mercoledì 30 aprile 2008

Contestazione sulla "croce rovesciata"

Pubblichiamo questa mail ricevuta da parte di un lettore del sito, inserendo come primo post la nostra risposta, per poi procedere nella discussione, se interesserà

Salve...
Mi chiamo Dan e ho appena letto l'articolo "A proposito della croce rovesciata". Nell'articolo si legge:

"La croce rovesciata non è stata mai usata per indicare S. Pietro. Non c'è in tutta l'iconografia riguardante Pietro e il suo magistero, il segno della croce rovesciata. Secondo noi cade la simbologia data dai neocatecumenali alla croce disegnata da Kiko e che essi accettano acriticamente bollando quanti non la ritengono un simbolo cristiano"

Leggendo mi è suonato strano siccome da pochi giorni sono stato a Roma e nella visita al Carcere Mamertino, che come ben saprete è stato il luogo dove sono stati incarcerati Pietro e Paolo, mi è rimasto impresso un particolare curioso guardando l'altare. Infatti sull'Altare vi è una Croce rovesciata. Per convalidare le mie parole allego la foto ed un link della foto ad alta risoluzione tratto da wikipedia. Da wikipedia perchè penso sia imparziale e poi comunque la foto parla da sola.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/
af/AltarinMamertinePrison.jpg

Detto questo desidero rivolgervi questa domanda:

Come spiegate ciò? che in una chiesa romana (e non una chiesa qualsiasi...) ci sia questo simbolo? secondo voi è una manipolazione fotografica? o Kiko è andato a girare la Croce? oppure non so, qualche neocatecumenale è andato al posto di Kiko?

Secondo me il fatto che in uno dei luoghi di Roma privilegiati dalla storia degli Apostoli in cui Santa Romana Chiesa (e non Kiko Arguello) ha costruito quella cappella (nel IV secolo dopo Cristo, diciamo che forse Kiko non era neanche nei pensieri del Padre Eterno) ci sia quel simbolo lì non è casuale. Forse la croce rovesciata subito non ci ricorderà s.Pietro, ma arrivare a dire:

"...Considerato che l'inversione simbolica è tipica di tutte le sette esoteriche e sataniche, i capi del Cammino non potevano ignorare che la croce rovesciata è comunemente inserita nel pentacolo satanico. Si è mai visto un solo parroco o un ministro di Dio che abbia introdotto nella propria parrocchia la croce rovesciata? Sicuramente no, ben sapendosi che si tratta di simbolo blasfemo associato tra l'altro all'Anticristo..."

Penso che su questo sarete d'accordo con me su una riflessione. Nella lettura dei simboli c'è una forte componente soggettiva. Per cui ad esempio la svastica era considerata dagli indiani più di 3000 anni come simbolo di felicità mentre tristemente sappiamo come lo interpretarono i nazisti nello scorso secolo. Come la stessa croce celtica antico simbolo cristiano poi adottato malauguratamente da partiti fascisti i cui intenti non erano proprio cristiani. Quindi chi dice che la croce rovesciata sia di uso esclusivo di gruppi satanici? perchè deve essere solamente associata all'idea dell'anticristo?

Nel caso la vostra risposta sia che la croce rovesciata possa essere solamente associata all'anticristo allora è veramente problematico che nel Carcere Mamertino ci sia questo simbolo. Si deve urgentemente fare qualcosa.

Detto questo l'articolo segue dicendo:

"... A nostro parere quel rovesciamento simbolico condensa altri significati, e precisamente:
negare la supremazia di Cristo sulla morte vincolandolo alla sua condizione umana e non divina
condensare in un segno chiave tutta la filosofia rivolgimentale del Cammino, che è quella di capovolgere la dottrina e la missione della Chiesa
dare uno schiaffo alla Chiesa ed al suo Pastore, sottomettendolo a tale simbolo nel cuore della neocatecumenalità quale è la Domus Galileae
lanciare a tutti gli adepti il messaggio identitario sovversivo del Cammino stesso, condensato proprio nella croce rovesciata.
Ora, ciò che stupisce maggiormente non è quanto messo in atto dai capi del Cammino, comprensibile nella logica eretica del movimento, ma che il Papa e le gerarchie vaticane si siano prestate a tale gioco.

È mai possibile che, a partire da Giovanni Paolo II, nessuno si sia accorto di tale blasfemia? È mai possibile che i consiglieri, i teologi, gli esegeti del Vaticano non abbiano segnalato al Santo Padre tale abominio?..."

Secondo me prima di saltare a queste conclusioni si deve ancora riflettere un attimo prima di giungere a gridare alla blasfemia e via dicendo.

Spero di ricevere presto una vostra risposta a questo mio quesito in cui possiate darmi una risposta più che chiara. Perchè le questioni sono due: o voi avete toppato e quindi penso che per amore della verità dovreste scrivere qualcosa a proposito (scusandovi magari con i neocatecumenali bollati come acritici) oppure avete ragione e quindi la mia era solo una curiosità (nonostante la croce rovesciata resti lì dov'è, costituendo quindi un precedente che giustificherebbe l'opera realizzata da Kiko Arguello).

La mia riflessione prescinde dalla disputa sul cammino neocatecumenale voglio metterlo subito in chiaro. Da studente di giurisprudenza penso che la cosa più importante sia che la verità sia chiara.

Sperando che anche voi siate alla ricerca della verità porgo i miei distinti saluti

Dan

68 commenti:

  1. Rispondiamo:

    Il problema sta nei significati storicamente sovrapposti.
    Nel IV secolo ci si riferiva all'Apostolo Pietro (e non al papato), ed i satanisti come oggi li conosciamo non esistevano ancora. Per giustificare la scelta di Kiko occorrerebbe trovare invece croci rovesciate riferite al papato nell'ultimo secolo, dove invece disegnare croci rovesciate sui muri non è affatto indice di pietà cattolica (provare per credere).

    La lettura dei simboli grafici non è affatto soggettiva in senso assoluto, ma ha ovvie implicazioni socioculturali. Lo dimostra la svastica, che disegnata sul muro di una sinagoga un secolo fa avrebbe fatto un certo effetto, oggi ne farebbe un'altro del tutto differente, e ciò indipendentemente dalle disposizioni del soggetto disegnante. Se poi il Papa stesso avesse oggi al petto una croce celtica, lascio immaginare cosa accadrebbe! Il cristiano deve invece essere prudente al massimo, affinché l'unica vera Religione non abbia detrimento da un inutile scandalo. Siccome i simboli grafici cristiani non sono segreti ma pubblici, occorre tener conto del loro impatto nella società attuale. Un cristiano non si può permettere di essere ambiguo.

    Si può definire il simbolo come entità o immagine che rinvia ad un'altra o che suscita la memoria di una determinata esperienza sensoria o intellettiva. Nella storia il significato di molti simboli ha conosciuto una variazione soprattutto a motivo di sovrapposizione dei significati. Se agli esordi del cristianesimo una croce rovesciata poteva richiamare solamente il supplizio inflitto all'apostolo Pietro, oggi sono emersi altri significati, ben più conosciuti dalla gran massa delle persone e che quindi non si possono trascurare, provenienti da ambienti esoterico-satanisti, per cui l'uso di un simbolo come questo OGGI anche tra gli stessi cristiani è divenuto ambiguo e quindi da evitarsi. Sarebbe comunque assurdo demolire le croci rovesciate del IV secolo: è sufficiente una guida o un cartello che spieghi agli attoniti visitatori che non lo conoscessero il significato di quel simbolo al tempo in cui fu elaborato.

