venerdì 13 giugno 2025

«Gli ho servito il Concilio su un piatto d'argento»

Kiko e i suoi autoritratti
Premessa.
Il Cammino Neocatecumenale è fondato su un inquinamento della dottrina e della liturgia.
Cioè ha sempre propugnato "catechesi" ambigue, erronee, eretiche, e "liturgie" zeppe di abusi, modifiche arbitrarie, oltre che idolatria per i fondatori Kiko e Carmen; non meraviglierà che a tutto ciò si accompagni uno strapotere dei suoi cosiddetti "catechisti", costellato di abusi in tutti i campi, e di indebite intromissioni e gravi ingiustizie ai danni degli adepti. Nella mentalità neocatecumenale, ingannare e mentire sono considerate azioni sante, qualora adoperate per difendere il prestigio e i soldi della setta e della sua gerarchia.

Ad un fedele cattolico viene dunque da chiedersi come diavolo sia stato possibile che il Cammino abbia potuto nascere e crescere e continuare a spacciarsi per "cattolico". Sul crescere abbiamo fin troppe testimonianze di come i fondatori e i loro scagnozzi abbiano sempre adoperato ogni più sporco trucchetto per nascondere la sporcizia ai vescovi e ai pontefici. Tale crescita si è però esaurita da oltre vent'anni, cioè da quando gli insegnamenti e le dinamiche interne del Cammino (come la famigerata "Decima", come lo strapotere dei "catechisti") sono diventati sufficientemente noti, e da quando parroci e vescovi riluttanti hanno dovuto prendere atto che le denunce erano tutte vere e fondate (riluttanti perché a tutti dispiace perdere quei comodi trenta denari frequentemente elargiti dal Cammino, e nessuno aspira a diventare bersaglio delle vendette neocatecumenali).



Quanto al come sia stato possibile che una realtà del genere abbia potuto nascere e spacciarsi per cattolica lungo tanti decenni, la risposta sarà sgradita alle cosiddette "anime belle" (cioè quei cattolici che non amano sentir parlare di problemi). Quella risposta ce l'ha data la stessa Carmen Hernández nel 2002, quando tutta tronfia si vantò aver "servito" a Kiko "il Concilio" nientemeno che su "un piatto d'argento". Come se la laica Carmen avesse subito capito tutto del concilio Vaticano II, mentre per i molti decenni successivi fior di prelati e teologi si sono affannati a interrogarsi su come recepirlo e farlo recepire.

Il problema fondamentale - che per onestà intellettuale occorre riconoscere - è che il Vaticano II costituisce un grave malanno della Chiesa Cattolica, per i suoi contenuti e ancor più per il modo in cui viene comunemente inteso.

Nel corso della storia sono stati celebrati ventuno concili ecumenici riconosciuti come tali dalla Chiesa. I primi venti sono stati concili dogmatici, cioè che riguardavano principalmente le verità di fede, e dunque anche di condanna alle eresie (condannare le eresie implica riaffermare le verità di fede). Trattandosi di dogmi e di condanna delle eresie, sono vincolanti per la fede cattolica.

Per esempio, nel concilio di Calcedonia (nel 451), si chiarì che Nostro Signore possiede due nature (quella umana e quella divina), condannando l'eresia "monofisìta". Dobbiamo ricordare che tale dogma di fede era di fatto già creduto in precedenza dai cattolici, seppure espresso in modi diversi; quella solenne definizione dogmatica, vincolante per la fede, protegge i cattolici dal rischio di tornare su quella vecchia eresia, e stabilisce un linguaggio ("due nature") chiaro e riconoscibile e senza equivoci.

L'ultimo concilio, il Vaticano II, è stato invece un concilio pastorale, cioè che non impegna la fede (se non in quei punti in cui ribadisce verità di fede già precedentemente chiarite dal Magistero e dai concili precedenti).

Altra piccola divagazione solo per esempio: il concilio di Costanza agli inizi del XV secolo condannò l'eresia hussita - poco importa che fu convocato dall'antipapa Giovanni XXIII, l'importante è che tale concilio sia riconosciuto come concilio ecumenico della Chiesa. Fra le affermazioni condannate, quella secondo cui Simon Pietro non sarebbe stato "capo della Chiesa". (Non è stata la prima, né l'ultima volta, in cui la Chiesa ha dovuto ribadire l'autorità di Pietro e dei suoi successori).
Dato che la pastorale è contingente (cioè riguarda specifici tempi e luoghi; per esempio non si può applicare in Giappone la stessa pastorale che si applicherebbe in Camerun), merita sì ossequio dai fedeli ma non richiede l'adesione della fede richiesta dai dogmi. Una pastorale può benissimo essere criticabile, anche se nascesse dalle migliori intenzioni. Un concilio pastorale può benissimo essere criticabile in tutte le parti che non riguardano i dogmi di fede: l'ossequio dovuto non richiede ipocrisia.

Il Vaticano II non era veramente necessario (l'intenzione di papa Giovanni XXIII era solo di far riesprimere alcune cose relative alla fede, non riteneva necessario correggere eresie o proclamare dogmi, tant'è che prevedeva che durasse pochi mesi al massimo): dopotutto un "concilio pastorale" riguarda la pastorale, cioè qualcosa di "contingente", di temporaneo, di non vincolante per la fede.

Quel concilio non è stato neppure utile (visto che l'intenzione di papa Giovanni XXIII fu tradita fin dall'eliminazione immediata e immotivata degli "schemi preparatori", e dalla successiva proliferazione di documenti e dichiarazioni di diverso peso, e dal silenziamento delle voci valide), tanto più che i documenti consentivano troppe diverse interpretazioni. In linea generale, tutti i meriti che comunemente vengono attribuiti al Concilio, non avevano bisogno di un Concilio per essere portati avanti: sarebbero stati sufficienti pochi pronunciamenti del successore di Pietro.

Quel concilio è stato anche dannoso, visto che contiene ambiguità al punto che tutti i "rivoluzionari", ancor oggi, lo usano come pezza d'appoggio per difendere le proprie corbellerie, persino quando il testo dicesse esattamente l'opposto; per esempio la costituzione Sacrosanctum Concilium (nel §116) stabilisce esplicitamente che al canto gregoriano spetti il primo posto nella liturgia, eppure nelle parrocchie il gregoriano si è estinto fin dal Concilio e nessun conciliare si è mai sognato di rimetterlo al primo posto. Altro esempio: si consideri la questione del "girare gli altari" (quando si dice che il celebrante deve stare "di faccia" al popolo), che non era stata richiesta né auspicata dal Concilio (e nemmeno dalla gerarchia cattolica) ma chi la critica viene tacciato di essere "preconciliare" (termine che oggi è comunemente dispregiativo, adoperato come se fosse un insulto).

Visto che Giovanni XXIII e i suoi successori hanno tanto vantato il concilio pastorale, hanno tanto sperato di poter basarci una pastorale che recuperi e aiuti la fede, anche la pressoché totalità di clero e vescovi si è sempre fatta in quattro per "valorizzarlo" in tutti i modi... finendo per dare campo libero a tutti gli aspiranti "rivoluzionari" che non vedevano l'ora di mettere il timbro di "cattolico" sulle proprie invenzioni anticattoliche, e il timbro di "preconciliare" su qualsiasi cosa non gradissero. Ma al di là delle migliori intenzioni di clero, vescovi e pontefici, resta il fatto che è un concilio pastorale, che viene tradito dai suoi stessi fautori (non solo riguardo al canto gregoriano) fin dagli inizi (solo quegli "schemi preparatori" erano la linea desiderata da Giovanni XXIII), e che viene adoperato come alibi per ogni "rivoluzione" (come il "girare gli altari"), e di cui ancor oggi si discutono mille modi per "farlo recepire" senza ancora riuscire mai a chiarire veramente come e perché sarebbe utile per la crescita della fede e per la salvezza delle anime. Benedetto XVI si è inutilmente sforzato di dire che il Vaticano II andava letto in "ermeneutica della continuità" coi concili precedenti, ma tutti - sia i fautori, sia i critici - sono convinti che il Vaticano II è stato un punto di "rottura".

