venerdì 3 settembre 2021

Dall'empirismo al vampirismo - Parte 2/2. Dalla "Catechesi sul Cammino" del secondo scrutinio neocatecumenale (VI)

Proseguiamo con la lettura della Catechesi sul Cammino dagli Orientamenti alle équipes di catechisti per il secondo scrutinio battesimale del Cammino Neocatecumenale (1977)In questa catechesi Kiko tratteggia le modalità di proseguimento successive al secondo passaggio, in un lungo e contorto discorso dal quale abbiamo estrapolato sette aspetti salienti. Kiko presenta ai fratelli un Cammino di:

1) Estenuante battaglia contro un "dio" che, per renderli umili e sottomessi, li storpia.
2) Opposizione agli sforzi verso la santità, considerati idolatrici.
3) Sovversione della giustizia divina e del libero arbitrio.
4) Accettazione supina (salvo privilegi) dei peccati altrui, presentata come amore al nemico.
5) Inclusione di criminali impenitenti, perché nessuna vittima è migliore del suo carnefice
6) Precarietà, spirituale e materiale, imposta come stile di vita. (Parte I , Parte II qui di seguito)
7) Liberazione dai Estorsione dei beni materiali, coperta dall'arcano.

Siamo alla seconda metà della sesta parte: Un cammino di precarietà, spirituale e materiale, imposta come stile di vita.

Nella parte precedente abbiamo osservato che il punto di partenza del viaggio di Kiko è il rifiuto di un cattolicesimo da egli considerato come un nemico ideologico poiché identificato, impropriamente, con certe esasperazioni "legaliste" della religione. Aggrava tale percezione il precedente fallimento di entrambi i fondatori del Cammino Neocatecumenale nella via della consacrazione religiosa.

Ritenendo le proprie esperienze come conclusive per un verdetto di colpevolezza contro la Chiesa Cattolica, i due fondatori del Cammino Neocatecumenale si sentono investiti della missione di rivoluzionarla dando origine ad una Chiesa2.0 modellata sulle forme dei fondatori, una chiesa parallela nella quale, secondo le false promesse dei due falsi profeti, vige il primato dell' intuizione e dell' esperienza personale sulla logica, sulla Tradizione e sulla legge.

Una chiesa della libertà e della precarietà, vale a dire, libera da dogmi e da mediazioni dottrinali, nella quale è Dio stesso a rivolgersi direttamente al suo popolo in ogni giorno nella sua storia, tramite i fondatori del Cammino Neocatecumenale ed i loro emissari, i catechisti - che nel Cammino si insegnano essere ispirati direttamente dallo Spirito santo. Al vaglio di questi ultimi deve passare ogni aspetto della vita di ogni singolo fratello. (Il finale già lo conosciamo: sarà l'obbedienza  totalitaria - ed impropria- ai catechisti, rinominata come "affidamento al Signore"). 

A pag. 187:

[I Carismi, NDR] Dio molte volte non li dà ai Vescovi, li può dare a un tipo qualsiasi. [...] Come disse l'Arcivescovo Morcillo: "Io non ho ricevuto il carisma, lo avete ricevuto voi"

Agitando lo specchietto per le allodole della sperimentazione personale e della liberazione dalle istruzioni preconfezionate, il guru sta quindi attirando i fratelli per le vie pericolose della sua setta e lontano dalla Chiesa cattolica.

Esodo neocatecumenale dietro al Pifferaio di Hamelin

Sotto questi due falsi pretesti vengono infatti instaurate nel Cammino prassi abominevoli come gli scrutini con violazione del foro interno (pagg. 167-190) niente affatto previsti dalla Chiesa Cattolica, il pericolosissimo Rito del Sale (pagg. 113-120) dal millantato valore esorcizzante, nel quale i fratelli sono (o sono stati, per decenni) invitati a rivolgersi direttamente al demonio, il ruolo invasivo dei catechisti che sconfinano impropriamente nel territorio dei presbiteri... 

Nonostante le vanagloriose promesse di liberazione da parte dei fondatori, alla prova dei fatti sarà proprio l'esperienzialismo lo strumento da essi utilizzato per imporre, nella storia personale dei fratelli, il ruolo del Cammino Neocatecumenale quale interprete diretto ed esclusivo della voce di Dio. 

A pag. 146:

Volevo dirvi che essere cristiani è vivere nella precarietà, ossia nella libertà, e che questa libertà Dio non ce la può mai togliere. Allora vuol dire che dopo questo scrutinio io sono quello di prima? No, non sei quello di prima. Tu hai visto un'azione di Dio su di teIl Signore ti ha liberato, il Signore ti ha esorcizzato, il Signore ha fatto crescere il tuo Battesimo
Questo tu lo vedrai esenza questotu non potrai arrivare all'ultima tappaSenza che facciamo tutto questo con te. Tu hai bisogno di ciò per arrivare alla tappa seguente. Ora tu entri in una fase di combattimento. Sai che cosa è il combattimento? Lottare. Tu devi combattere. Il Signore combatterà contro i tuoi demoni.
Quello che il rito [del sale, NDR] ha significato non termina, questo è ciò che continuerà. Il rito attuerà in te per tutto questo tempo. Perché i riti non solo hanno un potere al presente ma hanno anche un potere sul passato verso l'avvenire. Questo rito si proietta in avanti in modo che tu sappia che il Signore ha fatto una alleanza con te. 
Non dubitare del Signore perché Lui ti ha giurato e promesso nel sale che ti darà il Regno dei Cieli e che ti farà sale della terra. Coraggio.
A pag. 149:
Il cammino catecumenale ci insegnerà a vivere il cristianesimo nella precarietà, nell'oggi, nell'adesso. Adesso sto sperimentando l'amore di Dio, rendo grazie a Dio che ho sentito questa mattina l'amore di Gesù. In che senso? Che Gesù mi ama e basta. Se tu sentissi che Dio ti ama e questo ti bastasse, il fatto che ti ama, che Dio non ha bisogno che tu cambi, che ti ama e basta, sarebbe sufficiente. Ti ama immensamente e non permetterà che tu sprofondi.  
Uscire dal moralismouscire dalla legge per entrare nella gratuità totale, nell'amore che Dio ha per te. Questo è ciò che speriamo che il cammino catecumenale vi possa dare poco a poco.

Sotto quale forma viene instillata la precarietà nelle menti dei fratelli in cammino?
Servendosi di figure bibliche e lavorando per emulazione. Avendo il Cammino abolite la logica, la Tradizione, la responsabilità e l'iniziativa personale, succede che la vita spirituale dei fratelli - e, di conseguenza, la vita tutta - si svolge per imitazione di modelli biblici (deformati, perché le esegesi sono sbagliate) - e non solo: anche sotto la suggestione di numerosi esempi e contro-esempi di vita quotidiana, addirittura presi dalle confessioni o da altri scrutini, più o meno inventati e proposti durante le catechesi . 

Il guru insiste sulla precarietà quale caratteristica irrinunciabile dei viaggi biblici del popolo ebraico dei tempi di Abramo e di Mosè, esperienza che le comunità sono chiamate a rivivere, ricalcandone ruoli e modalità. Questo va a sommarsi alla rievocazione neocatecumenale della vita delle comunità protocristiane. Ed ecco quel che resta del cristianesimo dopo aver programmaticamente abolito diciassette secoli di tradizione della Santa Madre Chiesa (v. catechesi iniziali).

Sottolineiamo che questa modalità non è un accessorio o una moda degli anni '70 ma è realmente intrinseca al Cammino. Ribadirà infatti lo stesso Kiko decenni dopo, nella catechesi di inizio corso 2017-2018:
Ci sono tre voti: obbedienza, castità e povertà. Ma la povertà non è vivere poveramente con i pantaloni rotti, senza soldi, o vivere in una casa povera, malfatta, no. Non è questa la povertà cristiana, la povertà è accettare la precarietà, la precarietà che tu cammini in una religione in cui Dio va davanti a te ed è Lui che mostra quello che vuole e come vuole.

Vediamo quindi alcuni formati della suggestione epica neocatecumenale:
Abramo è ogni singolo fratello chiamato a mettersi in marcia, istantaneamente e senza porre domande, rinunciando alle sue certezze, ad ogni chiamata degli "angeli". A pag. 129 un Kiko in preda alla confusione verbale, annuncia, ai fratelli che ricopriranno il ruolo di Abramo:
Questa celebrazione è una Parola che Dio sta dando a ciascuno di voi, personalmente. Tu sei Abramo, ora. Questa Parola che abbiamo appena ascoltato è una Parola che si compie in noi, visto che la discendenza di Abramo è Gesù Cristo. Di Lui ha fatto un popolo più numeroso delle stelle del cielo. E noi siamo del popolo d'Abramo, stiamo entrando in questo popolo.
Gli angeli, ovvero i (falsi) profeti, sono i fondatori e le loro diramazioni, i catechisti, ai quali lo "spirito" suggerirebbe in tempo reale la direzione del cammino, l'interpretazione della Parola ed i consigli sulla vita dei fratelli. Con queste premesse, pretendono obbedienza. Ormai è finalmente svelato che i catechisti sono non profeti ispirati ma ligi ripetitori dei mamotreti (non più) segreti.

Il popolo eletto è l'insieme delle comunità, delle piccole "tribù di Israele" a tenuta stagna, i  componenti delle quali sono pressoché sempre gli stessi, perlomeno tra una fusione e la successiva, perché nel Cammino si insegna che Dio salva a grappoli. Il popolo neocatecumenale è "eletto" perché gli viene fatto credere che solo all'interno del Cammino sia possibile una vera vita di fede e che solo loro abbiano accesso ad una relazione diretta con Dio. È in questa illusione che si radicano il tipico pensiero magico dei camminanti ed il disprezzo per la Parrocchia, la quale, pur essendo anch'essa un popolo, viene considerata dal Cammino come strutturalmente difettosa, inefficace e da trasformare in "comunità di comunità (neocatecumenali)" (v. catechesi iniziali). 

Mosè in Egitto secondo Gioacchino Rossini, anche lui compositore
- però di categoria superiore e che non ha fondato nessuna setta pseudocristiana.

Il Faraone è qualunque potente ecclesiastico, tipicamente un Vescovo che, a detta dei prepotenti del Cammino, tenta di impedire il "santo viaggio" del "popolo eletto". Nel mondo reale è solo un' autorità responsabile, che tenta di arginare l'imperversare della setta neocatecumenale.

"Esci dalla tua terra e va' dove ti mostrerò".  Mettersi "in viaggio" significa andare dietro a Kiko che racconta di prendere ordini direttamente da Dio. Nessuno e neppure la Chiesa "approvante e plaudente" ha il diritto di impartire lezioni al "popolo eletto" o di contraddirlo in quanto esso prende ordini solo da Dio direttamente, tramite i profeti interpreti della Parola per la vita dei fratelli (es. pagg. 11, 20, 25, 45,  126). A pag. 159:
Una cosa importante: non si tratta, riguardo a questo fatto della Parola, di essere esaurienti. Noi non vogliamo che voi vi avviciniate alla Scrittura con una mente grecanel senso di imparare delle cose. Questo non lo fate per imparare molto, per conoscere molto. Qui non si tratta di sapere delle cose. Lo dico per quelli che hanno meno formazione: non si fa questo per darvi una formazione. La Scrittura racchiude la Parola di Dio. Solamente con il fatto che voi vi sediate con la Parola, all'aprirla e leggerla Dio già sta parlando, siete in contatto con il Signore. 
Commentiamo solo che conoscere Dio leggendo la Parola e ciò che di lui hanno scritto i suoi Santi, cioè avendo una "mente greca", equivale ad amarLo.

Dalla precarietà alla prosperità: il miraggio della terra promessa e del centuplo quaggiù.
Per indurre i fratelli alla precarietà, il Cammino si serve di entusiastiche promesse (elettorali) sulla prosperità che attenderebbe il popolo in cammino al termine del suo santo viaggio - meta che però non arriverà mai. Si tratta di promesse di beni sia spirituali che materiali. Dal lato materiale abbiamo il ben noto centuplo quaggiù (pagg. 91, 151, 154, 173). Particolarmente sfrontata è la promessa fatta da un Kiko presumibilmente ubriaco fradicio, a pag. 173:
E inoltre questo denaro che si trova messo lì, sarà restituito al cento per uno su questa terra. Magari non immediatamente, ma vi sarà restituito. In modo che nessuno possa dire: “Un momento, io ti ho dato un milione e non mi hai dato cento milioni sulla terra”. Ti assicuro che il Signore ti darà cento milioni. Pensate una cosa: forse mai più il Signore ti dirà che tu venda i tuoi beni, e l’idiota che sei stato che, giunto il momento in cui il Signore ti offriva un affare al cento per uno, non l’hai fatto. 
Le promesse spirituali invece consistono nel miraggio di diventare finalmente cristiani ed entrare a far parte della chiesa. Qui Kiko rivende ai fratelli qualcosa che essi possiedono già, trattandosi in stragrande maggioranza di battezzati, che appartengono già alla Chiesa Cattolica Romana. Ma Kiko non può ammettere che sia cristiano qualcuno che non abbia "camminato" nelle sue scarpe sformate.