    Da ricordare che la sovrapposizione di significati su simboli ebraico-cristiani è specialità tutta massonica (vedi I.N.R.I., che per i framassoni significa tra l'altro Igne Natura Renovantur Integra).

    Un'ultimo appunto: Kiko, come noi tutti che non viviamo nel IV secolo ma nel "terzo millennio", conosceva sicuramente l'ambiguità del simbolo che ha usato. Aveva molte alternative per esprimere artisticamente il ruolo del successore di S. Pietro: perché ha scelto l'unica espressione fortemente ambigua?

    Per quanto riguarda l'accettazione passiva dei prelati presenti (data l'età del Papa di allora) sarebbe bene chiederne conto al Maestro delle cerimonie allora in carica. Il responsabile era lui.

    RispondiElimina
  2. chi fosse interessato all'intera pagina del sito, dove abbiamo pubblicato anche un estratto della mial, l'immagine e la risposta

    RispondiElimina
  3. ho visto l'immagine su vikipedia e mi interesserebbe vedere immagini di quell'altare meno recenti, consultando anche qualche esperto di archeologia cristiana...

    la vostra risposta è convincente.

    qualcuno ricorda un disegno di croce rovesciata anche quando si parla della parrocchia in alcune catechesi?

    RispondiElimina
  4. a questo link si può scaricare e ascoltare la conferenza di kiko alla lateranense:

    http://www.segnideitempi.com/modules.php?name=News&file=article&sid=8248

    RispondiElimina
  5. impeccabile come rispota mic!
    Ovviamente Dan dovrebbe sapere perche' S.Pietro e' stato crocifisso a tasta in giu', e cioe' perche fu scelta sua in QUANTO NON DEGNO DI MORIRE COME IL MIO SIGNORE! E allo stesso tempo dovrebbe sapere il significato che i satanisti (e qui' mi faccio il segno della croce) danno alla croce rovesciata. Nel 2000 kiko si era bevuto il cervello prima di fare quello che ha fatto. E chi glielo ha permesso fare... non so... , forse dovremmo trovare Il liturgista (sara' stato sicuramente un NC e il Papa si e' trovato di fronte a cose fatte) e scrivegli una lettera chiedendogli qualche spiegazione. Non so se sia una buona idea, ma proviamo. Se no anche te Dan, potresti scrivere un paio di righe a quel tizio. Mica dobbiamo fare tutto noi?

    RispondiElimina
  6. Come dice l'articolo di don Stranzione, pappagallescamente :)

    RispondiElimina
  7. Non è tanto l'uso di simboli e liturgie strani che mi fa rizzare i capelli nella mia parrocchia,ma il clima di intolleranza, superbia,esclusività che vi hanno ormai creato i neocatecumenali.
    Da qualcher settimana ,disgustato,ho deciso di abbandonare completamente la mia parrocchia e di frequentarne un'altra. Ciò non toglie che non ho perso e non perderò nessuna occasione per manifestare al mio ex parroco e a chiunque il mio disgusto e documentare ad alta voce tutte le nefandezze di cui sono protagonisti i neocatecumenali.
    Ho sperimentato con mano che essi hanno la missione di allotanare la gente dalla chiesa più che quella di avvicinarvela.

    RispondiElimina
  8. siete a corto di argomenti vedo......

    RispondiElimina
  9. Oggi è L'Ascensione del Signore.

    "Non basta, dice Don Guèranger, che l'uomo si appoggi ai meriti della passione del Redentore, non basta che egli unisca a questo ricordo quello della Risurrezione; l'uomo non è salvato e redento che con l'unione di questi due misteri con un terzo mistero, quello cioè dell'Ascensione trionfante di Colui che è morto e risorto. L'opera della Redenzione non sarà perfetta se non quando tutti gli uomini riscattati saranno entrati nel giorno della risurrezione dietro Gesù e per virtù della sua Ascensione, nel Cielo. Ecco la nostra speranza in questo mondo".

    RispondiElimina
  10. Vatican, Apr. 30, 2008 (CWNews.com) - A delegation of bishops from Japan visited the Vatican this week, hoping to resolve a conflict with the NeoCatechumenal Way, which operates a seminary in Japan, the UCA News service reports.

    The visit by four Japanese bishops was the third such trip to Rome. "We hate to come so often but we had to give the serious nature of the problem that needs to be resolved", Archbishop Okada of Tokyo, president of the bishops' conference, told UCA News.

    The archbishop said that the NeoCatechumenate had caused "sharp painful division and strife within the Church in Japan." He characterized the lay movement as a group engaged in "powerful sect-like activity" that was damaging the unity of the small Catholic community in Japan.


    Non avete pubblicato che il seminario giapponese era stato chiuso?

    RispondiElimina
  11. Potete per favore dare la traduzione?
    Mi sembra di capire che anche in Giappone i neocatecumenali abbiano "colpito duro" e disgustato i vescovi locali.

    RispondiElimina
  12. a sikulo... ogni tanto ti fai presente, spandi merda con le tue cavolate e poi ti ritiri, come i vigliacchi.

    nei giorni scorsi ti avevo posto una domanda alla quale non hai risposto: te la ripropongo, perché credo sia tu a corto di argomenti, risposte... ma anche a corto di cervello:

    io dissi:
    VOI

    SIETE

    ERETICI

    E

    SCISMATICI!!!

    tu hai risposto:

    Grazie,hai pienamente ragione, se tu sei cattolico io sono scismatico.

    E' una accusa che hanno detto a molti e adesso questi sono le più grandi realtà della Chiesa.

    28 aprile, 2008 18:53



    io dissi:

    portami l'esempio di almeno dieci di queste realtà!!!

    28 aprile, 2008 19:17

    RispondiElimina
  13. Vatican, Apr. 30, 2008 (CWNews.com) - A delegation of bishops from Japan visited the Vatican this week, hoping to resolve a conflict with the NeoCatechumenal Way, which operates a seminary in Japan, the UCA News service reports.

    The visit by four Japanese bishops was the third such trip to Rome. "We hate to come so often but we had to give the serious nature of the problem that needs to be resolved", Archbishop Okada of Tokyo, president of the bishops' conference, told UCA News.

    The archbishop said that the NeoCatechumenate had caused "sharp painful division and strife within the Church in Japan." He characterized the lay movement as a group engaged in "powerful sect-like activity" that was damaging the unity of the small Catholic community in Japan.


    Vaticano 30 Aprile 2008

    Una delegazione di vescovi
    dal Giappone e' giunta in visita in Vaticano questa settimana sperando di
    risolvere un conflitto col CN
    che gestisce un seminario in Giappone
    (secondo l'agenzia UCA news)
    Questa' e' la terza visita dei 4 vescovi
    per lo stesso motivo.
    L'arcivescovo Okada di Tokyo presidente della conferenza vescovile cosi' ha riferito a UCA news:"Ci dispiace dover venire cosi' spesso
    ma volevamo che si capisse la serieta' della natura del problema che deve essere risolto."

    Ha poi aggiunto che il CN ha causato "Acute e dolorose divisioni e contrasti nella Chiesa in Giappone"e ha caratterizzato
    questo movimento laico come "un gruppo
    che intraprende potenti attivita' settarie minando l'unita'
    della piccola comunita' cattolica in Giappone.


    NO COMMENT!!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  14. Questi so venuti 3 volte dal Giappone
    a lamentarsi!!

    AHo mi sa che i CN incominciano
    a far girare i maroni
    in maniera globale!!

    RispondiElimina
  15. Grazie per la traduzione.

    E' orripilante!