"Il Concilio" è diventato (suo malgrado?) uno spartiacque fra la Chiesa "preconciliare" da detestare e dimenticare (quella di padre Pio, di papa Pio X, di padre Kolbe...) e la Chiesa "moderna" (quella a corto di vocazioni, quella dove l'eresia viena accolta dal dialogo anziché dalle condanne, quella di Assisi '86 e della Pachamama, quella dove si tiene in gran conto l'opinione dei nemici della fede e li si blandisce in ogni modo).



Ora, tutti noi che abbiamo cercato di valorizzare pastoralmente tale concilio pastorale, e di esaltarne le parti buone (dopotutto "quel che c'era di buono non era nuovo, quel che c'era di nuovo non era buono"), non possiamo non notare che tutti i sedicenti interpreti del Concilio - ivi inclusi Kiko e Carmen - hanno sempre avuto la manifesta intenzione di cancellare praticamente tutto ciò che c'era di buono prima del Concilio, per portare avanti la propria idea e spacciarla per cattolica.

Insomma, il Vaticano II è stato il trucco dei nemici della fede per imporre "novità" contro la fede, contro la Chiesa, contro la liturgia. E la famosa "primavera conciliare" è stata invece un rigido inverno in fatto di vocazioni, di liturgia, di frequenza ai sacramenti, di conoscenza delle verità di fede. Negli anni del Vaticano II tutti i "rivoluzionari" hanno dedotto che era il momento buono per uscire allo scoperto e trascinare con sé tanti fedeli - agnelli e pecorelle del gregge del Signore - verso l'errore e la perdizione, verso una caricatura della fede cattolica, verso liturgie ridotte a spettacolini, verso gesti esagerati che la Chiesa non richiedeva né auspicava (come le famigerate "Decime"), verso l'ipocrisia del voler sembrare più cristiani dei cristiani (come il mega-digiuno di Pasqua dei neocatecumenali).

fan del "Concilio" hanno dimenticato i venti concili precedenti, hanno letteralmente invertito la scena (considerano "intoccabile" la pastorale e "dimenticabile" il dogma), hanno stabilito che la Tradizione è da rigettare (come se venti secoli di santità e di certezze confermate dall'autorità della Chiesa fossero improvvisamente da mettere in secondo piano), hanno stabilito che "preconciliare" è un insulto (come se l'unica Chiesa degna di questo nome fosse composta dalle proprie elucubrazioni "postconciliari"). Non a caso, con amarezza, siamo tutti in grado di vedere la differenza fra la Chiesa di sempre (quella dagli Apostoli fino ai tempi di padre Pio) e la neochiesa moderna.

In quello stesso 1966, mentre Kiko e Carmen facevano celebrare pagliacciate pseudoliturgiche sui tavolacci con le pagnottone e i boccali, a San Giovanni Rotondo padre Pio celebrava la liturgia cattolica tradizionale allo stesso modo di oltre un millennio e mezzo di santi prima di lui. Quale dei due rappresentava la vera Chiesa? Cosa ne avrebbe pensato padre Pio delle carnevalate liturgiche kikiane-carmeniane? Che atteggiamento hanno avuto Kiko e Carmen e i loro seguaci di fronte a celebrazioni come quelle di padre Pio?

Insistiamo a voler far notare che per accettare veramente il Concilio Vaticano II occorre prima accettare tutti gli altri Concili precedenti, tutta la Tradizione, tutto il Magistero. Non si può puntare tutto sulla "pastorale" se si trascura (anche solo minimamente) il "dogma". Come può essere efficace una pastorale se mette un po' da parte il dogma?

Moltissimi cattolici, forti del fatto che tutti gli ultimi pontefici hanno in tutti i modi tentato di valorizzare il Concilio, ingenuamente (se non solo per pigrizia) saltano sul carro del (presunto) vincitore "conciliare", maturando perfino il terrore di far/dir cose sospette di essere "preconciliari". Quando a gente ghiotta di "sperimentazioni nuove", di "segni nuovi", ho proposto gesti semplici - come l'adorazione eucaristica silenziosa e in ginocchio, come il far la Comunione alla bocca e in ginocchio - ho visto delle levate di scudi scatenate, si sono agitati come indemoniati colpiti da una secchiata d'acqua santa. Eppure Nostro Signore non ci ha comandato di credere che un concilio pastorale valga quanto e più dei venti concili dogmatici precedenti.

Piccola parentesi: la Fraternità sacerdotale san Pietro (FSSP), nata in epoca "conciliare", ha nei suoi statuti (approvati da Benedetto XVI nel 2006, prima del Summorum Pontificum) il diritto di fare, trasmettere, promuovere, una onesta e rispettosa critica del Concilio. (Fu necessario chiarire nero su bianco tale diritto solo perché la FSSP era composta di ex lefebvriani che intendevano riconciliarsi con la Santa Sede, cioè chiarire che le loro legittime critiche al Concilio pastorale non costituivano un rinnegare tale riconciliazione).



Concludiamo ricordando che nella vita di ogni fedele, la questione fondamentale è la salvezza personale. Nella nostra indispensabile adesione alla Chiesa, per facilitarci l'accesso alla salvezza ci conviene diffidare delle "novità" e fidarci invece di ciò che la Chiesa ha sempre e ovunque promosso (la Tradizione) e insegnato (il Magistero).

La fede cattolica non vive di ambiguità, non cresce con le carnevalate, non si alimenta di sperimentazioni o di trovate geniali, non è un campionato in cui acquisisce più punteggio chi sfoggia un elenco di gadget esotici (il tallit ebraico, le palme alte sui balconi, il plinto neoclassico all'ingresso, la fascetta reggichitarra griffata, ecc.) o un repertorio di canti o un elenco di attività e "lucernari" e digiuni impossibili e viaggi alle Domus Kikolatriche in Israele.

sabato 15 marzo 2025

Sì, il Cammino è eretico e non bisogna aver timore di dirlo a chiare lettere

Traduzione in italiano:
"la fede in Kiko viene
per l'ascolto del Kiko"
C'è un motivo per cui su questo blog non abbiamo usato mezzi termini.

Ed è il fatto che nella Chiesa, dall'epoca conciliare in poi, è in vigore la moda del parlare per sfumature, di usare vasti giri di parole per non nominare esplicitamente qualcosa, di usare espressioni accompagnate da un "tuttavia" e seguite magari dal loro contrario. La predicazione, i libri, i documenti della Santa Sede, la sinodalità, è tutto un mare di sfumature, di aggiustatine, di linguaggio ammorbidito. È come se la gerarchia cattolica si fosse convinta in modo ferreo che i fedeli postconciliari (e il resto del mondo) siano terribilmente permalosi, come se temesse non la diffusione di errori ed eresie ma solo di urtare qualche suscettibilità. Come Pietro e il suo "timore dei circoncisi". Come se la carità fosse autorizzata ad oscurare la verità.

Qui non usiamo mezzi termini: il Cammino Neocatecumenale è eretico, ed eretici sono i suoi "iniziatori", e di conseguenza eretici sono coloro che a meno di ignoranza invincibile li seguono.

Potremmo fare mille distinguo (e in oltre duemilaottocento pagine di blog, li abbiamo spesso fatti) ma il succo non cambia. Il Cammino è eretico perché insegna eresie (oltre che strafalcioni, ambiguità, ed altri errori): inutile girarci intorno, poiché i seguaci del Cammino non riescono a concepire un Cammino che sia anche solo leggermente diverso da ciò che hanno sempre insegnato i due autoproclamati "iniziatori" spagnoli. Cioè non accettano correzioni al Cammino, anzi considerano addirittura un "andare contro lo Spirito" il voler correggere il Cammino. E quando ricevono correzioni dalla gerarchia, fanno "buon viso a cattivo gioco", proclamandosi «contentissimi delle norme» ma contemporaneamente attrezzandosi per disubbidire a quelle norme stesse, con l'alibi (completamente campato in aria) che "il vescovo non ci capisce" e che quando conoscerà meglio il Cammino ritirerà quelle norme (e quindi -sottinteso furbetto- si possono ignorare già da subito).

