi

    RispondiElimina
  61. Per Cris:
    eh caro fratello se davvero aveste a cuore la LIBERTA' di decidere e capire dei lettori non censurereste il 95% dei messaggi dell'..altra campana.

    i messaggi censurati hanno l'unico scopo di contraddire e vanificare tutto quanto diciamo in maniera logorroica e pretestuosa che non dà alcun contributo alla discussiome, limitandosi ad affermazioni unilateralmente strumentali e non oggettive.

    Un esempio:

    1) dice Irene:
    Sapevate che l'iter di discernimento a cui gli Statuti del Cammino sono stati sottoposti, e per pura grazia di Dio aggiungerei, ha un solo precedente nella storia della Chiesa?
    Fu il caso degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio di Loyola. Un illustre precedente.


    *****

    aridaje!!!!! ao pare i NC si passano le risposte o se le copiano ^___^ anche Veneranda o Swan avevano citato, guarda il caso, Loyola... peccato che già ho spiegato il caso completamente diverso... paragonare il CN al cammino dei gesuiti mi appare superbo e presuntuoso ^___^ oltretutto essi non sono un Ordine Religioso!
    Comunque hanno aggiustato il tiro: l'anno scorso il paragone era con la regola di Francesco (altro accostamento improprio) che comunque non teneva conto che quella regola tardava ad essere approvata non perché contenesse eresie, ma perché era considerata troppo severa!

    2) dice ancora Irene:
    Una cosa però voglio dire a quanti hanno fatto il Cammino e poi l'hanno abbandonato: vi siete chiesti se quel giorno che avete ascoltato un'annuncio, quel giorno che vi siete, in un modo o nell'altro, imbattuti nel Cammino sia stato per errore o se per una chiamata di Dio?

    Immagino che vi siate fatti questa domanda.


    **********
    è la stessa identica cosa che si può chiedere ad un frate o laico che dopo anni di comunità PARROCCHIALE entrasse nel CN dicendo: "che figo!!! HO SCOPERTO IL SIGNORE, LA BIBBIA!!!" uno potrebbe chiedergli: no scusa! perchè fino ad oggi che cosa hai fatto? di cosa hai vissuto?
    Chi entra nel CN è solitamente uno che NON conosce nulla della Chiesa, non ha aperto mai la Bibbia... e di fatto è così facilmente abbordabile, senza contare i problemi PSICOLOGI o patologici o esistenziali.....
    Ci sono anche coloro che abbandonano la Parrocchia e la Chiesa per farsi Protestanti o Buddisti... ergo, definiamo anche queste uscite quale chiamata di Dio?
    se così fosse saremo al sincretismo stile New-Age....

    3) Irene cita il:
    Discorso di Giovanni Paolo II a Catechisti e Presbiteri del Cammino Neocatecumenale - Sabato, 21 settembre 2002


    ********
    come volevasi dimostrare....si nasconde, di Giovanni Paolo II, quanto segue:

    6. Cari Fratelli e Sorelle, con l'approvazione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale si è giunti felicemente a definirne l'essenziale configurazione ecclesiale. Ne ringraziamo insieme il Signore.
    Spetta ora ai Dicasteri competenti della Santa Sede esaminare il Direttorio catechetico e tutta la prassi catechetica nonché liturgica del Cammino stesso.

    Sono certo che i suoi membri non mancheranno di assecondare con generosa disponibilità le indicazioni che loro verranno da tali autorevoli Fonti.

    **************************
    Dunque Giovanni Paolo II si sta riferendo allo Statuto ad experimentum definito ufficialmente e definitivo il 13 giugno di quest’anno dalla PCL e fin qui tutto bene, nessun problema, il problema è per il Direttorio Catechetico con tutta la prassi liturgica … e dalla Liturgia, come appunto disse Giovanni Paolo II per la quale l’unico intervento ufficiale risale al 2005 tramite la Lettera del card. Arinze nella quale al punto 5 si chiede esplicitamente quanto segue:

    5. Sul modo di ricevere la Santa Comunione, si dà al Cammino Neocatecumenale un tempo di transizione (non più di due anni) per passare dal modo invalso nelle sue comunità di ricevere la Santa Comunione (seduti, uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio) al modo normale per tutta la Chiesa di ricevere la Santa Comunione. Ciò significa che il Cammino Neocatecumenale deve camminare verso il modo previsto nei libri liturgici per la distribuzione del Corpo e del Sangue di Cristo.

    Va da sé che la richiesta del card. Arinze, la quale comincia con le seguenti parole: “Sono a comunicarvi le decisioni del Santo Padre”….. è una richiesta volta proprio a fare ritorno “al modo normale per tutta la Chiesa “ e va da sé che riguardo al famoso Direttorio Catechetico in uso nel CN in teoria dovrebbe essere “congelato” sulla scrivania della CdF poiché dal giorno in cui così si espresse Giovanni Paolo II, tale Congregazione non si è ancora pronunciata, eppure tali testi sono ancora in uso nel CN seppur vi furono alcune modifiche con l’aggiunta del CCC.

    Con l’approvazione degli Statuti del CN si è notato nel Decreto di approvazione che il riferimento al Direttorio Catechetico del CN è sparito…..il Direttorio ivi citato è in riferimento a quello della Chiesa Cattolica come appunto fanno osservare le “Note”

    non vi è altro da aggiungere^___^

    RispondiElimina
  62. sono d'accordo sorella.
    Quindi stai dicendo che kiko - il quale fa decine di citazioni di Santi e Padri, oltre che di parole del papa, nelle sue catechesi- e' molto umile. oppure non hai mai ascoltato una sua catechesi...


    Kiko del Papa cita solo le parole di elogio, Il Magistero per lui NON ESISTE, in compenso cita molto detti rabbinici, midrashim e targumim... quanto ai Padri, cita solo e strumentalmente frammenti di testi che risultano funzionali a quello che vuole dimostrare...

    se chi ha "occhi bendati" si accorgesse di questo, che è evidentissimo, non scriverebbe quello che hai scritto tu

    RispondiElimina
  63. Amici, mi permetto di ricordarvi che avevo posto una domanda che per me è abbasatnza importante.
    Vorrei sapere come sarà applicato realmente, praticamente, l`art.13 nelle parrocchie.
    Rimetto il post qui, per evitarvi di andare a cercarlo.

    Per favore chi può spiegarmi come si realizzerà in pratica l`art. 13 e l`apertura delle "messe" nc al pubblico ?

    Ammettiamo che in una parrocchia vi siano 10 comunità nc, che cosa succede il sabato sera?

    Tutte le comunità si riuniscono per celebrare l`Eucaristia insieme in parrocchia? O in una delle loro sale ?
    Se la celebrazione è in una sala come si realizza l`apertura ?

    O

    Ogni comunità celebra separatamente in questo caso tutte le comunità saranno aperte e dove hanno luogo le celebrazioni? C`è un avviso?

    O

    Ci sono diverse comunità ma una sola si apre, dove avviene la celebrazione?


    Scusatemi ma l`art 13 è tutto salvo chiaro per quel che riguarda la sua applicazione.

    GRAZIE!

    RispondiElimina

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