A pag. 111:

Anche voi, all'inizio del cammino, eravate politeisti anche se vi credevate cristiani come Abramo dunque, perché stavate chiedendo a molte cose, alla vostra carriera, al matrimonio, ai figli, stavate chiedendo loro la vita e forse, quando incominciaste il cammino questi idoli non vi avevano dato la vita. 

Il guru si impegna quindi con tutte le sue energie nel portare a termine questa truffa grottesca (pagg. 84, 110, 129, 131,  147, 171) - per esempio a pag. 129:
Questa Parola, dunque, ti invita a non dubitare di ciò che Dio ti promette. Che cosa ti promette Dio? Di darti la Terra promessa, introdurti nella Chiesa, farti entrare nel Regno di Dio. Una terra meravigliosa, una terra che oggi appartiene a popoli come i Gebuseí, gli Amorrei... : i sette peccati capitali; una terra dominata dall'invidia, dall'orgoglio, dall'ira. Sette nazioni ti chiudono il passo verso questa terra: l'ira, l'invidia, la gola, la lussuria, la superbia, l'accidia, la cupidigia. Ti chiudono la strada; sono tutti ben equipaggiati con le loro armi e non ti lasciano entrare. Stai per entrare e sei un invidioso, e gli invidiosi non possono entrare; stai per entrare e la lussuria non ti lascia, eccetera 
Ma il Signore ha promesso che consegnerà in tuo potere queste sette nazioni che oggi sono molto più potenti di te.

Ma prima pagare! Dall'empirismo al vampirismo.
Dopo essere stati sfiancati, traumatizzati da pseudo-esorcismi e scarnificati dagli scrutini, alla fine del secondo passaggio, arriva, a sorpresa, una richiesta diretta al popolo in cammino da parte del "signore": una grossa tassa patrimoniale una tantum per iniziare ed il pagamento mensile permanente di una tassa del 10% su tutto, per l'appartenenza al Cammino Neocatecumenale - ricordiamo, "l'unico luogo di salvezza al di fuori del quale si può solo sperimentare la morte (pag. 108)"

A pag. 154:
Ma c'è una cosa che vi stavo raccontando prima: che ora, nel cammino catecumenale dovrete arrivare a dare le primizie e la decima. Questo fatto è già presente nei comandamenti della Chiesa. [...]

Fagin, catechista neo-evangelizzatore e fondatore della prima comunità neocatecumenale di Londra, completamente composta di giovanissimi ragazzi e di bambini, alla quale appartiene anche il piccolo Oliver Twist, qui immortalato al momento di pagare la decima.

Osserviamo anche, tragicomicamente, che nonostante il tanto insistere sul ruolo dei catechisti, in tutto il mamotreto del II passaggio solamente una volta viene nominato da Kiko il catechismo della Chiesa Cattolica: al momento di annunciare la richiesta di denaro. Riportiamo questa perla rara di persuasione kika - nella quale notiamo anche la strizzatina d'occhio ai catechisti-profeti e destinatari dei contributi

A pag. 152. :
Questo fatto della decima è poi passato alla Chiesa: è un comandamento della Santa Madre Chiesa. "Pagare decime e primizie alla Chiesa di Dio"; è un comandamento della Chiesa che si studia nel catechismo. Anche se poi nessuno paga mai nessuna decima, nessuna primizia di nessun tipo. Nella Didaché, che è la prima catechesi„ sta scritto che le primizie e la decima parte dei tuoi beni le darai ai profeti. Se non hai profeti nella tua comunità la darai, dice la Didaché, ai poveri che sono Cristo. 
A pag. 154:

Di ciò che guadagni al mese la decima parte sia per la Chiesa, sia per i poveri, per aiutare gli itineranti, per aiutare i vostri catechisti... Io non vi chiedo nulla, ma voglio dirvi che pensiate ai catechisti. Perché se noi non prepariamo la comunità perché aiuti un poco i catechisti allora, chiaramente, arriverà un momento in cui...Deve essere una cosa normale, che nasce da voi stessi. 

Kiko non vuole costringere, vuole che i fratelli vogliano spontaneamente ciò che egli vuole. Vuole la volontà dei fratelli e, da allora fino ai nostri giorni, la loro resa incondizionata. Ma non aveva detto Kiko, finora, che siamo peccatori e liberi dalla legge, che non ci sono comandamenti ma "parole per la nostra vita" (pag. 33)  che la punizione del peccato è il peccato stesso (pagg. 55) e che Gesù Cristo morendo in croce ha pagato sia per il peccato originale che per i peccati attuali e che di conseguenza siamo tutti già perdonati (pagg. 52, 54, 55, 106, 132, 149)

Da dove sbuca adesso questo comandamento ineludibile della decima (pagg. 152, 154)? Forse che, se non paghiamo la decima, la nostra punizione consisterà nel fatto stesso di non aver pagato, proprio come per gli altri comandamenti? Eh no, questo "comandamento" è differente e lo affronteremo di nuovo in un prossimo post.

77 commenti:

  1. Oh, no! I farisei si stanno lamentando anche oggi che Nostro Signore li prende a male parole!

    «Razza di vipere!... voi avete per padre il diavolo!... ipocriti!»

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  2. Kiko contraddice sé stesso a fin dall'inizio.

    Nella catechesi iniziali, quando parla del cristianesimo come Buona Notizia che non si può imparare con catechismi e teologie (eppure porta avanti un suo catechismo e una sua teologia da sempre), dice chiaro con gli esempi che fa che il latore della Notizia ha il "compito" di portare quella soltanto.

    Nell'esempio della battaglia di Maratona è il soldato che muore subito dopo aver dato la notizia, in quello dello sbarco in Normandia è la donna, magari la prostituta locale, che bussa di porta in porta.

    In entrambi i casi, i latori della "Buona Notizia" esauriscono il loro compito nel portarla, non continuano a indottrinare le persone o a scrutinarle in seguito.

    Non così il catechista neocatecumenale, ripetitore di Kiko stesso: dopo aver portato la notizia nello stato in cui si trova (prostituzione o quant'altro perché la notizia non dipende dalla qualità di chi l'"annuncia"), il catechista soldato-prostituta neocatecumenale entra in pianta stabile nella vita delle persone e da soldato-prostituta ne prende il comando.

    Kiko è sempre stato molto confuso, forse anche volontariamente, perché passa concetti a saltelli in modo che l'ascoltatore non sia in grado di fare debitamente i collegamenti.
    Il quadro generale sfugge sempre, si colgono solo i vari pezzettini, quando si sta nel Cammino, slegati dal resto pieno di contraddizioni.

    L'articolo di oggi, quindi, mostra in maniera chiarissima quale evoluzione abbiano avuto il soldato e la prostituta neocatecumenali, lungi dall'essere meri annunciatori di una notizia SENZA BISOGNO DI BADARE ALLA LORO QUALITÀ.

    Se avessi connesso la predicazione kikiana ad intermittenza fin da subito, non mi sarei certo lasciato maneggiare da una probabile prostituta, in grado solo di portare una notizia secca in cui non è necessaria la qualità dell'annunciatore.

    Però è vero, una notizia la possono portare tutti.
    Il catechista, invece, deve avere delle qualità specifiche.
    Latore della notizia e catechista non sono quindi necessariamente la stessa persona.

    Non per nulla Papa Francesco ha ultimamente imposto la formazione (non neocatecumenale) in chi dovrà svolgere questo nuovo ministero di catechista, guardando alla qualità.

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    1. "Kiko contraddice sé stesso fin dall'inizio" è un modo gentile per dire che il soggetto non aveva alcun "itinerario", "bene spirituale", "cammino" da proporre. Nulla di nulla.

      Così come certi autori improvvisati di fumetti e fiction vanno inventando nuovi "colpi di scena" ad ogni puntata, sempre più grossi e ridicoli e funzionali solo al far durare la storia il più possibile e giustificare le assurde invenzioni delle puntate precedenti, allo stesso modo Don Kikolone e Sancarmen Categoriasuperiore hanno esalato bizzarrie supplementari rispetto al malloppone originale (malloppone che è stato scritto da qualcun altro, come ci faceva notare Lino, perché ha uno schema diabolicamente coerente: ed infatti padre Rotondi, padre Zoffoli e altri ne rilevarono facilmente il guazzabuglio di eresie).

      Fra tali bizzarrie supplementari non c'è solo l'invenzione patetica di nuove "tappe" per continuare ad estrarre soldi dagli adepti (i "camminanti" più anziani ricorderanno sicuramente che nei primi anni '70 il Cammino durava sette anni, salvo poi crescere in vent'anni fino a durare vent'anni e più, salvo poi crescere fino a durare trent'anni e più...); ricordo ad esempio quella volta in cui andò brevemente di moda il fare le confessioni pubbliche al megafono nelle strade (e la chiamavano "testimonianza", poveri idioti), indulgendo ovviamente su peccati sessuali e altre scandalose porcherie meritevoli come minimo di ampie secchiate d'acqua. Questa imbarazzantissima moda, per ovvi motivi, sparì rapidamente dagli annali del kikismo-carmenismo.

      Lo sapete bene, cari kikos che Kiko e Carmen non hanno mai avuto alcuna esperienza soprannaturale, le hanno inventate tutte per vantarsene al bar e al mega-pranzo in albergo (a voi l'onore di pagare il conto). Non hanno mai avuto alcuna ispirazione dallo Spirito (lo Spirito, infatti, non ispira strafalcioni ed eresie): il complesso schema "catechetico" era stato preparato per loro da qualche grosso eretico dietro le quinte, che conosceva bene i punti deboli della Chiesa conciliare, e che sapeva di poter far leva sull'ambizione dei due borghesotti spagnoli, prevedendo perfino quanto consentir loro di "ricamare" le proprie paturnie sullo schema. Non a caso nel 1967 Kiko dipingeva simboli massonici nei suoi sgorbi pittorici, e allegava disegnini massonici nel suo ridicolo "L'evangelo dei miserabili". Kiko e Carmen non hanno mai veramente professato il kikismo-carmenismo: erano solo bramosi di essere applauditi, ubbiditi, temuti, e soprattutto pagati (meglio se "in contanti", perché voialtri dovete "provarvi coi beni" senza rischiare di poter querelarli per farvi risarcire il maltolto). Hanno propalato il discorsetto meravigliandosi di accalappiare così facilmente tanti polli (i grandi narcisisti hanno sempre un seguito di fedelissimi), finendo - come gli apparatchik dell'Unione Sovietica pre-collasso - a credere alle stesse menzogne da loro stessi proferite.

      La cafoneria dei due eretici spagnoli è solo la ciliegina finale sulla torta (si veda ad esempio l'episodio della solenne grandeur e del jet privato). Avanti, cari asini pasqualoni, ragliate più forte, altrimenti rischiate di perdere la fede nel Vitello d'Oro Kiko-Carmen-Cammino.

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    2. Concordo pienamente con la lettura che il catechismo di Kiko non sia farina del suo sacco (ma nemmeno della teologa honoris causa, confusa sulla sua vita e confusa nella fede).
      Anche l'aggettivo "confusa" è gentile.

      Da quando ho recuperato la ragione, ho sempre visto Kiko come un istrionico burattino con molti fili, libero di improvvisare impunemente laddove non si ricordava il copione.
      Su Carmen non c'è dubbio: ripeteva sempre le stesse cose, in una compulsione da mente ristretta che non riusciva a spaziare oltre ai 3 o 4 argomenti conosciuti.

      La catechesi sul Seder Pasquale a lei attribuita, l'ha certamente imparata da Farnés, come dicono anche i mamotreti tra le righe.
      Però Farnés dopo l'ha rigettata, mentre il Cammino continua a tentare di difenderla ed accreditarla.

      Penosa l'apologia di Voltaggio in un recente video a questo proposito, mentre tenta di difendere ciò che ormai la Chiesa ha dichiaratamente rigettato ed attaccato anche attraverso i Papi.

      Nel ricambio generazionale dei prelati potenti, si è persa parte della protezione accordata.
      Oggi che la barca sta affondando, assisteremo ad un fuggi fuggi generale, tranne magari i duri e puri
      doc che persevereranno fino all'ultimo flutto.

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    3. Ancora grazie a by Tripudio per l'ennesimo asini raglianti, che ci sprona e ci guida a perseverare nella strada intrapresa.

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    4. Ecco finalmente svelato il senso del Cammino: camminare nella strada sbagliata intrapresa, ragliando a più non posso.

      Ora, il termine "asino" denota generalmente qualcuno che non capisce neppure l'evidenza. Più non capisce, e più raglia, orgoglioso di non aver capito niente, più testardo di un mulo.