Non dobbiamo annacquare la verità solo per ossequiare la Pastorale della Permalosità. Le eresie del Cammino sono state documentate da molti autori molto più preparati di noi, e da molto tempo. Negli anni '80 padre Enrico Zoffoli scrisse una vasta quantità di libri e articoli sulle eresie del Cammino Neocatecumenale e sulla mentalità degli adepti. E ci sono stati altri autori prima di lui (padre Virginio Rotondi, mons. Pier Carlo Landucci...) e dopo di lui (don Elio Marighetto, don Gino Conti... fino a don Ariel Levi Di Gualdo) che hanno documentato le eresie del Cammino, e scoprendo la matrice eretica persino partendo dalle sole "opere" pittoriche (Lino Lista). E tutti pubblicando corposi e documentati volumi (vedi colonna qui a lato con alcuni esempi). Non si possono rifiutare tutti questi autori con un banale "non hanno capito" o un infantile "si sbagliano".

"Eresia" significa distorcere le verità di fede. Distorcere non equivale a negare in blocco o a chiare lettere (eppure fra i neocat succede anche questo). E non c'è bisogno nemmeno di proclamare tale distorsione. Per esempio i neocatecumenali non credono nella presenza reale di Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. Infatti disperdono briciole, frammenti, gocce, pulendosi le dita sui pantaloni dopo aver "fatto la Comunione", proprio come se non ci credessero, banalizzano il gesto proprio come se non ci credessero, non considerano il Santissimo (genuflessioni, paura di scrilegi, ecc.) proprio come se non ci credessero. E difendono la prassi invalsa nel Cammino anche a costo di usare menzogne (per esempio la menzogna del "è approvata"), e non si sognano minimamente di metterla in discussione o di chiedere ai propri responsabili di fare come fa la Chiesa (ostie piccole, alla bocca, ecc.).

«Il Cammino è una setta protestante-ebraica che di cattolico ha solo la decorazione», riassunse mons. Schneider. Ci permettiamo umilmente di aggiungere che è anche un'idolatria, un'invincibile idolatria per i due autoeletti "iniziatori" Kiko e Carmen. Anche nei rarissimi casi in cui un fratello del Cammino fingesse di criticare Kiko almeno su qualcosa di secondario, per le scelte serie della propria vita farà sempre come dicono Kiko e i suoi pretoriani. E si proclamerà cattolico, anche se ne ha a stento una squinternata decorazione. 

Pur davanti alla cavalcante epidemia di permalosità dei postconciliari, bisogna avere la carità e la decenza di chiamare eresia le distorsioni della fede. E ricordare che la prima forma di carità è la verità. Non può esserci carità calpestando la verità, calpestando la fede, calpestando (addirittura materialmente!) il Santissimo Sacramento.

Nell'immagine in alto in questa pagina, un neocatekiko esibisce uno striscione kikolatrico con un'eresia nascosta nell'ambiguità, travisando il principio cattolico del "fides ex auditu" (la fede che arriva dall'ascolto dell'annuncio del messaggio cristiano), applicando il pomposo termine greco "kèrigma" (che nel Nuovo Testamento indica l'annuncio), termine che per i seguaci di Don Kikolone ha un significato diverso.

Per i neocatecumenali, infatti, solo il laico Kiko annuncia il "kerigma". Chiunque altro parli - anche un Papa, anche ex cathedra - non sta annunciando il "kerigma" (non sia mai che prendano sul serio qualcosa che non è stato detto o certificato da Kiko!). Per loro ogni intervento pubblico di Kiko è "kerigma", e quel "kerigma" è necessariamente "ispirato", e quindi i cosiddetti "catechisti" lo ripetono a pappagallo (perfino nelle battute spiritose).

Quello striscione,  insomma, è sia la superbia di dire "io la fede ce l'ho perché ascolto Kiko", sia lo scisma di dire "io non ho bisogno di ascoltare la Chiesa poiché ascolto Kiko", sia l'eresia di dire "la fede consiste in ciò che dice Kiko".

sabato 8 marzo 2025

Occorre respingere il Cammino degli abusi

Nostra traduzione da una testimonianza pubblicata su Jungle Watch. È stata scritta alcune settimane fa (il 18 febbraio 2025) in risposta ad un'altra testimonianza pubblicata nel 2017 sempre su Jungle Watch, ed a cui si riferisce.
Aggiungeremo in calce alcuni nostri commenti.



Posso testimoniare e confermare questa [tua] esperienza, come vera ed accurata. Sono stato anch'io nel Cammino per molti anni, affrontando molti degli stessi problemi e difficoltà, ad un livello diverso. È molto impostato sulla segretezza e contiene un sacco di abusi psicologici verso i giovani - specialmente quelli con storie "difficili": violenza domestica, abuso di alcolici o di sostanze, abusi dei parenti, separazioni, problemi psicologici, bassa autostima, e altri aspetti dell'umana sofferenza, tutto concorre a modellarli nel loro modo di pensare.

Nel Cammino si è anche sviluppato uno strano accento "europeo": la moda degli abiti scuri, del farsi crescere la barba, gli occhiali come quelli del fondatore... Più un una marcata simpatia per il giudaismo, e il parlare con grande entusiasmo di questioni riguardanti l'ebraismo, e l'utilizzare la stella di Davide su gioielleria e monili, cose contrarie alla cristianità e considerate eretiche dalla fede e dalla dottrina.

Per mia personale esperienza il Cammino è molto manipolatore, tende a prendere il controllo delle dinamiche familiari. Chiunque pensi o agisca contro le regole del Cammino viene emarginato e scaricato. La loro linea difensiva è già descritta nell'esperienza di cui sopra [del 2017], etichettando l'emarginato col termine biblico di "rifiuta Dio", che è un'altra eresia e cattiva interpretazione delle Scritture e dell'insegnamento di Cristo.

Come punto conclusivo vorrei far notare quello più pericoloso, cioè il fatto che il Cammino ti insegna che "se non fai il Cammino non ami Dio", in quanto non vorresti "compiere la volontà di Dio", ossia "non hai fede", per cui secondo loro se non sei nel Cammino sei nella perdizione. Questo è un errore madornale che porta la gente ad allontanarsi dal vero insegnamento di Gesù Cristo, dal Suo Amore, dalla Sua Misericordia, e dalla Sua Vera Volontà per ogni anima. E a seconda delle circostanze personali, si potrebbe finire con l'autodistruggersi la fede, la vita, gli affetti, il futuro, e ogni benessere in generale.

Per certuni il dirlo implica che chiunque non partecipi al Cammino è perduto e dunque condannato da Dio. Per cui i battezzati che non fanno il Cammino sarebbero da considerarsi perduti, implicando che la Missione del Figlio di Dio sarebbe stata un fallimento e una menzogna (ma ciò è un'eresia!). La missione di Gesù Cristo era di farsi uomo e morire per i nostri peccati, così da ottenerci la possibilità di accedere al regno dei cieli, attraverso i Suoi insegnamenti, perché prima della morte e risurrezione di Cristo non c'era la possibilità di accedervi.

Riferitevi alla vita di Cristo nel Nuovo Testamento, ai Vangeli. Vi incoraggio, voi che leggete, a non farvi prendere dall'ira o dalla foga di giudicare, ma di considerare ciò che costui [testimonianza del 2017] vi sta dicendo. Vi posso dire che se avete dubbi o domande, pregate e chiedete di comprendere, perché costui dice la verità. Prego il Signore che aiuti, guidi, guarisca e dia pace a chi ha scritto tale testimonianza, e che comprenda che tutto ciò era destinato - a ragione - a educare altri. Dio vi benedica, e ricordatevi Matteo 7,15: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci».