    RispondiElimina
  16. Una ulteriore riflessione ha indotto ad integrare nel modo sottoindicato la risposta al nostro iterlocutore, che si definisce un semplice studente in giurisprudenza amante della verita, ma alla fine appare come uno dei tanti NC che sentono il dovere di difendere ad oltrenza illoro iniziatore, ritenendolo dotato del carisma dlel'infallibilità in tuti i campi.
    ____________
    In ogni caso il Carcere Mamertino o Tullianum risale al IV secolo e sicuramente non può essere paragonato ai luoghi sacri ai pellegrini di ogni tempo, nei quali è attestata storicamente la presenza dell'Apostolo: Vaticano, S. Sebastiano...
    [...]
    Concludendo, resta comunque strano che in un periodo della storia qual è l'attuale, nel quale i simboli di un partito o di una Nazione, rappresentati capovolti o gettati a terra, indicano il disprezzo e la sconfitta della realtà o ideologia rappresentata, il fondatore di un movimento che si definisce ecclesiale e che afferma di voler rifondare la Chiesa di Cristo, per indicare il successore del primo Vicario del Divino Maestro, abbia scelto un simbolo inesistente tra i numerosissimi graffiti trovati nei luoghi storici della presenza di Pietro, che mostrano - come già ricordato - la raffigurazione del gallo, a ricordo del rinnegamento e quella delle chiavi, a ricordo del primato ricevuto dal Divino Maestro.

    RispondiElimina
  17. Credo che tutta la grande ricchezza dell'iconografia cristiana non dovrebbe essere trascurata dai neocatecumenali per andar dietro alle discutibili(e per me orripilanti) misture iconografiche di Kiko.

    RispondiElimina
  18. Sono disgustato dall'iconografia neocatecumenale.

    RispondiElimina
  19. La statua di S. Pietro in vaticano, del IV secolo, lo raffigura con le chiavi non con la croce rovesciata

    presa da sola, e sia pure in riferimento alle catechesi che qualcuno ha ricordato, potrebbe non essere tanto inquietante come mettendola insieme al bambino di Scandicci

    ricordo l'immagine della crocifisisone di Caravagggio, ma quello è un dipinto quindi una raffigurazione, non una simbologia

    RispondiElimina
  20. La chiusura del seminario in giappone veniva da un nostro lettore spagnolo e purtroppo non è non confermata

    RispondiElimina
  21. "Questi so venuti 3 volte dal Giappone
    a lamentarsi!!"

    l'agenzia di stampa li ha lasciati parlare ma gli altri?

    RispondiElimina
  22. ha ha haaaa

    e' verissima quella del seminario......com'e' vero che il Papa li dichiarera'..SEMINARI PONTIFICI.............

    HAAAAAAAA
    HAAAAAAAAAAAAA
    HAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

    CIAO MIC.....

    RispondiElimina
  23. quella del Veneranda sembra la parola d'ordine dello sbarco in Normandia...ma loro dovranno sbarcare dalla barca di Pietro

    RispondiElimina
  24. Nobilissimo signor Veneranda (De' Venerabilis delle Veneree,suppongo),

    qual grande aura poetica nella sua osservazione meridiana sule verde primaverile incipiente!!! Fa spuntare un che di umido sul mio nobile ciglio,alla pari forse dell'umidità riscontrabile quest'oggi nella Sua nobile cervice piena di brezza.

    RispondiElimina
  25. Qualche altra considerazione in libertà inviata al volo da Trypudio...

    Ci sembra il classico caso in cui anche l'eccezione conferma la regola.
    Infatti non stiamo parlando di un'affermazione assoluta nel campo della matematica (per smontare la quale è sufficiente un solo controesempio). Siamo invece nel campo della storia, dove talvolta le eccezioni (purché rare) finiscono per confermare l'asserto che si vuole dimostrare.

    Esempio: la storicità dei Vangeli. I Vangeli in alcuni punti si contraddicono (il discorso della montagna è stato fatto "sulla montagna" o in una "pianura"? chi arrivò per primo al sepolcro vuoto? eccetera. Ciononostante li si reputa storicamente attendibili. Li si reputa storicamente attendibili poiché se fossero stati perfettamente coerenti, qualunque storico avrebbe sostenuto che gli autori avevano concordato cosa scrivere e cosa no (concordando cioè uno spot pubblicitario, piuttosto che il resoconto dei fatti scritto da quattro diversi "cronisti" con le loro fonti e i loro punti di vista).

    Ora, veniamo alla foto che ci è stata mandata. Si converrà che l'altare della foto è molto recente (non è certo stato costruito nei primi secoli del cristianesimo: eppure quello sarebbe il Carcere Mamertino, costruito nel IV secolo dove tra l'altro, come già detto, NON fu rinchiuso mai Pietro Apostolo), per cui già questo non tocca l'asserzione che "non è mai stato usato quel simbolo" almeno per i primi quindici-sedici secoli di storia cristiana.

    L'onere della dimostrazione resta a chi ha posto il problema. Resta a lui dimostrare come mai il simbolo della croce rovesciata, utilizzato lì, non sia mai stato imitato da nessun'altra parte.

    Sul pavimento di una chiesa romana è possibile vedere il cerchio con i segni dello zodiaco (un segno tutt'altro che cristiano): ma nessuno può ragionevolmente negare che "lo zodiaco non è mai stato parte della simbologia cristiana".

    Tra i dipinti di una chiesa torinese è possibile vedere, in un quadro in cui sono rappresentati alcuni santi di Torino, anche la figura di Gandhi, del cardinale di Torino, e del parroco che ha fatto dipingere il quadro: ma nessuno può ragionevolmente negare che questi ultimi tre, a tutt'oggi, non siano mai stato oggetto di venerazione da parte dei fedeli cattolici (perlomeno quelli sani di mente).

    Insomma, ringraziamo per la collaborazione, ma facciamo presente che il metodo andava bene per la matematica, non per la storia.

    Se poi si voglia cercare in giro (tanto per cambiare, su "google") il testo "croce rovesciata", si troveranno conferme a quanto andiamo dicendo: laddove non si parla dei neocatecumenali, si parla esclusivamente di satanisti e aspiranti tali. Numerosissimi indizi: e sono gravi, precisi e concordanti.

    RispondiElimina
  26. Mamma mia i giapponesi si sono presi la briga di venire addirittura a Roma per discutere la questione dei Seminari NC.! A parte Sikulo che non mi ha ancora precisato l'accento, sig. Veneranda lei almeno abbassi un po il tiro! Prendere in giro I vescovi giapponesi, conferma solo il vostro solito chiamare quei vescovi che non vi vanno a genio come... FARAONI!!! E questo mi sembra il caso!
    Sia piu' diritto allora, dica pittosto che alcuni faraoni si sono scomodati venendo in Vaticano lamentandosi di NIENTE, invece di buttarla sull'ironia e lo scherzo. Hai!

    RispondiElimina
  27. ...come un gruppo che intraprende POTENTI attivita' settarie minando l'unita' della piccola comunita' cattolica in Giappone....
    Alla faccia del contributo datosi dal CN!!!!! Almeno sono dei vescovi a dirlo stavolta, mica "i soliti noi"

    RispondiElimina
  28. Giusto per dare un esempio di quello
    che andiamo dicendo
    guardate il link seguente.
    Persone sedicenti cristiane ma oppositrici
    della Chiesa cattolica
    usano le immagini della croce rovesciata
    di Kiko proprio per accusare
    la Chiesa Cattolica di Satanismo
    e di essere ormai guidata dall'anticristo.
    Notate bene che questi signori
    non sanno nulla di Kiko e del CN.