      Il problema è che le questioni della fede sono estremamente semplici. Le può capire anche un bambino. I peccati mortali offendono Dio - non nel senso umano che Dio può "sentirsi offeso", ma nel senso che vanno contro l'ordine divinamente stabilito e perciò procurano la morte dell'anima. Il bambino è capace di capire che c'è un sacramento che rimette i peccati, quello comunemente chiamato "confessione", e che anche se il Signore è infinita misericordia il sacramento è necessario (dopotutto lo ha istituito Lui stesso, ammonendo severamente: «a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»): nelle eventuali circostanze eccezionali (per esempio pericolo di morte e impossibilità di trovare un confessore), l'atto di "contrizione perfetta" può sì lucrare il perdono, ma è vincolato al confessarsi non appena sia passato il pericolo.

      Anche un bambino capisce queste cose, e invece Don Kikolone cosa fa? Blatera di peccati mortali sessuali (la sua ossessione di tutta una vita, è evidente che ha qualche problemuccio in merito, e anche scheletri nell'armadio, ben noti anche al suo "cerchio magico" di fedelissimi), e dice che "il Signore ti ha già perdonato" e che poi domani (mica oggi: "domani", un domani generico), se vuoi (sottinteso: se proprio vuoi, non sentirti mica in dovere di fare come tutti i cristiani), sigillerai in confessione...

      Ebbene, quando Kiko esala quella ridicola eresia buonista, i kikos lì presenti cosa fanno? Lo spernacchiano? No. Se ne vanno? No. Restano lì, beoti, a sorbirsi il resto della predica eretica, come tanti asini che non conoscono nemmeno le basi fondamentali del primo anno di catechismo dei bambini. Il Cammino delle eresie.

      Senza offesa per gli asini quadrupedi, s'intende.

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  3. Per indurre i fratelli alla "liberazione dai beni materiali" in favore del Cammino, lungo tutto il mamotreto del II passaggio osserviamo il formalismo seguente, ma in un disordine di idee che purtroppo aiuta ad assorbire emotivamente i concetti senza collegarli:

    1) Nei primi anni di cammino (pre catecumenato) i fratelli hanno sperimentato di essere peccatori e di non potersi liberare. Sperimentare, nel Cammino equivale a toccare con mano la verità. Anche subire la suggestione di stare sperimentando è accettabile, a Kiko importa il risultato che egli stesso ha suggerito ai fratelli all'inizio del Cammino: mollare il malloppo per dimostrare di essere convertiti.

    2) Viene dipinta l'avarizia a tinte particolarmente fosche, affinché i fratelli si impressionino e la detestino. O, almeno, detestino il fatto di essere visti come avari dagli altri, dove non arriva la generosità arriva la vanità. Si noti che viene ammesso che i fratelli subiscano ogni tipo di vergogna ma non quella di essere avari. Quella viene resa particolarmente dolorosa. L'obiettivo da colpire è infatti la sovranità responsabile dei singoli sui propri beni e la rendicontazione a Dio tramite il confessore.

    3) Viene insegnato che il controverso "rito (tutto neocatecumenale) del sale" che si compie al II passaggio ha valore esorcistico permanente. Conseguenza: i fratelli possono stare tranquilli di non essere più avari e mollare il malloppo, ormai è un gioco da ragazzi.

    4) Preparato il terreno, vengono chiesti i soldi - lo vedremo meglio nella prossima parte. Oggi aggiungiamo qualche ulteriore passo del mamotreto.

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    1. A pag. 87:
      "Per questo Gesù Cristo viene anche a fare una liberazione, un esorcismo: mediante la rinuncia sarete esorcizzati dal demonio, non avrà più potere su di voi se voi lo rinnegate".

      [K. si riferisce al Rito del Sale durante il II passaggio, non al combattimento spiritale in generale NDR]

      "In questo tempo dovreste aver sperimentato che in voi ci sono delle zone, dei demoni più forti di voi e dovete fare delle cose che non vorreste perché da soli non potete liberarvi. Ha potere, regna su di voi il peccato, vi schiavizza, vi obbliga. "

      Subito dopo Kiko introduce il peccato di avarizia, donando un ritratto "ad effetto" degli avari, inquietante e repellente:

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    2. Sempre Kiko:

      =====
      "Come uno che è avaro: poveraccio, è come una malattia che lo obbliga a mancare di carità a tutti; passa la vita dicendo: "Quella luce, spegnila!", tirare fuori dal portafoglio 1000 lire è una sofferenza orribile, chiede conto alla moglie di tutto quello che ha comprato: è un'infermità, una mostruosità. Non avete sofferto sulla vostra pelle queste cose? Non avete sofferto di questa taccagneria, di questa meschinità, di questa avarizia?

      Pensate a quella moglie: già il marito ha fatto un giudizio su di lei - che è molto spendacciona - non le dà più soldi e lei deve subire questa umiliazione, di non avere soldi. E' una cosa spaventosa. Infatti adesso vogliono fare una legge diversa di comunione dei beni, così che la moglie non debba subire l'umiliazione che il marito è il padrone che dà i soldi contati. E un giorno, quando il marito non le dà più soldi, lei non prepara la cena e lui prende un coltello e la uccide. Tutto un inferno. Conoscete tutte queste cose, l'avete visto forse nei vostri genitori.

      L'avarizia, dice la Scrittura, è una idolatria; chi ama i soldi non ama Dio
      "
      ====
      Dio i beni ce li dona come strumento per servirlo amando il prossimo come noi stessi e come conseguenza dell'amore all'Altissimo. Ma Kiko, per conseguire i suoi fini, dipinge mostri per imporre le sue soluzioni: disprezza per comprare

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    3. Giusto, e aggiungo che mai una volta in Cammino viene lodata la parsimonia, che pure è una qualità che sempre la Chiesa ha apprezzato. Anche perchè è la parsimonia che ti permette la reciprocità, cioè l'atto per cui si contraccambiare il dono ricevuto, anche se in modo diverso. La vera avarizia invece, o meglio taccagneria, è l'introitare i doni altrui (o peggio, pretenderli) senza reciprocità e neppure un ringraziamento o un riconoscimento della loro preziosità.
      E il Cammino Neocatecumenale è 'il taccagno' per eccellenza.
      Poi è singolare che Kiko citi la povera moglie casalinga a cui il marito conta il danaro per fare la spesa, quando, proprio in occasione del secondo passaggio, si consiglia alle donne senza marito in Cammino e senza reddito proprio di fare la cresta sui soldi per la conduzione familiare per pagare la decima in comunità! Naturalmente senza che il marito lo sappia.

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    4. In questo modo Kiko insegna che l'avarizia è il contrario della precarietà alla neocatecumenale (diversa dalla precarietà dei Santi cattolici).

      Per esempio Kiko non contempla neanche come remota ipotesi il fatto che un ricco industriale, preso da carità, investa le sue sostanze per fondare un ospedale per i poveri. I soldi vanno al Cammino e li gestisce il Cammino nel segreto a cui ha diritto la mano destra - di un corpo diverso rispetto alla sinistra - anche se Kiko si guarda bene dal farlo notare: non sappia la TUA sinistra cosa fa la MIA destra.

      Vanno al Cammino i beni di chi avrebbe sostanze, capacità progettuale e buona volontà per investirli in opere di carità, figuriamoci quelli delle anime che sono cadute in questa setta perché non sapevano cosa fare di se stesse, e che non hanno neppure le energie per difendersi.

      Basti confrontare le numerose testimonianze di persone truffate con la malizia subdola con cui gli avvocati improvvisati di Kiko 1. ignorano volutamente le suddette testimonianze 2. urlano immediatamente all'"avarizaaaa!!" non appena viene fatta notare la torbida gestione finanziaria neocatecumenale.

      L'avarizia è lo spauracchio di perdere Dio con cui il Cammino si appropria della responsabilità gestionale dei beni e quindi anche delle vocazioni specifiche dei suoi aderenti, massificandoli (o morendo nel tentativo di massificarli) in un unico corpo malato devoto al fondatore - o meglio all'immmagine che questo fondatore ha proiettato di sé.

      Immagine, perché i fratelli delle comunità vengono tenuti all'oscuro dei magheggi finanziari, ovviamente.

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  4. "Quello che il rito [del sale, NDR] ha significato non termina, questo è ciò che continuerà. Il rito attuerà in te per tutto questo tempo. Perché i riti non solo hanno un potere al presente ma hanno anche un potere sul passato verso l'avvenire. Questo rito si proietta in avanti in modo che tu sappia che il Signore ha fatto una alleanza con te".
    Insomma, nel mentre in Comunità i Sacramenti vengono svuotati, sia il Battesimo che necessita di essere ripetuto al Giordano, sia la confessione vissuta come collettiva e non personale, sia l'Eucarestia-banchetto con la reificazione del Corpo e Sangue di Cristo, il CN introduce dei 'riti', questi sì, validi più di un sacramento, come quello del sale (che consiste nel dare a ciascuno un granello di sale grosso da sciogliere in bocca).
    Addirittura questo rito di salvezza neocatecumenale ha un valore retroattivo, e si capisce perchè, visto che deve assorbire ed annullare in sè tutta l'esperienza pregressa, compresa di Sacramenti, educazione religiosa ed esperienza di fede, fatta dal neocatecumenale (che ormai si trova al secondo fatidico passaggio) nella Chiesa: in casa, con l'educazione dei genitori, a scuola, in parrocchia, in altre esperienze e realtà della Chiesa e per i preti la loro stessa vocazione, il seminario, ciò che hanno finora costruito in parrocchia eccetera.
    A tutta la loro esperienza precedente si sostituisce il sapore salato e inconfondibile del CN: si tratta di un vera e propria ricostruzione della memoria e riforma del pensiero.
    La precarietà predicata dal guru riguarda tutto ciò che si è vissuto prima di lui, Ante Kiko, e al di fuori di lui, mentre non c'è nulla di più certo e attivo di ciò che trasmette il Cammino: qualsiasi essa sia, perchè, come vediamo, il Cammino è un contenitore in cui, chi di dovere, può buttare dentro tutto ciò che vuole, ed avrà valore retroattivo, come se fosse stato così da sempre.

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    1. l'ottimo, magnifico, meraviglioso nonchè opportuno rito del Sale

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    2. Un tizio che conosco di vista dice la stessa cosa, mangia sale tutti i giorni
      e mi invita a mangiare sale con lui. Ma io lo evito perché è una dieta da grosso caprone e lui infatti fa anche un po'paura con quelle corna e la sua stella a cinque punte.

      FungKu, medico di famiglia. Non fate come le capre, seguite una Dieta Iposodica.

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  5. Curioso il fatto che Kiko citi il CCC sono per dire una emerita MENZOGNA.
    Il CCC dice che il fedele "deve sopperire ai bisogni della chiesa secondo LE SUE POSSIBILITA')
    Non parla di cifre precise e sopratutto non mette obblighi.
    Il concetto di "decima" è presente in tempi in cui il potere POLITICO della Chiesa era ben altro rispetto ad ora. Stiamo parlando di momenti storici completamente diversi.
    Strano che il cammino, che dice di seguire le innovazioni del CVII, poi si attacchi a forme MEDIEVALI.

    I contributi nella Chiesa cattolica sono LIBERI nelle tempistiche e nelle quantità. Sono le conferenze episcopali di ogni nazione che possono dare delle esplicazioni". PEr esempio esiste la "giornata per il sostentamento del clero" in cui le offerte delle MEsse vengono devolute espressamente per questo. Oppure la colletta per la Terra Santa.. Se poi vogliamo mettere in mezzo lo stato tutto dipende dai vari concordati. In Italia esiste l'8x1000 e il 5xmille (anche gli RM si sostentano con questo. PS per legge (del 2017) QUESTI INTROITI vanno DICHIARATI)

    La decima come la intende Kiko ovvero come contributo OBBLIGATORIO corrispondente al 10% del proprio stipendio SEMPLICEMENTE NON ESISTE.

    L'unica realtà cattolica che fa una cosa simile è la chiesa tedesca che ha la Kirchensteuer (se ti iscrivi come cattolico per avere i servizi religiosi paghi tra l'8e il 9% dell'imponibile lordo). E' una cosa che deriva dal periodo Bismarkiano per cui le Chiese (anche i protestanti fanno così) si comportano come enti statali.

    Personalmente ringrazio il fatto di non essere tedesca.
    Poi per carità: ognuno può decidere di fare quello che vuole. Basta che lo si sappia PRIMA. BAstava mettere la Decima nello STATUTO. Invece si è deciso di rimestare nel torbido e continuare a dire menzogne.

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    1. Esattamente come dice aleCT.

      Cito dal CCC n. 1351
      1351 Fin dai primi tempi, i cristiani, insieme con il pane e con il vino per l’Eucaristia, presentano i loro doni perché siano condivisi con coloro che si trovano in necessità. Questa consuetudine della colletta, nota sempre attuale, trae ispirazione dall’esempio di Cristo che si è fatto povero per arricchire noi: nota
      « I facoltosi e quelli che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò che si raccoglie viene depositato presso il preposto. Questi soccorre gli orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa; e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma, si prende cura di chiunque sia nel bisogno ».

      Si fa chiaro riferimento a due categorie: facoltosi e quelli che lo desiderano.
      E i soldi vanno a chi ne ha bisogno.