Alcuni nostri commenti per chiarire qualcosa a chi non è un asino ragliante...

Chi lascia commenti nei blog non intende scrivere precisissimi trattati teologici, ma veicolare impressioni, idee, notizie, esperienze. Figurarsi se scrive da cellulare. Quindi evitiamo, cortesemente, di cercare il pelo nell'uovo, e andiamo all'essenziale. Quando il saggio indica la luna, lo stolto si limita a guardare il dito - e, desideriamo qui aggiungere, il furbetto fa finta di vedere solo il dito, anzi, solo l'unghia, anzi, vede un'unghia immaginaria e comincia a pontificare vastamente su quella.

I rapaci lupi dell'aristocrazia neocatecumenale vengono in veste di pecore ma vogliono sfruttare le vostre sofferenze, le vostre difficoltà, le vostre incertezze, per far crescere la setta di Kiko. Sono come dei bulli che cercano una vittima: perciò vanno respinti e denunciati. Avvertono sempre urgenza di manipolare i fratelli delle comunità - specialmente i più giovani e vulnerabili - perché il Cammino sta "invecchiando": le adesioni sono ai minimi storici, le comunità si estinguono (vengono fuse, o addirittura soppresse), i fratelli delle comunità hanno sempre meno figli (sicché si è "bruciato" anche il trucchetto di formare nuove comunità fatte di figli del Cammino).

L'importanza del commento tradotto qui sopra riguarda il fatto che il Cammino consente che avvengono abusi ai danni di persone deboli. In qualità di cattolici, noi respingiamo e condanniamo quegli abusi, quello sfruttare persone innocenti e deboli, quell'accusare falsamente di essere «senza fede» o «contro Dio» chiunque non si pieghi.

sabato 22 febbraio 2025

Catho-washing neocatecumenale - cioè l'ipocrisia degli eretici

Glossario per i non addetti ai lavori:

  • "Annuncio": autocelebrazione stagionale di Kiko, in cui annuncia sé stesso.
  • "Kerigma": le elucubrazioni "annunciate" da Kiko, farcite di eresie e di svarioni tragicomici.
  • "SRM": seminario neocatecumenale Redemptoris Mater, uno degli oltre cento avamposti kikolatri nel mondo, solitamente consistente in un presbikiko e un paio di "seminaristi".
  • "SRM Roma": il primo SRM aperto nel 1990 grazie al cardinal massone Ugo Poletti.
  • "Catho-washing": quando si aggiunge un po' di decorazione fintamente cattolica sopra un coacervo di eresie e malvagità, per farle sembrare cattoliche a chi non è abbastanza informato. Si applica il noto detto partenopeo: "Pascà, è inutile che aggiungi rum: una cacca non diventerà mai un babà".

Ci permettiamo qui sotto di spiegare alcuni termini da pagina 18 dell'Annuncio di Paskiko 2024, desiderando mettere alla luce la smania neocatecumenalizia di sembrare più cristiani dei cristiani.

 "Accompagnato dai sacramenti": per la nostra salvezza Nostro Signore ha istituito i sacramenti, non i "kerigmi" di autoeletti "iniziatori", nemmeno se questi ultimi si autoproclamassero "ispirati dallo Spirito". Infatto lo Spirito non suscita eresie, né ipocrisie, né malvagità, né pagliacciate liturgiche.

"Morire gli uni per gli altri": modo troppo pomposo per indicare la virtù della carità; nel Cammino, però, contiene il sottinteso che quella virtù vale solo all'interno delle comunità neocatecumenali e solo sotto la direzione dei cosiddetti "catechisti" del Cammino. Se compi un atto di carità verso qualcuno che non ti è stato indicato esplicitamente da tali "catechisti", infatti, "sei un superbo", "hai un idolo", "non stai facendo bene il Cammino", ecc.

"Perché il Kerygma porti frutto": «affinché le elucubrazioni di Kiko e Carmen continuino a produrre i pessimi frutti che hanno prodotto dal 1964 fino ad oggi». Frutti di idolatria, di ipocrisia, di mancanza di carità, di clericalismo, di eresia, di sacrilegi eucaristici...

"Crocifiggerci per gli altri": modo troppo pomposo per indicare la virtù della pazienza; stranamente non si tratta mai di esercitare tale virtù verso persone che criticano il Cammino...

"Amare il nostro fratello": fratello di comunità, s'intende; e s'intende che devono anche "volare le sedie", altrimenti non stai "facendo bene il Cammino". Invece, verso le persone esterne al Cammino, i neocatecumenali vengono addestrati a fingere di essere sempre calmi e sorridenti, in modo da poter dire all'interlocutore "ma perché si altera?", col sottinteso: "io non mi altero, dunque io ho ragione".

"Non resistere al male": ipocrisia pura, visto che sono abituati a minacciare azioni legali, compiere vendette e rappresaglie, fare mobbing e doxxing, verso chiunque critichi il Cammino - specialmente quando lo critica in modo pacato, documentato, e con testimonianze dettagliate. (Nota: per gli adepti di Kiko, una "testimonianza" è tale solo se favorevole al Cammino, a Kiko, e ai suoi pretoriani cosiddetti "catechisti").

"Lavanda dei piedi": un gesto liturgico della Chiesa interno alla liturgia del giovedì santo, che i neocatecumenali hanno staccato e alterato per trasformarlo in carnevalata autocelebrativa comunitaria.

"Sermone della cena": enorme fiume di parole kikolatriche, di cui se ne poteva proprio fare a meno. Chissà perché lo chiamano "sermone", come i protestanti. Forse per indicare che a parlare è un cosiddetto "catechista" laico anziché un sacerdote?

"Non accettiamo di essere umiliati dai nostri fratelli": sottinteso che i fratelli di comunità sono autorizzati a umiliare gli altri fratelli (alla faccia dell'amare il nostro fratello). Sottinteso del sottinteso: i cosiddetti "catechisti" devono umiliare tutti, ma non devono ricevere alcuna critica perché altrimenti "stai criticando lo Spirito"...

"È importante che non solo il presbìtero... si umilia": nel Cammino si comanda che il gesto liturgico del sacerdote debba essere scimmiottato dai laici. In questo caso col termine "umiliarsi" vogliono intendere un "accettare che qualcun altro reciti la scenetta del lavare i tuoi piedi". Ribadiamo che nella liturgia cattolica è il sacerdote a compiere il gesto, che ha valore simbolico (cioè non riguarda nel merito ciò che i partecipanti avrebbero da perdonarsi).

"Ma anche noi che ci mettiamo al servizio dei fratelli": si intende dei fratelli del Cammino; in quel contesto il "servizio" sarebbe il darsi da fare nel cerimoniale kikolatrico che scimmiotta (e modifica) il segno liturgico della lavanda dei piedi della liturgia cattolica.

"Prendendo su di noi i loro peccati": colossale idiozia, anche se volesse scimmiottare l'offrirsi come vittima per i peccati di altri. Infatti ognuno è responsabile dei propri peccati, e spesso è anche vittima dei peccati altrui. Ma anche se è possibile offrire preghiere e penitenze per le anime altrui, nessuno prende formalmente "su di sé" i peccati" degli altri, in quanto i peccati sono offesa a Dio (per cui non bastava una riparazione umana, non bastavano olocausti e sacrifici, se non quello di Nostro Signore, vero uomo e vero Dio). In altre parole, nel Cammino confondono i peccati con le sofferenze e le difficoltà...

"Significa accettare che la croce è...": bisogna diffidare di chi cerca di infilare significati diversi (anche se "eleganti") su ciò che fa e dice la Chiesa. Nella sua plurimillenaria saggezza, la Chiesa (che ci ha sempre insegnato che solo Dio merita adorazione) ha stabilito il rito dell'adorazione della croce, per farci meglio comprendere il Venerdì Santo, la Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo. In qualità di cattolici, seguiamo ciò che ha sempre fatto e celebrato e insegnato la Chiesa, senza infilare a forza "nuovi significati" (che hanno sempre il sottinteso che i "vecchi significati" insegnati dalla Chiesa sarebbero superati, incompleti, sbagliati).