    Ovviamente si tratta di persone
    poco raccomandabili
    pero' giusto per far capire
    le strumentalizzazioni possibili
    delle strane e quantomeno
    "avventate" (per non dire altro) simbologie Kikiane

    http://www.jesus-is-savior.com/False%20Religions/Roman%20Catholicism/satanism_in_the_vatican.htm

    RispondiElimina
  29. Vescovi giapponesi contro il Cammino Neocatecumenale

    «The Japanese Bishops' Conference sent a delegation last week to discuss with Pope Benedict XVI "the serious problem" they are having with the Neocatechumenal Way and its seminary in Takamatsu diocese».

    Il 29 aprile 2008 la Conferenza Episcopale Giapponese per la seconda volta in cinque mesi ha mandato una delegazione a Roma, da papa Benedetto XVI, per discutere "il serio problema" con i neocatecumenali ed il loro seminario nella diocesi di Takamatsu.

    La notizia è data dall'agenzia di stampa UCANews.

    L'allora vescovo di Takamatsu, mons. Fukahori Satoshi, fin dal 1990 aveva acconsentito all'avvio di un seminario Redemptoris Mater a Takamatsu (520 km a sud di Tokyo, una diocesi di ventisette parrocchie per un totale di cinquemila cattolici - l'un per cento della popolazione cattolica giapponese), nonostante l'opposizione di molti fedeli (notizia riportata qui).

    Nel 2003 il seminario contava 28 studenti, dei quali solo due giapponesi (gli altri provenivano dall'Italia, dall'America Latina e dalla Spagna), e un totale di 26 ordinazioni in 13 anni (preti in genere assegnati alle diverse diocesi giapponesi).

    Nelle sue lettere pastorali del 2000-2001 il vescovo Fukahori aveva criticato (facendo nome e cognome) due dei fedeli che si erano opposti, ed è stato perciò denunciato per diffamazione e condannato a pagare un totale di 800.000 yen di risarcimento danni (poco meno di 5.000 euro); i due parrocchiani che hanno vinto la causa hanno affermato di non essere contenti della vittoria, ma di essere allarmati a causa del seminario Redemptoris Mater.

    «Another matter would be The Neocatechumenal Way (the Way) and the International Takamatsu Diocesan Seminary known as Redemptoris Mater. We have here a serious problem. In the small Catholic Church of Japan, the powerful sect-like activity of Way members is divisive and confrontational. It has caused sharp painful division and strife within the Church. We are struggling with all our strength to overcome the problem but feel that if a solution is to be found, the consideration of Your Holiness for the Church in Japan will be of the utmost importance and direly needed.»

    Sono le testuali parole di monsignor Peter Takeo Okada, arcivescovo di Tokyo, riportate nel sopracitato articolo di UCANews del 29 aprile 2008: "Il Cammino Neocatecumenale è un problema, e lo è anche il seminario Redemptoris Mater "International Takamatsu Diocesan Seminary". Abbiamo un serio problema: nella piccola Chiesa cattolica del Giappone, la potente attività simile a una setta dei membri del Cammino porta divisioni e contrasti. La setta del Cammino ha portato acute e dolorose divisioni e lotte all'interno della Chiesa."

    L'attuale vescovo di Takamatsu, Francesco Saverio Osamu Mizobe (salesiano), ha confermato di aver parlato al Papa proprio del problema del seminario Redemptoris Mater presente nella sua diocesi, che intende chiudere definitivamente. Dopo le discussioni tra i prelati giapponesi, nessuno di loro è disponibile ad accettare la riapertura di quel seminario nella propria diocesi.

    I vescovi giapponesi confermano di essere stati ascoltati dal Papa "molto attentamente" e "per quasi un'ora" su questa questione.

    RispondiElimina
  30. Tripudio, inserisco anche questo tuo secondo contributo, di cui ti ringrazio:

    I simboli comunicano moltissimo.

    Non è stata la massoneria ad inventare il compasso e la squadra, ma se tu li usi nello stemma della tua associazione, chiunque ci vedrebbe un riferimento alla massoneria: e non saresti scusato dall'ignoranza. Hitler non è stato il primo ad usare la svastica: ma se sulla porta di casa tua ostenti un'elegante svastica, chiunque penserà che lì abita un nazista, e non saresti affatto scusato dall'eventuale ignoranza.
    Per cui è indifendibile un Kiko che usa la croce rovesciata, simbolo troppo facilmente riconoscibile come satanico. Pietro si fece "crocifiggere a testa in giù", ma la sua intenzione non era di rovesciare la croce. Kiko ha fatto sedere il successore di Pietro su un trono con la croce rovesciata: e c'è qualcosa di davvero malefico, in questo.

    Il simbolo tipico di Pietro sono le chiavi: conoscerai certamente il simbolo "PE", graffitato frequentemente nelle catacombe romane, con la "E" incastrata nella gamba della "P", a formare il simbolo di una chiave. Le chiavi, la rete da pescatore, la crocifissione a testa in giù.
    Ebbene, Kiko lì non ha proposto un trono con le chiavi (o col pesce, o con altro simbolo cristiano), ma un simbolo che ha preteso di interpretare come il martirio di Pietro; se per assurdo le cose stessero come dice Kiko, allora è come aver augurato al Papa di morire presto.

    I simboli "parlano". Se ci fosse stato il pesce, sarebbe stato come dire a tutti che il Papa è la nostra guida nella fede. Se ci fossero state le chiavi, sarebbe stato come riconoscere il Papa capo della Chiesa voluta da Cristo stesso.

    E invece no. C'era la croce rovesciata, nuda, verticale.
    C'è da supporre che il Papa, messo davanti al "fatto compiuto", abbia per puro spirito di carità evitato di rovinare la festa neocatecumenale, sedendosi lì, ma certamente non sarà stato allegro per lo scherzaccio.

    RispondiElimina
  31. Oops!

    Solo adesso mi accorgo che Papanews aveva già anticipato la notizia (anche se con molti meno dettagli di quanti trovati nelle notizie di UCANews sopra citata):

    www.papanews.it/news.asp?IdNews=7405
    Quattro Vescovi volano in Vaticano per chiedere aiuto alla Santa Sede: “Il Cammino Neocatecumenale è una setta e mina l’unità della Chiesa cattolica in Giappone”

    RispondiElimina
  32. Sicuro Tripudio che hanno anticipato?

    Sbaglio o mi hanno copiato
    la traduzione?
    :)

    RispondiElimina
  33. per la seconda volta in cinque mesi ha mandato una delegazione a Roma, da papa Benedetto XVI, per discutere "il serio problema"

    se la cosa è così seria, come del resto sappiamo bene, scusate se mi scappa che io mi chiedo perché cavolo c'è bisogno ancora di discutere

    e perché c'è bisogno di insistere due (o tre volte come dice Petrus) quando in questo caso non occorre decidere per tutta la cattolicità, ma solo di chiudere un seminario in Giappone???

    Certo si pone anche il "serio problema" in generale, ma intanto se tutti i vescovi del mondo fanno come cavolo gli pare, soprattutto per esempio quando vogliono affossare il motu proprio del Papa pur non avendone la competenza,

    perché cavolo i vescovi giapponesi, nelle rispettive diocesi, non possono chiudere definitivamente o rifiutare l'apertura di un abominevole seminario in Giappone?

    RispondiElimina
  34. Sbaglio o mi hanno copiato
    la traduzione?
    :)

    anche loro di vedetta col cannocchiale puntato, eh ;)

    RispondiElimina
  35. insomma si sa che i vescovi sono andati dal Papa il quale, si dice, li ha ascoltati attentamente... ma perché cavolo non si riesce a sapere come è andata a finire???

    e soprattutto perché cavolo non si riesce a vedere una fine di questa brutta storia, se non altro almeno riguardo al Giappone...

    ho scomodato tutto il verziere del cavoli ;)
    ma sono davvero sconcertato

    RispondiElimina
  36. Vescovi giapponesi ricattati dai preti neocat?