      Nel cammino, si prende da tutti in maniera forzosa, indipendentemente dalle possibilità economiche del singolo, costringendo anche ad alienare beni utili e i soldi non vanno a chi ne ha bisogno. O quantomeno, non tutto il gruzzolo.

      E per tutti quelli che mi verrano a dire che la decima va anche al vescovo per le necessità dei poveri della diocesi, io replico: per smentire che ''non tutti i soldi vanno a chi ne ha bisogno'' sarebbe sufficiente produrre un bilancio. Magari veritiero, grazie.

      Irene

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  6. Kiko Arguello ricevuto oggi da Papa Francesco in udienza.
    https://m.vatican.va/content/francescomobile/it.html#salastampabollettino

    Frilù

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    1. Grazie Frilù! Sembra aggiunta in un secondo tempo, come non fosse stata programmata. Chissà di che si tratta...

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    2. Vorrà presentare la rinuncia da leader per adeguarsi alle nuove regole di Papa Francesco. Campa cavallo...🤣🤣

      Frilù

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    3. ... promozione? Retrocessione? O cazziatone?

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    4. Sicuramente non è andato da solo. Dalle ultime foto non mi pareva proprio nelle condizioni fisiche di farlo. Piuttosto la domanda è un'altra: perchè non sono citati P.Mario e Ascension? Non sono stati convocati? VAbbè che valgono quanto il due di coppe con la briscola a bastoni ma la domanda me la faccio lo stesso

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    5. @vale
      Semplicemente lo riceverà nel pomeriggio. Il bollettino esce a mezzogiorno e se noti indica le udienza della mattina (il Santo Padre ha ricevuto). Nel caso di udienze pomeridiane nel bollettino lo mettono dopo con la dicitura "Il Santo Padre riceve"

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    6. Grazie! Sono certa che non è andato (o non andrà) da solo, anche perchè in un recente video non sembrava molto lucido. Si sarà portato dietro il notaio, l'avvocato, il prete di scorta.

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    7. Comunque, la Santa Sede chiama Kiko "fondatore".
      Non iniziatore.

      Meditate kikos, meditate.

      Oppure, se come sempre sbagliano, andateli a correggere come fate qui.

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    8. il prete di scorta se dovesse bucare

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  7. Il CN non è altro che uno "Schema Ponzi" applicato in Chiesa o, se preferite, la trasposizione di una setta protestante del tipo di quelle americane sempre all'interno della Chiesa Cattolica.
    Da questo punto di vista è meno brillante delle sette, perché molto rudimentale e fatto da gente arrogante che siede ai comandi, non delega e non vuole essere contraddetto. Alla fine molti comprendono e lasciano, come poi è avvenuto.
    Essendo una piramide che si regge sulle basi dei nuovi, ad un certo punto, come tutti gli schemi Ponzi, implodono. Nel caso del CN è tutto molto lento, sia perché la loro diffusione è mondiale, sia perché la Chiesa su cui si appoggiano spesso corre in loro soccorso.
    C.

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Nel cammino si usano delle parole che usa pure la Chiesa cambiandone il significato, e dei concetti tipici della Chiesa, cambiandone il senso, un po' come i laicisti fanno con la parola "amore".

    Così col termine PRECARIETA'.
    La precarietà evangelica, al di là delle vicissitudini storiche individuali, in cui nessuno può di fatto esserne totalmente esente, consiste essenzialmente nell'abbandonarsi alla volontà di Dio, che è orientata alla nostra salvezza, per cui, chi si abbandona veramente a Dio e vive la precarietà dei poveri in spirito, è colui che combatte con impegno il peccato, oltre che con l'aiuto della GRAZIA, e si impegna, con l'aiuto della GRAZIA, nella santificazione personale attraverso i mezzi che che Dio ha donato alla Chiesa, soprattutto i SACRAMENTI.

    La precarietà autentica non può prescindere dalla SICUREZZA delle verità di fede.
    La vera precarietà dà sicurezza interiore, perché la fiducia in Dio si oppone alla paura, mentre il Cammino la toglie perché in realtà vuole infantilizzare i suoi adepti, nel senso che devono appoggiarsi solo al Cammino anche per le decisioni più banali.

    La vera precarietà non cancella la libertà di decidere (dopo aver meditato in preghiera) perché Dio chiede all'uomo di essere un suo collaboratore.
    Non vuole che sia uno strumento inanimato, ma uno "strumento" vivo. Collaboratore, appunto.
    E poichè siamo tutti diversi, Dio detesta l'omologazione e non vuole che un altro prenda le decisioni che vuole che prendiamo noi (insieme con lui).
    Gli altri possono aiutare a discernere, ma la nostra coscienza non può essere sostituita né da quella di uno pseudo catechista, né da una coscienza collettiva di una setta.

    Il Cammino in realtà toglie la precarietà evengelica per darne una umana e toglie la sicurezza sia evangelica che umana, per sostituirla con l'insicurezza e, perciò, con l'aggressività tipica dei frustrati.

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  10. @Alect

    Forse non hai capito che semmai deve essere la parrocchia a rendicontare la decima, non il Cammino. Chi deve rendicontare è chi riceve, non chi da, quindi dato che la decima va in parte al parroco è inutile che continui a ripetere la cantilena, perchè ti ostini a parlare di cose che non conosci?E' inutile che continui a ripetere che la decima non esiste, a parte che è esistita in passato nella Chiesa Cattolica, anche se sotto la forma di beni materiali o prodotti della terra, ma poi che non esista in altri ambiti non comporta che non debba esistere ovunque nella Chiesa. Ti risulta che sia proibita?Se c'è qualche proibizione a farla facci leggere dove sta scritto? Non credo, se esista ma fammela leggere. Chi può proibire ad un fedele di dare la decima dei propri beni agli altri e alla parrocchia? Fammi leggere dove è scritta questa proibizione, per cortesia.

    PS Ti ricordo che aspetto ancora spiegazioni sulla storiella di p.Pio, avete solo detto che l'ha rivelata Zoffoli, ma non avete spiegato altro, i Cappuccini di s.G.Rotondo non confermano. Aspetto ancora che ci indichi quali norme canoniche prevedano l'obbligo di rendicontazione della decima, perchè io non le ho trovate.

    Barone Celestiale

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    1. La parrocchia rendiconta tutto e se non rendiconta la decima è perché non la vede passare. O perché il parroco è un disgraziato RMS. Grazie della risposta, che conferma le nostre ipotesi.

      A. Non.

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    2. Guarda che AleCt capisce molto molto più di te messo insieme. Quando ti ricomporrai, intendo.

      Somareria FungKu. Accettiamo spiegazioni esclusivamente da chi ne sa, che ad essere ignorante siamo capaci da solo!

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    3. @Barone
      Dato che TU STESSO hai detto che la decima resta nel cammino perchè "è un esercizio per distaccarsi dal denaro", mi spieghi come fa il parroco a rendicontare qualcosa che NON RICEVE. Ora dici che "il parroco riceve"...che fai? Ti confondi?
      Al massimo il parroco, se ottiene qualcosa da voi come "offerta ai poveri" la segna come DONAZIONE non come DECIMA. D'altronde se il parroco riceve qualcosa sono le briciole. Quindi cosa blateri?

      "Ti risulta che sia proibita?" MI RISULTA CHE NON SIA PRASSI CATTOLICA. Kiko ARGUELLO invece dice CHE E' UN COMANDAMENTO DELLA CHIESA SCRITTO NEL CATECHISMO (mettendo automaticamente tutti gli altri cattolici nella posizione di "non paganti") Ergo MENTE e fa pensare ai camminanti di essere più cattolici degli altri quando in realtà non è affatto vero.
      E' chiara la faccenda o ti faccio un disegnino?
      Ribadisco: per voi la decima è una cosa fondamentale? Bene, andava messa nello STATUTO. Cosa che Kiko ha evitato...chissà perchè.

      PS. VAle per te quello che ho detto a Fallacio: la Chiesa genera FIGLI...non ha bisogno di SCHIAVI. LO schiavo (malvagio) fa quello che dice il padrone solo ed esclusivamente se è sicuro di essere punito. E tu sei esattamente il prototipo dello schiavo. Quando chiedi "perchè allora non si fanno rispettare" da un lato fai capire che continuate a FREGARVENE delle indicazioni dall'altro, DATO CHE HAI LA MEMORIA CORTINA, ti ricordo che in determinate parti del mondo , tipo IL GIAPPONE, i vescovi si sono fatti rispettare eccome. Voi che avete fatto? Avete ubbidito? NO, SIETE ANDATI IN VATICANO A CERCARVI GLI AMICHETTI PER FARVI DIFENDERE!
      QUindi cosa blateri di rispetto ed obbedienza, cosa chiedi di leggi e leggine se cmq non le rispettereste a prescindere?

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    4. Caro Barone da quello che scrivi fai capire che hai le mani in pasta nel famoso" sterco". E siccome è il pensiero di tanti, ecco che capiamo sempre più perché non rendicontate.

      CDD

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    5. Il colmo del ridicolo lo raggiunge quando chiede se c'è una norma che proibisca la decima. Se è per questo non c'è neppure una norma che proibisca la circoncisione biblica, questo non vuole assolutamente dire che da domani un Kiko qualunque la possa prescrivere e pretenda d'essere nella Chiesa, affermando di averlo desunto dalla Scrittura e deciso che è volontà di Dio.
      Dovete smetterla di usare la Chiesa Cattolica come vostro zimbello e paravento!
      P.S. immagino già il barone celestiale che interrompe uno degli 'accademici' con cui vanta familiarità (intrepido 'giovinetto' come lo studente che ha corretto Putin) per chiedergli dove sta scritto che l'obbligo della decima è proibito o che è proibita la circoncisione; ancora meglio, che lo chieda interrompendo uno dei suoi catechistoni, poi vediamo come va a finire.

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    6. Dubito fortemente che Barone ne sappia di dottrina.
      Da quello che scrive pare uno che si documenta all'occorrenza, non uno che sa.

      Quando viene parlato di rendicontazione, non è esclusivamente riferito alla parrocchia ricevente.

      Nel Cammino il ricevente è il responsabile, ed anche colui che maneggia la decima.
      Non ho mai saputo di comunità in cui il responsabile rendicontasse mensilmente alla comunità quanto ammontava il ricavato.

      Io te lo posso dire con certezza, perché a mia onta son stato responsabile a lungo (fino a quando non chiesi di essere rimpiazzato, momento che segnò anche l'inizio della mia apertura d'occhi).

      Il responsabile conta i soldi e non è nemmeno tenuto a dire alla moglie (se ce l'ha) quanto è stato incassato.
      Prima paga le spese, o restituisce a chi ha anticipato e rivuole indietro i soldi: fiori, vino, lucidatura croce astile, coppe e piatti, pulitura tappeti, debiti saldati per le convivenze, etc. etc.).
      Poi decide a chi dare l'avanzo: normalmente non ce n'è nemmeno per tutti e qualcuno resta fuori o non riceve indietro la stessa somma che ha dato come decima, checché ne dica Kiko e tutti voi.
      In ultimo, se ne avanza, la dà al parroco. Spesso non avanza niente, specialmente se vengono fatti acquisti extra come dipinti, bibbia della comunità, bibbia preziosa di fine cammino...

      Che alcuni non dànno la decima lo si scopre dal fatto che i soldi non bastano, non perché è conosciuta la cifra esatta rendicontata.

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  11. Siccome non è scritto che è vietato fare sesso con un baule, ecco che non è né peccato, ne vietato e ne da pazzo.
    È normale perché non è scritto.
    Ma Gesù non ha detto che si salvano anche coloro che ascoltano la propria coscienza, cioè che non connettono ingiustizie.
    Ma c'è un punto, che costui ignora, e siccome si è presentato come uno studioso, ecco che da qui capiamo tutto.
    Il punto è questo: amatevi come io ho amato voi.
    Secondo voi, Gesù avrebbe rendicontato, oppure no? È amore tenere nascosto ciò che si fa con i soldi? Usare il prossimo per campare sulle sue spalle, è amore? Farsi pagare le convivenze dagli altri, è amore? Dire agli altri di provarsi con i beni, e nello stesso tempo mangiare in alberghi, viaggiare in tutto il mondo in aereo, vestire bene, alloggiare comodamente, infilare parenti e amici per fare una certa vita, e altro, è amore?
    Ora trattiamo lo "sterco", ma dietro ci sono cose più grosse: calunnie, uso dello Spirito Santo, persecuzione di chi non la pensa come loro, ipocrisia, abusi sessuali, copertura di pedofili per tornaconto, manipolazione di vocazioni, giudizi, parlar male dietro le spalle, violazione del foro interno, violazione del segreto confessionale, farsi passare per coloro ai quali si deve obbedienza, manipolazione della Parola di Dio. E altro.

    CDD.