"La croce è il cammino luminoso...": tanta pompa magna per evitare di dire che nel Vangelo l'espressione «rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (cfr. Lc 9,23) ci insegna che siamo chiamati alla salvezza attraverso le difficili circostanze della vita di ogni giorno, e che siamo chiamati a costo di rinnegare le nostre cattive inclinazioni (attraverso le penitenze, la preghiera, le opere buone) e i peccati (attraverso la confessione, l'unzione degli infermi, il battesimo).

"Vivremo una notte di festa": sono solo alcune comunità monastiche a passare la notte di Pasqua in veglia e preghiera. Nella Chiesa cattolica, infatti, a parte la "messa della notte" (che raramente comincia più tardi delle 23), non è richiesto di far levatacce o seratacce o nottatacce, tanto meno alle persone anziane, ai bambini, ai malati. La Chiesa non impone fardelli da farisei, ma usa il buon senso. Nel Cammino, invece, si fa la nottataccia con interminabile digiuno, e con grande cagnara alle sei del mattino - dove dei poveracci che bevono a stomaco vuoto si ubriacano o peggio, e altre scenette mondane tutt'altro che di manifestazione di fede nel Risorto.

"Anche i bambini la stanno desiderando": che ipocrisia! È come dire "il mio gatto è vegano".

"È un modo per catechizzarli": in senso kikiano, s'intende.

"Coloro che hanno terminato l'itinerario neocatecumenale sono chiamati a vivere 50 giorni di festa": chiamati da Kiko, non dalla Chiesa; festa per Kiko, non della Chiesa; e naturalmente dovranno continuare a pagare la Decima e a dipendere dai cosiddetti "catechisti", poiché il Cammino Neocatecumenale non termina mai, nemmeno dopo vari decenni quando sarebbe ufficialmente "terminato".

lunedì 17 febbraio 2025

A proposito di punteggi e di classifiche...

La "comunione seduti", in attesa che
che scatti il segnale manducatorio...
Premessa necessaria: come in ogni setta, anche nel Cammino vige la mentalità vittimista del "ci perseguitano, dunque abbiamo ragione", intesa a respingere ogni critica senza mai entrare nel merito. Proiettano il loro odio su chiunque getti luce sul Cammino. E quando proprio non riescono ad appioppare l'etichetta di "odiatore" (perché magari il bersaglio è un vescovo, o lo stesso Pontefice), si limitano a dire che "non capisce il Cammino" (come se delle future spiegazioni sicuramente lo convinceranno), "non ha fatto il Cammino" (come se occorresse fare esperienza della droga per poter maturare un giudizio sulla droga), addirittura dire che chi critica il Cammino "guadagna punti" su questo blog (che però, dal 2006 ad oggi, ancora non ha mai pubblicato punteggi né classifiche). 

Il Cammino Neocatecumenale contiene errori liturgici e dottrinali, che i suoi fautori ancor oggi si rifiutano di correggere. Non è "odio" il dirlo. È solo la verità.

Una delle mode imperanti nella Chiesa postconciliare è quella del voler dare valore alle proprie critiche incensando il soggetto criticato quel tanto che basta da sembrare equilibrati. Ora, c'è una seria differenza fra una disamina fatta elencando i pro e i contro, e una critica talmente fondata da non aver bisogno dell'ipocrisia del presentare qualche "aspetto positivo" per compiacere gli interlocutori. Dareste da bere a un vostro caro - o anche ad un estraneo - una bottiglia di minerale in cui c'è anche solo il sospetto che sia stato aggiunto un po' di arsenico? Stareste mica "odiando" quelle poche gocce anziché apprezzando tutta quell'acqua minerale? Il presentare gli "aspetti positivi" della minerale, cambia forse qualcosa delle poche ma letali gocce di arsenico che vi sono state disciolte o anche solo il sospetto che vi siano state disciolte?

Il Cammino è marcio fin dalle fondamenta, e i suoi "iniziatori" sono stati eretici per tutta la vita. Qualsiasi "lato positivo" del Cammino vogliate discutere, questi due punti fondamentali non cambiano.

Il marciume del Cammino è anzitutto dottrinale e liturgico. Fin dai suoi inizi, nel Cammino sono state insegnate dottrine erronee ed eretiche. Per di più i due spagnoli Kiko e Carmen hanno proclamato che il loro insegnamento era "ispirato dallo Spirito", col sottinteso che chi li criticasse - o anche solo facesse qualche correzione o osservazione critica -, stava con ciò stesso "rifiutando lo Spirito".

E lo stesso vale per le strampalate liturgie, zeppe di strafalcioni, abusi, veri e propri sacrilegi eucaristici (esempio): persino quando vent'anni fa papa Benedetto XVI comandò nero su bianco ai neocatecumenali di celebrare la liturgia cattolica senza modifiche arbitrarie, Kiko, Carmen e Pezzi scrissero il 17 gennaio 2006 al Papa che avrebbero disubbidito e continuato a celebrare la "comunione seduti". E ancor oggi, ogni sabato sera, nelle comunità del Cammino si continua a disubbidire al Papa, alla Chiesa, al proprio stesso Statuto (che recepì pienamente quelle «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005), a celebrare carnevalate e strafalcioni.

Ora, il professare eresie ti pone di fatto al di fuori della Chiesa, il celebrare carnevalate fa capire che la tua fede non è quella della Chiesa (poiché chi ha a cuore la fede della Chiesa vorrà celebrare solo la liturgia già valida per tutta la Chiesa): non si scherza coi sacramenti, non ci si "personalizza" la liturgia; solo chi ha una fede inquinata può considerare la liturgia cattolica inadatta alla propria fede. Gli strafalcioni liturgici del Cammino - dalle canzonette urlate alle orride suppellettili sacre, dalla modifica dei formulari (perfino quello della consacrazione: "Padre! Padre!") alla pagliaccesca "comunione seduti" (che ha dato luogo a innumerevoli sacrilegi eucaristici) - sono la più plateale testimonianza che la setta neocatecumenale professa una fede che non è cattolica, sebbene desideri spacciarsi per cattolica (poiché va pescando nuovi adepti solo nelle parrocchie...).

sabato 15 febbraio 2025

Rispondiamo ad alcuni dei tipici slogan kikolatrici che piovono spesso nello spazio commenti...

Premessa: per dire una menzogna bastano poche parole; per smentirla e fugare gli equivoci occorrono molte più parole. Per cui per replicare a pochi slogan neocatecumenali occorre qui un'intera pagina.

Altra premessa: nella mentalità degli aderenti alla setta "Cammino Neocatecumenale", è lecito e addirittura doveroso mentire e ingannare pur di salvaguardare il prestigio e i soldi della setta, dei suoi capicosca, e dei suoi autoproclamati "iniziatori" Kiko e Carmen.



Quando dicono "il Cammino è ispirato dallo Spirito" è una menzogna. Nessuno può autocertificarsi "ispirato dallo Spirito", perché è solo l'autorità della Chiesa a poter discernere in materia di cose spirituali (perfino l'apostolo Paolo, pur certissimo della straordinarietà della propria esperienza spirituale, prima di qualsiasi attività fu accolto da Ananìa, cfr. At 9).
E comunque anche quando comunemente si afferma che "XYZ è ispirato dallo Spirito" non significa affatto che le cattive opere, le ambiguità, gli errori di XYZ provengono dallo Spirito (in quanto lo Spirito non può ispirare ambiguità, errori, malvagità). E anche se il Papa dicesse - fuori da un contesto di magistero pontificio - che "XYZ è ispirato dallo Spirito", non può essere preso come un certificato di "provenienza dallo Spirito" applicabile gratis a qualsiasi parola o azione passata, presente o futura (infatti neppure il Papa può garantire che una persona o un ente, in un futuro anche molto vicino, non compiano malvagità e non diffondano errori).