    Dagli articoli che ho parzialmente tradotto, non si capiva che i vescovi giapponesi giunti a Roma erano quattro (si parlava solo di una "delegazione", in cui erano presenti evidentemente l'arcivescovo di Tokyo e il vescovo di Takamatsu).

    Se hanno avuto bisogno di rivolgersi al Papa in persona, è evidente che le pressioni sono notevolissime, e che non avevano altra via d'uscita.

    Da parte mia, posso ipotizzare che lo sparuto manipolo di preti neocat sparsi per il Giappone abbia minacciato di lasciare in blocco le parrocchie (con le gravi conseguenze che possiamo immaginare, in un paese dove i preti scarseggiano).

    Una volta, quando c'era abbondanza di preti, i parroci avevano il terrore di essere allontanati dalla parrocchia, e pertanto obbedivano.

    Oggi, in Giappone (e perfino in Italia, dove ci sono ancora 55mila preti), i parroci che vogliono disobbedire possono comodamente minacciare le dimissioni (lasciando ai vescovi delle brutte gatte da pelare): dopotutto non perdono mica lo stipendio (anche in Giappone ci sarà una sorta di "sostentamento clero")... e nel caso dei neocat, saranno rilocati comodamente altrove dai loro super-catechisti (anche i neocat sono a corto di preti).

    Se quest'ipotesi è vera, i vescovi avranno chiesto una dozzina di preti non-neocat, capaci di parlare il giapponese almeno per quel che serve nell'amministrare i sacramenti. Solo che oggi è un bel problema trovarne... ecco perché Benedetto XVI non avrebbe ancora chiuso la questione (ma sappiamo già quale è il suo "stile": lento ma implacabile).

    RispondiElimina
  37. i parroci che vogliono disobbedire possono comodamente minacciare le dimissioni

    ma se vogliono disobbedire sono pastori o qualcos'altro?

    E siamo sicuri che non sia preferibile gestire una crisi piuttosto che avere pastori che sviano il gregge anziché guidarlo?

    RispondiElimina
  38. il problema, o la soluzione del problema è verificare e capire dove sono incardinati i preti neocat, se nelle diocesi del giappone o in qualche diocesi europea o americana e sono in giappone come missionari.

    nel primo caso devo obbedire ai vescovi in giappone, nel secondo... vengono imbarcati per le diocesi di origine... dove sicuramente verranno "sistemati" a dovere.

    il mio pensiero, ma è solo un pensiero, è che la santa sede lavorerà in questa direzione, cioè nel sganciare i preti dal cammino, dai catechisti e legarli definitivamente alle loro diocesi e costringerli ad incardinarsi e a "riformarsi teologicamente e dottrinalmente".

    kiko, una volta restato senza appoggio clericale, senza la facciata della chiesa-parrocchia che lo copre nelle sue malefatte, è destinato a fallire!

    ma questo è solo un mio pensiero!

    RispondiElimina
  39. Che dire? Mi sa che i cattolici giapponesi sono molto piu' sensibili alle questioni di fedi che noialtri da queste parti. Va da se che immersi in una cultura come quella giapponese non danno la fede di Cristo per scontata come noi. Loro hanno dovuto subire persecuzione e sono morti per la fede Cattolica e il sangue dei loro martiri ha fatto loro aprire gli occhi di fronte ad uno come Kiko, che va in Giappone e racconta di aver scoperto l'acqua calda! Sicuramente avra' fatto male i conti.
    Vuoi vedere che i Vescovi hanno scelto questo momento di andare a Rome proprio perche' sanno che i tempi sono maturi?! Voi che ne pensate? Chissa forse vedranno anche come si comunica Kiko dal Papa e lo useranno contro di lui. Scherzi a parte vorrei tanto sentire come urlera' e "heheheheh-ra'" il tizio che si firma harakiri. Questo e' una delle faccie-piu'- toste-non-si-puo' di tutti questi signori che si affacciano su questo blog!
    Insomma FORZA GIAPPONE!

    RispondiElimina
  40. >>Il problema sta nei significati storicamente sovrapposti.
    Nel IV secolo ci si riferiva all'Apostolo Pietro (e non al papato), ed i satanisti come oggi li conosciamo non esistevano ancora. Per giustificare la scelta di Kiko occorrerebbe trovare invece croci rovesciate riferite al papato nell'ultimo secolo,...<<

    Questa è puro pregiudizio. Mic, dimostra che Kiko si sia riferito alle croci sataniste e non a quella del carcere mamertino. Tu lo dai per scontato dato che Kiko comunque DEVE essere eretico. Invece devi dimostrare le intenzioni di Kiko.

    La croce del carcere mamertino è antica, ma è visibile OGGI. È un simbolo che parla OGGI ai molti visitatori del carcere... È OGGI una catechesi per moltissime persone (molte di più di quelle che hanno visto la croce rovesciata di Kiko): non dovreste adoperarvi perchè sia rimossa da quell'altare? O almeno che venga girata? Oppure che venga posta una targa che metta in quardia sulla "ambiguità" del segno?

    Ciao

    RispondiElimina
  41. Questa è puro pregiudizio. Mic, dimostra che Kiko si sia riferito alle croci sataniste e non a quella del carcere mamertino. Tu lo dai per scontato dato che Kiko comunque DEVE essere eretico. Invece devi dimostrare le intenzioni di Kiko.

    non sono io a dover dimostrare nulla.

    io ed altri abbiamo notato che Kiko ha usato un simbolo ambiguo (e non è l'unico)

    Adesso avete scoperto quella croce nel carcere Mamertino (che tra l'altro non è uno dei luoghi storici della presenza di Pietro a Roma, essendo del IV secolo) e nell'iconografia cristiana antica riferita all'Apostolo di quella croce, come suo simbolo, non c'è traccia. Tra l'altro, se anche l'occhio vuole la sua parte, è evidente che quell'altare è più recente del contesto in cui si trova...

    Ma, tralasciando il carcere
    Mamertino, che esce fuori soltanto ora, dopo anni di critiche, quasi sia sia scoperto un asso nella manica e invece non significa nulla alla luce dell'iconografia cristiana più conosciuta e attendibile anche come datazione... resta ancora da spiegare la sottolineatura al martirio piuttosto che alle prerogative (Guida, Primato-Chiavi) del Vicario di Cristo.

    Non abbiamo detto che Kiko si sia ispirato con certezza alle croci sataniste, abbiamo sostenuto che OGGI quel simbolo è notoriamente usato e strausato dai satanisti, mentre nelle fonti antiche più accreditate non è sato mai come simbolo affiancato all'Apostolo Pietro

    quindi forse sceglierlo, se non inidice di ambiguità, quanto meno è stato indice di cattivo gusto

    RispondiElimina
  42. In ogni caso non posso fare a meno di notare che è l'unica delle nostre denunce, e forse tra le più marginali, che acquista rilevanza solo se collegata ad altri dati anomali, che certo non mancano, che avete tentato di confutare

    RispondiElimina
  43. È un simbolo che parla OGGI ai molti visitatori del carcere...

    catechesi una croce rovesciata?
    de che?
    del martirio a testa in giù, che tra l'altro era molto in uso a Roma?

    non ti pare che ci sia ben altro su cui soffermarsi a catechizzare sul Primo Vicario di Cristo in terra?