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    1. Per chiarezza.
      Ma Gesù non ha detto che si salvano coloro che ascoltano la propria coscienza, cioè che non commettono ingiustizie?
      Ovvero, se una cosa è sbagliata in se, ecco che rimane sbagliata. Non ci vuole una legge, o regola, o riunione di uomini per definirla errata.
      È la tua coscienza che ti indica che stai sbagliando, cioè che stai commettendo una ingiustizia. E per cui, dice il Signore, anche coloro che non hanno potuto conoscerLo come noi cristiani, in quanto o musulmani, o buddisti, o pagani, o prediluviani, o altro, ecco che se questi nel loro cuore si tengono lontani dal commettere ingiustizie, ecco che si salvano.
      Potete capire il contrario di ciò cosa possa significare. Cioè: sei cristiano ma commetti ingiustizie non ascoltando Dio e la tua coscienza.
      Per cui, costui che si fa passare per un grande studioso di teologia: cosa ci sta dicendo?
      CDD

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    2. Grazie CDD, per aver riportato le cose alla loro dimensione più vera.
      Al di là dello 'sterco', dell'uso del denaro, del rendicontarlo o meno, è l'oppressione spirituale che viene esercitata che sconcerta e che fa il danno più grande. E il richiamo alla coscienza ed al maestro interiore che infallibilmente ci insegna cosa è bene e cosa è male, quale sia la vera carità e la sua distinzione dal legalismo che spesso la opprime e la spegne sul nascere, è l'iniziativa migliore che possiamo mai prendere, con l'aiuto di Gesù.

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  12. voi qui a scrivere stronzate...noi in udienza privata dal Papa...trovate le differenze...

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    1. 'Voi' in udienza privata dal Papa? Beh allora aspettiamo che ci diciate cosa vi siete detti!

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    2. Ma non vi sentite ridicoli quando scrivete queste cose? Dai anonimo, dicci cosa si sono detti e poi vediamo se "vi è andata bene" o meno. Potrebbe essere stato anche un solenne cazziatone, lo sai?

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    3. Noi scriviamo... E tu sei puntualmente a leggerle.
      Io quando reputo che qualcuno dica... non l'ascolto o non lo leggo. Mi tengo alla larga.
      Poi per sottolineare.
      È Kiko che è in udienza, come altri del giorno. E come ci sono stati tanti altri, che sono finiti male, presumo che ci sia stato in udienza anche il vostro cardinale alloggiato dentro il Seminario in America. Andare dal Papa non significa essere, automaticamente, santi o migliori. Tanti santi non sono mai andati dal Papa, eppure lo sono. E ti ricordo, ma giusto per chiarezza, che vi era un apostolo che ha vissuto con Gesù in persona, altro che udienza dal Papa, eppure l'ha tradito.

      CDD.

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  13. Oramai è chiaro. L'opera di FAV come del celestiale anonimo è solo opera di disturbo.
    Messa su per distogliere, depistare, sviare.

    Dite la verità: Avete una paura nera di questo Blog!?

    Di Osservatorio e di tutte le voci libere che si alzano da più parti e di tutti coloro che, avendone le competenze, si sono impegnati a relazionare, descrivere, analizzare il cammino e poi pubblicarci pure un libro.

    Avete paura della luce, di essere chiamati in causa, di essere pubblicamente interpellati.

    Non avete la coscienza pulita, punto e basta.

    Pax

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    1. @pax:"Dite la verità: Avete una paura nera di questo Blog!?" posso essere sincero? In trent'anni di cammino non ne avevo mai sentito parlare, anche fratelli critici, che in passato sono usciti mai hanno parlato di questo blog, l'ho scoperto per caso 3 anni fa. In comunità nessuno ne parla, in parrocchia con tante comunità nessuno lo conosce. A me ha sempre fatto l'effetto contrario, mi spiego: da quando leggo le cattiverie e le maldicenze che dite sul cammino il mio zelo si è moltiplicato. Ora praticamente non manco ad una parola o una celebrazione e questo si è rivelato molto positivamente per la mia Fede. Non posso non pensare che lo stesso effetto possa essere stato provato anche da altri (un'amicizia online mi ha confidato la stessa cosa) e forse sarà per questo che in 15 anni di esistenza di questo blog nel cammino si sono moltiplicate le comunità, sono stati approvati statuto e direttorio catechetico, sono stati costruiti seminari RM, la domus Galilaeae e chissà prossimamente la domus jerusalem. Ho letto che il blog dava per finito il cammino 15 anni fa, ma grazie a Dio: "i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie". Per curiosità sono andato a leggere i primi post, tantissimi commenti e molti commentatori, oggi di commentatori siete rimasti una quindicina (compreso io, barone e quelli comici). Quindi: avete paura nera del blog? Risposta, assolutamente no. Il blog con i post di teologia inventata, odio verso il cammino (setta di qua, setta di là...) epiteti a non finire verso le persone (Kiko in primis...) non può che fare bene al Cammino Neocatecumenale.
      Fallacio Asino Vinicio

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    2. La "mia" Chiesa è quella cattolica, cioè l'unica e vera Chiesa istituita da Nostro Signore allo scopo di proseguire la Sua divina opera. Pertanto è santa.

      È purtroppo anche peccatrice, perché gli uomini di Chiesa (e sottolineo: gli uomini di Chiesa) sono peccatori. Pertanto la Chiesa è santa nel momento in cui amministra quegli incommensurabili tesori spirituali (quando ti amministra l'assoluzione, quando ti insegna le verità di fede, quando battezza, ti amministra la Comunione...), ed è peccatrice nel momento in cui fa altro (chiacchiere inutili, pretese estranee alla fede, scandali vari...).

      Queste ovviamente non sono mie opinioni, ma l'insegnamento di persone molto più quotate di me e molto più santi di me (a partire da padre Zoffoli, che è stato un vero uomo di Dio anche se si volesse totalmente prescindere da ciò che ha pubblicato riguardo al Cammino).

      In particolare non finisco mai di meravigliarmi dalle tante e diverse manifestazioni di santità. Quella del sopracitato Escrivà, la cui canonizzazione fu richiesta tra gli altri da almeno un quarto dell'episcopato mondiale; quella di don Bosco, "il santo dei giovani"; quella di padre Pio, di Caterina da Siena, di Tommaso d'Aquino, di padre Kolbe, di Pio IX e Pio X... Uno dei libri che ha segnato la mia vita è stato Storia di un'anima, di Teresa di Lisieux. C'è un immenso tesoro di spiritualità che aspetta solo di essere scoperto, e il Cammino Neocatecumenale è in primissima fila per farvi evitare di scoprirlo, perché i capicosca della setta sanno benissimo che ve ne basta solo un breve assaggio per farvi capire quanto è eretica l'opera di Kiko e Carmen.

      Gli adoratori del Vitello d'Oro Kiko, Vitello di Categoria Superiore, anche quando si autoproclamano devoti di tale o talaltro santo, anche quando si proclamano effettuatori di tale o talaltra pratica di vita cristiana, hanno ultimamente in testa e nel cuore solo il prestigio della setta neocatecumenale e dei suoi autonominati "iniziatori". Pur di osannarli, sono disposti a scartabellare tra le pagine dei più efferati nemici della Chiesa, dei più ignoranti mormoratori e calunniatori, pur di autoproclamarsi candidi agnellini e unici detentori del titolo di "fede adulta".

      Ecco perché il Fallace Asino Ragliante Vinicio "moltiplica" il suo zelo per il Vitello d'Oro di Categoria Superiore («tu pensi che mi canonizzeranno?», chiese al giornalista lisciandosi compiaciuto la barbetta luciferina): di fronte a quell'esercito di santi, ha bisogno di ragliare più forte per convincere sé stesso che l'eretico Kiko ha ragione a gloriare sé stesso, superbo e arrogante com'è sempre stato, eretico e falso profeta per tutta una vita, cose facilmente dimostrabili da chiunque abbia un minimo di conoscenze di Catechismo dei bambini.

      Ragliando sempre più forte, l'asino si aggrappa alle solite misere fallacie smentite innumerevoli volte: "abbiamo lo Statuto, siamo approvati!", come se l'approvazione di un documento rendesse automagicamente sante tutte le azioni passate, presenti e future, come se lo Statuto fosse un certificato automagico di santità per ogni più vile azione che è stata fatta e che si farà.

      E comunque chiamare "setta" la setta neocatecumenale non è odio, ma è constatazione, specialmente alla luce dei settari che si autoproclamano ancor più zelatori del Vitello d'Oro Don Kikolone. (A proposito, nel capitolo 32 dell'Esodo si precisa che il Vitello fu forgiato coi preziosi monili donati "volontariamente" dagli israeliti; allo stesso modo, i monumenti che Kiko ha voluto erigere a sé stesso - Domus, seminari, catechumenium... - indovinate con quali donazioni "libere e volontarie" sono stati fatti).

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    3. Fallacio Vinicio, anche se ci prendi in giro, in queste riflessioni non c'è davvero nessuna pretesa teologica. Come fa osservare Tripudio, è stato sufficiente leggere il Catechismo.

      Ma si capisce che chi, volontariamente e nonostante le testimonianze delle numerose vittime e decenni di allarmi in senso contrario, decida ancora imperterrito di fondare la propria vita nelle farneticazioni di un narcisista eretico ed avido (e questi non sono insulti ma la triste verità), sia anche inevitabilmente costretto ad invertire il significato dei termini seguenti - che, per l'esattezza, nel Cammino sono anche chiavi ipnotiche:

      cattiveria - insulto - invenzione - maldicenze - odio

      I fratelli che leggono qui, cioè gli stessi che tu vieni implicitamente a richiamare all'ordine con i tuoi interventi, dovrebbero riflettere su questi aspetti. Ma dovrebbero farlo nel segreto della loro capacità di ragionamento perché, appena esprimono un dubbio in comunità, sono subito rintuzzati dalle certezze fasulle dei catechisti collaborazionisti.

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    4. Caro Fallaccio ve la cantate e suonate tra di voi. Usate il termine Cammino, ma realmente siete un covo di vipere. Avete sempre abusato dei più deboli, e non contenti degli abusi fatti, venite su questo blog a spruzzare veleno. Se non ti preoccupa il blog, perché scrivi, se si inventano cavolate, perché leggere.
      Sei il re dell'ipocrisia, pur di difendere la tua bassezza, ecco che spruzzi veleno a tutte le parti.
      Prima affermavate che il covid non avrebbe attecchito, infatti ha quasi atterrato Kiko e compagni. Poi avete affermato che la vostra Eucarestia è l' unica e la migliore, infatti non la potete fare più come la facevate un tempo, precovid. Ora che è rimasto impresso a tutti che bere alla stessa coppa è pericoloso, per via di virus e germi e saliva ( infatti uno che ha la bocca piena di pezzetti di cibo, o di carie, o di virus, ecco che bevendo il tutto potrebbe miscelarsi con il vino), sarà molto difficile convincere il prossimo a bere nella stessa coppa e a mangiare un pane spezzato con le mani. Non entra più nessuno, nessuno nel senso che entrano 4 o 5 ma se ne vanno 10. Lo vediamo con i nostri occhi e abbiamo testimonianze dirette di ciò che accade in mezzo a voi. Voi vi credete che noi siamo il blog, ci definite blog. Il blog è solo uno strumento dove riportiamo le nostre testimonianze, che avreste voluto fare tacere. Noi siamo e viviamo negli stessi luoghi dove vi muovete voi, noi siamo dentro le parrocchie, quelle parrocchie che disprezzate, noi vi vediamo, e ci incontriamo con tante persone che sono state in mezzo a voi. Molte sono le testimonianze negative verso di voi. Siete conosciuti e visti e capiti. Prima o poi finirà la facciata imbiancata di falsa persecuzione che vi siete dipinti, e dovrete fare i conti con la verità.
      E continuo a dirti che la verità nessuno la può bloccare.
      Non vi è bastato fare del male in passato a delle anime, ecco che non sazi volete continuare. In verità siete liberi, ma la libertà ha un prezzo. Non scordatelo.

      CDD.

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  14. Disturbo, depistaggio, perché?

    Semplicemente perché a leggere attentamente la predicazione di Kiko riportata in ampi stralci nel post odierno, con mente sgombra e, per chi ha fatto parte del cammino come me ad esempio per quasi trent'anni leggere (non ascoltare) fuori contesto neocatecumenale, si arriva alla radice della mistificazione e strumentalizzazione fuorviante del cammino.
    Questo certo non giova affatto al BUON NOME DEL CAMMINO, e non solo.

    Parlo per me. E vi invito a immaginare, per chi il cammino non lo ha fatto, cosa significhi ascoltare (non leggere) tutto il costrutto kikiano in un clima di indottrinamento, di mettere in pratica quando si ascolta ORA e ADESSO, come Kiko ripete ossessivamente.

    Tutta la parola di Dio è passata come per un filtro, e gli indottrinati per un imbuto stretto.
    Rimuovendo tutto quanto prima conoscevano della religione cattolica, se già la conoscevano.
    Apprendendo tutto attraverso le loro interpretazioni iniziatiche per coloro che chiamano "lontani", ossia non praticanti prima dell'incontro col cammino.