Sì, le opere di vera carità possono essere indicate come "ispirate dallo Spirito". Però di vere opere di carità il Cammino ne conta davvero pochissime (dovute solo al buon cuore dei singoli; e comunque normalmente non sono gradite ai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali).
Il Cammino nel frattempo propala liturgie piene di strafalcioni, "catechesi" piene di errori, ambiguità e vere e proprie eresie, tracotanza e arroganza dei cosiddetti "catechisti", ipocrisia, autoreferenzialità e clericalismo dei neocatecumenali (non basta riempirsi la bocca di "ilsignore-ilsignore" per autoqualificarsi cristiani), inganni e menzogne e ipocrisie (mentendo persino ai propri adepti)... tutta questa robaccia è ispirata dal demonio, non dallo Spirito. Il Cammino è ispirato dal demonio, in quanto quella robaccia è la normalità, mentre le opere di vera carità sono la rara eccezione.
Quando usano espressioni come "...tutto questo odio verso il Cammino..." è perché furbescamente chiamano "odio" qualsiasi critica al Cammino, anche la più onesta. Rifiutano a prescindere ogni critica, anche la più documentata, perché sanno benissimo che se accettano anche su un solo punto secondario l'idea che il Cammino debba essere corretto, si finirebbe in breve tempo a dover correggere proprio tutto del Cammino.
Notare che è uno di quei tanti casi in cui il termine "Cammino" può indicare sia i suoi contenuti che i suoi membri e capi che ne dettano la linea. Ora, tutti gli ambienti umani hanno una propria quota di gente poco seria, di gente ipocrita, di gente cattiva... anche gli ambienti ecclesiali. Il vero problema è quante di quelle persone vengono lasciate pascere in posizioni di comando. Il problema è infatti la "linea" che viene imposta agli aderenti. Se un ambiente non è in grado di isolare le "mele marce", finirà per marcire tutto il raccolto.
Quando ti accusano dicendo "...tu giudichi!" è perché chiamano furbescamente "giudizio" qualsiasi critica al Cammino, anche la più onesta e documentata. Con "giudizio" intendono giudizio temerario, perché (coerentemente) hanno il terrore che qualcuno maturi liberamente convinzioni non favorevoli al Cammino. Come se pensassero che nessuno sia autorizzato a maturare convinzioni critiche sul Cammino.
Pretendono che per farsi un'idea sul Cammino uno debba prima "fare esperienza del Cammino", col sottinteso che se poi hai qualcosa da ridire allora non avresti fatto veramente esperienza. Fingono di non sapere che uno possa formarsi un giudizio sulla droga o sulla sodomia, pur non avendo mai fatto esperienza di droga o di sodomia.

Quando dicono "siamo approvati, le approvazioni", o sono totalmente ignoranti o stanno mentendo. La Chiesa non ha mai approvato - né mai potrebbe - la libertà di  celebrare strafalcioni e carnevalate, né la libertà di usare metodi che sfociano tipicamente in sacrilegi eucaristici. La Chiesa non ha mai approvato - né mai potrebbe - le eresie, la "scarnificazione delle coscienze", l'esazione - per di più ossessiva e non rendicontata - delle "Decime"...

Al di là delle "autoapprovazioni" fatte per mettere il Papa di fronte al fatto compiuto (e spesso miseramente fallite), quello che il Cammino ha visto "approvare" è solo una serie di linee guida generiche (come lo Statuto del 2008) oppure generici incoraggiamenti ai vescovi (come la Ogniqualvolta).

La menzogna e l'inganno sono letteralmente i pilastri fondamentali del Cammino. Per esempio vanno dicendo che i seminari neocatecumenali "Redemptoris Mater" sarebbero "diocesani" o addirittura "proprietà della diocesi". Che sono menzogne ben costruite. Infatti tali seminari sono intesi a formare preti secondo le esigenze del Cammino (loro vogliono pomposamente chiamarli "presbìteri") anziché secondo le esigenze della Chiesa (e puntualmente, quando si tratta di scegliere servire il Cammino o servire la Chiesa, preferiscono il Cammino - quei pochi che preferiscono di servire la Chiesa hanno subito abbandonato il Cammino). "Presbìteri" secondo la bislacca "spiritualità" del Cammino (ubbidire ciecamente ai cosiddetti "catechisti" anche se laici e anche se contraddicono il vescovo, celebrare le carnevalate liturgiche del Cammino, ecc.). In quei seminari del Cammino la diocesi non può mettere becco (e se il vescovo locale non ritiene un candidato adatto al sacerdozio, i neocat spediscono il candidato "in missione" presso qualche vescovo compiacente che lo ordina lo stesso).

Ancora proseguendo con l'esempio dei seminari R.M. spacciati per "diocesani": talvolta l'immobile è di proprietà della diocesi, ma solo perché i neocat non sono riusciti ancora a sgraffignarlo - si consideri ad esempio la truffa del seminario neocatecumenale di Guam (immobile della diocesi, la truffa della Deed Restriction e del certificato di proprietà falsificato, e il Board of Guarantors composto da tre neocatecumenali italiani e dal vescovo pedofilo neocatecumenale a titolo personale anziché a titolo di ordinario del luogo).

Ma i neocat mentono anche sulle cose sacre. Per esempio vanno dicendo che "...la liturgia neocatecumenale del sabato sera è considerata Messa domenicale". Furbescamente omettono di dire "da chi" sarebbe "considerata" tale: solo da loro, nel senso che andando alla liturkikia del sabato sera si sentono esonerati dall'andare in parrocchia (nonostante le «decisioni del Santo Padre» del 1° dicembre 2005, parte integrante dello Statuto del 2008 (all'articolo 13), esigano che i neocat "almeno una volta al mese" vadano alla messa della parrocchia).

Ora, una Messa dei "primi vespri della domenica", cioè celebrata il sabato sera, può andar bene per il precetto domenicale ma nel caso dei neocat il loro scopo è di non aver nulla a che fare con le parrocchie, le diocesi, la gerarchia cattolica, se non per chiedere soldi e per adescare nuovi membri. E per di più le liturgie neocatecumenali del sabato sera non vengono celebrate secondo il Messale ma secondo le indicazioni di Kiko e Carmen, nonostante papa Benedetto XVI abbia esplicitamente vietato il 1° dicembre 2005 gli strafalcioni liturgici kikiani-carmeniani.

Quindi ciò che può essere vero in una parrocchia non neocatecumenalizzata ("liturgia dei primi vespri della domenica" celebrata in chiesa il sabato sera aperta a tutti i fedeli), non lo è nel caso neocatecumenale ("celebrazione degli strafalcioni kikolatrici il sabato sera in una saletta con sbarramento d'ingresso").
Nostro Signore ci ha detto: «il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato» (cfr. Mc 2,27). Chiarendo con termini di oggi, i precetti religiosi servono a sostenere la vita spirituale dell'uomo, non sono intesi ad essere un fardello autoreferenziale. Per cui non ha senso che i neocatecumenali celebrino separatamente dalla Chiesa. Non ci sono scuse.

Ai kikolatri piace parlare della crisi delle parrocchie e di porsi come soluzione a tale crisi. In realtà il Cammino non è una cura, ma un tumore. Ha desertificato le parrocchie in cui si è incistato, creando dolorose divisioni, spazzando via tutto per far posto alle deiezioni di Kiko. 

Ed anche oggi, che è sabato, nel chiuso delle salette neocatecumenali si procederà a celebrare la liturgia zeppa di strafalcioni, voluti da Kiko e Carmen, nonostante il Papa l'avesse vietata, e nonostante lo stesso Statuto del Cammino avesse fatto sue quelle «decisioni del Santo Padre».

sabato 8 febbraio 2025

Quando dicono "non mi risulta", sono ipocriti (o al più ingenui)

Nei suoi autoritratti,
Kiko si autorappresenta come il Redentore:
non vi "risulta"?
"Ho fatto il Cammino e non mi risulta che..."