    RispondiElimina
  44. "non dovreste adoperarvi perchè sia rimossa da quell'altare? O almeno che venga girata? Oppure che venga posta una targa che metta in quardia sulla "ambiguità" del segno?"

    regola n.15:

    spostare l'attenzione su un altro aspetto del problema (magari costruendolo appositamente) per distoglierla dall'argomento principale.

    meglio ancora condire il tutto con una buona dose di ironia denigratoria

    RispondiElimina
  45. Anche in Australia i neocat annunciano le catechesi senza dire chi sono.

    Paese che vai, usanze che trovi? Macché!

    Le losche tattiche del Cammino Neocatecumenale sono uguali in tutto il mondo.

    In tutto il mondo annunciano le loro "catechesi" (cioè fanno "reclutamento") senza dire chi sono!

    Solo chi conosce quell'orrenda icona kikiana (e la dizione ambigua "catechesi per adulti") li può riconoscere.

    Ecco la traduzione:

    Pare che i neocat di Redfern (presso Perth, in Australia) abbiano cominciato il reclutamento in grande stile. Resta solo da capire quanto ciò sia compatibile col fatto che la parrocchia di San Vincenzo non è una parrocchia neocatecumenale.

    Circa due settimane fa sono stati distribuiti a Redfern poster e volantini. Una piccola banda di menestrelli fai-da-te, neocatecumenali, guidata da un parroco strimpellante una chitarra, ha fatto una processione lungo le strade, invitando gli abitanti - che non sospettavano niente di strano - ad un barbecue nel parco di Redfern, per lanciare una "Catechesi per adulti" (barbecue a cui hanno partecipato alcuni curiosi, interessati però solo al mangiar gratis).

    Testo sui volantini:

    Oggi il Signore ti invita ad ascoltare l'annuncio dell'amore che Dio ha per te... a scoprire Cristo vivo e presente nella tua vita... a fare esperienza della Chiesa Cattolica che può dare profondo significato alla tua vita...

    Vieni ad ascoltare la serie di catechesi, lunedì e giovedì sera dalle 19:30 alle 20:30, a partire dal 13 agosto 2007... trasporto e babysitter garantiti dal parroco

    La notizia è stata pubblicata su The Church Mouse, sito dei parrocchiani.

    RispondiElimina
  46. A proposito del tizio che ho citato.

    Si tratta di un parrocchiano che si firma the Church Mouse, letteralmente, "topo di chiesa", o più esattamente "topo di sacrestia".

    Appartiene alla parrocchia di san Vincenzo a Redfern, presso Perth, in Australia. L'aver avuto una pessima esperienza con i neocatecumenali non ha tolto ai parrocchiani il buonumore e la graffiante ironia - il loro sito infatti è alquanto sui generis, riportando lettere di neocatecumenali infuriati, e risposte altrettanto corrosive.

    Caso notevole, a maggio 2007 i parrocchiani hanno scritto a vari cardinali romani (tra cui il cardinal Levada) per lamentarsi (inutillmente, purtroppo) di aver ricevuto "preti del Cammino" come parroco e viceparroco (inviati lì dal loro cardinale George Pell). Dopo aver avuto per trent'anni un parroco eccellente, si ritrovavano all'improvviso con preti neocatecumenali e le loro «incompatibili, aliene, autocratiche, giansenistiche e spesso abusive» pratiche neocat.

    Preti neocat che hanno «imposto una forma religiosa aliena e ostile, così come per la liturgia», umiliando i ripetutamente i parrocchiani, spostando il Tabernacolo nella sacrestia, eliminando la messa prefestiva, cambiando le serrature per evitare che i parrocchiani avessero accesso alle sale parrocchiali...

    Uno dei preti neocat si è permesso addirittura di sfasciare una croce e un tavolino (opere degli aborigeni) pur di non vederle più usate nella liturgia.

    La lista è lunga: vengono riportati insulti e prepotenze neocatecumenali, rifiuti neocat di dialogare, addirittura insulti razzisti contro gli aborigeni, annunci delle catechesi con l'icona di Kiko senza precisare "Cammino Neocatecumenale"...

    Le stesse cose che succedono in Italia!

    RispondiElimina
  47. Grazie, Tripudio, l'episodio australiano forse andrebbe meglio documentato e inserito sia qui sia nel sito in modo che non se ne perda la testimonianza.

    RispondiElimina
  48. CROCE ROVESCIATA ANCHE SUGLI ARREDI LITURGICI NEOCATECUMENALI

    Se da un lato potrebbe essere tollerata,spiegata(ma non giustificata) la croce rovesciata posta sullo scranno destinato al Papa con riferimento ad analogo uso medioevale, NON E' ASSOLUTAMENTE GIUSTIFICATO l'uso di tale simbolo su molti degli arredi liturgici neocatecumenali disegnati da Kiko e diffusissimi fino a qualche tempo fa in parecchie comunità. Mi riferisco,ad esempio, al panno usato quale coprileggio o addirittura alle stole usate dai presbiteri durante le penitenziali o altre celebrazioni.

    RispondiElimina
  49. Caro Mic,
    "quindi forse sceglierlo, se non inidice di ambiguità, quanto meno è stato indice di cattivo gusto"

    prendo atto dell’affermazione che forse si è trattato semplicemente di cattivo gusto. Questo si può accettare: i gusti sono gusti.

    "non sono io a dover dimostrare nulla"

    Chi insinua deve dimostrare. E voi insinuate fortemente molte cose a riguardo della persona, delle intenzioni profonde di Kiko, Carmen e Padre Mario e altri.

    "regola n.15: spostare l'attenzione su un altro aspetto del problema (magari costruendolo appositamente) per distoglierla dall'argomento principale."

    Questa critica è da rimandare a chi ha posto il problema di quella croce e di chi la prende a pretesto (in un blog per es.).

    "meglio ancora condire il tutto con una buona dose di ironia denigratoria"

    Si tratta di evidenziare delle esagerazioni con un po di buon umore. Denigrazione è invece usare ogni pretesto per insinuare ciò che non si può dimostrare. E cioè le intenzioni profonde di una presona. Come per esempio lo scoop sulla comunione a braccia conserte. Caso simile.

    Ciao

    RispondiElimina
  50. Volevo far notare che la segnalazione di San Pietro al carcere Mamertino era già stata fatta nel 2000 quando furono sollevate per la prima volta le critiche.
    Potete confrontare i vari Blog dell'epoca. Tuttavia come dite spesso: è una fatica dover sempre ripetere le stesse repliche (non c'è peggior sordo di chi..).
    Tuttavia vi segnalo che la croce rovesciata come simbolo di S.Pietro si trova anche nello stemma del "Circolo San Pietro", che si occupa della
    beneficenza da quasi 140 anni (il famoso Obolo di San Pietro). Anche qui non credo si possa dire che siano satanisti.

    RispondiElimina
  51. mi sono dimenticato anche delle medaglie che vengono date ai volontari "Ospitalieri che fanno servizio agli ammalati a Lourdes.

    RispondiElimina
  52. C'è altro? Magari anche sui souvenirs che si vendono nella kasbah intorno a Piazza San Pietro?

    RispondiElimina
  53. "Chi insinua deve dimostrare. E voi insinuate fortemente molte cose a riguardo della persona, delle intenzioni profonde di Kiko, Carmen e Padre Mario e altri."

    noi non insinuiamo nulla: osserviamo e denunciamo.