    Alla fine a che si arriva?
    Semplice: a che compie la parola solo chi fa il C.N., tutti gli altri sono ascoltatori disattenti, religiosi naturali superficiali che aggiungono allal loro vita idolatrica un pizzico di fede per garantirsi dalle paure: malattie , morte, fallimenti e depressione esistenziale.

    Pax

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  15. In una sequela ininterrotta di tappe, consegne, fare, fare, fare... si resta come imbambolati, ipnotizzati. Indirizzati in un'unica direzione. La critica è smorzata sul nascere, il ragionare bandito.
    Esiste solo: TU ASCOLTA e metti in pratica! (Alla nostra maniera, si intende.)
    Perché se poi capisci a modo tuo che Dio magari ti chiama alla santità, a diventare migliore, stai sbagliando tutto e perdendo tempo.
    L'obbedienza ai catechisti è la bonifica finale di ogni terreno impervio. La parola proclamata così potrà fruttificare kikianamente e carmenianamente.
    I vignaioli mandati alla tua vita - sempre da Kiko e Carmen buonanima - mieteranno a piene mani PER SE', OVVIO, tu inerme, e si abbofferanno ben bene alla faccia tua.

    FINE DELLA STORIA.

    Tutto il ragionare arzigogolato stanca solo la mente e non porta a nessuna conclusione.
    I depistaggi dei devoti kikiani stancano solo a leggerli, ma questo è lo scopo di chi li espone nei commenti sul Blog. Allo stesso modo le contorsioni mentali di chi è alla caccia di particolari inutili finiscono solo per essere fuorvianti.

    Pax

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  16. Riguardo all'avarizia siamo tutti d'accordo, ce la ricordiamo benissimo la parabola del giovane ricco che gli piangeva il cuore nel doversi separare dai beni. Ma siccome siamo cattolici ci ricordiamo anche che il giovane in questione avrebbe voluto fare una vita donandosi totalmente al Signore, in termini di oggi avremmo detto che vuole fare vita monastica. Una cosa molto gradita al Signore, ma che trova intoppo proprio in quelle ricchezze che il giovane non era troppo propenso ad abbandonare: «se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni» (cfr. Mc 10,17-22).

    Subito dopo Nostro Signore precisa i termini della questione: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!». Ma ai legittimi timori dei discepoli risponde: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio», per poi parlare anche del "centuplo" (cfr. Mc 10,23-31).

    Basterebbero solo queste poche parole a chiarire che il problema non è la ricchezza in sé, ma il suo utilizzo (a Dio nulla è impossibile, motivo per cui conviene andare incontro a Dio anche con l'utilizzo delle proprie ricchezze per la Sua gloria: e se le spendi per la salute dei tuoi familiari e l'educazione dei tuoi figli, stai già andando incontro a Dio) e per chi desiderasse cambiare radicalmente vita entrando in monastero le ricchezze sono di massimo ostacolo.

    Ricordiamoci che molti "ricchi" hanno glorificato il Signore usando le loro ricchezze (quanto avrà pagato Nicodemo quella mistura di mirra e àloe di 100 libbre, quantità tipica per la sepoltura di un re? chi aveva pagato la tunica tessuta tutta d'un pezzo? chi poteva permettersi di regalare un asinello "sul quale nessuno è mai salito" a degli sconosciuti solo sulla loro parola? eccetera).

    Naturalmente i fratelli del Cammino Neocatecumenale hanno una visione completamente distorta della questione. Anzitutto ne fanno una questione di orgoglio personale: "provarsi coi beni", come se poi uno dovesse dire a sé stesso "ehi, mi sono provato, ho passato l'esame, dunque ho la coscienza a posto".

    In secondo luogo, ma non meno importante, ne fanno una questione campanilistica: il "provarsi coi beni" significa metterli a disposizione del Cammino, persino in quei rarissimi casi (può capitare, agli inizi del Cammino) in cui non sono indirizzati automaticamente al buco nero delle iniziative neocat. Esempio memorabile: i capicosca "mangiano" i miliardi, fanno speculazioni edilizie coi soldi raccolti per "evangelizzazione" e "seminari" e "itineranti"... «Un miliardo e mezzo di lire, è stato comperato un immobile a Roma di quattro piani».

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    1. A proposito, chi ha pagato i monumenti che Kiko ha fatto erigere a sé stesso? Chi ha pagato i viaggi più o meno "apostolici" (Kiko dixit) di Kiko e Carmen su jet privati, elicotteri e quant'altro? Chi paga i suoi sigari e aragoste? Chi sta per pagare la sepoltura da imperatore mondiale di Don Kikolone quando giungerà l'ora del suo trapasso? (ha 82 anni suonati)

      Più soldi date al Cammino, più ne date all'eresia, più mettete mano alla tasca per Kiko, e più vi immolate all'idolatria.

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  17. Mi domando perché i neocatecumenali si debbano "provare coi beni" e vengano invece scoraggiati a "provarsi contro le tentazioni" (tanto non le possono vincere, perché l'unico che ha vinto le tentazioni è stato Gesù nel deserto, predica Kiko).

    Se secondo il credo neocatecumenale è Dio quello che farà, che attuerà, quando invierà lo spirito santo, senza che l'uomo moralisticamente e legalisticamente debba fare alcuno sforzo, doversi "provare coi beni" compiendo uno sforzo da far male, non è l'esatto contrario?

    Aspettino che il loro dio li liberi anche dal denaro, come aspettano che li liberi dal peccato. Inerzia per inerzia.
    Tanto, colui che è il signore del denaro è lo stesso signore anche del peccato. Si tratta della stessa potenza maligna.

    Però riguardo ai soldi, chiedono sforzi e prove.
    Riguardo al peccato, invece, non ci si deve nemmeno "provare" a combatterlo, altrimenti si è moralisti, volontaristi e si ruba la gloria a Dio.

    Allora il neocatecumenalesimo non è "senza sforzo": lo sforzo e il metterci del proprio lo si deve fare solo riguardo ai soldi.
    Riguardo a tutto il resto invece, visto che non ci si deve né provare né sforzare per cambiare, ci dovrebbe pensare il loro dio.

    E se quindi io sono avaro, mi devo provare coi soldi.
    Ma se sono iroso (come qualche catechista vip), non mi devo provare a combattere l'ira. Ci penserà il signore quando invierà lo spirito santo.

    Mi hanno informato male, o avarizia e ira sono ambedue peccati capitali?

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    1. In uno dei suoi orridi dipinti il laico Kiko Argüello ha scritto che Dio è "parola, liturgia, comunità". Cioè Dio è il Cammino.

      Dunque l'ira non è un peccato contro il Cammino, perché se ti adiri il Cammino non ne risulta intaccato, ma l'avarizia sì, l'avarizia è un peccato gravissimo contro il Cammino perché priva il Cammino dei tuoi soldi.

      Per esempio, se tu fai revisionare la caldaia, in modo che i tuoi familiari quest'inverno abbiano acqua calda, non stai onorando il dio Cammino, ma stai onorando l'unico Dio, uno e trino, che ha istituito il sacramento del matrimonio. Pertanto dal punto di vista di Nostro Signore ti sei già "provato coi beni", perché quei soldi anziché revisionare la caldaia potevano benissimo essere giocati alle slot o in sala scommesse. Ma dal punto di vista del dio Cammino è un peccato gravissimo, perché potevi versarli per gli "itineranti", per la cosiddetta "evangelizzazione", per i "seminari" farlocchi del Cammino, eccetera.

      Nota: il termine evangelizzazione, nella Chiesa Cattolica, significa annunciare il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo, un annuncio che può essere fatto in un'infinità di modi (per esempio il santo Escrivà raccomandava ai suoi di annunciarlo mediante il proprio lavoro: non essere il meccanico "più economico", ma essere il meccanico che "quando ti aggiusta la macchina il problema non si ripresenta più").

      Nel Cammino, invece, il termine evangelizzazione viene completamente snaturato e viene usato per indicare la crescita del Cammino (costituire nuove "piccole comunità", erigere nuovi monumenti a Kiko, affittare un monolocale in un posto a caso nel mondo e chiamarlo "seminario Redemkikos Mater", eccetera).

      Agli occhi del dio Cammino, un cosiddetto "catechista" iroso è una persona irosa e basta, non è un problema, non è un peccato, anzi, più si adira contro i fratelli delle comunità e meglio è, perché questi fratelli sono avari, nel senso che non hanno mai versato abbastanza soldi nelle casse del Cammino, non hanno ancora consentito la pacchia totale per "catechisti" e "itineranti" ed "equipe" varie, sono sempre così avari da non aver "mollato il malloppo", dunque non si sono "convertiti" al dio Cammino.

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    2. Per i cattolici i peccati capitali sono vizi contrapposti alle virtù.
      Avarizia e ira, per riprendere gli esempi fatti, sono quindi peccati. Peccati capitali.

      Nel Cammino, invece, mi pare che l'avarizia sia fatta passare soprattutto come idolatria.
      Infatti si dice sempre "liberarsi dall'idolatria del denaro". In effetti il denaro può diventare anche un idolo, ma se diventa idolo è perché c'è un peccato.

      Mi sa che allora la furbata di Kiko sia proprio nel trattamento diverso riservato al denaro.

      Secondo lui l'idolatria si può e si deve combattere con le prove, l'autodeterminazione, la volontà e talvolta facendosi anche violenza, mentre il peccato no.

      È il disgiungere il peccato dall'idolatria, allora, che consente di trattare i peccati connessi all'avarizia come vincibili.

      L'idolatria la puoi e la devi combattere e ti dicono anche come, con il provarsi ecc, ecc.

      Il peccato non lo puoi combattere perché non ne hai le facoltà, quindi non ti devi provare né altro.

      Se fosse considerata come peccato, infatti, subirebbe la sorte di tutto il resto e non si dovrebbero fare prove: quando arriverà lo spirito santo libererà anche da quel peccato, come da tutti gli altri.

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    3. Col termine "idolatria" i cattolici indicano quell'attitudine a considerare qualcosa talmente importante da essera "più importante di Dio". Può dunque sussistere un'idolatria per il denaro, così come ad esempio può sussistere un'idolatria per la propria casa (avete presente quel genere di persone disposte a tutto pur di costruirsi/comprarsi una casa? che per tutta una vita fanno qualsiasi cosa, qualsiasi sacrificio per "la casa", anche a costo di calpestare la fede e la morale, pur di giungere alla meta; cioè pervertono il legittimo desiderio di avere un'abitazione stabile e lo fanno diventare un'esasperata "ragione di vita", cioè lo fanno diventare un'idolatria).

      L'esempio biblico del "vitello d'oro" spiega il passo successivo dell'idolatria, cioè quello di ostinarsi a credere che l'idolo abbia chissà che poteri (cfr. Esodo 32,1-4: «...facci un dio che cammini alla nostra testa... un vitello di metallo fuso... allora dissero: "ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto...»).

      Il Cammino Neocatecumenale è una perfetta idolatria. "Il Cammino ha salvato il mio matrimonio", come se il Cammino avesse prerogative migliori dello Spirito. "Il Cammino è un itinerario di iniziazione", come se la Chiesa fosse incapace di introdurre le anime all'unione con Dio. "Carmen è una santa di categoria superiore", come se tutti gli altri santi della Chiesa fossero di categoria inferiore, e come se il guazzabuglio di eresie, arroganze, e vita comoda di Carmen, fossero titoli di santità.

      Allora i neocatecumenali presero il santino di sanKiko e dissero: ecco il tuo Dio, o fratello del Cammino, colui colui che ti ha dato la fede adulta, ti ha salvato il matrimonio, ti ha convertito da omicidi orge risse divorzi ubriachezze discoteche e soprattutto dai cristianucci della domenica!

      Naturalmente il peccato di Kiko è ancora più grande, perché lui stesso si è voluto porre come idolo: «io sono il Vostro Catechista!», come se la Chiesa avesse sempre sbagliato, come se la Chiesa fosse sempre stata incapace di catechizzarvi, bisognava aspettare lui, dotato di ben tre lauree "honoris causa" (cioè conseguite non per meriti di studio, ma perché i suoi adepti lo volevano "onorare" ad ogni costo), che vi "catechizzasse" (a modo suo, ovviamente: «Darete la Decima! ...e se si convertono, devono Mollare il Malloppo!»).

      Aveva proprio ragione padre Pio a chiamare Kiko e Carmen «i nuovi falsi profeti».

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    4. "Il Cammino ha salvato il mio matrimonio"

      Ma appena esci dal Cammino (sottolineato: dal Cammino, non dalla Chiesa), il matrimonio si disfa. Ripetiamo insieme, con Kiko (pag. 108):

      "E quello era così cristiano. Guarda com'è ridotto. Credo che la moglie lo abbia lasciato, sai? E adesso vive da qualche parte con un'altra. E i figli? Ah, li ha abbandonati. Sì, sì, questi cristiani...".

      Quindi il Cammino non ha salvato il tuo matrimonio ma si è incorporato in esso, tanto che senza questo collante, il matrimonio non regge, parola di Kiko.