Quante volte abbiamo sentito questa frase, che denota ipocrisia, ingenuità, arroganza.

Ingenuità: credere che se XYZ è una "prassi invalsa", allora è giustificata "sicuramente" da qualcosa. Ma questo è un errore madornale. Equivale a dire, alla vittima di un furto, che dopotutto oggidì i ladri vanno rapinando qua e là, "è una prassi invalsa", cioè che quel furto è "sicuramente" giustificabile, "non mi risulta che sia proibito". Che quindi, se nel Cammino è "prassi invalsa" l'obbligo di versare la Decima, allora la Decima sarebbe ben fondata, accettabile, giustificata, anche se la Chiesa Cattolica non la chiede, non la impone, non la consiglia, non la raccomanda, non la nomina neppure come possibilità per i cattolici di oggi (ed infatti la Decima non è prevista nemmeno dallo Statuto del Cammino: ve la fanno pagare e basta!). La Chiesa si limita a dire che tutti siamo chiamati alla carità, ciascuno secondo la propria libertà, e a raccomandare alcune prassi minime (come ad esempio l'offerta per le intenzioni di Messa) solo allo scopo di evitare abusi.
Invece nel Cammino hanno dovuto esasperare la rappresentazione di un problema dell'animo umano (l'attaccamento ai soldi) per giustificare l'esazione fiscale della Decima (come se quell'attaccamento svanisse solo se paghi il "pizzo" al Cammino).

Ingenuità: credere che se XYZ ha un nome elegante, allora è qualcosa di elegante, bello, desiderabile. È un errore madornale in cui ci cascano solo i bambini. Ed equivale a dire, alla vittima di un furto, che non è stata una rapina ma solo un "esproprio proletario". Immaginate la voce fantozziana della vittima: "ah, ma allora cambia!" Così come le Decime vengono estratte dalle tasche dei fratelli a suon di ricatti morali ("fa' un'elemosina che ti faccia sanguinare il cuore!", "un tesoro in cielo!", "sei troppo attaccato a Mammona!", "vi dovete provare sui beni!"...), allo stesso modo i neocatecumenali definiscono pomposamente "liturgia" quella che invece è solo una carnevalata autogestita, chiamando pomposamente "Decima" l'esazione di una tangente del dieci per cento del tuo reddito mensile, qualificando pomposamente "evangelizzazione" il tentativo di impiantare nuove comunità kikolatriche di Paganti Decima: sono tutte menzogne, sono tutti paroloni altisonanti che non rendono né giuste, né serie, né valide, né legittime, né eleganti tali iniziative.

Coppone-insalatiera
"designed by Kiko":
nella liturgia onorano KIko,
non Nostro Signore
Ipocrisia: se non so o se fingo di non sapere ("non mi risulta! mai sentito!"), allora non esiste. L'ipocrisia è un requisito essenziale per poter far bene il Cammino. È come fingere di non vedere che la spia della riserva è accesa: "bof, questo benzinaio non mi piace, proseguiamo il viaggio". Ma la spia della riserva - o, se volete, le critiche al Cammino - getta luce sul problema, ti avverte proprio per consentirti di risolverlo prima che sia troppo tardi. Il far finta di non sapere, il fare i finti tonti, dimostra che c'è una forte volontà di non risolvere i problemi, pur sapendo che esistono quei problemi. L'ipocrisia è uno dei pilastri fondamentali del Cammino: se stai soffrendo a causa del Cammino, è perché ti rifiuti di essere ipocrita, ti rifiuti di mentire a te stesso o agli altri, ti rifiuti di fingere.

Ipocrisia: sto facendo / ho fatto il Cammino, dunque ne so più di te. Questa è un mix di ipocrisia e arroganza. C'è l'ipocrisia del credersi più informati solo perché si è membri di... di una setta che sugli "arcani" e sui "segreti" ci ha costruito un intero sistema. "Non chiedere cosa verrà dopo!" (Non sia mai che tu scopra le bidonate che riceverai, non sia mai che tu venga a conoscenza delle porcherie che ti aspettano). E poi c'è l'arroganza del pretendere che tu, che non hai fatto le mie stesse "tappe" nella mia stessa "comunità", non possa essere al corrente di cosa c'è nel Cammino. È lo stesso che dire: "per maturare un giudizio sulla droga occorre drogarsi".

Arroganza: anche se so che dici la verità sul Cammino, mi rifiuto di ascoltare, e uso il "non mi risulta" come alibi. Se un fratello del Cammino avesse a cuore la verità, prenderebbe in considerazione anche le critiche al Cammino per capire quanto c'è di vero, per capire cosa bisogna correggere del Cammino.
Noi cattolici difendiamo la nostra fede ricorrendo alla verità. I neocatecumenali, per difendere la loro fede in Kiko, ricorrendo alla menzogna, all'arroganza, al fintotontismo del "non mi risulta", "non puoi capire", "non hai fatto esperienza del Cammino"...

domenica 2 febbraio 2025

Notizie da JungleWatch

Marchio e corporate brand della filiale australiana

Sul blog Jungle Watch nel corso degli ultimi anni sono comparse notizie sulle attività del Cammino Neocatecumenale sull'isola di Guàm (nel Pacifico, territorio incorporato degli USA), che hanno portato a scoperchiare non solo diversi grossi scandali della setta di Kiko e Carmen, ma anche a far conoscere la mentalità interna della setta. Attorno a tali scandali comparivano spesso nomi italiani (come l'ineffabile Gennarini, grosso supercatechista del Cammino e aspirante successore al trono kikiano), perché gran parte dei pretoriani di Kiko sono di Roma e di Madrid.

Da qualche tempo Jungle Watch si sta occupando di altri temi relativi alla fede e alla vita della Chiesa, ma occasionalmente emergono altre magagne in cui è in qualche modo coinvolto il Cammino.

Il caso più recente riguarda il gruppo di neocatecumenali di Guam che sotto lo pseudonimo "Diana" tiene un blog sul Cammino. Lo scorso 18 gennaio 2025, allo scopo di far sembrare innocente e perseguitato il vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron (condannato anche dalla Santa Sede), hanno scritto che "il Vaticano non ha mai specificato ciò di cui era stato trovato colpevole Apuron". Sono proprio abituati a mentire, con una faccia di bronzo incredibile, sono abituati persino a dire che la vittima del pedoApuron sarebbe consenziente, pur di difendere il vescovo pedofilo neocatecumenale. Il quale, non appena una delle sue vittime si era fatta pubblicamente avanti, scappò dall'isola.

Un altro caso è quello di tale D.C.Quitugua, presbikiko che vedemmo già all'opera a mobilitare Filoni pur di ostacolare la breve visita di un gruppo di laici cattolici al seminario neocatecumenale. Inutile precisare che se un pretino riesce rapidissimamente a mobilita un cardinale dall'altra parte del mondo per impedire una visita del genere, il pretino è kikolatra certificato, e il cardinale è altrettanto neocatecumenale. La mafia neocatecumenalizia si sente più potente di tutta la gerarchia e di tutte le leggi della Chiesa. Ed infatti ci arriva l'ennesima conferma dal fatto che il sullodato presbikiko Quitugua è nientemeno che amministratore parrocchiale a Darby, in Pennsylvania (arcidiocesi di Philadelphia), grazie a qualche vescovo amicone del Cammino, nonostante sia incardinato a Guam (ricevendone lo "stipendio"; notare che lì a Guam non vige alcuna forma di Sostentamento Clero, per cui sono le diocesi - cioè i soldi dei fedeli - a "stipendiare" in qualche modo i sacerdoti). Per di più, ha indicato come residenza un seminario Redemkikos Mater a pochi chilometri da lì. Già varie volte, negli scorsi anni, Jungle Watch aveva inutilmente chiesto come mai l'arcidiocesi di Agaña (Guam) avesse "a libro paga" diversi preti che non risiedevano sull'isola. I neocatecumenali sono sempre esperti parassiti capaci di vampirizzare le risorse dei cattolici.