    Ma state armando una questione di stato su una questione, ripeto, molto secondaria rispetto alle altre denunce da noi fatte sulle catechesi e sulle prassi del cammino,

    ben più sostanziose per quanto riguarda la sua aderenza o meno alla fede cattolica e che hanno a che vedere con questo problema

    e non sono insinuazioni su intenzioni profonde di nessuno, ma constatazioni sottolineate

    E questa è l'unica questione su cui siete così doviziosi di interventi argomentati. E, ancora una volta, stiamo constatando come prevalga la difesa ad oltranza del'infallibilità del vostro iniziatore...

    Del resto abbiamo anche detto: transeat l'uso di quel simbolo sullo scranno del papa, che di cattivo gusto e ambiguo è e resta,

    ma ancor più sospetto e inquietante è l'uso di quello stesso simbolo, nelle catechesi riferito alla Parrocchia e alla chiesa

    e presente anche in alcuni arredi liturgici che nulla hanno a che vedere con accenni al martirio dell'Apostolo Pietro...

    RispondiElimina
  54. Siccome con i nc non bisogna mai fidarsi tanto, sono andata a cercare le foto.
    Lo stemma del circolo di S.Pietro è in rete,
    e non è esattamente una croce rovesciata
    e non è niente di simile alla croce rovesciata di Kiko.

    Ma per amore di Kiko si può dire qualunque cosa, vero sd e caravan?

    RispondiElimina
  55. Si tratta di evidenziare delle esagerazioni con un po di buon umore. Denigrazione è invece usare ogni pretesto per insinuare ciò che non si può dimostrare. E cioè le intenzioni profonde di una persona. Come per esempio lo scoop sulla comunione a braccia conserte. Caso simile.

    sulla differenza tra insinuazioni e denunce ho già detto

    Quanto alle intenzioni profonde di una persona, una persona pubblica, per di più con la responsabilità nientepopodimenoche di "iniziatore" cosiddetto cristiano del vostro,

    e col clamore che fa e suscita, non ci si può poi lamentare se la sua persona, ma ancor più i suoi atti e quello che insegna - compreso quello che si è inventato -, è oggetto di attenzione e di valutazione in rapporto appunto a quello che predica e fa professare, pretendendo peraltro di estenderlo all'intera chiesa cattolica!!!

    RispondiElimina
  56. anche per odio verso kiko si può dire di tutto cara Michela.
    Purtroppo per te, quella del Circolo San Pietro è proprio una croce rovesciata (il simbolo di San Pietro).
    Se non ci credi prova a chiederlo proprio a loro.
    Strano che ti sia limitata a dare solo un occhiata senza approfondire.

    RispondiElimina
  57. vorrei sbagliarmi, ma non è improbabile che quello stemma sia stato suggerito da qualcuno ad un ceromoniere alquanto ricattabile

    RispondiElimina
  58. anche per odio verso kiko si può dire di tutto cara Michela

    qui NESSUNO ODIA Kiko e neppure i NC

    qui si denunciano, documentandole, le differenze con la Fede cattolica!

    RispondiElimina
  59. Sei sicuro Leandro?
    più di 100 anni fa?

    RispondiElimina
  60. prima di dare per buona la tua affermazione dovrei controllare, ma me ne manca il tempo e la voglia.

    Tutto questo tuttavia non toglie nulla a quanto detto sul simbolo nei modi in cui viene usato nel vostro contesto

    RispondiElimina
  61. SE anche, ripeto SE anche, si arrivasse a pensare alla buona fede di chi ha messo sul seggio del Papa una croce del genere, che oggi di certo si sa appartiene ai satanisti, COME CI SI PERMETTE DI METTERLA SULL'AMBONE?? li' non c'e' simbolismo petrino che tenga, essendo l'Ambone rappresentante non il Papa, NOn Pietro, ma essendo la Sede della Parola. Ecco allora che nonostante la ricerca di negarlo, si capisce lo sfregio e la blasfemia di quella croce che e' stato insulto al Papa red alla Chiesa tutta ed a Gesu' Cristo direttamente.
    Antonio

    RispondiElimina
  62. AD HARAKIRI: ti sei proprio suicidato. Se li dichiarera' seminari pontifici, ipso facto saranno tolti ai neocatecumenali e di autorita' acquisiti e dati in cura e nella responsabilita' di chi il Papa scegliera'. E si sa bene non scegliera' kiko per le note lamentele dei suoi confratelli Vescovi. Antonio Casini

    RispondiElimina
  63. Errata corrige: si trattava di Redfern, sobborgo di Sidney, nell'est dell'Australia, non di Perth come avevo erroneamente scritto la volta scorsa; la sezione riguardante Perth (nel lato opposto dell'Australia, a circa quattromila chilometri da Sidney) non l'ho ancora tradotta (anche se il testo è molto più breve).


    Il caso australiano descritto qui sotto è purtroppo abbastanza esemplare di come vanno le cose quando arrivano i neocatecumenali, in una qualsiasi parte del mondo.

    Nella parrocchia di san Vincenzo de' Paoli a Redfern (sobborgo di Sidney, in Australia, parrocchia popolata per lo più da aborigeni australiani, di colore) hanno avuto per oltre trent'anni (dal 1971 al 2003) un buon parroco. Quando questi ha raggiunto i limiti di età, l'ordinario del luogo (il cardinale George Pell) ha inviato due preti neocatecumenali a sostituirlo; i due, in momenti diversi, sono stati poi sostituiti con altri due preti neocatecumenali.

    Tutti i preti neocatecumenali in questione hanno portato un modo di fare «incompatibile, alieno, autocratico, giansenistico» e «pratiche abusive» che «portano divisione». Nessuno di loro ha mai mostrato «sensibilità e rispetto» per i parrocchiani e la loro spiritualità: i preti neocatecumenali «ci trattano come lebbrosi».

    Le liturgie e pratiche di pietà degli aborigeni sono state «ignorate con silenziosa ostilità o accolte con manifestazioni di violenza, rabbia e ignoranza»: i preti neocatecumenali chiamano «pagani» gli aborigeni.

    I preti e laici missionari del Cammino Neocatecumenale (una «setta» «invadente» e «segreta») hanno imposto una forma religiosa «aliena e ostile», così come una liturgia «estranea». Vengono letteralmente «urlate» ai parrocchiani «istruzioni e regole»; la «violenza verbale» e le espressioni «razziste» su di loro sono ormai «un fatto comune», e si è arrivati perfino all'«aggressione fisica» dei parrocchiani, «soprattutto le donne, incluse le molte suore anziane» che hanno vissuto e lavorato in parrocchia per tanti anni. I preti neocatecumenali hanno rifiutato ogni occasione di dialogo (uno di loro, per esempio, affermava: «sono io il parroco, e pertanto vi devo solo dire cosa dovete fare»).

    I preti neocatecumenali hanno eliminato la messa prefestiva del sabato per oltre due anni (c'è ora una messa del sabato sera, alla quale però pare che «i parrocchiani non siano benvenuti»). In almeno tre occasioni un prete neocatecumenale si è rifiutato di proseguire la celebrazione della Messa, piantando a metà la celebrazione. I preti neocatecumenali rifiutano regolarmente la Comunione ad alcuni fedeli aborigeni, umiliandoli pubblicamente, facendo basse insinuazioni sulla loro preparazione ai sacramenti.

    Hanno «spostato il tabernacolo» in una minuscola stanza attigua alla sacrestia (e «chiusa a chiave»), «negando di fatto l'accesso ai fedeli». Già al loro arrivo, cambiarono tutte le serrature dei locali parrocchiali, per impedirne l'accesso ai fedeli, ostacolando così il servizio della mensa dei poveri, e addirittura ridicolizzandolo col dire che quel servizio «lo può fare anche un ateo». Hanno «punito» (loro testuale parola) alcuni fedeli, rei di riunirsi in un gruppo di spiritualità benedettina di meditazione del Vangelo, impedendolo per anni.