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  18. E' sempre importnte portare all'osso l'annuncio di Kiko, alle sue linee essenziali.
    Privandolo dei fronzoli, esempi vari e ghirigori allegorici ecco che in filigrana appare il progetto che Kiko persegue e porta a compimento.
    Allora evidenzio in un modo molto lineare un tracciato preciso e voilà! Ecco che arriviamo sempre allo stesso punto.
    Partendo dalla Scrittura o dai Sacramenti, ma anche da frasi ricorrenti nella nostra religione e che sempre abbiamo sentito Kiko riesce a portare sempre allo stesso punto di arrivo:
    Al di fuori di lui nessun iniziatore è altrettanto credibile e completo.
    Al di fuori del percorso neocatecumenale di riscoperta del Battesimo NON C'E' SALVEZZA per nessuno, neanche per preti monaci e donne consacrate.
    Per cui l'annuncio kerigmatico deve informare tutta la vita dell'adepto, che deve dedicarsi a trovare altri adepti e seguaci e portarli semplicemente in comunità, come lui stesso un giorno è stato portato. Deve indirizzare i figli e la moglie (o il marito) lì.
    Qualcuno può contestare che un neocatecumeno che veda i suoi cari seguire un'altra via nella Chiesa non si senta un fallito? Un inetto? E come tale è guardato con diffidenza in comunità? Con pena?

    Pax

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  19. Allora evidenzio in un modo molto lineare un tracciato preciso e voilà! Ecco che arriviamo sempre allo stesso punto. (riprendo da questo punto)

    Approfittando delle citazioni del post tratte dai mamotreti tenebrosi e impolverati estrapolo ALLA LETTERA quanto segue:

    - disse l'Arcivescovo Morcillo: "Io non ho ricevuto il carisma, lo avete ricevuto voi".

    Davanti a cotanto riconoscimento autorevole, già l'80% della capacità critica dell'individuo è affossata. Ti disponi ad ascoltare pensando che perfino un Vescovo si inchina!
    Kiko, da parte sua, potenziato molto da questo formidabile riconoscimento, inizia a sciorinare il SUO carisma così:

    - " Volevo dirvi che essere cristiani è vivere nella precarietà, ossia nella libertà, e che questa libertà Dio non ce la può mai togliere. "

    Basta vedere questo sillogismo per restare basiti:
    precarietà = libertà (in maniera assoluta c'è perfetta coincidenza? bah! ma poi ci chiediamo: cosa intende Kiko per LIBERTA'? Fare il proprio porco comodo, sempre, senza limiti? Quello che egli ha sempre amato fare?)

    Ma Kiko si supera con questa incomprensibile chiusa:

    Dio non ce la può mai togliere

    DIO NON CE LA PUO' MAI TOGLIERE.

    Bah, preferisco non approfondire oltre.
    Lascio il solco aperto per tutti i lettori.

    Pax

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    1. Chissà cos'ha detto realmente Morcillo... magari ha elargito un complimento sul loro carisma ed i furbastri se ne sono vantati davanti ai fratelli, trasformandolo in un complimento più grande, corredato di auto-diminuzione.

      Il sospetto viene perché i nostri eroi catechisti sono capaci di dire che "quando la Chiesa non sa come fare, allora chiede aiuto al Cammino".

      A. Non.

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    2. A suo tempo Kiko si lasciò sfuggire che Morcillo li voleva scomunicare tutti, lui, Carmen, e i (pochissimi) seguaci.

      Esistono foto di Morcillo in apparente "visita" ai baraccati. Ora, Casimiro Morcillo Gonzalez era arcivescovo di Madrid, cioè pastore di un gregge di tre milioni di anime e con oltre tremila sacerdoti. Immaginate il problema di un vescovo come lui impossibilitato di fatto a conoscere i suoi sacerdoti: come si fa a ricordare tremila volti, tremila nomi, tremila stili di vita? Immaginatevi per un attimo nei suoi panni, con una giornata che dura soltanto 24 ore come per tutti i comuni mortali, e dalla quale deve ritagliare ogni attimo per curare il gregge (oltre alla propria vita spirituale: celebrazioni, ufficio e tutto).

      E dunque per "misteriosissimi" motivi Morcillo andò a perdere tempo ai baraccati, dove due borghesotti disubbidienti (Kiko e Carmen) proclamano di aver reinventato il cristianesimo "come i primi cristiani" (può anche darsi che la visita non fosse diretta a loro ma ad altre realtà, e Kiko e Carmen e i loro fedelissimi fecero photobombing; non possiamo saperne di più perché le uniche testimonianze sono quelle dei mentitori professionisti neocatecumenali). Nelle foto appare normale - evidentemente non li ha visti ancora celebrare la liturkikia - e quelle foto sono state sufficienti a fabbricare la leggenda del magico magico appoggio di Morcillo. Ma pensa te, se un vescovo con tre milioni di anime deve andare nei baraccati a farsi insegnare come si fa il "cristianesimo delle origini"... (Kiko ha sempre avuto questa fissazione di voler insegnare la fede ai vescovi: una roba che neppure il Papa si permette di fare: perfino per le encicliche e per la proclamazione di dogmi il Papa consulta i vescovi per un parere). È ben possibile che un vescovo di una diocesi molto estesa accetti di investire un'oretta del suo scarso tempo per visitare qualche piccola realtà, ma se si ritrova a girare per i baraccati con due invadenti e insolenti laici che cercano photo opportunity per autoconvalidarsi... significa come minimo che qualcuno piuttosto "importante" doveva averlo opportunamente "mal consigliato". Cioè attirato in trappola. I burattinai di Kiko e Carmen avevano piani ben precisi fin da quell'incontro al lussuoso bar di Piazza Cibeles a Madrid, e avevano le leve giuste per "convalidare" l'ambizione e la stupidità di quei due.

      Dopodiché "qualcosa" fa cambiare idea al Morcillo (1904-1971). Secondo me gli avran parlato della liturkikia, ma potrebbe anche essere emerso qualche altro scandalo. Subito dopo Kiko e Carmen collezioneranno in diversi posti della Spagna un gran numero di colossali insuccessi, che - può darsi - abbiano contribuito all'idea di traslocare in Italia, opportunità offerta dai loro burattinai nel 1967-68, "convincendo" (non si sa come) il cardinale Angelo Dell'Acqua (1903-1972; per alcuni un uomo di Dio, per altri un amicone dei massoni, chissà); l'interesse del don Dino Torreggiani (1905-1983) sembrerebbe invece genuino, ma dopo aver "invitato a Roma" i due eretici spagnoli, "misteriosamente" il Torreggiani non se ne interesserà più fino alla morte.

      Fra il 1971 e il 1972 Morcillo e Dell'Acqua si spensero, portando nelle loro tombe il segreto del magico magico trasloco di Kiko e Carmen a Roma, decenni prima che il Cammino divenisse -ehm- famoso.

      Aveva ragione padre Pio a definire Kiko e Carmen «i nuovi falsi profeti». E visto l'evolversi della loro vita, avremmo dovuto definirli tali anche se non avessimo conosciuto il parere di padre Pio. (Intanto scommetterei che i cappuccini, più per evitare ritorsioni che per ignoranza, negherebbero che padre Pio lo abbia mai affermato)

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    3. Una cosa che Kiko omette di dire sempre quando parla di Palomeras e di Morcillo, è che in quel luogo di emigranti (e non di delinquenti) esistevano già delle chiese molto frequentate fin da sempre.

      Non era, come si vuol far credere, un luogo dimenticato da Dio, covo di briganti e ladroni.

      Mi pare addirittura che a padre Llanos sia stata eretta una statua, poco dopo la sua morte.

      Ovunque si trovano testimonianze dell'operato di questi preti e dell'alta frequentazione dei poveri emigranti.
      Di Kiko Argϋello, invece, si trovano racconti solo di parte neocatecumenale.

      Era solo uno dei tanti giovani borghesotti che, in pieni anni '60, andavano a provare l'esperienza della povertà. Ce n'erano molti. Mica ci andò solo lui. Era una specie di "moda".

      L'unica differenza tra Kiko e gli altri borghesi in cerca di esperienze nuove, fu che loro raccontano di aver molto ricevuto dall'incontro coi poveri, mentre Kiko racconta di aver molto dato.
      Già da subito si è distinto per egocentrismo e autoreferenzialità.

      Non fosse rimasto José Agudo, la cui unica famiglia pare aver continuato il Cammino, dell' Argϋello alle baracche (termine dispregiativo non in uso presso i vallecani, ma utilizzato da Kiko), non sarebbe rimasta traccia.
      Tutti quelli che sempre menziona, dopo aver provato l'ebbrezza della sala incisioni per i primi dischi del preteso cantante religioso, non sono mai più stati ricordati e nemmeno visti.

      Non si dimentichi che Kiko ha esordito come cantante ed inciso più di un disco con il gruppetto vallecano. E tale lo considerò Morcillo nella sua lettera a dell'Acqua.

      Ma perché all'Argϋello non è stata eretta una statua come a padre Llanos?

      Uhh, l'ho detto!
      A breve qualcuno ci penserà, ad erigergli una statua (magari dopo la sua morte), da porre proprio davanti alla Tenda della riunione a Porto San Giorgio (o non si chiama più Tenda della riunione? Boh, ricordi lontani).

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  20. Nel precedente commento abbiamo estrapolato due memorabili passaggi.

    Qui un terzo che chiude questo breve excursus che già ci soddisfa:

    - " Questo tu lo vedrai e, senza questo, tu non potrai arrivare all'ultima tappa. Senza che facciamo tutto questo con te. "

    Ecco qui. Il parlare ultimativo kikiano che non conosce mai dubbi o forse... chi sa.
    Se vai dietro a lui e lo segui alla lettera, tutto puntualmente si compirà. A suo tempo, ovviamente, i tempi biblici kikiani, decenni, secoli, millenni... Che importa? Anche i tempi saranno neocatecumenali, cosa credete?

    QUESTO TU LO VEDRAI...
    Chi può metterlo in dubbio?

    ma SENZA QUESTO (e qui intende questa tappa che vivi, questo scrutinio che i tuoi catechisti ti stanno facendo. Insomma, senza tutto l'ambaradan neocatecumenale) tu non potrai arrivare all'ultima tappa, alla fine del cammino, al conseguimento pieno della promessa: in te nascerà una creatura nuova...

    In che si concretizza il tuo percorso oggi? In quest'oggi da cui dipende il tuo domani e tutto?

    Nel che NOI facciamo tutto questo con te.
    ........

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  21. ........
    Ecco il traguardo intermedio (potrebbe sembrare) ma che poi invece è IL TRAGUARDO di ogni neocatecumenale. L'unico che si raggiunge e resta per 10/20/30/40 anche 50 anni di cammino, sempre uguale, sempre unico e solo.
    ________
    Lo evidenzio ancora:

    " Senza che facciamo tutto questo con te. "
    _________

    Scusate, mi son persa ma... Dio Unico dov'è?
    Chi fa, non fa, comanda e dispone?
    Chi guida e conduce?
    Chi ha luce e discernimento?
    Chi è pricipio e fine ultimo?

    E nessuno parli di esagerazione, cattiva interpretazione. Il mamotreto del II Scrutinio è chiaro.
    Nè noi, io, abbiamo ecceduto nelle interpretazioni. Tutt'altro.

    A fronte di annunci, parlo degli anni 70/80, a cui ero presente anche io che
    IL CAMMINO FINIVA
    CHE NON C'E' PIU' CATECHISTA
    (tralascio il resto tante altre volte riportato)

    Ecco che Dio scompare, sì.
    Kiko resta e anche i catechisti/per/la/vita.

    Di tutto questo il neocatecumeno che ha finito il cammino e ha fatto anche il matrimonio spirituale deve ringraziare e benedire Dio ogni giorno della sua vita.
    Per avergli dato chi lo ha condotto e conduce da sempre e PER SEMPRE. A cui deve solo obbedire.
    Poi nessuna preoccupazione più.

    A pagarla una vita così assicurata, oggi e per l'eternità.

    Pax

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    1. Come faceva osservare l'amico Lino, la durata del Cammino trova giustificazione nelle eresie kikiane sul Battesimo, tuttora praticate nei fatti malgrado le correzioni della CdF.

      In breve: se le correzioni a queste eresie sul Battesimo fossero state realmente accettate, non solo a parole ma anche e soprattutto nelle prassi, il Cammino ad un certo punto avrebbe un termine, proprio come promesso pubblicamente per estorcere la benevolenza pontificale.

      In Cammino si millanta che il Battesimo così come proposto dalla Chiesa non avrebbe realmente il valore salvifico da essa insegnato, perché il concetto di "salvezza definitiva dal peccato originale" sarebbe, secondo Kiko, un malinteso di Sant'Agostino. Ricordiamo che per Kiko non è vero niente che non si sia sperimentato o capito. Persino il Battesimo è qualcosa di "magico", superstizioso, se uno non lo "riscopre", a modo di Kiko, ovviamente.

      Malgrado la CdF abbia ribadito, nelle correzioni ai mamotreti, che il peccato originale lascia la ferita della concupiscenza e dell'inclinazione al male, cosa ben diversa dall'inevitabilità kikiana del peccato, la "teologia" del Cammino prevede che solo una catechesi ininterrotta possa generare l'uomo nuovo. Occorre che il Cammino non termini mai.