Altro caso, quello di un presbikiko soprannominato Boboboy, che dopo lo scandalo di Apuron attorno al 2017 (in cui era fra i lacché più fidati del vescovo pedofilo neocatecumenale), aveva pazientemente tramato a suon di inganni e manipolazioni per "rifarsi una verginità", per poi proporsi al nuovo vescovo per riuscire infine a farsi incaricare di una delle parrocchie più importanti dell'isola e addirittura del compito di speaker per la Marcia per la Vita...

Quindi c'è stato il caso di tale presbikiko Caminiti, pare di origine italiana, defunto all'improvviso in circostanze poco chiare, riguardo alle quali la lettera del vescovo non chiarisce molto. Il presbikiko era stato accusato undici anni fa di cattiva condotta (sessuale) riguardo ad una donna adulta. Fra i commenti della stessa pagina leggo che il vescovo Byrnes, che era succeduto ad Apuron, aveva proceduto in almeno due diverse occasioni con l'esorcismo alla residenza episcopale, "per liberarla dalla presenza degli spiriti maligni". Byrnes, fu portato all'esaurimento nervoso proprio dall'ostile accanimento dei diabolici neocatecumenali.

mercoledì 29 gennaio 2025

Ricordiamo alcuni punti fondamentali

Gadget kikolatrici "liturgici"

Il Cammino Neocatecumenale si spaccia per cattolico ma non lo è. Non fatevi ingannare dalla parlantina neocatecumenale! I lorsignori della setta di Kiko e Carmen credono di poter alterare la realtà ragliando sempre più forte. Per cui ricordiamo qui sotto alcuni punti fondamentali per cui questo blog ha ancor oggi motivo di esistere.

Il Cammino, nonostante le possibili buone intenzioni dei singoli, è intriso di gravi errori riguardanti la fede e la morale. Inutile cercare alibi: quegli errori ci sono, e sono talmente tanti che per il bene delle vostre anime vi conviene abbandonare il Cammino e vivere la fede cattolica della Chiesa. Il Cammino è fondamentalmente idolatria per gli autoproclamati "iniziatori" Kiko e Carmen, e idolatria di sé stesso: infatti non ha niente di cattolico, tranne un po' di decorazione superficiale.

Le cosiddette "catechesi" di Kiko e Carmen sono dimostrabilmente zeppe di errori, ambiguità, strafalcioni, vere e proprie eresie. I due eretici spagnoli non hanno mai voluto correggere nulla, in quanto si sono autoconvinti di essere "ispirati dallo Spirito" (e addirittura hanno accusato chiunque non fosse d'accordo con loro, di star "resistendo allo Spirito"!). Ma lo Spirito Santo - che è Spirito di verità - non può ispirare errori, ambiguità, strafalcioni, vere e proprie eresie, né tutte le ingiustizie perpetrate dai cosiddetti "catechisti" della setta neocatecumenale.

L'autorità della Chiesa non ha mai "approvato" tali strafalcioni, errori, eresie. Le cosiddette "approvazioni" riguardanti il Cammino e i suoi contenuti riguardano solo aspetti giuridici e organizzativi, e qualche incoraggiamento per i fratelli di buon cuore. Nessuno di quegli errori è stato approvato. Dopotutto perfino i modernisti ci vanno piuttosto cauti ad approvare novità "a scatola chiusa". Inoltre ci sono circostanze sospette attorno ad ognuna di tali "approvazioni": per esempio il 30 agosto 1990, dopo un pranzo con fiumi di vino, Cordes diede da firmare al Papa un foglietto scritto in gergo neocatecumenalizio (l'Osservatore Romano si rifiutò di pubblicarlo perché temeva che la firma non fosse legittima); per esempio l'assordante silenzio di Giovanni Paolo II nel 2002 e quello di Benedetto XVI nel 2008 quando gli statuti furono approvati da Rylko mettendo entrambi i Pontefici di fronte al "fatto compiuto"... Il Cammino, chissà perché, usa sempre e solo gli strumenti del demonio: inganni, disubbidienze, trabocchetti al Papa...

Le cosiddette "catechesi" di Kiko e Carmen non sono mai state ufficialmente pubblicate, neppure dopo che il fu Pontificio Consiglio per i Laici approvò la pubblicazione. Se venissero ufficialmente pubblicate, chiunque - nel Cammino e fuori dal Cammino - potrebbe verificare che ai neocatecumenali vengono tuttora insegnate sempre le stesse eresie, ambiguità, eresie.

Nella mentalità neocatecumenale è lecito mentirti e ingannarti, se ciò è utile per il prestigio e i soldi della setta. Pertanto se alla cosiddetta "tappa" del Padre Nostro ti martellano in continuazione per dirti che sei "figlio del demonio", poi non possono fare i finti tonti dicendo che era solo per farti rinunciare alle opere del demonio. Noi cattolici, invece, siamo figli adottivi di Dio, e l'autorità della Chiesa ci insegna che riguardo al demonio si possono commettere due madornali errori - cioè il sottovalutarlo... e il sopravvalutarlo.

È da decenni che circolano sempre più testimonianze sfavorevoli al Cammino, ma per i kikolatri sarebbero tutte false. Quando insistentemente chiedono di conoscere nomi, date, luoghi, è perché vogliono vendicarsi (e sì, loro, quelli della "fede adulta", quelli del "non resistete al male", il male vogliono compierlo, vogliono vendicarsi, vogliono farti mobbing, doxxing, molestie, credendo così di onorare gli idoli Kiko e Carmen).

Le carnevalesche liturgie neocatecumenali dimostrano che la "fede adulta" dei kikolatri è in realtà una "fede adulterata". La liturgia rispecchia inevitabilmente ciò in cui credi. E dunque se Kiko e Carmen hanno sempre preteso quella liturgia degli strafalcioni, con battimani, furenti sgrattugiate di chitarrelle e charangos, con caciara di bonghetti, nacchere e tamburelli, col ridicolo girotondino col passetto, e la celebrazione in salette isolate, con seggiole pieghevoli, con tavolinetto smontabile imbottito di fiori e prodotti ortofrutticoli, con gadget e parafernalia Made in Kiko e totalmente kikizzata... "a un certo punto Fantozzi ebbe un leggerissimo sospetto".

L'esistenza del Cammino è una delle migliori conferme della grave crisi che sta vivendo la Chiesa da oltre sessant'anni.

martedì 28 gennaio 2025

Ripristino blog

Avviso tecnico: lo scorso 17 ottobre 2024 questo blog ci era stato automaticamente disattivato (ma la piattaforma non aveva fornito alcuna motivazione agli amministratori), e contestualmente disattivate tutte le operazioni diverse dalla cancellazione del proprio profilo (sempre senza fornire motivazione).

La situazione kafkiana si è sbloccata solo stasera, 28 gennaio 2025, senza alcuna modifica di pagine o commenti da parte degli amministratori. Dobbiamo probabilmente ringraziare i "miracoli" delle intelligenze artificiali (i non esperti di informatica credono che le AI siano espertissime e infallibili... sì, nel fare pasticci). Già in passato, per un periodo di alcuni mesi, alcune pagine di questo blog (e di altri blog come Chiesa e Postconcilio), erano state arbitrariamente disattivate dalla piattaforma (per poi essere riattivate dopo alcune settimane) senza che venissero fornite motivazioni.

Dopo oltre tre mesi riprendiamo dunque le pubblicazioni.

Ne approfittiamo per ringraziare tutti i lettori che ci hanno scritto esprimendoci solidarietà, e tutti coloro che pur volendo farlo non sono riusciti a contattarci.
Ricordiamo a loro, e a voi, che questo blog non ha scopo di lucro, non accetta donazioni (se proprio volete farle, scegliete un qualsiasi monastero di clausura dove si celebri degnamente la santa liturgia, e donate liberamente), e trae conforto per ogni anima che ripudia l'eresia neocatecumenale e riabbraccia la fede cattolica.