    «I preti neocatecumenali hanno smantellato una per una tutte le nostre tradizioni e pratiche di pietà». Per quattro anni si sono rifiutati di celebrare battesimi, prime comunioni, matrimoni e funerali per gli aborigeni (ma hanno regolarmente celebrato un battesimo per una famiglia neocatecumenale).

    Hanno sfasciato una croce e un tavolo che erano stati creati dagli aborigeni ed utilizzati nelle loro liturgie, addirittura denunciando alla polizia (con una falsa versione dei fatti) un aborigeno che aveva osato lamentarsi dell'accaduto. Una parrocchiana, stufa dei maltrattamenti, ha querelato uno dei preti, che prontamente ha ottenuto il trasferimento nientemeno che alle... comunità neocatecumenali del Nepal (cfr. sezione "Ticket to heaven" qui), mentre nel frattempo arrivava dal tribunale il giudizio favorevole per la parrocchiana.

    I pochi laici neocatecumenali si limitano alla celebrazione della Messa ed evitano accuratamente ogni altra attività parrocchiale.

    Testuali parole: «Abbiamo fatto esperienza di quanto sia dannoso e fonte di divisione il Cammino Neocatecumenale. La Chiesa non può crescere con le loro pratiche da setta fondamentalista. La qualità (tanti preti e tanti seminaristi) non può mai supplire alla qualità. La loro formazione e la loro attitudine quanto ad interessi pastorali, teologia, missione, appare terribilmente inadeguata, e chi come loro non è stato scelto sulla capacità di guidare una comunità, può solo procurarci dolori e difficoltà. Una formazione così povera non può che danneggiare tutti i cattolici».

    Tutte le lettere al cardinale Pell per metterlo al corrente dei fatti sono state ignorate, o hanno visto una risposta evasiva, o hanno visto promesse di cambiamenti mai mantenute. In un caso il cardinale Pell ha ammesso l'esistenza di un "piccolo gruppetto" (sic) ostile ai preti neocatecumenali, mentre secondo lui il resto della parrocchia avrebbe "ottime relazioni" con i neocatecumenali.

    Pertanto, a maggio 2007, i parrocchiani hanno esposto per lettera la loro situazione al cardinal Levada (Congregazione per la dottrina della fede), al cardinal Re (Congregazione per i vescovi) e al cardinal Rode (Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica) e, in copia, anche al cardinal Pell. Il tutto condito con centosessanta firme del cosiddetto "piccolo gruppetto".

    Il testo delle loro lettere (da cui le citazioni sopra riportate) sono sul sito internet della parrocchia "The Church Mouse".

    Dopo sette mesi giunge da Roma una sola risposta, molto fredda, da parte di mons. Mauro Piacenza, segretario della Congregazione per il clero (il cui testo è riportato sul The Church Mouse; da notare che si tratta di un'altra congregazione, non una delle tre a cui avevano scritto i parrocchiani). Mons. Piacenza dice di aver esaminato il caso e concluso che:
    1) è al cardinal Pell che è stata affidata la diocesi, ed è lui che decide come assegnare i ministeri e organizzare i carismi
    2) chi vive fuori dai confini di una parrocchia, non ha titolo per parlare della parrocchia
    3) è una difficile situazione pastorale, ed il dicastero non ha motivo di obiettare alle decisioni di Pell
    4) la congregazione pertanto considera chiuso il caso.

    Questi i fatti.

    RispondiElimina
  64. Aggiungo qualche mio breve commento personale.

    In casi delicati come questi, la forma è essenziale quanto il metodo (raramente basta la gravità dei fatti). Le congregazioni vaticane traboccano di lettere di protesta di parrocchiani dalla penna facile infuriati per i motivi più insulsi (e questo è anche un motivo del ritardo nelle risposte), e pertanto non possono non guardare con fastidio l'ennesimo caso di lamentele su parrocchie, preti e vescovi. Pertanto, al primo appiglio (per esempio l'aver "scavalcato" i gradini della gerarchia, o il non aver tentato fino all'impossibile la conciliazione e l'obbedienza all'ordinario del luogo, oppure l'aver utilizzato un linguaggio che l'accusato potrebbe giudicare offensivo), chiudono la questione con un "arrangiatevi, obbeditegli, pazientate".

    Nel caso sopra citato, i parrocchiani si sono rivolti a tre congregazioni: quella per i vescovi (con l'evidente intento di chiedere che venga "svegliato" Pell sul caso), quella per la dottrina della fede (senza purtroppo circostanziare gli errori dottrinali dei neocatecumenali, e senza avvisare quella per il Culto Divino sulle storture liturgiche), e quella per gli istituti di vita consacrata (che non c'entra niente col Cammino). Siccome l'accusa è ai quattro preti (Pell semplicemente non ha soddisfatto le richieste dei parrocchiani, per motivi che non è neppure tenuto a pubblicare), la lettera è stata giustamente passata alla Congregazione per il Clero, la quale avrà immediatamente chiamato il cardinal Pell per chiedergli cosa ne pensa del caso.

    Per qualche motivo a noi ignoto, Pell ha creduto opportuno rispondere che la mittente della lettera (e prima firmataria dei centosessanta) "vive fuori dai confini della parrocchia", provocando esattamente quella risposta di mons. Piacenza.

    Certamente Pell è a conoscenza sia del malumore dei parrocchiani, sia dei motivi di quel malumore (le denunce, il trasloco in Nepal, la polizia in parrocchia). Ciononostante, preferisce lasciare in quella parrocchia in balia dei preti neocatecumenali, considerandolo il male minore (se non addirittura un bene).

    Possono esserci tanti motivi per rendere comprensibile un comportamento del genere, e non tutti presuppongono la "cattiveria" del vescovo: per esempio la terribile scarsità di preti, le "pressioni" del Cammino (o le sue lusinghe pecuniarie), altri problemi col clero (nessun prete forse vuole andare lì)...

    Quello che ci interessa, nel caso sopra esposto, è il paragone con situazioni simili in Italia.

    Infatti in Italia succedono le stesse cose!

    Qui, come lì agli antipodi, i preti neocatecumenali maltrattano i "cristiani della domenica" (una razza inferiore, secondo la visione kikiana); qui, come lì, i preti neocatecumenali disprezzano la devozione dei semplici, e spazzano via tutte le pie pratiche non "neocatecumenalizzabili"; anziché curare il gregge loro affidato, lo dividono (tra neocatecumenali e "gente da neocatecumenalizzare" a forza). Qui, come lì agli antipodi, i preti neocatecumenali accettano l'incarico di parroco solo per curare i neocatecumenali della parrocchia, infischiandosene degli altri. Considerano con fastidio perfino la celebrazione di sacramenti per i non-neocatecumenali. E infine, quando anche la parrocchia intera fosse contro di loro, vanno in giro dicendo falsamente che sono osteggiati solo da un piccolo gruppetto di scalmanati, e che tutti gli altri sarebbero sommamente d'accordo col Cammino. Infine, se un prete neocatecumenale fa pasticci nella "missione neocatecumenale" qui, viene comodamente spedito in "missione neocatecumenale" altrove, a far danni da qualche altra parte nel mondo.

    Tutto questo non fa che confermare chi critica i preti provenienti dai seminari neocatecumenali Redemptoris Mater.

    RispondiElimina
  65. A onor del vero, il seggio con la croce rovesciata non è opera di Kiko ma bensì di Edoardo Riccoboni.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.