      Ma i riscopritori mancano completamente il centro dell'obiettivo, che è il combattimento spirituale costante, sostenuto dalla preghiera continua. E, come sappiamo, non sono da essi contemplate eventuali altre realtà che aiutino i fedeli a sostenerlo, in primis la tanto disprezzata parrocchia.

      Conclude Lino: : "Morale della lezione di Kiko: il Cammino neocatecumenale non è un cammino di riscoperta del Battesimo. Il Cammino neocatecumenale è un percorso iniziatico gnostico che conduce alla "creatura nuova" generata dal battesimo secondo Argüello".

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    2. È esattamente la differenza tra la guarigione e la cronicizzazione della malattia. La guarigione può essere aiutata dal farmaco, ma è l'organismo che deve reagire e ritrovare il proprio equilibrio perduto: un farmaco che invece viene imposto a tutti, senza adeguarlo alle necessità di ciascuno, come la terapia del Cammino, oltre che a provocare peggioramento o morte, può causare lo stabilizzarsi di un malessere cronico, oltre che dipendenza e tanti effetti secondari.
      Ebbene, Dio ci guarisce dall'interno, e ci porta alla libertà: che non è la libertà di peccare sostenuta da Kiko, ma la libertà di NON peccare di cui parla san Paolo.
      La paura di perdere la fede senza l'assunzione della kikopillola bisettimanale, è il sintomo della dipendenza e della perdita della libertà. Vorrei che ci riflettessero tanti neocatecumenali, perchè questo pensiero, pur all'inizio angoscioso, mi è stato d'aiuto: se non sapete immaginare la vostra vita spirituale senza il Cammino Neocatecumenale, è giunto il momento di cercare nella Chiesa, nella Santa Messa feriale, nella preghiera, la via d'uscita da questo 'padrone' che vi nega persino le carrube dei porci per tornare alla gratuità della casa del Padre.

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    3. Il Cammino infatti promette guarigione spirituale ma finisce per dispensare metadone a vita. Invece che uscirne guariti, in tanti ne escono con le ossa rotte magari avendo perso la fede, altri vi rimangono a vita, cronicizzati e convinti che fuori non ci sia salvezza.

      Il metadone somministrato dal Cammino sono le catechesi, chiamate parola, per mimetizzarle con la Parola di Dio. Leggendo le catechesi iniziali, questo lemma, parola, è ripetuto fino all'inverosimile, anche più volte nella stessa frase anche se non sarebbe necessario.

      Leggendo i libri di sana dottrina e confrontandoli con le eretiche catechesi del Cammino, ci si accorge di quanto queste ultime siano un'inquietante operazione di programmazione neuro linguistica, cioè di manipolazione mentale operata utilizzando le Sacre Scritture come testo di partenza.

      Il metodo è quello di agganciarsi ad un patrimonio linguistico e simbolico già presente nei fratelli, perché ricevuto dalla fede cattolica, svuotandolo e ri-definendolo per orientare l'emotività e la volontà delle persone secondo le direttive dei fondatori (quelli reali non i frontman) della setta neocatecumenale.

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    4. La sana dottrina insegna a riconoscere e scegliere il bene usando la propria libertà. Le kikatechesi incalzano e non lasciano scampo. Richiedono non adesione bensì sottomissione. Pur essendo le catechesi di Kiko in forma colloquiale, esse sono un monologo. La sana dottrina, tanto disprezzata dal Cammino e calunniata come "legalista", invece spinge l'anima al dialogo con Dio.

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    5. Una, due, tre e io, oltre Tripudio naturalmente, potremmo essere un'ottima squadra. Speriamo. Intanto seguitemi perché ho in serbo delle notizie scottanti sul movimento.

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    6. @Anonimo delle 21:31
      Chiedi di seguirti, ma se ti desti un nick potremmo distinguerti dagli altri anonimi che scrivono sul blog

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    7. Chi rimane nell'anonimato
      prima o poi rimane fregato
      se un nick invece ti desterai
      dagli altri anonimi ti distinguerai

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    8. È da tempo che un anonimo ci promette rivelazioni sul Cammino che però non arrivano mai. Non gli darei soverchia importanza. Se vuole, può darci le sue scottanti notizie, altrimenti se le tiene per sé.

      Elimina
  22. Dice la Chiesa che se i peccati “sedimentano”, tendono a formare delle “strutture di peccato” che si oppongono al Vangelo.

    Le strutture di peccato cominciano con il dare significati un po’ diversi alle parole che usa la Chiesa e a cambiare il senso dei concetti della fede da come li tramanda la Sacra Tradizione, tanto che, anche se non si è eretici, si vive in contraddizione con la sana dottrina anche non volendo.
    In un certo senso, si pecca anche quando non si pecca, come quando nella società secolare si pagano i calciatori in modo spropositato rispetto, ad esempio, a chi è povero pur avendo meriti sociali elevati: un’ingiustizia “strutturale”, ma causata dai peccati dell’uomo.
    Un’ingiustizia che, se accettata, diventa peccato personale.

    In pratica la struttura di peccato comporta il vivere un inizio di eresia senza essere eretici (ma lo si può diventare con l’abitudine).
    Solo la Chiesa, e in prima persona il Papa che la guida, è esentata dall’errore per una specialissima grazia divina.
    Per questo la sana dottrina è importantissima: se il catechismo viene preso integralmente, le parole, le espressioni e i concetti, assumono il giusto senso.

    Se questo può accedere anche nelle strutture della Chiesa, nelle aggregazioni che hanno finalità diverse da quelle della Chiesa, come il Cammino, le “strutture di peccato” hanno raggiunto il loro fine, che è lo stesso fine del peccato: la divisione.
    E continuano a produrre danni.

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  23. Fallacio A.V. ci risiamo. Vedo solo ora che stamane hai risposto ad un mio commento sentendoti chiamato in causa, anche giustamente. Solo che poi non azzecchi mai una risposta, esci fuori tema, fuorvii e fai il solito macello di sempre.

    tuo commento sopra del 4 settembre 2021 11:00

    Richiami la mia domanda:

    @pax:"Dite la verità: Avete una paura nera di questo Blog!?"
    e aggiungi "posso essere sincero?"
    Risposta: "assolutamente no."

    Questo scrivi a chiare lettere, asserendo che noi del Blog contiamo, dal punto di vista numerico, sempre meno. E che, in ogni caso, possiamo solo fare del bene al Cammino. ome ne abbiamo fatto a te che, da quando ci leggi, ti sei rinnovato nello zelo, hai moltiplicato il tuo impegno nella comunità. Intanto - in contemporanea a noi - le comunità sono aumentate, le kikostruzioni pure, e le approvazioni si sono succedute alle approvazioni.

    Quasi ci ringrazi grato.
    ........

    RispondiElimina
  24. ........

    Ma cosa racconti mai?

    Le comunità sono aumentate? E' una menzogna grande come una casa.
    Il numero delle comunità resta invariato ormai da molti anni. Le nuove nate (sempre meno e meno numerose, che stentano a formarne una anche con più catechesi successive di rinforzo) vengono neutralizzate dal numero crescente di fusioni di più comunità già esistenti in una. Fusioni che sono sempre più ricorrenti da ogni parte.
    Piuttosto dovresti ammettere che si registra un penoso, incessante decremento numerico, pur con tutti i camuffamenti che ordite, uniti alle palle cosmiche che siete soliti sparare ogni volta che parlate di voi e dei vostri successi alla scuola del bigiardo Kiko.

    Ora, che certe verità le gridino al mondo un esercito di gente o uno sparuto gruppetto di ben informati che non falsificano i dati obbiettivi non cambia la sostanza delle cose e la loro vera portata.

    Non credi?

    Anche l'inascoltato Giovanni Battista, che per la sua onestà si ritrovò decapitato per mano di corrotti viziosi (al quale indebitamente Kiko ciarlatano ostenta di somigliare "Io sono il Battista in mezzo a voi!"), amava definirsi - alla domanda "Chi sei tu?" - come: "Voce di uno che grida nel deserto".
    In genere la verità non va a segno a furor di popolo, anzi! La storia tutta dimostra il contrario!

    Non è ora che la smettete voi piuttosto di andare sempre a caccia e di ostentare NUMERONI FARLOCCHI pur di dimostrare di essere qualcosa di speciale nella Chiesa?
    Quando molto più spesso lo speciale si nasconde nella minoranza, nella piccolezza, in un "resto"?

    Disse Gesù ai suoi che erano scandalizzati delle sue Parole di Vita Eterna: "Volete andare via anche voi?". Gesù Cristo lascia libero l'uomo, sai Vinicio Asino, mica è come Kiko che ti prende al laccio e ti lega per sempre! Ti ostenta come NUMERONE per continuare con il suo mercato delle vacche e la sua giostra felice che gli dà insieme ai suoi di vivere agiatamente. Chiamalo fesso...

    ........

    RispondiElimina
  25. ........

    Poi le kikostruzioni.
    Qui sei proprio ridicolo e ti tiri la zappa sui piedi.
    Ci vuoi costringere a parlare ancora dello sconcio della smania edilizia di Kiko? Della sua fissa architettonica e decorativa? Il grande artista dei miei stivali.
    Per la sua megalomania ha speso fiumi e fiumi di denaro non suo non certo per il bene delle anime a lui affidate, ma per pura idolatria e megalomania.
    Dimmi tu se lo sai: cosa c'entrano con "la piccola comunità" dell'ispirazione mariana farlocca pure quella, a questo punto??

    Anche Carmen glielo rinfacciava sempre.
    Le costruzioni in un percorso iniziatico di fede non servono a niente anzi sono di distrazione nella migliore delle ipotesi, e di perdita di tempo pure, punto e basta.

    L'abbiamo ribattezzata "la svolta delle opere" (una cosa oscena). Inizio del declino inarrestabile del cammino. E tu insisti. E' stato pure raccontato che Kiko una volta per far spostare un muro, dico un muro, di qualche metro perchè non gli quadrava nella sua mania di perfezione, ha sperperato un mucchio di denaro regalato dai poveri. Una vergogna.
    Ma tanto a lui arrivano a palate, e senza nessuna fatica. Da parte sua sempre, si intende.

    Le kikostruzioni!! Ma dai Fallacio non farci ridere. Cosa perori con questi argomenti?

    Infine, le approvazioni... mentre noi chiedevamo che la Chiesa finalmente prendesse atto della predicazione eretica e antiliturgica del cammino e lo costringesse alle debite correzioni
    obbligatorie e non rinviabili, oppure all'estromissione.

    Certo e lo ripetiamo spesso. La Chiesa con questi volponi navigati non può permettersi di andare con la mano leggera, dovrebbe chiamarli per nome e cognome e metterli spalle al muro. Questo lo pensiamo molto sinceramente e lo diciamo a voce alta, perchè non si può?

    Continueremo a chiedere questo. E' un nostro diritto come figli della Chiesa pure noi. Poichè i vertici del cammino non hanno alcuna onestà intellettuale e di coscienza e di nessun altro tipo.
    E mistificano, aggirano, nicchiano e fanno gli gnorri.

    Ma, e concludo, almeno Kiko e compari avessero obbedito a quanto la Chiesa ha chiesto loro in più occasioni e circostanze!
    Niente di niente. Se ne sono fregati sempre. E gli è andata pure di lusso. Coome spesso accade ai manigoldi incalliti, abituati a farla sempre franca.

    Ma noi non ci avviliamo. Confidiamo sempre.

    In lingua dialettale sai come si dice?
    Te lo traduco direttamente:

    "Tarda e viene buona!"

    Una cosa è certa: Prima o poi la verità viene a galla sempre, e ogni nodo arriva al pettine...

    Capito?

    Pax

    RispondiElimina
  26. il cnc si basa su uno schema Ponzi.
    tutto funziona alla grande finché la piramide si allarga...se si ferma implode..
    ..al momento si è fermata...vediamo quanto impiega ad implodere...e per implosione non intendo necessariamente la fine del cammino..ma ridursi a pochissime comunità asfittiche che sopravvivono per inerzia...certo così l'estinzione è solo rimandata

    RispondiElimina
  27. I fondatori hanno amato più se stessi del Cammino. Kiko e Carmen non hanno provveduto a formare una classe dirigente, ma soprattutto non hanno saputo dare ai propri collaboratori delle regole in base alle quali agire e relazionarsi. Sappiamo che a Porto San Giorgio questi pezzi grossi del Cammino venivano trattati come scolaretti, ma poi, nei fatti, ciascuno di loro è stato lasciato libero di costruire il proprio piccolo impero.
    Questa struttura da asilo infantile non può reggere un corpo così grande al momento della scomparsa del leader, o del declino drastico delle sue capacità di governo.
    Quindi a breve nel Cammino ci sarà grande incertezza e ogni pezzo se ne andrà probabilmente per conto suo. E sono d'accordo con Mav, sarà un processo lento.

    RispondiElimina

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